Live 24! Teramo-Padova, -4: si iniziano a studiare le mosse anti-diavoli, con l’incognita-sintetico…

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Ore 20.40- (Il Piccolo) […] «Io non vorrei neanche parlare – esordisce mister Sannino – di cosa devo parlare? Che se si vince siamo bravi e se invece perdiamo siamo dei coglioni? Voi avete a che fare con una persona che non è uguale agli altri allenatori, che in questo mondo del calcio purtroppo fa fatica a starci per il modo in cui si giudica il lavoro». Quello di Sannino è uno sfogo generale, forse per qualche mugugno nelle scorse partite casalinghe o per qualche critica di troppo per il momento grigio appena attraversato, fatto sta che il tecnico continua su questo tono: «Io non concepisco questa cosa, che se si vince si è bravi, e invece se si perde no. Questo non è il calcio che fa per me, io sono venuto a Trieste per costruire qualcosa, io voglio costruire qualcosa. Qui si lavora dal primo giorno che siamo partiti in ritiro, cambiando 25mila giocatori e cercando di formare una rosa». […] «Io sono sempre contento quando si lavora in modo serio come stiamo facendo noi. Io non sono un mago. Se volete il mago, prendete un mago. Io sono un allenatore, l’allenatore di questa squadra, un uomo». Poi si alza e se ne va. E così, la festa per un 3-0 e per una serata magica, finisce in modo un po’ così, perlomeno bizzarro.
Ore 20.20- (Il Piccolo) Quando non si vince da un mese, si stenta a segnare e a pungere, tutti si aspettano una resurrezione sancita dai tre punti. E la Triestina è stata brava a venire a capo di un match non facile nonostante il punteggio finale di 3-0. E lo ha fatto regalando al Rocco il primo acuto stagionale. Il vantaggio iniziale di Arma su rigore è stato propiziatorio ma l’Unione è stata capace di tenere a bada la foga agonistica di una Fermana che si è arresa solo dopo il secondo gol di Mensah nella ripresa. L’Unione ha ritrovato contro i marchigiani sprazzi del bel gioco di agosto-settembre e soprattutto la vena realizzativa dei suoi bomber Arma e Mensah. Sannino dà fiducia all’undici di partenza schierato nel pareggio infrasettimanale di Bergamo. Stesso modulo (4-4-2) e stessi interpreti con la sola eccezione di Meduri a centrocampo preferito ad Acquadro stante l’assenza per infortunio di Castiglia). Le sorti dell’attacco, come provato con più frequenza nei giorni scorsi, sono affidate alla rodata coppia composta da Arma e Mensah. Sull’altro fronte Destro rinuncia davanti allo stagionato Sansovino preferendo la freschezza di Da Silva al fianco di Lupoli dex baby prodigio di Roma e Ascoli (una decina di anni or sono) sostenuti da Petrucci a destra. […] Per la Triestina arrivano tre punti strameritati e anche i gol e il gioco che mancavano da tempo. Il Rocco può esultare. Non c’è da esaltarsi ma tutti possono lavorare con maggior tranquillità.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? È questa la domanda che sorge dopo lo 0-0 di domenica tra Mestre e FeralpiSalò, con gli arancioneri divisi tra la soddisfazione per il buon punto conquistato sul campo di una delle favorite e quel senso, ormai familiare, di aver lasciato qualcosa per strada. Chi non ha dubbi al riguardo è il presidente del Mestre Stefano Serena, che commenta così. «Ogni volta che non vinciamo, il bicchiere è sempre mezzo vuoto. Anche domenica abbiamo ottenuto meno di quanto meritavamo, perché la Feralpi ha creato mezza occasione da gol mentre noi nella ripresa abbiamo fatto la partita, non riuscendo però a trovare il gol le tre occasioni create». Una situazione che fa solo aumentare il rammarico per i punti lasciati per strada. «Finora abbiamo perso punti importanti, ed è un peccato visto che davanti nessuno sta marciando ad una velocità insostenibile. Mi auguro solo che il pari dia fiducia ai ragazzi e consapevolezza nei loro mezzi, fino ad oggi non siamo stati messi sotto da nessuno per cui non dobbiamo temere nessuno». […] Adesso però è necessario cambiare marcia, per non trovarsi ancora con l’amaro in bocca. «Dobbiamo lasciare nello spogliatoio qualsiasi tipo di paura perché in questa