Abano-Campodarsego, Pagin: “Dobbiamo ritrovare le energie”. Zeman: “Noi superiori a loro”

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«Ben venga la pausa, ho visto la squadra non al 100 per cento e credo che ci sia un momento di flessione. Dobbiamo prendere fiato e ritrovare le energie». Queste le prime parole del presidente biancocorosso Daniele Pagin dopo il pareggio con l’Abano. «Un Campodarsego al meglio – continua – avrebbe vinto. Abbiamo regalato un tempo ai nostri avversari, più incisivi nella ripresa. Purtroppo ora siamo a cinque lunghezze dalla vetta ma la prima cosa è fare la corsa su noi stessi. Il Venezia è più attrezzato e nello scontro diretto si è visto: nonostante l’arbitraggio a noi sfavorevole, ha infatti vinto meritatamente. La sosta arriva in un buon momento – chiude Pagin – ci servirà e penso che alla ripresa del campionato rivedremo il Campodarsego di inizio stagione». «Credo che il pareggio sia un risultato giusto – dichiara Antonio Andreucci – l’Abano ci ha totalmente sorpreso nell’avvio di gara. Hanno tenuto un ritmo altissimo e noi non siamo riusciti in nessun modo a contenerli. Poi nella ripresa abbiamo riportato la gara in equilibrio, non solo recuperando i due gol ma poi anche il terzo. Dobbiamo ripartire da qui – prosegue il tecnico del Campodarsego – dalla reazione avuta nel secondo tempo. Questa squadra ha carattere e nonostante un primo tempo negativo abbiamo trovato la forza di reagire, di questo sono molto soddisfatto». I cinque punti di distanza dal Venezia non preoccupano Andreucci, che commenta anche le parole del presidente Pagin: «Noi non abbiamo mai fatto la corsa sul Venezia. Durante la stagione si è creata questa rivalità ma non siamo partiti per batterci con loro. Dobbiamo pensare a noi stessi e cercare sempre di dare il massimo nelle nostre gare, quelle degli altri non ci devono interessare. Probabilmente il presidente ha ragione – aggiunge il tecnico toscano – ma non credo che la nostra flessione sia dovuta a un calo fisico. Forse il tenere la testa della classifica per tante giornate ci ha stancato molto a livello mentale. La pausa ci servirà per ricaricare le batterie. Se il problema fosse fisico – chiude il tecnico del Campodarsego – non avremmo avuto questa grande reazione nel secondo tempo». Deciso e pronto a ritrovare presto la vittoria anche Mehdi Kabine, autore della seconda rete biancorossa: «Nel primo tempo ci siamo quasi fatti gol da soli concedendo due contropiedi da calcio d’angolo a nostro favore. Va sottolineato però la grande prova dell’Abano al quale faccio i miei personali complimenti. Nonostante ciò siamo riusciti a recuperare il doppio svantaggio. La squadra è viva e non molleremo mai». Infine un pensiero al primo posto: «Finchè la matematica non ci condannerà noi continueremo a crederci».

(Fonte: Gazzettino)

Dopo la gara, negli spogliatoi, non si sente volare una mosca: l’impressione è che il pareggio non vada bene a nessuna delle due squadre. Lo staff dell’Abano, in particolare, fatica a digerire i primi dieci minuti della ripresa, decisivi per la prima rimonta del Campodarsego. La conferma arriva dal tecnico aponense Karel Zeman, tutt’altro che felice dopo il 3-3 finale. Il Boemo jr voleva i tre punti, una sorta di premio per una prestazione, a suo dire, «da prima della classe». «Abbiamo dimostrato di essere superiori al Campodarsego sotto il profilo del gioco», afferma sicuro Zeman. «Non posso essere contento di un pareggio quando la mia squadra domina per 80 minuti in lungo e in largo e non porta a casa il risultato pieno». In effetti, l’Abano ha disputato un primo tempo di grande livello. «Penso che nei campi di Serie D si sia visto raramente un gioco del genere» aggiunge. «Nella prima frazione di gioco avremmo potuto segnare sei gol e forse la nostra vera colpa sta proprio nell’aver tenuto in partita il Campodarsego». Non fa i salti di gioia nemmeno lo stopper Dan Thomassen: «Al di là della buona prestazione contro la seconda in classifica resta il rammarico per il pareggio finale» ammette. «Nel primo tempo potevamo segnare anche il 3-0, poi abbiamo avuto dieci minuti assurdi, forse inspiegabili. Peccato».

(Fonte: Mattino di Padova)




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