Live 24! Reggiana-Padova, -2: tutti presenti tranne Fantacci, gruppo quasi al completo

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Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) L’uomo buca lo schermo, di primo acchito trasuda carisma e personalità a vagonate. Magnetico e seducente, Valerio Bertotto non avrà in panchina un curriculum chilometrico ma il professionista è dritto, tagliato, ha masticato grande calcio da sempre e ci impiega un attimo a conquistare gli astanti. Pochi concetti, ma tutti limpidi, diretti, che si spezzano con l’accetta. Se la squadra mutuerà la metà della sua passione, Bassano ha i playoff nel taschino anche ora che è in perenne emergenza. In fascia happy hour, Bertotto si stappa come uno spumante raffinato che scivola giù che è un piacere. «Per me è un grande onore essere in questa società – annuncia – una grande opportunità professionale in una società di punta della categoria. Il mio primo obiettivo è restituire serenità e consapevolezza alla squadra e all’ambiente. Con la proprietà e il direttore Seeber ho subito rintracciato condivisione innanzitutto umana e comunità d’intenti. Sono felicissimo di essere qui, ho già svolto tre allenamenti coi ragazzi e a loro ho detto che gli davo un giorno e mezzo di tempo per purificarsi delle tossine di questi momenti eppoi di ripartire subito. E devo dire che già ieri pomeriggio ho notato il gruppo riprendere colorito in viso. Ma non avevo dubbi poiché questo è un organico con dei valori tecnici e morali. Che, non ho dubbi che verranno fuori, sono giovani che hanno solo necessità di ritrovare quelle certezze del recente passato. Perchè ve lo dico senza problemi: questi sono giovani bravi e di qualità. Ho trovato una formazione che per molti mesi ha fatto bene e ora il percorso si è un po’ incagliato. Ma tocca a me stare vicino ai giocatori per consolidare le loro sicurezze. E in ogni caso vedrete che presto apprezzerete di nuovo il Bassano frizzante e brillante che ho potuto seguire dalla tribuna contro il Padova a novembre». […] PARLA SEEBER. «Nel mercato di gennaio – chiarisce il digì – sono andati via più giocatori di quelli che avremmo voluto. Ma qua deve rimanere solo chi è voglioso di spendersi per la causa. Quanto ai nuovi, qualcuno ancora non ha reso secondo capacità, ma ho la convinzione che a breve mostreranno le loro qualità». Bert8. Dove 8 è il voto di presentazione.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Contro il Bassano gli è mancato solo il gol, appena sfiorato con un gran sinistro che si è spento scheggiando il palo, quando la gara era già sul 3-0. Ma il Pordenone ha capito di avere in organico un altro attaccante vero, perfetto per far coppia con Rachid Arma, finalmente ritrovato dopo il periodo nero di Foggia. E Padovan inizia proprio da lì. «In Puglia – spiega – non c’erano più le condizioni per fare bene, erano spariti i presupposti. Ho scelto Pordenone e ho trovato un ambiente in cui lavorare come si deve e in tranquillità. Bruno Tedino può essere l’allenatore giusto per le mie caratteristiche: gli attaccanti con lui si trovano alla grande e hanno tanti palloni da giocare. All’inizio – ammette – ho patito un po’ i carichi, perché a Foggia si lavorava meno sulla forza e più con il pallone. Ma adesso sento una buona gamba e sono definitivamente pronto. Sono venuto a Pordenone per giocare il più possibile, dal momento che in passato mi è sempre mancata la continuità, anche per demeriti miei». Alle porte c’è la gara domenicale (16.30) contro il Santarcangelo. «Dobbiamo portare in Romagna l’entusiasmo derivato dal cappotto al Bassano – dice Padovan – e fare quello che sappiamo». […]

