Live 24! Padova, sarà una domenica di attesa e riflessioni: gli obiettivi si sanno, ma la tempistica non è breve…

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) A inizio maggio, mentre la Triestina recriminava per il mancato approdo nella top-ten, i play-off della serie C erano scattati con un plotone di ben 28 squadre: ora, dopo le partite in programma questa sera, rimarranno solamente in due a contendersi l’ultimo posto rimasto per la promozione in B, dopo che Padova, Livorno e Lecce (vincitrici dei rispettivi gironi) avevano già festeggiato un mese fa la salita fra i cadetti.Questa sera infatti (con inizio alle 20.30) vanno in scena le partite di ritorno delle semifinali: si giocano Catania-Siena e Cosenza-Sudtirol, e in entrambe le sfide gli ospiti partono dalla vittorie all’andata per 1-0, con i padroni di casa che dovranno quindi ribaltare la situazione. Ricordiamo che a parità di punteggio al termine delle due sfide, si giocano due tempi supplementari e se la situazione rimarrà la medesima, saranno i calci di rigore a decidere.Saranno due palcoscenici da altra categoria ad ospitare le due sfide, basti pensare che sono previste circa 35mila presenze complessive di spettatori sui due campi. Catania e Cosenza saranno infatti due stadi gremitissimi e ribollenti di tifo: in Sicilia, al “Massimino”, sono attesi oltre 15mila spettatori, mentre in Calabria, al “Marulla”, si sono riaperti in tutta fretta altri due settori perché si punta ad arrivare a superare le 18mila presenze.In questo contesto, è chiaro che l’unica squadra sopravvissuta del girone della Triestina, ovvero il Sudtirol, è chiamato a una vera e propria impresa: all’andata, a Bolzano, gli altoatesini sono riusciti a resistere alle bordate del Cosenza che aveva più volte sfiorato il vantaggio, per poi nel finale piazzare la stoccata decisiva con l’ex alabardato Michael Cia. […]

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Martedì 12 giugno: è il giorno in cui sarà presentato il nuovo logo del Pordenone, che andrà a sostituire quello nato nel 2005 e ristilizzato nel 2014. La società è riuscita a creare grande attesa attorno alla nascita del nuovo emblema, mettendo in luce ancora una volta una notevole creatività: le idee relative allo stemma, che giocavano con i simboli di Sampdoria, Roma, Inter, Milan, Juventus e Napoli, hanno fatto il giro di tutto il web, scatenando commenti simpatici e grande divertimento. Ancora una volta – dopo le incredibili trovate in vista del match di San Siro con l’inter – il Pordenone ha colpito. Il nuovo simbolo sarà presente sulle maglie del prossimo anno dei ramarri, che sono in fase di studio da parte della dirigenza. Col logo, che a quanto pare sarà completamente differente rispetto a quello ancora attuale, il Pordenone continuerà il suo percorso di rinnovamento del brand e dell’immagine. Una ventata d’aria che ci voleva e che è stata presa come caso studio da altri sodalizi professionistici italiani.

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Se Simone Perilli – come sembra – dovesse andare via (si parla di serie B e C) e con lui Marco Meneghtti (lo attende l’Inter Primavera) il Pordenone avrebbe bisogno di un portiere, ancor più se non viene rinnovato il prestito con l’Atalanta per Stefano Mazzini (’98). Per questo la società neroverde – secondo quanto riporta Padovagoal – si sarebbe già mossa e avrebbe chiesto al Padova Alessandro Favaro, classe 1995, pordenonese di nascita (è di San Vito), la scorsa stagione in prestito al Mestre di Mauro Zironelli.Il direttore generale dei biancoscudati, Giorgio Zamuner, anche in virtù degli ottimi rapporti con il club cittadino dopo la sua esperienza nel 2015-2016, sarebbe pronto a girare ai neroverdi l’estremo difensore.Perché sarebbe un affare conveniente, per il Pordenone? Intanto il numero uno conosce già la categoria, in cui milita dall’anno in cui il Padova è tornato in serie C (2015-2016). Inoltre conosce perfettamente le idee di calcio del futuro tecnico dei ramarri. Favaro e “Ziro”, infatti, hanno lavorato assieme non solo a Mestre, ma anche a Sacile nel 2014-2015, quando il portiere fu protagonista con 33 presenze. A portarlo in serie D al tempo fu l’allora direttore sportivo dei liventini Denis Fiorin, attuale responsabile del vivaio del Pordenone. […] Parlerà con la dirigenza pure Federico Gerardi (’87), centravanti legato ancora da un anno di contratto. Il suo futuro potrebbe essere ancora in neroverde: con Zironelli, tecnico sostenitore del gioco offensivo, potrebbe rilanciarsi e dimenticare questa stagione rovinata da un infortunio che l’ha tolto nella fase-clou. Atteso a un colloquio anche Gianvito Misuraca (’90): la sua permanenza va definita assieme alla società (il giocatore è legato da un altro anno di contratto).

