Live 24! Padova, domenica di riflessione in attesa di sferrare i primi colpi

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) Si sa, per arrivare davvero alle firme e mettere nero su bianco, bisognerà attendere inizio luglio. Però le strette di mano e gli accordi verbali valgono pur qualcosa. Pertanto, pur con tutta la prudenza necessaria quando si parla di calciomercato, si può dire davvero che la Triestina ha quasi messo a segno il suo primo colpo importante per il rafforzamento della rosa: si tratta di Giampaolo Calzi, centrocampista che compirà 31 anni il prossimo settembre, che proviene da una stagione trionfale nel Venezia che ha dominato proprio il girone in cui militava l’Unione. Come detto, per ora c’è un robusto accordo verbale: se tutto filerà liscio, toccherà a Calzi dirigere l’orchestra in mezzo al campo nella Triestina della prossima stagione. Discorso under a parte, dunque, per disegnare la nuova Unione, Milanese è voluto partire dal perno centrale, il giocatore che in pratica dovrà far girare tutta la squadra, un regista dai piedi buoni ma dotato anche di un gran temperamento, capace insomma di impostare ma anche di interdire grazie a una notevole struttura fisica. Ma non solo: il giocatore ha anche un’inclinazione a essere leader in spogliatoio, e il campionato di quest’anno ha dimostrato quanto ci sia bisogno di una vera guida in campo in una categoria come la serie D. E non è finita qui: Calzi è anche uno specialista nelle punizioni. Poco più di un mese fa, proprio al Rocco contro la Triestina, il varesino fu infatti l’autore della punizione dal limite che infilzò Vezzani e diede il vantaggio al Venezia. «Non è facile trovare un giocatore così – dice Milanese – è molto più semplice trovare centrocampisti di quelli corri e distruggi, ma pescarne anche con i piedi buoni è difficile. Credo che Calzi abbini qualità e quantità, sa impostare e passare bene la palla, ma ha anche carattere e una notevole struttura fisica. Insomma, un giocatore di spessore per la categoria». Del resto Calzi è stato forse il primo nome emerso già a inizio giugno, quando sono iniziati i primi rumors sul mercato alabardato. Un obiettivo quindi cercato e voluto fortemente fin dall’inizio. E il perché lo dice il suo curriculum. In carriera, oltre ad aver giocato in passato anche in serie B con Catanzaro e Ravenna, il varesino Calzi ha fatto soprattutto parecchia serie C con Lecco, Pro Patria, Savoia, Reggiana, Perugia e Pavia. Cresciuto nel settore giovanile del Varese e transitato anche per la Sampdoria, solo a inizio carriera, quando aveva 18 anni, il centrocampista aveva militato in serie D, nella Castellettese. Una categoria nella quale è ritornato dopo dodici anni proprio nella passata stagione, nelle file del Venezia, per vincere il campionato da dominatore. Con i lagunari, dopo alcuni problemi fisici, ha collezionato 18 presenze e 3 reti. Esperienza e carisma dunque non gli mancano, anzi Calzi si candida già a essere l’uomo che può prendere per mano la Triestina della prossima stagione. C’è solo da augurarsi che non accadono imprevisti e che a inizio luglio si arrivi alla firma.

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) L’operazione salvataggio dell’A.C.Pavia con il salvagente lanciato attraverso l’imprenditore bresciano Abele Lanzanova, amministratore delegato della cantina “La Versa”, deve passare anche attraverso alcuni sacrifici finalizzati alla diminuzione del monte stipendi. Il possibile nuovo proprietario della società azzurra si rivolge a tutti tesserati (giocatori, allenatori, anche delle giovanili, e dirigenti). Una proposta sarebbe stata avanzata tra venerdì e ieri riguarda gli stipendi arretrati e non ancora percepiti. In base alle regola federali, entro il 24 giugno (venerdì prossimo) dovrebbero essere saldati gli stipendi dei mesi di marzo, aprile e maggio. L’offerta della dirigenza azzurra è di saldare solamente due delle tre mensilità (marzo, aprile e maggio) in scadenza. Gli interessati riceverebbero – è questo il dettaglio della proposta – l’ultima mensilità, quella di giugno, nel mese di agosto. Per quanto riguarda i contributi, invece, l’A.C.Pavia chiederebbe una rateizzazione alle autorità competenti. La proposta – una volta accettata dai tesserati dell’A.C. Pavia – dovrebbe essere accettata dalla Lega Pro. In cambio ai calciatori sotto contratto la società offre la possibilità di uscita senza alcuna richiesta economica. In pratica sarebbero tutti svincolati. Questo percorso – molto stretto, perché i giorni sono pochi – eviterebbe la messa in liquidazione della società già ipotizzata dal collegio sindacale della società. Inutile sottolineare che sarà decisivo l’esito del consiglio di amministrazione fissato per martedì sera. A Mr. Zhu la scelta: accettare la proposta di Abele Lanzanova che si accollerebbe dei debiti del Pavia in cambio di quote della società immobiliare di Milano che vuole costruire un palazzo in via Pirelli? Intanto sono molti i calciatori che sono vicini all’annuncio ufficiale di un ingaggio in altre società: da Cesarini alla Spal a Ferretti al Parma fino al duo Facchin-Malomo al Venezia.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) L’emozione lo tradisce. Almeno all’inizio, quando nell’aria si capisce che la presentazione di Mike Piazza alla città è un momento storico per la città e per la storia della Reggiana. Stefano Compagni, presidente tifoso della società granata, fa gli onori di casa nel Salone del Capitano del Popolo all’interno del Hotel Posta. A fianco a lui c’è il futuro del club granata, Mike Piazza e Maurizio Franzone, prossimo direttore generale. «In 97 anni di storia, questa società non ha mai avuto un partner o un socio di livello internazionale come Mike – le prime parole del presidente – «E’ un campione di sport e da manager ha deciso di far parte della nostra società. La Reggiana, possiamo dirlo, da oggi ha una visibilità internazionale». Parole pesate e scandite con una voce che a tratti sembra tremare dall’emozione. Compagni conosce il potenziale mediatico ed economico di Piazza: «L’arrivo di Mike significa consolidamento societario, a livello di strutture, impiantistica e organizzazione – prosegue il presidente – Con un po’ di programmazione mirata, penso arriveranno anche i risultati. L’arrivo di Mike ci dà serenità a livello societario, stiamo facendo la storia della Reggiana». E poi un ringraziamento speciale, ad Alberto Bertolini, ex collega e ora responsabile scouting alla Reggiana, a Massimo Montechiesi, osservatore e a Maurizio Franzone che a detta di Compagni hanno contribuito a presentare Mike Piazza alla società granata. Durante la conferenza stampa, il presidente ha voluto esprimere la sua opinione a una domanda sulle infrastrutture di via Agosti: «Abbiamo un diritto d’uso per altri dodici anni con la Curia – spiega Compagni – Vorremmo che i campi di allenamento della Reggiana diventassero punto di riferimento a Reggio. C’è un’idea di cultura americana per formare i ragazzi. Speriamo possa essere un nuovo inizio. Abbiamo intavolato una trattativa – conclude il presidente – che prevede la possibilità da parte nostra di acquistare le infrastrutture di via Agosti. Il prezzo è già stabilito, vedremo».