categoria è la squadra a vincere, non sono i nomi, e noi possiamo contare su un gruppo affiatato e su un’ossatura ben definita. Poi dobbiamo essere decisamente più concreti sotto porta, cercare con maggior determinazione il gol ed essere più attenti. So che il mister sta lavorando intensamente, per cui sono sicuro che prima o poi i risultati arriveranno». […] Ore 19.20  – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Parafrasando il titolo del romanzo del Premio Strega, Paolo Giordano, si potrebbe parlare di solitudine dei numeri 9, anche se il 9 tecnicamente non è nemmeno un numero primo. Il concetto di solitudine però ci sta, e se riferito al momento che sta vivendo il bomber pordenonese (e del Pordenone) Federico Gerardi calza a pennello. L’ex FeralpiSalò si è inceppato e nelle ultime tre partite: non solo non è andato in gol, ma non è praticamente mai stato pericoloso. L’ultimo sussulto che si ricordi è stato quello contro la sua ex squadra, a Salò: un tiro che rischiava di entrare e che aveva avvicinato il Pordenone ai 3 punti. Poi più nulla. Sarebbe ingiusto parlare di crisi realizzativa, dal momento che Gerardi di gol in tasca se n’è già messi 3, ma negli ultimi 180′ è evidente che ci sia stato qualcosa di diverso nella manovra offensiva dei ramarri. E a risultarne penalizzato è stato proprio Gerardi. Dei numeri si è già detto: zero gol negli ultimi tre impegni di campionato e una sola occasione degna di questo nome. Ma non è solo così che si misura lo stato dell’arte. Se si parla del leggero appannamento del bomber principe del mercato bisogna anche individuare le responsabilità collettive che non permettono a un attaccante di buttarla dentro. E qui entrano in gioco gli esterni e la manovra offensiva. […] Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] L’ultimo centro in campionato di De Agostini risaliva ai playoff della scorsa stagione. Era il primo del 3-1 rifilato alla Giana. «Vero – annuisce Michele -, ma più che quel gol ricordo il rigore mancato a giugno, nella semifinale al Franchi con il Parma». Già, dopo i tempi regolamentari finiti sull’1-1 (reti di Scaglia per i ducali e Marchi per i neroverdi), a Firenze si andò ai supplementari e poi ai penalty per decidere la finalista. Nemmeno la prima serie di 5 ruppe l’equilibrio. Servì l’oltranza. Decisiva la parata di Frattali sul tiro di Michele e la trasformazione successiva di Lucarelli. «Da allora me lo porto dentro. Quella sera giurai a me stesso di dare il massimo per riportare il Pordenone a quei livelli e oltre». Appena segnato, De Agostini si è proiettato verso la panca neroverde accompagnato dal boato del Bottecchia. «Sì, sono andato ad abbracciare Gigi Zanusso, il nostro massaggiatore. Ce lo sentivamo entrambi, che con il Ravenna avrei segnato. Ne avevamo parlato prima del match. Così sono corso da lui e, visto che ero là, ho dedicato la rete ai compagni, in particolare a quelli che si stanno impegnando al massimo in allenamento e che magari poi trovano poco spazio. Il gol di Samb poteva essere una vera mazzata. È stato decisivo reagire subito, pareggiando, per poi andare all’intervallo e sistemare le cose che non andavano bene. È vero che non importa chi fa gol, ma è importante farne uno più degli altri. Questa volta però sono contento di aver segnato io e ancor di più che Salvatore Burrai abbia trasformato il rigore della vittoria dopo aver sbagliato quello di Salò. E poi vincere aiuta a vincere». […]

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) […] «Fa sempre piacere tornare qui, in questa grande famiglia – ha detto Daniel Semenzato dopo la partita -. Sono contento per la vittoria dei ragazzi col Ravenna: hanno ottenuto un successo col cuore, figlio della determinazione, qualità che la squadra aveva anche la scorsa stagione. Si vede che chi è rimasto ha trasmesso i giusti valori. Poco gioco e spettacolo? Penso sia normale alla terza gara in sei giorni: ho notato però che la squadra ha concesso poco. E questo è molto importante. Sarei rimasto volentieri – ha chiuso – ma una serie di circostanze mi hanno portato a fare un’altra scelta».

