Live 24! Cittadella-Padova, -3: nel test serale il Padova batte il Casalserugo 6-0

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Ore 22.12 – Qui Casalserugo, fischio finale: Padova-Casalserugo 6-0.

Ore 22.10 – Qui Casalserugo: il Padova chiude il primo set con Altinier, che raccoglie il cross basso di Bearzotti ed insacca a porta vuota.

Ore 21.59 – Qui Casalserugo: quinto gol del Padova, a siglarlo è Giandonato con un destro dai trenta metri tanto potente quanto velenoso. 5-0.

Ore 21.49 – Qui Casalserugo: poker del Padova, a segno Ilari che a tu per tu col portiere lo beffa con un preciso diagonale. 4-0, e Dell’Andrea che torna in campo per far rifiatare Fabiano.

Ore 21.43 – Qui Casalserugo: terzo gol del Padova, a segno Cunico da distanza ravvicinata al termine di un azione prolungata dei Biancoscudati partita da uno splendido lancio di Giandonato. 3-0, e cambio nel Padova con Reinholds che subentra a Favaro.

Ore 21.27 – Qui Casalserugo: inizia il secondo tempo. Questo l’undici biancoscudato, schierato ancora col 4-2-3-1: Favaro; Diniz, Fabiano, Niccolini, Anastasio; Ramadani, Giandonato; Ilari, Cunico, Bearzotti; Altinier.

Ore 21.17 – Qui Casalserugo: fine primo tempo, Padova-Casalserugo 2-0. Doppietta di Cucchiara.

Ore 20.58 – Qui Casalserugo: raddoppio del Padova, e doppietta personale per Cucchiara. 2-0.

Ore 20.45 – Qui Casalserugo: vantaggio del Padova, a segno Cucchiara (imbeccato alla perfezione da Petrilli) con un tap-in da distanza ravvicinata. 1-0.

Ore 20.32 – Qui Casalserugo: inizia la partita.

Ore 20.25 – Qui Casalserugo, questa la formazione dei padroni di casa: Spolverato, Marzotto, Munaro, Maretto, Bregantin, Fumian, Peraro, D’Angelo, Benedini, Fusari, Cesaro. A disposizione: Maregotto, Giardina, Moscardin, Menin, Voltan, Malinpensa, Pizzeghello.

Ore 20.20 – Qui Casalserugo: squadre in campo per il riscaldamento. Questa la formazione biancoscudata del primo tempo: Favaro; Dell’Andrea, Fabiano, Niccolini, Dionisi; Bucolo, Corti; Turea, Mazzocco, Petrilli; Cucchiara.

Ore 20.00 – (Il Piccolo) Ennesimo colpo di scena in casa dell’Unione Triestina 2012: alla ripresa degli allenamenti dopo la pesante sconfitta di Tamai, sei giocatori sono stati per il momento “congelati” e messi da parte in attesa di giudizio. Anche se in realtà, si tratta di una sorpresa fino a un certo punto, perchè quest’ultima mossa era stata in qualche modo preannunciata da Pontrelli nella conferenza stampa della scorsa settimana. In quell’occasione, il presidente aveva fatto capire che la richiesta del concordato e il tentativo di rientro dalla situazione debitoria, avrebbero quasi certamente previsto anche un taglio di qualche elemento della rosa, considerato soprattutto il fatto che ormai le ambizioni di competere per il primato sono finite nel cassetto. Anzi, proprio la batosta di Tamai e il fatto che la squadra naviga in penultima posizione, hanno probabilmente accelerato le decisioni del presidente dell’Unione 2012 a riguardo. In ogni caso, Pontrelli sottolinea che non si tratta ancora di tagli, anzi rifiuta anche il termine di fuori rosa: «Non sono stati cacciati e non sono nemmeno fuori rosa – spiega il presidente – diciamo che ho ritenuto opportuno mettere un momento da parte questi sei ragazzi e metterli sotto osservazione per una decina di giorni. Continuano ovviamente ad allenarsi, ma lo fanno a parte e non con il resto della squadra. Voglio parlare con loro con calma e poi deciderò». I sei per il momento “congelati” sono Beghin, Zubin, Pettarin, Mattielig, Zanardo e Berto. In pratica l’elenco ricalca quasi interamente quella mezza dozzina di tagli che erano stati evocati all’epoca del rientro di Masitto: il nome nuovo rispetto a quella volta è Beghin, mentre stavolta si salva Zottino. In ogni caso, considerati i dieci giorni di castigo e anche ipotizzando che un loro rientro sia ancora possibile, certamente questi sei giocatori non giocheranno sabato al Rocco contro il Mestre e neppure nella trasferta infrasettimanale di mercoledì 14 ottobre a Fontanafredda. Una sforbiciata robusta e decisamente pesante alla rosa a disposizione di Lotti: basta pensare che a parte il portiere di riserva, gli altri cinque domenica a Tamai sono partiti titolari e comunque tre di loro sono stati finora perni fissi delle partite di quest’anno. E tra Beghin in difesa, Pettarin e Mattielig a centrocampo e la coppia Zubin-Zanardo in attacco, tutti i reparti sono stati coinvolti. Insomma, contro il Mestre ci sarà almeno mezza squadra nuova rispetto alle ultime uscite.

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Restare uniti. Il presidente del Belluno Gianpiero Perissinotto ha le idee chiare su come affrontare l’impegno di sabato contro il Ripa Fenadora. Il Belluno è reduce dalla prima sconfitta contro il Mestre, ma i ragazzi hanno il pieno sostegno della dirigenza. All’allenamento di ieri il numero uno di Piazzale della Resistenza, insieme all’amministratore delegato Paolo Polzotto, ha voluto far sentire la sua vicinanza alla rosa gialloblù. «Non abbiamo avuto un inizio brillante, ma il derby potrebbe essere la partita giusta da affrontare ora – spiega Perissinotto – in questi match di solito ci sono maggiori stimoli. Mi auguro che con questa partita il Belluno si sblocchi, sono convinto che alla squadra non manchi nulla per fare bene». Ripa Fenadora pericoloso. La squadra di Rasai arriva da una rivoluzione estiva importante tra allenatore e giocatori, ma non per questo sarà facile affrontare i neroverdi. «Mi aspetto un Ripa Fenadora aggressivo e agguerrito – continua “Pero” – sulla panchina hanno un tecnico molto preparato come Renato Lauria, che conosco bene. Ce la giocheremo alla pari, il derby è una partita aperta, assolutamente da tripla, quindi è difficile fare pronostici, Mi auguro ne esca una partita divertente per tutto il pubblico e ovviamente che il Belluno porti a casa la vittoria». Chi sarà l’uomo derby? «Mi auguro possa esserlo Antonio Acampora – spiega il presidente – è un bravo ragazzo con tante qualità e ha bisogno solo di sbloccarsi, quando ci riuscirà sono convinto farà bene Un pronostico? Vince il Belluno una rete a zero, gol appunto di Acampora». Ma cosa succede al Belluno in questa stagione? “Siamo partiti con tante, forse troppe, attese – continua Perissinotto – i ragazzi hanno sentito la pressione che arrivava dall’esterno. Nonostante tutto sono certo che ci riprenderemo, l’importante è che il gruppo sia unito e compatto. È ovvio che tutti ci aspettavamo di fare più punti, ma per ora è andata così e l’importante è guardare avanti. Sono sicuro che sabato a Rasai sapremo disputare una prestazione all’altezza». Il derby verrà giocato per la prima volta sul campo di Rasai e l’appuntamento è per sabato alle 15. Mister Vecchiato dovrebbe avere a disposizione l’intera rosa, andranno comunque valutate le condizioni di Mike Miniati, che domenica contro il Mestre è stato costretto ad entrare per l’infortunio di Masoch ma non è ancora al meglio della condizione. Fino ad ora il bilancio dei derby tra le due squadre bellunesi è di perfetto pareggio. Le due sfide di Coppa Italia sono finite sempre in pareggio, nelle quattro di campionato una vittoria a testa e due pareggi.

Ore 19.00 – (La Provincia Pavese) Dopo l’espulsione rimediata col Cittadella, Tommaso Bellazzini è stato fermato per un turno dal giudice sportivo di Lega Pro. Multa di 1500 euro al Pavia calcio perchè– si legge nel comunicato del giudice sportivo- “propri sostenitori durante la gara rivolgevano ad un assistente arbitrale reiterate frasi ingiuriose”. Ieri intanto la Lega Pro ha reso noto gli orari di gara della settima giornata d’andata. Pavia-Pro Piacenza si giocherà domenica 18 ottobre con fischio d’inizio alle ore 17,30.

