Padova, Peghin: “Cosa chiedo per il 2026? Di raggiungere gli obiettivi prefissati soffrendo un po’ di meno…”

«Per il Padova il 2025 è stato un anno magico a cui non si poteva chiedere di più. La promozione in B? È stato il coronamento di due anni e di una responsabilità che mi sono preso, una cosa veramente tosta, a maggior motivo da padovano: non avrei mai pensato a una festa così grande quando siamo tornati da Lumezzane. Sono assolutamente soddisfatto per quanto fatto dalla squadra in queste prime 18 giornate e non può che essere altrimenti visto che l’obiettivo è sempre stato quello di una salvezza tranquilla: avere cinque punti di vantaggio sui playout ci rende felici e ci fa trascorrere queste feste in serenità, ma poi inizia una battaglia che si dovrà giocare giornata per giornata perché questa è la serie B. Il mercato di gennaio? Vista la situazione di transizione legata al cambio societario ci siamo attivati perché non manchi niente al mercato, fermo restando che non c’è da rivoluzionare una squadra che sta girando bene. Il gruppo va, non serve chissà cosa, anche perché certi movimenti possono essere destabilizzanti e il rischio è quello di rompere il giocattolo per cui serve attenzione, ma le risorse per operare non mancheranno sicuramente. Il mercato estivo, al di la del budget che non può competere con quello di certe società, è stato un mix di elementi di prospettiva e altri di mestiere, e se all’inizio a trainare è stato il gruppo storico, da Pescara in poi, dopo le due sconfitte, si è vista una squadra riadattata e in cui sono stati protagonisti anche i nuovi. Cosa chiedo per il 2026? Di raggiungere gli obiettivi prefissati soffrendo un po’ di meno, visto quanto vissuto fino ad aprile: nelle ultime partite della scorsa stagione la tensione provata in panchina era qualcosa d’incredibile»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Gazzettino” da Francesco Peghin, presidente del Padova.