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) Le critiche piovute sul Pordenone da una parte della tifoseria hanno lasciato il segno. Mauro Lovisa è andato in escandescenza e anche la squadra non le ha recepite benissimo (Burrai ha chiesto di sostenere il gruppo nei momenti di difficoltà). Per capirne di più è utile tracciare un primo bilancio. Che sinora, dal punto di vista numerico, è assolutamente positivo per i ramarri. La squadra allenata da Leonardo Colucci, infatti, è una delle tre squadre imbattute di tutta la Lega Pro (l’unica del girone B) e, rispetto all’ottava giornata del torneo 2016-2017, ha due punti in più (18 a 16), trovandosi inoltre in testa alla classifica, per quanto Renate, Padova e Vicenza abbiano “in canna” il sorpasso. Insomma, di oro da esporre in vetrina ce n’è. Il fatto di non aver mai perso è un dato molto positivo. Solo Siena e Livorno, nel girone A, vantano questo primato. E tralasciando la serie A, dove le “superpotenze” potrebbero non perdere mai, in serie B solo il Palermo di Tedino non ha ancora subìto un ko. Proprio con il Pordenone del trainer dei rosanero si fanno i paragoni. E balza agli occhi una statistica curiosa: dopo otto giornate il numero dei gol segnati è lo stesso (15, migliore della categoria). Fa specie perché Tedino curava molto più di Colucci la fase offensiva. Viceversa, Colucci è un maniaco dell’aspetto difensivo eppure ha incassato 8 reti, appena due in meno del suo predecessore, la cui filosofia di calcio è votata all’attacco. […]

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mentre il Vicenza di Alberto Colombo ha affrontato al Mapei Stadium la Reggiana un’altra partita si giocava attorno a un tavolo, con i vertici del club che hanno incontrato i rappresentati della cordata — la cui composizione non è ancora nota — che sta studiando la possibilità di acquisire il 70% delle quote della società di via Schio. Nei giorni scorsi i legali delle due parti si sono confrontati per verificare e controllare i numeri del bilancio del club biancorosso e hanno concordato che, qualora non ci fossero diversità tra i numeri dichiarati e quelli riscontrati, la parte acquirente si impegna a depositare a titolo di caparra circa un milione di euro. Il versamento dell’importo citato, oltre a rappresentare un segnale concreto nella volontà di acquisire il 70% della società, darebbe anche un po’ di ossigeno alle casse del club berico che nel mese di ottobre sarà chiamata a pagare circa 500 mila euro per gli stipendi e relativi contributi ai calciatori e collaboratori, la scadenza dell’Iva rateizzata (588 mila euro) oltre a quella corrente, e alla rata del debito con il Comune di Vicenza pari a circa 42 mila euro. Un importo totale vicino ai 1,2 milioni di euro che l’attuale proprietà, alle prese con una dichiarata carenza di liquidi, avrebbe avuto difficoltà ad affrontare. Ed è per questo che i vertici del club starebbero cercando di accelerare il passaggio di proprietà. Oltre ai normali ostacoli da superare nella trattativa in corso, la difficoltà maggiore è data da circa 13,5 milioni che rappresentano il monte debitorio del Vicenza calcio. La richiesta dei soci di Vi. Fin. è quella che i possibili nuovi acquirenti si accollino tutto il debito, sposando la possibilità di rimanere in società con il 30% delle quote. […]

Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il bunker biancorosso resiste 80’, poi il gioiello di Marti Riverola infiamma il Mapei Stadium. E così il Vicenza s’inchina, arrendendosi all’evidenza del primo ko stagionale, arrivato dopo un ottimo primo tempo ma con una ripresa largamente al di sotto delle attese. Alla fine è 1-0, l’esame di maturità, a seguire il pensiero di Alberto Colombo, è fallito. Una sola sorpresa nelle formazioni: Comi vince come previsto il ballottaggio con Ferrari, mentre a centrocampo arriva l’esordio di Tassi, prelevato l’ultimo giorno di mercato estivo da Moreno Zocchi. Sul campo va in scena per il primo quarto d’ora la protesta comune delle due tifoserie, schierate compatte contro la decisione di far disputare la partita alle 18.30 e non in serale: «Scusate se lavoriamo», recita un sarcastico striscione appeso sugli spalti. […] Il Vicenza si chiude e a furia di insistere, è Riverola a sbloccarla con un gol magnifico di controbalzo dalla distanza che sorprende l’incolpevole Valentini. La Reggiana si chiude, Cesarini fallisce il raddoppio al 43’, Milesi di testa sale in cielo ma fallisce di poco il bersaglio. Ma il Vicenza non riesce più a risalire e deve arrendersi al primo ko stagionale. Tutta la delusione di Alberto Colombo, emerge nell’immdiato dopogara, quando il tecnico dei biancorissi ai microfoni di Raisport non si tira indietro e disegna una sintesi molto sincera, come suo solito. «Purtroppo non siamo riusciti a superare questo esame di maturità. Abbiamo fatto un buon primo tempo, nella ripresa ci siamo fatti schiacciare: la verità è che in questo momento non siamo da vertice. Ho cercato di cambiare nella ripresa per far salire il baricentro ma la mossa non ha funzionato a dovere».

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.

Ore 16.00 – Qui Guizza: esercitazioni col pallone, non vi partecipano Tabanelli e Marcandella che iniziano a correre a parte per evitare ulteriori problemi muscolari.

