Live 24! Lumezzane-Padova, -5: prima l’allenamento, poi il premio ad Altinier…

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Ore 21.10 – (Il Piccolo) Sulle scintille di domenica fra il tecnico del Campodarsego Masitto e alcuni componenti dello staff alabardato, in particolare Nicola Princivalli, proprio il viceallenatore della Triestina replica alle accuse e spiega la sua versione dei fatti. Va ricordato che Princivalli era stato tirato in ballo dal mister ospite con alcune dichiarazioni rilasciate a fine partita, nelle quali Masitto affermava di essere stato accusato di essere venuto lo scorso anno a Trieste a rubare soldi: «Innanzitutto – dice Princivalli – voglio chiarire che tutto nasce dal comportamento avuto da Masitto, che per tutta la partita ha attaccato Mauro Milanese e il segretario D’Aniello, affermando di far sparire i palloni per perdere tempo e dicendo più volte che la Triestina si deve vergognare. A D’Aniello ha lanciato addirittura delle minacce, che poi sono continuate a fine partita. Qualcos’altro è successo ancora nel tunnel, ma ero già nello spogliatoio e non so nulla. Per quanto mi riguarda, la cosa che è avvenuta è questa: quando lui mi ha guardato quasi a mo’ di sfida, io gli ho semplicemente ricordato che lui è venuto a Trieste con Pontrelli e che chiunque ha pensato di venire in quella situazione non è certo perché voleva bene alla Triestina, ma solo per farsi un nome e pubblicità. Tutto qua». […]

Ore 20.50 – (Il Piccolo) Un elogio particolare per Alessandro Celestri, nell’immediato post partita di Triestina-Campodarsego, è arrivato dalla voce dell’allenatore Andreucci. Un impiego preannunciato per l’ex giocatore delle giovanili del Toro, viste le condizioni fisiche non ottimali di Pizzul, una piacevole sorpresa invece la duttilità del giocatore nato nel 1998, adoperato vertice alto nell’inedito rombo servito dal tecnico alabardato nel primo tempo, interno sinistro di centrocampo nel 4-3-1-2 della ripresa e addirittura quarto a sinistra del centrocampo nelle battute finali, quando Bradaschia di fatto è retrocesso a dare man forte a Cecchi in mezzo. Celestri riassapora il gusto della vittoria di domenica. «Sono molto contento, era diverso tempo che non giocavo, immaginavo non sarebbe stato facile. Ho cercato di farmi trovare pronto e di seguire le indicazioni del mister e dei compagni. Credo sia andata abbastanza bene. Abbiamo fatto una bella partita, dovevamo reagire al gol preso nel primo tempo nonostante la buona prova che stavamo disputando». La mossa di mescolare le carte del tecnico è stata molto efficace nelle due partite ravvicinate con Montebelluna e Campodarsego. Sensazioni? “Eravamo una formazione un po’ atipica, con Aquaro terzino ed era un bel po’ che non lo faceva. Ognuno di noi ha fatto le cose giuste, nel modo semplice”. Il fattore campo, l’incitamento del pubblico, questa volta sembra avervi caricato a mille… “Nell’intervallo infatti ci siamo detti proprio questo, dovevamo rientrare convinti e consapevoli di attaccare sotto la nostra curva con la spinta del pubblico. Eravamo in dodici in campo grazie al loro tifo”. […]

Ore 20.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Se non fosse che a Bassano non è consuetudine cambiare allenatore alle prime avversità, verrebbe da chiedersi se la posizione di Luca D’Angelo sia o meno a rischio. Visto che, però, parliamo appunto di Bassano, non ci sono possibilità che l’allenatore venga esonerato neppure dopo un mese da incubo con appena tre punti in sei partite conquistati. Niente esonero dopo lo 0-4 di Gubbio (e non è nemmeno in previsione un’eventualità simile, giusto per essere chiari fino in fondo) e un’altra domenica nera, ma immediato allenamento punitivo programmato per ieri pomeriggio con annullamento del giorno di riposo. […] Fanno tre punti in sei partite, una media da retrocessione che non può in alcun modo rappresentare la qualità dell’organico a disposizione di D’Angelo. Che non ha cercato scuse: «Eravamo primi con merito – sospira il tecnico giallorosso – esprimevamo un bel gioco, poi le due sconfitte interne inaspettate hanno minato le nostre certezze. Contro il Parma avevamo ottenuto un pareggio giocando bene, poi la gara contro il Forlì che siamo riusciti a raddrizzare ed ora questa. Dobbiamo porci tante domande, ma soprattutto cambiare qualcosa a livello di concentrazione, è la seconda volta in pochi giorni che andiamo sotto di due gol nei primi minuti. Dobbiamo trovare le risposte dentro di noi, abbiamo tutto per far bene, una buonissima società alle spalle, un ambiente che permette di lavorare». […]

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Proietti è out per il Fano e anche Giacomo Cenetti non se la passa tanto bene. Il mediano virtussino durante il riscaldamento nel pregara di Gubbio ha avvertito un fastidio muscolare, poco più di un affaticamento, motivo per cui D’Angelo ha preferito non rischiarlo. Tuttavia la sua presenza domenica al Mercante coi marchigiani è in dubbio e dunque con Proietti fuori uso è emergenza a centrocampo. A oggi le due mezzali sono Bianchi e Cavagna ma il recupero di Giacomino è indispensabile per restituire solidità, mestiere e soprattutto senso di appartenenza nel cuore del gioco.

