Padova-Lumezzane, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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L’ultima partita della regular season di Lega Pro ha portato in dote al Padova ben più di quanto sarebbe stato lecito attendersi: innanzitutto il ritorno alla vittoria (sperato, ma non scontato), che per le statistiche aggiorna il conto finale a 19 successi (oltre a 9 pareggi e 10 sconfitte), e questo dopo un periodaccio coinciso con 5 k.o. nelle precedenti 6 giornate; poi il fatto di aver raggiunto quota 50 gol realizzati (quinto attacco del girone), contro i 31 subìti (seconda difesa, dietro solo a quella del Venezia); ma soprattutto una posizione finale che già si conosceva – il quarto posto, anche se il Pordenone, agganciato a 66 punti, è terzo unicamente per i migliori risultati negli scontri diretti – eppure che avrà un peso specifico non indifferente se, come tutti si augurano, i biancoscudati dovessero avanzare nel mini-campionato degli spareggi per la Serie B. Fra le squadre finite appena giù dal podio, infatti, quella di Brevi è stata la migliore (l’Arezzo ha chiuso con 65 punti nel girone A, la Juve Stabia con 64 in quello C), e tale piazzamento, nel caso in cui si superi la prima fase, comporterebbe un vantaggio non trascurabile dovendo affrontare poi lo stesso Arezzo o la Lucchese, uno di fronte all’altra domenica.

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Insomma, bisogna essere ottimisti, tantopiù se, come sembra assai probabile, in attacco rientrerà Neto Pereira, classe e fantasia al servizio dei compagni. Il cambio di modulo. L’epilogo del torneo si è consumato in uno stadio con larghi vuoti – molti dei 3.019 abbonati hanno scelto di disertare l’appuntamento – ma vivacizzato dalla presenza di tanti bambini, coinvolti grazie ad un’intelligente (e riuscita) operazione di promozione nelle scuole da parte della società. Contro un Lumezzane già sicuro di non sfuggire ai playout per provare a salvarsi, Brevi ha lasciato fuori i diffidati (Russo, Madonna e De Risio), rimescolando uomini e disposizione tattica. Ne è uscito un 4-4-2 con Cappelletti e Favalli terzini, Bobb e Dettori più esterni, Berardocco regista e Mandorlini a dargli supporto in mezzo, mentre davanti il tecnico si è affidato ai soliti Altinier ed Alfageme, con baby Cisco in panchina. Rispetto al 3-5-2 abituale si è registrata minor spinta sulle corsie esterne ma una tendenza superiore ai lanci, con Berardocco e Bobb che sono piaciuti.

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(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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