Ore 15.40 – Qui Guizza: tornano in gruppo Tabanelli e Marcandella.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Pulzetti (risentimento tendineo), Trevisan (affaticamento) e Mandorlini. Praticamente impossibile il recupero di quest’ultimo per Teramo, mentre i primi due potrebbero rientrare tra i convocati.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con i suoi 34 anni è più giovane di Soligo, Domizzi, Gori, Geijo e Del Grosso. Tuttavia, pur vedendo la tempra dei vecchietti del Venezia, Leandro Rinaudo non arriva a rimpiangere il campo dal quale è uscito nel gennaio 2016 rescindendo dal Vicenza. «Ho smesso perché non ne potevo più degli infortuni, due volte il tendine d’Achille alla Juventus e al Napoli, in mezzo la schiena, non ero più felice e quindi non ho sofferto il distacco dal calcio giocato» racconta l’ex difensore palermitano. Rinaudo da ieri pomeriggio è di nuovo a Coverciano per il corso di direttore sportivo (a novembre presenterà la tesi), intanto però come neo responsabile dell’area tecnica del Venezia raccoglie un testimone pesante da Giorgio Perinetti, con il quale ha collaborato nell’ombra. «È stato per me un maestro di vita fin da piccolo, ho giocato per lui a Palermo e Siena, sono stato fortunato e lo stimerò per sempre. Ora però ognuno penserà alla propria società, lui al Genoa e io al Venezia. Sono orgoglioso di questa grande opportunità che mi dà il presidente Tacopina, ma in egual misura sono sereno perché ho alle spalle la struttura di un grande club, che in poco tempo partendo da zero ha vinto, costruito tanto ed è in crescita costante. Avverto fiducia e stima, lavorerò con grande rispetto per tutti coloro che compongono il Venezia. Ho l’incarico fino al 30 giugno? Il futuro si costruisce col presente». […]

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia neopromosso eppure già capace di balzare ad un solo punto dalla vetta dopo le prime otto giornate di Serie B. La bella vittoria per 2-0 sul Carpi, la prima in campionato davanti ai tifosi del Penzo (4.404, record stagionale), ha caricato non poco un Joe Tacopina che ieri, prima del rientro odierno a New York, ha investito ufficialmente Leandro Rinaudo quale responsabile dell’area tecnica al posto dell’ex ds Giorgio Perinetti. «Semplicemente era tempo di cambiare, per Perinetti e per il Venezia Fc le parole del presidente In questi giorni ho letto e sentito commenti e supposizioni fuori luogo da parte di gente che non vive all’interno la nostra società. Non mi spaventano le critiche, però mi dà fastidio non si tenga conto nella giusta misura di ciò che abbiamo costruito fino ad oggi». Un tasto, quest’ultimo, sul quale Tacopina insiste. «Qui non c’era più nulla, abbiamo vinto due campionati di fila e con merito siamo dove vedete in Serie B. Abbiamo battuto record, risvegliato la passione, ogni giorno lavoriamo sul nuovo stadio. I nostri manager sono di alto livello, alle spalle ho un gruppo di investitori solido, uno dei più forti in Italia, ma soprattutto abbiamo un progetto a lungo termine. Credo che il Venezia Fc meriti più riconoscenza e rispetto». […] Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Lo cita Leandro Rinaudo, quando lo ringrazia indicandolo come «punto di riferimento» per la sua carriera, nel giorno della presentazione come nuovo responsabile dell’area tecnica del Venezia. Glissa il presidente Joe Tacopina, pur sfoggiando il sorriso dei giorni migliori. L’ombra di Giorgio Perinetti è ancora lì, dietro l’angolo, ma i sonni ora sono decisamente meno agitati dopo il 2-0 rifilato domenica al Carpi. La squadra è nel gruppone a un punto dalla vetta e il presidente rilancia, ribadendo con forza che il suo progetto va avanti, infastidito da quanti ne hanno messo in dubbio la solidità dopo il ribaltone sulla poltrona di ds. «Con Rinaudo siamo stati chiari – evidenzia – rimarrà fino a giugno, poi continuerà a far parte del nostro progetto con un ruolo molto importante all’interno del club. Ma Leandro rappresentava la scelta più giusta: la squadra l’ho vista rinfrancata e serena, contenta della notizia». Serenità la parola d’ordine dell’ultimo arrivato, con un occhio all’orologio «perché c’è il Supercorso di Coverciano e devo prendere il patentino di direttore sportivo, attorno al 15 novembre sosterrò l’esame». Giusto in tempo per il mercato di gennaio, anche se la classifica è già molto bella dopo i punti blindati nelle ultime partite. Nel frattempo proprio ieri la società ha anche ufficializzato l’addio del «tattico» Angelo Castellazzi, andato all’Antalyaspor nello staff di Leonardo, e ha comunicato l’ingaggio dello staff tecnico di Duccio Innocenti, in arrivo dal Modena. […] Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Fiducia