Cittadella-Brescia, l’analisi del “Mattino di Padova”

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Brusco risveglio. È destino che nessuno debba arrivare a infilare sei vittorie consecutive a inizio stagione. Ma le statistiche, si sa, contano sino a un certo punto. A far più male non è il primo stop in campionato del Cittadella, che prima o poi sarebbe arrivato, ma il modo in cui è sopraggiunto questo 0-3 interno. Ieri, al Tombolato, è stato il Brescia a comportarsi da Cittadella. Agonismo, intensità, velocità nei movimenti offensivi e, soprattutto, nelle verticalizzazioni: sono tutti ingredienti che abitualmente animano la truppa di Venturato e che ieri si sono visti in quella lombarda. Lento in fase d’impostazione (con Iori seguito a uomo dall’ottimo Morosini), travolto nella corsa dai ventenni di Brocchi, che ha lasciato a sorpresa Caracciolo in panca, svagato in alcune delle sue abituali colonne, il Citta riscopre il sapore amaro della sconfitta, e non accadeva in campionato dallo scorso 4 aprile, quando fu il Bassano a espugnare l’impianto di via Gabrielli. Sbornia da troppi festeggiamenti? Conoscendo questo gruppo viene da rispondere di no. Di certo, però, per una volta non è riuscita la partita che era stata preparata nei pochi giorni a disposizione al rientro da Avellino, avvenuto mercoledì sera, con la capolista che ora vede ridursi a 4 lunghezze il suo vantaggio sulle inseguitrici, in attesa del match di oggi fra Verona e Frosinone, che potrebbe farlo scendere a 2 in caso di affermazione scaligera. Alfonso non basta. Che tirasse una brutta aria si era capito già prima del gol, con Alfonso chiamato a superarsi tre volte, prima sul colpo di testa di Torregrossa, poi sulla conclusione da fuori area di Morosini e, infine, sul calcio di rigore, fischiato per lo sgambetto di Pelagatti a Torregrossa, sanzionato su segnalazione del guardalinee. L’estremo difensore granata si è confermato un vero specialista sulle conclusioni dagli 11 metri, volando all’angolino alla sua destra sul penalty battuto dallo stesso Torregrossa: è il terzo tiro dal dischetto fischiato in questa stagione contro il Citta, e il bilancio è di due parate e un pallone a lato. Nessuna reazione. A quel punto ci si poteva immaginare che le rondinelle accusassero il colpo. Niente di tutto questo, perché nella prima mezz’ora in campo c’è stato solo il Brescia. La svolta al 22′, quando Morosini ha illuminato il gioco inventando un filtrante per Bonazzoli, abile a infilarsi tra Salvi e Pelagatti e a trafiggere Alfonso. Il Citta può recriminare per un possibile rigore su Litteri, che ha accentuato sicuramente la caduta, ma dopo essere stato toccato, e per un palo colpito da Chiaretti con una botta dal limite, con Minelli pronto a deviare il pallone quel tanto che serviva. Di fatto, non si può dire però che il Brescia non meritasse il raddoppio che, in effetti, è arrivato: sul cross di Bisoli, Salvi non ha chiuso la diagonale e Scaglia non ha fatto in tempo ad arretrare e così Morosini, indisturbato, ha incornato lo 0-2. Doppio cambio. All’intervallo Venturato è corso ai ripari. dentro il talismano Bartolomei, sin qui sempre titolare, e Paolucci, fuori Schenetti, impalpabile, e Lora, generoso, ma non sempre efficace in copertura. Il Cittadella, se non altro, è parso avere un altro piglio, ma il Brescia ha potuto impostare la gara come voleva e sfruttare le ripartenze dei suoi uomini. E su un clamoroso errore in fase di controllo di Salvi, Morosini, sempre lui, si è involato verso Alfonso poco oltre la metà campo: il talentuoso trequartista lombardo ha dribblato il portiere e siglato la terza rete. A quel punto il Citta ci ha provato con orgoglio, andando al tiro con Paolucci (girata smanacciata in angolo), Iori, che ha mandato la sfera alta sul successivo corner, Bartolomei (diagonale respinto dalla difesa) e ancora con Paolucci. Invano.

(Fonte: Mattino di Padova)




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