Padova-Ancona, l’analisi de “Il Gazzettino”

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È un Padova ancora convalescente quello che ha sbattuto sull’ormai retrocesso Ancona. Nell’arco dei 95 minuti si è visto il meglio e il peggio di quello che può offrire la squadra in questo momento a livello tecnico, fisico e psicologico. La voglia di vincere dopo i quattro stop di fila ha prodotto un buon numero di occasioni da gol, ma ancora una volta i biancoscudati hanno pagato dazio sia per la poca concretezza davanti alla porta, sia per la scarsa tenuta difensiva. Urge dunque ritrovare in fretta la strada maestra se l’obiettivo è quello di voler essere protagonisti nei play off. Da incubo l’inizio di partita. Un erroraccio di Cappelletti ha liberato Paolucci che di destro al volo ha incrociato sul palo più lontano. E l’Ancona, a sorpresa, si è ritrovato in vantaggio. I biancoscudati hanno impiegato una decina di minuti per riordinare le idee, acciuffando al quarto d’ora il pareggio. Un gol contestato dai dorici per la posizione dubbia di Alfageme, il cui colpo di testa ha messo fuori causa il portiere e liberato Altinier per la zuccata decisiva da due passi. Per un attimo l’assistente sotto la tribuna est ha anche alzato la bandierina, per poi abbassarla subito, ravvisando evidentemente il tocco di un difensore ospite che ha rimesso in gioco Alfageme.

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Il 3-2 si sarebbe potuto materializzare negli ultimi secondi se De Cenco non avesse gettato al vento un pallone d’oro. E al Padova sono rimasti i rimpianti (visti anche i risultati di Parma e Pordenone) e un po’ di fischi.

(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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