piena e incondizionata: Joe Tacopina abbraccia Leandro Rinaudo e lo investe del ruolo di responsabile dell’area tecnica del Venezia. Almeno fino a giugno, ma non è detto. «Leo può rimanere con noi finché vuole» avverte il presidente, che oggi rientrerà a New York. «È un ruolo che Rinaudo merita. Per me è stata una decisione naturale, anche se in tanti si erano proposti. Leandro ha davanti a sè un luminoso futuro come direttore sportivo, ha tutte le caratteristiche che servono a un dirigente moderno. È già da tempo un punto di riferimento dei giocatori, sa interagire con loro. Inoltre, prendere un direttore sportivo da fuori e inserirlo in un gruppo già consolidato non sarebbe stata la soluzione migliore. Il mercato è solo una parte, importante è vero, dei compiti che deve avere un direttore sportivo».Palermitano, 34 anni, ex di Palermo, Siena, Napoli, Juventus, Novara e Livorno in Serie A. «Sono orgoglioso di questa opportunità che mi ha dato il presidente Tacopina, ma anche molto sereno e tranquillo, sensazioni che mi vengono dalla struttura consolidata del Venezia. Questa è una società che in poco più di due anni si è data una organizzazione straordinaria». Rinaudo è il più giovane responsabile dell’area tecnica della Serie B. «Il futuro si costruisce con il presente» ha aggiunto l’ex difensore centrale siciliano, «non penso a quello che succederà a giugno. Se non facciamo cose belle e positive adesso, il futuro non si può delineare». Non è mancato un accenno a Giorgio Perinetti. «Per me è stato un maestro di vita, fin da quando ero piccol. Lo stimavo ieri, lo stimo oggi e lo stimerò sempre. Siamo però dei professionisti, oggi lui pensa al Genoa, tutti noi al Venezia». […] Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Tre gol incassati dalla Virtus Vecomp, cinque dal Belluno (5-2 il risultato domenica). Troppi, e senza il forse, per il Campodarsego, rosa costruita per stare in alto e non di certo per vivacchiare al decimo posto a dopo sei partite. Uno score, quello dei biancorossi di mister Gianfranco Fonti, che non piace nemmeno al direttore generale Attilio Gementi: «È un periodo che definirei strano», le sue parole, «La squadra ha creato, soprattutto nelle ultime due partite, tantissime occasioni da gol, finendo poi per incassarne otto…».Gementi snocciola i numeri stizzito, attribuendosi però parte della responsabilità. «Potremmo recriminare su qualche decisione arbitrale a nostro parere ingiusta, ma la verità è che se il Campodarsego si trova in questa situazione la colpa è di tutti: di chi ha costruito la squadra, cioè io, di chi la allena e di chi va in campo». Tuttavia, il Campodarsego, in questo primo scorcio di campionato, quando avrebbe potuto non ha mai “asfaltato” le concorrenti dimostrando qualche limite nell’atteggiamento. «Ci sono stati assegnati contro quattro rigori», prosegue Gementi. «Giusti o no, significa che c’è troppa sufficienza negli interventi. E poi, là davanti, con giocatori come Aliù, Pietribiasi e Kabine, non possiamo sbagliare tutti quei gol. Sono convinto che il Campo sia ancora la squadra più completa del girone C, ma questa superiorità deve essere dimostrata con la sciabola e non con il fioretto».«Ma attenzione», tuona Gementi. «Non è che perché siamo il Campodarsego o perché molti dei nostri giocatori hanno giocato in questa o quell’altra squadra gli avversari si debbano scansare. Anzi, la verità è che contro di noi danno sempre qualcosa in più. In campo bisogna andare con tutto l’impegno del caso, metterci determinazione. Se qualcuno ha la pancia piena o non è abbastanza motivato è meglio che se ne vada a casa». […] Ore 12.30 – (Gazzettino) Nessuna frattura per Manuel Iori. Il capitano granata, costretto ad uscire dal campo nel corso della partita di Pescara, domenica sera al rientro a Cittadella si è immediatamente sottoposto a una lastra al torace, e ieri mattina è seguita la visita di controllo. L’esame strumentale non ha evidenziato fratture costali. «Il giocatore ha rimediato una forte contusione, adesso sarà valutato in settimana», ha spiegato il medico sociale, dottor Ilario Candido. «Le botte al costato fanno male, e il recupero in questi casi, se non ci sono fratture, è soggettivo. Iori sarà quindi monitorato giorno per giorno». Non è escluso il recupero per sabato, quand’è il calendario Cittadella-Cremonese: «Potrebbe anche esserci, vedremo come reagirà». Quanto a Luca Strizzolo, che si è infortunato alla testa in uno scontro aereo con Kanoutè sul finire del primo tempo della gara di domenica, il contrattempo è ancora di minore entità: «Da Pescara abbiamo portato a casa sei punti. Tre sul campo, gli altri da Strizzolo…», ha ironizzato il medico. Battute a parte, l’attaccante