Live 24! Padova, secondo giorno di riposo: da domani si pensa alla Tim Cup

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) Mentre dall’altra parte del mondo il Melbourne Victory di Mario Biasin si è preso la soddisfazione di battere ai rigori la Juventus (anche se la formazione dei bianconeri era infarcita di giovani) nella International Champions Cup, a Pieve di Cadore continua il ritiro della formazione alabardata. Dopo la partitella in famiglia di ieri, mercoledì la Triestina sarà impegnata in un triangolare contro la Spal e la Rappresentativa Cadore: si giocherà sul campo di Auronzo con inizio alle ore 17. A fine ritiro invece, sabato 30 luglio, amichevole a Treviso contro la squadra locale (inizio ore 20.30). Da agosto poi l’Unione lavorerà sul campo di Prosecco. Il primo impegno ufficiale sarà quello in Coppa Italia del 21 agosto, mentre il campionato di serie D inizia domenica 4 settembre. Quanto al mercato, per oggi è attesa la firma di Matteo Serafini, che poi dovrebbe raggiungere in ritiro in Cadore i nuovi compagni. Dovrebbe arrivare in prova anche un altro terzino 1998, e forse anche un altro under centrocampista. Nel frattempo in ritiro stanno convincendo i portieri Radikon e Consol (ma nulla di definitivo è ancora deciso) e sta facendo bene anche Marchiori, la cui qualità del resto non si discute ma che è stato sfortunato negli ultimi anni per una serie di infortuni: se sarà confermato, ci sarà gran concorrenza con i difensori centrali Aquaro e Leonarduzzi. In rialzo le quotazioni di Gianluca Maran, figlio dell’ex allenatore alabardato Rolando, che potrebbe essere un valido rincalzo. Pare che l’attaccante Carbonaro si sia riofferto alla Triestina dopo aver visto svanire il sogno Lumezzane, ma dopo l’ingaggio di Dos Santos per lui la porta pare ormai chiusa.

Ore 22.30 – (Il Piccolo) Dopo cinque giorni di lavoro a Pieve di Cadore, il tecnico della Triestina Antonio Andreucci non solo traccia un bilancio positivo di questo inizio preparazione, ma ammette esplicitamente che la società gli ha consegnato una rosa già quasi al completo (manca davvero pochissimo) e soprattutto altamente competitiva: insomma l’Unione è pronta a un campionato di vertice. Andreucci, è soddisfatto della rosa allestita da Milanese? Mi sembra chiaro che ci sono ragazzi che hanno esperienze importanti, che in questi giorni mi hanno dimostrato il loro valore anche come persone: si sono messi a disposizione con entusiasmo su quello che ho chiesto, ma anche del progetto e della maglia. È il primo passo per costruire qualcosa di valido. Si può dire che la Triestina è stata costruita per sostenere un campionato di vertice? Non è che si può, lo dobbiamo assolutamente dire che questa Triestina ha voglia di fare bene e ha ambizioni per una stagione di vertice. Non si può nascondersi dietro un dito, perché farlo? Detto questo, non bisogna neppure dimenticarsi che ci sono anche gli altri e che la serie D è un campionato molto impegnativo. E per gli obiettivi importanti servono anche altre qualità. Quali? Quando uno si prefissa una stagione importante, serve tanta umiltà e poca presunzione. E la consapevolezza che in ogni partita gli avversari daranno il loro meglio contro la Triestina. Gli obiettivi si raggiungono scalando le montagne e noi siamo appena all’inizio. Intanto questi primi giorni di lavoro come sono andati? Bene, perché prima di tutto avevo chiesto disponibilità ai ragazzi: qui ci sono molti giovani in prova per farsi vedere, quindi non è sempre scontato lavorare bene, ma stiamo riuscendo a farlo e sono soddisfatto di questo inizio. Poi abbiamo iniziato anche a lavorare sul piano tattico, per mettere solide basi e compattezza al nostro sistema di gioco. Cosa manca ancora? Già ci sono dei ragazzi in prova, alcuni interessanti, direi che ancora manca a sinistra un terzino 1998 per essere del tutto coperti, visto che in quel ruolo c’è solo Langwa. Anche Brandmayr è interessante, ma in prospettiva. E gli under servono perché comunque ne devono giocare quattro. Comunque balza agli occhi di tutti che Milanese sta lavorando bene e ha rispettato tutto quello che ci si era proposti quando si è iniziato il progetto. Come far coesistere questi attaccanti di gran livello? Forse Serafini è il più adatto a giocare dietro le punte? Serafini è un giocatore universale che ha grandi qualità tecniche in fase offensiva, però al momento qui a Pieve di Cadore non c’era. Io sto lavorando con quelli che ci sono e sono contento di quelli che ho: França, Bradaschia e Dos Santos stanno facendo bene. Se poi arriverà anche Serafini, valuteremo , verificheremo giorno per giorno. E in ogni caso non sottovaluterei Bradaschia, che per questa categoria ha la grande qualità di saltare l’uomo. L’età media elevata di alcuni attaccanti non preoccupa in un campionato così lungo? Anzi, in questa categoria l’esperienza ha un valore immenso. E poi stiamo parlando di giocatori che fisicamente stanno bene e lo scorso anno hanno fatto tanti gol. Quindi non credo proprio che ci saranno dei problemi. Quanto tempo ci vorrà per vedere la Triestina di Andreucci? Non è una questione della Triestina di Andreucci, è il fatto che occorre fare esperienza e un percorso insieme: siamo una squadra quasi interamente nuova e ci vuole ovviamente del tempo. Bisogna conoscersi bene, io devo valutare i ragazzi anche caratterialmente, abbiamo quaranta giorni fino all’inizio del campionato e dovremo essere bravi a farci trovare pronti.

Ore 22.10 – (Alto Adige) L’asticella anagrafica è posta appena sotto la fettuccia dei 25 anni. Il “giovane” Alto Adige, edizione 2016-2017, è pronto. Anzi, quasi pronto, visto che per chiudere il registro degli acquisti, l’ad Pfeifer deve ancora annotare 2 voci in entrata: quella del difensore centrale e di un esterno offensivo. Una volta iscritti queste due nuovi voci di spesa, si potrà dire che il roster biancorosso, consegnato a mister Viali, avrà cambiato per il 50% la sua fisionomia rispetto a quello della passata stagione. Attualmente, infatti, sono 9 i volti nuovi, numerica destinata a completarsi con gli ultimi 2 arrivi. A proposito di questi 2 nuovi colpi di mercato, è sfumato il nome di Rosafio che, dopo qualche giorno di prova in Val Ridanna, è andato ad ingrossare le fila della Juve Stabia. Marco Baldan, difensore di proprietà del Perugia, sta invece continuando a lavorare con il gruppo sperando di convincere tecnico Viali e ds Piazzi. Emozioni che popolano la mente anche dell’argentino Juan Manuel Iurino (classe ’90 cresciuto nel Velez Sarsfield), che si è fatto notare nelle due amichevoli. Per l’argentino, però, ci potrebbero essere problemi di tesseramento (di natura burocratica) per cui Piazzi potrebbe “girarlo” ad una società “vicina” (il Dro?) per poterlo inserirlo in organico nella prossima stagione. In attesa di completare la lista della spesa, l’Alto Adige si è fatto apprezzare per quanto espresso nelle prima due uscite con Genoa e Verona. «Personalmente sono contento – dice il ds Piazzi – perché vedo che c’è un’idea di gioco, un concetto che ritengo debba essere quello giusto per una squadra come l’Alto Adige. Un progetto di gioco intenso, che esprime voglia di aggredire la partita e non gestirla. Concetti che se espressi puntualmente daranno ai tifosi la soddisfazione di andare allo stadio e vedere 11 giocatori affamati, in grado di scatenare tutte le energie a disposizione. Sono queste le caratteristiche, voglio ricordare, che ci hanno permesso fare campionati di alto livello, facendoci sfiorare la serie B. A mio avviso sta tornando il nostro grande calcio. Ho buone sensazioni». La sintesi delle prime due amichevoli è data dalla notevole determinazione evidenziata soprattutto dai più giovani. Motivazioni che, c’è da augurarsi, rappresentino il leit motiv della prossima stagione. «E c’è di più – continua Piazzi – bisogna anche aggiungere la voglia di stupire, di fare qualcosa di importante, che questo gruppo ha insita nella mente e nelle gambe e che, sono sicuro, verrà subito fuori. Per ottenere dei risultati importanti l’Alto Adige dovrà giocare al 110%, esprimendo sempre qualcosa in più di quello che vale. Sarà un campionato difficile perché saranno presenti formazioni costruite con budget superiori ai nostri. Faremo dell’organizzazione di gioco, dell’intensità e della voglia di vincere quelle componenti che ci permetteranno di superare questo gap». A un mese dall’inizio del campionato ancora poco (molto poco) è dato sapere circa la composizione dei gironi. «Tutto può succedere – conclude Piazzi – anche perché mancano 10 squadre all’appello. Spero solo che non elaborino un girone solo del nord, perché in quel caso diventerebbe veramente un raggruppamento di ferro».

Ore 21.50 – (Gazzetta di Mantova) La prima amichevole stagionale ha purtroppo lasciato strascichi in casa biancorossa. Il giovane centrocampista Boccalari, infatti, ha subìto la frattura del quinto metatarso del piede sinistro e dovrà quindi stare fermo per circa quaranta giorni. Non preoccupa invece Aldrovandi (altro ragazzo della Berretti aggregato alla prima squadra), vittima di una botta al ginocchio. Una lieve distorsione al ginocchio ha fermato anche l’attaccante Marchi, che stamani sarà visitato dall’ortopedico biancorosso Zanini. La squadra, dopo al giornata di riposo di ieri, riprenderà ad allenarsi oggi con due sedute (mattino alle 9, pomeriggio alle 17.30) al Martelli. Stessa razione di lavoro è in programma domani. Mercoledì, invece, dopo l’allenamento mattutino, nel pomeriggio (ore 18) Caridi e compagni giocheranno allo stadio la seconda amichevole stagionale. Sparring partner di turno sarà una selezione di giocatori bresciani di Promozione e Prima categoria, “capitanata” dall’ex biancorosso Davide Bersi. Doppie sedute di lavoro saranno svolte anche giovedì e venerdì, mentre sabato pomeriggio (ore 17) il Mantova giocherà al Martelli contro il Darfo Boario di serie D.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Per il Mantova si apre un’altra settimana importante sul mercato. Dopo i ritorni di Boniperti e Siniscalchi, l’obiettivo della società è adesso quello di riportare in biancorosso anche il 33enne regista Matteo Paro. Ieri c’è stato un contatto fra le parti che ha rotto gli indugi degli ultimi giorni e ha in pratica dato il là all’inizio di una vera e propria trattativa. Oggi o al più tardi domani si entrerà nel vivo della discussione e la speranza è quella di chiudere, in un senso o nell’altro, entro giovedì o venerdì. Per concretizzare l’eventuale ingaggio di Paro, però, il Mantova dovrà necessariamente riuscire a cedere qualcuno dei giocatori che non rientrano nei piani di mister Prina. Su questo fronte si attendono a breve sviluppi per Perpetuini, che ha già scartato diverse soluzioni proposte dalla società e per il quale adesso è arrivata anche un’offerta (munifica) dalla Carrarese, che sta allestendo una buona squadra e ha ingaggiato anche l’ex biancorosso Floriano. Per quanto riguarda gli altri calciatori in lista di cessione, per Momentè (che l’Albinoleffe potrebbe riprendersi in caso di ripescaggio) c’è stato un contatto con il Siena, mentre a Tripoli si è interessata (dopo Ancona e FeralpiSalò) anche la Reggina. Per ora non ci sono state offerte invece per Sereni e De Respinis. La Virtus Vecomp vorrebbe il giovane Donkor, che ha ben impressionato nella prima amichevole stagionale. Tornando al fronte arrivi, c’è da dire che si è sbloccata con il Napoli la questione relativa al 22enne esterno sinistro Giuseppe Nicolao. L’ex Melfi da oggi si allenerà agli ordini di mister Prina e firmerà dopo qualche giorno il contratto che ne segnerà il passaggio all’Acm a titolo definitivo. In giornata sarà ufficializzato poi l’ingaggio (in prestito) del 22enne esterno destro Andrea Bandini. All’Inter in cambio andrà la punta classe 2004 Lamine Savane. Al Mantova è stato offerto ieri il 25enne portiere Matteo Vaccarecci (3 presenze nel Cittadella), ma la società preferisce insistere con il Crotone per avere il 21enne Luca Maniero, ex Pordenone. In prospettiva, per completare la rosa, il Mantova avrà poi bisogno di puntare su uno o due difensori, su almeno un altro esterno di centrocampo e su un attaccante. La società – come ha spiegato anche mister Prina nei giorni scorsi – non si farà comunque prendere dall’ansia e attenderà eventuali occasioni che si presenteranno ad agosto sul mercato. Di certo al Mantova piace fra gli altri il profilo del 25enne difensore Cesare Ambrosini, che nell’ultima stagione ha giocato 23 partite in serie B nel Como.

Ore 21.20 – (Gazzetta di Modena) Un’altra giovane punta alla corte di Pavan: si tratta di Riccardo Ravasi, a sorpresa in distinta nell’amichevole di ieri ed anche in campo dall’inizio della ripresa. Nato a Cantù il 9 dicembre 1994, Ravasi è un attaccante duttile, capace di ricoprire sia il ruolo di centravanti sia quello di seconda punta o esterno del tridente. Il suo cartellino è di proprietà del Verona, club dal quale il Modena lo rileverà in prestito per una stagione. Nella sua ancora giovane carriera vanta 70 presenze in Lega Pro, nove delle quali da gennaio a maggio con la maglia della Pro Patria, ma in tutto appena 3 gol. Dunque un altro giocatore che cercherà di rilanciarsi provandosi a mettere in luce con la maglia del Modena. Rimpolpata la rosa con tanti giovani, ora il ds Pavarese andrà a caccia di esperienza, iniziando a piazzare anche alcuni esuberi. Perché il Modena, ora, è davvero un gruppo troppo numeroso, che necessità di meno giocatori e più qualità. Di certo ci sono giocatori a sufficienza per la sfida in famiglia Modena A-Modena B, in programma alle 17 di mercoledì, ultima amichevole del ritiro prima del debutto di domenica al Braglia (ore 18) in Tim Cup con il Francavilla in Sinni.