Ore 18.40 – (La Provincia Pavese) A mente fredda nello spogliatoio azzurro si è rianalizzata la prova negativa con il Cittadella. «Ci siamo parlati e tutti sappiamo che abbiamo fatto una partita non bella partendo male – dichiara Marco Cristini – contro una rivale che ha dimostrato tutta la sua forza agevolata dal fatto che noi abbiamo concesso un po’ troppo. Sotto di un gol eravamo riusciti a riprendere questa partita difficile, ma purtroppo ci siamo lasciati prendere, dopo il pareggio, un po’ dall’entusiasmo come la settimana precedente a Cuneo. Questo se da una parte è un nostro punto di forza perché la squadra non ci sta a fare male, a lasciare punti e vuole sempre vincere dall’altro avremmo dovuto essere più lucidi ed una volta recuperata la partita mantenere almeno il pareggio. Poi è arrivata anche la rete un po’ fortuita del loro 2-1 che ci ha punito». Nelle ultime due gare è stata una costante quella di un Pavia che ha concesso il primo tempo agli avversari. Era accaduto a Cuneo, si è ripetuto con il Cittadella. Qualche problema di approccio alla gara ? «Questo è probabilmente il problema più grande su cui lavorare – risponde il centrocampista azzurro – A tratti siamo una squadra forte però non possiamo concederci queste partenze come nelle ultime due gare. A Cuneo era andata bene ma non sempre può andare così nel riuscire a ribaltare le gare. E’ difficile dire il motivo perché è accaduto altrimenti sapendolo non avremmo commesso lo stesso errore due volte di fila. Probabilmente si inizia la partita in un certo modo e invece incontri delle difficoltà e devi dimostrare di essere una squadra più matura per cercare di correggere subito gli errori. Probabilmente questa maturità di squadra non la stiamo avendo. E’ una cosa che dovremo creare nel più breve tempo possibile. L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è aiutarci di più uno con l’altro e cercare di non commettere più l’errore di concedere agli avversari un tempo». Ora a Bergamo con l’Albinoleffe ci sarà da dimostrare di aver capito la lezione contro un altro avversario che proverà ad aggredire il Pavia e a non concedergli di far gioco. «Le squadre avversarie ci hanno visto nel nostro precampionato, in cui abbiamo dimostrato che con lo spazio sappiamo giocare a calcio molto bene, e possiamo essere pericolosi. Perciò la tattica della maggior parte delle squadre che affrontiamo è quella di non lasciarci giocare. Noi dobbiamo allenarci per trovare soluzioni anche sotto questo punto di vista perché andiamo incontro all’80-90% di gare di questo tipo e vogliamo vincere anche questo tipo di partite».

Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) La Lega Pro ha comunicato che la sfida Feralpi Salò-Reggiana, valevole per la 7ª giornata del girone A di Lega Pro, si disputerà domenica 18 ottobre alle ore 17.30. Per quanto riguarda la squadra, ieri doppia seduta per gli uomini di Alberto Colombo, che nel pomeriggio si sono allenati sotto una fastidiosa pioggia autunnale. Le prime indicazioni portano alla conferma del 3-5-1-1 in vista della sfida di sabato sera (ore 20.30) al Città del Tricolore contro il Renate. Ancora qualche problema in organico per il tecnico, che dovrà rinunciare a Pesenti e Nolè infortunati, mentre Siega si è prontamente ripreso dall’affaticamento e sarà del match. Qualche problema in più per Bartolomei e Mogos, che hanno svolto solo lavoro differenziato, assieme al giovane Barilli, ma che non destano preoccupazioni. Sabotic ha terminato prima dei compagni perché leggermente indisposto. Solo palestra per Andreoni. Continua lo stage con la squadra per l’attaccante di colore Gassama Cissokho, mentre anche tra i portieri c’è un volto nuovo classe 99: Nadir Pedrini di Cinisello, accompagnato a Reggio dal padre. Il sedicenne terminerà oggi questa emozionante parentesi in granata. Questo pomeriggio nuovo allenamento alle ore 15 in via Agosti. Giudice sportivo: in vista della gara di sabato sera la Reggiana sarà senza defezioni di carattere disciplinare, mentre al Renate mancheranno Sciacca e Chimenti espulsi col Lumezzane. Mille euro di multa per la Reggiana perché, come recita il comunicato della Lega Pro, «propri sostenitori in campo avverso introducevano e facevano esplodere nel proprio settore un petardo di notevole potenza, senza conseguenze». Designazioni arbitrali: Reggiana-Renate sarà diretta da Andrea Zingarelli di Siena coadiuvato da Matteo Michieli e Michele Nocenti, entrambi di Padova.

Ore 17.50 – (Gazzetta di Reggio) Andrea Parola, titolare sul centrocampo nelle prime gare, ritrova una maglia in posizione più arretrata nel nuovo 3-5-1-1 elaborato da mister Colombo. Una vittoria che ci voleva. «Importante per tutti: dal pubblico al tecnico, ai giocatori». Per zittire le polemiche? «Avendo avuto un rapporto sereno col tecnico da sempre, ero meravigliato per quello che si era creato la scorsa settimana. Forse è stato solo un messaggio di sprone al gruppo che il direttore ha voluto mandarci». Coinciso col suo ritorno in campo. «In un ruolo diverso, ma l’importante è dare una mano. Dalla panchina o dal campo è uguale». Si trova bene come centrale di difesa? «L’importante è non prendere gol, quindi non puoi mai staccare la spina perché se sbagli è fatta. Naturalmente c’è un dispendio energetico superiore, però vedi meglio la situazione della squadra. Riconosco di dover migliorare tanto». Gli ex Ruopolo ed Anastasi le hanno creato problemi? «Essendo in forma, erano fastidiosi da marcare, e durante la gara ci siamo simpaticamente punzecchiati». Ha visto maggior incisione sulle fasce? «Mogos mi è sembrato più a suo agio e Frascatore ha solo bisogno di prendere coraggio, poi vedrete che sarà apprezzato». Da centrocampista come valuta la prestazione di Maltese? «E’ un ottimo calciatore, ma la nostra vera forza è il gruppo dove tutti danno il 110%, compreso chi sta fuori. Ecco perché vedo le premesse per far bene». Pensa che verrà riproposta la Reggiana di Mantova? «L’allenatore si confronta spesso con noi, e l’altra sera ha avuto ragione lui con quella intuizione. Ci troviamo bene, qualcuno si trova addirittura meglio giocando così, ma importanti sono la mentalità e la voglia di lottare su ogni pallone. Io mi so adattare, lo scorso anno ho fatto anche la mezz’ala destra mentre ora, essendoci in tanti a centrocampo, potrebbe essere questo il mio futuro». Sabato ci sarà la prova della verità contro una piccola? «In questo girone di piccole non ne vedo, basta guardare i risultati e gli organici. E’ tutta questione di motivazione, perché possono diventare fastidiosi in dieci dietro la palla per poi ripartire. Se vinci hai fatto il tuo, altrimenti diventa una tragedia. Massima concentrazione per continuare la striscia positiva in attesa di una trasferta ostica come Salò. Pagnotta dura fino alla fine». C’è un approccio diverso quest’anno a questo tipo di gare? «Consci di aver perso tanti punti con le meno blasonate in passato, abbiamo imparato a conoscerci». Da amico di Vacca, come si spiega l’accaduto? «Scelte sue. Peccato perché oltre ad essere un ottimo giocatore avevo buoni rapporti con lui, anche fuori dallo spogliatoio». Le piacerebbe prolungare un anno? «Mi piacerebbe ma non dipende solo da me: sto bene e spero di rendermi utile. Dietro si corre un po’ meno, ma ci sono tanti aspetti da valutare. Vedremo».