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Tutti i giocatori del Bassano sotto contratto, fatto noto, saranno trasferiti a Vicenza: è probabile che molti saranno confermati per fare da base al nuovo gruppo. I nomi sono quelli di capitan Bizzotto, dei difensori Andreoni, Stevanin, Bortot e Bonetto, dei centrocampisti Bianchi, Salvi, Laurenti e Tronco, dell’esterno Gashi e dell’attaccante Razzitti, ai box fino a fine anno per la rottura di un legamento crociato. Sotto contratto c’è anche il centravanti Maistrello, che tornerà dal prestito al Ravenna, mentre l’ex biancorosso Minesso ha il contratto in scadenza il 30 giugno e il rinnovo non è scontato. Seeber sta trattando il prolungamento col difensore Pasini, in scadenza a fine giugno, e sta sondando il terreno per le prime operazioni di mercato. In mediana piace Andrea Paolucci, centrocampista della Ternana, ma è l’attacco il reparto su cui intervenire: in C la forza offensiva di una squadra è quasi sempre determinante per il buon esito di un campionato. Le prime indiscrezioni portano ad un nome noto ai tifosi del Vicenza, quel Piergiuseppe Maritato che già nel gennaio scorso era stato vicino alla maglia giallorossa. Situazione molto simile per Matteo Chinellato, legato al Padova da un contratto che scade a giugno 2019, e seguito da Seeber lo scorso gennaio. Nel ruolo piacciono, e molto, anche il bomber del Renate Guido Gomez, e il centravanti della Pro Vercelli Claudio Morra. Una lista di nomi che probabilmente è destinata ad allargarsi, da cui saranno scelti un paio di profili. Oltre alla punta centrale, si lavora sugli attaccanti esterni: piacciono Tommaso Ceccarelli e Stefano Giacomelli, la cui posizione, dopo l’annullamento del suo contratto, sarà valutata nei prossimi giorni. […]

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il miglior attacco è la difesa. Lo sa bene il Venezia, che ha costruito il sogno serie A con un rendimento elevatissimo del reparto arretrato. E che oggi al Barbera (fischio d’inizio alle 18.30) si troverà di fronte uno degli attacchi potenzialmente più forti del campionato, ma che ha reso probabilmente al di sotto delle attese. Sfida fra difese, dunque, con appena 42 reti al passivo per Inzaghi, che ha fatto peggio soltanto di Palermo (39) e di Frosinone (37). Considerando i cinque gol al passivo di Cremonese-Venezia alla penultima di campionato, è doveroso sottolineare la solidità arancioneroverde, vera e propria arma vincente di Filippo Inzaghi. In tre partite stagionali contro la corazzata rosanero e, nonostante la presenza di Nestorovski, La Gumina, Trajkovski e dell’ex Moreo, il Venezia ha subito appena un gol dal Palermo, quello segnato da La Gumina mercoledì al Penzo. Al resto ha pensato Emil Audero, autore di una prestazione super sia al Barbera nello 0-0 dell’andata della regular season, sia nel 3-0 che provocò l’esonero di Bruno Tedino al ritorno. E pure mercoledì il portiere scuola Juve è stato fra i migliori. Il Palermo ha segnato 59 gol e il capocannoniere stagionale con 13 reti paradossalmente è Ilja Nestorovski, nazionale macedone che oggi potrebbe cominciare dalla panchina: «Il Palermo ha tanti attaccanti fortissimi – spiega Audero – che possono cambiare la partita in qualsiasi momento. Sul gol di La Gumina all’andata tutto è partito da un nostro errore, ma credo che la prestazione complessiva sia stata più che buona dal punto di vista difensivo. Per quanto mi riguarda, ho cercato di fare il meglio possibile, in particolare non è stato facile fermare Coronado, che aveva tolto palla a Modolo». […]

Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Sul fronte rosanero, c’è la forza di un super attacco all’interno del quale Stellone avrà soltanto l’imbarazzo della scelta. A costo di incorrere negli strali presidenziali: «Con Zamparini ci sentiamo spesso e ci confrontiamo – glissa lui – è un uomo di calcio da tantissimi anni. Per quanto riguarda l’andata penso di aver fatto delle scelte giuste pensandola nell’arco dei 180 minuti, potevamo vincere o perdere». E il Venezia dovrà fare particolare attenzione proprio a Coronado, che i rumors della vigilia ipotizzano titolare dietro a La Gumina e Trajkovski, con Nestrorovski ancora in panchina: «Vedo un Coronado migliorato sotto l’aspetto fisico – evidenzia Stellone – nelle partite giocate con me durante la settimana dovevo gestirlo mentre adesso gli ha fatto bene un po’ di riposo. Prima del mio arrivo ha fatto un grande campionato, non c’è nessun problema. Da qui alla fine Igor farà molto bene perché lo ha nelle corde, deve giocare con il massimo della serenità». Niente calcoli, secondo Stellone, che punta al risultato pieno senza speculare sul pari: «Non dobbiamo fare calcoli – ringhia – perché rischi di aver paura o di soffrire l’iniziativa del Venezia, che negli ultimi 20 minuti potrebbe cercare il tutto per tutto. Un gol ci permetterebbe di stare tranquilli nel finale di partita, non dobbiamo pensare al doppio risultato ma a fare la partita con equilibrio e disciplina tattica. Segnare non vuol dire attaccare con 10 giocatori, dobbiamo essere bravi come lo siamo stati all’andata».

Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Il Venezia vuole prolungare il sogno, ma per farlo dovrà vincere a Palermo. Senza buttarsi allo sbaraglio, giocando con intelligenza e sagacia tattica, pronto però a sfruttare le occasioni che concederà la squadra di Stellone. Partita senza ritorno per chi uscirà sconfitto, il Palermo può andare in finale pareggiando ancora una volta, non ci saranno supplementari, al novantesimo sarà tutto deciso. Lo zero a zero di inizio dicembre fu un risultato positivo per il Venezia, oggi pomeriggio non sarebbe sufficiente. Palermo favorito perché ha due risultati su tre a disposizione, perché gioca in casa e tatticamente può decidere che partita interpretare. Il Venezia non dovrà andare sotto, permettere agli avversari di esaltarsi, ma creare situazioni che possono far male soprattutto nel finale. Sarà anche una guerra di nervi, l’esperienza sarà fondamentale e il Venezia può contare sui “senatori” Domizzi, Andelkovic, Garofalo e Geijo. Sono saliti 23 giocatori sul charter che ieri sera ha portato dirigenti, staff e giocatori in Sicilia. Oltre a Gori, non è partito Marco Firenze, messo al tappeto da un dolore al tallone. Inzaghi ha quattro diffidati (Domizzi, Garofalo, Suciu e Stulac), ma non potrà fare calcoli, un’altra partita potrebbe non esserci. Il trio Andelkovic-Modolo-Domizzi è intoccabile, come Stulac in cabina di regia, Bruscagin e Garofalo, al rientro, favoriti su Frey e Del Grosso sulle corsie esterne, Falzerano non è al top della condizione, ma difficilmente Inzaghi si priverà dell’estro del miglior centrocampista della Serie B, a sinistra Suciu contende la maglia da titolare a Pinato, che è sempre reduce da uno stop di un mese. Inzaghi ha mescolato le carte in attacco: potrebbe partite con l’esperienza di Litteri e Geijo, il primo perché rimane pur sempre il capocannoniere del Venezia (7 gol da gennaio) con Stulac, il secondo per le caratteristiche di far risalire la squadra, ma potrebbe anche riproporre Marsura ipotizzando che il Palermo più all’inizio che alla fine possa lasciare spazi alle ripartenze arancioneroverdi. Comunque vada, rimarrà una grande stagione per il Venezia. […]

