Cittadella-Cesena, Kouame: “Meglio di così non poteva andare! E l’esultanza con Iori…”

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Corre, Christian, corre sempre. Corre come una gazzella, contagia tutti con i suoi sorrisi e il suo carattere solare. E segna, dimenticando i fastidi estivi di dover leggere, suo malgrado, il suo nome sulle cronache giudiziarie in un’inchiesta della Procura di Prato che non ha portato a nulla. Eccolo, Christian Kouamé, l’ultima scoperta di Stefano Marchetti, 21 anni dalla Costa d’Avorio, prelevato dal Prato via Inter con la solita lungimiranza impeccabile. E col Cesena la sua prima doppietta in Italia, a coronamento di una forma fisica e di una crescita tecnica che potrebbe portare lontano: «Sono felice di questi due gol – sorride Kouamé – è la prima volta che ne faccio due contemporaneamente in Italia, meglio di così stavolta non poteva andare. Mi hanno fatto tutti i complimenti, io ho fatto quello che mi aveva chiesto il mister». E, dopo aver segnato, ecco il balletto studiato in spogliatoio assieme al capitano Manuel Iori: «Non c’è nulla di particolare in questa esultanza – ride Kouamé – è un balletto che è venuto un po’ così, di getto con il capitano. Lo facciamo nello spogliatoio e, quando ho segnato, mi è venuto spontaneo esultare così».

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(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Christian Kouamé, quello che vive in una camera adiacente al Bar Stadio e non si può nemmeno dire che faccia due passi per andare in campo perché ne fa ancora meno. Quello che, quando si trova senz’acqua o frutta in casa, passa da Severino e “la” Clara, i magazzinieri del Cittadella, e si fa dare quanto gli serve. Quello che è finito nel polverone dell’inchiesta di Prato per l’ingresso illegale di minorenni senza saperne niente. Quello che tutti definiscono un “ragazzo d’oro”. Quello che chiama Marchetti “papi” e che allo stesso direttore generale granata – il quale ha cominciato a credere in lui da quando lo vide con la maglia dell’Inter nelle finali del campionato Primavera di due anni fa – per le movenze, la tecnica, il fisico e la velocità ricorda il mitico Tino Asprilla, stella colombiana del Parma di Scala. Quello che, quando scatta, non lo fermi più. Quello che, dopo le interviste, è lui che ti dice “grazie”. E quello che segna gol. Con una frequenza sempre maggiore. Se ne sono accorti anche al Cesena. Due ne ha fatti, ma potevano essere il doppio. «Sono contento, è la mia prima doppietta in carriera. Meglio di così non poteva andare, non solo per me, ma per come si è comportata tutta la squadra. Questa vittoria ci serviva», il commento del 19enne attaccante ivoriano, già in rete contro l’Ascoli alla prima giornata e a Bologna in Coppa Italia.

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Dopo entrambi i gol l’abbiamo vista festeggiare con una curiosa esultanza, come se suonasse la chitarra.«È un balletto preparato con Iori in spogliatoio, ormai diverso tempo fa. Dire che è “studiato” è troppo, mi veniva da farlo, lui mi ha visto e ha detto: ok, al prossimo gol facciamolo, suoniamo la chitarra. Non c’è un significato particolare dietro».

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Ormai ha preso gusto a vedere il suo nome tra i marcatori. Si è prefissato un numero di gol da raggiungere? «Quanti? Un’idea in testa ce l’ho, ma ve la dirò a fine campionato, se arrivo a raggiungere quella cifra». Troppo comodo, così…«Ma ve la dirò sia se la raggiungo sia se non ci arrivo, dài».

(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Devastante contro il Cesena. Chi? Il Cittadella oppure Christian Kouame, mattatore nel sonante 4-0 rifilato martedì sera ai romagnoli? La sostanza della prestazione nel calcio è determinata sempre dal gruppo, ma la forma si materializza attraverso il singolo.

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Camplone, tecnico del Cesena, ha affermato che i romagnoli non sono neppure scesi in campo. «Eh no – riprende Kouame – siamo stati noi a fare la partita e a condizionarli imponendo il nostro gioco. Eravamo stati male dopo il risultato di Novara e abbiamo avuto una reazione con lo spirito giusto». Sui motivi per cui in terra piemotense si era vista una partita diversa, continua: «Ci avevamo messo l’impegno necessario, ma non è andata come volevamo. Anch’io sabato scorso avrei dovuto fare di più, ma non ci sono riuscito. Con il Cesena invece è andato tutto per il meglio». Due gol e tante altre occasioni: la sua migliore prestazione in maglia granata? Ci pensa un po’ e risponde: «Ogni partita ha una sua storia, che è dovuta a fattori diversi. L’importante per me è continuare a crescere, mi alleno per questo». Ci sono delle dediche speciali per questa doppietta gol. «Mio fratellino Nicolò, che vive a Prato, ha compiuto cinque anni. Dedico questi gol a lui e anche a Clara e Severino che mi aiutano sempre».

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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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