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Sono quasi le 19.30 quando Mike Piazza sale sul palco allestito in piazza Prampolini e l’entusiasmo dei duemila tifosi presenti sale alle stelle. Cori da stadio, fumogeni di colore granata e sventolio di bandiere accolgono il nuovo patron. Il pubblico della Reggiana ama già il suo nuovo proprietario. Una dimostrazione d’affetto preventiva, perché l’americano non ha ancora fatto niente. Ma bastano poche parole per scaldare i reggiani. «Dai c’andom», scandito due volte e Mike è già uno di loro. Da uomo di sport, abituato ai grandi palcoscenici, Piazza non ha problemi a tenere la scena. «Ringrazio gli azionisti e il presidente Stefano Compagni». E poi arrivano i proclami per il futuro. «Credo avremo un grande futuro e una grande stagione». Mister Piazza è pieno di sogni e ci tiene a farlo sapere. «We have great dreams» dice nel tripudio generale. Al suo fianco c’è il presidente Compagni, che si prende la sua parte di gloria: i tifosi esprimo riconoscenza a lui a Gianfranco Medici e gli altri soci che hanno fatto il possibile per la squadra e che ora continueranno questa avventura con un nuovo socio di maggioranza. Introducendo il proprietario statunitense Compagni ricorda le parole usate da Piazza in conferenza stampa. «Perché ha scelto Reggio? Perché è stato conquistato da voi durante la trattativa. Ha sentito il vostro calore. Siete meravigliosi». Il presidente ricorda che l’arrivo di Mike è un evento senza precedenti. «In 97 anni di storia della Reggiana non c’è mai stato un socio di maggioranza di levatura internazionale. Sono contento perché Mike è una persona di cuore, un campione amatissimo negli Stati Uniti, che deve essere la nostra immagine nei prossimi anni». Se Mike Piazza ha impiegato poco ad entrare in sintonia con gli umori dei tifosi, anche la moglie Alicia Ricker sembra essersi subito ambientata a Reggio (e qualche coro c’è stato anche per lei). L’ex modella ha dedicato la giornata allo shopping per le vie del centro insieme alle due figlie piccole. Nel pomeriggio ha fatto tappa con le mogli e le compagne dei dirigenti alla pasticceria Sambirano, poi in qualche negozio. «Ho comprato una borsetta di Gucci per la nostra tata, che è una di famiglia – ha detto davanti al Wise di vicolo Trivelli -. Da Oscar ho invece comprato una cravatta per Mike e un’acqua di colonia». La signora Piazza ha avuto un impatto positivo con Reggio, che definisce «charming», molto verde e assolutamente bella, «lovely». Il marito ha promesso che sarà spesso da queste parti e lei conferma che verrà molte volte: «A lot, of course». La giornata dei Piazza finisce con l’abbraccio dei reggiani: per percorrere pochi metri, dal palco al furgone sul quale sono saliti, c’è voluto molto tempo, tanti selfie, tanti autografi e tanti «dai c’andom». Un entusiasmo che non si vedeva da tempo.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) «Non sono io la star. La vera stella sarà la squadra». L’arrivo di Mike Piazza alla Reggiana è di quelli importanti. Da vera divinità. L’ex campione di baseball arriva all’Hotel Posta, cuore di Reggio, con una scintillante Mercedes nera, accompagnato da Stefano Compagni. Fuori dall’albergo alcuni tifosi («Go Mike» gli urlano) e parecchi curiosi, che allungano lo sguardo per capire quale alieno sia atterrato. E poi via, selfie come se piovesse. La cornice del Salone del Capitano del Popolo è splendida. Tutti vogliono vedere con i loro occhi quello che in maniera palpabile viene considerato il salvatore della patria granata. Mike Piazza è uomo di fede e il primo ringraziamento va a Dio, per averlo portato a Reggio Emilia in quella che lui definisce spesso e volentieri come “opportunità”. Non è solo, Piazza. Con lui ci sono la moglie Alicia e le figlie Nicoletta e Paulina. Ma cos’ha detto, il nuovo patron granata? In sostanza, poco. Solo la prossima settimana ci sarà l’assemblea dei soci che stabilirà la nuova composizione del Cda. E alla conferenza stampa non sono stati divulgati i termini finanziari dell’operazione. Una sola domanda riecheggiava nella testa dei presenti e non solo: perché Mike Piazza, un milionario ex giocatore di baseball osannato in patria stelle e strisce dovrebbe venire a Reggio Emilia, per diventare socio di maggioranza di una squadra di Lega Pro? La conferenza stampa è stata organizzata apposta per rispondere a questa curiosità. Più colore, che altro. «Da più di sette anni vengo in Italia – esordisce -. Con Maurizio Franzone (prossimo dg, ndc) abbiamo esplorato altre opportunità interessanti, ma non si poteva procedere. Con Stefano (Compagni, ndc) ci siamo trovati gradualmente: lo ringrazio per l’onestà. Ora la cosa più importante è il sostegno dei tifosi, che hanno contribuito a questa scelta. Apprezzo la tradizione della squadra. So che sarà un campionato difficile quello di Lega Pro, ma odio perdere». Piazza parla del marchio Reggiana come un brand che presto vorrà far diventare internazionale. Punta molto sul settore giovanile («pilastro della società») per far diventare la prima squadra competitiva. Lo stadio non di proprietà non è un problema. Anzi, l’ex stella della Mlb ci tiene a sottolineare che «bisogna mantenere buoni rapporti con i vicini», parlando di Sassuolo e Parma e che «le esigenze sono altre e riguardano l’immediato futuro» come «le strutture di allenamento che dovranno essere all’avanguardia». Sul suo ruolo in società, resta vago: «Vorrei trascorrere molto tempo qui a Reggio, facendo diventare questa terra piacevole per mia moglie e far studiare le nostre figlie in questa regione. La priorità è la squadra, ma abbiamo intenzione di integrarci il più possibile nella cultura del territorio». Piazza rivolge un appello ai tifosi: «Sono i fan i veri proprietari della squadra. Loro sono lo scheletro della squadra, del business. Dobbiamo far capire loro che prendiamo decisioni valide e che abbiamo disciplina». Infine due parole anche sui potenziali derby della prossima stagione: «Rivali sì, ma solo sul campo» è il concetto che ripete Piazza. Mentre raggiunge Sala del Tricolore per incontrare il sindaco Luca Vecchi urla «Dai c’andom» ai tifosi rimasti fuori ad aspettarlo. Una nuova era è iniziata.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Se tutto andrà per il verso giusto, da mercoledì si ritornerà a parlare di calcio in casa biancorossa. E la prima mossa sarà la conferma di mister Luca Prina, che ha già avuto un incontro con Masiero e con il quale si dovrà a questo punto entrare nel vivo della trattativa per il rinnovo del contratto e per stabilire il budget con cui si intende allestire la squadra della prossima stagione. Dei 18 calciatori attualmente sotto contatto una metà potrebbe restare. È probabile infatti che il tecnico non voglia privarsi del portiere Bonato, così come dei difensori Carini, Cristini e forse Sereni. A metà campo potrebbero poi far comodo Raggio Garibaldi, Di Santantonio e Zammarini, mentre in avanti Caridi e Marchi non sono in discussione. Al momento appaiono in lista di partenza invece Pane, Perpetuini, i rientranti Dalla Bona, Anastasi, Momentè e De Respinis, nonché Tripoli e Beretta. Da verificare infine le condizioni di Ruopolo, che sta recuperando dall’intervento al ginocchio. Si potrebbe poi provare a trattenere Gonzi.

Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Questo il comunicato diffuso dalla società: «I Soci ed i Dirigenti del Mantova Fc nelle figure del Presidente Sandro Musso, dell’avv. prof. Serafino Di Loreto e dei soci mantovani Signori Bruno Bompieri, Giambattista Tirelli e Carlo Giovanardi, con l’assenso di tutti gli altri soci detentori a vario titolo delle altre quote di minoranza, hanno raggiunto una condivisa, concorde e serena intesa nell’interesse presente e futuro del Mantova Calcio. Alla luce di quanto sopra, il patron signor Roberto Masiero è pertanto nelle condizioni di poter acquisire, come suo desiderio, la totalità delle quote societarie e procedere con le iniziative strategiche e amministrative del caso. Le operazioni di acquisizione delle quote societarie del Mantova Fc avverranno attraverso atto notarile che, salvo imprevisti dell’ultima ora, è fissato per mercoledì 22 giugno. Seguiranno nome, orario e indirizzo del notaio designato. Si ringraziano quanti sono sempre vicini e interessati alle sorti del nostro storico e glorioso club calcistico».

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Ormai si è capito che Roberto Masiero non ama le luci della ribalta e che preferisce muoversi senza fare troppo rumore. È rilevante, però, che il 67 imprenditore vicentino abbia già incontrato nei giorni scorsi il sindaco di Mantova Mattia Palazzi. Masiero si è presentato in municipio “scortato” da Fabrizio Lori e ha avuto un breve colloquio con il primo cittadino, che ne riferisce in questo modo: «Masiero ci teneva a presentarsi al sottoscritto e ad avere un incontro con chi rappresenta l’istituzione cittadina – dice Palazzi – ed è venuto in comune insieme a Fabrizio Lori. Dal canto mio mi sono limitato ad ascoltarlo e a dirgli che potremo incontrarci quando avrà acquisito il Mantova. Il mio auspicio è sempre quello: spero che la società biancorossa trovi continuità e che possa avere una società capace di sviluppare un programma pluriennale, senza colpi di scena ma basato sulla concretezza e sul potenziamento del settore giovanile».

Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) È servita un’altra giornata intensissima in casa Mantova per sciogliere gli ultimi nodi sulla cessione del 100% delle quote all’imprenditore vicentino Roberto Masiero, che acquisirà il club con la società inglese Td & Rm Football Ltd, di cui detiene la metà delle azioni al pari del 35enne romano Daniele Tasciotti. Soltanto ieri sera è arrivato il comunicato ufficiale (pubblicato integralmente a destra) del club di Viale Te per annunciare che mercoledì la cessione sarà formalizzata davanti a un notaio. A questo comunicato si è arrivati dopo un pranzo (durato quattro ore) fra i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi e Roberto Masiero accompagnato da Fabrizio Lori e dopo un vertice allo stadio Martelli fra gli stessi soci mantovani e il presidente Musso e patron Di Loreto. «Abbiamo trovato la quadra – sintetizza con la solita efficacia Bruno Bompieri -, adesso è tutto a posto e il Mantova potrà andare avanti. Con Masiero c’è stato subito feeling, ci sembra una brava persona e per questo resteremo vicini alla società, anche se non ne faremo più parte. Con Musso e Di Loreto abbiamo trovato l’accordo sulle pendenze da pagare, per cui non ci sono più problemi». Il che significa che è stato firmato un protocollo d’intesa con il quale Masiero può giustificare l’esborso di oltre mezzo milione di euro, cifra che servirà a pagare entro venerdì le mensilità di marzo, aprile e maggio dei calciatori. Il bonifico sarà fatto domani e per questo la formalizzazione dell’intesa è stata fissata per mercoledì. Su questo c’è per la verità ancora qualche dubbio, perché pare che un atto notarile con una società estera richieda tempi tecnici superiori. In ogni caso, una volta arrivati i fondi, Masiero diverrà di fatto il nuovo proprietario del Mantova e potrà cominciare a operare, anche se servirà qualche giorno in più per andare davanti al notaio. Molto soddisfatto per l’esito della vicenda è Giambattista Tirelli: «Masiero ci teneva a conoscerci e così siamo andati tutti insieme a pranzo al “Cigno”. Abbiamo scoperto una persona gradevole, che ha grande entusiasmo e che vuole fare bene a Mantova, puntando su un programma pluriennale e senza fare proclami. Ci ha assicurato che è perfettamente in grado di sostenere l’impegno e abbiamo appreso con gioia che intende puntare molto sul settore giovanile. Insomma, l’impressione è stata ottima e contiamo di aver trovato un proprietario che possa dare alla piazza di Mantova le soddisfazioni che merita». Tirelli spiega poi che sono state appianate anche le ultime divergenze con l’attuale proprietà bresciana: «Ci siamo incontrati allo stadio con Musso e Di Loreto e abbiamo trovato l’accordo su tutto. Le pendenze della stagione in corso verranno dunque saldate e Masiero potrà andare avanti con una società pulita, partendo da zero». A confermare le parole di Tirelli è anche Carlo Giovanardi, rientrato in nottata dalla Cina e catapultato subito nel vivo delle trattative: «Ho raggiunto anch’io i miei soci e Masiero al ristorante – spiega – e devo dire che ho avuto un’ottima impressione dell’imprenditore vicentino. Poi abbiamo visto Musso e Di Loreto e anche lì tutto è andato a posto. Adesso l’iter è semplice: domani partirà il bonifico dall’Inghilterra, mercoledì i soldi saranno sul conto del Mantova e venerdì verranno utilizzati per pagare stipendi e contributi». Patron Di Loreto affida il suo pensiero «al comunicato ufficiale» e più o meno lo stesso fa il presidente Sandro Musso, che aggiunge soltanto poche parole: «È stato trovato l’accordo su tutto e mercoledì sarà la giornata clou». Per quanto riguarda le intenzioni di Roberto Masiero, che ha detto di volerne parlare pubblicamente soltanto una volta acquistata la società, trapelano in parte. L’imprenditore vicentino avrebbe parlato infatti di un programma di cinque anni e della volontà di allestire una buona squadra, senza però fare proclami o fissare subito obiettivi roboanti. Ma nel medio periodo l’intenzione sarebbe quella di centrare la B. La conferma di mister Luca Prina (con cui Masiero ha già avuto un incontro) appare scontata, mentre meno certezze ci sono sulla figura del direttore sportivo. Di certo ci sarà un colloquio con Alfio Pelliccioni, che ha altri due anni di contratto con il Mantova, ma la sua permanenza non è scontata. Per il vivaio da tempo circola il nome di Mattia Notari, ma anche su questo fronte non è stata ancora presa alcuna decisione.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Una mezzala di qualità che risponde al nome di Fabio Scarsella. Arriverebbe dalla Cremonese il 26enne centrocampista, cui piace attaccare, dopo aver giocato, sempre il Lega pro, con Catania e Vigor Lamezia. Oppure, valida alternativa, sarebbe rappresentata da Tommaso Bellazzini, fino al 30 giugno vincolato con il Pavia, dopo essere stato anche al Venezia e al Lecce. VOLTI NUOVI – Scarsella e Bellazzini sono nomi importanti per il nuovo Pordenone, che vanno a sommarsi ai “vicini” Burrai e Azzi. Costituirebbero un quartetto (iniziale) di affidamento da dare in mano a mister Tedino. Alla fine di un mercato in cui le richieste sono ancora molto alte e, a volte, sproporzionate, dovrebbero essere 6 o 7 i giocatori in entrata candidati a un posto da titolare con la maglia neroverde. Ci sono dunque partenze eccellenti (Strizzolo, Pederzoli, Pasa ad esempio), ma anche possibili arrivi di livello. Uno di questi è rappresentato da Filippo Nardi. Classe ’98, centrocampista del Montebelluna, giovane seguito sia da Udinese che da Pordenone. RINNOVI – Dovrebbe essere la settimana delle ufficializzazioni per un terzetto di neroverdi. Allungata nei tempi, ma non parrebbe in pericolo di soluzione, è la vertenza con il numero uno, Matteo Tomei. Il pacchetto difensivo potrà fondarsi nuovamente anche sul capitano Mirko Stefani (’84) e sull’accordo con il Cesena per il terzino Andrea Ingegneri. In mezzo al campo, Mandorlini è dato sempre più verso la permanenza. BONUS – Sessanta squadre in Lega pro e play off fino al 10. posto. È un futuro doppiamente allargato quello che aspetta la serie C calcistica. In attesa di vedere chi farà domanda di ripescaggio e onorerà l’esborso anticipato di 250 mila euro, rispettando anche tutti gli altri requisiti, quindi di sapere come sarà completato l’organico maggiorato rispetto all’ultima stagione, tante indicazioni arriveranno a fine settimana. Il 24 giugno, infatti, sarà il “venerdì nero” per i club aspiranti all’ammissione e alla permanenza in Lega pro. Per ottenere la licenza nazionale dovranno depositare alla Co.Vi.So.C. una dichiarazione attestante l’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti fino a maggio 2016 compreso – a tesserati, dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo – con contratti ratificati. Traducendo, aver pagato tutto quel che c’era da pagare per la stagione appena ultimata. L’inosservanza del termine costituisce illecito disciplinare ed è sanzionata, su deferimento della Procura Federale, dagli organi della giustizia sportiva con la penalizzazione di un punto in classifica nel campionato 2016/2017.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) La conferma tanto attesa sta per arrivare. E’ ormai ufficioso il prolungamento del rapporto tra il Pordenone e il suo capitano, Mirko Stefani (classe ’84). L’intesa è stata siglata: il giocatore di Borgo Valsugana, pur con un altro anno di contratto, chiedeva un adeguamento dopo l’ottima stagione disputata in neroverde. Un ritocco all’insù che gli è stato concesso. Per la felicità di Bruno Tedino, che stravede per Stefani, il capitano guiderà anche nella stagione successiva la squadra e il reparto, facendo crescere ulteriormente quell’Andrea Ingegneri (‘92) chiamato a firmare il prolungamento del suo rapporto coi “ramarri” la prossima settimana. Non è finita: rimarrà – salvo clamorose sorprese – anche Matteo Mandorlini (’88). Il Pordenone non vuole liberare e lasciare andare via l’ennesimo suo gioiello, ancor più il centrocampista legato ai neroverdi da un altro anno di contratto. In buona sostanza: chi vuole il figlio d’arte deve riconoscere una cifra ritenuta congrua dalla società per liberarlo. E, al momento, difficilmente sembrano esserci società disposte a investire per svincolare il mediano. Infine, la prossima settimana dovrebbe essere quella giusta per il rinnovo del contratto di Matteo Tomei (’84): il portiere, pordenonese doc, starebbe per accettare l’offerta presentata a lui e al suo procuratore nei giorni scorsi da parte della società neroverde.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Manca poco, pochissimo. Poi il Pordenone, dopo Burrai, piazzerà il suo secondo colpo di mercato. Paulo Dentello Azzi, attaccante classe ’94, di proprietà del Pavia ed ex Spezia e Cittadella, è davvero a un passo dal neroverde. L’accordo di massima tra la società di via Stadio e il giocatore brasiliano è stato trovato nelle scorse ore, con un’accelerata improvvisa rispetto alle tempistiche “originali”: la prossima settimana, a quanto sembra, è attesa la firma. L’incontro era già in programma, ma faceva parte dello stato della trattativa. Adesso invece le carte in tavola sono cambiate e l’affare è ormai giunto alle battute conclusive. Insomma, il reparto avanzato – dopo le conferme di Martignago e Berrettoni – sta per accogliere il suo terzo componente, un altro giocatore verdeoro dopo Caio De Cenco, approdato com’è noto in serie B al Trapani. Azzi, rispetto all’ex bomber, è più giovane (di cinque anni) e con caratteristiche diverse rispetto al suo predecessore: gioca ancora di più con la squadra ed ha un’ottima predisposizione a ripartire. Caratteristiche che fanno gola Tedino, deciso a rilanciare anche lui. Già, perché la punta è reduce da due stagioni in cui non ha praticamente mai visto campo. Soltanto 11 presenze per lui, suddivise tra Cittadella, il ritorno in patria alla Trombense, quindi Spezia e infine Pavia: sul curriculum soltanto un gol, realizzato nella parentesi col club granato. Un altro giocatore da far esplodere, dunque, per il tecnico-manager neroverde, deciso naturalmente a vincere anche questa sfida. E’ molto ottimista il trainer, perché sa di aver di fronte un potenziale ottimo giocatore, adatto alla realtà di Pordenone: ad Azzi serve una stagione in cui gioca con continuità per dimostrare chi è. Sul suo conto spendono parole positive anche suoi ex compagni di squadra, dalle voci che circolano nell’ambiente. Se lui è ormai a un passo, Burrai è praticamente fatto. Si allontana invece Minesso: la punta del Cittadella, classe ’90, sembra diretta verso altri lidi. Con Azzi, a questo punto, al reparto offensivo mancano almeno altri tre giocatori: la prossima settimana si saprà di più relativamente all’affare con Arma (’85, centravanti della Reggiana) e si devono approfondire le situazioni di Finocchio (’92) e Valente (’91), legati al Pordenone ancora da un anno di contratto.

Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alessandro Sgrigna al Bassano, affare fatto? Le possibilità che si arrivi a un accordo sono in crescita. A differenza del passato adesso le premesse sembrano ottime. Il Padova si è fatto da parte, il Pordenone ci aveva fatto più di un pensierino ma la pista giusta conduce a Bassano. E con Sgrigna da Cittadella potrebbe arrivare pure Mattia Minesso. Il Padova era in vantaggio ma un recente colloquio fra le parti ha raffreddato gli entusiasmi. Minesso vuole giocare da esterno alto mentre l’allenatore Oscar Brevi lo considera adatto anche a fare l’interno in un modulo a tre. Il Bassano ci aveva già provato a gennaio, ma stavolta c’è da fare i conti con il Pordenone. E non è concorrenza di facciata, perché il giocatore piace molto. Occhio pure a Matteo Chinellato, in uscita da Cuneo: attaccante gradito, non c’è che dire.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Salvo voltafaccia fuori programma che a questo punto avrebbero del clamoroso, sarà Alessandro Sgrigna la prima figurina da incollare all’album giallorosso del prossimo campionato. Il giocatore, svincolato dal Cittadella che ha appena contribuito a guidare in B, ha già raggiunto l’intesa col direttore generale Werner Seeber, suo antico estimatore che avrebbe voluto portarlo in riva al Brenta già un anno fa. L’annuncio finale arriverà la prossima settimana. Su di lui c’era anche l’interesse del Pordenone, ma il veterano originario di Roma, sin dall’inizio ha avuto Bassano in cima alla lista delle sue preferenze. Con Sgrigna il Soccer Team arricchisce il suo cast offensivo con un giocatore che, a dispetto dei suoi 36 anni, è integro e possiede sempre il colpo in canna sia per spedire i compagni a rete sia per battere in proprio. È in grado tanto di recitare da trequartista dietro le punte quanto di muoversi come spalla offensiva. Senza contare il carisma e la personalità che trasmetterà al resto dello spogliatoio, tutte doti che gli sono unanimemente riconosciute. Oltre a Sgrigna ormai nel taschino, il general manager di via Piave è passato in vantaggio anche nella corsa a Mattia Minesso, esterno d’attacco di 26 anni, un metro e 74 per 71 kg, che il Cittadella è sul punto di liberare e che vede in lizza per ingaggiarlo pure Padova e Pordenone. Ma a Padova il tecnico Brevi vorrebbe impiegarlo come rifinitore e il ragazzo, da quanto filtra, gradirebbe meno del giusto. A Pordenone hanno buone argomentazioni ma ancora di più ne avrebbe il Bassano che oltre a schierarlo dove preferisce di più, cioè sulle corsie laterali, gli sta facendo una corte serrata dallo scorso gennaio quando il suo sbarco da queste parti pareva poco più di una formalità. Stavolta la mano buona nel mazzo dovrebbero possederla proprio i virtussini, tra l’altro la prima opzione dello stesso Minesso. Intanto Daniel Semenzato è a un passo dal Padova che vorrebbe anche Germinale ma lì fa molta più fatica. Bassano prima di mollare il centravanti vorrà avere una solida alternativa già bloccata. Ad esempio Chinellato, tra i primi nomi nella lista della spesa.ALLIEVI. Checco Maino, 50 anni, originario di Lusiana, cuore giallorosso da sempre, residente in città con la famiglia ed ex virtussino nel ruggente biennio 1992-1994 con la C2 sfiorata due volte con Glerean e Pillon, torna nel club che l’ha lanciato. Allenerà infatti gli Allievi Nazionali del Bassano. Raggiante Maino che da calciatore dopo Bassano ha raggiunto la B col Treviso. «Tornare a Bassano per me è quasi un sogno – ammette – non vedo l’ora di cominciare sul campo. Garantendo alla società, ai ragazzi, ai tifosi e a chi mi ha scelto tutto il massimo impegno». Bentornato.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Otto acquisti e una decina (o quasi) di confermati per il nuovo condottiero Pippo Inzaghi. Mercato in piena evoluzione e fermento per un Venezia che, finora, ha ufficializzato i difensori Domizzi e Baldanzeddu, dalla serie A di Udine e dalla B di Latina, nonché l’attaccante Virdis dal Savona di Lega Pro. A giorni, dopo le visite mediche saranno a tutti gli effetti arancioneroverdi anche il portiere Facchin e il difensore Malomo dal Pavia, il regista Pederzoli (Pordenone), il centrocampista Fabris e l’attaccante Tortori dalla FeralpiSalò. Tutti elementi di categoria con i quali Giorgio Perinetti ha già raggiunto l’intesa per un contratto biennale (triennale per il sandonatese Facchin). «L’entusiasmo del presidente Tacopina non è mai fine a se stesso, mi ha chiesto di costruire una squadra competitiva e ci stiamo muovendo bene – abbozza un bilancio il ds lagunare -. Cerchiamo i top della Lega Pro e qualcuno dalla serie B che sia super motivato a sposare le nostre ambizioni per fare la differenza». Una precisazione, quest’ultima, che pare riferita in particolare al futuro «candidato bomber». Nonostante l’incedibilità dichiarata dall’Ascoli il primo obiettivo rimane Cacia, davanti a un Calaiò in uscita dallo Spezia e pressato dalla Spal neopromossa in B; sul taccuino anche l’uruguaiano Granoche in uscita da Modena dopo la retrocessione in Lega Pro, Evacuo (Novara) sempre ad un passo dal Parma senza escludere del tutto l’ex lagunare Antenucci, svincolato dopo la stagione al Leeds. «Sicuramente cerchiamo un attaccante che possa garantirci molti gol, fermo restando che abbiamo molta fiducia in Virdis e che Tortori è un bel talento. Serafini? Ci ha dato molto in serie D, ora però in Lega Pro riteniamo non abbia le caratteristiche per ciò che stiamo costruendo, né che possa avere lo stesso impatto magari entrando in corsa. A differenza, in questo aspetto, di un Carbonaro che mister Inzaghi sta valutando ma che dovrà comunque capire che per lui il contesto sarà un po’ diverso dallo scorso anno. Per Serafini le porte saranno sempre aperte quando smetterà di giocare».