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) «Sarebbe bello avere una finale Venezia-Cittadella, il top, intanto però vedo che nelle semifinali ci sono tre squadre dove ho allenato, Palermo compreso». Ezio Glerean conosce molto bene gli ambienti di Venezia e Palermo, conosce bene Maurizio Zamparini, e oggi sarà uno spettatore interessato di quanto avverrà al “Renzo Barbera”. Glerean è stato per una manciata di giorni allenatore del Venezia nel 2002, per qualche mese del Palermo, attore non voluto del trasferimento di Zamparini in Sicilia, poi per qualche settimana alla guida del Venezia nel 2005, quando ormai la situazione era compromessa e la società si avviava verso il primo fallimento. «La partita di oggi è da tripla» osserva il tecnico che sta lavorando con la Marosticense, «nei playoff la logica a volte sfugge, quando pensi di aver afferrato il risultato positivo, ti ritrovi di fronte a spiacevoli sorprese o viceversa. Il Palermo ha il vantaggio che se non perde, va in finale, mentre il Venezia deve soltanto vincere. Non credo che le due squadre faranno calcoli, sarebbe troppo rischioso. E’ sufficiente un episodio a modificare lo status quo anche all’ultimo secondo». Ezio Glerean ha l’esperienza di un allenatore che ha giocato in sei occasioni i playoff. «Non conta la categoria, le sensazioni sono sempre le stesse. Conterà molto la condizione fisica e mentale delle due squadre. Il Venezia è una squadra solida, sotto questo punto di vista sono sicuro che giocherà una grande partita, ma ho avuto l’impressione che anche il Palermo abbia ammortizzato bene la mancata promozione diretta. Ho colto una squadra compatta al “Penzo”. Sarà una partita molto interessante da vedere. La pressione del pubblico di Palermo? Stellone ha tanti giocatori di esperienza, non giovani di primo pelo, non credo che il Palermo avvertirà troppo la pressione dello stadio, anzi, penso che i tifosi rosanero saranno il dodicesimo uomo in campo, spingeranno la squadra di Stellone». […]

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Il Venezia è uscito imbattuto dal “Barbera” cinque mesi fa, ma il pareggio del 2 dicembre non sarebbe sufficiente oggi per garantire agli arancioneroverdi l’approdo in finale. Erano anni che le due squadre non si affrontavano, prima della gara dello scorso inverno, gli ultimi due precedenti risalivano al biennio successivo alla “fuga” di Maurizio Zamparini in Sicilia. Il primo è uno dei ricordi più piacevoli della storia recente del Venezia perché la squadra allora di Gianfranco Bellotto espugnò (2-0) il “Barbera”: era il 10 novembre 2002 quando Drazen Brncic (4′) e Paolo Poggi (26′) zittirono i 21.000 spettatori della Favorita contro il Palermo di Daniele Arrigoni che presentava il tridente Santana-Maniero-Di Napoli. Andò decisamente peggio nella stagione successiva (18 marzo 2004), il Palermo era lanciatissimo verso la Serie A e il Venezia di Gregucci subì un pesante poker (4-0), firmato da Toni (doppietta), Emanuele Filippini e Gasbarroni. Indimenticabile l’eurogol di Stefano Civeriati nella stagione 1991-1992, che segnava il ritorno del Venezia in Serie B, un “siluro” da 30 metri che illuse il Venezia, riacciuffato in extremis da Roberto Biffi. […]