non è in dubbio per il prossimo turno: «Assolutamente no. Ha una ferita lacero contusa alla quale sono stati applicati dei punti di sutura, si allenerà nei prossimi giorni con una fascia protettiva alla testa». Scaglia si sta allenando con il gruppo, è quasi pronto al debutto. Vicino è pure il ritorno di Lora: «Il suo rientro non è immediato come quello di Scaglia, ma quasi ci siamo: anch’egli deve recuperare la migliore forma fisica», ha spiegato Candido. […] Ore 12.10 – (Mattino di Padova) In 7 lunghezze sono raccolte 22 squadre. Cioè tutte. Dire che è un campionato equilibrato non rende del tutto l’idea. Perché i numeri stanno lì a dimostrare che un avvio di stagione del genere, in Serie B, non si era davvero mai visto. Non solo perché il divario tra le prime e le ultime, da quando si assegnano i tre punti a vittoria, vale a dire dal 2004-2005, non era mai stato così ridotto dopo otto giornate. Ma anche perché mai le squadre al comando (Empoli, Palermo e Frosinone, a quota 14, appena un punto sopra al Cittadella) erano andate così piano e, allo stesso tempo, mai le ultime avevano corso così tanto, con Ternana, Foggia e Cesena a 7. L’anno scorso, ad esempio, proprio il Citta guardava tutti dall’alto con 18 punti, mentre il record positivo è del Sassuolo, che nel 2012 ne aveva addirittura 22 dopo 8 giornate. Roberto Venturato, avvio di stagione strano, eh? «Non tanto, in realtà. Io lo dicevo già dalla scorsa estate che questo sarebbe stato un campionato molto equilibrato. E non ero il solo a pensarla così». Vero, ne parlava come di una sorta di A/2, più che di una Serie B. «Sì, perché sono scese dalla A realtà che hanno alle spalle piazze importanti e capacità economiche, e un discorso analogo si può fare per le promosse dalla categoria inferiore. La conseguenza diretta è che la qualità media si è alzata e il torneo è diventato più difficile».Non è che siamo ancora agli inizi, e tutto deve ancora assestarsi? «Man mano che si andrà avanti la classifica si definirà meglio. A fare la differenza saranno la continuità e la capacità di crescere partita dopo partita e, quando parlo di crescita, mi riferisco soprattutto a livello di organizzazione delle squadre. Credo, comunque, che ormai sia già terminata la fase in cui si scende in campo liberi e si fanno esperimenti, da qui in avanti tutti staranno più attenti al risultato». […] Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Pericolo scampato. Il rischio era quello di ritrovarsi senza capitan Iori per qualche mese, invece gli esami strumentali a cui il regista del Cittadella si è sottoposto ieri hanno dato l’esito sperato: nessuna frattura alle costole. Manuel si era scontrato violentemente con il compagno di squadra Pelagatti nell’azione che poi era sfociata nel calcio di rigore assegnato al Pescara.La radiografia ha riscontrato una forte contusione, che si valuterà nei prossimi giorni, ma nessuna rottura. Per quanto riguarda Strizzolo, dopo la capocciata con Kanouté, tre punti di sutura alla fronte e una fascia protettiva da usare per un po’. […] Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Il dispaccio dall’infermeria del lunedì sembra un bollettino di guerra: punti di sutura, lastre al torace, contusioni, acciacchi di varia entità. Su tutti, quello di Manuel Iori, sono state escluse fratture costali ma resta una fortissima e dolorosa botta dopo lo scontro con il compagno Carlo Pelagatti. Tre punti di sutura per Luca Strizzolo, «dolorini» vari per più di qualche protagonista che andranno valutati oggi alla ripresa. Negli occhi, a Cittadella, resta però la splendida impresa nel lunch-match di domenica a Pescara, il secondo blitz da cerchiare in rosso dopo quello di Empoli. Un 2-1 che avrà conseguenze, tutte positive, non soltanto sulla classifica. «La classifica per adesso non la guardiamo — spiega il capitano Iori — è bella ma è ancora troppo presto. Ci sono tante squadre tutte vicine, ma certi discorsi andranno fatti più avanti. Adesso ci godiamo questa inversione di rotta rispetto al recente passato, quanto faticavamo fuori casa e facevamo spesso risultato in casa. Basterebbe riuscire a confermarsi al Tombolato, mantenendo il trend in trasferta e allora sì…». […]

Ore 11.00 – (Gazzettino) I biancoscudati sono cresciuti a vista d’occhio. Ulteriori margini di crescita? «Sono enormi. Chinellato crescerà molto, Tabanelli non l’abbiamo ancora visto. È una squadra che può diventare forte e che reciterà un ruolo da protagonista, ma deve anche limare le disattenzioni che abbiamo avuto l’altro ieri. Ciò che mi piace di più in questo momento è sentire l’entusiasmo della gente, significa che è una squadra che appassiona e che dà tutto». Tra l’altro, il gruppo appare unito vedendo anche l’esultanza della panchina in occasione dell’1-1. «Sono segnali che ti fanno capire che c’è grande coesione e coinvolgimento, probabilmente più dell’anno scorso. E il gruppo è la base per ottenere risultati importanti». […]

