Venezia, Favarin: “Dovrà essere un ritorno infernale per i nostri avversari! E col Campodarsego…”

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Dieci punti in quattro partite, 13 reti realizzate e una sola al passivo, il distacco dal Campodarsego sceso da tre a un punto: scossa doveva essere, scossa c’è stata. L’avvento di Giancarlo Favarin ha rimesso in marcia il Venezia e il tecnico pisano punta al bis del 2012 e anche a riprendersi quella Lega Pro solo annusata la scorsa estate a Pisa. «È stato un anno nel complesso positivo per quanto mi riguarda» commenta il tecnico del Venezia, «per me è arrivata la promozione con la Fidelis Andria, poi la chiamata del Pisa, che per un pisano come me era toccare il cielo con un dito, poi l’esonero prima dell’inizio del campionato a causa del cambio di proprietà, infine la chiamata del Venezia. In serie D sarei tornato solo qua e l’obiettivo è che il 2016 ridia al Venezia e a me la Lega Pro». Come quattro anni fa, Favarin ha l’ “obbligo” si vincere il campionato. «Situazione simile, ma anche in un contesto diverso. Ho trovato una società solida, con un progetto ambizioso, maggiore organizzazione, strutture migliorate. Allora c’era Cinquini come certezza, adesso ho trovato Perinetti, che non ha sicuramente bisogno di presentazioni. Conoscevo molti dei giocatori in rosa, ma poco la squadra nella sua completezza. Non sapevo quali fossero i problemi, per cui il bottino di 10 punti in quattro partite è più che positivo». Venezia a un punto dal Campodarsego. «Prima dello scontro diretto a fine febbraio, ci sono due mesi e tante partite. Il Venezia deve arrivare a quella sfida davanti ai padovani, ripartire a testa bassa e non sollevare mai il piede dall’acceleratore. La squadra nelle ultime settimane è cresciuta tantissimo, la rosa presenta tanti giocatori di qualità, la concorrenza fa bene e alza l’intensità degli allenamenti». Con il nuovo modulo il Venezia ha cominciato a concretizzare le occasioni da rete costruite. «Credo che il 4-2-3-1 sia il modulo ideale per le caratteristiche dei giocatori che ho in organico, mi consente di giocare con quattro attaccanti, Serafini alle spalle della punta centrale può diventare devastante, ha risposto alla grande dopo avere scontato la squalifica, e non solo come reti realizzate. Carbonaro punta avanzata, secondo me, rende di più, anche perché così deve essere molto più disciplinato. Oltre a vincere, la squadra sembra anche divertirsi con questo sistema di gioco». Il 6 gennaio si riparte a Sant’Elena contro il Dro. «Il girone di ritorno sarà difficilissimo per tutte le squadre» avverte Favarin, «tutte hanno un obiettivo e faranno di tutto per non lasciare punti per strada. Quasi quasi mi dispiace sia arrivata la sosta, visto che eravamo lanciati, ma è fondamentale per tirare il fiato, recuperare qualche elemento acciaccato e lavorare insieme per farci trovare prontissimi alla ripresa del campionato».

(Fonte: La Nuova Venezia)

Il suo Venezia si è messo subito in carreggiata, Giancarlo Favarin però non stacca il piede dall’acceleratore. Al programma degli allenamenti della sosta, già eloquente visto che dal 28 dicembre al 5 gennaio – vigilia di Venezia-Dro al Penzo (ore 14.30) – gli arancioneroverdi non rifiateranno più, il tecnico toscano aggiunge parole altrettanto chiare. «Ci aspetta un girone di ritorno infernale, ma dovrà esserlo per i nostri avversari – sorride -. Dieci punti su 12 sono un buon bottino e gara dopo gara c’è stata una notevole crescita. All’inizio ero un po’ preoccupato, conoscevo i giocatori di nome ma non i problemi di una squadra costruita per vincere e che comunque era stata a lungo in testa». Il cambio del modulo ha giovato agli arancioneroverdi ma il lavoro del nuovo allenatore è stato anche psicologico. «Il 4-2-3-1 è perfetto per una squadra con le capacità tecniche per schierarsi con 4 attaccanti che giocano divertendosi come si è visto con Giorgione e Triestina. Carbonaro davanti a tutti è nella sua posizione ideale, Serafini invece tra le due linee è devastante e dopo le squalifiche ha dimostrato tutta la caratura e la «testa» di uno che è stato ad alti livelli. Al tempo stesso ho cercato di scuoterli mentalmente, serviva un’iniezione di autostima». Un pronostico per la seconda parte del torneo? «Il girone di ritorno è sempre più difficile, nei primi due mesi voglio un Venezia a testa bassa per arrivare nella migliore condizione possibile al faccia a faccia del 28 febbraio al Penzo col Campodarsego. Sarà una gara decisiva a prescindere dal fatto di essere in testa o secondi, prima però avremo 9 gare fondamentali». Tre anni dopo ha ritrovato un Venezia «americano» anziché «russo»: differenze? «Sul piano societario oggi c’è maggiore organizzazione, una struttura più solida e idee più chiare a parità di obiettivi. Grazie al ds Perinetti ho una rosa completa in tutti i reparti». Per Favarin si chiude un 2015 vincente e in altalena. «Dalla serie D vinta ad Andria all’illusione di allenare il Pisa, nella mia città. Dopo Pisa avrei accettato solo il Venezia per vincere ancora».

(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)




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