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) L’annuncio è arrivato a sorpresa con un post sulla pagina Facebook della società. L’Este ha ingaggiato un nuovo direttore sportivo: si tratta di Gabriel Maule, 42 anni, originario di Rovereto. Maule è entrato nel mondo del calcio circa dieci anni fa, dapprima come responsabile del settore giovanile del Trento e poi al CastelnuovoSandrà in veste di direttore sportivo. Sono seguite poi le esperienze a Trissino, Villafranca Veronese e Sona Mazza (in qualità di consigliere del presidente), prima dell’approdo al Valdagno.Sarà lui ad occuparsi delle trattative con il tecnico Nicola Zanini, che sta già operando per la società atestina, anche se per il suo annuncio bisognerà attendere ancora qualche giorno. «Questa scelta rappresenta un cambiamento di rotta», afferma il vicepresidente dell’Este Stefano Marchetti. «Dopo anni in cui era l’allenatore – in sintonia con la proprietà – a prendere direttamente i giocatori, ora ci sarà una figura specifica. Abbiamo avuto modo di conoscere Maule negli ultimi dieci giorni e ci ha dato l’impressione di essere una persona molto capace. Le sue conoscenze nel settore saranno molto preziose per allestire la rosa». A rigor di cronaca, l’ultimo direttore sportivo dell’Este era stato, seppure per pochi mesi, Terry Cavazzana, nella stagione 2014/2015. «Ringrazio il presidente Lucchiari ed il vice Marchetti per la fiducia», le prime parole di Maule. «Sono onorato di entrare a far parte di un club che, nel panorama della Serie D, ha mantenuto sempre un altissimo rendimento». […]

Ore 13.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Si può vincere anche al 90′, per i granata è la sfida della vita”) Affascinante, inebriante, totalizzante, la semifinale di ritorno dei playoff di Serie B tra Frosinone e Cittadella è una sfida ad altissima tensione emotiva. Non ci sono più nè “se” nè “ma”, la posta in palio – l’approdo alla (doppia) finale per l’ultimo posto che vale la Serie A – impone di dare tutto ciò che si ha dentro, lottando contro lo stress e la fatica della terza partita in otto giorni (per i granata), a chiusura di una stagione già di per sè massacrante e con il caldo umido di queste ore ad appesantire ulteriormente i muscoli delle gambe. Il Citta non ha alternative, deve vincere se vuole continuare a coltivare il grande sogno, e per centrare l’obiettivo gli viene richiesta la partita perfetta, quella in cui non si può sbagliare nulla o comunque limitare al minimo gli errori. […] Se va in campo con la mentalità sbarazzina che l’ha contraddistinto in molte trasferte – record assoluto di vittorie in B, ben 11 fuori casa – il Citta può fare male, molto male ai ciociari, i quali, sotto il peso della pressione di non dover subìre gol per non rischiare l’eliminazione, saranno preoccupati inevitabilmente di chiudere al meglio gli spazi ai vari Schenetti, Chiaretti, Kouamé e chi il mister deciderà di mettere accanto all’ivoriano. C’è tempo sino al 90′ e oltre (considerato il recupero) per mettere il proprio naso davanti a quello dei gialloazzurri: su questo bisogna ragionare, niente ansie o frenesie. Dài, che stasera ci può scappare la sorpresa!

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) A Frosinone per fare la storia. E l’affermazione non suoni pomposa: allo “Stirpe” il Cittadella si giocherà qualcosa di unico come l’accesso alla finale dei playoff, porta diretta per la Serie A. Roberto Venturato ieri mattina ha diretto una breve seduta di rifinitura, poi ha convocato 21 uomini (rispetto alla gara d’andata, pareggiata 1-1 al Tombolato, non ha ovviamente precettato lo squalificato Settembrini). Nel pomeriggio la partenza con un volo Venezia-Roma.Mister, qual è la situazione generale sul piano fisico?«La sensazione è che stiamo abbastanza bene. In queste partite conta più l’aspetto nervoso, anche se è chiaro che disputare così tanti incontri ravvicinati incide. Abbiamo lavorato meno del solito tra una gara e l’altra, cercando soprattutto di recuperare le energie e insistendo sulla concentrazione». L’impressione è che, come già contro il Bari, mercoledì aveste qualcosa in più da spendere rispetto ai ciociari.«La reazione dopo la partita con i pugliesi, durata oltre 120′, è stata sicuramente positiva. Ma la componente psicologica è quella più importante in questa fase, perché ti può aiutare a superare eventuali difficoltà».Sul piano tattico, come si immagina questa semifinale di ritorno? Al Frosinone basta anche il pareggio, con qualsiasi punteggio, per qualificarsi. Potrebbe cercare subito il gol del vantaggio, ma difficilmente verrà all’arrembaggio.«È una squadra molto forte, in grado di fare qualsiasi cosa. Può giocare nel senso più pieno, come puntare sulle ripartenze. Nel corso della stagione ha alternato tante facce diverse, di sicuro proverà a metterci in difficoltà e noi dovremo essere bravi ad interpretare la partita, quale che sia il copione. È una sfida particolare, perché noi abbiamo un solo risultato a disposizione per passare il turno, la vittoria, mentre loro ne hanno due: è chiaro che questo potrà influenzare le strategie. Conterà usare la testa ed essere lucidi, sapendo interpretare al meglio la gara. L’aspetto più difficile è proprio questo». […]