Ore 21.10 – (Gazzetta di Modena) Sotto una pioggia battente degna di un anticipo d’autunno, si è conclusa la terza amichevole disputata dal Modena ieri sul campo Lotta, che ha visto trionfare la formazione di Pavan su quella del Rolo di Ferraboschi, con il risultato di tre reti a zero. Ma non è al celebre detto “partita bagnata, partita fortunata” cui fa appello il mister canarino per commentare la buona prestazione dei suoi ragazzi. “Anche oggi la squadra ha disputato un ottimo test – ha detto Pavan – la prestazione è stata positiva, così come l’atteggiamento. Non posso che fare i complimenti ai ragazzi, perché mi hanno dimostrato sul campo quello che abbiamo provato durante gli allenamenti. Stanno lavorando sodo e rispondendo bene a quello è che il primo obiettivo che mi sono dato: creare un bel gruppo, unito, forte e che abbia voglia di correre per questi colori. Non sarà facile riavvicinare i nostri tifosi, e infatti di promesse non ne faccio, se non quella di una squadra che desideri dare sempre il massimo”. Quanto al modulo adottato anche ieri dal mister, il 4-3-1-2, Pavan ammette che è la base da cui partire, seppur non escludendo un cambio di rotta: “Il modulo di base è quello, ma a seconda dei giocatori che arriveranno, mi lascio aperta la possibilità di provare altre soluzioni”. In merito invece alla partita di Coppa Italia, che vedrà impegnati i canarini contro il Francavilla In Sinni, domenica al Braglia alle 18, Pavan ammette di non aver ancora pensato ad una formazione tipo: “Scenderanno in campo i giocatori che staranno meglio. Sarà un match difficile, ecco perché oltre all’aspetto fisico e tattico, cercherò di lavorare soprattutto sulla testa e sull’atteggiamento dei giocatori”.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Anche per il neo vicepresidente granata Stefano Compagni la gara della Reggiana con la rappresentativa del Torneo della Montagna ha significato il debutto in quel ruolo dopo aver lasciato a Mike Piazza lo scettro di presidente. A parte il risultato di 13-0 è saltato all’occhio il grande pubblico presente sugli spalti ed il grande affetto per questa squadra. «Ad essere sincero è stata una sorpresa anche per noi – ha detto Compagni – però in città si sentiva crescere l’entusiasmo da giorni. Tra le possibili ragioni credo ci sia quella di un tecnico che sa trascinare e che parla di calcio con noi dirigenti anche fino a mezzanotte, oltre ad essere una persona molto determinata ed esigente». Il presidente Piazza, nonostante la distanza fa sentire la sua presenza. «Non sarà solo una risorsa economica in quanto si tratta di un campione nonché di un uomo di sport: lo vediamo dai video che ci manda dagli Usa e sappiamo della sua volontà di far bene e poi, appena gli sarà possibile, credo che sarà molto più presente qua di quanto si pensava all’inizio».

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) Il presidente della Reggiana Mike Piazza è entrato nella “Hall of fame” del baseball nel corso di una cerimonia che si è svolta ieri a Cooperstown, nello stato di New York,. Un evento, in diretta tv, che lo ha trasformato in una leggenda di questo sport, molto popolare oltre Oceano. La cerimonia è stata seguita in streaming anche da tanti tifosi della Reggiana, orgogliosi di avere per presidente una celebrità che sta mostrando grande attaccamento alla squadra che ha comprato. Mike Piazza ha preso parte alla cerimonia con un vestito che gli è stato fatto su misura da Oscar, la boutique di Galleria Cavour che fornisce le divise ufficiali alla Reggiana. L’abito, realizzato a tempo di record, gli era stato consegnato a Milano poco prima che si imbarcasse per gli Stati Uniti. Nella conferenza stampa che ha preceduto l’ingresso nella “Hall of fame” l’italoamericano ha parlato anche della Reggiana e di Reggio. Ha detto di aver comprato un club, che non sa se diventerà «come il Manchester United», ma che comunque «è una grande opportunità». Piazza ha ricordato agli americani che Reggio è la città del padre di Kobe Bryant. Ha definito Reggio «una bella città, piena di passione, a un’ora da Milano» e ha parlato del suo investimento nel calcio come di «una sfida» e «un business». Nel suo discorso ufficiale Piazza ha ringraziato tutte le persone che sono state importanti nella sua strepitosa carriera nel baseball e poi si è soffermato sui genitori, i fratello, la moglie Alicia, e i tre figli. «Grazie all’Italia per avermi fatto il dono di mio padre», ha detto in italiano dal palco. Il presidente granata si è commosso in diverse occasioni, tra l’altro quando ha ricordato l’11 settembre 2001 e l’eroismo dei soccorritori in quel tragico giorno, «che ha cambiato per sempre le nostre vite». L’ex ricevitore dei Mets ha detto che gli anni a New York sono stati i più importanti della sua vita e ha ringraziato i tifosi per l’amore che gli hanno sempre dimostrato. In questo periodo di grande popolarità mediatica Piazza non ha mancato di parlare della Reggiana e nella trasmissione “Jimmy Kimmel live” ha anche esibito una maglietta granata. Sui social il presidente ha mostrato la nuova maglia da trasferta della Sportika e non manca mai di rivolgere un pensiero ai giocatori e ai supporter. Piazza ha promesso di tornare spesso in Italia e sicuramente sarà vicino alla Reggiana nelle prossime settimane. Non c’è ancora una data ufficiale per il suo ritorno, ma non dovrebbe mancare molto.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Marco Guidone ha bagnato il suo debutto in maglia granata calando un poker di gol, un buon viatico per l’inizio del campionato dell’ex Santarcangelo che si mette in gioco per la prima volta, a 30 anni, in una squadra blasonata come la Reggiana. Quattro gol, un bel biglietto di presentazione a tifosi e società. «Per un attaccante segnare è sempre importante, anche se in amichevole, per prendere subito il feeling col gol. Dai, è stato un buon test che ha detto che stiamo lavoriamo bene». Si lavora bene ma anche tanto pare di capire. «Sì, ma ci fa bene adesso perché abbiamo bisogno di fare tanto fondo quindi ci sta di essere un po’ affaticati». Come ha reagito quando ha saputo che la Reggiana avrebbe presso Ettore Marchi per l’attacco? «L’ho preso come uno stimolo perché una squadra come la Reggiana è logico che debba avere più attaccanti importanti ma sono sereno e vado avanti come ho sempre fatto». Nella prima uscita è stato dirottato sulla fascia destra: ruolo inedito? «Mi ha voluto provare lì ed io mi adatto sempre, poi penso di non aver fatto malissimo anche se i giudizi deve darli il mister». Perché è arrivato solo a 30 anni in un club ambizioso? «Forse la mia maturazione è arrivata tardi, per colpa mia o per episodi sfortunati, o forse perché il mio destino era di arrivarci a 30 anni ma sono pronto ad affrontare un campionato importante». Ha visto quanto pubblico per una partita amichevole lontana da Reggio? «Dicevo ai miei compagni che l’anno scorso a Santarcangelo tanta gente così l’ho vista sommando tutta la stagione».

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Questi sono giorni in cui il ds della Reggiana Andrea Grammatica dovrà operare delle scelte importanti per quello che riguarda il mercato estivo. Da alcuni giorni è salito infatti in ritiro a Villa Minozzo il centrocampista Simone Calvano, di proprietà dell’Hellas Verona, società con la quale Grammatica sta trattando l’eventuale approdo alla Reggiana. Calvano in questi giorni si sta allenando agli ordini del tecnico Leonardo Colucci grazie al nulla osta fornito dalla società scaligera e, sarà quindi l’allenatore granata a fare le sue valutazioni sul centrocampista che, nella prima uscita stagionale di sabato ha ben figurato. L’obiettivo principale per il centrocampo però risponde sempre al nome di Federico Angiulli, che la società vorrebbe riportare in granata, anche se questa operazione sarà piuttosto lunga e potrebbe concludersi solamente negli ultimi giorni di mercato quando il giocatore, che è di proprietà del Benevento, capirà quello che potrà essere il suo reale spazio in Serie B con la compagine campana. L’eventuale arrivo di Calvano, in attesa di Angiulli, va proprio nell’ottica di poter dare a mister Colucci delle alternative nella zona nevralgica del campo, in questo momento carente a livello numerico, senza considerare che Paolo Bartolomei, in questo momento il perno del centrocampo, ha offerte dalla B. Si continua a lavorare anche per completare l’ultimo tassello del reparto avanzato, con Cesarini, svincolato dal Pavia, che è sempre più vicino. Se non dovesse arrivare Cesarini il ds potrebbe buttarsi alla ricerca di Maikol Negro, esterno offensivo classe 1988 in uscita dalla Casertana che nella passata stagione ha collezionato 19 presenze e 8 gol. La Reggiana è inoltre sempre alla ricerca di un forte difensore centrale.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ultimi affari, oggi è il giorno chiave. Il Pordenone, rientrato in città dopo il duro lavoro svolto in ritiro ad Arta Terme (Ud), inizierà la settimana chiudendo l’operazione che sistemerà il centrocampo. Al De Marchi è atteso infatti Sergiu Suciu, il puntello della mediana fortemente voluto da Bruno Tedino. Gli intoppi burocratici che bloccavano il trasferimento del rumeno sono stati risolti nel fine settimana e ora tutto si sistemerà con la firma sul contratto. Suciu sarà del Pordenone a titolo definitivo, dopo aver rescisso il contratto che lo legava al Torino. Per lui un impegno biennale in riva al Noncello: sarà neroverde fino al 2018. Sempre oggi, poi, arriverà l’addio ufficiale di Matteo Mandorlini, dopo la “fuga” dal ritiro montano di dieci giorni fa. Il Pordenone e il centrocampista ex Pisa si saluteranno con una stretta di mano, dopo qualche tensione generata dalla scelta del giocatore di cambiare aria all’improvviso. Sarà rescissione consensuale, con un assist al Padova. Mandorlini, infatti, una volta risolto il suo rapporto con il Pordenone firmerà per la società biancoscudata (biennale). Il figlio d’arte è già in ritiro da qualche giorno agli ordini del tecnico Oscar Brevi. PARODI – A fine settimana, invece, il Pordenone conoscerà Giulio Parodi, il baby-gioiello che arriverà dalla Juventus. La tournée australiana dei campioni d’Italia sta infatti volgendo al termine e una volta atterrato a Torino Parodi viaggerà immediatamente verso Pordenone. Il difensore classe 1997 andrà a rinforzare il pacchetto arretrato del Pordenone. Un talento da sgrezzare, ma dal futuro luminoso. A conferma di ciò, Parodi ha esordito sabato con la maglia della Juventus (prima squadra). È subentrato al più esperto Rugani nella ripresa di Juventus-Melbourne, amichevole persa dai bianconeri di Max Allegri ai calci di rigore. Per lui alcuni buoni interventi e il piglio del giocatore vero. Il Pordenone lo attende. AL LAVORO – La maggior parte dei colpi è già andata a segno, ma lo staff di mercato neroverde non andrà ancora in vacanza. Bruno Tedino, infatti, vuole ancora un terzo portiere (non si punterà sul classe ’94 Rigo, aggregato al ritiro, ma destinato a lasciare la truppa) e un terzino destro giovane per completare la rosa. Se ne saprà di più nelle prossime settimane. C’è poi da sfoltire l’organico. Sembra tramontata, in questo senso, la pista che poteva portare Francesco Finocchio a Padova. Nessuna offerta anche per Nicola Valente, altro elemento in esubero. Infine i colpi degli altri. Il migliore della settimana l’ha messo a segno l’Alessandria, che ha preso l’attaccante argentino Pablo Andrés Gonzalez. L’ex neroverde De Cenco confermato al Trapani in B.

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mentre i ramarri rientrati dal ritiro di Arta Terme godono i due giorni di riposo concessi da Bruno Tedino, in Lega Pro ricomincia il carrozzone dei ricorsi avverso le decisioni del consiglio della Figc che ha estromesso dalla categoria le società che non hanno passato l’esame della Covisoc. CAMPIONATO AVVOCATI – Fra le più attive la Paganese che ha depositato il suo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni che lo discuterà il prossimo 28 luglio. Ben più impegnativa l’azione del Como (fresco retrocesso dalla serie B). I lariani avevano passato l’esame della Covisoc, ma sono poi stati dichiarati falliti dalla procura di Como. Con un nota emessa ieri il presidente Pietro Porro ha fatto sapere che la sua società si trova in totale disaccordo con la sentenza della procura e che, avendo dimostrato per tabulas che la continuità aziendale per cominciare e finire la stagione 16-17 non è in pericolo (status confermato appunto dalla Covisoc) depositerà reclamo verso la stessa presso la Corte di Appello di Milano. Agli avvocati il lavoro non mancherà mai. MODELLO PORDENONE – Anche quest’anno quindi si andrà avanti sino a fine estate con la spada di Damocle di un inizio di campionato senza la certezza di avere ai nastri di partenza le giuste concorrenti e con procedimenti processuali ancora in corso. Per fortuna il Pordenone in questa estate è lontano da problemi economici e di disciplina sportiva. Dopo aver pagato mezzo milione di euro per evitare il ritorno in Lega D la scorsa estate, in questa la società neroverde è stata fra le prime a ricevere il visto per l’iscrizione in Lega Pro dalla Covisoc grazie all’osservanza di tutti gli obblighi richiesti da Lega e Federazione nel corso della passata stagione e e al momento dell’invio della documentazione di supporto per la richiesta d’iscrizione al torneo 16-17. Serietà e stato di salute che hanno anche facilitato la campagna di rafforzamento condotta nelle settimane scorse da Bruno Tedino, Matteo Lovisa e Denis Fiorin. Quasi tutti i giocatori che i tre hanno contattato hanno dato risposta positiva. Non solo: le grandi società (Juventus in testa) mandano volentieri i loro giovani a maturare al De Marchi. Nell’ambiente si comincia a parlare di “modello Pordenone” come ai tempi di Cirielli-Zanussi (primi anni ’60) quando la società dominava a livello giovanile e aveva in atto un accordo di collaborazione con la Juventus. RIPRESA – I ramarri riprenderanno ad allenarsi domani al De Marchi. Giovedì alle 18 a Maniago sosterranno un’impegnativa amichevole a Maniago (inizio alle 18) contro la formazione Primavera dell’Udinese. Domenica infine inizieranno gli impegni ufficiali della stagione 16-17 con il primo turno di Coppa Italia dei “grandi”, oggi chiamata Tim cup. Avversario del Pordenone (senza gli squalificati Suciu e Burrai) sarà il Grosseto in gara secca al Bottecchia. Chi vincerà andrà poi ad affrontare la Ternana al Libero Liberati di Terni sette giorni dopo.