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Inizia domani una settimana clou per il Venezia. Su tutti i fronti: da una parte le procedure burocratiche in vista dell’iscrizione in Lega Pro, dall’altra il mercato con tante trattative in dirittura d’arrivo. Lunedì la società presenterà alla Commissione criteri infrastrutturali le carte relative allo stadio: un passaggio preliminare è già stato fatto e sono stati limati alcuni aspetti formali. Giovedì 23, invece, sarà sancito davanti al notaio il passaggio in srl professionistica. Poi si preparerà tutto il necessario per l’iscrizione, che scade il 30 giugno e prevede, oltre a un assegno di 80mila euro, la fidejussione di 350mila. Sul fronte mercato, infine, martedì 21 si conosceranno i criteri fissati dalla Lega Pro sul numero degli under da inserire nella rosa mentre si attendono le ufficializzazioni dei vari Pederzoli, Fabris, Facchin, Malomo.

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Ultimi otto giorni di relax per Evans Soligo, sotto il sole pugliese, in attesa di rituffarsi nella mischia il 13 luglio. Insieme a Gianni Fabiano, il centrocampista e capitano del Venezia è tra i pochi ad aver incrociato mister Inzaghi al Taliercio. «Intanto sono felice per la riconferma, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto in campo e fuori» osserva Soligo, «avevamo costruito un bel gruppo, mi dispiace solo che resteremo in pochi, ma capisco le esigenze della società di allestire una squadra che possa ambire a lottare per la promozione in serie B. E mi sembra che i “colpi” finora portati a segno siano significativi». A cominciare dal cambio di allenatore in corsa con Pippo Inzaghi a subentrare a Giancarlo Favarin. «Nessuno di noi può dire di non essere stato sorpreso da questo cambiamento, anche perché il mister era stato il primo a essere riconfermato dopo la promozione. Come per i giocatori, anche per l’allenatore, la dirigenza avrà fatto le sue valutazioni. Inzaghi? Ci siamo incontrati brevemente, l’ho visto bello carico, determinato, pronto per iniziare alla grande questa nuova esperienza con il Venezia». Dal 4-3-1-2 di Favaretto al 4-2-3-1 di Favarin, adesso il Venezia passerà al 4-3-3 di Inzaghi. «Dipende sempre da noi giocatori, perché alla fine il modulo non deve essere solo una questione numerica, deve essere interpretato. Ovvio che cambi qualcosa, in tanti anni mi sono abituato a tutti i sistemi di gioco, dipende soprattutto come occupi gli spazi». La Lega Pro è un campionato che Evans Soligo conosce molto bene per averlo affrontato con Salernitana (promosso in serie B), Paganese, Porto Tolle e San Marino. «Dobbiamo prepararci a un torneo completamente diverso dalla serie D, non è semplice vincerlo, nemmeno per chi costruisce grandi squadre e spende tanti soldi. Bisogna che tutte le componenti viaggino nella stessa direzione: società squadra, tifosi. È fondamentale creare un corpo unico che spinga verso l’alto». Quattro posti per 60 squadre, qualora si ritornasse al format voluto dal presidente Gravina, l’ultimo attraverso i maxi-playoff che coinvolgeranno 28 squadre. «Alla resa dei conti la promozione diretta sarà una sola, come quest’anno, ma la concorrenza aumenterà. I playoff allargano possono essere una bella idea a livello di interesse, terranno aperti i gironi fino all’ultima giornata».

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ il Pisa guidato da Rino Gattuso l’ultima formazione che si è guadagnata il diritto di giocare il prossimo campionato di serie B. Con i toscani sono salite dalla Lega Pro anche Benevento, Cittadella e Spal. Le quattro neopromosse dovrebbero, stando alle dichiarazioni delle rispettive dirigenze, lottare per la permanenza in serie B, insieme magari a quelle compagini, come Pro Vercelli, Ascoli, Latina, Salernitana che in questo campionato hanno centrato la salvezza nel torneo cedetto negli ultimi minuti del campionato e, per i campani, ai play out superando la Virtus Lanciano sprofondata in Lega Pro. Più ambiziose Avellino, Ternana, Perugia e Brescia, con i lombardi che dopo il divorzio con mister Boscaglia finito al Novara, per la panchina stanno cercando di convincere Zdenek Zeman, ma probabilmente un gradino più in basso nell’ipotetico schieramento del prossimo campionato, rispetto alla Virtus Entella che ha chiamato in panchina l’ex tecnico di Vicenza, Latina e Ternana Roberto Breda, e che pare avere tutta l’intenzione di riprovare a centrare la qualificazione ai playoff, mancata nel torneo appena concluso solo all’ultima giornata. Punteranno in alto ancora anche Trapani, Cesena, Bari, Novara e Spezia che sicuramente costruiranno organici con l’obiettivo di salire in serie A; traguardo che sarà quasi obbligatorio anche per le tre retrocesse dalla massima serie, l’Hellas Verona, il Carpi e il Frosinone, forti anche di un «super paracadute» del valore di circa 25 milioni per i gialloblù e di 10 a testa per emiliani e laziali. In questo contesto il nuovo Vicenza targato Vi.Fin. dovrebbe inserirsi tra le compagini che lotteranno per mantenere la categoria, ma con il mercato di fatto ancora ai primi passi e con le sorprese che ogni anno caratterizzano la serie B, ogni pronostico può essere capovolto.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Per sua natura, Pasquale Marino è persona schiva e riservata. Dopo l’esonero dalla panchina biancorossa, ci aveva concesso solo una battuta a caldo: «D’ora in poi tiferò per la salvezza del Vicenza», preferendo da quel momento in poi non rilasciare più alcuna dichiarazione sulle vicende biancorosse. «L’obiettivo primario era la serenità della squadra in un momento difficile: non mi sembrava giusto interferire con il lavoro dei ragazzi e di chi ha preso il mio posto – spiega -. Successivamente, quando si è “acceso” il tema della rescissione, non ho voluto dare seguito ad inutili polemiche, mentre negli ultimi giorni avevo un vincolo di silenzio stampa legato al mio accordo con il Frosinone». Ora che è avvenuta la presentazione ufficiale come nuovo tecnico dei ciociari, Marino ha acconsentito a rilasciarci un’intervista in esclusiva: «Mi fa piacere, attraverso il Giornale della città, poter salutare un’ultima volta la gente di Vicenza, alla quale sono legato dal rispetto e dall’affetto che si è creato nella mia esperienza in biancorosso. E poi mi sembrava doveroso, visto che io non ho mai parlato di nessuno ma altri mi hanno tirato in ballo, dire anche la mia e fare qualche precisazione, senza per questo voler accendere alcuna polemica».Cominciamo dal risultato sportivo: il Vicenza si è salvato. Lei, da tecnico esonerato, ne è comunque contento?Moltissimo. Ci credevo e ci speravo quand’ero in panchina, poi ho osservato con piacere e sollievo lo scatto d’orgoglio della squadra. Sapevo che poteva bastare un risultato positivo per sterzare e ritrovare la giusta convinzione, ero certo che questi ragazzi non potessero aver disimparato a giocare. Lerda con il suo staff ha fatto un buon lavoro, raccogliendo ottimi risultati, e gliene va dato atto, così come va reso merito ai giocatori di aver reagito nel modo migliore.Ha qualche rimpianto o si rimprovera qualcosa come ex tecnico del Vicenza?Beh, per l’anno della promozione sfumata ho il rammarico di non aver potuto disputare le due partite di playoff contro il Pescara con la squadra al meglio, perdendo alcuni giocatori fondamentali sia all’andata, sia al ritorno. In questa stagione, invece, mi resta grande amarezza perché dopo una prima parte in cui, nonostante tutto, eravamo riusciti a rimanere in scia ai playoff, nei due mesi più difficili non è rimasta quell’unità di tutte le componenti che ci sarebbe dovuta essere: si pensi a Pescara, dove ad un certo punto si sono perse sette partite su otto, e poi sono comunque arrivati alla serie A… Tutti avremmo dovuto fare un passo indietro, mi ci metto in mezzo anch’io, mettendo da parte l’orgoglio e gli interessi personali, invece alcuni motivi di divergenza e di attrito che prima erano stati sopiti dai risultati positivi sono riemersi, diventando insanabili.Quando nascono questi motivi di attrito?Non è un mistero che ci fossero di fatto “due società” spesso in contrasto, e noi come squadra ci siamo ritrovati nel mezzo. Per quanto mi riguarda, ricorderete tutti come andò il mercato estivo: alla mia presentazione assicurarono che la rosa sarebbe stata adeguata, anzi migliorata, perché ormai la rateizzazione del debito Iva era imminente e ci sarebbe stato il passaggio di proprietà. Mi ritrovai invece con la cessione all’ultimo secondo di Cocco, che ritenevo fondamentale per il mio impianto di gioco, tanto che diedi le dimissioni.Dimissioni che poi rientrarono. Si è mai pentito, con il senno di poi?No, perché mi chiesero di rimanere i miei ragazzi, e a loro mi sentivo legato come a dei figli: non potevo negarglielo, e da quel momento mi sono rituffato con la stessa determinazione di prima nel lavoro.C’è chi sostiene che a convincerla sia stato anche il lauto ingaggio. Ingaggio che il nuovo presidente del Vicenza, Alfredo Pastorelli, ha definito “un costo assurdo”…Questo sinceramente mi sorprende, visto che proprio nell’ufficio di Pastorelli, quando avevo scelto di andare a Catania, lui, Cassingena, i rispettivi figli, e gli altri dirigenti mi avevano voluto incontrare per offrirmi un contratto triennale a cifre anche leggermente superiori; Pastorelli stesso mi aveva salutato dicendomi “sono convinto che ci rivedremo…”. In effetti poi io ero tornato, ma per sancire la risoluzione. Solo dopo un nuovo incontro che tutti i dirigenti del Vicenza e i rappresentanti di Vi.Fin. hanno organizzato in un ristorante della città ho acconsentito a firmare il nuovo accordo, accettando una cifra leggermente minore e chiedendo la riduzione a due anni di contratto: il premio aggiuntivo era legato al raggiungimento dei playoff. Peraltro, sulla questione del mio essere un “costo assurdo” per il Vicenza, si potrebbero fare alcune considerazioni.Prego.Intanto c’è da dire che se il mercato mi offre un determinato compenso, significa che forse in carriera qualcosa ho fatto per meritarlo. Poi nessuno ha mai considerato il fatto che magari un piccolo merito ce l’ho pure io se, nell’anno della promozione sfiorata, al botteghino gli incassi del Vicenza sono aumentati di molto; se si sono fatte plusvalenze importanti con giocatori come Cocco o Sbrissa; se un’altra poteva già essere fatta a gennaio con Raicevic, che aveva scovato Cristallini dalla Lucchese; o ancora se giocatori come Sampirisi, D’Elia, Giacomelli, Brighenti, Laverone, giusto per citarne alcuni, oggi hanno un valore di mercato ben superiore a quand’ero arrivato…La questione economica è riemersa quando si è arrivati alla rescissione.Il comunicato ufficiale della società dice già tutto. Pastorelli ha voluto ringraziare Antonio Tesoro per il raggiungimento dell’accordo, infatti è la società che ha cercato me, non sono certo andato io a battere cassa: ho solo accettato la proposta avanzata dal ds, compresa la rateizzazione della “buonuscita” da qui al settembre del 2017.L’ex presidente, Gian Luigi Polato, si è rammaricato perché lei non lo ha chiamato dopo la salvezza, visto il rapporto personale che si era instaurato…Se il rapporto personale era così importante, allora mi avrebbe potuto chiamare di persona per dirmi che lo avevo deluso e “tirarmi le orecchie”, invece di fare questa uscita su di me, non presente, mentre era in televisione a rendere il giusto merito per la salvezza a Lerda che sedeva al suo fianco.Ora riparte da Frosinone. Con quale spirito?Con tanto entusiasmo, voglia di fare bene, e la fiducia nei confronti di una società sana e in ascesa. Sono contento io, perché a stare lontano dal campo soffro, ma forse sarà ancora più contenta mia moglie, perché non è abituata ad avermi tra le scatole troppo a lungo…