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La testa di Tedino e dei suoi ragazzi è già tutta rivolta alla trasferta di Santarcangelo, anche se l’eco del roboante 6-0 rifilato lunedì al Bassano rimbalza ancora fra le piazze del girone B. Per 4 giorni almeno i ramarri hanno rubato la scena ai leoni di San Marco e ai crociati di Parma. Nei bar sport pordenonesi, smaltita l’euforia per la goleada vissuta dal vivo e diffusa a livello nazionale da RaiSport, tiene banco un altro argomento: l’impatto sul risultato e sulla prestazione di lunedì delle seconde linee. Squalificato Ingegneri, indisponibile Burrai, concesso inizialmente un po’ di riposo a Cattaneo, i rimpiazzi Marchi, Bulevardi e Padovan non hanno fatto rimpiangere i titolari, cogliendo l’occasione offerta loro da Tedino. Impatto sorprendente per tutti coloro (e sono tanti) che vedevano il nulla dietro i top 11. «Sorprese Bulevardi e Padovan? Se sono venuti – spiega Tedino – è perché li ritenevamo da Pordenone. Certo, come Zappa, avevano bisogno di adattarsi ai nostri metodi di lavoro e almeno di conoscere la faccia dei compagni. Non avevano alle spalle come gli altri quei 40 giorni di ritiro precampionato, durante i quali il gruppo si è compattato. Il nostro è un team sano, pieno di energia positiva, che ha imparato a fare un certo tipo di lavoro: può anche perdere, ma ci mette sempre il cuore. Ragazzi consci che solo lavorando forte, con grande intensità e passione, possiamo colmare il gap con le grandi. Con quelle che ci stanno davanti in classifica e anche sottolinea con quelle che ci stanno dietro. Chi non gioca con continuità deve mettersi a disposizione, aspettando l’occasione giusta. Qualcuno lo fa meglio di altri. Bulevardi e Padovan hanno colto l’opportunità. Da qui alla fine avremo ancora bisogno di loro e di altri, che si terranno costantemente pronti. C’è chi, per quanto fatto sinora, si può chiamare più titolare di altri, ma io non guardo in faccia nessuno. Penso solo al bene del gruppo intero a costo conclude di essere impopolare». […]

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Salvatore Burrai va verso un altro forfait. Il regista, infatti, non si è ancora ripreso del tutto dal piccolo infortunio che ha accusato con il Venezia. Anche ieri il giocatore del Pordenone non si è allenato con il resto della squadra (per lui seduta differenziata) ed è dunque molto probabile che non sia a disposizione per la partita con il Santarcangelo. A questo punto Bruno Tedino, viste anche le ottime prestazioni individuali e di reparto, dovrebbe confermare i tre che hanno giocato lunedì con il Bassano. Al centro ci sarà nuovamente Suciu, parso a tratti inarrestabile al cospetto dei giallorossi. Sulla destra ci sarà il solito Misuraca – neroverde più impiegato in assoluto – e sulla sinistra Bulevardi, in gol con i vicentini. Per il resto c’è da segnalare l’importante rientro in difesa di Ingegneri, che ha scontato la giornata di squalifica rimediata in seguito all’espulsione di Teramo. Gli altri elementi saranno gli stessi che hanno giocato il posticipo: si cerca di dare continuità visto il roboante 6-0. Davanti a Tomei, dunque, Stefani e appunto Ingegneri con De Agostini e Semenzato sugli esterni. Nel reparto avanzato Berrettoni alle spalle di Arma e Padovan. […]

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Con il Bassano è stato uno dei migliori. Ma in un attacco andato in gol con tutti i suoi componenti, lui è stato l’unico a non avere segnato. «Punto a sbloccarmi a Santarcangelo: se ce la faccio offro la cena a tutta la squadra». Stefano Padovan, centravanti classe 1994 del Pordenone di proprietà Juventus, fa la sua scommessa in vista della gara in Romagna, in programma domenica (inizio alle 16.30). Una serata per i suoi compagni in caso di prima rete in neroverde: cosa non si fa per rompere il digiuno e di conseguenza far sì che la squadra ottenga la seconda vittoria di fila e rimanga incollata alle posizioni di vertice. «Puntiamo ad arrivare in alto, almeno al terzo posto», dice. Padovan, partiamo dalla partita col Bassano. Un capolavoro, visto anche il risultato. «Abbiamo disputato una grande gara, giocando bene. Ora dobbiamo metterci in testa che bisogna continuare così, a cominciare da Santarcangelo naturalmente. Dal punto di vista personale sono contento perché sono tornato a giocare titolare dopo tanto». […] Padovan, scuola Juventus, con cui ha il contratto sino al 2019: una promessa alla quale è mancata… «La continuità. Purtroppo non l’ho mai trovata, sia in B sia a Foggia, soprattutto per demeriti miei. Ho bisogno di quella per rendere al top. Spero di averla con i neroverdi. Qui ho trovato l’ambiente giusto, auspico di continuare sulla strada che ho appena intrapreso». In ultima battuta: cosa le può dare un tecnico come Tedino, che ha lanciato e consacrato numerosi attaccanti? «Molto, spero sia l’allenatore giusto. Ci eravamo visti in qualche stage con le nazionali giovanili. Il suo modo di giocare è adatto e manda a nozze le punte come me. Spero di migliorare ancora e di salire più in alto possibile».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) In trasferta nessuno corre più di un Venezia atteso all’ennesima conferma nella tana del pericolante Teramo. Si prepara alla seconda trasferta consecutiva la capolista arancioneroverde, attesa dopodomani in terra abruzzese (stadio Bonolis ore 14.30) da un avversario terz’ultimo in graduatoria e già battuto 3-1 all’andata, ma di sicuro da non sottovalutare visto che nelle ultime due uscite ha battuto il Pordenone e ceduto solo di misura ad un quarto d’ora dal termine al Padova. Passando per 3-1 sul campo della Sambenedettese il Venezia ha inanellato la terza vittoria esterna di fila, la nona da inizio stagione a fronte di due pareggi e altrettante sconfitte. Lontano dal Penzo Soligo e compagni hanno dunque conquistato la metà dei loro 58 punti, 29 in 13 partite, tanti quanti il Parma ma con una partita in meno. In trasferta oltre a esibire la miglior difesa avendo subìto sole 7 reti il Venezia viaggia a 2.23 punti di media contro i 2.07 del Parma, 1.71 del Padova e 1.38 della Reggiana. Tra le mura amiche ai lagunari di Pippo Inzaghi hanno ceduto l’intera posta Parma, Ancona, Modena, FeralpiSalò, Fano, AlbinoLeffe e, nel 2017, Reggiana, Lumezzane e Sambenedettese. […]

Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Entusiasmo rifiorito, anche se c’è ancora molto da fare. In un momento di calo generalizzato di tifo che colpisce duro quasi ovunque, il Venezia riscopre la bellezza di avere un discreto seguito, di ritrovare la passione ormai sopita dopo anni di passione, tra tonfi clamorosi e una marcata frammentazione all’interno della tifoseria. I dati diffusi sull’affluenza allo stadio delle partite casalinghe, nell’attuale stagione, sono positivi. Tanto che, nonostante l’annoso problema stadio con l’addio al glorioso Penzo che pare sempre dietro l’angolo e che sinora non si è concretizzato, l’affluenza alle partite casalinghe registra incrementi interessanti. Il Venezia è al quinto posto fra i club del girone B della Lega Pro con una media di quasi tremila spettatori ad ogni uscita fra le mura amiche. Il dato esatto parla di 2968 spettatori, con la punta registrata nel derby con il Padova del 28 novembre a quota 6844 e il minimo stagionale contro il Gubbio, quando al Penzo ci furono 1668 spettatori. «Ma deve essere solo un punto di partenza — spiega il direttore generale Dante Scibilia — per tutto quello che stiamo facendo e per la classifica che abbiamo ci aspettiamo di arrivare in tempi ragionevolmente brevi a una media di 4000-4500 spettatori a partita. Comprendiamo le difficoltà, vediamo che l’entusiasmo sta rinascendo, ma ci auguriamo che la gente ci stia ancora più vicino, perché pensiamo di meritarcelo». Nessuno spazio, al momento, per una possibile convergenza d’intenti con il Mestre. «A parte qualche provocazione letta sui giornali da parte del presidente Serena — spiega Scibilia — noi di telefonate da parte sua non ne abbiamo mai ricevute. E il progetto stadio in questo momento lo stiamo portando avanti da soli». Davanti al Venezia ci sono Parma (9896 spettatori), Reggiana (7265), Sambenedettese (4276) e Padova (3686), in scia al Venezia con dati più o meno simili c’è invece il Modena con 2914. […]

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Fuori per squalifica Davide Facchin, ecco l’esordio in campionato di Guglielmo Vicario, il ventenne portiere friulano che nella passata stagione è stato tra i grandi protagonisti della promozione in Lega Pro. Quattro presenze in Coppa Italia, finora, per Vicario con la ciliegina del rigore parato a Mecca nella gara degli ottavi con la Reggiana. «Sono tranquillo, ho sempre lavorato pensando di farmi trovare pronto qualora fosse servito, adesso ho la mia occasione» dice il portiere «è una gara impegnativa, ma vogliamo allungare anche a Teramo il nostro filotto di vittorie». Titolare in Coppa Italia con Sudtirol, Reggiana, Como e Padova per complessivi 420’ giocati, adesso Guglielmo Vicario si appunta un’altra presenza con il Venezia in campionato dopo quelle in Serie D. Con Davide Facchin il rapporto è solido. «Sono molto fortunato perché ho legato subito fin dal primo giorno con Facchin, anche fuori dal campo ci troviamo bene, e con Sambo è stato costituito un bel gruppo. Fortunato perché continua a darmi molti consigli, sto imparando molto, anche cosa significa essere dodicesimo». Pur continuando a vincere, Parma e Padova sono sempre all’inseguimento del Venezia. «Quel che conta è che siamo noi davanti a tutti. Non dobbiamo lasciarci condizionare dai risultati di chi ci insegue, solo loro che devono sperare in un nostro passo falso. Se vinciamo, rimaniamo sempre davanti, e il nostro primato è ampiamente meritato. Non siamo in testa alla classifica da inizio dicembre per caso». […]

Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) […] «Dopo l’esperienza al Milan» ha detto SuperPippo rispondendo a una domanda «sono stato fermo un anno per aggiornarmi. Poi ho capito che volevo continuare a fare l’allenatore e aspettavo il progetto giusto. È arrivata la chiamata del direttore Perinetti, che conoscevo già ai tempi della Juve e considero una garanzia. Mi ha parlato del Venezia, mi ha presentato al presidente Joe Tacopina, ho capito di godere della massima fiducia. Ho visto in loro la voglia di salire in serie B. Sono felice di essere qui e v’invito a venire a vederci allo stadio, vanno bene Milan, Juve, Inter ma dovete seguire la squadra della vostra città». Le emozioni. Giocare e allenare non sono la stessa cosa. Quando Inzaghi segnava, esultava eccome se esultava. Ora il ruolo è cambiato, chi fa gol sono altri ma la soddisfazione è sempre la stessa. «Oggi da tecnico soffro di più, c’è più tensione» spiega l’allenatore piacentino «perché prima in campo mi sfogavo. Da giocatore mi comportavo da professionista, lavoravo duro durante la settimana, sapevo che tutto dipendeva da me. Da allenatore, invece, devi gestire 25-30 atleti ma, per fortuna, mi aiuta uno staff preparato». Le difficoltà. «In carriera mi sono operato otto volte» ricorda Inzaghi «ma ho sempre pensato di essere fortunato rispetto a chi fa lavori difficili e si alza alle 5. Ogni volta mi sono rimboccato le maniche e ce l’ho fatta. Non sono Messi e neppure Ronaldo ma ho record che loro non hanno». Modelli. In area di rigore, Inzaghi è stato senza dubbio il più forte attaccante degli ultimi decenni. Normale chiedergli chi seguisse da bambino. «Mio papà è sempre stato appassionato di calcio» racconta «e portava me e mio fratello Simone (attuale allenatore della Lazio ndr) a vedere le partite. Seguivo Paolo Rossi e Marco van Basten». Ricordi mondiali. L’immagine del Circo Massimo con centinaia di migliaia di tifosi al rientro da Berlino è ancora viva nella mente. «Sono stato campione del mondo con l’Italia e il Milan» dice «il massimo per un giocatore. Quel giorno a Roma resterà indimenticabile per tutta la vita».

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: mister Brevi spiega ai Biancoscudati schemi e movimenti.

Ore 15.40 – Qui Guizza: prove tecniche di 3-5-2.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico, tutti presenti tranne Fantacci.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.30 – Qui Guizza: seduta video per i Biancoscudati.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sul mercato degli «svincolati» di febbraio un po’ tutti si attendevano l’arrivo a Vicenza di un attaccante, invece è arrivato un portiere. Marco Amelia, campione del mondo nel 2006 insieme a Cristian Zaccardo, ha firmato un accordo fino al 30 giugno ma il presidente Alfredo Pastorelli non ha escluso che la sua permanenza in biancorosso possa durare più a lungo. Amelia, 34 anni, ha scelto Vicenza per la sua voglia di rimettersi in gioco, di tornare ad essere protagonista e, dopo la parentesi al Chelsea, ha deciso di accettare la proposta del club vicentino. «Prima che mi contattasse il Vicenza avevo ricevuto proposte dall’estero — spiega — la mia volontà però era quella di tornare in Italia ma non con un ruolo di “chioccia” perché ho voglia di mettermi a disposizione dell’allenatore che poi deciderà se farmi giocare o mandarmi in panchina». […] Amelia arriva a Vicenza consapevole che la posizione di classifica non è delle migliori e che ci sarà da lottare per centrare la permanenza in serie B. «La situazione non mi spaventa e sono pronto a dare il mio contributo per centrare la salvezza — sottolinea Amelia — la cosa importante è che c’è un gruppo unito e compatto, formato da ragazzi seri. Sono consapevole che in questo momento ci sono tante assenze per infortunio, quando si è in queste condizioni per venirne fuori tutti devono dare ancora di più. Ma sono certo che il momento difficile passerà, gli infortunati rientreranno e con l’organico completo ritengo che questa squadra abbia tutto per centrare la permanenza in serie B». […]