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Riprende la corsa all’abbonamento: oggi dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. In casa Pordenone è partita davvero a gonfie vele. Sino a mercoledì è riservata alle prelazioni dei “vecchi” abbonati. Da giovedì sarà vendita libera. Il primo giorno la campagna di sottoscrizione ha fatto registrare un autentico boom: 70 tessere in una volta sola. In altre parole, quasi l’intero bottino di tutta la stagione 2014-’15, la prima in Lega Pro, quando il computo totale degli abbonati si fermò a quota 100. Andò meglio l’estate scorsa, quando quella cifra fu raddoppiata. Ma forse non abbastanza per esaudire i desideri della dirigenza, allora reduci dagli sforzi economici (500 mila euro) per ottenere il ripescaggio. Stavolta la società è stata chiara. L’obiettivo è arrivare a 400 abbonati. Traguardo ambizioso, si dirà, Può essere, ma l’inizio fa decisamente ben sperare. I prezzi sono lievitati rispetto a un anno fa: vanno dai 130 euro della gradinata ai 300 della tribuna centrale. Ma sono previste riduzioni in tutti i settori per gli under 25 e gli over 65, e sconti per le famiglie. I tifosi più generosi possono sottoscrivere la card “Pn member”: costa mille euro, ma da accesso all’area hospitality e garantisce diversi altri vantaggi: in primis un posto in poltronissima. Chi si abbonerà entro sabato, potrà assistere all’esordio in Tim cup del giorno successivo con il Grosseto pagando solo 1 euro. Chi lo farà entro il 13 agosto riceverà in omaggio la tessera per vedere gratis in streaming le gare in trasferta.

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Da domani di nuovo allenamenti, probabilmente intervallati da un test amichevole con la Primavera dell’Udinese (giovedì a Maniago), quindi domenica (alle 20.30) l’esordio ufficiale nel primo turno della Tim cup, la coppa Italia delle big. Cammino. La squadra di Bruno Tedino attende il Grosseto, ambiziosa società di serie D. Con qualche speranza di essere ripescata in Lega Pro già quest’estate. Si giocherà in gara unica al Bottecchia. Chi passa affronterà la Ternana, del nuovo allenatore Christian Panucci, domenica 7 agosto. Il cammino prevede poi Cesena, Empoli, Sassuolo ed eventuali quarti di finale con la Roma. Sognare non costa nulla. Anche sulla scia della recente impresa dell’Alessandria, la scorsa stagione compagna di viaggio del Pordenone nel girone A di Lega Pro, che si è spinta sino alla doppia semifinale con il Milan. Rivali. Il Grosseto ha comunicato proprio in queste ultime ore l’ingaggio dell’attaccante Vito Falconieri (classe ’86), la scorsa stagione alla corte di Mauro Zironelli all’Altovicentino in serie D. Si tratta dell’ultimo acquisto in ordine di tempo di una campagna estiva mirata a costruire una rosa in grado di primeggiare in Interregionale (in cui già la scorsa stagione i toscani hanno sfiorato la promozione, arrivando secondi alle spalle della Viterbese) e allo stesso, qualora ci fosse il ripescaggio, non sfigurare in Lega Pro. Tra gli altri arrivi, anche il portiere della Primavera del Milan, Fabio Cancelli. Il compito di amalgamare bene il tutto spetta al neo tecnico biancorosso Marco Cari, ex Rimini e Martina Franca, che preso il posto di Renzo Orlandi, passato alla Reggina. Precedente. Pordenone in Tim cup. Non è una prima volta. E’ recente l’altra partecipazione dei neroverdi nella coppa Italia che conta: successe nell’estate del 2013. Nel primo turno i neroverdi eliminarono a sorpresa la Nocerina, prima di cedere al Pescara. Stavolta la speranza è di spingersi più in là.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Con l’arrivo del promettente centrocampista Broh-Tonye (classe ’97) dal Sassuolo, ed ex Parma, con cui ha debuttato in serie A, il mercato del Pordenone non può ancora considerarsi concluso. Mancano due tasselli, forse tre. Dipenderà anche dalle occasioni che si presenteranno nei saldi di agosto. Oggi o al massimo domani sarà intanto ufficializzato l’arrivo del centrocampista Sergiu Suciu (classe ’90) di proprietà del Torino. Il giocatore si sta già allenando agli ordini di Tedino, che l’ha voluto fortemente per il suo notevole curriculum in serie B. Categoria nella quale il mediano rumeno vanta 70 presenze con le maglie di Crotone, Juve Stabia e Torino. Potrebbe arrivare in prestito, stessa formula con cui ha militato la scorsa stagione alla Cremonese, anche se nelle ultime ore avanza l’ipotesi di una risoluzione con il Toro: così il giocatore si legherebbe in via definitiva (contratto biennale) al Pordenone. Il club neroverde attende pure il ritorno del difensore Giulio Parodi (’97) dalla tournée australiana con la Juventus. In questo caso nessun dubbio sulla formula: il club bianconero dovrebbe concedere in prestito ai neroverdi il forte centrale, già ribattezzato il nuovo Nesta, per una stagione. Così da permettergli di farsi le ossa con un allenatore abile a lavorare con i giovani come Tedino. Nell’attesa, Allegri lo ha impiegato per un tempo nell’amichevole che la Juventus ha disputato a Melbourne.

Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) Un carico di gol. Addirittura 40 in due partite. Numeri che non fanno testo, vista la caratura notevolmente inferiore degli avversari. Ma ciò non toglie che il Pordenone sia tornato dal ritiro di Arta Terme con molte speranze. In particolare per quanto riguarda le potenzialità di un attacco molto rinnovato rispetto all’anno scorso. Ma sulla carta per nulla indebolito. Anzi. Che coppia. E’ partito Strizzolo. E’ arrivato Arma. E assieme a lui Pietribiasi. La coppia dovrebbe essere quella titolare. Con il confermatissimo Berrettoni in grado sia di affiancarli in un tridente, sia di ispirarli arretrando di qualche metro. Qualche numero: Arma ha contribuito alla scorpacciata in Carnia con 8 reti. Alcune delle quali di ottima fattura. E non soltanto di testa, il piatto forte del suo repertorio. Pietribiasi gli è andato a ruota, segnando un poker nella prima uscita con l’Arta-Cedarchis e mettendo la firma pure nella vendemmia con il Bordano. Partita nella quale il mattatore è stato Berrettoni con 4 gol. Che rincalzi. Davanti si è ben coperti. Ma non soltanto perchè i titolari, o presunti tali, offrono garanzie. La novità forse più rilevante emersa nel fresco di Arta è rappresentata dalla forza delle cosiddette seconde linee. I nuovi arrivi Azzi e Raffini, il già testato Martignago: e chi altro se lo può permettere un attacco così ben assortito? Il primo ha confermato di essere brasiliano non soltanto all’anagrafe: dribbling, spunti in velocità, giocate da funanbolo. Parte del tifo neroverde già lo ama. Raffini, giovane su cui il Pordenone ha puntato parecchio, facendogli firmare un triennale, ha impressionato per la facilità nell’andare a rete. Le doti di Martignago già si conoscevano. Averle potute riapprezzare di certo non ha guastato. Chi copre. Disponendo di tanta abbondanza in attacco, vien da preoccuparsi di non sbilanciarsi. Tedino lo è sino a un certo punto. Perchè oltre al tridente, in mezzo al campo sta provando un certo Luca Cattaneo. Idolo del popolo neroverde e giocatore dalle spiccate qualità offensive. E dall’altra parte l’ex juventino Gerbaudo lascia presagire la medesima indole. E allora chi copre? Doppio lavoro per il nuovo regista Burrai, che sembra già calatosi a meraviglia nel ruolo di cervello della squadra. Attesa per l’arrivo di Suciu: il mediano del Torino dovrebbe garantire quella copertura in grado di non soffrire sbilanciamenti di sorta. Senza dimenticare il talento purissimo di Broh-Tonye, abile in entrambe le fasi. Riscontri. Domenica in occasione dell’esordio ufficiale in Tim cup con il Grosseto i primi riscontri ufficiali. Mister Tedino ha concesso alla squadra due giorni di riposo. La ripresa degli allenamenti è fissata per domani. Da verificare le condizioni dell’acciaccato De Agostini. Mentre per Marchi (spalla lussata) si profila un mese di stop.

Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Applausi ed incitamenti ad Asiago per il Bassano. Ospitato per 2 settimane in Altopiano per il quinto anno consecutivo, ha ricevuto il varo ufficiale sul palco centrale del Piazza II Risorgimento. «Siamo molto soddisfatti e già a buon punto con il nostro mercato – ha commentato il dg del Bassano Werner Seeber – Sarò ora il campo a parlare. Già la prossima settimana nella Tim Cup vedremo come è stata la nostra preparazione e se Asiago ancora una volta ci sarà stato di buon augurio». «Sono contento del lavoro fatto – ha aggiunto il nuovo allenatore Luca D’Angelo – Ho scelto Bassano per il programma e gli obiettivi ambiziosi. Speriamo di poter ripagare la fiducia con i risultati già con la prima partita che mi vedrà contrapposto alla mia ex squadra della Fidelis Andria».

Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Luca D’Angelo sorride al triplice fischio. «Ho visto tradotto sul campo ciò che avevo chiesto ai ragazzi – sottolinea – applicazione, voglia di fare e buone trame offensive. Altro in questo momento non mi pare il caso di pretendere. L’infortunio di Stevanin? Finora è stato purtroppo l’unico vero intoppo, non ci voleva ma Filippo è giovane, ha tempra e vedrete che si riprenderà in fretta. Quanto ai giovani ne abbiamo diversi e tutti bravi, per me non sono una sorpresa». Intanto la società ha reso noto che il match in gara secca di Tim Cup con la Fidelis Andria al Mercante si terrà domenica 31 luglio con inizio alle 20.Nel frattempo il video virale coi giocatori giallorossi che ballano sulle note di “Andiamo a comandare”, l’hit estiva resa celebre da Fabio Rovazzi, ha fatto il giro dei social e dei vari siti, oltrechè sbarcare sulle tv locali e nazionali registrando peraltro un successone inaudito con un botto di visualizzazioni complessivo superiore al milione. Un esito piacevole e sorprendente che neanche un risultato prestigioso sul campo riesce spesso a ottenere come riscontro di immagine e visibilità. Quanto al mercato, in queste ore è scosso da un paio di grandi colpi operati da Alessandria e Padova: i grigi hanno firmato con un ricco quadriennale l’attaccante argentino Andrès Gonzalez, 32 anni, per anni perno offensivo del Novara sia in A che in B che in Lega Pro. In Piemonte allestiranno una fuoriserie e altrettanto appronteranno a Padova dove in queste ore stanno chiudendo per Ciccio Tavano, l’ex bomber di Roma ed Empoli con cui far decollare l’attacco biancoscudato. Apprestiamoci a una serie C grandi firme.

