Live 24! Padova, la “batosta” è ancora fresca ma bisogna già pensare al futuro…

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Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non è bastata una prestazione molto generosa, qualche sprazzo di bel gioco e un atteggiamento complessivo più che positivo. Scorrono i titoli di coda sul campionato 2016-2017 del Bassano, che saluta tutti a Pordenone, lo stesso campo dove nella regular season era maturato un rovinoso 0-6. Stavolta è stato 0-2 ma la sostanza è che nel corso di tutta la stagione l’avversario che, di fatto, ha chiuso l’avventura di Valerio Bertotto sulla panchina giallorossa, si è dimostrato una spanna sopra. Adesso per il club di Renzo Rosso si apre un capitolo nuovo, in cui molte cose potrebbero accadere. Il dg Werner Seeber ha ancora un anno di contratto, i venti di tempesta che spiravano dopo l’esonero di Luca D’Angelo e le sconfitte in serie collezionate dal suo successore Valerio Bertotto nella prima parte della sua esperienza in panchina, si sono attenuati. Ma al momento non ci sono certezze che la famiglia Rosso decida di proseguire l’avventura con Seeber dietro la scrivania. Di conseguenza, il destino di Bertotto è ancora da decidere. […]

Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) D’accordo, una stagione così ondivaga e altalenante questo Bassano non l’aveva mai vissuta nei suoi gagliardi 12 anni ininterrotti di professionismo. Tuttavia, evitando di farsi inghiottire dall’amarezza e dalla delusione a caldo del momento, la vera fregatura del Soccer Team è stata la partenza a razzo e il primato di metà novembre con le stelle conclamate alle spalle. Sì perchè quella leadership imprevista ha finito con l’ingolosire la tifoseria e creare in città un carico di aspettative (anche alla luce di precedenti annate costantemente arrembanti) inadeguate al potenziale della squadra e che la stessa non poteva mantenere. Poi, la raffica di infortuni invernale ha spezzato le ali virtussine, rimaste in piedi con l’orgoglio a gennaio e definitivamente sbriciolatesi nella serie nera delle 7 sconfitte consecutive a cavallo delle gestioni di D’Angelo prima e Bertotto poi. Infine la rinascita primaverile col Bassano tornato nuovamente lucente e seducente, il riaggancio playoff e il tonfo di domenica.In mezzo le dolorose cessioni della star Falzerano, dell’idolo popolare Cenetti e di Barison (nel pacchetto c’era anche Rantier, ma il francese obiettivamente aveva influito zero virgola zero), una tripla partenza che ha spaccato l’ambiente, anche se riguardo a Marcello, era stato proprio lui a spingere verso l’offerta irrinunciabile piovutagli da Venezia che ha accontentato il giocatore, il suo agente e pure Bassano che ha fatto cassa con un calciatore che 20 giorni più tardi avrebbe perso a zero euro. […]

Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Valerio Bertotto si incontrerà nei prossimi giorni con management e proprietà per discutere del proprio futuro. Lui nelle ore successive al ko di Pordenone ha espresso il desiderio di poter rimanere a Bassano zdove ci sono tutte le condizioni per lavorare con profitto», ha sottolineato. E in effetti la sua è una candidatura credibile, un’opzione percorribile ma non è l’unica né tantomeno la primaria. Diciamo che Valerio oggi ha almeno il 50% di possibilità di continuare la sua opera sulla panchina virtussina, percentuale che si sarebbe impennata in caso di pirateria al Bottecchia di Pordenone. […]

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Ora che non c’è stato il lieto fine e che il godimento si è fermato ai preliminari (l’accesso ai playoff, poi più nulla), i più si abbandonano allo sconforto gonfiando di consuntivi malinconici l’annata.In realtà, i traguardi minimi e pure medi sono stati centrati in pieno e non era aritmetico che accadesse. Piuttosto la realtà racconta invece di un ciclo che si è esaurito.Una parabola quadriennale nella quale Bassano dal pericolo concreto di sparizione (la proprietà era sul punto di mollare) ha inanellato una serie di risultati esaltanti: la double da record campionato e Supercoppa di C2 con Petrone, l’annata boom con Asta e la B sottratta solo dai tribunali, il podio emozionante dello scorso torneo e la favolosa galoppata in cima dello scorso autunno, per gli immemori. Fino a progettare lo Stadium di domani, emblema di una pianificazione ad ampio respiro. Dagli Usa è proprio il presidente Stefano Rosso che scuote gli umori e gli stati d’animo lacerati di ogni capitombolo definitivo.Dal suo profilo Instagram, il pres carica squadra e ambiente a modo suo: «Finisce una stagione molto particolare – detta il suo pensiero Stefano – la più strana da quando sono presidente, onore ai vincitori e in bocca al lupo al Pordenone per il seguito dei playoff. Un grazie a squadra e staff per l’impegno e le fatiche di questi lunghi mesi. Un grazie ai tifosi (quelli veri e poco social) che nel bene e nel male ci sono sempre vicini. Da domani si ricomincia perchè chi è BRAVE quando cade si rialza sempre!!! Forza Bassanoooooo!!!», chiude con richiamo al coraggio come da consolidato slogan di scuderia. Come se non bastasse l’impegno appena anticipato e rinnovato dal presidente e dal resto dei comandanti del club (a Pordenone erano presenti Renzo Rosso, il vicepresidente Roberto Masiero e diversi soci di riferimento), anche il management non subirà variazioni. Ergo si ripartirà da Werner Seeber per il sesto anno di fila responsabile dell’area tecnica della società (il direttore generale è legato da contratto sino a giugno 2018) anche se il mese scorso si erano inseguite voci di un suo approdo a un sodalizio di serie B. Ribadite queste certezze, ora il digì si muoverà innanzitutto per definire coi capi il budget a disposizione per l’anno che verrà, quindi per delineare la guida tecnica, se di nuovo nelle mani di Valerio Bertotto o invece affidata a un nocchiero differente. […]