Ore 17.30 – (Gazzetta di Reggio) Il dg granata Raffaele Ferrara mette la parola fine a tutte le polemiche nate da alcune sue dichiarazioni dopo il pari interno contro la Giana Erminio. «Non erano parole riferite ad una persona in particolare – spiega l’uomo di fiducia di Pietro Vavassori – ma a tutto il gruppo per cambiare marcia. Quando devo riprendere una persona sola, lo faccio a quattrocchi. Sono il direttore della Reggiana, e quello faccio. Quindi, se sento il bisogno di dire la mia per il bene della squadra, lo devo fare. Non ho fatto altro che cercare di dare la sveglia a tutti». Pensa che questa sveglia ci sia stata grazie al cambio di modulo? «Per me è solo questione di atteggiamento, perché i giocatori della Reggiana hanno la peculiarità di poter giocare in vari modi, secondo l’avversario. Ho visto altre squadre come Giana, Pro Piacenza o Alessandria che hanno cambiato gioco in corsa, in base alla partita. Non vedo perché non lo possa fare la Reggiana». Decisione che spetta comunque al tecnico? «Non mi sono mai permesso di fare la formazione. Può succedere che mi consulti con lui, poi lui ha l’ultima parola». La sua strana assenza a Mantova si prestava però ad avvalorare discordanze in seno alla squadra. «Eravamo impegnati nel Cda al pomeriggio e quando, assieme a Vavassori, stavamo per raggiungere Mantova l’hanno chiamato d’urgenza, quindi siamo tornati a Milano, dove ho guardato la partita in streaming». Sabato contro la Giana si aspetta la conferma di questo nuovo assetto? «Le scelte sono dell’allenatore ma ripeto: oggi come oggi, se vuoi stare ai vertici, devi saperti adattare alla partita, e noi abbiamo in organico giocatori che sanno scambiarsi di ruolo e vanno sfruttati». Il punto sul mercato alla luce degli infortuni di Nolè e Pesenti davanti e la scarsità di uomini indietro, per continuare con la difesa a tre? «I due davanti penso che possano tornare disponibili prima di novembre, quantomeno in gruppo, perché anche Pesenti sta già svolgendo lavoro in palestra per accelerare il recupero. Dietro già da tempo caldeggiavo la soluzione di Parola come centrale difensivo, infatti si stava allenando così nell’ultimo periodo. Per la sua intelligenza può essere schierato sia in difesa a tre che a quattro, come ad esempio l’anno scorso a Bassano dopo l’infortunio di Andreoni. Credo che sia inutile spendere soldi se abbiamo in casa quello che ci serve. Poi in lista siamo in 22, quindi se troviamo qualcosa di interessante, ad esempio vedete che stiamo provando un attaccante in questi giorni, lo prenderemo, ma così ci sentiamo abbastanza coperti». La vicenda Vacca è giunta all’epilogo? «E’ ancora della Reggiana perché aspetta lo svincolo d’autorità come fuori lista, ma se non riuscirà ad ottenerlo ci incontreremo perché comunque a Reggio non tornerà più». Pietro Vavassori le ha detto che è pronto ad entrare nella Reggiana? «Dipende da come si guarda la vicenda. Il mio arrivo e la conseguente mia permanenza a Reggio sono un chiaro segnale che il suo progetto qui viene portato avanti».

Ore 17.00 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero tiene fede alle dichiarazioni di ieri sulla Gazzetta e insieme al suo staff “scodella” due sedute particolarmente intense sul Centrale Te per i biancorossi, in vista della sfida di sabato pomeriggio contro il Cuneo. Agli allenamenti (ripetuti nella giornata odierna) partecipano tutti i biancorossi disponibili, ad eccezione di Manuel Scalise che sta proseguendo il recupero con lo staff atletico. Per oggi o al più tardi domani è prevista un’ulteriore visita di controllo che dovrebbe fare chiarezza sulla tempistica del recupero. Nel corso delle numerose partitelle effettuate di fronte al ds Pelliccioni, al direttore operativo Matteo Togni e al consigliere Piero Raccagni, Maspero ha lasciato intendere che a Cuneo ci saranno delle novità importanti; col ritorno al prediletto 3-4-1-2 il tecnico dovrebbe ripresentare Trainotti esterno basso; a metà campo Foglio (che riprende domani ad allenarsi) verrà sostituito da Sereni, con Gonzi a destra. Possibile anche l’ingresso di Puccio (foto) al posto di Dalla Bona; in attacco Momentè farà coppia con Anastasi.

Ore 16.40 – (Gazzetta di Mantova) Dalle parti di viale Te non è noto il significato della parola”divergenza”, mai come in questo periodo la parola d’ordine è “compattezza”. Dopo le parole del presidente Sandro Musso e il diktat del tecnico Riccardo Maspero, ieri ben tre giocatori hanno voluto esternare il loro parere sulla situazione, e lo hanno fatto a ragion veduta visto che Gaetano Caridi, Andrea Trainotti e Silvano Raggio Garibaldi erano in biancorosso anche lo scorso campionato, quando le cose dopo cinque giornate andavano anche peggio (2 punti, a cui sottrarre i 3 di penalizzazione). Il significato dell’intervento ad una voce sola dei giocatori è di non poco conto, soprattutto per gli sportivi che non hanno nascosto in questi giorni il loro timore per una classifica più negativa del temuto: «Ci rendiamo conto che non è un gran momento – sottolinea Caridi – ma in ogni campionato una fase delicata arriva sempre, lo posso certificare senza dubbio. Ho parecchie stagioni alle spalle e so per certo che quel che serve è mantenere la consapevolezza della nostra forza e la convinzione della bontà del nostro lavoro: due fattori sui quali nessuno di noi ha mai posto una perplessità. Quando si lavora in questo modo durante la settimana le cose sono destinate ad andare bene; chiediamo a tutti di rimanere tranquilli perchè la squadra è competitiva, il tecnico è preparato e la società è salda». Raggio Garibaldi vuole ribadire che in tutti i biancorossi c’è la convinzione che la compattezza del gruppo è assoluta: «Sono sicuro, da questa situazione delicata ne verremo fuori. Non siamo ragazzini da impaurirci per un attimo di appannamento, sappiamo tutti molto bene che è solamente con l’impegno e il lavoro che le cose ritornano a posto. Il nostro impegno non è mai venuto meno nè mancherà, già a Cuneo dimostreremo che non siamo in confusione e che questo Mantova ha grandi margini di miglioramento. Ai tifosi chiediamo di rimanerci vicini, loro ci conoscono bene». Andrea Trainotti conferma che la coesione degli intenti si rivelerà determinante nella soluzione del momento-no: «Io non ho tanti anni alle spalle di carriera però ho sempre visto che quando le cose non vanno al meglio si riesce a risolvere i problemi mantenendo la massima unità. È normale che ci sia qualche malumore, così come è normale che lavorando sodo come abbiamo sempre fatto le difficoltà vengano superate. Noi badiamo esclusivamente a continuare il nostro lavoro, con umiltà e voglia di far bene». Come elemento più esperto don Tano testimonia a nome di tutti la qualità della preparazione che viene svolta: «Qui si lavora sodo, come ci ha chiesto il mister. Parlare di problema di testa può essere utile per capire le ragioni dell’incapacità in campionato a fare le cose che ci riescono bene nel corso della settimana. Avessimo la sicurezza che esistono altre ragioni per questo momento le avremmo già eliminate. Il metodo per venire fuori dai problemi lo sappiamo e lo metteremo in pratica, senza riguardi per la crisi del Cuneo. Sabato si va per fare punti».