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Martedì sera contro l’Entella per il Vicenza è arrivata l’ottava partita consecutiva senza vittorie, nonostante una prestazione in cui cuore, gioco, occasioni da rete e (una volta tanto) anche i gol non hanno fatto difetto. Lettura ottimistica: la squadra è viva, lotta e sa stare in campo. Lettura pessimistica: se non si vince nemmeno quando si fa quasi tutto per bene, risollevarsi in classifica dalla zona retrocessione (oggi terz’ultimo posto) diventa molto complicato. […] Con il 4-2-3-1 i biancorossi hanno confermato di avere un’identità di gioco chiara e di riuscire a “fare” la partita con apprezzabile autorevolezza: 57% di possesso palla, quasi 11 minuti e mezzo di presenza nella metà campo avversaria, con un indice sintetico di pericolosità (comprensivo tiri, verticalizzazioni, occasioni da rete) che è andato oltre quota 50 (50,8). Di contro, all’Entella sono stati concessi appena 6 tentativi di conclusione, di cui 4 nello specchio. Peccato che un gol il Vicenza se lo sia fatto da solo, con la topica tra Benussi ed Esposito.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) «Quando mi hanno fatto il nome di Amelia non ci ho pensato nemmeno tre minuti e l’ho preso. Tutti si aspettavano una punta e io ho preso un portiere perché le punte ce le abbiamo. Del resto buttare nel cesso dei soldi per un attaccante che non ci dava qualcosa in più non mi andava. Magari solo per dar retta a un giornale, una tv o a un tifoso passionale che vuole sempre di più». Comincia così il presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli, la presentazione ufficiale del nuovo numero uno, e lascia intendere che la punta Chamakh (ma anche Tucudean, Bianchi, Goitom ecc.), cercata nei giorni scorsi, non era considerata un valore aggiunto. «Per il campionato non sono preoccupato, la mia non è incoscienza (il Vicenza ad oggi infatti sarebbe in Lega Pro ndr) ma solo una constatazione di quello che ho visto. Questa squadra ha valore e l’anno prossimo potrà dire la sua per fare un torneo di vertice. Ci sono stati solo incidenti di percorso, non dico “sfiga” perché questa parola non la nominerò più. Se sento pronunciare la parola retrocessione la persona che la dice sarà licenziata in tronco. Lo dico perché un po’ di conoscenza del calcio ce l’ho e mi meraviglio che certi media che seguono il calcio da anni, dicano che questa è una squadra, non dico da serie C, come dicevano all’inizio, ora hanno un po’ rettificato, ma modesta». […]

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Poco prima del tiro decisivo, il direttore tecnico dell’Abano Andrea Maniero, seduto sugli spalti, esclamava un profetico «Dài Michael che ce l’hai il tiro! Dài!». Detto, fatto: bordata da 25 metri e per il portiere del Legnago Belogravic soltanto una foto-ricordo del tuffo disperato. «L’ha detto perché l’anno scorso, con la Liventina, ho segnato all’Abano un gol molto simile», spiega con un mezzo sorriso Michael Pagan, 25 anni, regista e “man of the match” della vittoria di domenica, che ha permesso agli aponensi di puntellare il quarto posto nel girone C di Serie D. «Non mi capita spesso di arrivare al tiro, un po’ per il modulo tattico e un po’ per una mia mancanza. Sto cercando di migliorare, provando ad inserirmi di più». Gol a parte, Pagan, al primo anno con la maglia neroverde, non ha mai smesso di portare il numero 5, che mister Luca Tiozzo gli affidato insieme alle chiavi della mediana. Lui e Riccardo Serena hanno formato fin da subito una coppia fenomenale, fra le migliori del girone: «Io e Ricky ci completiamo», spiega il centrocampista chioggiotto, ex di Liventina, Virtus Vecomp,Trissino e Valenzana. «Lui è uno che non molla mai, un leone, e mi permette di dedicarmi quasi esclusivamente alla fase di impostazione». Con ottimi risultati, fra l’altro… «Sono contento perché qui ad Abano ho trovato la mia dimensione. Arrivavo da una retrocessione con la Liventina e avevo voglia di ripartire con un progetto nuovo e serio. Il presidente Rizzato, il direttore sportivo Maniero e mister Tiozzo mi hanno dato subito fiducia, facendomi sentire parte integrante di un gruppo meraviglioso». Eppure, nonostante il successo sul Legnago, non siete riusciti a rosicchiare punti al Campodarsego, ancora a + 4. «Abbiamo perso terreno due settimane fa con l’Union Feltre, ma domenica siamo tornati a giocare come sappiamo. Le squadre davanti a noi stanno correndo e se vogliamo restare al passo dobbiamo proseguire la striscia di vittorie». Nel prossimo turno Pagan e colleghi se la vedranno con l’Altovicentino, squadra impelagata (a sorpresa) nella lotta per non retrocedere.