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) La rituale, gioiosa vendemmiata di ogni galoppo sull’Altopiano. Finisce tanto a poco come di prassi in queste occasioni, tuttavia Bassano denota apprezzabili movimenti offensivi e una fluidità confortante. Naturalmente i brevilinei Rantier, Minesso e Falzerano sono quelli più in palla ma anche Maistrello, considerando la stazza da bulldozer, è già più reattivo di quanto si potesse immaginare.D’Angelo molto intelligentemente riparte dal canonico 4-2-3-1 dei suoi predecessori, rimescola le carte e sulla fascia mancina orfana di Stevanin (oggi la risonanza magnetica) va dentro l’adattato Laurenti che peraltro si cala subito con successo nella parte. E dunque la prima sensazione di acchito è certamente positiva, poi un’idea un filo più attendibile l’avremo tutti quanti domenica prossima con l’Andria in Coppa. LE RETI. Al 13′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tommy Maistrello svetta e inzucca perentorio, il portiere Antoniazzi si oppone come può e a rimbalzo irrompe Rantier che timbra lo 0-1 da falchetto. Quindi al minuto 23 ancora il francese apparecchia la tavola per l’accorrente Cavagna e l’accorrente inchioda il piattone di giustezza (0-2).Al 27′ si serve il tris: Minesso si mette in proprio e stampa un diagonale mortifero sul palo opposto che non dà scampo ad Antoniazzi. I giallorossi (ieri in maglia blu) scendono a rullo e al 31′ va in onda il capolavoro di Tommy Maistrello che sfonda da centrattacco vecchio stampo.Sull’assistenza pennellata di Falzerano, il biondone si coordina ed esplode un destro al volo di prima intenzione che gonfia il sacco per lo 0-4. Al 39′ di nuovo Rantier azzecca il diagonale al veleno che scandisce la cinquina e prima della pausa sugli scudi ci torna Maistrello il quale tesaurizza la smazzata del solito Falzerano per la mezza dozzina di metà percorso.Quando si riattacca D’ Angelo li cambia tutti e spedisce il terzo portiere Piras tra i pali e il portierino sfoggia subito un paio di paratissime su Sciancalepore, dopodichè Xamin fa tremare la traversa con un siluro da 25 metri. Poi Fanno festa Tronco (che pilota sfera all’angolo da oltre 20 metri), Fabbro (spettacolare volèe di collo ) e pure Sciancalepore che fissa lo 0-9 di freddezza. Munari chiude.IL TIFO. Così l’aspetto davvero più eccitante del pomeriggio lo regalano i supporter giallorossi saliti sull’Altopiano: il Gruppo Grappa nato dalle ceneri degli Ultras Bassano e dei vecchi Boys che accendono la cornice con una raffica di fumogeni e girandoline luminose corredate da cori in sequenza. Giovedì galoppo bis coi Verona Stars ancora in altura e alle 17.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Se persino «Iron Nick» sospira, «Oggi non ho più di 20′ nelle gambe», allora significa che Inzaghi ha davvero spremuto i suoi a Piancavallo. Nicola Ferrari però, fedele al soprannome rimastogli cucito addosso (assieme a «Nick Dinamite») dagli anni d’oro del Verona, non fa una piega e sorride ai suoi primi gol arancioneroverdi, uno all’Aviano e due su rigore al Real Vicenza. «Per un attaccante il gol non ha avversario né stagione – premette il 33enne di Condino (Trento) – ma l’aspetto più positivo è che in queste prime due amichevoli si è già visto un Venezia con una propria identità». Una considerazione non di poco conto, in primis perché Ferrari è l’ultimo arrivato in una squadra da costruire da zero. «A Piancavallo abbiamo lavorato su due fronti, quello del gruppo che sta nascendo tra noi giocatori, e quello calcistico. Stiamo crescendo sul piano fisico e tattico al tempo stesso, ma in campo abbiamo già idee di squadra, su come sviluppare il gioco e sta migliorando l’intesa tra compagni, giorno per giorno sappiamo dove trovarci, come preferiamo ricevere la palla e via dicendo». Finora non si è visto l’acciaccato Geijo: in sede di presentazione lo stesso presidente Tacopina ha detto che Ferrari è stato voluto per giocare in alternativa (nel 4-3-3) o spalla a spalla (nel 4-4-2) con lo spagnolo. «Ho lasciato casa a dieci anni per trasferirmi al Lumezzane, da allora ho fatto tutti i moduli e non ho un’unica preferenza. Certamente sono più legato al 4-3-3 perché da punta centrale ho vinto due campionati dalla Lega Pro alla serie A col Verona. Tuttavia in attacco siamo tanti e abbiano molte soluzioni, questa duttilità ci tornerà utilissima». Il triennio gialloblù con l’Hellas resta probabilmente l’apice in carriera del neo numero 20 lagunare. Potendo cosa regalerebbe al Venezia di quel Verona? «Sicuramente l’entusiasmo, che anche in quel caso era cresciuto cammin facendo, sulla scia dei risultati e delle sensazioni trasmesse alle gente dalla squadra. Ricrearlo, alimentarlo e tenerlo alto qui a Venezia è un nostro obiettivo, una sfida che abbiamo accettato per vincerla». Un’impressione su mister Inzaghi? «Da spettatore immaginavo la sua voglia e il suo essere preparato e meticoloso. Ora che però lo ascolto con le mie orecchie e lo guardo con i miei occhi posso assicurare che «a pelle» trasmette un carisma e una carica enorme».

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia rifiata in attesa di schiarite dalla Lega Pro sul fronte Cernuto, gironi e calendari. Secondo e ultimo giorno di relax, oggi, per il team di Pippo Inzaghi: il tecnico lagunare sabato ha liberato i suoi dopo il 4-0 al Real Vicenza nella seconda amichevole dopo l’8-0 all’Aviano. Due test volutamente morbidi per consentire ai giocatori di immagazzinare il 4-3-3 di partenza e i dettami tattici dell’ex milanista; contro la selezione vicentina-veronese tutti gli arancioneroverdi hanno giocato un tempo eccezion fatta per Modolo, unico a sfiorare i 90′, mentre ai box sono rimasti gli acciaccati Geijo, Garofalo, Chicchiarelli e Cernuto. Quest’ultimo è sempre oggetto di un’incertezza non di poco conto per un Venezia che attende di sapere, dalla Lega Pro cui ha inviato apposita istanza, se il difensore siciliano possa essere considerato «giocatore bandiera»: uno status legittimo avendo iniziato la sua quarta stagione in laguna, ma ostacolato dal diverso numero di matricola dell’attuale Venezia Fc rispetto al vecchio Fbc Unione Venezia. A confidare in una risposta positiva (che consentirebbe di non tagliare il senior ora in esubero rispetto ai 16 imposti dal regolamento) è il ds Giorgio Perinetti, richiesto in serie B nelle scorse settimane dal Bari e nelle ultime ore dal Trapani, orfano del ds Faggiano passato in A al Palermo dopo l’addio di Foschi. «Faggiano ha iniziato con me, sono amico del presidente trapanese Morace che forse sarebbe più tranquillo se lo aiutassi – sorride Perinetti – Tuttavia sanno benissimo che la mia unica intenzione è portare avanti l’importante progetto del Venezia. Mi chiedessero un consiglio lo darei, ma ribadisco che non ho nessuna intenzione di muovermi». Sempre a proposito del Palermo a New York il presidente Joe Tacopina continua a tenere i contatti con il patron rosanero Maurizio Zamparini, messo al corrente dell’interesse dell’imprenditore italoamericano Frank Cascio per l’acquisizione del club siciliano che l’ex patron arancioneroverde è intenzionato a vendere (in corsa anche una cordata cinese). Per il resto si sa che il campionato di Lega Pro inizierà il 28 agosto, mentre il presidente di categoria Gabriele Gravina ha auspicato la pubblicazione dei calendari tra due settimane, lunedì 8. Per arrivare a 60 squadre saranno necessari 12 ripescaggi dalla D, ma è di ieri la rinuncia ufficiale del Campodarsego.

Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) «Per me è un sogno che si realizza». Nicola Sambo è l’unico veneziano del centro storico nell’organico di Filippo Inzago. «Veneziano di Castello, basso per di più». Il portiere ringrazia le nuove normative sull’allestimento delle rose pubblicate dalla Lega Pro, il Venezia infatti in prima battuta aveva riconfermato Carlo Bortolin come terzo portiere, ma l’obbligo di poter tesserare solo 16 giocatori over ha spinto Perinetti a rinunciare a malincuore a Bortolin (senior) puntando con decisione di Nicola Sambo. Classe 1995, è cresciuto nelle giovanili del Portogruaro, poi è passato al Chievo. Nonostante abbia solo 21 anni ha già giocato con Lumezzane, Pistoiese, Arezzo, Spezia e Santarcangelo. «Per un veneziano è un sogno poter indossare la maglia della propria città» racconta «mi sono legato al Venezia per una stagione, cercherò di imparare e di sfruttare le occasioni che avrò. Me ne sono andato giovanissimo, a 13 anni, ritorno per indossare i colori arancioneroverde. Quando mi è arrivata la proposta quasi non ci credevo». Sambo avrà il numero 12.

Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Fisico possente, difensore in ascesa, grandi prospettive e con la voglia di spiccare il volo verso la serie B. Giorgio Perinetti ha puntato su Alessandro Malomo per garantire a Filippo Inzaghi un giocatore che possa integrarsi con Maurizio Domizzi al centro della difesa. Reparto dove la concorrenza non mancherà, con la presenza di Marco Modolo e Francesco Cernuto, due tra i reduci della promozione in Lega Pro, ai quali va aggiunto Paolo Pellicanò, jolly delle retrovie arrivato dal Belluno. Come il portiere Facchin, anche Malomo è arrivato dal Pavia, una società che dopo un paio d’anno di centroalta classifica con la gestione dei cinesi, quest’anno ha vissuto una stagione tribolata, sfasciandosi fino alla mancata iscrizione al torneo. Facchin e Malomo, si diceva, restano invece sulla cresta dell’onda, come il loro ex compagno Alex Pederzoli, che due anni fa era con loro e l’anno scorso ha giocato a Pordenone. Venticinque anni, 188 centimetri, romano cresciuto nel settore giovanile della Roma dopo i primi passi mossi nella Lazio, Malomo ha già un centinaio di presenze in Lega Pro collezionate con Prato e Pavia. Il presente si chiama Venezia. «Sono arrivato in un gruppo davvero molto forte» sottolinea il difensore centrale, «avrò la possibilità di lottare per un traguardo ambizioso. Anche nelle ultime due stagioni a Pavia l’obiettivo era la promozione in serie B: il primo anno siamo arrivati ai playoff perdendo al primo turno a Matera, nella passata stagione no. Spero come tutti noi di poter vincere il campionato, l’ultimo torneo con il Pavia è lo specchio eloquente che bisogna lottare tutti nella stessa direzione per centrare un obiettivo». Alessandro Malomo ha assaggiato la serie B con l’Albinoleffe (nove presenze e 761’ giocati), inizialmente veniva utilizzato a centrocampo come mediano, è stato Stramaccioni ad arretrarlo al centro della difesa, un ruolo che gli ha fatto guadagnare anche le attenzioni di Pierluigi Casiraghi, all’epoca tecnico dell’Under 21 azzurra. Un giovane promettente, che era entrato nelle simpatie tecniche di Luciano Spalletti durante la prima parentesi giallorossa dell’ex tecnico del Venezia. «Qua possiamo fare molto bene, le premesse ci sono, tutti lavoriamo per vincere e anch’io vorrò dare il mio contributo» riprende Malomo «sono arrivato insieme a Facchin, ma ritrovo anche Pederzoli. Le motivazioni non mi mancano visto come è andata alla fine la passata stagione con il Pavia. I risultati si raggiungono giorno dopo giorno, lavorando sodo in allenamento. Per me è una grandissima occasione, in una piazza come Venezia e in una società ambiziosa. Cercherò di dare il massimo».

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Regole ferree, e chi sbaglia paga. Non con punti di penalizzazione, ma in euro. Se ne è parlato molto nel corso dell’estate, cerchiamo di fare chiarezza. Il regolamento sulle rose della prossime Lega Pro è eloquente: una lista con al massimo 16 giocatori senior, ovvero nati prima dell’1 gennaio 1994, poi ogni club potrà inserire (fuori lista) due giocatori tesserati per almeno tre stagioni consecutive se nati successivamente all’1 gennaio 1992 o per almeno due stagioni consecutive, se nati successivamente all’1 gennaio 1993, definiti “calciatori fidelizzati”, oppure tesserato da quattro stagioni consecutive, indipendentemente dall’età, definito “calciatore bandiera”. Il primo caso, nel Venezia, potrebbe riguardare Francesco Cernuto, classe 1992 e alla quarta stagione con il Venezia, ma questo è il Venezia Football Club e le prime due stagioni era Fbc Unione Venezia, numero di matricola federale diverso. Ogni società potrà utilizzare un numero illimitato di giocatori nato dopo l’1 gennaio 1994, il cui utilizzo concorrerà alla ripartizione delle risorse in base alla Legge Melandri con coefficienti stabiliti e parametri aggiuntivi. L’utilizzo di un numero superiore di senior (16) non solo comporterà la decadenza dall’usufruire dei contributi, ma fioccheranno anche le ammende: una sanzione di duemila euro per ogni giorno di ritardo nel deposito della lista; una sanzione di diecimila euro qualora venga utilizzato in gare ufficiali un giocatore non inserito in lista entro la fine del girone d’andata; una sanzione di ventimila euro nel caso in cui ci sia una reiterazione della violazione sempre entro la fine del girone d’andata; infine una sanzione di 50 mila euro qualora la violazione avvenga per la terza volta o dopo la prima giornata del girone di ritorno o nel corso dei playoff o dei playout. Se una società presenta una lista incompleta (meno di 16 giocatori senior), potrà integrarla in qualsiasi momento, anche al di fuori dei periodi dei trasferimenti. Se una società presenta una lista completa (16 giocatori senior) potrà sostituire in qualsiasi momento solo un portiere con un altro portiere o un giocatore con cui sia avvenuta la risoluzione contrattuale con un altro giocatore già tesserato dalla stessa società oppure svincolato. Il regolamento non contempla la sostituzione di un giocatore di movimento in caso di un infortunio prolungato. Paletti, come si vede, e non pochi per le società.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Non è proprio il portiere del Duemila, ma ci manca davvero poco. Filippo Dani, vicentino doc, è nato infatti nel 1999. E ieri, attorno alla mezz’ora, è stato scaraventato in campo. La situazione d’altronde, con Vigorito e Dall’Amico fuori combattimento, era quella che era già in partenza. E siccome piove sempre sul bagnato, al 26′ Benussi (ex Carpi) va a chiudere in uscita bassa su Di Gaudio.L’intervento è buono ma costa al portiere biancorosso un colpo al capo; gli gira la testa e dopo 4′ di interruzione del gioco si decide per il cambio. Successivamente Benussi viene trasportato all’ospedale di Trento dove una tac evidenzia una contusione all’arcata sopraccigliare destra.Allora in bocca al lupo e Benussi e spazio al bocia. Che piace. A fine partita anche Lerda spende parole d’apprezzamento per lui. Che, evidentemente, è abituato a bruciare le tappe. Il suo esordio in ritiro risale infatti… a mercoledì. Autotrasportato dal padre. Già, perchè la storia di Dani va raccontata. Prodotto del vivaio biancorosso, due anni fa era stato ceduto dal Vicenza alla Juventus. La Vecchia Signora aveva poi fatto altre scelte e quindi il portiere era finito in prestito all’Udinese. E poi? Poi succede, come è noto, che la sfiga prende di mira gli estremi difensori del Vicenza.E nel frattempo Antonio Mandato, responsabile del settore giovanile si muove con il ds Antonio Tesoro. Come? Riportando a casa il ragazzo. Che ora è in prestito, ma va sottolineato che il diritto di riscatto ce l’ha il Vicenza. Dani, quando i medici non dovranno più fare gli straordinari con i portieri biancorossi, si accomoderà tra i pali della Primavera di Pasquale Luiso. Intanto ha assaggiato un anticipo di campionato cadetto. Come? Sostanzialmente bene. Al 33′ neutralizza con sicurezza una conclusione di Lasagna, poi non ha colpe specifiche sul terzo gol degli emiliani.Nella ripresa, al 38, è bravo ad opporsi a un insidioso colpo di testa di Mastroianni mentre al 43′ si registra forse l’unica sbavatura della sua prova (uscita incerta che concede a Mastroianni una chance). Ma va bene così. Il baby è stato chiamato e ha risposto presente. Ora toccherà di nuovo agli adulti.