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tre anni dopo sarà ancora sfida di maggio, immersa tra i sapori del festival alimentare che colorerà le vie di Gorgonzola. E la memoria correrà all’anno di grazia 2014, quando il Pordenone mise per la prima volta piede al Comunale (era ancora il vecchio stadio, con una sola tribuna), da fresco campione del girone C di serie D. È vero, la Giana Erminio e i neroverdi si sono già incontrati quattro volte – due nell’annata 2014-15 e altrettante nella scorsa stagione – ma il doppio match che inizierà sabato alle 18.30 sarà particolare. Soprattutto perché ricorderà da vicino il primo incontro tra le due squadre. Fu anche allora un playoff, denominato poule scudetto. Si giocò il 18 maggio, due giorni prima rispetto alla partita che andrà in scena sabato. Ma i corsi e i ricorsi ci saranno tutti, anche se gli obiettivi di oggi sono tremendamente più importanti rispetto a quelli di allora. La Giana Erminio nel 2014 veniva, come il Pordenone, dalla vittoria del campionato di serie D. Il nome della squadra intitolata a un alpino del posto, Erminio Giana, iniziava a farsi largo nel panorama nazionale e la storia del club metteva la testa fuori dalla sabbia. Il Pordenone era invece il team di un capoluogo che aveva sofferto troppo in passato e voleva iniziare a vincere. Andò proprio così: lombardi in vantaggio e a lungo in controllo, ma ramarri capaci di uscire alla distanza, facendo valere la legge del più forte. Segnarono Paolo Zanardo e Lauro Florean, le due firme che lanciarono i neroverdi verso l’affermazione cesellata ad Arezzo con la vittoria dello scudetto dei dilettanti. […]

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Se i ramarri sono appena alla loro seconda partecipazione ai playoff di Lega Pro, l’As Giana Ermino è addirittura una matricola. Mai prima d’ora la società di Gorgonzola (che nel 2012 militava ancora nella Promozione lombarda) era arrivata così in alto. I Leoni rampanti hanno pareggiato (2-2) nel primo turno con la Viterbese al Comunale Città di Gorgonzola. Bianconerazzurri promossi in virtù del miglior piazzamento (quinti) al termine della stagione regolare. Caratteristica della Giana è la lunga permanenza in panca di Cesare Albè. Il Ferguson di Gorgonzola dirige la squadra dal 1994. Botta e risposta immediate nei primissimi minuti del confronto disputato in terra lombarda. I laziali sono passati in vantaggio con Jefferson già al 1′ e i padroni di casa hanno pareggiato una manciata di secondi dopo grazie ad Augello, complice la deviazione di un avversario. Al 52′ la Giana ha colpito ancora con Chiarello. Si è ripetuto però il copione (a parti inverse) del primo gol: un minuto dopo ecco arrivare il pareggio viterbese, in virtù di un colpo di testa di Dierna. La Giana sbaglia anche un rigore (palo di Pinardi), ma il pareggio è sufficiente per sfidare il Pordenone: sabato alle 18.30 a Gorgonzola e mercoledì 24 in notturna (20.30) al Bottecchia. […]

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Avanti un altro. Il Bassano è alle spalle, battuto con due splendidi gol di Mirko Stefani. Ora sotto con la Giana Erminio, che ha eliminato la Viterbese. Nessuna gara è facile. Soprattutto nei playoff. Non siamo però ancora al confronto con le grandi, o supposte tali, viste le uscite di scena già al primo turno di Padova, Catania, Arezzo, Como e Siracusa, tanto per fare qualche nome importante. Si può ragionevolmente sperare di arrivare ai quarti anche perché i ramarri, grazie alla miglior posizione ottenuta al termine della stagione regolare (terzi nel girone B, con la Giana quinta nell’A), potranno contare ancora sul vantaggio del passaggio del turno in caso di parità fra gol segnati e subiti al termine delle due sfide previste dal regolamento. […] Il passaggio agli ottavi ha prodotto in Mauro Lovisa uno stato d’animo dolceamaro. Ovvia la soddisfazione per il risultato, comprensibile il velo di amarezza per una città ancora piuttosto fredda nei confronti dei ramarri. Solo 1400 i presenti nella prima della postseason, nonostante gli appelli alla vigilia di società e politici. «Mi aspettavo di più conferma re Mauro -. Non dai presenti, che sono stati eccezionali e hanno incitato la squadra dal primo all’ultimo minuto. Doveva essere un Bottecchia tutto esaurito. Stiamo facendo cose eccezionali, ma per Pordenone sembra che arrivare così in alto sia diventata una cosa normale. Spero in una risposta migliore mercoledì 24 in notturna, quando affronteremo la Giana. Ce lo meritiamo noi come società e se lo meritano i ragazzi». […]