Ore 12.50 – (Gazzettino) «Purtroppo lascio il Campodarsego, mi dispiace perché dal presidente Pagin al direttore Gementi e a tutti i compagni di squadra mi hanno dato la possibilità di rilanciarmi». Parole ormai da ex quelle di Mehedi Kabine che nella prossima stagione giocherà con il Mestre. Arrivato a dicembre, l’attaccante marocchino è stato uno dei grandi protagonisti della cavalcata dei padovani culminata con la vittoria dei play off nella prima storica partecipazione del club al campionato di serie D. Dodici sigilli in tutto, mai banali. Come non ricordare proprio nei play off il gol delll’1-1 a tempo scaduto con la Virtus Vecomp che è valso i supplementari (terminati 2-2 con passaggio del turno), e il raddoppio nella finale con il Belluno che ha spalancato le porte alla possibilità del ripescaggio in Lega Pro. Ma anche durante la stagione regolare la punizione vincente per il 4-3 al fotofinish con il Fontanafredda nella sua partita d’esordio, e la doppietta in rimonta per il 3-2 con l’Union Ripa Fenadora. «Il primo con il Fontanafredda e l’ultimo con il Belluno sono i gol che mi fa più piacere ricordare, e sono orgoglioso di essere entrato nella storia del Campodarsego che non era mai arrivato così in alto. Mi farà effetto affrontarlo da avversario l’anno prossimo nel caso in cui faccia la serie D: sono stato lì cinque mesi, ma è come se fossero stati cinque anni perché avevo creato un legame molto forte con tutto l’ambiente. Fuori dal campo ricordo con piacere le cene insieme a capitan Bedin a casa della famiglia Pagani, con i loro figli Ale e Nicolò che sono due miei grandi tifosi. Sono emozioni che ti rimangono dentro e che non ho mai provato da nessuna altra parte». Cosa l’ha spinta a lasciare Campodarsego per il Mestre? «Diversi motivi, ma non centra il discorso economico. Intanto ho la possibilità di avvicinarmi un pò a casa (abita a Udine, ndr) e poi al Mestre mi è stato prospettato un progetto importante. Ho avuto modo di parlare con Zironelli e mi ha ispirato subito grande fiducia». Il Campodarsego aveva avanzato una proposta di rinnovo, che però è caduta nel vuoto. «Per quella che è la nostra filosofia non partecipiamo ad aste e il Mestre gli ha fatto un’offerta importante – afferma il direttore generale Attilio Gementi – Faccio un in bocca al lupo a Kabine, ci troveremo da avversari. Di sicuro è stato un giocatore importante per il Campodarsego, anche se noi l’abbiamo messo nelle condizioni ideali per poter pensare a fare solo il calciatore».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) In Serie D Este ed Abano hanno mollato le briglie. La coppia “mercato” Marchetti-Florindo per i giallorossi e il d.t. Andrea Maniero per i neroverdi si stanno sfidando a distanza con ufficializzazioni di spessore. La dirigenza dell’Este questa settimana si è buttata a capofitto sul mercato per rispondere al quartetto dei termali Fracaro, Baldrocco, Boscolo “Berto” e Pagan, annunciando Ludovico Longato, Riccardo Busatto, Luca Munarini e, da ieri, pure i centrocampisti Matteo Cavallini e Matteo Faggin, nell’ultima stagione entrambi alla Luparense San Paolo. A dirla tutta, l’accordo di massima con Cavallini (22 anni) c’era già da una decina di giorni, ma le numerose offerte pervenute al ragazzo hanno allungato i tempi per la decisione definitiva. Mediano cresciuto nelle giovanili del Padova, Cavallini, ha alle spalle 5 stagioni in Serie D con le maglie di Luparense, Seregno, Inveruno, Legnago e San Paolo. Faggin (20 anni) è un laterale molto promettente che ha esordito in D con la maglia del Padova nel 2015 (in un Biancoscudati-Kras Repen 4-0) ed è stato poi valorizzato da mister Enrico Cunico nella Luparense. Non scherza nemmeno l’Abano, che sempre ieri ha chiuso per Marco Frison, stopper 21enne proveniente dal Fontanafredda. Sarà dunque Frison-Boscolo “Berto” la coppia difensiva centrale del “nuovo” Abano di Luca Tiozzo, dopo l’addio di Thomassen (accasatosi alla Vigontina San Paolo) e l’infortunio di Meneghello (che tornerà in campo non prima di novembre). Nel frattempo, il Campodarsego ha lasciato partire uno dei suoi gioielli, Mehdi Kabine. Il bomber marocchino (20 presenze e 9 gol con il “Campo”) è passato al Mestre, agli ordini del nuovo allenatore Mauro Zironelli.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Litteri, Arrighini o Delgado? Il Cittadella cerca rinforzi in attacco, il reparto più delicato e complesso da comporre. Un puzzle ancora tutto da definire, con la società granata che finora ha posato soltanto due tesserine: Giulio Bizzotto (giovane che tra l’altro rientra negli Under 21) e Luca Strizzolo, prelevato dal Pordenone. Attualmente sono soltanto loro due in organico, perché Bonazzoli e Coralli hanno il contratto in scadenza, Sgrigna ha già salutato la compagnia, mentre Jallow e Litteri sono rientrati nelle rispettive società di appartenenza (Chievo e Latina). Stefano Marchetti si sta destreggiando a destra e a manca: tante sono le trattative imbastite e le piste da seguire. Quella principale, ovviamente, conduce dritta dritta a Gianluca Litteri, il bomber dell’ultima stagione, quello capace di realizzare 15 gol e fornire 4 assist per i compagni. È lui l’obiettivo numero uno, dichiarato dal Cittadella, il centravanti che Roberto Venturato vorrebbe rivedere anche tra i cadetti e sul quale il diggì granata sta concentrando gli sforzi maggiori. E qualcosa in questo senso si sta finalmente muovendo: il Latina in settimana ha sciolto in nodo-allenatore, chiamando Vincenzo Vivarini a guidare la squadra del prossimo anno, così adesso la società laziale sa bene come muoversi sul mercato, dove c’è Litteri, pronto a fare nuovamente le valigie, come confermano a Latina. Il Cittadella ha cominciato a trattare il cartellino – che nell’ultimo anno si è valorizzato bene, raddoppiando il suo valore di mercato – e, forte del volere del giocatore che intende vestire granata anche il prossimo anno, la trattativa potrebbe, dovrebbe concludersi positivamente, anche se la concorrenza è davvero agguerrita, con la Reggiana in prima fila che ha messo Litteri in cima alle proprie preferenze per il reparto offensivo. Marchetti si sta comunque cautelando e ha cominciato a trattare con l’Avellino per l’attaccante Andrea Arrighini, l’ultimo anno in prestito a Cosenza. Il direttore sportivo Enzo De Vito ha confidato che il trasferimento di Arrighini a Cittadella è assolutamente fattibile, senza scambi (anche perché Pellizzer, che piace agli irpini, diventerà “sposo” dell’Entella che la prossima settimana intende riscattarlo dal Cittadella). Ad inizio settimana potrebbe arrivare la fumata bianca, con Arrighini che potrebbe non essere soltanto un’alternativa a Litteri. La terza pista, quella dell’ultima ora, conduce a Juan Delgado, ventunenne attaccante uruguaiano anni in scadenza di contratto con il Crotone. Anch’egli punta centrale, è però meno “fisico” di Litteri e Arrighini ai quali concede una decina di centimetri di altezza, ma è un giovane che fa gola non soltanto in Italia ma si parla anche all’estero, in Spagna in modo particolare.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Simone Pasa, possiamo dirle “benvenuto al Cittadella”? «Direi proprio di sì», e ride il 22enne di Montebelluna, nella scorsa stagione fra le colonne del Pordenone in Lega Pro. «Credo che martedì o mercoledì, prima di partire per la Spagna, passerò a firmare per le prossime due stagioni. Ma lo posso già confermare: vestirò granata». Nel corso dell’ultimo anno ha mostrato di poter giocare egregiamente sia in mezzo al campo che come centrale della linea arretrata: per quale ruolo è stato contattato? «Principalmente per completare il reparto difensivo, anche se all’occorrenza potrò, appunto, spostarmi più avanti». Mister Tedino ha speso parole importanti nei suoi confronti, definendola un elemento di grande intelligenza tattica e piedi buoni, lo sa? «Lo ringrazio, anche per l’esperienza vissuta assieme. Ero a Pordenone in prestito dall’Inter e il contratto che mi lega ai nerazzurri scadrà a fine mese: Tedino ha provato a trattenermi ed era dispiaciuto per la mia partenza, ma ha capito che il richiamo della B è troppo forte. E comunque, alla fine, mi ha detto “in bocca al lupo”». Che idea si è fatto del Cittadella? «È noto che questo è un ambiente sano. Da un punto di vista tecnico, le due partite dello scorso campionato in cui ho giocato contro i granata mi hanno lasciato l’impressione di una squadra molto organizzata: era sicuramente la più forte del girone, anche se nella sfida di ritorno il 3-1 è stato troppo severo per noi». E papà Daniele, dall’alto della sua esperienza di centrocampista che ha militato pure in Serie A, oltre che di allenatore, cosa le ha detto? «Che certi treni passano una volta sola e bisogna salirci al volo. Ha parlato con il d.g. Marchetti, che conosce bene, e ha spinto perché prendessi questa decisione». Conosce qualcuno dei nuovi compagni? «Con Iori ho giocato assieme nei sei mesi che ho trascorso al Padova. Conosco Zaccagni, anche se mi sa che rientrerà al Verona per fine prestito, e poi “Pippo” Lora: quando ero nelle giovanili dell’Inter e lui in quelle del Milan ci siamo affrontati in diversi derby». Già, l’Inter. Stramaccioni, a suo tempo, la lanciò in prima squadra quand’era ancora 19enne. Le è rimasta un po’ di amarezza per aver concluso presto quell’avventura? «Al contrario. È stata un’esperienza fantastica, che porterò sempre dentro di me. Non l’ho mai vissuta come un punto d’arrivo, piuttosto come una tappa, che mi ha permesso di mettere piede in campo anche in Serie A. Magari un giorno tornerò a farlo, ma, comunque vada, non tutti hanno la fortuna di riuscirci». Viste le premesse, a ripercorrere la sua carriera si ha come l’impressione che abbia perso un paio d’anni, tra Varese, Padova e Prato. «Il rammarico più grosso è per il periodo in Serie B a Varese: non mi è mai stata concessa l’opportunità di giocare. Poi c’è stato il passaggio al Padova, a cui sono approdato in un momento sbagliato: era una squadra ricca di elementi validi, che però stava vivendo un momento difficile. Al Prato, poi, ho avuto modo di tornare a giocare con regolarità, guadagnandomi l’attenzione del Pordenone». Con il trasferimento in granata rimarrà vicino alla sua Montebelluna. «È una quarantina di minuti d’auto, il che non guasta. Ma mi trasferirò comunque a Cittadella».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Soddisfatto della sua esperienza al Lanciano? «Sono contento a livello personale perché ho giocato e fatto abbastanza bene tanto che mi avrebbero voluto tenere in caso di permanenza in serie B, ma naturalmente c’è rammarico per la retrocessione. Anche perché senza punti di penalizzazione ci saremmo salvati evitando i play out». Tornando agli affari biancoscudati, nel prossimo campionato l’obiettivo è migliorare il quinto posto. «È una cosa scontata per una piazza come Padova che in Lega Pro deve starci solo di passaggio e merita di risalire il prima possibile. Da dicembre in avanti ha fatto un ottimo campionato risultando la seconda migliore difesa e il terzo migliore attacco, si può solo che migliorare».