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Lo manda Cristian Bucchi, che ha allenato Francesco Orlando alla Maceratese. L’ala piccola del Vicenza sta provando a conquistarsi la fiducia di Lerda amichevole dopo amichevole. E Lerda dimostra di apprezzarne le doti. Non è un gigante Orlando, tutt’altro. Alto 1.68, quando ha deciso di provare a sfondare nel calcio, il talento tarantino ha capito che doveva affidarsi ad altre qualità. «Non essendo molto strutturato, ho dovuto curare altri aspetti e aggrapparmi ad altro. La mia velocità per esempio, la capacità di saltare l’uomo e comunque liberare spazi per i miei compagni di reparto».Orlando, che è sceso in campo anche ad Andalo nei primi due test contro Arco e Iberos, è stato chiamato in causa verso la fine del primo tempo per sostituire Vita (per l’esterno romano un affaticamento muscolare che verrà valutato oggi). Ha toccato parecchi palloni, ha messo la freccia più volte e ha tentato di affondare nel cuore della difesa, ma senza fortuna. «Ho provato a dare un po’ di vivacità ma ai fini del risultato è cambiato poco. Fa niente se abbiamo perso, conta farci trovare pronti alla prima di campionato».Reduce dalla buona esperienza in Lega Pro con la Maceratese, dove aveva trovato l’ex biancorosso Bucchi a fargli da chioccia, Orlando dice di essere pronto al salto di maturità. «A Bucchi – spiega -devo tanto. È un allenatore giovane ma già molto preparato. E mi ha lasciato qualcosa soprattutto dal punto di vista umano. Se sono qui a Vicenza è anche grazie a lui. Ora il mio obiettivo è migliorarmi, allenamento dopo allenamento, così come i miei compagni».L’amichevole col Carpi cosa le ha detto? «Abbiamo affrontato una buona squadra che ci ha fatto soffrire con le sue ripartenza. Al di là del risultato, conta sfruttare queste occasioni per mettersi in mostra, nel mio caso, e dimostrare che posso essere parte attiva nel campionato. Sono entusiasta di questa nuova esperienza».Lei è un esterno alto e l’impressione è che sia estremamente votato all’attacco. «Vero, non ho mai amato molto difendere ma è una cosa che devo imparare a fare se voglio diventare un giocatore completo. Sono qui per questo: mi metto a disposizione del mister e della squadra e spero di tornare utile alla causa”. Fuori dal campo che tipo è? “Io non ho grilli per la testa, sono tranquillo, un ragazzo socievole innamorato del calcio e poco, ahimè, dei libri. No, non posso proprio definirmi un Orlando… studioso».

Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) Il tempo è denaro. Il Vicenza di Franco Lerda dipende dal tempo e dal denaro. Nel primo caso, perché la squadra è ancora un cantiere aperto, in cui si mischiano età ed esperienze diverse. Nel secondo caso, perché il campionato dei biancorossi dipenderà molto anche dal portafogli: «servono rinforzi in tutti i reparti». Lerda, è soddisfatto? Abbiamo fatto cose buone e altre meno buone. A me piace sempre ripartire dagli aspetti positivi. Il Carpi però ha fatto vedere qualcosa di più. È d’accordo? C’è da dire questo: l’amichevole col Carpi è arrivata anche forse un po’ in anticipo. Loro sono partiti qualche giorno prima di noi con la preparazione. E poi è un avversario collaudato, esperto, i suoi giocatori si trovano a meraviglia. Una squadra gioca bene quando l’ossatura rimane.Cosa le manca in campo per poter affrontare dignitosamente il campionato?Poco da fare, il Vicenza va completato. Bisogna mettere mano in tutti i reparti. Abbiamo bisogno in difesa, a centrocampo e in attacco. Servono anche esterni. Troppo poco quel che ha a disposizione ora? No, il gruppo cresce bene. Va svolto un importante lavoro sull’atteggiamentoIn che senso?Dai giocatori più vecchi mi aspetto che facciano valere la loro esperienza a favore dei più giovani. Ne abbiamo tanti in gruppo e cercano prima di tutto l’esempio da seguire.Fisicamente a che punto siete? In questi test, che ci sono utili per migliorare la condizione, sto cercando di dare a tutti il minutaggio. Ho attuato alcune staffette che erano preventivate , qualcuno come Signori ha giocato tutta la partita, ma in generale tutto sta andando secondo i piani.Anche ieri ha scelto il 3-4-3.Ci stiamo applicando su due fasi di gioco. Se hanno la palla gli avversari, ci mettiamo a quattro dietro e in mezzo; se attacchiamo noi, invece il modulo è proprio il 3-4-3. E andremo avanti così per il momento. Non ci voleva l’infortunio capitato a Benussi. Ha preso una botta sull’occhio, speriamo si rimetta subito.Al suo posto ha esordito il giovanissimo Dani. Che impressione le ha fatto?Molto positiva. A me è davvero piaciuto. Sul gol che ha preso non ha colpe, Di Gaudio ha fatto davvero un gran tiro.Anche se quella conclusione gli è stata concessa…Assolutamente sì, siamo stati lenti a chiudere.La fine del ritiro si avvicina e quale bilancio traccia?Sono contento e ho fiducia. E però il fatto che il calciomercato duri così tanto, non mi piace. Non è facile cementare una squadra in queste condizioni per un allenatore.

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Pergine dolente. Ma anche Pergine clemente. Perchè sì, il Vicenza in Trentino ha perso l’anticipo di campionato con il Carpi e ha lasciato spazio a dubbi e perplessità. Ma contro una corazzata del torneo cadetto non ha sfigurato e qualcosa di buono l’ha fatto vedere. Tenendo sempre conto che siamo in luglio, che la squadra è un cantiere, che va sistemata in ogni reparto. Ecco, il cantiere. Mancano giocatori. Alcuni per infortunio, altri perchè proprio non ci sono. Altri ancora, vedi Rizzo e Pucino, sono appena arrivati. Hanno giocato il secondo tempo e non hanno fatto male. Ma c’è da lavorare…Dietro, prima di tutto. Il Vicenza ha subito tre gol nel primo tempo su errori individuali o in uscita. Ovvio che non si può arrivare al campionato così. Va definita, per dirne una, la questione Brighenti. Ieri ha giocato, certo, ma il clima che si è creato non è facile da sostenere. Ora qualcuno dice che la parte richiedente sarebbe un gialloblu… travestito (Frosinone su Chievo, per capirci).Si vedrà. Quel che non si dovrà più vedere sono le incertezze del primo tempo (penalizzante, al riguardo, l’assenza di Adejo).Al 2′ retroguardia altissima, assist basso da destra di Letizia e Catellani da due passi trafigge un Vicenza impreparato. Se il buon giorno… Ed è un peccato, perché i biancorossi, sorretti da un pubblico già in forma campionato, vincono la partita del possesso palla. Poi non tirano mai, ma questo è un altro discorso.Un’idea di squadra comunque c’è. Lerda si affida a un 3-4-3 che in fase di possesso si trasforma in 4-4-2 (la cerniera la tirano D’Elia, che scala dal centrocampo alla difesa e il dinamico Siega, che dalla prima linea arretra in mezzo). Un po’ di giropalla c’è, le catene sulle fasce non sono male e in mezzo c’è una certa densità. E allora perché nel primo tempo ne becchi tre? A prescindere dal fatto che il Carpi è forte e si conferma squadra Cholista, ladra di palloni e prontissima a ripartire, il Vicenza ha dei limiti. Della difesa s’è detto. In mezzo manca qualcuno che costruisca. Sarà da vedere che tipo di contributo potrà dare Rizzo in quest’ottica (un tempo è troppo poco per farsi un’idea). Sugli esterni le cose non vanno male, però c’è bisogno di alternative (si è visto già nel primo tempo, quando Vita s’è aggiunto alla lunga lista degli infortunati; il suo… contributo è un problema muscolare che verrà valutato). Davanti la situazione va messa a fuoco; Raicevic ha bisogno di più assistenza, Di Piazza non era al meglio, Cernigoi non è male ma va fatto crescere.E intanto… Intanto il Carpi raddoppia. 22′: Catellani entra in area da sinistra, Benussi lo chiude da… libero di una volta aiutandosi molto con il corpo. Per l’arbitro quel molto è troppo. É rigore e al 23′ dal dischetto Lasagna trasforma. Tre minuti dopo Benussi si fa male dopo un’uscita bassa su Di Gaudio. Lo sostituisce il baby Dani (di tutto questo riferiamo a parte). E al 43′ arriva il tris: troppa libertà per Di Gaudio in prossimità del vertice sinistro dell’area, interno destro e palla nell’angolo basso lontano. Nella ripresa il Vicenza è più equilibrato. Al 30′ una punizione di destro di Rizzo è parata mentre quattro minuti dopo Cernigoi viene affrontato fallosamente da Sabbione in area. Altro rigore: tira Di Piazza, che spiazza (e che altro sennò… ) il portiere.

Ore 15.00 – (Gazzettino) Nell’Abano dei giovani, che oggi torna a sudare negli impianti del “Ceron” al ritmo di una doppia seduta giornaliera e alloggiando all’Hotel Petrarca, ci saranno anche cinque volti nuovi. Nelle ultime ore, infatti, il direttore sportivo Andrea Maniero ha assicurato alla rosa un altro attaccante: il giovane senegalese Elhadji Mamadou Ndiaye, classe ’97. «Si tratta di un giocatore di sicuro prospetto – spiega – che avevamo già potuto visionare per sei mesi lo scorso anno dato che giocava a Padova e si è anche allenato con noi, anche se poi, per vari motivi di carattere burocratico non lo abbiamo potuto tesserare e aveva così giocato nella seconda parte di stagione al Mestre». Alla squadra guidata da Luca Tiozzo saranno aggregati anche cinque giocatori in prova visto che il diesse aponense dopo la campagna di rafforzamento ha ora a cuore il capitolo “fuori quota”. «Li testeremo per una decina di giorni per poi valutare il da farsi. Si tratta di un terzino sinistro e di un centrocampista classe ’98. E insieme a loro anche tre argentini: un difensore centrale del ’96 e due attaccanti, rispettivamente uno del ’97 e del ’93». Quest’ultimo, senza dubbio il più quotato ed interessante (del quale diesse e allenatore hanno potuto visionare filmati e raccogliere referenze decisamente interessanti), come da noi anticipato la scorsa settimana risponde al nome di Patricio Spada: un colosso di 188 centimetri per 81 chili, destro di piede, cresciuto nell’Atletico San Lorenzo de Almagro e l’anno scorso in forza al Deportivo Espanol in Primera C Metropolitana (quarta divisione argentina). «Naturalmente, primo obiettivo di questo nuovo corso resta soprattutto la valorizzazione dei nostri giovani. Per questo, con la prima squadra si alleneranno anche il ’98 Turrini e tre ragazzi del ’99: Pavin, Ceccarello e Seno. Tutti ragazzi del nostro vivaio. Inoltre, lo staff della prima squadra capitanato da Tiozzo e il sottoscritto lavoreranno in stretta sinergia con l’allenatore degli Juniores (Alessandro Ballarin, storico capitano aponense, ndr) e con quello degli allievi 2000 che da questa stagione sarà Lele Pellizzaro, ormai alla terza stagione con noi». Oltre agli allenamenti, l’Abano ha già stabilito anche un fitto calendario di amichevoli: sabato prossimo in famiglia, il 3 agosto con la Berretti del Venezia, il 5 con il Loreo, quelle ravvicinate dell’11 e 12 rispettivamente con Camisano e Thermal Teolo, infine il 18 con Pozzonovo e a chiudere il 21 con Legnago.

Ore 14.40 – (Gazzettino) L’Este si rinforza con innesti giovani e si trasferisce in “altura” per la parte tosta della preparazione. Da oggi il gruppo alle dipendenze di Michele Florindo, nuovo allenatore giallorosso, inizierà a svolgere il lavoro più duro della preparazione atletica: giocatori, staff e dirigenti si trasferiranno per tutta la settimana negli impianti sportivi di Galzignano, nel bel mezzo del comprensorio collinare. La squadra ha svolto i primi test e le sgambate di rito da mercoledì nel nuovo comunale di Este, dove sono stati presentati nei giorni scorsi anche i nuovi arrivi. Nella rosa è stato inserito in via ufficiale il giovanissimo attaccante Marco Dovico, proveniente dalla Piovese. Farà parte della truppa anche Matteo Gilli, pure lui classe 1997: il terzino destro arriva dall’Hellas Verona per rinforzare la fascia giallorossa. «Su questi ragazzi – spiega il vice presidente atestino, Stefano Marchetti – nutriamo grandissime aspettative». Il lavoro di Florindo, ripetute e corse varie a parte, dovrà creare in tempi molto rapidi l’amalgama indispensabile per affrontare il campionato con soli tre diciottesimi della rosa rimasti all’ombra della porta vecchia dopo la trionfale stagione scorsa. «Non abbiamo ancora chiuso il mercato – avverte però Marchetti – stiamo aspettando ad esempio le decisioni del Padova su Marcandella. Se l’attaccante rimarrà in biancoscudato saremo molto contenti per lui perché indubbiamente lo merita, ma se dovesse liberarsi lo aspetteremo a braccia aperte». La prima amichevole della squadra giallorossa è in programma sabato pomeriggio a Legnago, nel veronese.