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Se qualcuno ha in mente il calcio tutto lustrini e paillettes, se lo scordi. Il modo di intendere questo sport da parte della Giana Erminio è l’esatto opposto. È un modello di pallone “sostenibile” quello che, da anni, porta avanti il club di Gorgonzola, cittadina situata lungo la riva della Martesana. Oreste Bamonte, il presidente della società, che compare come sponsor sulla maglia grazie alla sua azienda, è chiaro: i giocatori devono essere della zona (non è previsto nel contratto l’appartamento) e devono accontentarsi di ingaggi “normali”, di certo non da star. Non è un caso se alcuni biancazzurri studiano o lavorano: Aldo Ferrari (classe 1991), è impegnato al tornio nell’officina di suo papà; Gullit Okyere, attaccante (’88), fa il cameriere all’Old wild West, Luigi Perna (’86), altro attaccante, lavora con un contratto part-time alle edizioni Paoline. Non è finita qui: Riccardo Chiarello (’93), trequartista, Andrea Montesano (’92), difensore, Gabriele Rocchi (’96), anche lui difensore, frequentano l’università mentre Simone Perico (’89), terzino, si è laureato lo scorso marzo in Economia aziendale.Giocare e occuparsi di altro, in Lega Pro, è possibile. La storia della Giana lo dimostra. Così come dimostra che, se si hanno qualità, è fattibile il salto dai dilettanti al calcio “vero”. Basta fare due esempi: Marco Biraghi (’86) e Matteo Marotta (’89), tra gli altri, sono con la squadra di Gorgonzola dal campionato di Promozione del 2012. E con questa maglia hanno conquistato tre promozioni. A guidare il gruppo due fuoriclasse per la categoria, una coppia di talenti che coniuga bravura ed esperienza: Sasà Bruno (’79), attaccante, Alex Pinardi (’81), regista. […]

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) La gara d’andata degli ottavi di finale tra Giana Erminio e Pordenone si gioca sabato alle 18.30 a Gorgonzola. Il match di ritorno è invece in programma mercoledì 24 maggio alle 20.30 al Bottecchia. A stabilirlo la Lega Pro, che si è riunita ieri con le sedici squadre in lizza. Nell’occasione è stato ribadito anche il regolamento della fase: accede ai quarti di finale la squadra che segna più reti. Non vale il gol in trasferta: in caso di parità dopo i 180′ (non sono previsti supplementari) passa il team che si è meglio classificato durante la stagione regolare. […] Oggi il Pordenone renderà note le informazioni relative alla prevendita dei biglietti dell’incontro di mercoledì 24. Complice l’impegno serale, l’obiettivo della proprietà è superare di gran lunga i 1.400 spettatori registrati per la prima partita dei playoff col Bassano. «Ci stiamo giocando la serie B – ha affermato in sala stampa Mauro Lovisa -. Confido in una presenza maggiore di pubblico per il match con la Giana: magari il nostro cammino sembra normale, ma ricordiamoci tutti dove eravamo due anni fa e cosa stiamo facendo ora».

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) È bastata una vittoria – bellissima – a riportare l’entusiasmo. Il Pordenone, dopo un finale di campionato in flessione, ha riconquistato i suoi tifosi e si è messo in marcia nella maniera migliore nei playoff. Il 2-0 col Bassano ha dato una grande iniezione di fiducia a tutti e, adesso, squadra e piazza hanno rimesso nel mirino il sogno, vale a dire le final four di Firenze, in programma dal 13 al 17 giugno allo stadio Franchi. Può arrivare, il gruppo di Tedino, tra le migliori quattro squadre di Lega Pro e giocarsi il salto in serie B? Sì. Nonostante la stella, Emanuele Berrettoni, abbia terminato la sua stagione, ci sono diversi motivi per essere ottimisti. La prima ragione per sprizzare positività – soprattutto visto il match di domenica scorsa – è che la formazione neroverde sa mutare pelle in base alle esigenze. Col Bassano, infatti, si è abbandonato il 4-3-1-2 per passare al 4-1-4-1. […] È uno spogliatoio unito quello neroverde. Anche domenica scorsa se n’è avuta la conferma. Il leader del gruppo, Stefani, ha onorato la fascia di capitano che con merito indossa da due stagioni caricandosi sulle spalle la squadra e dimostrando che si può essere più forti delle assenze. Non si disputa una gara come quella col Bassano se non si è una vera squadra. Non solo: neppure i volti nuovi della formazione titolare non si comportano come domenica scorsa se non si è uniti. I playoff sono lunghi, avere queste qualità fa ben sperare. I ramarri, ora, sperano solo di ritrovare d’ora in avanti i gol di Rachid Arma. Il centravanti marocchino ha segnato solo due reti nelle ultime dieci gare (tra stagione regolare e inizio della post-season). Gli unici centri risalgono ai match con Modena e Albinoleffe: vista l’assenza di Berrettoni c’è bisogno di lui. […]

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dopo il 2-1 a Cremona il Venezia vede la Supercoppa, ma per centrare il triplete dovrà fare attenzione al testa o croce. A ventilare il rischio monetina è la Lega Pro, che ieri nell’ufficializzare le prossime due giornate (sabato 20 maggio ore 20.30 Foggia-Cremonese e sabato 27 ore 16.30 Venezia-Foggia) ha illustrato la casistica per assegnare il trofeo. Prima variabile ovviamente il maggior numero di punti in classifica, però «in caso di parità di punteggio verranno applicati: differenza reti; reti segnate; reti segnate in trasferta; sorteggio». […] «Per non affidarci solo alla fortuna dovremo battere anche il Foggia» è stato al gioco il ds Giorgio Perinetti, prima di contribuire con la sua memoria storica a indimenticabili lanci della monetina. Nei vittoriosi Europei del 1968 (all’epoca non erano previsti i rigori) l’Italia in semifinale superò l’Urss grazie al testa o croce (negli spogliatoi) del San Paolo di Napoli, che spalancò le porte della finale con la Jugoslavia. A livello di club, invece, il match della Coppa Campioni del ’64 tra Bologna e Anderlecht fu regalato ai belgi dalla buona sorte. […]

