Crac Padova, articolo 18 per Gianluca Sottovia: la vecchia società è costretta a riassumerlo

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Fonte: Mattino di Padova

I dipendenti delle società di calcio godono degli stessi diritti dei lavoratori dipendenti? Sì, se si parla di articolo 18. Lo sottolinea una sentenza di primo grado del Tribunale del Lavoro di Padova che ha deciso il reintegro di Gianluca Sottovia come direttore generale del Calcio Padova perché il suo licenziamento è stato dichiarato illegittimo.

Nella sentenza di reintegro il giudice Mauro Dellacasa ha scritto che “sussiste il requisito dimensionale per l’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, dovendo essere inclusi nel computo dei dipendenti anche i calciatori professionisti. Il fatto che ad essi non si applichi l’articolo 18 non è ragione per escluderli dal calcolo dei dipendenti, al fine dell’applicazione a terzi di tale disposizione”.

In pratica il giudice, includendo i giocatori nel calcolo dei dipendenti del Calcio Padova (i cui contratti sono disciplinati dalla legge 91/81), fa sì che la società abbia di fatto più di 15 dipendenti e quindi che la tutela dell’articolo 18 possa essere estesa a difesa del dirigente licenziato.

Una forzatura? Forse no. Il giudice, infatti, si è rifatto alla sentenza della Corte di cassazione numero 24193 del 2013 che ha sancito legittimo il reintegro di un addetto alla contabilità del Calcio Napoli licenziato nel 2004. “Quanto all’inapplicabilità della tutela reale ha sottolineato che la disciplina dell’articolo 8 della legge 91/81 relativa ai professionisti sportivi” scrivono i giudici della Corte “non escludeva la possibilità di computarli nel numero dei dipendenti ai fini dell’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, evidenziando che la tutela reale si giustifica anche in ragione delle notevoli capacità economiche delle grandi imprese”.

Tornando a Sottovia, il giudice ha imposto al Calcio Padova il reintegro del dirigente “nel medesimo posto di lavoro e a corrispondergli una indennità commisurata all’ultima retribuzione di fatto dal giorno del licenziamento sino all’effettiva reintegra, oltre alla rivalutazione monetaria, oltre a condannare il club al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti per il medesimo periodo”. L’ennesima tegola sulla società che proprio una decina di giorni fa ha chiesto una proroga al tribunale fallimentare per presentare un piano di concordato a tutti i creditori più uno: Gianluca Sottovia.




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