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La presenza di Luca “Veleno” Cattaneo nella top 11 di www.tuttolegapro.com, sito di riferimento delle società di Terza serie, era scontata vista la super prestazione di Busto Arsizio. La sorpresa è stata la segnalazione di Bruno Tedino in panca. Un premio per altro giusto e meritato, visto l’ottimo inizio dei ramarri, che dopo 5 giornate si trovano al terzo posto imbattuti: 9 punti, 7 gol fatti (quarto attacco del girone) e solo 3 subiti (terza miglior difesa). Un percorso, visto anche l’inizio di preparazione in ritardo rispetto alle altre, nemmeno ipotizzabile in avvio. Però è vero che le squadre sin qui affrontate stanno tutte nella parte bassa della graduatoria: Pro Patria in coda a quota zero, Renate e Albinoleffe terzultime con 3, Mantova stranamente quattordicesimo con 5 e Pro Piacenza tredicesimo con 6. Bruno avrà ora 5 occasioni per confermarsi al top: sabato al Bottecchia arriverà la Cremonese (6 punti), poi ancora una gara interna con il Sudtirol (9, domenica 18 alle 14), trasferta a Lumezzane (6), Bassano (attualmente primo con 13) ancora al Bottecchia e il viaggio a Padova (8). Con Tedino in panca e Cattaneo, inserito come esterno di centrocampo, sono stati segnalati il portiere Paleari (Giana); i difensori Sosa (Alessandria), Barison (Bassano, un ex), Parola (Reggiana) e Taino (Pro, autore dell’unico gol bustocco nell’1-4 con il Pordenone); i centrocampisti Jallow (Cittadella) e Pinardi (Feralpisalò); gli attaccanti Rantier (Pro Piacenza), Maritato (Sudtirol) e Barbuti (Lumezzane). Sabato contro la Cremonese arbitrerà Daniele Viotti di Tivoli, quello dell’incredibile sfida persa 5-4 un anno fa con la Feralpi.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) La grande forza del Pordenone è di avere un’identità, oltre che il carattere. Qualità che si riassumono in un dato: in campionato sinora i ramarri sono sempre andati in vantaggio per primi. Con la Pro Piacenza la gara è stata sbloccata da Pederzoli (poi il pari subìto su rigore di Alessandro); con l’Albinoleffe è finita 1-0 (gol di De Cenco), col Mantova Strizzolo ha trovato la rete del momentaneo 0-1 e la squadra poi è stata raggiunta dopo una prodezza di Carini. Col Renate il match si è chiuso 0-0 e, sabato scorso, Cattaneo ha timbrato il gol del vantaggio con la Pro Patria. Grandi segnali, questi, dati che fanno capire come il lavoro svolto abbia portato il team ad avere un suo credo e una sua fisionomia: è portato a “fare” il match. Ieri, intanto, il Pordenone ha sostenuto una doppia seduta di allenamento: quella pomeridiana è stata fatta sul sintetico del Don Bosco. Praticamente tutti a disposizione per Tedino, che ha cominciato a preparare anche tatticamente la sfida con la Cremonese. I grigiorossi arrivano al Bottecchia dopo aver subìto il primo ko in campionato (1-0 al 90’ con la Feralpi) e privi di Gambaretti (infortunato) e Djiby (squalificato).

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Lo scorso giugno, dopo i play-out, rimanere in Lega Pro era solo una grande speranza: la squadra era appena retrocessa. Ora, a distanza di qualche mese, non solo la squadra è in serie C. E’ pure la sorpresa del campionato. Da ripescata a rivelazione: il Pordenone ha compiuto la metamorfosi tanto sognata da parte di tutti, proprietà, dirigenza, città e tifosi. In pochi ci credevano, nessuno era certo di trovarsi qui, in zona play-off, dopo sole 5 giornate di Lega Pro. Viaggio all’interno di questo periodo di trasformazione, in cui è praticamente cambiato tutto rispetto allo scorso campionato. Rivoluzione. C’era qualcosa da salvare, dopo il ko col Monza ai play-out. La squadra del girone di ritorno aveva totalizzato 25 punti, dando grandi segnali di vita. Eppure il presidente Mauro Lovisa ha deciso di cambiare tutto: rimasti solo due giocatori. Qualsiasi fosse stata la categoria, voleva dare un taglio netto col passato. Poi, assieme ai suoi soci, ha deciso di presentare la domanda di ripescaggio: versati 500 mila euro a fondo perduto, più la parte relativa alla fideiussione (400 mila). Si voleva fare il sacrifico. E così, dopo aver scelto il nuovo allenatore (Tedino) e una parte della squadra, è arrivata l’ufficialità: permanenza in Lega Pro. Si è al 4 agosto. Innesti. La squadra si era radunata dieci giorni prima. Ed era appena scesa dal ritiro. Tanti “pezzi” erano stati già scelti, però: per i giocatori, per i quali si è puntato a una miscela tra voglia di riscatto, scommesse, giovani e qualche giocatore di grandi qualità. Sono arrivati così dalla D Cosner, Talin, Valente, baby come Berardi, Boniotti, garanzie come Stefani, Tomei, Cattaneo, Mandorlini, l’asso Pederzoli e due centravanti in cerca di rilancio come Strizzolo e De Cenco. Le prime amichevoli, tutte largamente vittoriose, avevano fatto capire che il vento era cambiato: la squadra aveva una sua identità, cercava sempre la giocata, arrivavano successi in serie. Poi, dopo la prima uscita ufficiale, coincisa col ko in coppa Italia col Mantova, ecco i primi risultati “veri”. I neroverdi hanno vinto a Padova, quindi sono partiti con 9 punti in 5 gare in campionato, segnando 7 reti e subendone 3. Ma, oltre alle cifre, sono piaciute le prestazioni, con la personalità e la capacità di cambiare ben 4 moduli. Futuro. La vera metamorfosi si è anche vista in trasferta: dall’unica vittoria dello scorso girone di ritorno si è passati a zero rovesci in tre gare. E’ sconosciuta la prospettiva di questo Pordenone, considerato che è un gruppo totalmente nuovo e con ampi margini di miglioramento: si vedrà. Ora arriva il difficile, serve confermarsi contro rivali all’altezza. Ma quest’avvio fa ben sperare.

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Numeri da record e Favaretto insegue Favaretto. I 18 punti sui 18 disponibili conquistati finora rappresentano la miglior partenza di sempre del Venezia arancioneroverde. Soffermandosi ai campionati conclusi con il salto di categoria, e contando sempre le prime sei giornate, il neonato VeneziaMestre di Mazzola nell’87/88 in serie C2 si fermò a 4 successi e due pareggi, come il Venezia di Zaccheroni in C1 nel 90/91; in serie B quello di Novellino nel 97/98 sommò 5 vittorie e un ko, con Prandelli invece nel 2000/01 due sole vittorie e 4 pareggi. Proprio a Paolo Favaretto in serie D (2009/10) appartiene il filotto di 7 affermazioni di fila, iniziato alla 3. giornata di ritorno e che il tecnico mestrino proverà ad eguagliare domenica prossima al Penzo (ore 15) con la Liventina. Vincendo a Montebelluna il «rosso» ha già eguagliato Di Costanzo nella C2 2005/06 (6 vittorie tra la 7. e la 12.) e fatto meglio dei suoi successori a livello di serie D che capaci di ottenere 6 vittorie non consecutive nelle prime 7 uscite: ciò è accaduto sia nel 2010/11 con Cunico (unico neo il ko alla quarta giornata nel derby di Jesolo) sia nel 2011/12 con Sassarini (ma con l’aiuto di un 3-0 a tavolino sul Montebelluna e un 1-1 a Montecchio). Intanto attorno al club arancioneroverde cresce l’attesa aspettando venerdì (ore 11.30 al Cà Sagredo Hotel in Campo Santa Sofia) quando il nuovo presidente Joe Tacopina spiegherà di persona origine, presente e futuro del «Venezia degli americani» nonché l’eventuale ruolo di James Daniels. Oggi e domani «Taco» sarà a Londra tra le decine di relatori del convegno «The sport business summit» allo stadio Stamford Bridge del Chelsea. Nella presentazione dell’evento il neo numero uno lagunare Joe Tacopina viene indicato «come uno dei dirigenti più importanti del calcio italiano nelle ultime stagioni».

Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il conto alla rovescia, per vedere sugli spalti la proprietà del Venezia, è cominciato. E la squadra ieri ha ripreso gli allenamenti in vista del match del Penzo con la Liventina, che domenica segnerà la presentazione del presidente Joe Tacopina e dei soci americani alla tifoseria, con prologo a Ca’ Sagredo venerdì. Il gruppo di mister Paolo Favaretto fa i conti con alcuni acciacchi: ieri si sono allenati a parte Carbonaro, Calzi e Fabiano per affaticamento, mentre sono sempre out Cangemi e Barreto. Intanto si attende la squalifica di Fabiano, per il doppio cartellino giallo di Montebelluna: sarà lui il primo squalificato stagionale e la sua assenza comporterà alcuni aggiustamenti tattici. La regia potrebbe essere affidata a Gualdi, lasciando spazio a Malagò accanto a Calzi e Acquadro. Sempre che le problematiche fisiche di inizio settimana si risolvano positivamente, altrimenti si renderanno necessari ulteriori accorgimenti.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Dopodomani inizia l’era Tacopina alla guida del Venezia FC mentre tutto lo staff sarà in tribuna domenica al Penzo per la partita contro la Liventina. Intanto al Taliercio, Favaretto sta già pensando a chi affidare la maglia lasciata vacante per squalifica da Gianni Fabiano che oggi sarà fermato dal giudice sportivo. Venezia attacco-atomico (18 reti realizzati in 6 partite), ma anche la miglior difesa con Guglielmo Vicario che ha dovuto inchinarsi solo in tre occasioni. «Tre tiri, tre gol, troppi. In sei partite non è che mi siano arrivati troppi tiri, al massimo sei-sette, merito dei miei compagni, quindi devo fare meglio». Meticoloso, scrupoloso, nonostante abbia solo 19 anni, friulano di Udine, ha già alle spalle un anno di serie D con il Fontanafredda e nelle amichevoli precampionato ha vinto il ballottaggio con D’Alessandro. «Sono cresciuto nell’Ancona, una società satellite dell’Udinese, che ha avuto anche Di Natale come presidente, poi sono arrivato alla Primavera bianconera, giocando però solo cinque partite». Un anno fa la scelta di andare a Fontanafredda. «Una decisione che ho preso io, volevo giocare, avevo altre proposte come Kras Repen e Legnago, ma ho optato per il Fontanafredda disputando una buona stagione». E trovandosi di fronte squadroni come Padova e Altovicentino. «Questo Venezia è più forte, noi giochiamo su ritmi molto più elevati». Idee chiare anche sul futuro. «Mi sono diplomato al liceo scientifico, il prossimo anno tenterò il test d’ingresso alla facoltà di Farmacia, a Padova o a Trieste. Avrei voluto intanto iscrivermi quest’anno a Lingue, a Ca’ Foscari, ho visto i programmi e gli orari delle lezioni, ma avrei potuto frequentare solo al venerdì mattina. Troppo poco». Spigliato, loquace, un ciuffo che non passa indifferente, Vicario a ogni gol dei suoi compagni corre dalla parte opposta del campo per abbracciare il marcatore. «Mi è venuto spontaneo, e visto che porta bene. Mi piace partecipare alla felicità della squadra, far parte del gruppo, è un momento di gioia e io voglio condividerlo, anche se gioco in porta».

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il suo esordio ufficiale con la maglia del Vicenza è datato 10 agosto ma la storia di Gabriel Richard Marcone in biancorosso inizia nell’estate del 2012, quando Vicenza e Siena si sono «scambiate» la compartecipazione degli estremi difensori Giulio Cavallari e, appunto, di Marcone. Il portiere, nato a Bucarest ma con passaporto italo-rumeno non si fermò a Vicenza, ma fu subito girato in prestito al Sudtirol; con gli altoatesini disputò un ottimo campionato condito da 30 presenze in Prima divisione (di cui 29 da titolare), dieci delle quali senza subire reti. A fine stagione rientro alla base biancorossa solo temporaneo, visto che Marcone passa ancora in prestito, stavolta in serie B, al neopromosso Trapani. Nonostante giochi poco il Trapani lo conferma e nella stagione successiva la società siciliana esercita il diritto di riscatto acquistando il portiere a titolo definitivo. Nella stagione seguente Marcone colleziona quindici presenze in campionato e una in Tim Cup, ma nello scorso agosto il Trapani lo cede in prestito al Vicenza dove Marcone torna stavolta per restare. «Finalmente ce l’ho fatta a rimanere – sorride il portiere biancorosso – quella con il Vicenza è stata una vicenda un po’ strana, il mio cartellino era della società ma ad ogni mercato andavo a giocare da un’altra parte. Poi, questa estate, quando ero un giocatore del Trapani, il Vicenza mi ha preso in prestito con diritto di riscatto, e sono proprio contento di essere rimasto». L’esordio in Coppa Italia contro il Cosenza lo ha visto subito protagonista, considerato che è stato decisivo nel superamento del turno parando due penalty nei rigori finali. «Mi è andata bene – spiega Marcone – quando un portiere para un rigore un po’ di fortuna c’è sempre, ma è normale che sia stato soddisfatto di aver contribuito al passaggio del turno». Dopo l’esordio in coppa, sabato ad Avellino Marcone ha giocato anche in campionato e la sua prestazione è stata molto positiva. «Nel riscaldamento Vigorito ha avvertito un dolore alla spalla e il mister mi ha detto che toccava a me – precisa Marcone – una situazione che avevo vissuto anche nel campionato scorso sempre ad Avellino quando fu Gomis a fermarsi nel riscaldamento e mister Cosmi mi mandò in campo dal primo minuto. La prestazione è stata buona, vero, ma tutta la squadra ha giocato un’ottima partita e il 4-1 finale lo testimonia senza dubbi». In questo avvio di stagione il Vicenza è imbattuto in gare ufficiali. «Ogni volta che ci ricordano questa cosa tutti noi tocchiamo ferro — dice Marcone — ma poi finisce lì perché la nostra concentrazione va all’avversario di turno; stavolta ci tocca il Crotone che è in testa alla classifica e verrà a Vicenza carico e determinato. Noi non abbiamo ancora vinto in casa e con un pubblico come quello di Vicenza è un vero peccato, daremo tutto per centrare i primi tre punti al Menti». Contro il Crotone Marcone potrebbe tornare in panchina ma non sembra davvero un problema. «Sono arrivato sapendo bene che Vigorito sarebbe partito titolare – spiega Marcone – e il mio compito è quello di farmi trovare pronto se dovessero capitare altre occasioni come quella di Avellino».