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà uno dei punti fermi del Venezia della prossima stagione. Con un nuovo ruolo e nuove responsabilità. Simone Bentivoglio sta vivendo una seconda giovinezza, con il ruolo di regista che pare calzargli a pennello. Il gol su punizione alla Cremonese nella prima partita del triangolare che ha messo metà Supercoppa nelle mani di Filippo Inzaghi è parso un lampo di genio, quello di un giocatore che scende in campo con la serenità e la fiducia di chi può tentare anche il colpo a effetto. «Mi sento bene e sono felice — sorride Bentivoglio — penso a chiudere la stagione nel migliore dei modi e a vincere il triplete. La vittoria sulla Cremonese è stata bella e gratificante, ora aspettiamo il risultato della partita fra loro e il Foggia e poi cercheremo di chiudere davanti ai nostri tifosi sollevando il terzo trofeo stagionale». Non è solo uno sfizio, la Supercoppa, è la consacrazione di una stagione meravigliosa, che attende solo di mettere il punto esclamativo. Se non arriverà, pazienza, ma il Venezia che avanza come un rullo compressore anche quando la testa potrebbe essere già in vacanza fa davvero una bella impressione. […]

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Tre giorni di riposo per i giocatori del Venezia, ripresa degli allenamenti domani mattina al Taliercio in vista dell’ultima gara della stagione, in programma sabato 27 maggio al Penzo contro il Foggia. Ieri ufficializzato l’orario: si giocherà alle 16.30, in palio la Supercoppa di Lega Pro 2016-2017. Aver evitato di giocare sabato prossimo, consentirà a Inzaghi di recuperare anche Malomo, uscito con una caviglia malconcia contro l’Albinoleffe. Le celebrazioni non sono però terminate. Domani sera, infatti, è in programma la festa di Venezia United, che si terrà a partire dalle 18.30 al Marciano Pub di Marghera, in via Rossarol, all’insegna dello slogan “Bea fioi!” comparso sulle magliette celebrative del Venezia il giorno della promozione matematica in Serie B contro il Fano. Dopo le feste all’interno dello stadio Penzo per la salita di categoria e la vittoria della Coppa Italia, dopo la festa che si è tenuta a Venezia, tra San Marco, il Canal Grande e Rialto, i tifosi potranno ritrovarsi anche in terraferma. La squadra sarà presente al completo e nell’occasione sarà anche consegnato il premio Man Of the Season. […]

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Delusione, amarezza, rassegnazione. La retrocessione del Vicenza — a cui manca il timbro della matematica ma che di fatto è certa — ha lasciato attoniti i tifosi, che un anno fa hanno coltivato la speranza che il cambio di proprietà portasse una svolta dopo tredici anni con decisamente più delusioni che gioie. La realtà dice che invece tutto è rimasto come prima, quasi come ne fosse la continuazione. Il Vicenza sprofonda in Lega Pro, una retrocessione che mette a rischio il futuro del club: il progetto della finanziaria Vi.Fin., è giusto ricordarlo, ha salvato la società dal fallimento l’estate scorsa ma ora rischia concretamente di naufragare perché la retrocessione in Lega Pro potrebbe aver rimandato di un solo anno la fine di 115 anni della gloriosa storia del club biancorosso. Che l’attuale stagione sarebbe stata piena di difficoltà lo aveva anticipato Marco Franchetto nel giugno scorso, ma ad aggravare la situazione si è capito che, strada facendo, la compagine societaria si stava sgretolando a causa evidentemente di divergenze di vedute tra i soci piuttosto profonde. Fin dai primi mesi della stagione il presidente Alfredo Pastorelli di fatto ha gestito in prima persona la società prendendo tutte le decisioni riguardanti il club, pur avendo solo il 20,52% per cento delle quote di Vi.Fin. E il clima e i rapporti, nonostante nessuno durante la stagione abbia mai esternato ufficialmente i problemi esistenti, sono sempre stati molto tesi, con contrasti e divergenze di vedute. La gestione del piano di ristrutturazione del debito ereditato (oltre 18 milioni di cui quasi sette di Iva) è stata portata avanti tra non poche difficoltà, la prima di liquidità, in una situazione societaria che nell’anno corrente registrerà un passivo di oltre due milioni. Il 26 giugno si dovranno pagare gli stipendi di marzo, aprile e maggio, entro il 30 giugno i contributi degli stessi mesi e le ritenute di aprile e maggio per un totale di oltre tre milioni di euro: la condizione necessaria per poter procedere all’iscrizione nel prossimo campionato. Qualcosa di più si saprà il 23 maggio, quando i soci di Vi. Fin. si incontreranno in una assemblea che sarà probabilmente molto calda: alla fine si capirà quale sarà il futuro del Vicenza calcio e chi sarà a prendere il comando nella stanza dei bottoni. […]

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) La Curva Sud lascia gli spalti e scende in campo. Lo fa invitando tutti a essere egualmente presenti al Menti giovedì e affidando ai social rabbia e amarezza in un comunicato contro la società presieduta da Alfredo Pastorelli il cui titolo dice già tutto: «Voi, vergogna di Vicenza». «Siete tutti colpevoli – si legge nel documento -, dal primo all’ultimo. Squadra, società, allenatori, nessun membro di questo “progetto” può avere l’assoluzione dopo un anno del genere. Avete umiliato non solo una curva ma un’intera città. Voi che vi siete presentati con presunzione, arroganza, altezzosi e pieni di spocchia, dicendo a ogni sconfitta “la prossima ci riscatteremo e la salvezza non sarà un problema”, promettendo mari e monti ad una piazza che tutto sommato vi ha accolto a braccia aperte e vi ha aspettato sino all’ultimo. Voi, che nemmeno messi tutti insieme valete più del salotto di Uomini e Donne. Squadra di indegni, incapaci sia di giocare che di ammettere le proprie colpe. (…) ». […]