Ore 10.50 – (Gazzettino) […] «Tenuto conto della nostra partenza non brillantissima con il Renate e dei dubbi che potevamo avere alla sosta, la partita col Vicenza poteva crearci qualche pensiero in più – sottolinea il diggì Giorgio Zamuner – L’avere disputato quel tipo di partita ci ha dato una mano, facendo capire al gruppo che se si comporta in un certo modo ha valori per arrivare in alto. La squadra ha intrapreso una buona strada, siamo contenti. Anche se il campionato è difficile e ne abbiamo avuto la riprova con il Sudtirol. Dopo Santarcangelo e Ravenna poteva sembrare che per il Padova le partite fossero facili, invece non è così. Il campionato nasconde sempre insidie e sabato ci attende una gara complicata perché il campo non è dei migliori e il Teramo è una buona formazione. Se resti umile, concentrato, attento e determinato superi gli ostacoli che di volta in volta si presentano, altrimenti incappi in qualche scivolone come a Renate. Adesso cerchiamo di cavalcare questo momento particolarmente positivo». […]

Ore 10.40 – (Gazzettino) L’anno scorso commettevo molti errori perché sentivo la pressione un po’ dei compagni e un po’ del tecnico, invece quest’anno mi sento bene con la squadra. So che ci posso stare e dire la mia. I compagni, soprattutto quelli più esperti, mi stanno aiutando molto e li ringrazio. Domenica, quando sono entrato, Capello, Guidone e Chiellato mi hanno supportato molto nei movimenti e in quello che dovevo fare». In tribuna a seguirla ci sono sempre i suoi genitori e i parenti. Ma che effetto fa ricevere gli applausi di tutto lo stadio? «Un’emozione forte. Sono padovano, tifo per il biancoscudo e gioco per la mia squadra, non posso chiedere altro. Sono fiero di indossare questi colori, spero di poter dare tanto per questa maglia per raggiungere l’obiettivo». Ha un idolo al quale si ispira? «Cristiano Ronaldo, mi piace molto come gioca». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) È padovano di Altichiero e proprio domenica ha compiuto diciannove anni, regalandosi un secondo tempo super con il Sudtirol. Tanto che a fine gara Bisoli ne ha tessuto le lodi, etichettandolo come un diamante grezzo e un patrimonio importante per la società. Il protagonista in questione è Andrea Cisco, approdato tre stagioni fa ai biancoscudati provenendo dal settore giovanile della Vigontina. […] Un diamante grezzo, diceva appunto il tecnico. Che deve essere educato nel lavorare di più per la squadra. «Mi affido molto all’istinto, non penso molto a quello che faccio quando sono in campo. Tante volte invece dovrei farlo perché mi capita di sbagliare delle giocate, dovrei fare salire la squadra e invece cerco sempre di strafare. È un mio difetto, so di dover maturare e crescere». Come si sente rispetto a un anno fa? «Sono migliorato mentalmente.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Le scommesse vanno pagate. Così questa sera il presidente Roberto Bonetto manterrà la parola offredo a giocatori e staff tecnico la cena in un ristorante della città. Un premio meritato per avere centrato con il Sudtirol la quarta vittoria consecutiva. Sarà il primo round a tavola, dato che per lo stesso motivo toccherà a Bisoli pagare da mangiare alla squadra la prossima settimana, e nell’occasione sarà pizza per tutti. Intanto, ieri Cappelletti ha festeggiato i ventisei anni. Non senza una curiosità: in mattinata è andato a visitare la Cappella degli Scrovegni. Quanto al lavoro sul campo, da oggi si inizierà a pensare alla trasferta con il Teramo in programma sabato alle 14.30. Di sicuro non sarà arruolabile Mandorlini, dal momento che si punta ad averlo a disposizione per la sfida con il Bassano. Oggi invece si riaggregherà ai compagni Tabanelli, anche se tutto lascia pensare che non sia Teramo la partita più indicata per vederlo all’opera anche per via di un campo sintetico di vecchia generazione che poco si addice con l’infortunio che l’ex cesenate ha avuto. […]