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Tre anticipi (con un match clou) in vista del turno infrasettimanale della prossima settimana. Le quattro padovane di Serie D, Abano, Campodarsego, Este e Luparense, anticiperanno i rispettivi impegni di campionato a sabato 10. Mercoledì 14, infatti, si giocherà l’8ª giornata e la domenica in più di riposo non può che fare comodo. Sabato, tra l’altro, ci sarà lo scontro diretto tra Luparense e Abano allo stadio “Gianni Casée” (ore 15) di San Martino di Lupari. Un derby tutto da seguire, visto che le formazioni di Cunico e De Mozzi devono risalire la classifica (entrambe sono a quota 7), anche se con l’umore agli antipodi: i Lupi sono in netta ripresa dopo l’avvicendamento in panchina, mentre i neroverdi sono reduci da tre ko consecutivi. Non ha di questi problemi il Campodarsego, secondo a – 4 dal Venezia, che alle 16 scenderà in campo a Monfalcone contro il Fincantieri. Al Nuovo Stadio (sempre alle 15), invece, l’Este ospiterà il Montebelluna con l’obbligo di dare una svolta ad un inizio di stagione costellato di pareggi, ben 5 in 6 partite.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Nella sua precedente esperienza con il Cittadella ha conquistato la promozione in serie B. Adesso che è di nuovo granata, spera che la storia si ripeta? «Abbiamo una squadra che può fare bene e se restiamo nelle posizioni di vertice possiamo giocarcela con tutte le altre squadre per arrivare fino in fondo. L’ambiente è rimasto uguale a quando l’avevo lasciato, si lavora con la stessa passione di sempre e ti fanno sentire a casa. Non c’è più Foscarini, ma c’è Venturato che è un allenatore molto preparato e ci fa lavorare al meglio. Abbiamo tutto per fare bene». Che derby si attende? «I biancoscudati arrivano da una partita nella quale non hanno fatto bene e avranno voglia di rifarsi, quanto a noi dobbiamo essere bravi a ripetere la prestazione con il Pavia nella quale abbiamo disputato un’ottima gara per intensità e gioco espresso. Poi, appunto, è un derby e quindi si mette in campo sempre qualcosa di più». Sugli spalti è atteso il pubblico delle grandi occasioni. «Di sicuro ci saranno molte persone. Cosa mi aspetto dai tifosi del Padova? Niente, quello che verrà andrà bene. Spero solo che ci sia una cornice di pubblico importante e che sia un bel derby anche fuori dal campo».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Ora, come noto, il Padova è un’altra realtà e dopo una sola stagione in serie D ha fatto ritorno nel calcio che conta. «Sono stato un giocatore biancoscudato e mi ha fatto piacere che sia tornato subito in Lega Pro, anche perché è una città che merita categorie superiori. Sabato però lo affronterò da avversario e darò tutto in campo per batterlo con il Cittadella. Magari non è stato molto sponsorizzato, ma il Padova è stato costruito per vincere: d’altra parte se compri giocatori del calibro di Neto Pereira, Corti, Fabiano e Diniz è per puntare a fare un campionato di vertice». Iori, tra l’altro, conosce bene un paio di calciatori biancoscudati. «Ho giocato insieme a Corti e sono diventato amico di Matteo Dionisi dato che sono legato da profonda amicizia a suo fratello Federico (sono stati compagni di squadra al Livorno, ndr), tanto che negli ultimi anni siamo andati sempre tutti insieme in vacanza». C’è un giocatore del Padova che preferirebbe non incontrare sul campo sabato? «È sempre bello misurarsi con i giocatori forti, ma non mi dispiacerebbe se Neto Pereira non recuperasse dato che ha grande qualità ed è molto importante per il Padova».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Un anno e mezzo alla corte dei biancoscudati nel momento più drammatico del vecchio Padova, culminato con la retrocessione in Lega Pro e la successiva mancata iscrizione al campionato, con conseguente sparizione dal calcio. Manuel Iori, tornato leader del Cittadella a sei anni di distanza dalla sua precedente esperienza granata, si appresta a vivere nei panni di ex il derby in programma sabato sera al Tombolato. «Proverò una sensazione un po’ particolare. A Padova sono stato bene, anche se non è andata per il verso giusto a livello calcistico. A parte i miei primi sei mesi, l’esperienza sul campo è stata pessima dato che è arrivata la retrocessione dopo una stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista. Purtroppo quell’anno lì c’era poco da fare essendoci stati tanti problemi che è inutile rinvangare. Ai biancoscudati sarei potuto arrivare anche qualche stagione prima, ma non se ne era fatto niente. Forse sono arrivato nel momento peggiore».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Alla fine è prevalso il buon senso: Lamin Jallow, espulso sul finire della partita di sabato a Pavia per reciproche scorrettezze con l’ex Bellazzini, è stato squalificato dal giudice sportivo per un turno. «Condotta gravemente scorretta verso un avversario», si legge nel deliberato del giudice sportivo, evidentemente l’arbitro della partita non ha calcato la mano sulle reazioni dei due giocatori (anche Bellazzini è stato fermato una giornata), valutandole leggere. Meglio così: Jallow dovrà vedere il derby di sabato prossimo dalla tribuna, ma il giovane attaccante sarà nuovamente disponibile per la gara di mercoledì 14 ottobre a Busto Arsizio con la Pro Patria, recupero del secondo turno di campionato. Buone notizie arrivano anche dal campo: ieri alla ripresa degli allenamenti anche De Leidi è rientrato in gruppo ed è quindi convocabile per il derby, che sarà diretto da Di Martino di Teramo. Il programma della settimana prevede tutte sedute pomeridiane, niente allenamento sotto i riflettori per «ambientarsi» alla partita in notturna con il Padova. La Lega ha infine reso noto che la partita con la Giana Erminio si disputerà al Tombolato domenica 18 ottobre alle 17.30.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) La gara di Pavia ha mostrato che con l’inserimento di Bobb il Citta guadagna in solidità. Rivedremo quel 4-3-1-2? «A Pavia ci siamo trovati bene, ma se togliamo la partita con la Pro Piacenza, abbiamo sempre offerto ottime prove anche con il classico 4-4-2. Non è il modulo a fare la differenza. L’importante, per noi, sarà ripetere la prova dello stadio Fortunati sotto l’aspetto del palleggio e dell’intensità». Il 19enne gambiano sembra avere le qualità per seguire le sue orme: gli ha dato qualche consiglio? «Sì, gli ho insegnato un po’ di parolacce (ride, ndr). Yusupha ha qualità e si è inserito con lo spirito giusto: gli parlo un po’ in inglese e un po’ in italiano, ma non c’è mai bisogno di alzare la voce con lui». Diverso l’approccio alla partita di Daniel Cappelletti. «Per la verità non mi sento un vero ex», confessa il difensore. «Ho giocato nel Padova nella stagione 2010/11, e da allora non è rimasto nessun compagno. Ma è una partita che regala stimoli a prescindere: ci permetterà di capire di che pasta siamo fatti».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Restiamo sui biancoscudati, che si presenteranno sotto le mura per riscattare la sconfitta con il Sudtirol. Come se li aspetta? «Inutile dire che il ko di sabato scorso regalerà loro ancora più motivazioni. Ho visto i 45’ iniziali di quella partita, che si giocava prima della nostra: sono stati bravi gli uomini di Stroppa a metterli in difficoltà, ma credo che sabato vedremo un Padova diverso». Quale uomo toglierebbe a Parlato? «Non so se giocherà, ma Neto Pereira ha mostrato di saper fare la differenza». La sua avventura al Padova si è chiusa in malo modo. Ha più avuto contatti con Penocchio e Valentini? «No. A suo tempo ho firmato il concordato, ma in un anno e mezzo non ho visto un soldo di quelli che mi spettavano e temo che mai li vedrò. A livello sportivo quel campionato si chiuse con una retrocessione che rimane come una macchia per me, perché è l’unica in cui sono incappato in tanti anni di carriera. Tengo, però, a separare il rapporto con la società, che mi ha deluso, da quello, ben diverso, con la città e i tifosi. Non mi aspetto cori da loro, mi auguro solo che siano numerosi e che siano tanti anche i nostri».

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) La febbre da derby si fa già sentire. E i cassieri del Cittadella gongolano: il primo dato fornito dalla società granata sulle prevendite in vista della gara con il Padova di sabato sera fa pensare che si dovrebbe arrivare almeno a 4.000 spettatori sugli spalti. In due giorni sono infatti già stati venduti 600 biglietti, equamente spartiti fra le due tifoserie. «Ed è un segnale positivo», commenta Manuel Iori, con Cappelletti ed Altinier uno dei tre “ex” chiamati a confrontarsi al Tombolato, «perché partite come questa meritano una bella cornice di pubblico». Lei ne ha giocati tanti, di derby, e con entrambe le maglie. Ce n’è uno che ricorda più degli altri? «Direi il primo. Ero da poco approdato al Cittadella e andammo a vincere per 1-0 all’Euganeo con un gol di Campo. Ce n’è pure un altro che non posso dimenticare, anche se al Tombolato fummo sconfitti dai biancoscudati per 1-2, il 17 settembre 2007. Ci condannarono i gol di Bovo e Baù, ma era appena nato mio figlio Gabriele: è impossibile per me scordare le emozioni di quei giorni. La partita più divertente, invece, è stata quella dell’aprile 2013: giocavo nel Padova e pareggiammo 3-3 al Tombolato».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Alla fine non è andata poi male: Lamin Jallow, espulso per essersi reciprocamente spintonato con Bellazzini nel match di Pavia, è stato squalificato per un solo turno dal giudice sportivo della Lega Pro. La motivazione: “condotta gravemente scorretta verso un avversario”. Dunque, come si temeva, non potrà giocare il derby, ma sarà disponibile per il recupero di mercoledì 14 (ore 15) in casa della Pro Patria. L’arbitro non ha infatti ravvisato violenza nel gesto e la punizione è stata mite, anche se il danno in casa Citta resta, considerando quale peso abbia l’esterno gambiano nell’economia del gioco granata. Ieri, alla ripresa degli allenamenti, al Tombolato, solo Sgrigna ha continuato a lavorare a parte, mentre De Leidi è rientrato in gruppo. Intanto, è stato designato l’arbitro per la gara di sabato: sarà Antonio Di Martino di Teramo. Una sorta di promessa del settore: ha 28 anni ed è entrato in Can Pro molto giovane, a 25. A coadiuvarlo gli assistenti Bresmes e Semperboni di Bergamo.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Il ricordo più amaro e quello più dolce dei derby che ha vissuto? «Il più amaro credo sia la sconfitta per 3-1 nel 2012 contro il Padova di Pea. Fummo battuti da due prodezze di Raimondi, che non diedero giustizia a quanto visto in campo e indirizzarono anche i giudizi successivi. Tra i più dolci, il primo derby vinto all’Euganeo nel 2006 con gol di Campo, e sicuramente l’ultimo successo per 4-0 in B. Era un periodo molto delicato, venivamo da una settimana difficile, ma sul campo la risposta fu grandiosa. Quella partita, però, più che il sabato venne vinta nei giorni precedenti, dato che ci preparammo alla grande». È vero che sotto le Mura il derby viene preparato come fosse una finale? «È una sfida molto sentita, noi siamo la squadra meno blasonata, per questo c’è sempre stata voglia di vincere sul campo. In più il Padova ha sempre avuto formazioni tecnicamente fortissime, tutto l’ambiente sentiva molto la partita, con i tifosi che durante la settimana ti spingevano a dare qualcosa in più». E adesso come sono le gerarchie? «Ho visto entrambe le squadre, anche se solo il Citta dal vivo, e credo che i granata abbiano qualcosa in più. A Pavia mi hanno impressionato per personalità e carattere. Squadra molto solida e di qualità. Il Padova è una buona compagine, ma è un gradino sotto». Quando la rivedremo in panchina? «Spero presto, aspetto l’occasione giusta».