Ore 14.20 – (Gazzettino) È Riccardo De Biasi l’ultimo “botto” nel mercato della Vigontina San Paolo. La matricola nata dalla fusione tra la Vigontina e l’Atletico San Paolo e affidata all’esordiente Vincenzo Italiano, si raduna oggi a Busa di Vigonza (dove disputerà le gare interne) in attesa della presentazione ufficiale di giovedì. L’attivissimo direttore sportivo Alessandro Bragagnolo, proprio in queste ultime ore, è riuscito a dotare la rosa di quel difensore centrale che chiedeva anche l’allenatore. «Si tratta di un giocatore importante di scuola Padova – ammette soddisfatto Bragagnolo – che sicuramente rafforza il reparto grazie alla sua esperienza. Con questo ultimo movimento, siamo praticamente al completo. Anche se, già nella mattinata di lunedì (oggi per chi legge, ndr) conto di poter definire con un attaccante che quindi potrebbe aggregarsi subito al resto della rosa. Siamo soddisfatti per la squadra allestita, in gran parte nuova». In effetti Riccardo De Biasi, trevigiano classe ’94, vanta già esperienze di un certo livello a Montebelluna in D (da giovanissimo, 28 presenze) e nelle ultime tre stagioni in Lega Pro, con Pro Patria una e con Reggiana le altre due. «Un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai smesso di lottare» la sua frase di presentazione sul profilo della pagina Facebook. Di recente invece, intervistato da studenti reggiani, ha indicato in Javier Zanetti il calciatore preferito. Nelle intenzioni dello staff tecnico dovrà rappresentare uno dei “perni” della squadra («Il geometra della difesa», uno dei suoi soprannomi), mediamente giovane ma motivata: insieme al portiere Rossi Chauvenet e al difensore Thomassen, entrambi a loro volta ex Padova, e all’attaccante Cacurio. «Il primo obiettivo resta una salvezza tranquilla – ha già chiarito il tecnico Vincenzo Italiano, rivelando di ispirarsi all’ex ct della nazionale Cesare Prandelli – I giocatori scelti sono tutti funzionali al progetto tecnico: confido molto nella loro disponibilità, ma dovranno sputare sangue per portare a casa il risultato». Intanto, come detto, la Vigontina San Paolo da oggi inizierà a sudare in allenamento alternando sedute singole e doppie. In attesa della coppa, fissate le prime due amichevoli: il 2 agosto con il Calvi Noale e il 6 con la Godigese.

Ore 14.00 – (Gazzettino) «Il rammarico è innegabile, però sono anche convinto di avere fatto la scelta giusta». Il presidente Daniele Pagin commenta con queste parole la decisione di non presentare la domanda per la riammissione alla Lega Pro, il che significa che il Campodarsego parteciperà al prossimo campionato di serie D. Parole pronunciate al telefono poco dopo la pubblicazione della nota della società sul proprio sito ufficiale, al termine del vertice organizzato ieri mattina negli uffici biancorossi. Nota nella quale si legge che «nelle ultime settimane, nonostante la decisione di abbandonare la possibilità del ripescaggio, la società aveva dato comunque mandato ai propri professionisti di produrre entro un paio di mesi tutta la documentazione che in un futuro, che ci auguriamo sia il più prossimo possibile, ci avrebbe permesso di acquisire lo status di club pronto a compiere il passaggio nel calcio professionistico. Nell’ultima settimana, tuttavia, si è inaspettatamente presentata la possibilità di accedere alla terza serie tramite riammissione. Da mercoledì la società ha lavorato giorno e notte per provare a produrre entro la data limite di martedì 26 luglio l’enorme apparato richiesto a corredo della domanda di riammissione. Ci teniamo a precisare che dal punto di vista economico finanziario il passaggio in Lega Pro, per il nostro modo di intendere e organizzare l’attività sportiva, sarebbe stato possibile e sostenibile. Ma ci rincresce dover comunicare soprattutto ai nostri tifosi che non sarà possibile produrre in tempi utili l’intera documentazione richiesta dalla Covisoc, che sin dal primo momento non ha mostrato apertura verso eventuali deroghe»
«È con grande amarezza – prosegue la nota – che comunichiamo che nella stagione 2016-2017 il Campodarsego prenderà parte al campionato della Lega nazionale dilettanti: con un preavviso anche solo minimamente superiore, probabilmente oggi ci troveremmo sulla porta del calcio professionistico. Ma le tempistiche così ristrette non ci permettono di completare l’iscrizione. Trascorsi questi giorni di rammarico, ripartiremo ancora più determinati per fare un campionato di vertice in serie D». Torniamo a Pagin che ieri pomeriggio si è concesso una mezza giornata di relax a Chioggia con la moglie: «So bene che alcuni tifosi non saranno contenti, ma i tempi erano strettissimi per produrre tutta la documentazione. Ciò che abbiamo fatto è per il bene della società e comunque questa situazione ci è servita per capire cosa serve per fare il salto nei professionisti. Adesso andiamo avanti per la nostra strada e ci prepariamo per arrivare in Lega Pro sul campo». Il patron svela anche un retroscena: «Dopo la decisione ho voluto informare il nostro capitano Bedin. Mi ha rincuorato dicendomi di stare tranquillo, convinto che ho preso la decisione migliore per il Campodarsego». Intanto, all’orizzonte si profila il primo appuntamento storico nella Tim Cup: i biancorossi giocheranno sabato alle 18 al Gabbiano con la Maceratese che ha chiesto l’inversione del campo. «Speriamo di regalare al nostro pubblico una vittoria – sottolinea Pagin – Sarebbe un sogno. Siamo consapevoli di affrontare un avversario forte che l’anno scorso è arrivato terzo nel girone B di Lega Pro, siamo noi che dobbiamo fare qualcosa d’eccezionale».

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) All’indomani dell’amichevole contro il Padova, il Campodarsego getta la spugna. Anche nella prossima stagione sarà Serie D: il sogno del salto in Lega Pro, tornato prepotentemente in auge dopo la rinuncia della Caronnese e la possibilità di accedere al professionismo tramite riammissione, è destinato a rimanere tale. Il prossimo 4 settembre, quindi, saranno quattro le formazioni padovane al via della Serie D. Decisione amara. Ieri mattina, dopo il vertice societario convocato dal presidente Daniele Pagin, il club biancorosso ha diramato un comunicato attraverso il quale ha ammesso – e stavolta la decisione è definitiva – che non presenterà domanda di riammissione. Troppo ristretti i tempi imposti dalla Lega Pro e, soprattutto, dalla Covisoc. «Da mercoledì scorso», le parole di Pagin affidate al sito ufficiale del club, «la società ha lavorato giorno e notte per provare a produrre, entro la data limite di martedì 26 luglio, alle ore 19, tutta la documentazione a corredo della domanda di riammissione. Dal punto di vista economico-finanziario il passaggio in Lega Pro, per il nostro modo di intendere e organizzare l’attività sportiva, sarebbe stato possibile e sostenibile. Ma ci rincresce dover comunicare, soprattutto ai nostri tifosi, che non sarà possibile, in tempi utili, produrre l’intera documentazione richiesta dalla Covisoc, che sin dal primo momento non ha mostrato apertura verso eventuali deroghe». Da quando, martedì scorso, era giunta la notizia della rinuncia della Caronnese alla riammissione al posto del Bellinzago, non iscritto, il Campodarsego avrebbe dovuto provvedere all’invio di una mole di documenti enorme, tra cui bilanci degli ultimi 5 anni, fidejussione da 350 mila euro a copertura dei costi di gestione, documentazione relativa allo stadio, che, diversamente dal ripescaggio vero e proprio, avrebbe potuto essere l’Euganeo. «È con grande amarezza, quindi, che comunichiamo che nella stagione 2016-2017 il Campodarsego Calcio 1974 prenderà parte al campionato della Lega Nazionale Dilettanti: con un preavviso anche solo minimamente superiore, probabilmente, oggi ci troveremmo sulla porta del calcio professionistico. Ripartiremo ancora più determinati a fare un campionato di vertice in Serie D». Sfumato il sogno della Lega Pro, perciò, ora l’obiettivo si sposta sulla Tim Cup. Si apre oggi la settimana che vedrà i biancorossi fare il loro storico debutto nella Coppa Italia “dei grandi”: ieri è giunta la certezza che Campodarsego-Maceratese si giocherà sabato 30 luglio al “Gabbiano”, alle ore 18. Qui Vigontina. A pochi chilometri di distanza, invece, c’è chi la Serie D non vede l’ora di cominciarla. Oggi, alle 17, allo stadio di Busa comincia l’avventura della Vigontina San Paolo, che con il titolo della “vecchia” Luparense si appresta a tornare in D dopo la storica promozione del 2004. Primo allenamento per la formazione di Vigonza, che sarà presentata ufficialmente giovedì 28, alle 18.30, al ristorante Vigò. «Siamo carichi, per me è la prima esperienza e credo che sia una gran bella opportunità», l’emozione di Vincenzo Italiano, per la prima volta alla guida di una prima squadra, e che oggi accoglierà l’ultimo acquisto, il difensore Riccardo De Biasi. Qui Abano. Anche per l’Abano arriva il giorno del raduno: appuntamento già alle 9.30 al “Ceron” di Selvazzano per il primo allenamento della nuova gestione di Luca Tiozzo. Ci sarà anche l’ultimo acquisto, il giovane esterno offensivo, classe ’97, Mamadou Elhadji, che il tecnico ha già avuto nell’ultima parte della scorsa stagione a Mestre. «Ora ci manca solo un centrocampista giovane per dare delle alternative in mediana», spiega il ds Andrea Maniero. Este al lavoro. Prosegue, infine, la preparazione dell’Este di Michele Florindo, che sino a fine mese si allenerà a Galzignano e che sabato giocherà un’amichevole a Legnago. «Stiamo lavorando bene», spiega il tecnico. «Negli ultimi giorni abbiamo fatto un po’ di test e valutato un po’ di ragazzi in prova. Ci manca ancora qualcosa, soprattutto in attacco e nel gruppo degli “under”, ma siamo a buon punto».

Ore 13.10 – (Gazzettino) Fortunata, come lo scorso anno, la seconda “Festa del Tifoso Granata” del nuovo ciclo di Roberto Venturato ha radunato a Lavarone circa 450 tifosi del Cittadella, alcune decine in più rispetto allo scorso anno, in una fresca giornata di sole. Questo fiore all’occhiello della società granata riesce a muovere tanti tifosi durante la preparazione della squadra in altura. Quattro pullman del Centro Coordinamento sono partiti da Cittadella alle 8, mentre molti tifosi hanno raggiunto la località trentina con mezzi propri; numerosi anche gli sportivi in vacanza nei dintorni, che si sono aggregati sotto il capiente tendone. La classica passeggiata al lago, o nei sentieri dei boschi, ha stuzzicato l’appetito per un ottimo pranzo gestito dallo staff diretto da Roberto Zanon, mente l’Associazione volontari Ca’ Onorai ha svolto il servizio tavoli. Una fornitissima lotteria coordinata da Paolo Pan ha vivacizzato il dopo-pranzo. «Sono dodici anni -ha sottolineato il sindaco di Lavarone Isacco Corradi- che vi ospitiamo e ci teniamo a continuare questa collaborazione». «Il ritorno in serie B – ha precisato il collega di Cittadella Luca Pierobon – colloca il Cittadella nell’ambito che merita con una importante ricaduta d’immagine sulla nostra città. Ben venga, magari, la serie A». Gli ha fatto eco l’assessore allo sport Diego Galli: «Siamo qui in tanti, mi auguro di veder crescere il numero anche allo stadio Tombolato». Margherita Gabrielli, a nome della proprietà, ha aggiunto: «Vedo tanto entusiasmo, che la “Festa del Tifoso” continui, un grazie agli organizzatori. Sono sicura che la squadra ci farà divertire anche quest’anno». «Una giornata meravigliosa – ha commentato il vice presidente Giancarlo Pavin – vedo che la squadra è seguita». Il diggì Stefano Marchetti: «La forza del gruppo è il segreto del successo del Cittadella e il gruppo nasce qui a Lavarone». Conclude Venturato: «Cittadella fa sempre le cose per bene, ci stiamo preparando per fare qualcosa di importante».