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) La retrocessione è una ferita grave e ancora sanguinante. Il direttore sportivo del Vicenza Antonio Tesoro, consapevole di essere tra i responsabili di questo disastro calcistico, ieri ha scelto di metterci la faccia in prima persona, convocando una conferenza stampa nel tardo pomeriggio allo stadio Menti: «Sarei dovuto andare ospite ad una trasmissione televisiva, invece ho ritenuto corretto fare il primo intervento davanti a tutti gli organi di informazione vicentini – ha spiegato -. Sono molto dispiaciuto, perché con questo campionato non abbiamo onorato una piazza come Vicenza, unica in serie B per civiltà, per quello che ti dà, a fronte del poco che ti chiede in cambio. Mi sarei tagliato una mano pur di far bene qui, per me era un’occasione importantissima, invece i risultati sono stati negativi». Il ds ha riconosciuto che la stagione è nata male fin dal ritiro precampionato: «Nel mercato estivo abbiamo commesso errori maggiori e più gravi rispetto a quello invernale – ha sottolineato -. Il mercato è stato gestito con tempistiche e alcune valutazioni sbagliate, in particolare su giocatori che ritenevamo importanti come Galano e Raicevic. In più la preparazione e le amichevoli del ritiro non sono state calibrate nel modo giusto, come dimostrano i tantissimi infortuni. Ne è conseguito che Lerda ha cominciato il campionato schierando una squadra di fatto senza preparazione: penso ad Esposito e Zaccardo arrivati all’ultimo giorno che si sono ripresi nel giro di due mesi, o a Fontanini che veniva da una lunga inattività in Argentina». […]

Ore 13.20 – (Gazzettino) […] Ivan Pedrelli, jolly difensivo che ben si è comportato sabato scorso, non ravvede però una accentuata rischiosità in questo finale di campionato: «Sono infortuni che possono capitare in qualsiasi momento. D’accordo che adesso c’è più stanchezza, ma c’è stata parecchia sfortuna, non credo nella volontarietà». Sui riconquistati play off, continua: «Sapevamo che con il Vicenza dovevamo solo vincere. I risultati arrivati dagli altri campi ci sono stati favorevoli, adesso però dobbiamo mantenere la quarta posizione che ci consente di passare il primo turno. Avere una settimana in più è un vantaggio, potendo recuperare meglio energie fisiche e nervose. Anche le altre squadre stanno accusando la stanchezza e il primo caldo, noi abbiamo ruotato spesso la formazione e questo ci fa sentire meno il logorio del campionato». La sua duttilità di giocare sia in fascia destra che a sinistra, unita a quella di altri giocatori granata, come Pasa (che con il Vicenza è entrato a centrocampo e dopo gli infortuni di Scaglia e Varnier ha fatto il difensore centrale imbavagliando Ebagua), sono per il Cittadella una notevole risorsa. «È un nostro punto di forza – sottolinea Pedrelli – che ci consente di variare anche nel corso della partita senza stravolgere il nostro gioco». È presto per fare calcoli sui play off. Conclude il difensore: «Chi andremo a incontrare? Adesso pensiamo ad arrivarci nelle migliori condizioni soprattutto mentali».

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) È la ripresa degli allenamenti dopo il giorno di riposo, ma più che altro è una conta. Fra chi c’è e chi manca. Con alcune buone notizie e altre assai meno positive. Il Cittadella si è ritrovato ieri al Tombolato per il primo dei tre allenamenti che precedono la cruciale trasferta di Chiavari di giovedì sera, in casa dell’Entella, ultimo appuntamento della stagione regolare in Serie B. La seduta è stata aperta dalla visita del medico sociale Ilario Candido, che ha confermato che Venturato non potrà ovviamente contare su Scaglia (già rientrato nella sua Torino dopo la frattura composta alla tibia destra, che lo costringerà a portare il tutore per un mese, con tempi di recupero di almeno due: in sostanza lo si rivedrà in azione al prossimo ritiro estivo), ma nemmeno su Varnier, che ieri si è presentato al campo con un occhio nero, dopo la pedata ricevuta da Ebagua: vittima di un trauma cranico commotivo, è stato tenuto a completo riposo e quasi sicuramente salterà la gara di Chiavari. Mancheranno quindi i due centrali, anche se il tecnico granata potrà recuperare Pascali, al rientro dalla squalifica, con Pelagatti o Pasa, eventualmente riportato in difesa, al suo fianco. Non ci sarà, però, nemmeno Benedetti, che si è fermato in allenamento prima del derby: la diagnosi, per lui, è «una lesione al muscolo retto femorale destro, che richiederà almeno 15 giorni per il recupero». Tradotto: si rivedrà solo per gli eventuali playoff. Lo spiraglio di luce arriva con gli altri infortunati: Kouamé ieri è rientrato in gruppo, Bartolomei, che si era chiamato fuori nella fase di riscaldamento prima della sfida con il Vicenza, ha svolto un lavoro differenziato, ma l’ecografia a cui si è sottoposto ha dato esito negativo: solo un indurimento all’adduttore sinistro. […]

Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) Due giorni all’ultimo, grande sforzo prima dei playoff. Si fa la conta dei feriti, perché la preoccupazione che traspare dalle parole di Roberto Venturato e Stefano Marchetti, dopo il primo allenamento della settimana, si sposa alla perfezione con una situazione difficilissima fuori dal campo. Il paradosso: stare bene, anzi benissimo come squadra e stare male, anzi malissimo, sotto il profilo degli infortuni. In attesa dell’ultimo atto della regular season in programma giovedì a Chiavari con l’Entella (fischio d’inizio ore 20.30), il Cittadella scopre il significato di emergenza assoluta. Fuori Scaglia (frattura composta alla tibia, ne avrà per due mesi), Litteri (frattura scomposta allo zigomo, potrebbe recuperare per i playoff, se lo farà giocherà con un tutore), Kouamé (infiammazione ossea al piede), Benedetti (caviglia), Vido (partito domenica per il Mondiale Under 20 con la Nazonale) e quasi certamente Varnier (ieri era ancora stordito dopo il tremendo scontro di gioco con Ebagua di sabato pomeriggio e con un occhio tumefatto). In dubbio pure Bartolomei, che si era infortunato nel riscaldamento sabato prima del derby con il Vicenza e potrebbe marcare visita per precauzione anche giovedì sera. […]

Ore 11.50 – (Gazzettino) COSA SALVARE. «Si deve ripartire dai 66 punti fatti che hanno permesso al Padova di arrivare terzo a pari merito dietro avversarie del calibro di Venezia e Parma, migliorando rispetto all’anno prima in cui la squadra non è mai stata protagonista. Una formazione così non va buttata a mare. C’è da dare continuità, mettendo un tassello alla volta. C’è una base di 13 o 14 giocatori a cui aggiungere un altro attaccante da doppia cifra, un paio di pedine a centrocampo e forse qualcosa in difesa, ma tutto dipenderà dalle strategie della società». IL SUO FUTURO. Avendo migliorato la posizione dell’anno scorso, il contratto di Zamuner si è automaticamente rinnovato. «Sono amareggiato e deluso come tutti, ma con la coscienza a posto, convinto di avere fatto un buon lavoro, pur con qualche errore. È difficile creare qualcosa d’importante in un solo anno e il mio desiderio sarebbe quello di proseguire il rapporto, ma so che i matrimoni si fanno in due».

Ore 11.40 – (Gazzettino) BREVI E L’AMBIENTE. «Sentire l’ambiente contro perché si è reduci da due esoneri, per il gioco, perché è antipatico o senza capelli, alla lunga un po’ logora e incide. L’allenatore ha lavorato con grande impegno. La squadra non ha espresso il gioco che Padova si aspettava, ma al tempo stesso, quando ha perso, è stato per non avere messo in campo quella cattiveria e determinazione che, anche senza il calcio spettacolo, ci hanno fatto vincere a Parma e Venezia. Se ho valutato l’esonero nel momento negativo finale? Non ho mai pensato che il problema fosse lui. Fossi stato certo che con un altro tecnico in panchina il Padova avrebbe vinto i play off non mi sarei tirato indietro, ma la squadra con lui ha lavorato sempre con grande voglia e partecipazione».

Ore 11.30 – (Gazzettino) COSA È MANCATO. «Serve una valutazione a 360 gradi ma solo a freddo. Forse mancava un leader vero che potesse dare una mano ai giocatori più carismatici come Emerson e Neto. Sono arrivati giocatori bravi, ma a volte eravamo troppo a corto di uomini in avanti per gli infortuni e su questo fronte abbiamo avuto poca fortuna». A proposito di attacco, dalle tre alternative a Neto e Altinier è arrivato un contributo esiguo, con 5 reti in totale. «È indiscutibile che non hanno fornito il contributo che ci aspettavamo, ma non era nemmeno facile trovare elementi di valore e al tempo stesso consapevoli che davanti a loro c’erano due compagni forti. Germinale era reduce da infortunio e quando a Fano ha trovato continuità in campo ha segnato cinque gol, quello che serviva a noi. De Cenco è un investimento anche in chiave futura e Alfageme stava andando fortissimo, ma poi ha avuto un infortunio e nel finale non è riuscito a ripetersi. Se comunque parliamo di numeri, va detto che abbiamo avuto il quarto attacco e la seconda difesa del girone». […]

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Uscire in questa maniera oscura toglie valore a quanto di buono è stato fatto prima. La squadra non si è comportata da Padova, in linea con il precedente percorso che per un certo periodo ha portato entusiasmo nell’ambiente». Questa l’analisi del diggì Giorgio Zamuner il giorno dopo la debacle con l’Albinoleffe che ha spento sul nascere il sogno di essere protagonisti ai play off. IL KO DI DOMENICA. «Sono mancate la cattiveria e l’aggressività che servono in queste sfide. Sapevamo che le gare secche sono pericolose, ma abbiamo fatto veramente poco per ribaltare gli esiti. Anche dopo il loro 2-0 c’era tempo per recuperare, ma è prevalso lo scoramento. E nel finale non ho visto nemmeno quelle tre o quattro mischie che sempre capitano, cosa inspiegabile che lascia grande rammarico». […]

