Questo matrimonio s’aveva da fare. Emiliano Bonazzoli e il Cittadella, come confermano i diretti interessati, erano già stati vicini un paio di stagioni fa, ma all’epoca il giocatore aveva dato la sua parola al Marano e non se n’era fatto nulla. Alla fine, però, le “nozze” sono state celebrate lo stesso, ieri nel primo pomeriggio, e dopo un “fidanzamento” più che veloce, come spiega il d.g. granata Stefano Marchetti: «Lunedì, quando ho saputo che Emiliano si era svincolato dalla Robur Siena, gli ho telefonato immediatamente. Lui stava rientrando a Padova e io avevo la febbre, così la firma che lo ha legato alla società sino a fine stagione è slittata a oggi (ieri, ndr)». E il quasi 37enne attaccante (festeggerà il compleanno il 20 gennaio), con un passato importante in Serie A con le maglie di Brescia, Verona, Parma, Reggina e Sampdoria, ha impiegato poco tempo per calarsi nella parte, svolgendo subito il primo allenamento agli ordini di Venturato. Bonazzoli, con che spirito arriva al Cittadella? «Con la voglia di rappresentare un problema in più per il mister nelle scelte da fare, ma soprattutto per mettere al servizio del gruppo la mia esperienza e il mio impegno. La concorrenza è tanta ma, sia che io giochi sia che resti in panchina, so di poter essere utile a questo gruppo, che vuole la promozione in Serie B». Lei abita a Padova, con sua moglie Giorgia e il piccolo Christian. Quanto ha contato la voglia di riavvicinarsi a casa in questo trasferimento? «A Siena sono arrivato con Atzori, su sua richiesta. Se fosse rimasto, sarei restato anch’io in Toscana, ma purtroppo un mese fa è stato esonerato, in modo abbastanza difficile da spiegare, e io non mi sono più sentito di andare avanti con la Robur, anche se la società mi aveva chiesto di rimanere. E a quel punto, sì, volevo avvicinarmi a casa e sono contentissimo di essere approdato qui». Conosce già qualcuno dei nuovi compagni? «Nei mesi trascorsi al Padova ho giocato assieme a Iori. Così come mi fa piacere ritrovare dopo molti anni Sgrigna, che era stato mio compagno in azzurro nelle Nazionali giovanili. Oltre a loro, tutte le persone con cui ho parlato hanno sempre elogiato l’ambiente e la società granata, che permettono di lavorare al meglio». Ha accennato al Padova: potrà già prepararsi al derby del 21 febbraio, da affrontare da ex… «Già. Vivrò un’emozione particolare tornando all’Euganeo da avversario. A Padova ho molti amici, ma sono un professionista e dò sempre tutto per la maglia che indosso, i sorrisi e gli abbracci per le persone che conosco li rimanderò a dopo la partita». La domanda che sorge spontanea, a questo punto, va tuttavia rivolta a Marchetti: l’arrivo di Bonazzoli comporterà la partenza di un suo collega di reparto? «No», precisa il d.g. «Il mio è stato un ragionamento prettamente tecnico: in rosa abbiamo Litteri, ma volevo un’altra punta “fisica”, forte di testa. In un certo senso ho cercato il pelo nell’uovo, pensando a quanto è lunga la stagione». E Coralli? «Coralli è giocatore d’area e di manovra, ma negli ultimi anni si è sempre espresso al meglio accanto ad una prima punta che potesse fare reparto, come Djuric, Stanco o Gerardi. L’arrivo di Bonazzoli non mette in discussione nessuno». Mercato finito, quindi? «Non si può dire cos’accadrà da qui alla chiusura del 1° febbraio, ma, per quanto mi riguarda, la rosa è a posto così e ci si può fermare. Avevamo 23 elementi, Bonazzoli è il 24º chiude il cerchio».
(Fonte: Mattino di Padova)