Ore 12.50 – (Gazzettino) La notizia di giornata la riserva Stefano Marchetti. Il direttore generale del Cittadella annuncia la novità di mercato delle ultime ore: «Lamin Jallow non arriverà da noi». Una trattativa che appena una settimana fa pareva in dirittura d’arrivo e che ora sembra invece tramontata. «Dico subito che i problemi non sono con il Chievo, che anzi si è comportato benissimo nei nostri confronti. Non c’è l’accordo con il giocatore, e alle condizioni attuali per me Jallow è un capitolo chiuso» Il diggì, comunque, non ha fretta: «Il mercato dura ancora tanto, valuterò altri profili ma non ho la necessità di chiudere a tutti i costi». Sarà comunque un giovane. «È questo il profilo, ci sono diverse alternative sul mio tavolo». Marchetti intanto sta guardando in casa propria: «Sono convinto di avere in casa buonissimi giovani. Li sto osservando in ritiro e mi convinco sempre di più. Fasolo è un attaccante con caratteristiche che ci possono fare molto comodo, è un giovane del vivaio, un nostro patrimonio ed è giusto valorizzarlo». Ed elogi arrivano anche per Maniero, centrocampista che sta studiando “alla Chiaretti”. «Mi piace, in campo si muove bene, con grande rigore tattico. Vedremo come maturerà». Nessuna novità, intanto, sul fronte Busellato. «È rientrato da noi, siamo contenti di come sta lavorando. La Ternana lo rivorrebbe? Io non ho mai sentito nessuno, secondo me quanto si dice sono solo chiacchiere della stampa locale. Se dovessero chiamarmi? Il mio numero ce l’hanno, li ascolterei…». Una riflessione sulla partita? «Ho visto un buon Cittadella, per quanto possa contare in questo momento della stagione. La squadra sta sicuramente cercando il gioco proprio come vuole Venturato, i nuovi si stanno integrando nel gruppo, aiutati da coloro che conoscono bene l’ambiente».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Roberto Venturato è visibilmente soddisfatto del Cittadella visto in amichevole con il Levico. Aldilà del risultato finale, l’allenatore sottolinea la buona prestazione dei suoi: «Siamo a metà del ritiro, ovviamente i carichi di lavoro si fanno sentire nelle gambe anche se negli ultimi due allenamenti abbiamo rallentato un po’. Si cerca di giocare il pallone come chiedo sempre, partendo bassi, dalle retrovie. Ci siamo riusciti in diverse circostanze, e ho anche visto un buon pressing durante tutta la partita». Tante occasioni costruite, pochi i pericoli per la retroguardia. «Direi che anche nella fase difensiva il Cittadella mi è piaciuto, ha rischiato pochissimo». Tra i migliori in campo Busellato, il cui futuro è ancora in bilico: «È rientrato dal prestito ed è un giocatore della rosa, al pari di tutti gli altri si sta impegnando sodo, segue l’allenatore e cerca di mettere in pratica quanto gli viene richiesto». Il lavoro in altura sta procedendo secondo le tabelle. «Direi che stiamo facendo bene in ritiro, vedo grande disponibilità da parte dei giocatori, e anche il tempo ci sta dando una mano permettendoci di allenarci senza la pioggia. Siamo in linea con le aspettative». Mercoledì si alza l’asticella dell’impegno, si andrà a fare visita al Chievo. «E noi cercheremo di continuare per la strada tracciata, seguendo le nostre idee e i nostri schemi».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Nella splendida coreografia della sesta “Festa del tifoso” il Cittadella ieri a Lavarone ha disputato la sua terza amichevole precampionato, avversario di turno il Levico Terme, iscritto alla serie D. Finisce con un roboante 7-0, due gol nel primo tempo e cinque nella ripresa, con le doppiette di Litteri e Paolucci, due tra i migliori in campo. In bella evidenza anche Chiaretti e Arrighini nella prima frazione, molto bene Busellato nel Cittadella del secondo tempo, sempre nel vivo della manovra. Più in generale con il Levico Terme si è visto una squadra che cerca sempre il fraseggio e gli inserimenti dei vari giocatori. Possesso palla e pressing: ovviamente con i limiti di una condizione fisica ancora precaria, ma le idee di gioco, quelle che vuole Roberto Venturato, ci sono. Il tecnico prosegue secondo la sua linea, riservando un tempo per tutti i giocatori disponibili per mettere minuti nelle gambe a ogni componente della rosa (a riposo precauzionale Pelagatti e Schenetti, affaticati). Il Cittadella del primo tempo schiera la coppia offensiva Arrighini-Strizzolo, con Chiaretti a supporto. Ed è proprio Arrighini a sfiorare il gol (3′) di testa in tuffo, il pallone si infrange sulla traversa. Sarebbe stato comunque tutto vano, perché l’arbitro aveva fischiato il fuorigioco dell’attaccante. Come da copione è il Cittadella a fare la partita. Chiaretti impegna a terra il portiere, che respinge di piedi la successiva ribattuta di Strizzolo. Il Levico lascia pochi spazi ai granata, che rischiano alla mezz’ora: il diagonale di Faes sfiora il palo alla sinistra di Alfonso. Il Cittadella passa in vantaggio tre minuti più tardi: pallone filtrante in area per Strizzolo che salta il portiere che lo stende, rigore. Dal dischetto Iori trasforma. Adesso la squadra di Venturato trova più spazi per affondare. Al 37′ Chiaretti apre per Arrighini che crossa sul secondo palo, Strizzolo arriva con un attimo di ritardo sul pallone. Il raddoppio del Cittadella al 43′: Salvi mette in mezzo per il taglio perfetto di Arrighini che anticipa tutti e infila il portiere. Squadre completamente diverse nella ripresa. Tra i granata è Litteri il più attivo, che sfiora il gol subito in avvio, il diagonale termina sul fondo per questione di centimetri. Il 3-0 arriva al 13′ da un angolo di Paolucci, perfetto lo stacco vincente di Pascali. Litteri in due minuti sigla la doppietta: al 27′ su rigore (fallo del portiere su Busellato), quindi supera Cibulko in uscita con un preciso tocco nell’angolino (assist di Busellato). Non è da meno Paolucci che a sua volta firma due gol in altrettanti minuti, uno più bello dell’altro: il primo su punizione sotto l’incrocio dei pali, il secondo con un gran destro dai 25 metri. Finisce tra i cori dei cinquecento tifosi, che sognano già una grande stagione.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Cambio di programma: non sarà Lamin Jallow l’uomo che completerà il reparto offensivo del Cittadella. Stefano Marchetti lo spiega alla fine di una giornata davvero piacevole, dopo aver avuto dai suoi ragazzi le risposte che, in questa fase della stagione, è giusto cercare. «Davanti arriverà qualcuno, ma quasi sicuramente non sarà lui. Non per colpa del Chievo, che anzi si è sempre comportato benissimo, ma perché non ci sono i presupposti per l’accordo con il giocatore. A questo punto non sarebbe una trattativa favorevole per il Cittadella. E comunque io nutro grandissima fiducia nel nostro Fasolo, un ragazzo da sostenere e che sta facendo molto bene, così come in Maniero, che potrebbe essere una valida alternativa a Chiaretti sulla trequarti, e in tutti e quattro i giovani aggregati alla prima squadra. Sono un capitale della società». Il d.g. parla poi dell’altro nome “chiacchierato” da radiomercato, quello di Busellato. «Io conosco molto bene Larini, d.s. della Ternana, e non ho ricevuto alcuna telefonata: non abbiamo mai parlato di lui, né è arrivata alcuna offerta». Commenti a margine di un bel pomeriggio, animato dal calore dei 450 sostenitori che hanno partecipato alla sesta edizione della “Festa del tifoso”. Tre pullman sono partiti nella prima mattinata dal piazzale dello stadio Tombolato, mentre un quarto si è mosso dalla frazione di Ca’ Onorai. Numerose, poi, le auto al seguito, che hanno raggiunto il campo in località Bertoldi di Lavarone, punto di riferimento del ritiro del Cittadella. Accanto ai supporters erano presenti Margherita Gabrielli («Vedo tantissimo entusiasmo, e mi fa piacere che lo conserviate anno dopo anno»), il vice-presidente Giancarlo Pavin («Una giornata meravigliosa»), l’amministratore delegato Mauro Michelini, il sindaco del comune trentino Isacco Corradi e quello di Cittadella Luca Pierobon («Grazie a questa squadra il nome della nostra città viene portato in tutta Italia. E magari sarà portato anche in Serie A», frase accolta dagli “ooh” dei presenti e, molto probabilmente, dagli scongiuri dello staff granata), affiancato dall’assessore allo Sport Diego Gallo. Con loro anche il tecnico Roberto Venturato, dal suo canto salutato, come da goliardica abitudine, dal coro «Venturato superdotato» intonato dai tifosi tra il secondo piatto e il dolce. Subito dopo il pranzo si è svolta la lotteria, che ha messo in palio come primo premio un televisore da 40 pollici. 1.700 i biglietti venduti, con il ricavato che andrà a sostegno delle attività dei club granata.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) È un Citta settebellezze. Tanti sono stati i gol rifilati dalla squadra granata al Levico Terme, avversario nella terza amichevole estiva disputata in ritiro a Lavarone. Una rivale di Serie D, d’accordo, come lo era pure l’Altovicentino, battuto 2-0 mercoledì scorso. Ma intanto le impressioni lasciate negli occhi sono davvero buone. Il copione studiato l’anno scorso è ancora ben impresso nelle menti dei giocatori e i nuovi arrivati sembrano fare poco fatica nel seguirlo. Fraseggi rapidi, possesso palla, fulminee verticalizzazioni. Con un plauso particolare a Litteri, Paolucci e Busellato, trascinatori nella ripresa, quando i padovani hanno preso il largo, siglando altri 5 gol dopo i 2 del primo tempo. «Bene così». «Il ritmo che voglio ancora non c’è, ma il passo avanti rispetto alle partite precedenti sì, anche perché va detto che in mattinata abbiamo caricato meno rispetto a mercoledì. Siamo riusciti ad aggredire l’avversario con i tempi giusti, abbiamo sempre tenuto il controllo del campo e rischiato praticamente nulla». Roberto Venturato è più che soddisfatto al termine della partita che ha chiuso la “Festa del tifoso”. Inevitabile chiedergli un commento sulla prestazione generosa di Busellato, al centro di insistenti “voci” di mercato che lo vorrebbero corteggiato dalla Ternana. «Non aveva giocato la precedente partita perché aveva mal di schiena, smaltito il problema stavolta è sceso in campo. È un giocatore del Cittadella: chi è qui è qui perché l’abbiamo voluto, lui lo sa e si sta allenando benissimo, come tutti gli altri». Chiaretti vivace. Nella formazione di partenza, in difesa, Venturato punta ancora sulla coppia Pasa-Scaglia, mentre in attacco ci sono Arrighini e Strizzolo. I due si cercano molto, con l’ex Pordenone, in particolare, che arretra spesso e volentieri a dar manforte ai centrocampisti. Il più vispo è, però, Chiaretti, che spazia a tutto campo: dopo un’azione personale costringe Nervo a distendersi in tuffo alla sua sinistra, con il portiere che si supera sulla successiva ribattuta di Strizzolo. Resta l’occasione più nitida del primo tempo, sino al rigore che sblocca la partita: ancora Strizzolo s’insinua centralmente e Nervo lo stende. Dagli undici metri trasforma capitan Iori. Tocca, infine, ad Arrighini regalare l’ultima emozione della prima frazione, anticipando tutti sul primo palo sul cross teso di Salvi: 2-0. Pokerissimo. Al cambio di campo Venturato stravolge completamente la formazione, ma il modo di occupare il campo non muta. Il Citta allarga il gioco distendendosi lungo il fortino trentino e verticalizzando il gioco alla prima opportunità: Litteri e Fasolo (mobilissimo ma poco fortunato) si trovano tre volte davanti a Cibulko, secondo portiere del Levico, poi è Pascali a pescare il tris, al 13′, su calcio d’angolo. Al 27′ è, invece, Busellato ad incunearsi in area e a venire falciato dall’estremo difensore, con Litteri che spiazza il portiere sul penalty. Ancora il bomber catanese firma subito dopo il 5-0, su lancio di Busellato. Poi tocca a Paolucci partecipare alla festa, prima su punizione dal limite, poi con una botta dai 25 metri. Finisce 7-0. Mercoledì, a Rovereto, alle 17.30, contro il Chievo, l’asticella si alzerà di parecchio.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Aveva fornito anche l’assist per il sigillo di Altinier con la Lazio risultando nel complesso tra i biancoscudati più in palla. «Siamo tutti solo al 60-70 per cento, e c’è tantissimo da lavorare. Personalmente sono comunque contento. So che ci sono tante aspettative su di me e spero di essere protagonista insieme ai miei compagni di un’annata positiva in tutti i sensi». Ha conosciuto il presidente Bergamin e l’amministratore delegato Bonetto? «Mi hanno fatto un’ottima impressione. Si percepisce che rappresentano una società solida, che rispecchia il blasone della piazza». In attesa dei gironi, quali ritiene le dirette rivali? «Se vengono confermati i gironi dell’anno scorso almeno cinque-sei squadre possono giocarsela con noi. Se i gironi saranno ripartiti in modo diverso, il numero si dimezza. Sarebbe quest’ultima la soluzione più giusta perché le formazioni del nord investono di più di quelle del centro, anche se poi i campionati non si vincono sulla carta, ma sul campo. E il Padova sta puntando su giocatori con voglia di arrivare e che conoscono la categoria, un aspetto fondamentale».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Aveva già avuto Brevi alla Cremonese. Come l’ha ritrovato a distanza di qualche anno? «Con la stessa fame di prima. È un allenatore molto preparato che vuole arrivare, è consapevole che a Padova si sta giocando una carta molto importante e non vuole sbagliare, per questo è molto esigente con la squadra. Il nostro compito è aiutarlo per ottenere un piazzamento migliore della stagione passata». Lo stato maggiore del club si aspetta un campionato nei primi quattro posti. «L’dea della società, e per il mercato che ha fatto, è quella di essere protagonista. Poi vincere non è mai facile e non c’è niente di scontato. Però abbiamo molti giocatori che hanno voglia di dimostrare il loro valore e di raggiungere qualcosa d’importante». Soffermandoci su di lei, nel test con il Campodarsego ha sfoderato una una magistrale punizione, che è uno dei colpi migliori del suo repertorio. «Ho sempre cercato di curare questo particolare e quando si ha fiducia le cose vengono al meglio. Alla Carrarese ho fatto otto gol, dei quali sei su punizione, e spero di riuscire a segnarne altrettanti quest’anno».