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Era un principe azzurro, è diventato un rospo. Chissà chi caspita ha schioccato il bacio (evidentemente avvelenato) al Bassano per ridurlo così. Un mese fa incantava e adesso si è incantato peggio di un disco rotto. Senza voler stendere l’intera squadra sul lettino dello psicanalista perchè probabilmente adesso andrebbe in confusione pure lui, per ora il day after virtussino si è consumato con l’input del lavoro, ripetuto come un mantra salvifico. Chi si aspettava ribaltoni consueti in altre piazze a fronte di simili risultati, è andato deluso. La società non ha nemmeno avuto bisogno di rinnovare la fiducia a D’Angelo, era cosa scontata. Una fiducia totale ma non incondizionata come da formula standard altrove. È condizionata eccome agli esiti delle prossime partite, come dappertutto peraltro. Se ci sarà sollecita reazione, molto meglio per tutti, diversamente il trainer tornerà sotto esame e in maniera più pesante e rischiosa di oggi. Tutto nella norma, è il destino degli allenatori. Tanto che qualcuno in via Piave già domenica sera si è premunito di sondare per ogni evenienza la disponibilità di Fabio Rossitto, 45 anni, friulano, ex driver di Pordenone e Cremonese. Per prima cosa ieri è stato cancellato il rituale giorno di riposo. La comitiva è rientrata da Gubbio prima di mezzanotte e ieri mattina di buon ora tutti in campo a sudare a Sacro Cuore di Romano sotto gli occhi del direttore generale Werner Seeber. Quindi, squadra e staff a rapporto dal management e dalla proprietà col presidente Stefano Rosso, letteralmente indignato domenica sera per la non prestazione in Umbria che ha avuto un confronto molto schietto e diretto ieri dopo la seduta di allenamento tra le quattro mura dello spogliatoio. Cosa ha detto il pres? Anche se naturalmente non ci sono comunicati ufficiali in merito, da ciò che filtra dal quartier generale virtussino, Stefano Rosso ha usato il pugno duro. Niente perifrasi né giri di parole ma il caldo invito a darsi rapidamente una mossa e a voltare pagina. […]

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Per sapere se sarà corsa a due o a tre per il titolo di campione d’inverno che verrà assegnato al termine della diciannovesima giornata, l’ultima d’andata, bisognerà attendere il recupero di domani sera (20.30) fra Reggiana e FeralpiSalò. Se dovessero vincere gli emiliani (reduci dalla sconfitta a Fano, 0-1, e in silenzio stampa) si porterebbero a quota 36. In tal caso potrebbe essere necessario addirittura attendere lunedì 19, ovvero il posticipo di Reggiana-Parma, derby insidioso e acceso, per conoscere chi conquisterà il platonico titolo di mid-term. Gli altri due competitori sono ovviamente Venezia e Pordenone. Il Venezia domenica incontrerà a Sant’Elena la Maceratese, sedicesima con 16 punti, meno della metà dei lagunari. Sulla carta è una partita facile per gli uomini di Pippo Inzaghi, che in casa hanno vinto 5 volte, pareggiato 3 e perso soltanto con il Padova. In realtà può essere meno agevole del previsto, perché i marchigiani in trasferta hanno vinto 3 delle 9 gare disputate (in casa una soltanto) e pareggiato in altrettante occasioni. Più difficile, sempre sulla carta, l’impegno del Pordenone che ospiterà la Sambenedettese, sesta con 30 punti. Uguale il rendimento dei rossoblù a domicilio e in viaggio: 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. L’unica, quasi impercettibile, differenza sta nel numero dei gol segnati: 13 in casa (10 subiti), 12 in esterna (10 subiti). Il Pordenone ha conquistato più punti in viaggio (21, grazie a 7 vittorie, abbinate a 2 sconfitte) che al Bottecchia (16, 4 vittorie, 4 pareggi e un ko). I ramarri però stanno vivendo un periodo magico, con una ics e 6 successi nelle ultime 7 gare, e non hanno alcuna intenzione di fermarsi.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Magari l’arbitro che sarà designato nei prossimi giorni per dirigere Pordenone-Sambenedettese non dovrà fischiare neanche una massima punizione, e la partita si concluderà solamente con gol segnati su azione. Ma la statistica dice il contrario. Sì, perché nel girone B di Lega Pro non ci sono due squadre che abbiano beneficiato così tanto dei calci di rigore come i neroverdi e i marchigiani. Sarà una sfida nella sfida, insomma. E per il momento la vince la Samb. Il club rossoblù, infatti, ha ottenuto fino a oggi 8 tiri dal dischetto, riuscendo a realizzarne 7. La percentuale si attesta quindi all’87% di successo. Numeri da macchina da guerra, ma il Pordenone è lì a tallonare. Anche la squadra di Bruno Tedino è in cima alla classifica dei penalty a favore assegnati in Terza serie. Con i due dei quali ha beneficiato Rachid Arma a Salò, il conto dei ramarri è salito fino a toccare quota 7 tiri dal dischetto. Anche in questo caso la percentuale realizzativa è vicina al 100%, dal momento che il rigore sbagliato due giorni fa dal bomber marocchino è stato l’unico finora non andato a segno durante la stagione.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Adesso schiacciamo l’acceleratore e andiamo». Il 2-0 di Salò sulla Feralpi del temuto bomber pordenonese Federico Gerardi (ex di Udinese, Cittadella e Portogruaro, tra le altre, rimasto a bocca asciutta) ha galvanizzato Mirko Stefani. […] «Non mi sembra di aver patito cali di rendimento – replica il 32enne Stefani -. Mi sono sentito bene a Salò, così come nei due match precedenti. Tutto il gruppo è in salute. Per questo dico: non bisogna mollare, dobbiamo accelerare ancora. Perché questo se lo sente nel cuore, il capitano può essere l’anno giusto». Nella fase iniziale della stagione a spingere il ramarro è stato l’attacco (19 gol fatti nelle prime 10 partite, contro i 16 subiti), mentre nell’ultima a reggere è stata la difesa. Soltanto 4 i gol subiti in 8 gare. Se togliamo la sfida all’Euganeo (4-3), ne resta addirittura uno solo in 630′. «Mai avuto dubbi sulla nostra interpretazione nella fase di non possesso. Nemmeno quando subivamo qualche gol di troppo. Dipende anche dall’atteggiamento dell’intera squadra. Certo, come tutti, quando spingiamo ci scopriamo un po’. Diventa inevitabile, ma complessivamente credo che concediamo davvero poco agli avversari». […] Domenica (14.30) l’ultima d’andata al Bottecchia contro la Sambenedettese potrebbe valere il titolo d’inverno. «È stata una faticaccia, giocare 3 partite in una settimana. Al match con la Samb arriveremo più riposati e preparati. Pronti per una nuova grande partita».

