Euganeo, Plebiscito, nuovo stadio: qualche dato in mezzo a tanti sproloqui

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L’argomento più caldo a Padova e dintorni: lo stadio. Euganeo, Plebiscito, nuovo stadio, vecchio stadio, e chi più ne ha più ne metta. Se ne dicono e se ne scrivono di tutti i colori e, ancora una volta, molti conti non tornano. Ognuno dice la sua, c’è chi sproloquia, chi pensa di essere a Milano o a Roma e magari dovrebbe aprire la finestra di casa e guardarsi attorno, chi vive completamente fuori dalla realtà, chi per fortuna ragiona su basi concrete. Qualche dato su cui riflettere per mettere un po’ di ordine. Parliamo di media di affluenza di pubblico stagionale, prima all’Appiani e poi all’Euganeo. Per comodità prendiamo come periodo di riferimento gli ultimi trent’anni. In ordine sparso, dal 1986 al 1998 snoccioliamo i seguenti numeri: 12849, 8987, 8668, 9316. 8254, 9346, 9367, 7866, 5731. In mezzo, ecco il picco massimo degli ultimi vent’anni, ossia il primo anno di Serie A nel 1994-1995. La media affluenza fu di 14788 spettatori, l’anno successivo (sempre Serie A) nella stagione 1995-1996 la media si attestò a 14696. Tralascio la lunga e dolorosa parentesi in Lega Pro, perché i dati ovviamente sono largamente inferiori. Premiamo il tasto forward sul telecomando e andiamo alla stagione 2009-2010, quella della promozione in Serie B: la media spettatori fu di 6987, il picco massimo fu toccato con Padova-Brescia spareggio salvezza all’ultima giornata con 13.733 spettatori. E ancora. Stagione 2010-2011, Serie B: media spettatori 6362, picco massimo 10.321 Padova-Livorno (ai playoff Padova-Varese 17451, Padova-Novara 21540). Stagione 2011-2012: media 8094, maggior numero di spettatori Padova-Verona 10.997. Stagione 2012-2013, Serie B: abbonati 4397, maggior numero di spettatori Padova-Verona 10.142. Stagione 2013-2014: media spettatori 5690, picco massimo Padova-Cittadella 9603.

Qualche altro dato. Lo Juventus Stadium, che rappresenta la tifoseria più numerosa d’Italia, ha una capienza di 41.254 spettatori, con una media di affluenza relativa alla passata stagione di 38.256 spettatori. Torino ha quasi 900mila abitanti e il numero di tifosi juventini stimati in tutta Italia è di oltre 11 milioni. Proseguendo con il ragionamento e facendo le debite proporzioni, come si può sostenere che un Plebiscito a 15mila posti sarebbe inadeguato alle esigenze della tifoseria padovana? Mistero più assoluto! Dirò di più. In assenza di una Serie A, una capienza di 10mila posti sarebbe più che sufficiente anche tenendo presente possibili partite di cartello. In tutta Italia, Roma e Napoli comprese, esistono eventi in cui si registra il sold-out (l’eccezione, non la regola), ossia il numero di richieste è largamente superiore alla capienza dei relativi impianti cittadini. Non si vede per quale motivo Padova dovrebbe essere diversa da una metropoli. E ancora. A Udine, per fare un esempio vicino, dopo trent’anni quasi ininterrotti di serie A, si è ammodernato lo stadio trasformandolo in un complesso da 18mila posti, che diventeranno 25mila dopo il completamento della curva sud. L’Udinese, fra parentesi, è il quinto club da più tempo in Serie A, dopo le quattro principali squadre di Milano e Roma. Si può forse paragonare Udine a Padova? Dal punto di vista territoriale, di bacino d’utenza provinciale e regionale e di abitanti probabilmente sì, ma è altrettanto vero che la storia recente (non il trapassato remoto) delle due società è in tutta evidenza imparagonabile.

Tiriamo le somme. Negli ultimi cinquant’anni (50), dopo l’irripetibile epopea di Nereo Rocco, Padova ha disputato due (2!) campionati di Serie A, navigando fra Serie B e Lega Pro per tutto il resto della propria storia.  Dunque è giusto ragionare su questi dati, quando si progetta il futuro, non su quello che si vorrebbe che fosse o su una realtà virtuale inesistente. Al netto di qualsiasi considerazione politica, il sindaco Massimo Bitonci, dopo anni di immobilismo più totale delle precedenti amministrazioni, sta tentando (sottolineiamo il “tentando”) di programmare un futuro diverso per lo sport cittadino, non solo per il calcio. Ecco che, dopo anni trascorsi a sentire intellighenzia, tifosi e normali cittadini definire l’Euganeo “uno dei più brutti stadi d’Italia, se non il più brutto”, adesso improvvisamente più di qualcuno fa retromarcia. Si parla e si discute di un possibile trasferimento al Plebiscito, con un impianto inizialmente di 10 mila posti. Che sarebbero più che sufficienti per la Serie B, mentre per un’eventuale Serie A forse sarebbe un po’ strettino. Detto questo, va ricordato che: 1) al momento il Padova è in Lega Pro e non sarà facile tornare nella categoria persa dopo le rovinose gestioni Cestaro-Penocchio, figuriamoci in Serie A; 2) il progetto Plebiscito presenta una serie di criticità di non poco conto (viabilità, parcheggi, spazio su cui eventualmente far sorgere le nuove curve progettate); 3) al contrario dell’Euganeo, la zona del Plebiscito è ampiamente servita da mezzi pubblici, tram e autobus compresi; 4) non sta scritto da nessuna parte che si debba per forza andare allo stadio in auto; 5) la fine dell’Euganeo al momento non è nota e molte cose dovranno essere chiarite; 6) tutto quanto andrà verificato alla resa dei conti; 7) la tempistica dello spostamento al Plebiscito, nonostante le dichiarazioni ufficiali, è tuttora molto incerta.

Di fronte a tutto questo e di fronte a fatti oggettivi come quelli che ho elencato, trovo davvero incredibile e sconcertante che improvvisamente adesso l’Euganeo diventi qualcosa da salvare e che più di qualcuno bocci a priori questo tentativo, ossia il progetto Plebiscito. Se anche tale soluzione, una volta completati (condizione sine qua non) tutti i doverosi e opportuni aggiustamenti, fosse quella definitiva (l’optimum sarebbe ovviamente il nuovo stadio per il calcio da 25mila posti), non ci vedrei nulla di scandaloso. Anzi, sarebbe di sicuro un deciso passo in avanti per il miglioramento dei risultati sportivi della squadra oltre che per tutti coloro che vanno allo stadio.  Padova ha sì, grandi potenzialità, ma troppe volte dimostra di avvitarsi in una provincialità che a ben guardare resta il suo difetto più evidente. Non soltanto nello sport.




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About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

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