Ore 10.50 – (Gazzettino) A quali errori si riferisce? «L’anno scorso quando sono arrivato mi erano state fatte un po’ da tutti alcune promesse, nel senso che avrei fatto una stagione da protagonista, poi però non è stato così per scelte tecniche. Adesso non vedo l’ora di ricominciare, ho già iniziato ad allenarmi perché ho tanta voglia». È cambiata la struttura tecnica che ora vede al vertice Giorgio Zamuner e in panchina Oscar Brevi. «Personalmente non li conosco, ma miei amici che hanno lavorato con loro mi hanno parlato benissimo di entrambi. A Catanzaro ero arrivato qualche mese dopo la partenza di Brevi, e aveva lasciato un ottimo ricordo in spogliatoio». Nella stagione passata giocando a due in mezzo al campo si preferivano interpreti muscolari, quest’anno si punta a un centrocampo a tre e potrebbe avere più occasioni. «Non è una questione di giocare a due o a tre, piuttosto se si vuole creare gioco o fare confusione. Dopo sei stagioni, quest’anno ho la possibilità di fare un ritiro dall’inizio e questo per me è fondamentale. Sono pronto a tutto».

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Ho lasciato un lavoro in sospeso l’anno scorso e mi ha dato un po’ fastidio che quando sono andato via non si parlava bene di me. Ho sempre rispettato tutti e mi sono allenato al meglio, voglio ripartire da lì per fare cambiare idea a chi era scettico sul mio conto». Più chiaro di così non potrebbe essere Manuel Giandonato, che dopo la parentesi nella seconda parte di stagione con il Lanciano è pronto a tornare alla base come da contratto (scadenza a fine giugno 2017) per rimettersi in gioco. «So che il mio agente si è sentito con la dirigenza, ma non si sono detti nulla di particolare se non le date del ritiro. A oggi parto con i biancoscudati e la mia volontà è quella di rimanere. Ho capito gli errori che ho fatto e vorrei giocarmi le mie carte».

