Gubbio-Padova, l’analisi del “Gazzettino”

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Non bello, ma generoso e concreto quanto basta. E di questi tempi va bene così. Questa volta i minuti finali sorridono al Padova che, dopo il pareggio beffa con la Maceratese, archivia una settimana difficile sotto ogni punto di vista con una vittoria pesantissima sul campo di Gubbio. Decide a quattro minuti dal termine il perfetto colpo di testa di Cappelletti su angolo di Emerson, per un risultato che forse va oltre i meriti per quanto espresso in campo, ma compensa in termini di buona sorte i punti persi nelle precedenti gare e può regalare quella giusta dose di autostima che Emerson e colleghi ora dovranno sapere capitalizzare al meglio. Nell’analisi della gara vanno del resto considerate le assenze pesanti in casa biancoscudata, a centrocampo – indisponibili Filipe e De Risio – e in avanti per l’infortunio al menisco di Neto Pereira e la squalifica di Alfageme. Brevi è così costretto a ridisegnare la squadra, rinunciando al consueto 3-5-2 a favore di un 3-4-3 che in fase difensiva si trasforma in un più coperto 5-4-1. Senza il contributo in avanti del brasiliano, in appoggio ad Altinier vengono schierati, con esiti non particolarmente efficaci, a destra Fantacci, all’esordio dal primo minuto, e, dirottato sull’altra fascia, Madonna. Debutta dall’inizio pure Boniotti e rientra Favalli. Buona la partenza del Padova che cerca di affondare soprattutto a sinistra e al 5′ il pressing attuato dalla squadra mette in condizione Altinier di rubare un pallone in area a Burzigotti, saltare Marini e impegnare Volpe, abile a coprire sul primo palo. Gol a parte, sarà l’unica vera occasione nell’arco della partita. Con il passare dei minuti, infatti, la spinta si affievolisce, gli esterni non riescono a pungere e i padroni di casa prendono gradualmente campo in una gara che comunque mai decolla. Provvidenziale Bindi al quarto d’ora nell’impedire il colpo sottoporta di Candellone, servito di testa da un compagno, e lo stesso Candellone un minuto dopo riesce a sfondare sulla destra, ma incrocia troppo la conclusione. Tanti i palloni che spiovono nell’area veneta, con i centrali che hanno sempre la meglio. Nella ripresa Brevi torna all’antico: in campo Mazzocco e Germinale per Boniotti e Fantacci e di nuovo 3-5-2, modulo che permette un maggiore possesso palla e un baricentro leggermente più alto, anche se i pericoli maggiori arrivano per la porta veneta. Al 10′, su azione d’angolo, l’indisturbato Marini calcia a fil di palo, poi un errato disimpegno di Russo a centrocampo mette in condizione il neoentrato Musto d’involarsi verso la porta, ma Emerson e Cappelletti rimediano. C’è infine gloria per Bindi abile a ribattere la conclusione a colpo sicuro di Ferretti, servito di testa in area su cross dalla destra di Romano (23′). Nel finale il Padova cresce e, pur senza creare vere occasioni, si affaccia con maggiore frequenza nelle trequarti avversaria. Al 37′ conquista il primo angolo e sul successivo arriva lo stacco da tre punti di Cappelletti, poi conservato con le unghie e con i denti nel forcing finale del Gubbio, vicino al pareggio al 47′ con un tiro di Valagussa che attraversa lo specchio della porta su cui Candellone arriva in ritardo. Come nei due precedenti allo stadio “Barbetti” finisce così 1-0, con prevalenza per la seconda volta del segno 2, per la gioia dei sessanta tifosi biancoscudati presenti che possono affrontare con il sorriso il lungo viaggio di ritorno.




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