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) L’uomo del derby non può che essere lui e il suo record difficilmente verrà battuto. Claudio Foscarini è l’allenatore più presente nella storia di Cittadella-Padova. Sono 17 i derby vissuti da protagonista dal tecnico trevigiano, che può vantare un bilancio praticamente in parità: 5 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte. Sabato, per la prima volta dopo 10 anni, non siederà più su quella panchina e la sensazione sarà strana un po’ per tutti. «Sicuramente è ancora strana anche per me», confida. «Dieci anni sono tantissimi e guardando da fuori le vicissitudini granata, confesso che fa un effetto particolare non poterle vivere da protagonista. Ma dopo un decennio era giusto chiudere un ciclo». Sarà al Tombolato? «Se riesco a far coincidere gli impegni che ho, conto di esserci. D’altronde, il Cittadella non può che stare ancora nel mio cuore. La settimana scorsa i tifosi granata di Riese Pio X mi hanno dedicato una serata e la cosa mi ha fatto un piacere enorme. Il ciclo si è chiuso, ma l’affetto resta immutato. In questo momento sto girando molto per i campi di Serie B, ma se riesco non mi perdo una partita del Citta su internet».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Le due squadre hanno una solida tradizione. Qual è il segreto di questa continuità? «A Cittadela fu un mix di accorta conduzione familiare dei Gabrielli, con un attento controllo di costi e uscite che vuol dire organizzazione imprenditoriale scrupolosa, come a Padova oggi». Lei dove va aggiusta stadi vero? «Nel 2007 per mettere a norma lo stadio Tombolato spesi davvero una fortuna, circa 1 milione e 800 mila euro, tutto l’avanzo di cassa e qualcosa di più, poi integrati da Regione e società. Ora tocca a Padova. Metteremo i seggiolini negli 8mila posti del Plebiscito e poi i tornelli con 2,5 milioni. E credo che l’anno prossimo il campionato il Padova potrà giocarlo lì. Nel 2017 creeremo le curve sud e nord e lo porteremo a 15mila posti. Senza la pista di atletica le partite si potranno vedere proprio da vicino». Quindi lei chi applaudirà al gol? Pausa… «Forse non applaudirò nessuna squadra». Ma in cuor suo che risultato si aspetta? Sorrisetto… «Beh, anche zero a zero andrebbe bene».