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Nessuno in trasferta come il Pordenone: 21 i punti, frutto di 7 vittorie in 8 partite. Una cavalcata strepitosa, grazie alla quale i ramarri hanno racimolato la maggior parte dei loro 37 punti con cui sono ai vertici. Già la scorsa stagione il rendimento in trasferta era il fiore all’occhiello: quest’anno la tendenza è continuata. Il primo blitz risale alla seconda giornata, il 2 a 0 ottenuto a Forlì. Dopodiché sono arrivati i successi di Mantova (2-0) e Macerata (4-2). Quindi l’unico ko, con l’Alto Adige (3-1). Da allora, quattro affermazioni consecutive: Lumezzane (1-0), Modena (3-0), Padova (4-2) e Salò. È stato nel complesso un girone d’andata strepitoso e domenica, al Bottecchia contro la Sambenedettese, questa squadra meriterebbe un pienone di tifosi pronti ad applaudire.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Ancora una volta il Venezia vince al fotofinish ed è nuovamente primo: 1 a 0 a Bergamo con l’Albinoleffe per la squadra di Inzaghi, che supera il Pordenone e guida la classifica con un punto di vantaggio sui “ramarri” secondi (38 a 37). Saranno dunque queste due formazioni, assieme alla Reggiana (in campo domani per il recupero con la FeralpiSalò, può salire a 36) a giocarsi il titolo d’inverno del girone B di Lega Pro. Il foglietto delle avvertenze è chiaro: non conviene – almeno visti gli ultimi anni – arrivare davanti a tutti a metà campionato, visto che l’Alessandria nelle ultime due stagioni girò la boa prima ed è ancora qui, in Lega Pro. Però il Pordenone vuole comunque arrivare primo domenica. Per farlo serve vincere con la Sambenedettese e che i lagunari non vincano al cospetto della Maceratese. Corsa. Insomma, sono rimaste in tre in ballo. Il Padova, complice i risultati dell’ultimo turno, è rimasto fuori dalla lotta pur avendo battuto l’Alto Adige. La squadra di Tedino c’è e chiaramente ha solo la vittoria come risultato a disposizione per battere i rivali. Una squadra, quella allenata da Inzaghi, che non sarà impressionante dal punto di vista della qualità del gioco, ma che non muore mai: ieri a Bergamo ha vinto l’ennesima partita nei minuti finali (gol di Ferrari all’83’). Segno che il gruppo ha un’anima e vuole arrivare a vincere. Non è poco. Il Pordenone gioca bene e diverte, pur avendo vinto a Salò con una prestazione accorta e senza mai rischiare nulla. Per certi versi sembrava di vedere la squadra di febbraio dello scorso campionato, quando vinceva a Cremona con due ripartenze perfette e chiudendosi alla grande. Più staccata la Reggiana, che può uscire dalla lotta già domani. È vero che ha due gare in casa, terreno dove rende al top, ma ha pure rivali toste: la FeralpiSalò domani vorrà rifarsi dei ko subiti ultimamente, quindi il derby col Parma fa storia decisamente a sé. […]