Ore 12.10 – (Gazzettino) […] Sulla sua assenza, che pareva breve per una contrattura cervicale ed invece si è protratta più a lungo delle previsioni, spiega Litteri: «E’ stata molto dura soprattutto a livello mentale, però piano piano questo problema è stato capito e risolto. Sono stato fermo per un mese e mezzo facendo solo terapie, non è facile senza toccare palla riprendersi in breve tempo. Adesso devo lavorare per recuperare in pieno la condizione fisica». La sua convocazione per il match con il Trapani è stata una sorpresa, in particolare il suo utilizzo durante la partita. «Ho saputo -riprende Litteri- che avrei giocato solo il giorno prima della partita. Non avevo dolori e fisicamente ero arrivato al cinquanta per cento, ma l’allenatore mi aveva fatto capire che avrei giocato nell’ultimo quarto d’ora per incominciare a prendere confidenza con il campionato». […] Sui fischi di alcuni tifosi e sulla risposta del capitano Manuel Iori, precisa: «Dispiace che ci sia chi si comporta così. Siamo in zona play off e rimane l’amaro in bocca sentire fischi alla prima difficoltà. La reazione del nostro capitano ci può stare, secondo me si è espresso nel modo giusto. Martedì abbiamo vinto, adesso pensiamo al Frosinone lunedì prossimo». Sulla trasferta ciociara, conclude: «Abbiamo dimostrato che in questo campionato quando giochiamo da Cittadella mettiamo in difficoltà chiunque. Andiamo a Frosinone e affrontiamo la capolista con la consapevolezza di giocarci la nostra partita senza timori. C’è in noi la rabbia per la sconfitta nell’andata (3-2 ndr), dove a mio avviso abbiamo regalato due gol, si sarebbe dovuto almeno pareggiare. Come spesso ci è accaduto, abbiamo sprecato diverse occasioni. Loro erano in un periodo di difficoltà e si sono rilanciati con la vittoria al Tombolato. Adesso tocca a noi». […]

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) «Mi sento come un leone in gabbia», aveva dichiarato poco meno di un mese fa. Ecco, adesso si può dire che il leone è uscito da dietro le sbarre. E ad avere paura devono essere soprattutto i difensori avversari. A due mesi dall’ultima apparizione (il 2-1 all’Entella dello scorso 30 dicembre) Gianluca Litteri è tornato in campo nel match vinto per 3-2 dal Cittadella sul Trapani. Cos’ha provato a sentire il pubblico che l’applaudiva come neanche dopo un gol, al momento del suo ingresso in campo? «Mi ha regalato una bella emozione. L’affetto dei tifosi è un’ulteriore spinta, che ti fa sentire importante. E poi i compagni si sono comportati bene, ma se posso dare una mano…». Quando ha capito che avrebbe giocato? «Ho saputo che sarei stato convocato soltanto il giorno prima della partita. Ho parlato con il mister, si è sincerato che non avessi dolore. Ovviamente sapeva che non avrei potuto reggere una partita intera perché non sono ancora nemmeno al 50% della condizione fisica, ma mi ha chiesto se sarei stato disponibile ad entrare ad un quarto d’ora dalla fine». E lei ha risposto di sì. «La voglia era tanta. È stato bello ricominciare con una vittoria, perché sono stati due mesi difficili per me, soprattutto a livello mentale. Specie il primo mese e mezzo, perché sono stato completamente fermo, senza toccare palla. Non vedevo l’ora di ripartire». Paura di una ricaduta? «No, io sono uno che si butta, senza farmi condizionare da queste preoccupazioni». […] Appena rientrato si ritroverà di fronte la capolista, nel posticipo di lunedì sera. «Io credo che, quando giochiamo da Cittadella, possiamo creare problemi a chiunque. Ed è quello che proveremo a fare anche a Frosinone, anche perché la sconfitta per 2-3 dell’andata ci è rimasta dentro. La squadra di Marino stava attraversando un brutto periodo, ma qui ha preso slancio per la sua risalita. In quella gara abbiamo regalato due gol su tre, e loro sono stati cinici ad approfittarne, mentre noi non siamo riusciti ad essere concreti. Come al solito, direte voi…». […]

