AltoVicentino, Dalle Rive: “Padova favorito dagli arbitri? Normale che le squadre forti lo siano”

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Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli

“Abbiamo il 5% di possibilità, non di più. Ormai me la sono messa via. Ma desidero il secondo posto per fare i playoff”. Il presidente Rino Dalle Rive dell’AltoVicentino sembra non crederci quasi più alla possibilità di tenere testa al Padova nella lotta al primato che vale la promozione in Lega Pro, con la sua squadra in caduta libera (un punto nelle ultime quattro gare) staccata attualmente di dieci lunghezze in classifica dai biancoscudati. “Anche con la Triestina abbiamo dominato e potevamo chiudere la partita cento volte. Dopodiché fai due stupidaggini a fine gara, e ciao. Ma la nostra non è una squadra completa, i tre centrocampisti di valore sono fuori e sentiamo soprattutto la mancanza di Dal Dosso. Non si può dire niente sotto l’aspetto agonistico, a per vincere i campionati ci vuole qualcosa in più. Ho sempre sostenuto che il Padova è decisamente superiore, e anche se ha perso con noi ho visto una grande squadra. Per farcela ci vorrebbe l’aiuto di tutti i santi, ma l’ultimo mi direbbe di lasciar perdere. Sono molto amareggiato, l’altra notte non ho mai dormito”. Dalle Rive è un fiume in piena: “Dopo una sconfitta penso di andare a farmi sentire in spogliatoio, e invece non faccio niente per un motivo semplice: se la squadra è incompleta non è colpa dei giocatori, ma dello staff. Ed il primo ad aver sbagliato è il presidente. Con un paio di innesti nella squadra dell’anno scorso vincevamo il campionato”.

A questo punto il patron vicentino si sofferma su Carmine Parlato: “L’ho sempre elogiato, anzi di più. E’ un grande allenatore per questa categoria, che conosce molto bene. E’ furbo e intelligente, sa gestire il gruppo perché non è facile tenere fuori gente come Segato e Ferretti che vuole sempre giocare, e sa leggere le partite. Un allenatore normalmente incide per il 20/25%, lui al Padova va oltre: 30/40%. E le sue squadre difficilmente perdono smalto nel corso della stagione. Oltretutto è una rosa molto bella, formata da giocatori vincenti che hanno fame. Questo Padova è di gran lunga più forte del Pordenone dello scorso anno. Poi quando giochi davanti a 4.000 o 5.000 persone vuoi sempre fare bella figura. Noi ne abbiamo un migliaio o poco più, ma non fanno lo stesso tifo e anche questo ha un peso. Per non parlare degli arbitri: con il Kras Repen era donna e ci ha annullato un gol regolare. Con i bellunesi dell’Union Ripa hanno mandato un arbitro di Rovereto”. Crede che il Padova sia favorito? “E’ normale, ma la mia non è una polemica. Faccio io una domanda: la Juventus è favorita o no? E’ normale che le squadre forti lo siano, magari inconsciamente”.

Dalle Rive coccola Marco Cunico, che l’anno scorso era alla sua corte: “L’avevo preso per fargli fare l’uomo immagine, anche quando smetteva di giocare. Ma il tecnico nonlo vedeva, anche se io ero dala parte di Marco. Sa fare spogliatoio, e segna anche”. Altro suo ex giocatore è Ferretti, che domenica dopo il gol è dovuto uscire anzitempo: “Lo conosco da tre anni, non può giocare più di quindici partite a stagione. E’ un ragazzo eccezionale che in campo dà l’anima, ma a volte sbaglia e si fa male. Anche se questa è la sua forza”. Poi rivela: “Tutti i lunedì mi guardo il cd con la partita del Padova. Già in tempi non sospetti avevo detto che era favorito al 65% e noi al 35%, forse anche esagerando dato che avrei dobuto dire 80 e 20. Ma pensavo che tutti gli anni abbiamo lottato sempre fino alla fine, invece nelle ultime quattro gare abbiamo perso tre volte, una roba indegna. Sono amareggiato, ma è meglio esserlo adesso. E se penso che all’ultima giornata giochiamo proprio all’Euganeo mi viene mal di testa”. C’è un però: “Abbiamo dodici osservatori che girano l’Italia, sotto l’aspetto organizzativo penso di essere meglio del Padova. E con il settore giovanile siamo sulla strada giusta”. Domanda a bruciapelo: Zanin rischia l’esonero? “No, le posso garantire che è un ottimo professionista e che verrà riconfermato. A Enrico Cunico avevo fatto cinque anni di contratto, con lui penso ad un accordo triennale”.




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