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pippo Inzaghi ha tirato un sospiro di sollievo. Il suo Venezia ha sudato le classiche sette camicie per riuscire a superare un avversario arcigno, ben messo in campo, capace di dare battaglia e combattere fino al 90′. Una vittoria sudata. «Una vittoria che vale doppio – spiega super Pippo – perchè qui era riuscito a vincere solo il Gubbio ed abbiamo affrontato una squadra ostica, combattiva, che si è data da fare ostacolando le nostre trame di gioco e chiudendo tutti i varchi». Un Venezia che ha lasciato a casa il fioretto ed ha dovuto calarsi in una realtà diversa. «Effettivamente abbiamo sofferto quando c’era da soffrire e siamo venuti fuori nel momento opportuno. La svolta? Nella ripresa. Quando abbiamo cambiato il sistema di gioco e siamo risultati più offensivi». Il Venezia ha innestato la quarta andando a prendersi i tre punti. «Il cambio del modulo ci ha permesso – prosegue il mister – di rendere la squadra più offensiva. Sono arrivate, in rapida sintesi, occasioni ed il gol. Penso che i tre punti siano meritati. Adesso godiamoci questo primato ritrovato (il Venezia ha riscavalcato il Pordenone ndc) ma festeggiamo poco perchè domenica ci attende un altro confronto da mille ed una notte».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia sconfigge la nebbia, soffre e dormicchia un po’, fatica ma poi mette al tappeto l’Albinoleffe riconquistando la vetta della classifica. La partita allo stadio Azzurri d’Italia (lo stesso dell’Atalanta per intenderci) era però iniziata nella maniera peggiore. Innanzitutto con un quarto d’ora di ritardo dovuto al traffico incontrato dal pullman della squadra lagunare che nonostante la scorta delle forze dell’ordine è giunto nell’impianto bergamasco troppo a ridosso del match. Il quarto d’ora di posticipo non ha agevolato la visibilità: la coltre di nebbia che avvolgeva Bergamo sembrava destinata a non diradarsi e l’avvio di gara si è quindi svolto senza che si potessero distinguere chiaramente le azioni, tanto che la cinquantina di tifosi lagunari ha invocato scherzosamente di giocare a una sola porta. Via la nebbia dopo una manciata di minuti il Venezia ha iniziato il suo difficile cammino verso un successo importantissimo ottenuto in una partita spigolosa, contro un avversario che ha saputo tenere testa con particolare aggressività per tutta la prima frazione di gioco, risultando anche a tratti padrone del campo. Il Venezia ha saputo soffrire senza riuscire a reagire adeguatamente – e ha trovato il tempo giusto per ripartire alla grande ad avvio ripresa. Quasi l’intervallo avesse fatto ritrovare lucidità e cattiveria agonistica a tutto il team di Inzaghi, protagonista di una seconda frazione ben più vivace e convincente della prima. Al solito qualche difficoltà si è registrata sempre in fase di conclusione ma la capacità di mettere in mezzo palla di Marsura e la voglia di gol di Ferrari hanno riportato il Venezia sul grandino più alto della Lega Pro a una sola giornata dalla fine del girone d’andata. Inzaghi ha avuto un’altra conferma di quanto la sua squadra sia versatile, tant’è che ancora una volta le variazioni non sono state poche rispetto alla gara precedente, specie a centrocampo, completamente rinnovato: Fabris, Stulac e Bentivoglio, mentre dietro spazio a Baldanzeddu e davanti a Geijo. Così sono nove i punti conquistati in nove giorni dai lagunari: tre successi di misura ma importantissimi che confermano la bontà del lavoro svolto da Inzaghi ed esaltanto il grande carattere di un Venezia sempre pronto a trovare una soluzione a ogni difficoltà, riprendendo o decidendo i match anche nei minuti finali. […]

Ore 16.30 – Qui Guizza: Damiano Tommasi premia Cristian Altinier quale miglior giocatore Biancoscudato della scorsa stagione.

Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: ultima serie di tiri in porta.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella in corso. Corsa a parte per De Risio.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico.

Ore 15.00 – Qui Guizza: assente De Risio, corsa a parte per Altinier.

Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Quando si dice che i cambi possono essere decisivi ecco, appunto, Albinoleffe-Venezia. Filippo Inzaghi vince la partita a scacchi con Massimiliano Alvini e lancia i suoi nuovamente in testa alla classifica del girone B del campionato di Lega Pro davanti al Pordenone. A Bergamo finisce 1-0, il gol decisivo di Ferrari arriva dalla panchina a sette minuti dalla fine e i tre punti pesano come macigni. A quota 38 il Venezia guarda nuovamente tutti dall’alto e dimostra ancora una volta di saper soffrire, dote che di solito porta lontano. Che sarà una giornata difficile lo si capisce subito. Perché per l’intenso traffico e per la nebbia il pullman del Venezia arriva all’Atleti Azzurri d’Italia soltanto poco prima delle 18, tanto che il fischio d’inizio viene ritardato di quindici minuti. Il pullman che trasporta i giocatori rimane imbottigliato nel traffico e serve la scorta delle forze dell’ordine per risolvere l’inghippo, il resto lo fanno gli eccellenti rapporti fra i due club, che via telefono concordano con la Lega il ritardo rispetto al fischio d’inizio. La nebbia, poi, incombe, evidentemente cancellando le idee migliori della capolista, che soffre. […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Espulso nel derby con il Padova, due giornate di squalifica e poi eccolo, decisivo al rientro a Bergamo partendo dalla panchina. Nicola Ferrari per una sera fa il Ferrari e sottoporta ci mette il piattone che regala al Venezia il terzo successo consecutivo, lo ricolloca in testa alla classifica e magari dalla città orobica Inzaghi si ritrova un attaccante ritrovato. «L’ingresso è stato azzeccato», dice Ferrari, «ed è stata una partita veramente difficile, magari non bella e a tratti ma tosta. Ci serviva l’acuto di un singolo e per fortuna è arrivato il mio. Dedico il gol a Simone Edera che oggi (ieri, ndr) ha perso il nonno. Da un punto di vista personale, è indubbio che non stia vivendo un periodo felice, e lo sapevo. Ma sono stato sfortunato tra pali e traverse e ci ho messo anche del mio con l’espulsione che non doveva esserci contro il Padova. Due soli gol finora? È vero, mi aspettavo di averne segnati di più a questo punto della stagione, comunque so di aver dato tutto il possibile. Sul gol non ho esultato come avrei voluto, avevo uno sfogo dentro e mi sono un po’ tenuto». Al rientro anche Alexandre Geijo dopo un infortunio e ancora lontano dalla migliore condizione. «È una vittoria molto importante», dice lo spagnolo, «e il gol non mi preoccupa per nulla. Anzi, sono molto felice per Ferrari che ne aveva bisogno. Ci siamo imposti in una partita difficile contro una squadra aggressiva e poteva anche essere giusto lo 0-0. Una volta uscito dal campo ero stanco, ho fatto fatica rientrando dopo l’ultimo infortunio». […]