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Senza contare che il feeling con l’ambiente non è mai sbocciato. Il contratto non gli verrà rinnovato, questa al momento è una delle (poche) certezze. Tifosi. A proposito di feeling, un’altra pecca è stata la mancanza di partecipazione totale dei padovani alle vicende dei biancoscudati. La “Fattori” ha fatto, come sempre, la sua parte, i fedelissimi di Tribuna Est e Ovest (anche se questi ultimi alle volte ipercritici) la loro, ma nel complesso, in uno stadio enorme e con troppi vuoti anche nelle sfide-clou (Parma e Venezia), la risposta della piazza non è stata mai quella sperata. Mettiamoci certi orari assurdi in cui si è giocato, la bruttezza dell’Euganeo, la tendenza a snobbare la terza serie da parte di molti, fatto sta che s’impone un’approfondita riflessione sulla distanza di una città che sembra avere in parte ripudiato il suo principale simbolo sportivo. […]

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Gli infortuni hanno fatto il resto, eppure della fragilità di Neto si sapeva. Il vero leader è mancato, neppure Emerson lo è stato più, da aprile a domenica scorsa. Ultima cosa: i biancoscudati andavano controllati maggiormente. Anche sul piano alimentare. Siamo curiosi di capire in quanti resteranno. Brevi. Il fallimento è nei risultati, oltreché nel gioco, sebbene, secondo noi, un’identità il Padova l’abbia avuta dall’undicesima partita (con la Reggiana in casa) sino al match con la Feralpi, salendo addirittura al secondo posto, a – 6 dal Venezia capolista. L’allenatore milanese è parso limitato nelle variabili al modulo scelto (il 3-5-2), rifiutando a priori di modificarlo quando alcuni giocatori erano palesemente giù di forma. Un vero e proprio regista gli è mancato, ma più per colpa sua che della società. Poco propenso a puntare sui giovani (a parte Mazzocco), non ci è piaciuto per niente nella gestione finale: ritiro, squadra nascosta negli allenamenti (e domenica è andata in campo la solita formazione, con il solito modulo, vai a capire i motivi di tanto… mistero), e insofferenza a qualche rilievo della critica.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Zamuner. Investito del ruolo di direttore generale, lui che è stato procuratore di calciatori sino a due stagioni fa, non ha fatto male, ma neppure così bene come qualcuno ha voluto far credere. La campagna acquisti di gennaio è risultata, alla prova del campo, insufficiente: lista degli “over” chiusa con 15 nomi, ma una casella, la sedicesima, è rimasta vuota. E lì ci poteva stare benissimo un altro attaccante, magari un esterno, in grado di consentire una variazione del modulo più proficua, dal 3-5-2 al 4-4-2 o 4-3-3. […] La rosa era di buona qualità, ma si è rivelata troppo limitata e di età media piuttosto avanzata. È andata su e giù dalle montagne russe del rendimento, peccando di personalità e carattere al momento decisivo. Per troppi elementi il fatto di essere sotto contratto anche per il prossimo anno è stato più di danno che di stimolo. Chiamatelo appagamento inconscio, dategli pure la definizione che volete, ma in diversi si sono… seduti.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Roberto Bonetto, in un incontro piuttosto burrascoso avvenuto il 1º maggio, aveva chiesto di sollevare Brevi, puntando su Carlo Sabatini, uno che gli spareggi li avevi vinti nel 2009, ma aveva trovato la fiera opposizione sia del presidente che di Zamuner. Meglio il ritiro (a Pieve di Soligo) che un avvicendamento di guida tecnica, e così il Padova andò a meditare sulle colline trevigiane. E adesso, che succede? La partita si sposta tutta dentro le stanze della società, con Bergamin (che ha il 42% delle quote) deciso a ridimensionare il peso economico della sua partecipazione, e Bonetto (che detiene il 30%) che attende, invece, di capire se si manifesterà o meno l’interesse di un nuovo imprenditore, il quale avrebbe espresso al presidente l’intenzione di acquisire il 51% del capitale, diventando così l’azionista di maggioranza. Entro fine maggio il rebus dovrà essere risolto, pena un netto ridimensionamento di budget e obiettivi.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Una “mazzata”. Per l’intero ambiente, dalla società allo staff tecnico, dai giocatori alla tifoseria, dai media a quella parte della città e della provincia che pure segue distrattamente le vicende calcistiche biancoscudate. […] I punti di vista diversi (con tanto di litigi) fra i due soci storici sono stati smussati in nome del quieto vivere, ma, al di là della facciata di apparente unità, per due volte si è entrati in rotta di collisione sull’allenatore. La prima dopo il k.o. di San Benedetto del Tronto (11 ottobre 2016), con il patron mossosi insieme al direttore generale per incontrare prima Serena e poi Petrone, papabili per la panchina, e tornato alla fine sui propri passi anche per la difesa strenua del mister da parte del direttore; la seconda dopo la sconfitta di Bolzano, con il Sudtirol, il 30 aprile scorso.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Cosa crede di aver sbagliato? «Quando tutto finisce così, qualche errore deve esserci. In attacco siamo arrivati corti, per colpa degli infortuni ma anche perché si sarebbe potuto aggiungere un “over” a gennaio, magari che potesse ricoprire più ruoli. I numeri, però, sino ad un mese fa ci collocavano tra le più importanti squadre della categoria…». Quali colpe imputa ai giocatori? «O sono arrivati scarichi fisicamente, oppure mentalmente. Credo che siano mancati un briciolo di personalità e un leader che desse una mano a Neto e ai più esperti, ma non mi sento di condannare tutto». E a Brevi? «Ha lavorato con impegno e serietà, alla lunga forse ha pagato un po’ il clima di sfiducia generale nei suoi confronti, ma non ha senso individuare in lui il solo colpevole».