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Claudio Foscarini, si ricorda? Quella semifinale playoff con il Brescia del 6 giugno 2010, quando vincere 1-0 al Rigamonti non bastò al “suo” Cittadella per approdare alla finale per la Serie A?«La rammento bene, eccome! Segnò Curiale al 90′, colpimmo due pali con Iunco, ma vincere non bastò per qualificarci. Loro erano passati al Tombolato con lo stesso punteggio, e si qualificarono in virtù del fatto che in classifica erano piazzati meglio di noi. Con tanto rammarico uscimmo, ma a testa alta». […] Cosa prevede succederà allo “Stirpe” stasera e come dovrà giocare, secondo lei, la squadra di Venturato?«È una partita aperta a qualsiasi risultato, anche se in cuor mio vorrei vedere il Citta vincere: 1-0 o magari 2-1… Non credo comunque che Iori & C. debbano cambiare filosofia di gioco. È nel loro Dna attaccare gli spazi e far girare palla per sfruttare le fasce. E poi sul piano psicologico li vedo avvantaggiati».In che senso?«Sinceramente sono curioso di capire che partita imposterà il Frosinone. Non so se Longo darà ordine di attaccare l’avversario oppure se terrà i suoi bassi, in una parola se giocherà per aspettare. Certo che, se fosse così, nel secondo caso il Citta ha tempo per trovare spazi e creare situazioni pericolose, in questo è bravissimo. È l’unica squadra in B che, fuori casa, ti attacca e individua i varchi giusti. Faranno molta fatica, i ciociari, a prenderle le misure. Kouamé e soci non hanno nulla da perdere, ecco perché di testa stanno meglio».Per cui vede una sfida in equilibrio?«Il Citta insegue solo la vittoria e può giocare come sa, in trasferta è fortissimo. Il Frosinone deve stare attento, la gara con il Foggia, con quella beffa finale, insegna…».Ormai i padovani sono maturi per la Serie A.«Se non vanno su quest’anno, credo che ci riproveranno anche la prossima stagione. Sono una realtà consolidata della B».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Saranno poco meno di 150 i tifosi granata presenti sugli spalti dello “Stirpe”. Oltre a quelli che partiranno stamattina alle 7 con i pullman messi a disposizione dal Centro Coordinamento Club Granata e dai Gruppi Supporters e Rabaltai, e con il pullmino dell’immancabile Bepi Ferronato, ci saranno anche diverse auto. I cittadellesi in trasferta dovrebbero quindi superare i circa 120 sostenitori ciociari che mercoledì erano in Curva Nord al Tombolato. Per quanto riguarda il Frosinone, ieri Moreno Longo ha incontrato i giornalisti prima dell’allenamento di rifinitura, svolto in serata e nel quale Brighenti si è procurato una distorsione alla caviglia destra. I dubbi relativi all’impiego di Maiello saranno sciolti solo nelle ore di immediata vigilia: «Non abbiamo certezze, è difficile ipotizzare se potrà andare in panchina o giocare titolare. Paganini ha riportato una contusione, abbiamo scongiurato il peggio (ma non è stato convocato, inutile rischiarlo, ndr). Maiello sta continuando a lavorare a parte, verificheremo», ha dichiarato il tecnico. Rispetto alla gara al Tombolato, sia Krajnc che Matarese dovrebbero partire dall’inizio: in difesa lo sloveno affiancherà Terranova e Matteo Ciofani, mentre il secondo sarà l’esterno di destra tra i cinque a centrocampo.Circa l’atteggiamento che adotterà la sua squadra, Longo ha usato parole che significano tutto e niente: «Credo che la cosa più semplice sia fare la nostra partita senza calcoli, giocando con maturità. Ciò vuol dire non concedere ripartenze e regali gratuiti. Oltre a questo, dovremo, però, pensare ad attaccare e a giocare con coraggio. Bisogna impiegare anche il cervello, e non farsi solo trasportare dall’atmosfera dello stadio». […]