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Una vittoria pesante, che vale doppio, quella di Bergamo contro l’Albinoleffe. Filippo Inzaghi lo sottolinea a più riprese, consapevole che vincere questa sfida non era affatto facile. «Questa era una squadra ostica, fisica e aggressiva specie nei centrali difensivi», spiega l’allenatore del Venezia, «e abbiamo capito il perché finora in casa aveva perso solo contro il Gubbio. Nel primo tempo abbiamo sofferto e creato poco in attacco, poi nella ripresa ho cambiato sistema di gioco, avvicinando le punte, e si è visto un Venezia diverso e più aggressivo. Alla fine credo che il successo sia stato meritato. Qualche buona occasione l’abbiamo creata, sfruttando alla perfezione l’ingresso di Ferrari. Siamo tornati in testa alla classifica e questo è l’aspetto più importante». Inzaghi che poi lancia un appello alla tifoseria arancioneroverde. «Sarebbe bello che domenica, contro la Maceratese, ci fosse lo stadio Penzo pieno. Questo Venezia merita la sua gente per tutti i sacrifici che sta facendo e per i risultati che stanno arrivando. Come contro il Padova si è visto un grandissimo pubblico, e speriamo di rivederlo sugli spalti del nostro stadio». […] Soddisfatto è pure il presidente Joe Tacopina. «Nove punti in otto giorni sono bellissimi, siamo in testa senza la squadra al completo: impossibile non essere contento. Questo successo è una indicazione preziosa sulla strada della vittoria finale perché abbiamo un gruppo che non molla mai. In questa fase è molto più importante la difesa che l’attacco, e noi abbiamo la miglior difesa. Come altre volte il Venezia ha dormito nel primo tempo e poi ucciso la partita nella ripresa. Per noi non è facile segnare, sarò onesto, ma siamo lo stesso primi».

Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Tutto o niente, niente o tutto. Il Venezia è così. Una serata cominciata male, finisce in gloria che più gloria non si può. Terza vittoria consecutiva, terzo 1-0, operazione sorpasso a segno, primo posto in classifica. Stavolta il conto lo paga l’AlbinoLeffe, condannato dalla concretezza di una squadra che niente concede allo spettacolo – ma poi, diciamocela tutta, non era serata da spettacolo calcistico, questa di Bergamo – e tutto prende quando è ora di fare i conti. Ancora una volta il Venezia gioca senza maschera, chissenefrega del gran calcio, metti in punti in tasca e vai. E se la partita non passerà alla storia, va raccontata almeno la parte iniziale di questa avventura. Nebbia, atmosfera da film del terrore non si vede da qui a lì, si comincia in ritardo e nei primi minuti non c’è un cristiano che sia sicuro che si possa arrivare al 90’. Un quarto d’ora di calcio immaginato, ombre che si muovono, protesta la gente che ha pagato il biglietto e ha diritto a vedere la partita. Oltrettutto la parte posteriore delle maglie si confonde, nera una e blu scura l’altra. L’unico che ci vede è l’aretino Niccolò (arbitro Pagliardini) che veste color evidenziatore, classica divisa antinebbia, e deve aver occhi potenziati. Una truffa, l’ipotesi del viaggio a vuoto. Ma dopo un quarto d’ora di muro, ecco il miracolo della natura: che fine ha fatto la nebbia? Non c’è. E si vede. Come nel film di Totò. Visibiltà perfetta gioiscono anche i venti-venticinque arancioneroverdi in curva, che meritano la soddisfazione della vittoria. A questo punto comincia la partita vera e forse finisce il racconto. Perchè è una partita come altre già viste. […] Attenzione: meno 6’ alla fine, dalla sinistra cross di Galli, Moreo devia appena appena con il ciuffo, sul secondo palo spunta Ferrari e palla dentro. Anche l’espulsione col Padova è perdonata.Via. Freccia, sorpasso al Pordenone e avanti tutta. Tifosi – da medaglia i presenti – in festa, si torna a casa felici e primi. Senza correre in autostrada perchè c’è nebbia. A correre ci pensa il Venezia. In classifica.

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il calcio a volte racconta storie che prima che accadessero appartenevano solo nella fantasia dei tifosi. Il Vicenza non vinceva al «Menti» dal lontano 8 maggio quando i biancorossi superarono per 2 a 1 la Virtus Entella. Tre punti importanti che di fatto regalano la permanenza in serie B al Vicenza, ma da allora in casa la squadra prima guidata da Franco Lerda e poi da Pierpaolo Bisoli, non riesce più a vincere una gara. Passano Carpi, Perugia e Latina, con i biancorossi che non vanno oltre il pareggio con Bari, Avellino, Cesena, Frosinone e Benevento. Il resto è storia recente, con il Verona capolista che arriva a giocare a Vicenza il vero derby veneto, con il pronostico che è tutto dalla parte degli uomini di Fabio Pecchia. Il calcio però è imprevedibile, e il Vicenza incitato e sostenuto da un pubblico straordinario, vince la partita tra la grande delusione dei tifosi dell’Hellas giunti a Vicenza in quasi duemila. Il gol della vittoria lo segna Cristian Galano schierato da Bisoli nel ruolo atipico di punta vista l’indisponibilità di Raicevic. «Ho lavorato tutta la settimana per trovare movimenti e posizioni da punta centrale come mi chiedeva il mister – spiega Galano – e devo dire che palla a terra mi sono trovato bene grazie anche all’intesa che ho con Bellomo con cui ho giocato insieme tanti campionati. E’ chiaro che quando la palla si alzava e stavo schiena alla porta facevo più fatica, ma questo era nelle previsioni perché io punta di ruolo non lo sono». Fino a sabato scorso il campionato di Galano non era stato positivo, complice anche un problema alla caviglia. «È un problema che mi ha limitato molto – precisa l’ex barese – per un po’ ho stretto i denti ma mi allenavo male e poi al sabato non riuscivo a giocare bene. Allora in accordo con lo staff medico e il mister mi sono fermato per guarire e poter essere al meglio della condizione fisica. Adesso sto bene, e sono pronto a dare il mio contributo alla causa del Vicenza». […]