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Se una squadra arriva seconda in classifica, e poi improvvisamente crolla, evidentemente ha dei limiti: caratteriali, di concentrazione, di tenuta. Non vedo un problema fisico, se non fossimo stati al top almeno una buona prima mezz’ora l’avremmo vista, invece l’altroieri non c’è stata nemmeno quella». […] La domanda è d’obbligo: il rinnovo di contratto è scattato in automatico con il raggiungimento del quarto posto, ma Zamuner cosa farà? «Queste decisioni le deve prendere la società, io sento di aver fatto un buon lavoro, con il massimo dell’impegno e dell’onestà personale nelle scelte, pur con qualche errore. Starà al Padova decidere, ma, se si vuole costruire un percorso e un progetto, credo si debba partire dalle cose buone». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] «Dai playoff siamo usciti in modo poco dignitoso», ammette il direttore generale, Giorgio Zamuner. «Tutti abbiamo dormito poco, la delusione è tanta e le scatole girano ancora. C’è il rammarico per non aver fatto la prestazione che serviva: può accadere di perdere, ma domenica non siamo stati il vero Padova, non abbiamo avuto cattiveria, corsa e voglia di andare a riprendere il risultato. I valori in campo dovevano essere nettamente diversi, e con l’Albinoleffe si è visto il contrario». Ci sarà tempo per analizzare tutta l’annata, ma si è almeno spiegato il tracollo degli ultimi 45 giorni? «Non me lo spiego ancora».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Da dove si riparte per costruire la squadra della prossima stagione? Difficile da ipotizzare, fino a che non si saprà chi sarà l’allenatore del Padova per il prossimo anno. Di certo, però, una base importante da cui ripartire c’è. Alcuni giocatori (due, per la precisione) hanno ancora due anni di contratto, fino al giugno 2019, altri (ben tredici) per una sola stagione. Due/terzi di formazione, insomma, sarebbero già pronti. Ma siamo sicuri che si ripartirà con questi stessi elementi, per il ritiro di luglio? Il portiere Favaro e l’attaccante De Cenco sono i due elementi legati al Padova per altre due stagioni, e nulla fa pensare che quest’estate possano lasciare la città del Santo: il primo rimane un’affidabile alternativa tra i pali, il brasiliano, che prima di agosto non rientrerà dall’infortunio, con un’adeguata preparazione estiva potrebbe essere la freccia in più che quest’anno, per troppi motivi, non è riuscita a scoccare. Sono ancora di più, invece, i giocatori legati da un altro anno di vincolo: in difesa Bindi, Sbraga, Russo, Cappelletti e Madonna; a centrocampo Berardocco, Dettori, De Risio, Mandorlini e Mazzocco; in attacco Altinier e Alfageme, senza dimenticare che dalla Maceratese tornerà pure Petrilli, legato pure lui fino al 2017. Ce n’è abbastanza, insomma, per ripartire con un nuovo progetto posando i mattoni su fondamenta già sufficientemente solide. Sono solo tre, invece, i giocatori in scadenza il prossimo 30 giugno, ma si tratta di elementi-cardine della rosa di quest’anno: Favalli, Emerson e Neto Pereira. […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) […] Domani pomeriggio, alle 15.30, il gruppo si ritroverà alla Guizza per riprendere gli allenamenti. E solo domani, dopo la seduta, si deciderà come procedere nel futuro prossimo: si vocifera che i biancoscudati per qualche settimana ancora andranno avanti ad allenarsi, non tanto per un obiettivo tangibile, quanto perché non avrebbe senso concedere quasi due mesi di vacanze, con il rischio che si ripresentino al ritiro di luglio troppo fuori forma.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Sul piano tecnico a rischiare grosso, comunque vadano le cose, al momento sono sicuramente Oscar Brevi, a cui non verrà rinnovato il contratto, ma anche il dg Giorgio Zamuner, messo sotto accusa da entrambi i soci per un finale di stagione deludente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, oltre all’esonero mancato di Brevi dopo Bolzano per cui aveva spinto molto Bonetto, è stata la scelta dello staff tecnico di giocare alle 14.30 con l’Albinoleffe. Una scelta avallata dalla dirigenza, parsa sin dal primo momento illogica considerata l’età media di un gruppo composto da molti ultratrentenni. Il caldo, con oltre 27 gradi nel corso del match (oltre dieci in più rispetto ai giorni precedenti) ha fatto il resto. C’è poi la questione del rinnovo automatico del contratto di Zamuner in caso di quarto posto. Si dice che ci sia un accordo scritto, forse una scrittura privata, ma sulla mano di dargli seguito non si può mettere la mano sul fuoco. Siamo alla vigilia dell’ennesimo reset? Staremo a vedere.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il crollo rovinoso contro l’Albinoleffe ha avuto l’effetto di un terremoto a Padova e dintorni. Al quartier generale di viale Rocco, il giorno dopo il ko che ha provocato l’uscita al primo turno dei playoff per mano dell’Albinoleffe, il clima è quello di una vera resa dei conti, un tutti contro tutti che non promette nulla di buono. Si parte dai vertici, con Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto mai così lontani, mai così distanti da quando tre anni fa iniziarono la loro avventura, ripartendo dalla serie D. Al momento è difficilissimo immaginare scenari concreti per l’immediato futuro. A differenza di dodici mesi fa, quando le voci di un’uscita di scena di uno dei due erano prive di fondamento per una lunga serie di ragioni, adesso la possibilità che uno dei due (o addirittura entrambi) si faccia da parte è concreta. Nelle ultime settimane è emerso il nome di Alessandro Banzato, vicepresidente del Petrarca rugby e titolare di Acciaierie Venete, colosso nel settore siderurgico e da tempo accostato al Calcio Padova. Capire se Banzato possa o meno compiere il grande passo al momento è complicatissimo. […]




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