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) La forza delle idee, di un gioco propositivo e di un attacco che segna a raffica con tanti interpreti diversi. Se la giocherà così il Cittadella dei miracoli, che stasera allo Stirpe busserà alle porte del paradiso cercando con una spallata di dare l’ultimo dispiacere stagionale al Frosinone. Roberto Venturato se la giocherà senza paura, con gli 11 gol di Kouamé e l’imprevedibilità di un giocatore che sfugge agli schemi e che può spaccare le partite, con gli otto di Schenetti candidato a partire titolare per sostituire Settembrini assieme a Lucas Chiaretti (4), senza dimenticare Bartolomei (5+2 al Bari nel primo turno dei playoff), Iori (9 reti) e persino il difensore Salvi (5). Tante frecce da scagliare dall’arco di un allenatore che magari dietro concederà qualcosa (peraltro a uno degli attacchi mitraglia della categoria con ben 65 gol messi a segno), ma che ha sempre dimostrato una filosofia vincente oltre ogni ragionevole dubbio. Quella filosofia che ha attirato la calamita del Verona, di cui potrebbe diventare l’allenatore nella prossima stagione se il dg Stefano Marchetti accettasse il corteggiamento insistente del numero uno dell’Hellas Maurizio Setti. In riva all’Adige giurano che l’offensiva andrà a buon fine se il Cittadella non verrà promosso, ma adesso tutti i pensieri sono per Frosinone. E basta. E per una partita in cui ci sarà un solo risultato a disposizione, la vittoria. […]