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Ieri pomeriggio la squadra si è ritrovata a Isola per iniziare la preparazione della delicata trasferta di sabato a Terni. L’onda lunga del derby vinto con il Verona, però, ha inevitabilmente caratterizzato l’inizio della settimana in casa biancorossa. Prima di tutto c’era una promessa da onorare, quella del tecnico Pierpaolo Bisoli, che doveva esibirsi davanti ai suoi giocatori in cinquanta-flessioni-cinquanta, dopo averle inflitte come “punizione” nelle sue prime settimane di allenamenti a chi falliva un’azione da gol. Debito saldato. Poi la squadra si è allenata regolarmente, con Raicevic ancora a parte tra terapie e piscina: tutt’altro che scontata la sua presenza contro la Ternana, dove mancheranno pure gli squalificati Vigorito, Signori e Bellomo. Ieri assenti anche Vita e Zivkov per l’influenza. Anche il presidente Alfredo Pastorelli ieri è voluto tornare sulla vittoria nel derby con una nota pubblicata sul sito ufficiale del Vicenza: «Ciò che è successo nel derby mi ha entusiasmato e colpito profondamente». «Al punto che non sono riuscito a trattenere la commozione – ha ricordato -. Voglio ringraziare chi è sceso in campo insieme a noi. E il mio grazie è diretto proprio alla tifoseria che ci ha sostenuto dall’inizio alla fine. Il gesto, però, che porterò sempre con me è capitato al 92´: negli ultimi 3 minuti di sofferenza, i tifosi hanno coinvolto tutto lo stadio, facendo salire ancora più in alto al cielo il grido “Vicenza, Vicenza”, e regalando la spinta decisiva alla squadra verso una vittoria storica». […]

Ore 12.00 – (Gazzettino) Maurizio Bedin lascia il Campodarsego e approda alla Vigontina San Paolo. Una trattativa lampo tra le due società e il giocatore ha portato nel tardo pomeriggio di ieri a questo esito, per certi versi a sorpresa, favorito dagli ottimi rapporti tra le parti coinvolte e da componenti di natura tecnica, legate allo scarso utilizzo del centrocampista ex Padova nell’ultimo periodo. «E’ stata una trattativa veloce e inaspettata – racconta il direttore sportivo della Vigontina Alessandro Bragagnolo anche se non nego che il giocatore, che conosco perché eravamo insieme ai tempi delle giovanili biancoscudate, ci piaceva. Ci siamo trovati alle 15 e in tre ore ogni aspetto è stato perfezionato, anche per l’amicizia che c’è tra tutti noi». Poi aggiunge: «Sono molto soddisfatto, viene a darci una grossa mano dato che è un elemento di esperienza e caratura che fa proprio al caso nostro visto che la nostra rosa è piuttosto giovane». E non sarà l’unico volto nuovo per rinforzare la squadra allenata da Vincenzo Italiano, ancora in piena corsa per centrare l’obiettivo salvezza: «Stiamo definendo in queste ore altre operazioni». […]

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Clamoroso al Campodarsego (Serie D): Maurizio Bedin, 37 anni e mezzo, capitano dei biancorossi da due stagioni e mezzo, ha deciso, d’intesa con la società, di cambiare maglia: da ieri è un giocatore della Vigontina San Paolo, inserita nello stesso girone (il C) dei “Gabbiani”, penultima con 13 punti insieme alla Calvi Noale. Una decisione maturata all’indomani della sconfitta di Trieste, gara in cui l’allenatore Masitto aveva mandato in campo il centrocampista al 41’ della ripresa, al posto di Franceschini. A spiegarla è stato il direttore generale del “Campo”, Attilio Gementi: «Ci siamo trovati oggi (ieri, ndr) con il presidente Pagin e con Maurizio, e di comune accordo, vista l’offerta arrivatagli e la possibilità di giocare di più, abbiamo deciso che fosse giusto fare questo passo. Capiamo la sua scelta, la sua voglia di giocare ancora e il fatto che in questo momento non stesse trovando tanto spazio a Campodarsego. Speriamo che questo comunque sia solo un arrivederci: ci risentiremo a giugno, perché il rapporto tra il Campodarsego e Maurizio Bedin va al di là dell’aspetto calcistico». Evidente che Bedin non abbia gradito le scelte compiute ultimamente dal nuovo mister, che lo ha lasciato quasi sempre in panchina. […]