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Siamo già un gruppo unito e affiatato, sono convinto che possiamo toglierci delle belle soddisfazioni». Parole da leader quelle di Francesco Dettori che dopo appena due settimane di lavoro ha già fatto vedere di che pasta è fatto. Il centrocampista trentatreenne sta ricaricando le pile ad Alghero con la moglie Miriam e con il figlio Diego (4 anni e mezzo), prima di riprendere domani la preparazione alla Guizza. E sarà anche l’occasione per iniziare a cercare casa. «Deve essere soprattutto comoda per la scuola di Diego, poi se è vicina al centro ancora meglio perché Padova è una città bellissima e vorrei viverla». Torniamo agli affari biancoscudati. «La società ha compiuto sforzi importanti per allestire una rosa competitiva. In queste prime settimane ritmo e qualità negli allenamenti sono stati molto alti, il che ci ha fatto lavorare al meglio. C’è uno zoccolo duro di giocatori che ha fatto sì che noi nuovi ci inserissimo alla perfezione, fermo restando che abbiamo ancora grossi margini di miglioramento. Quando inizieranno le partite che contano, uscirà fuori la vera anima di questo gruppo. Ci sono tutti i presupposti che diventi forte e che riesca a fare bene».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Mercato e Tim Cup sono i piatti forti della settimana che scatta oggi. Sulla prima questione si attendono sviluppi soprattutto con riguardo alla trattativa per Ciccio Tavano, con l’entourage biancoscudato che nutre una certa fiducia sulla possibile fumata bianca. Il Padova ha effettuato i passi di propria pertinenza anche per la componente economica dell’ingaggio, consci che per fare andare in porto l’affare serve il sostanzioso contributo dell’Avellino, attuale proprietario del cartellino dell’attaccante che ha espresso il gradimento di approdare all’ombra del Santo. Passando alla squadra, oggi godrà di un altro giorno di riposo, mentre da domani tornerà al lavoro al centro sportivo della Guizza visto che c’è da preparare la sfida con il Seregno, compagine lombarda di serie D, valida per il primo turno della Tim Cup. Gara che rappresenterà anche il debutto del nuovo corso biancoscudato all’Euganeo e che si giocherà domenica, probabilmente alle 18. Proprio in vista di questa partita mercoledì i biancoscudati dovrebbero effettuare una doppia seduta di lavoro, e poi procedere con una seduta giornaliera, inclusa la rifinitura in programma sabato per mettere a posto gli ultimi dettagli.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Se le premesse sono queste, si può essere protagonisti”) Il centrocampo è uno dei migliori della categoria, con la “chicca” in più di Mandorlini, l’attacco poggia sui due “volponi” d’area di rigore appena citati, ma certo che, se dovesse aggiungersi a loro “Ciccio” Tavano, l’ulteriore salto di qualità sarebbe incontestabile. È vero, Neto e lo stesso Tavano hanno 37 anni a testa, Altinier 33, ma in un torneo così lungo e faticoso (pensiamo solo all’appendice dei playoff, quest’anno riservati alle squadre dal secondo al decimo posto) il loro “mestiere” potrebbe rivelarsi alla fine l’arma in più per determinare la differenza. La difesa, dopo l’arrivo di Cappelletti, è a posto, fermo restando che bisognerà anche qui prendere qualche giovane, se ad esempio si rinuncerà a Dionisi. Il dubbio continuerà comunque ad esserci finchè il campo non lo dissolverà definitivamente: era davvero necessario buttare per metà a mare la seconda migliore retroguardia della passata stagione? D’accordo passare dal 4-4-2 al 3-5-2, quindi con movimenti e tempi di uscita diversi, ma si sono persi giocatori che almeno, sul piano economico, avrebbero potuto essere valorizzati meglio: sia Petkovic che Diniz sono costati davvero poco a chi li ha presi (Carpi e Losanna). L’importante è che, forte di giocatori che hanno numeri e doti ragguardevoli, l’idea e l’impianto di gioco comincino a funzionare a dovere. Al di là della Coppa, l’impatto vero sarà quello con il campionato a fine agosto. E per essere protagonisti sin dall’avvio, prima si completa il mosaico e meglio è.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Se le premesse sono queste, si può essere protagonisti”) Dalle montagne trentine (Lavarone e Mezzano) rimbalzano echi positivi sul conto delle due nostre squadre professionistiche, il Cittadella appena rientrato nel novero delle 22 di Serie B, dopo una sola stagione di purgatorio in terza serie, e il Padova, al secondo anno di Lega Pro dopo essere rinato sulle ceneri del vecchio Acp 1910 nell’estate 2014. Echi che fanno presagire come, soprattutto nella costruzione del gruppo biancoscudato, l’opera di assemblaggio affidata alle mani del nuovo allenatore Oscar Brevi abbia prodotto i primi, significativi risultati. Per il Citta, rivoluzionato a metà, l’amalgama è indubbiamente più facile, favorito dalla continuità a livello di panchina (e Roberto Venturato sarà al debutto nella categoria, una bella scommessa) e dal fatto che Iori, Scaglia, Litteri e gli altri rimasti dello “zoccolo duro” hanno già esperienza di cadetteria alle proprie spalle. Tutto bene, dunque, nel giorno in cui il Campodarsego chiude le porte al sogno (impossibile sin dall’inizio, diciamolo pure) di entrare nel professionismo dalla porta principale? Viene da rispondere di sì in entrambi i casi, anche se il calcio di luglio ed agosto va sempre preso con le pinze, perché certe illusioni suscitate dai risultati delle amichevoli estive si sono poi frantumate contro la dura realtà dei campionati. Al netto degli entusiasmi suscitati fra i tifosi, bisogna convenire che al Padova stanno mettendo su un gruppo di qualità e spessore. Mancano ancora due attaccanti che rappresentino gli “alter ego” di Altinier e Neto, oltre ad un manipolo di giovani di belle speranze in grado di giocarsi le loro carte, quando se ne presenterà l’occasione. ma c’è già tanta roba.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Fisicamente come state, a meno di una settimana dall’esordio in Tim Cup? «Abbiamo lavorato molto sotto l’aspetto aerobico in ritiro, un lavoro che ci permetterà di avere una certa continuità di rendimento. Ma siamo ovviamente lontani dalla forma ideale, non potremo arrivare brillanti alla gara con il Seregno: questa settimana lavoreremo più sulla rapidità e sull’aggressione alla palla, ma i miracoli non si possono fare…». Nelle ultime due amichevoli si è visto lo stesso undici di partenza: ha già in mente una formazione-base per il Padova? «In questo momento sto cercando di offrire a tutti la possibilità di mettersi in mostra, ma nei tre test ho voluto variare poco perché ritengo giusto dare prima di tutto un indirizzo alla squadra, anche se le scelte definitive non sono ancora state compiute. Visto che c’erano tanti giocatori nuovi, ho voluto cominciare a trasmettere un’identità».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tatticamente, invece, vede già la sua impronta di gioco? «In due settimane non è facile assimilare tutto, ci vuole un po’ di pazienza, ma in alcune situazioni sulle quali stiamo lavorando vedo miglioramenti. Ci manca ancora un po’ di aggressività in più sulla palla, un po’ di cattiveria agonistica, ma le due-tre cose che abbiamo cercato di trasmettere ai giocatori vedo che cominciano a venire applicate sul campo, pur se con qualche piccolo errore, che in questa fase è fisiologico». La difesa a tre, però, è la grande novità rispetto allo scorso anno. Come sta andando? «Abbiamo giocatori dotati di un buon palleggio, e ho deciso di puntare sul 3-5-2 come modulo di base perché così possiamo provare ad impostare il gioco già da dietro. In alcune circostanze ci disponiamo anche a quattro, con lo scivolamento degli esterni, ma questa è una situazione dettata dal gioco e dal momento. Ci sono tanti giocatori nuovi, e sono pochi quelli che avevano già utilizzato questo tipo di impostazione, quindi c’è ancora molto lavoro da fare».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un giorno in più di riposo, concesso inaspettatamente nel corso della scorsa settimana alla squadra. Oggi scatta per il Padova la marcia di avvicinamento al primo impegno ufficiale in Tim Cup, domenica (probabilmente alle 18) contro i dilettanti del Seregno, e domani, alle 17, i biancoscudati si alleneranno per la prima volta alla Guizza, riunendosi dopo due giorni di libertà: il ritiro precampionato a Mezzano, in Trentino, si è concluso con un giorno di anticipo, subito dopo l’amichevole con il Campodarsego. «Sono stato io a decidere così», spiega il tecnico Oscar Brevi, al termine dei 15 giorni di preparazione effettuata in altura. «Sotto l’aspetto umano ho trovato un gruppo compatto e unito e, nonostante fosse previsto che la squadra si allenasse a Mezzano anche domenica mattina, prima di tornare in città, ho ritenuto giusto dare ai ragazzi una giornata di riposo in più. Per come li avevo visti approcciare gli allenamenti e le amichevoli, era giusto lasciare loro un po’ di libertà in più». Il primo approccio con la squadra è stato quindi positivo? «Ho avuto solo risposte positive sotto il profilo personale. Il bilancio del ritiro è soddisfacente, perché tutti si sono allenati senza problemi di infortuni, e sotto questo aspetto, anche con i minutaggi delle tre gare amichevoli, abbiamo distribuito bene i carichi di lavoro, raggiungendo gli obiettivi di intensità che ci eravamo prefissati».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) La situazione di partenza fa ben sperare: l’Avellino non ha intenzione di tenere il giocatore a libro paga per un altro anno, e Tavano stesso non ha alcuna intenzione di rimanere ad Avellino. Se l’incentivo all’esodo riconosciuto al giocatore sarà sufficiente, il 37enne giocatore passerà al Padova, visto che la proposta di Zamuner e l’idea di un trasferimento in biancoscudato lo soddisfano. Rimane solo da capire quando, e in che termini, arriverà la risoluzione con l’Avellino. Prima i giovani. Ci vorrà comunque qualche giorno, e per questo motivo l’immediato per il Padova coincide con l’arrivo di un paio di giovani per completare gli altri reparti della rosa a disposizione di Brevi. Domani alla ripresa degli allenamenti, o al più tra mercoledì e giovedì, dovrebbe sbarcare alla Guizza il ventenne Riccardo Gaiola. Padovano di nascita e cresciuto nel settore giovanile biancoscudato, arriverà in prestito dall’Inter, con la quale Zamuner ha già l’accordo su tutta la linea, e diventerà il vice-regista dietro a Filipe. La prossima settimana, invece, potrebbe giungere anche la fumata bianca per il centrale difensivo Davide Monteleone, 21 anni il prossimo 25 settembre, nel giro nelle Nazionali giovanili azzurre e di proprietà del Palermo: le due società stanno trattando, e c’è fiducia sul buon esito dei colloqui.

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Se non è il giorno della verità, poco ci manca. Perché probabilmente la trattativa non potrà chiudersi già oggi, ma saremo comunque davanti ad uno spartiacque importante. Francesco Tavano, un sogno possibile anche se gran parte delle chance dipendono dall’esito del summit, previsto appunto per oggi, tra l’entourage del giocatore e l’Avellino, sua società di appartenenza. Ci vorrà almeno qualche giorno per avere notizie in merito. Ed è per questo che gli arrivi più imminenti potrebbero essere quelli di un paio di giovani per sistemare gli altri reparti della rosa biancoscudata. Faccia a faccia. Dall’incontro tra Marco Sommella, agente di Tavano, ed Enzo De Vito, diesse dell’Avellino, si attendono buone notizie. Affinchè il sogno del Padova di portare in biancoscudato l’ex bomber di Empoli e Livorno si concretizzi, la società irpina deve infatti rescindere il contratto dell’attaccante e riconoscergli anche una buonuscita che copra la differenza tra l’elevato stipendio percepito in B e l’offerta economica recapitata al suo agente dal dg biancoscudato Giorgio Zamuner.

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Se la memoria non mi tradisce, Gastone Zanon giocò la sua ultima partita con la maglia del Padova nella primavera del 1957, un derby con il Vicenza che allora si chiamava Lanerossi. Io, poco più che 18enne, durante le partite casalinghe del Padova ero ospite fisso sulle gradinate del mitico Appiani. Mi ero perfino confezionato, da solo, una bandiera biancoscudata, rubacchiando della stoffa dall’armadio di mia madre, che per fortuna non se ne accorse. Un biglietto d’ingresso costava mille lire, i risparmi di due paghette settimanali, ed eravamo talmente numerosi su quella gradinata che ci toccava stare ammucchiati come sardine. Eppure si viveva una passione sportiva ben diversa dal tifo esasperato di oggi. Gli ultras erano ben lontani dal venire. Zanon faceva parte della prima granitica difesa biancoscudata, era un “panzer” antesignano del paron triestino, un po’ meno giovane rispetto ad un altro mitico “panzer”, Lello Scagnellato, quello che rifiutò un più che appetitoso contratto alla Juventus per restare nel “suo” Padova. Giocatori che in ogni caso, assieme a Blason, Azzini, il portiere Pin ed altri nomi rimasti storici, avrebbero poi compiuto la grande impresa, sempre sul finire degli anni Cinquanta, di contendere uno scudetto alla grande Juve. Gente come “Spazzola”, non più giovanissima, tant’è vero che un giorno un cronista chiese a Rocco di spiegare come riuscisse a far correre per novanta minuti tutti quei “vecchietti” della squadra. «Sembrano drogati…», arrischiò come battuta il cronista. Rocco lo bruciò con lo sguardo e poi gli rispose sarcastico: “Si’ xe’ vero! Quasi tutti i giorni se droghemo con pasta e fasoi, bisteca de caval e un bicer de vin!”. Gastone Zanon, uno dei “panzer “di Rocco. Non un fisico da granatiere, ma una grinta infinita, uno che non mollava mai la consegna. Una domenica si gioca l’ennesimo derby con i “cugini” vicentini e c’è da controllare un avversario molto pericoloso, un certo Sergio Campana. A chi, se non a Zanon, affidare la marcatura di questo estroso e dotato numero 10? «Non devi lasciargli spazi», gli raccomanda Rocco, «e lo devi marcare stretto». Si gioca il primo tempo e in un’azione offensiva dei vicentini Zanon entra duro su Campana, senza comunque fargli del male. I giocatori rientrano negli spogliatoi, e Campana si lamenta con il paron per la pesante e asfissiante marcatura di Zanon. A quel punto Rocco si avvicina a Gastone, lo prende sottobraccio e bonariamente lo apostrofa: «Te g’ho dito de marcarlo, no’ de coparlo!”. Seguì una risata generale. Era veramente un calcio d’altri tempi, quando giocatori come Scagnellato e lo stesso Zanon giocavano veramente per la bandiera, e finita la partita non avevano problemi a parlare con i giornalisti all’interno degli spogliatoi; tempi quando ancora non esistevano le telecamere, nè tantomeno i processi delle varie tv. Anche perché l’unico canale era quello della Rai. Un calcio che era soprattutto un gioco e si andava in campo con le maglie numerate dall’uno all’undici, e la numero dodici toccava al portiere di riserva…




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