Ore 10.40 – (Gazzettino) E poi? «Ci siamo trasferiti a Cittadella dove lavorava alla Pasquale liquori, poi divenuta Acqua Vera. E infine è stato dirigente del gruppo Gabrielli. Lui era un grande appassionato, poi giocava a basket con la ProPace e faceva pure tennis». Dunque lei viene da una grande famiglia sportiva. «E anch’io ho fatto molti sport, ho giocato a calcio con gli amici, poi a tennis per molti anni, anche in Coppa Italia. E ancora a basket e a rugby con la squadra dei Monsters di Cittadella. E ho fatto dodici maratone». Ma a Cittadella quando è arrivato quanti anni aveva? «Avrò avuto 5 anni. Ho fatto tutte le scuole lì poi ho vissuto per un periodo a Padova dai nonni quando andavo a Venezia all’Università. Poi ho lavorato a Padova in una società di certificazione di bilancio. Ho tutti i parenti a Padova». Allora sabato? «Il mio appello è che le squadre si incontrino secondo i valori fondamentali, tifare senza contrapposizione oltre lo sport. L’agonismo va benissimo, ogni squadra punterà a vincere. Ma una partita di cartello come questa è così importante per la provincia che bisogna stare molto attenti a non rovinarla».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Massimo Bitonci, 50 anni, da giugno dell’anno scorso primo cittadino è stato anche l’uomo che ha comandato l’amministrazione del capoluogo dell’Alta. Vicesindaco dal ’94 al 2002, poi sindaco nel 2002 e ancora nel 2007. Ieri su Facebook parlando del derby al Tombolato ha scritto un eloquente: “Io ci sarò”. E il cuore da che parte batterà? «Da quello della festa dello sport. Al di là del risultato è importante è che sia una festa, non dobbiamo dimenticarne i valori. Spero, come è succeso in passato, che le due tifoserie vedano il derby come un momento d’incontro fra due squadre che puntano allo stesso risultato. Io? Nel cuore le ho tutte e due». Ma lei si sente più padovano o cittadellese? «Le faccio un po’ di storia. Mio padre è padovano, abitavamo in via Facciolati, avevamo casa lì fino al ’91».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Nel 2006 il Cittadella arrivò davanti al Padova di 3 punti. E quest’anno? «Speriamo accada il contrario. Le potenzialità per stare davanti a loro ci sono tutte, ma è sul campo che dobbiamo dimostrarle. E anche se sabato scorso la prova è stata negativa, le prime quattro partite erano state davvero buone». Cosa non ha funzionato contro il Sudtirol? «Ci sono tante motivazioni: tecniche, tattiche e fisiche. Preferiamo prenderla come la classica “giornata- no”, non ci è venuto niente di quanto avevamo preparato e fatto nelle prime 4 gare». Dica la verità, quanto sta sentendo la mancanza di una spalla come Neto Pereira? «Tutta la squadra risente dell’assenza di giocatori importanti come lui. È normale che a livello di personalità e di carisma sia uno di quelli la cui assenza si fa sentire. Ma durante un campionato può capitare, sta a noi trovare la forza per sopperire al suo forfait». Negli ultimi 180’ lei ha avuto una sola palla giocabile, a Salò, poi il nulla. «Ho corso tanto ma raccolto poco. A Salò è venuta fuori una bella partita e, dunque, un ottimo risultato, meritavamo di più, anche se personalmente ho visto solo quella palla che ho cercato di girare di tacco in porta. Al di là della mia prestazione, l’importante è che già da sabato il Padova torni a creare gioco e palle-gol».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Altinier, sono passati tanti anni da quel derby. Oggi lo sente come allora? «Era ed è una partita particolare: io ora sono dalla parte opposta, tengo dentro di me il ricordo di quella doppietta, ma ho dieci anni di più sulle spalle, una coscienza e un’esperienza diverse. Sento molto questa gara, so ciò che può rappresentare». Che ricordi ha del suo periodo granata? «Sono stato bene, ero giovanissimo e a Cittadella trovai un ambiente sano. Penso sia proprio ideale per fare calcio, la società ha sempre lavorato bene, soprattutto con i giovani, e lo sta facendo anche quest’anno. Quell’anno ero a Mantova in Serie B, non giocavo praticamente mai, quindi decisi di accettare la proposta del direttore Marchetti: arrivai al posto di Sestu, che fece il percorso inverso, e rimasi lì cinque mesi sino a fine campionato». Perché non più a lungo? «Marchetti era intenzionato a tenermi, forse sbagliai, ma decisi di tornare a Mantova. Con il senno di poi non avrei dovuto: in B feci ancora fatica, giocando poco; probabilmente a Cittadella avrei avuto più chance. Alla fine il Mantova in quegli anni aveva in rosa grandissimi giocatori, e mi fece comunque bene allenarmi con loro».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) C’è un solo “ex” tra i biancoscudati, un solo giocatore che, prima di vestire la maglia del Padova, era transitato a Cittadella negli anni che furono. E non è affatto un “ex” da poco: Cristian Altinier, l’unico della rosa di Parlato che i granata li conosce per esperienza diretta, è stato infatti uno dei protagonisti dei derby del passato. Era la stagione 2005/06, Serie C/1, quasi l’alba dei tempi se si pensa che era la prima stagione della gestione decennale di Claudio Foscarini: arrivato sotto le Mura a gennaio dal Mantova, l’attaccante ci mise appena un mese ad ambientarsi, e all’Euganeo, il 5 febbraio, non fece certo sorridere i tifosi del Padova. «Non posso dimenticarmi di quel giorno», ammette. «Era la mia seconda partita con il Cittadella, segnai una doppietta nel 2-2 finale (da parte biancoscudata reti di Quadrini e Zecchin su rigore, ndr): il primo dopo pochi minuti, il secondo con un tap-in dopo il palo colpito in rovesciata da De Gasperi. Diciamo che sabato proverò a sdebitarmi con i miei nuovi tifosi, ce la metterò tutta. Allo stadio c’era tanta gente, e quel Padova di Pellegrino era davvero una gran bella squadra, facemmo molta fatica nella ripresa».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Giudice sportivo. Nessuna multa contro la società nonostante i cori e gli insulti piovuti nella gara con il Sudtirol all’indirizzo della seconda assistente dell’arbitro, Ylenia D’Alia di Trapani. Entra invece in diffida Marcus Diniz, che ha rimediato la quarta ammonizione stagionale. Turno di domenica. Nella settima giornata il girone A scenderà in campo domenica 18. Il Padova sarà di scena a Meda contro il Renate alle ore 15, mentre il Cittadella affronterà la Giana Erminio al Tombolato alle 17.30. Questo il programma completo: ore 14 Pordenone-Sudtirol; ore 15 Bassano-Alessandria, Mantova-Lumezzane, Pro Patria-Cuneo e Renate-Padova; ore 17.30 Cremonese-Albinoleffe, Feralpi-Reggiana, Cittadella-Giana Erminio e Pavia-Pro Piacenza.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sabato sera a Cittadella il Padova scenderà in campo, per la prima volta in questo campionato, in notturna. E per abituare i suoi giocatori alla temperatura notturna e all’illuminazione artificiale, Carmine Parlato ha deciso di modificare l’abituale piano di lavoro settimanale: oggi la squadra non si allenerà alla Guizza, ma in serata, alle 20.30, disputerà allo stadio di Casalserugo un’amichevole contro l’undici locale, che milita nel girone E di Prima Categoria. Le buone notizie dall’infermeria si limitano a Lazar Petkovic, il cui controllo effettuato ieri ha offerto buone impressioni in vista della sua disponibilità al Tombolato. Sia Favalli che Neto, ieri, non hanno partecipato agli allenamenti, limitandosi a sedute specifiche di terapia, ma se per il terzino la disponibilità almeno per la panchina verrà valutata tra domani e venerdì, per il brasiliano le speranze di recupero sono pressochè nulle.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Iori guarda al derby e lo fa con grande serenità: «Cittadella e Padova stanno vivendo due situazioni diverse – spiega – noi veniamo da una retrocessione e vogliamo rialzarci subito. Loro vengono da una grande stagione in cui hanno riguadagnato il professionismo. Curiosamente anche a questa partita arriviamo in modo diverso: noi abbiamo vinto a Pavia, loro hanno perso col SudTirol. Ma il derby sfugge a ogni pronostico, conta la determinazione e la capacità di non farsi sfuggire di mano la partita. Sono convinto che sarà un grande match e ovviamente mi auguro che a vincere sia il Citta». Nel frattempo ieri il giudice sportivo ha squalificato Lamine Jallow per un turno dopo l’espulsione di Pavia, mentre Marcus Diniz è entrato in diffida e al prossimo cartellino giallo sarà squalificato. Definiti, infine, gli orari della settima giornata. Renate-Padova verrà disputata domenica 18 ottobre alle 15, Cittadella-Giana Erminio si giocherà invece alle 17,30. Il recupero della seconda giornata Pro Patria-Cittadella è in programma mercoledì 14 ottobre alle ore 15.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «A parte questo, comunque, a Padova sono stato bene. Sono stato fra i pochi ad essere applaudito dai tifosi e questo nella piena consapevolezza di non aver reso secondo le mie potenzialità. Sono stato condizionato da un infortunio sin dall’estate, poi tutto si è un po’ trascinato e non sono mai riuscito a fare quello che avrei voluto. L’anno precedente, invece, era andata abbastanza bene. Sono convinto che se fosse stata confermata in gran parte la squadra dell’ultimo anno della gestione Cestaro, avremmo potuto lottare per la promozione. Quella era un’ottima squadra». E pensare che il ritorno al Cittadella, concretizzatosi nell’estate appena trascorsa, sarebbe potuto andare in scena nel gennaio del 2014: «La società voleva cedermi, anche se nessuno me lo disse mai chiaramente – spiega Iori – io non avevo mai fatto la richiesta di andarmene, ma venni a sapere che si era creata la possibilità di tornare a Cittadella. Poi non se ne fece nulla. Adesso, però, vorrei concentrarmi sul presente: sono contento che Padova e il Padova siano tornate a poter competere in un campionato professionistico con una società solida alle spalle».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) «Spero di non incontrare mai più certi personaggi lungo la mia strada. A Padova sono successe talmente tante cose che è stato l’anno peggiore della mia carriera». Manuel Iori a cuore aperto, nella settimana del derby Cittadella-Padova. Non un inedito, per il capitano granata, che affronta la sua ex squadra per la prima volta dopo il suo addio dopo la retrocessione ma che in passato aveva già vissuto questa partita. Iori punta il dito contro la vecchia proprietà, guidata da Diego Penocchio: «E’ stato un anno allucinante – ricorda – c’erano problemi sin dall’estate. Non voglio tornarci sopra perché comunque è una ferita ancora aperta, siamo in attesa di ricevere i nostri compensi, o almeno parte di essi. Ci siamo rivolti all’Aic, qualcuno ha firmato un concordato e altri non hanno voluto farlo. Fatto sta che, per i continui ritardi nella definizione dell’accordo con il Credito Sportivo, siamo ancora in attesa di vedere qualche risultato tangibile».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sesta giornata, sabato 10 ottobre). Ore 14.00: Lumezzane-Pro Patria. Ore 15.00: Cuneo-Mantova, SudTirol-FeralpiSalò. Ore 17.30: AlbinoLeffe-Pavia, Giana Erminio-Bassano, Pordenone-Cremonese, Pro Piacenza-Alessandria. Ore 20.30: Cittadella-Padova, Reggiana-Renate.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 13, FeralpiSalò 10, Pavia, Reggiana e SudTirol 9, Cittadella, Giana Erminio, Padova e Pordenone 8, Alessandria 7, Cremonese, Lumezzane e Pro Piacenza 6, Mantova 4, AlbinoLeffe e Renate 3, Cuneo e Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori della quinta giornata: Bassano-Cuneo 2-0 (Falzerano (Ba) al 6′ pt, Misuraca (Ba) al 43′ pt), Padova-SudTirol 0-2 (Maritato (St) al 13′ pt e su rigore al 24′ pt), Pro Patria-Pordenone 1-4 (Cattaneo (Pn) al 25′ pt, De Agostini (Pn) al 34′ pt, Taino (Pp) al 7′ st, Pasa (Pn) al 16′ st, De Cenco (Pn) al 19′ st), Alessandria-Albinoleffe 2-1 (Sosa (Al) al 45′ pt, Soncin (Ab) su rigore al 29′ st, Mezavilla (Al) al 44′ st), Pavia-Cittadella 1-2 (Bobb (Ci) al 44′ pt, Ferretti (Pv) su rigore al 36′ st, autorete di Biasi (Ci) al 42′ st), Renate-Lumezzane 0-2 (Barbuti (Lu) al 3′ pt, Russini (Lu) al 35′ st), Cremonese-FeralpiSalò 0-1 (Pinardi (Fs) su rigore al 45′ st), Giana Erminio-Pro Piacenza 1-2 (Rantier (Pp) al 7′ st, Bruno (Ge) al 45′ st, Ruffini (Pp) al 47′ st), Mantova-Reggiana 0-2 (Arma (Re) al 6′ pt, autorete di Gavazzi (Re) al 43′ st).

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 6 ottobre: doppia seduta di allenamento per il Padova, a Neto Pereira e Favalli si aggiungono Aperi e Giandonato tra gli assenti




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