Ore 11.10 – (Gazzettino) È un momento difficile per il Cittadella, reduce da quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Il centrale difensivo Filippo Scaglia lo inquadra così: «Capitano periodi nei quali le cose vanno bene, mentre altri sono meno favorevoli. A volte con tre tiri fai tre gol, noi ultimamente stiamo pagando ogni minimo errore». Sul pesante 3-0 rimediato a Cesena, continua: «Siamo stati condannati dagli episodi. C’era un sostanziale equilibrio in campo, solo un errore poteva cambiare le carte in tavola. È capitato a Martin, ma poteva accadere a chiunque. Sono errori di valutazione che fai sul momento, da fuori è facile parlare. Se sbaglia un attaccante non succede niente, mentre per i difensori il rischio è quello di prendere gol». […] Su come rimettersi in marcia, Scaglia sottolinea: «Bisogna solo continuare a lavorare come stiamo facendo. Non è un calo di condizione fisica. Allenandoci si superano gli errori che abbiamo fatto ultimamente. Noi siamo compatti e stiamo dando il massimo, anche se non basta, bisogna dare ancora di più. Tre ko di fila non ci tolgono quello che finora abbiamo fatto di importante. Forse abbiamo illuso qualcuno, ma noi siamo rimasti sempre con i piedi per terra. Dobbiamo reagire nella consapevolezza dei nostri mezzi. Non siamo lì per caso e non vogliamo fare un campionato anonimo». Sulla prossima partita, conclude: «Il Pisa fa pochi gol e ha la migliore difesa del campionato. Prevedo una partita difficile e non spettacolare dove non dobbiamo concedere e allo stesso tempo essere bravi nelle rare occasioni che avremo. In questo momento è ancora più importante il pubblico che mi auguro ci sostenga con calore sia con il Pisa sia nelle sfide successive con Vicenza e Entella».

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Il bernoccolo è nascosto dai capelli, ma c’è. Filippo Scaglia scherza sulla sua testa dura, anche perché, per fortuna, sabato è uscito dal campo del “Manuzzi” sulle sue gambe. Ieri pomeriggio, però, alla ripresa degli allenamenti del Cittadella ha lavorato a parte per evitare altri colpi, così come ha fatto anche l’acciaccato Lucas Chiaretti, che a Cesena non c’era: tempo un giorno o due ed entrambi torneranno regolarmente in gruppo. Scaglia, la panchina granata ha protestato a lungo dopo il suo scontro con Djuric, nell’azione del 2-0 bianconero. Cos’è successo di preciso? «Ho visto la palla alta e sono andato a contrastare Milan: abbiamo sbattuto insieme la capoccia e siamo rimasti a terra. Non ho mai perso conoscenza, ma la sentivo pulsare. Qualche secondo dopo c’è stato il boato dello stadio e ho capito che il Cesena aveva segnato. M’immaginavo che venisse fermato il gioco, come da regolamento quando ci va di mezzo la testa. L’arbitro, invece, ha lasciato correre e dopo ha spiegato di averlo fatto perché ero stato io a commettere il fallo, aggiungendo che non si era accorto che avevamo sbattuto. Però, comunque, il vantaggio l’aveva concesso con il gesto del braccio, quindi qualcosa deve aver visto…». Ora come sta? «Sino a domenica ho avvertito qualche giramento, adesso non più. Un po’ di spavento non nascondo che ci fosse, perché è il terzo trauma del genere nel giro di pochi mesi, dopo la botta presa a Benevento in Supercoppa e quella nella gara con il Latina di ottobre, nello scontro con Boakye». […] Come se ne esce? «Dobbiamo stringerci e rimanere compatti. Noi diamo sempre il massimo: in questo momento non basta, ma siamo abituati a lottare e continueremo a farlo. C’è bisogno di tutti. Anche del pubblico». Sabato c’è il Pisa… «Che segna poco e subisce altrettanto poco. Non sarà una gara spettacolare: troveremo una squadra che si difende e dovremo essere bravi a sfruttare le poche occasioni a disposizione». […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) Nove vittorie in diciotto partite, di cui sette nelle ultime dieci giornate. E undici giocatori finora andati a bersaglio. L’ultimo in ordine di tempo è stato il brasiliano Eemerson grazie alla rete realizzata su punizione al Sudtirol. Già avevano timbrato il cartellino i difensori Cappelletti e Russo, gli esterni Madonna e Favalli, ai centrocampisti Dettori, Mazzocco e Mandorlini e agli attaccanti Alfageme, Neto Pereira e Altinier. Proprio il numero nove biancoscudato (a cui oggi dopo l’allenamento sarà consegnato il premio dell’Associazione calciatore come migliore giocatore del Padova nella stagione 2015-16) domenica ha colpito per la settima volta in campionato e, considerato il trend che normalmente lo vede più prolifico nel girone di ritorno, è facile immaginare un’altra annata con i fiocchi. «Al di là degli aspetti personali – replica Altinier – sono contento perché quella di domenica era una partita che volevamo vincere a tutti i costi per riscattare gli ultimi due nostri risultati, peraltro in gare nelle quali non era comunque mancata la prestazione. A darci una mano sono poi arrivati i risultati provenienti dagli altri campi». I tre punti erano comunque tutt’altro che scontati. «Ci misuravano con una squadra ostica con cui ho sempre fatto fatica in carriera e anche in questa occasione è stato difficile sbloccare la sfida».