Ore 11.20 – (Gazzetta di Reggio) «Crediamoci fino alla fine… andiamo tutti allo stadio». Recità così lo striscione delle Teste Quadre che campeggia in zona Campovolo, a pochi passi da sede e campi d’allenamento della Reggiana, mentre sulla pagina Facebook dell’altro grande gruppo organizzato, il Gruppo Vandelli, viene rilanciato lo stesso invito. Gli striscioni che sono spuntati in alcune rotonde cittadine danno il senso dell’importanza della sfida interna di domenica col Padova (ore 16.30). Gli otto punti di distacco dalla capolista Venezia sono tanti da recuperare, così come davanti a Spanò e compagni in graduatoria non mollano né il Parma (+5) né i biancoscudati (+2), ma in città si sta ricreando quell’atmosfera euforica e quell’attaccamento ai granata che era palpabile fino all’infausto derby coi ducali. […] Per ora è prematuro ipotizzare l’undici che proverà ad assaltare le linee patavine perché non è ancora ben definita la situazione del portiere Simone Perilli, anche ieri al differenziato tra palestra e terapie per l’edema alla schiena, inoltre c’è l’attaccante Ettore Marchi che si ricandida da titolare dopo aver smaltito il virus intestinale mentre l’unico certo del forfait sarà il terzino sinistro Daniele Pedrelli, in attesa di risolvere il problema alla caviglia per tornare in gruppo prossimamente. Nella partitella a tutto campo sul sintetico della Reggio Calcio, dove la squadra si allenerà anche stamani, si sono visti alcuni esperimenti sul centrocampo ma le carte, come sempre, erano mischiate perciò non è da escludere lo stesso 4-3-1-2 vincente a Fano.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) […] Ma la mente, al di là degli impegni istituzionali, non può che correre anche alle due gare che, tra domenica e mercoledì, possono segnare una consistente fetta di stagione per il Padova. «A Reggio abbiamo un solo risultato: il pareggio non serve a nessuna delle due», il commento a margine del patron. «In Coppa Italia, poi, a Venezia ci giochiamo tutto. All’andata mi sono stupito un po’ di vedere tanti ragazzi della Berretti in panchina, mi aspettavo qualcosa di diverso, ma le condizioni di quel giorno erano un po’ precarie e forse c’era effettivamente qualche rischio. Spero che al “Penzo”, mercoledì, si riesca a fare ancora meglio, perché passare il turno sarebbe per noi una grande opportunità».

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Gettando le basi per far nascere – questa è la speranza – una nuova generazione di tifosi. «È stata una bella iniziativa», le parole di Bergamin, che ai ragazzi ha raccontato come si è avvicinato al Padova, prima da tifoso, tanti anni fa, e poi come presidente. «Mi auguro che questa giornata possa averli invogliati a portare un po’ di “forze fresche” sugli spalti dell’Euganeo: l’età media dei nostri tifosi è abbastanza alta, e i numeri invece sono sempre più bassi. È un dato che in società facciamo fatica ad interpretare: sportivamente non stiamo facendo male, e dubito che abbiamo creato i presupposti per essere antipatici. Evidentemente non c’è più quella spinta che arriva quando sei stabilmente primo in classifica». […]

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il calcio entra a scuola, e insegna ad essere tifosi. È stata una lezione molto speciale quella tenuta ieri mattina alla media Galilei di Padova dal portiere biancoscudato Giacomo Bindi e dal presidente Giuseppe Bergamin. Solo il primo di una serie di incontri che stamattina andranno a completare la “Settimana dello Sport” proposta dalla Regione, alla quale il club di viale Rocco ha aderito portando giocatori, tecnici, giornalisti e tifosi a contatto con i ragazzi di elementari, medie e superiori. In un periodo in cui i tifosi allo stadio sono sempre più in là con l’età, e sempre meno numerosi, il Padova ha voluto farsi conoscere tramite il suo patron, e tendere la mano a quasi un migliaio di ragazzi, tra i dieci istituti visitati tra ieri e oggi, ai quali sono stati donati due biglietti ciascuno per il prossimo match casalingo con il Santarcangelo.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Prosegue la settimana di preparazione in vista della trasferta di domenica (ore 16.30) in casa della Reggiana. Ieri pomeriggio il Padova ha lavorato alla Guizza sostenendo, sotto gli occhi di Oscar Brevi, la consueta partitella a ranghi misti del giovedì: il tecnico ha mischiato le carte, ma ha potuto vedere all’opera l’intera rosa (eccetto il solo Fantacci, ancora out per i noti problemi alla spalla) e constatare il ritrovato feeling con il gol di Altinier e Alfageme: tra oggi e domani si capirà se uno dei due potrebbe partire titolare contro gli emiliani. […]

Ore 10.00 – (Gazzettino) Poi rivolgendosi agli alunni. «Potete venire tutte le domeniche allo stadio a sostenerci. Siamo in lotta per il primo posto, speriamo che non ci sfugga. Se andiamo in serie B diventiamo più bravi e invece di tremila tifosi ce ne vogliono diecimila». Un tasto quest’ultimo caldo, nel senso che la media degli spettatori all’Euganeo si sta abbassando. «E’ un dato difficile da interpretare. Non credo che stiamo facendo male o che abbiamo creato i presupposti per essere antipatici, evidentemente manca quello spunto che ti fa fare il salto di qualità. Le prossime partite dovrebbero attirare molta gente, spero che sia così perché la squadra merita di essere sostenuta dato che sta giocando bene e ottenendo buoni risultati. Poi gli obiettivi si possono raggiungere o meno, ma l’impegno ci deve essere da parte di tutti». […]