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Quali, invece, i meriti dei giocatori? «I meriti secondo me vanno equamente divisi. La squadra ora ha recepito i messaggi del tecnico e li sta portando in campo. Sono contento di aver costruito un gruppo solido: a inizio stagione avevamo cercato giocatori con determinate caratteristiche, creando una squadra più competitiva possibile. I risultati, finora, stanno premiando le nostre scelte». […] E il giovane Cisco? “E un ragazzo in addestramento tecnico, il che significa che se farà 17 partite in campionato gli scatterà automaticamente il contratto, ma se anche non le facesse il Padova ha la facoltà di fargli tre anni di contratto entro la prossima estate senza che nessun’altra società possa intromettersi. Lo sistemeremo come merita». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A due punti dalla vetta, sabato a Teramo potreste prendervi il primo posto. Ci pensate?«L’importante è dare innanzitutto continuità ai risultati: andare in testa al girone, anche se solo per 24 ore, sarebbe una grande iniezione di fiducia, ma l’obiettivo principale che ci siamo posti e quello di essere continui, e questo non significa vincere sempre. Anche un pareggio, a volte, può rappresentare un segno di continuità, utile per consolidare la consapevolezza e la mentalità della squadra». […] In queste vittorie, dove vede la mano dell’allenatore? «Bisoli non lascia nulla al caso, fa lavorare tanto la squadra infondendole certezze. Il gruppo ha una sua identità, gioca bene e tiene il campo, ha acquisito personalità e responsabilità».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Giorgio Zamuner, soddisfatto?«Molto, anche perché abbiamo ottenuto una vittoria in rimonta, e contro una squadra fisica e di buon valore», le parole del direttore generale biancoscudato all’indomani. «Abbiamo commesso qualche errore non da noi in avvio di gara, frutto forse di un po’ di stanchezza e di un approccio non all’altezza delle precedenti uscite. Aver rimediato anche ad una partenza “leggera” è comunque il segnale che la squadra ha carattere, cosa molto positiva. Due sono stati gli episodi molto belli: il fatto che al novantesimo siamo ripartiti con ben cinque giocatori per andare a caccia del terzo gol, e poi il fatto che tutta la squadra, compresa la panchina, abbia esultato insieme ad ogni gol segnato. Un segnale che fa capire che c’è grande coinvolgimento da parte di tutti, giovani compresi, e grande coesione e partecipazione».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È cominciata a poche ore dalla vittoria sul Sudtirol la settimana di lavoro della squadra biancoscudata. Visto che il match della nona giornata in casa del Teramo – la trasferta più lunga della stagione – è stato anticipato a sabato pomeriggio, Pierpaolo Bisoli non ha concesso nemmeno questa settimana il giorno di riposo, saltato anche sette giorni fa a causa del turno infrasettimanale. La squadra, ieri mattina, ha ripreso gli allenamenti alla Guizza: seduta di scarico per quasi tutti i giocatori scesi in campo domenica sera, mentre gli altri, insieme a coloro che erano subentrati a gara in corso, hanno svolto seduta completa. Questa sera, però, arriverà già il meritato momento di distensione: tutta la prima squadra e lo staff, infatti, sono invitati a cena dal presidente Roberto Bonetto. Mistero sul locale che ospiterà il Padova, ma la promessa sarà mantenuta: dopo quattro vittorie consecutive, il giusto premio. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A guardare il risultato, si potrebbe pensare a una passeggiata di salute contro un avversario inferiore tecnicamente e che ha semplicemente lasciato lo scalpo all’Euganeo. Nulla di tutto questo, per chi ha visto Padova-SudTirol i tre punti conquistati da Pierpaolo Bisoli sono stati probabilmente i più sofferti di questo spicchio di stagione. In mezzo a qualche difficoltà conclamata (leggi la prestazione di De Risio decisamente insufficiente), anche e soprattutto tante note liete: su tutte l’esplosione di Alessandro Capello, sempre più protagonista, sempre più nel vivo del gioco. Ma anche la solidità difensiva (il gol incassato è un’autorete di Bindi), la capacità di saper soffrire e allo stesso tempo di proporre un calcio non solo fisico ma piacevole e brioso, con un Andrea Cisco che ha letteralmente spaccato la partita. Cisco (19 anni compiuti proprio domenica) viaggia veloce, in campo sprinta e salta avversari come birilli; ne ha fatti ammonire due, si è reso più volte pericoloso, è sempre nel vivo della manovra e, per stessa ammissione di Bisoli, sarebbe potuto anche partire titolare. E così, mentre chi ha preceduto Bisoli avrebbe voluto volentieri spedirlo in prestito in serie D, con la nuova guida tecnica il talento di Cisco sta sbocciando. «Giocare di fronte al mio pubblico, per me che sono padovano, e ricevere tutti quegli applausi nel giorno del mio compleanno — sorride l’esterno — è stata una gioia. Il mister mi ha dato una chance e sono contento di averla sfruttata, o almeno credo di averlo fatto. Le parole di Bisoli fanno piacere, ma spero di riuscire a fare ancora di più in futuro per ricambiare tutta la fiducia che mi è stata concessa». […]




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