Ore 10.10 – (Gazzettino) […] «È proprio la partita con il Pordenone – commenta il presidente dell’Aicb Ilario Baldon – che mi ha deluso maggiormente perché dopo due vittorie prestigiose e convincenti, pensavo ad almeno sei o settemila persone. Potevo capire un po’ di scetticismo a inizio stagione per i tanti cambiamenti e questo si è tradotto in un numero minore di abbonati, ma ora la squadra si è ritrovata e dunque non si giustificano numeri più bassi delle due passate stagioni». Che spiegazione si è dato? «Il trend negativo riguarda quasi tutti i campi, ma a Padova la gente è sempre un po’ scettica e si sta allontanando senza motivi tecnici. Bisogna sapere soffrire anche nelle categorie più basse ed evidentemente i numeri importanti della serie D erano più che altro una risposta polemica al recente passato visto che poi la spinta non ha avuto seguito». Un auspicio? «Spero che nel girone di ritorno alla metamorfosi della squadra faccia seguito quella dei tifosi».

Ore 10.00 – (Gazzettino) Il Padova c’è, i suoi tifosi meno, soprattutto quando c’è da frequentare l’Euganeo. Il desolante dato dei 1.723 spettatori di domenica, proprio nella partita che ha regalato il quarto posto solitario, ovvero l’obiettivo minimo che la società si è prefissata a inizio stagione, fa sorgere qualche dubbio sul reale attaccamento della piazza ai colori biancoscudati e rischia di smorzare l’entusiasmo della proprietà che, pur non entrando nel merito di tali numeri, è tutt’altro che soddisfatta per la risposta dei tifosi. Per la sfida con il Sudtirol non manca qualche attenuante, che però giustifica solo in parte il flop: era chiusa la Fattori, ma gli ultras si sono spostati nel vicino settore est; non erano validi gli abbonamenti, e lo stesso succederà il 23 dicembre con la Samb, ma i biglietti per le due gare erano acquistabili al prezzo di una; la giornata fredda e il ponte non favorivano l’affluenza, ma non si giocava di sabato, per molti giornata lavorativa. Dei 2.890 abbonati, più del 40 per cento (1.167) hanno invece disertato l’Euganeo. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Sono contento, al di là dei miei numeri personali. Quella di domenica era una partita che volevamo vincere a tutti i costi, e portarla sul 2-0 grazie al mio gol è stato molto importante». […] Domenica a Lumezzane si gioca l’ultima di andata: che indicazioni trarre, al termine di questo girone? «Il Padova ha la consapevolezza di potersela giocare con chiunque, perché questo è quello che abbiamo dimostrato sul campo fino ad oggi. Dobbiamo migliorare ancora qualcosa, dobbiamo vedere cosa succederà nel corso del “mercato” di gennaio, ma di questo siamo convinti. La differenza rispetto alle ultime stagioni è che ci sono tante avversarie attrezzate per stare in alto: credo che alla lunga qualche squadra si staccherà dalle posizioni di vertice, ma spero che il Padova ci rimanga attaccato sino alla fine».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Mancherebbe ormai solo un gol del portiere Bindi per fare l’en plein totale. Il giorno dopo la vittoria nei confronti del Sudtirol, che ha proiettato il Padova al quarto posto del girone B di Lega Pro, c’è un dato che fra tutti salta all’occhio: è la cooperativa del gol biancoscudata, che domenica sera ha accolto nel club un altro illustre socio come Emerson. L’undicesimo marcatore diverso del Padova in campionato: dal 33’ del primo tempo del match con gli altoatesini, attimo in cui il brasiliano ha trovato l’1-0 su punizione, tutti i giocatori che in quel momento erano in campo avevano segnato almeno un gol, escluso il portiere. Tutt’e tre i difensori (Emerson era l’ultimo che mancava all’appello), tutt’e cinque i centrocampisti, e pure tutti gli attaccanti con l’aggiunta di Alfageme, subentrato nel finale. «Stiamo segnando in tanti, e questa è una buona cosa perché significa che arriviamo con varie soluzioni alla conclusione: è un dato estremamente positivo», le parole di Cristian Altinier, che con le sue sette marcature è il capofila del folto club dei goleador biancoscudati.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Oggi verrà premiato alla Guizza, come miglior giocatore del Padova della stagione 2015-2016 dal presidente dell’Aic Damiano Tommasi. Il premio avrebbe dovuto essere ritirato al Gran Gala del Calcio Triveneto di Vicenza nel giorno del derby col Venezia, ma Cristian Altinier era appunto impegnato in una partita da ricordare, in cui non segnò ma fece la sua solita prestazione che ogni allenatore vorrebbe vedere da parte di un suo giocatore. Di gol a Padova sinora Altinier ne ha segnati ben 23, 16 lo scorso anno, 7 nell’attuale stagione, a cui vanno aggiunti i 17 segnati con la maglia dell’Ascoli nella stagione 2015-2016. Fanno 40 in due stagioni e mezza, un patrimonio incredibile su cui poggiare per una squadra che insegue la testa della classifica e che, grazie anche al gol di Altinier, domenica ha battuto 2-0 il SudTirol, agganciando il quarto posto e gettando le basi per giocarsi fino in fondo le proprie chance. E, se Neto Pereira è una certezza su cui poggiare il proprio presente, servirebbe un acquisto di spicco a gennaio per fare il salto di qualità. Per ora ci sono tante idee, ma ancora nessuna pista concreta. E se vecchi amori che continuano a piacere, come Luca Strizzolo che però ben difficilmente lasceranno il Cittadella, si affiancano alla ricerca di una punta in grado di spaventare la concorrenza, la certezza si chiama sempre Altinier, che trasforma in oro ogni pallone che transita dalle sue parti. […]




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