Ore 10.30 – (Corriere del Veneto) E’ quasi l’ora di cena, quando termina la rifinitura del Frosinone, rigorosamente al riparo da sguardi indiscreti. Moreno Longo, che ha un attacco da favola anche senza il corazziere Daniel Ciofani, studia qualche novità a sorpresa per respingere l’assalto alla diligenza del Cittadella sulla strada che porta alla A. Ad esempio riguardo al sostituto di Paganini, infortunato. Matteo Ciofani sembrerebbe la scelta più logica, invece nelle ultime ore c’è pure la soluzione Matarese, un rischio che Longo potrebbe decidere di correre. Poi Maiello, che in caso di recupero potrebbe scalzare Gori. Davanti, invece, le bocche di fuoco saranno le solite, Federico Dionisi e Camillo Ciano: «Credo fermamente in ciò che dico – chiosa Longo alla vigilia – affrontare il Cittadella è un’arma a doppio taglio perché non ha lo stesso blasone del Bari, ma è una questione solo di facciata: nella concretezza hanno fatto 65 punti l’anno scorso e 66 quest’anno. È una partita che si giocherà sui dettagli e sulla cura dei particolari. Hanno dimostrato che fuori casa hanno fatto meglio di tutti con undici vittorie nella regular season, per cui sappiamo cosa ci aspetta». Longo ha giocato per il pari al Tombolato, calcolo che potrebbe rivelarsi rischioso soprattutto nel ricordo di quanto fatto all’ultima di regular season, quando il Foggia a un minuto dalla fine spense il sogno promozione spingendo in A il Parma: «Credo che la cosa più semplice per noi sia fare la nostra partita senza calcoli – sottolinea – giocando con maturità. Questo vuol dire non concedere ripartenze e regali gratuiti. Oltre questo però dovremo pensare ad attaccare e giocare con coraggio. Bisogna giocare anche con il cervello non solo facendosi trasportare dall’atmosfera dello stadio. Conosco la tensione di queste partite. Se dovessi paragonarla ai successi avuti con la primavera del Torino o con la Pro Vercelli sono dinamiche molto simili».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Guidone le ha dedicato il gol segnato a Vicenza, dopo che lei l’aveva rimesso in piedi a tempo di record. Altri aneddoti?«Tabanelli, che ha dovuto superare una grave lesione muscolare, è corso ad abbracciarmi dopo aver segnato alla prima partita da titolare. Poi c’è un episodio decisivo, che ricordo con piacere: alla vigilia di una gara importante come quella di Bassano, Pulzetti e Ravanelli non stavano bene. Sono stati convocati lo stesso, io e lo staff medico ci siamo presi la responsabilità all’ultimo di dichiararli disponibili. È finita 2-1 con i loro due gol».È stato al fianco di tanti grandi allenatori, Bisoli le ricorda qualcuno? «Per grinta e dedizione forse Mandorlini. Tanta è la passione, che spesso gli allenamenti si protraggono anche per più di mezz’ora».E tra i tanti giovani, si può fare qualche paragone?«Paragoni no, ma mi piace sottolineare il rapporto che ho con i più piccoli. Marcandella, secondo me, ha qualità impressionanti ma deve crescere a livello mentale, e su questo, quando posso, lo martello anch’io. Ravanelli, invece, lo chiamo “il boscaiolo”. Un ragazzo di umiltà, semplicità e voglia di crescere unica. Gli dico sempre che è il mio idolo. E poi prendo in giro Zambataro, che indossa il numero 14. In Olanda per noi è sacro, ce l’aveva un certo Cruijff”».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ma chi è mister promozione nella rosa del Padova? L’allenatore Pierpaolo Bisoli, di sicuro, che in biancoscudato ha centrato il quarto salto di categoria dopo i tre di Cesena. Tra i giocatori spicca Belingheri, che ha fatto poker, mentre a Padova hanno raggiunto la terza promozione Sarno e Salviato. Dimentichiamo qualcuno? Certo, Robert Kindt. E non è un nome qualsiasi. Il fisioterapista olandese rappresenta uno dei segreti della grande stagione biancoscudata. Arrivato la scorsa estate su spinta del direttore generale Giorgio Zamuner, che mirava a far progredire lo staff sanitario, il guru di Amsterdam ha scelto di scendere in Serie C per la prima volta dopo una carriera ventennale, abbandonando addirittura la Lazio. […] Ma sul lettino dei massaggi quante volte lei, che ha abbracciato da anni la fede buddista, ha dovuto raccogliere confidenze e segreti dei giocatori? «Spesso. Mi piace ascoltarli, parlare con loro, anche perché sono schietto e dico sempre quel che penso. Mi considero un fratello maggiore, anche se non bisogna mai superare un certo limite, visto che sono pur sempre un uomo della società».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E’ attesa entro la giornata di domani la risposta di Andrea Schiavone al Padova. Il centrocampista torinese, 25 anni, in scadenza di contratto con il Cesena, ha ricevuto una proposta triennale dal club di viale Rocco, ma non ha ancora accettato. Su Schiavone ci sono Livorno, lo stesso Cesena e pure il Benevento. Il procuratore sta giocando su vari tavoli, ma il dg biancoscudato Giorgio Zamuner vuole una risposta, altrimenti si getterà su altri profili. Ieri è circolato il nome di Hannes Fink, protagonista assoluto con il SudTirol, ma sembra che ci siano anche altre possibilità. Non ci sono soltanto gli acquisti, con i più vicini che restano Luca Clemenza (Juventus) e Jeremie Borh (Sassuolo). In primo piano finiscono pure le cessioni perché qualcuno saluterà: come Michele Russo, che non rientra nel progetto di Pierpaolo Bisoli e che ha ricevuto una proposta dal Ravenna. Non sembra il club giusto per convincerlo a cambiare aria, il suo agente lavora anche in altre direzioni. La Ternana ha sondato Luca Belingheri. Poi ci sono Matteo Mandorlini, che ha richieste da diversi club e Alberto Tentardini, che potrebbe finire nuovamente al Monza. […]




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