Ore 09.50 – (Gazzettino) Sarebbe una spinta in più anche in vista della semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Venezia mercoledì al Penzo. «La qualificazione non è compromessa e se andiamo in finale è un risultato importante. Se mi ha stupito vedere tutti ragazzi della berretti in panchina all’andata? In effetti mi aspettavo qualcosa di diverso, ma c’erano dei rischi (giocatori acciaccati, ndr) che era meglio non correre. Comunque chi è andato in campo ha fatto bene, vediamo se al ritorno possiamo fare meglio». Rispetto alla sua personale tabella di marcia in campionato, la squadra è in leggero ritardo. «Mancano tre punti: dovremmo averne 55, invece ne abbiamo 52. Però mai dire mai. Se ne facciamo 33 da qui alla fine, poi faremo i conti». Uno dei concetti trasmessi invece da Bergamin ai suoi giovanissimi interlocutori nell’aula magna dell’istituto Galilei è incentrato sull’importanza del tifo allo stadio. «Spinge i giocatori a impegnarsi di più, e le tifose sono più calorose degli uomini».

Ore 09.40 – (Gazzettino) «Domenica abbiamo solo un risultato a disposizione, ossia vincere. Se lo centriamo tagliamo un po’ fuori dalla corsa al primato la Reggiana, un pareggio non serve a entrambi». Il presidente Giuseppe Bergamin ha finito di parlare da qualche minuto agli alunni della scuola media Galileo Galilei nell’ambito dell’iniziativa Papà portami allo stadio quando con i cronisti si cala nell’attualità del campionato che vede i biancoscudati impegnati nello scontro diretto al Mapei Stadium. «Ci aspetta una gara fondamentale, è un passaggio obbligato che dobbiamo fare se vogliamo mantenere questo livello in classifica. Speriamo di vincere».

Ore 09.30 – (Gazzettino) Partitella in famiglia ieri per i biancoscudati che si sono affrontati a ranghi completi. Il tutto all’insegna di una buona intensità sotto lo sguardo vigile di Brevi. Nell’occasione il tecnico ha mischiato un po’ le carte schierando Bindi tra i pali, Sbraga, Emerson e Russo nella linea di difesa, Madonna, De Risio, Berardocco, Dettori e Tentardini a centrocampo, e davanti la coppia formata da Neto Pereira e Alfageme, autore di una doppietta. Nell’altro undici hanno giocato anche Cappelletti, Mazzocco, Mandorlini, Favalli, De Cenco e Altinier, con quest’ultimo autore di un sigillo al pari di Mandorlini. […]

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) […] Da Roberto Bonetto non arrivano reazioni ufficiali sulla vicenda, se non una battuta: «Prendo atto di quanto dichiarato da Zilio — dice — ma non ho dichiarazioni da fare in merito. Se non che 4.0 spero sia il risultato di domenica a Reggio Emilia, ovviamente a favore del Padova…». Come noto, Bonetto aveva già presentato a suo tempo il progetto per il completo restyling dell’Euganeo, mostrandosi piuttosto scettico sul trasferimento al Plebiscito proposto da Massimo Bitonci. Il nuovo stadio costerebbe 25 milioni, dovrebbe essere finanziato da privati e avrebbe una capienza di 18mila posti. Per adesso l’ad biancoscudato tiene un profilo basso, ma dietro le quinte risulta come stia continuando a lavorare al suo progetto originario. E questo «assist» smarcante di Zilio potrebbe rappresentare un passo decisivo nella direzione sperata. Anche se mancano troppi tasselli, a cominciare da quello fondamentale relativo all’esito delle elezioni amministrative che andranno in scena nel prossimo giugno. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Uno stadio smart. Autosufficiente dal punto di vista energetico, avanzato per soluzioni tecnologiche. Questo il progetto presentato dall’ad del Padova, Roberto Bonetto, come riportato dal presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio, ieri impegnato, nella tarda mattinata, nella descrizione del disegno generale «Padova 4.0». Nell’occasione, Zilio ha presentato tutte le proposte, di diversa origine (università, industria, commercio sociale e altro) raccolte grazie ad incontri e alla piattaforma online. È la Padova del futuro, secondo Zilio, smart, efficiente e avanzata; e pertanto in grado di attirare risorse esterne. In questo quadro, il progetto di Bonetto. «Gli ho consigliato di inserire il fascicolo nel contesto del più ampio progetto per Padova». Grazie a dismissioni di partecipazioni, la Camera dispone di un «tesoretto» di 30 milioni, che presto, sempre secondo Zilio, diventeranno un centinaio. […]




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