Ore 10.30 – (Gazzettino) È sempre caldo il telefono di Zamuner, anche quando concede un po’ di tempo alla famiglia come ieri. Il direttore ha le idee chiare in testa sul come va rafforzato il Padova, e salvo accelerazioni nelle ultime ore di qualche discorso già impostato, per attendere il primo acquisto si dovrà attendere martedì mattina. In sede, infatti, è in programma l’incontro decisivo con Francesco Dettori, pronto a sposare la causa biancoscudata con un contratto biennale. Rinnovi, dicevamo: non dovrebbero esserci problemi per il prolungamento del contratto di Diniz che attualmente scade a fine giugno 2017, ma il discorso sarà affrontato quando il difensore rientrerà a Padova dopo la doppia trasferta per le vacanze in Brasile e Romania.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un tuffo al cuore per quella serie A. Ora ci si accontenta”) Il 15 giugno 1994, dopo 32 stagioni di attesa, il Biancoscudo tornava in Serie A, infiammando un’intera città e la sua provincia con il successo nello spareggio di Cremona contro il Cesena, piegato 2-1. Le immagini della partita a prova di coronarie riproposteci in settimana da Telenuovo ci hanno fatto bene e male allo stesso tempo: bene perché rappresentano una pietra miliare dell’ultimo trentennio di storia del Padova (un Padova purtroppo poi sballottato tra illusioni e promesse fallaci, sino addirittura a sparire dal professionismo), e niente e nessuno potrà cancellare le migliaia di volti rigati dalle lacrime di felicità per l’impresa dei ragazzi di Sandreani-Stacchini; male perché crediamo ci vorrà molto, ma molto tempo prima di riprovare il pathos e il tumulto di sentimenti di allora. Il Padova di Puggina e Giordani non ha nulla a che vedere con quello attuale, eppure il fatto che il club più amato sia in mani imprenditoriali locali dovrebbe far sperare che, prima o poi, qualcuno riesca a bissare il trionfo del ’94. Certo, per avvicinare almeno quel Padova servirebbe un’operazione di recupero del feeling con la piazza calato sensibilmente nell’ultimo mese, dopo che le scelte della proprietà (Bergamin, ma soprattutto Bonetto, fautore principale del ribaltone) sono risultate, e risultano tuttora, inspiegabili. Servono fatti, non le belle parole. E i fatti, per il momento, sono pochini. Come dire: accontentiamoci e accontentatevi. Poi, chissà…

Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un tuffo al cuore per quella serie A. Ora ci si accontenta”) Premessa: con gli Europei in corso e in attesa dell’assemblea generale delle società di Lega Pro in programma martedì 21 a Firenze, nel corso della quale il presidente Gabriele Gravina farà conoscere la sua proposta sulla composizione delle rose delle squadre di terza serie, dove, accanto ad un gruppo di giocatori “over” (non ancora ben definito), dovrebbero essere inseriti “under in numero illimitato”, il mercato vive di pochissimi sussulti. E questo riguarda anche il Padova, che, dopo la “rivoluzione tecnica”, non ha sin qui concluso alcuna operazione in entrata, raggiungendo tuttavia accordi importanti con De Risio e Neto Pereira, che erano in scadenza. Le difficoltà ci sono per tutti, biancoscudati compresi: il pessimismo di parte della tifoseria non sembra giustificato adesso, lo potrebbe essere semmai più avanti, se certe operazioni già in piedi non dovessero andare a buon fine. Insomma, è lecito aspettare di vedere prima che squadra allestirà Zamuner e poi giudicare. Su una cosa, comunque, bisogna essere più realisti del… re: per arrivare a determinati giocatori servono soldi e se il budget è inferiore al milione di euro, non è detto che si riesca a confezionare un altro…“miracolo” Pordenone. In attesa di capire come il nuovo Padova prenderà forma, consentiteci di riannodare i fili con un passato glorioso e gioioso, quello di 22 anni fa.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In ogni caso, senza Niccolini e con Cunico fuori dal campo, dei veterani della Serie D rimarreste davvero in pochi… «Il calcio è anche questo. Purtroppo ancora sotto contratto siamo in pochi: io, Petkovic, poi Mazzocco, Ilari e Petrilli. Mi spiace per tutti quelli che non sono rimasti qui, due anni fa si era costruito un gruppo formidabile, ma cambiando le stagioni, e alzando l’asticella degli obiettivi, è normale che anche la rosa possa essere rivista. Anche tra i giocatori dell’ultima stagione, mi pare di capire, molti prenderanno altre strade». Ha la sensazione che a Padova si stia aprendo un nuovo ciclo? «Non direi che la situazione sia cambiata così tanto. È vero, quando se ne vanno un allenatore e un direttore sportivo, e nello stesso momento arrivano due persone a rilevarne i ruoli, il cambio è importante e si sente. Ma ciò non significa, secondo me, voltare pagina del tutto: spero che le decisioni della società ci portino a migliorare ancora quanto di buono fatto in questi due anni».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ha mai avuto modo di conoscere Zamuner prima d’ora? «No. Ne ho sempre sentito parlare nell’ambiente, prima come procuratore e negli ultimi tempi come direttore sportivo, ma non mi è ancora capitato di incontrarlo». Teme di dover salutare la piazza, arrivati a questo punto? «Il timore c’è sempre, per ogni calciatore ogni estate è una sorta di limbo tra passato e futuro. Di certo mi dispiacerebbe molto se, nonostante un altro anno di contratto, tutto si concludesse qui. A Padova ho vissuto due stagioni bellissime, ho conquistato una promozione al primo anno e nell’ultima stagione, insieme ai compagni, siamo arrivati ad un passo da un grandissimo obiettivo». Pensa di poter essere ancora utile alla causa biancoscudata? «Diciamo che il mio contributo credo di averlo dato e, avendo ancora un anno di contratto, ripeto, spero di poter continuare a vestire questa maglia. Se sarà il caso, però, mi metterò alla ricerca di una soluzione diversa».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Avrà trascorso una vacanza di certo rilassante. Ma la testa, c’è da giurarci, almeno qualche volta l’avrà portato a controllare il telefono cellulare, alla ricerca di chiamate che, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, non sono mai arrivate. Matteo Dionisi, rientrato proprio nelle ultime ore dalle vacanze trascorse insieme alla fidanzata e alla famiglia del fratello Federico, attende di sapere cosa sarà del suo futuro. Avendo un altro anno di contratto, dovrebbe essere certo di far parte anche nella prossima stagione della rosa del Padova, e invece non è affatto scontato che ciò avvenga. E nessuno, né il nuovo direttore generale Giorgio Zamuner né il tecnico Oscar Brevi, l’ha ancora chiamato per parlare di programmi. «Io non ho sentito nessuno», confessa Dionisi, «e quindi non so ancora niente. Sinceramente, per questo, non saprei cosa dire: rimango in attesa, aspetto di sapere che cosa decideranno su di me. Nemmeno il mio procuratore è stato contattato: so che dei miei compagni qualcuno è già stato chiamato, ma per discutere dei rinnovi di contratti in scadenza. Forse, avendo ancora un anno, è per questo che non mi è ancora giunta alcuna telefonata».

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Novità in vista anche per lo staff tecnico della scorsa stagione. Fabrizio De Poli è in trattativa con la neopromossa Leganes, salita nella Liga spagnola dopo il secondo posto conquistato nella passata stagione. De Poli ha incontrato nei giorni scorsi a Milano intermediari legati al club iberico, le parti si riaggiorneranno presto. Per quanto riguarda Carmine Parlato, l’ex allenatore del Padova si trova in questi giorni in Campania. Ufficialmente in ferie, ma ci sarebbe stato anche un sondaggio della Nocerina, che ha appena riacquisito la Serie D. Da valutare se ci saranno sviluppi. A Cittadella , intanto, la trattativa per Simone Pasa è in dirittura d’arrivo e manca solo la firma. E si cerca anche un vice Alfonso. Tra i nomi circolati anche quello di Sala (Ternana). Per l’attacco la prima scelta è Litteri (Latina), piace pure Arrighini (Cosenza). Non escludere il ritorno di Piovaccari , anche se Marchetti solitamente non si scalda troppo di fronte a questo tipo di operazioni.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La settimana entrante sarà decisiva per capire il futuro di Marcus Diniz. Il difensore brasiliano rientrerà dal Sudamerica e si prepara a incontrare il dg Giorgio Zamuner per il rinnovo con adeguamento promesso dalla società. Se tutto andrà per il verso giusto, Diniz rinnoverà per un ulteriore stagione e rimarrà biancoscudato. Altrimenti per lui si spalancheranno con ogni probabilità le porte del Vicenza, che attende al varco il Padova prima di sferrare l’eventuale offensiva decisiva. Su Diniz ci sono anche Avellino, Sochaux e Spal, anche se la pista vicentina è quella che scalda di più il cuore del giocatore. La conferma di Diniz aumenta le possibilità che resti a Padova pure Fabiano . I due sono molto amici, sul campo si intendono a meraviglia e nelle ultime ore le quotazioni di Fabiano sono in aumento. Ancora non è detto che ci sarà la conferma, ma l’aria che tira è questa.




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