Live 24! Padova, si ritorna a lavorare alla Guizza con tre punti in più

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Ore 22.40 – (Trentino) Luca Carboni cantava che “ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita”. E, aggiungiamo noi, anche per tenere i ritmi della serie D. Massimo Deimichei, per tutti “Macho”, è probabilmente l’attaccante più fisico della regione. Il suo allenatore Davide Zoller, ma è pensiero comune anche agli altri tecnici che ci hanno avuto a che fare, che Deimichei sia un vero e proprio “trattore” sulla corsia esterna. La serie D non è certamente l’Eccellenza e il bomber (15 reti lo scorso anno in campionato) di Ronchi di Ala qualche difficoltà in più rispetto al passato la sta incontrando. Certo è che nell’incredibile pareggio in rimonta di domenica contro il Giorgione c’è molto del suo: due reti, la prima e la terza della squadra moriana, e una continua “battaglia” sul fronte offensivo contro la retroguardia veneta. A lui piace molto di più partire dalla fascia, buttarsi negli spazi per far valere stazza e velocità, ma se Zoller chiede si sacrifica anche al centro dell’attacco e spalle alla porta. Deimichei, il Mori è quello “orribile” della prima mezz’ora o quello dell’ora successiva, durante la quale ha segnato tre reti e rischiato anche di vincere. «Di certo è stata una partita pazzesca, come se ne vedono poche. Il nostro approccio non è stato dei migliori: probabilmente siamo entrati in campo pensando che il Giorgione fosse avversario più morbido rispetto a Belluno, Arzignanochiampo e Biancoscudati Padova: siamo stati smentiti immediatamente. Poi abbiamo cambiato marcia, ci siamo prodotti in un assalto all’arma bianca e e siamo riusciti a raddrizzare il match».

Ore 22.30 – (Trentino) Diplomazia dopo la partita, ma è facile prevedere che questa sera i muri dello spogliatoio del Dro tremeranno. Qualcuno alzerà infatti la voce e non solamente il tecnico gialloverde Stefano Manfioletti, arrabbiato per la sconfitta patita domenica a Montebelluna. Probabile, anzi certo, l’intervento della società nella persona del presidente Loris Angeli. Il massimo dirigente droato, che dopo le dimissioni di Massimo Spagnolli ha assunto anche la carica di direttore sportivo, parlerà alla squadra. Il rendimento, sin qui, è stato al di sotto delle aspettative estive, ma alla base c’è soprattutto un problema di “nervi tesi”. Nelle prime cinque giornate di campionato il Dro ha infatti collezionato quattro espulsioni (Grossi contro l’Altovicentino, Serrano e Cicuttini nove giorni fa contro l’Union Pro e Donati a Montebelluna) e ben sedici ammonizioni. Tante, troppe per una squadra che non può permettersi di “regalare” giocatori agli avversari. Urge un confronto ma, soprattutto, un rientro in carreggiata dal punto di vista comportamentale. Se le espulsioni di Serrano e Cicuttini nella sfida contro l’Union Pro sono state quantomeno discutibili (ma, come ha sottolineato domenica Manfioletti, «noi dobbiamo essere molto bravi a non metterci nemmeno nella condizione di poter essere espulsi per situazioni di gioco: non possiamo permettercelo»), non vi è nulla da eccepire riguardo ai cartellini rossi sventolati sotto il naso al giovane Grossi e a Donati. Se l’espulsione del 17enne di scuola Hellas Verona contro l’Altovicentino a partita pressoché conclusa ha prodotto “solamente” due turni di squalifica (che diventeranno tre: la società ha infatti “aumentato” la sanzione nei confronti del giocatore), ben più grave è quanto accaduto domenica e che ha visto protagonista Donati. L’espulsione dell’attaccante di Vigo Lomaso (per fallo di reazione ai danni del portiere veneto Rigo) non porterà solamente ad una pesante squalifica (due o tre turni), ma ha condizionato anche la prova dei gialloverdi in terra trevigiana. E il Dro non può permettersi simili passaggi a vuoto.

Ore 22.20 – (Trentino) Va bene la politica dei piccoli passi, ma il “Mezzo” non può attendere troppo. E non si dica che il calendario non è stato troppo benevolo con i gialloverdi che hanno sì affrontato due squadre che hanno tutte le carte in regola per lottare per un posto nei playoff (Belluno e Arzignanochiampo), ma anche due dirette rivali nella corsa verso la salvezza, ovvero Fontanafredda e Union Triestina che, a dispetto del nome, ha più di un problema tecnico. La rosa rotaliana è giovanissima (al pari di quelle di Montebelluna e Giorgione, che qualcosa di meglio hanno saputo fare), ma questa non può essere una scusante, visto che in Piana Rotaliana hanno sempre saputo che la situazione economica della società non avrebbe permesso alcun investimento “di categoria”. Il problema del Mezzocorona è indiscutibilmente lì davanti: in quattro partite di campionato i gialloverdi hanno segnato appena una rete (a Fontanafredda con Caridi), senza tenere conto delle due sfide di Coppa Italia (contro Villafranca Veronese e Dro), chiuse entrambe a reti “bianche” dalla truppa di Luca Lomi (nella foto). Il tecnico rotaliano non fa drammi, ma è fuori da ogni dubbio che l’attacco gialloverde abbia bisogno di un “puntero” all’altezza della situazione: la dirigenza gialloverde sta sondando il mercato da ormai un mese e mezzo.

Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) BLACKOUT – Si è fermata alla quarta giornata la striscia del Fontanafredda. «Ko immeritato – sostiene Maurizio De Pieri -. Abbiamo dominato la prima frazione. Poi il Belluno ha approfittato di un nostro blackout per ribaltare la situazione». LEGGE DEGLI EX – Che festa per Marco Beccaro (gol e assist per il compagno) e Dario Sottovia (primo centro), a segno in casa della loro ex società. Per il Marano, ora Altovicentino, non è mai facile contro la Sacilese. A rete per i veneti Kabine, grande ex biancorosso.

Ore 21.50 – (Messaggero Veneto) Che duro l’impatto con la vetta. Un solo punto su 9 disponibili per le provinciali di serie D, che erano chiamate a confrontarsi con le dominatrici del girone: Padova, Belluno e Altovicentino. L’unico sorriso è arrivato da Valdagno, dove la Sacilese è stata capace di rintuzzare per due volte gli allunghi di Kabine (primo gol da ex) e compagni, grazie alle reti di Beccaro e Sottovia (primo gol in biancorosso). Troppo forti, invece, pur con alcuni distinguo, biancoscudati e bellunesi per Tamai e Fontanafredda, entrambe sconfitte sul proprio terreno. Carattere biancorosso. «Siamo stati bravi a trovare sempre la forza di reagire». Mauro Zironelli si gode il punto con l’Altovicentino, perché ottenuto al cospetto di una squadra che ha tutto per primeggiare: basti pensare che dalla panchina sono entrati l’ex Perugia, Toledo, l’ex Spal, Falomi, e l’ex Bologna, Cortesi. «Noi non abbiamo tutte queste alternative – continua Zironelli – ma possiamo contare su un gruppo giovane che venderà cara la pelle a tutti». […] Il Fontanafredda perde l’imbattibilità e Tonizzo (espulso, salterà la difficile trasferta di Chioggia), ma può consolarsi per aver giocato quantomeno alla pari per oltre un’ora con una squadra di vertice come il Belluno (in gol tutti gli ex sacilesi: Corbanese, Bertagno e Sadio). L’undici di Vecchiato ora anticiperà a sabato il match interno con la Triestina, così come il Tamai la trasferta di Legnago (inizio alle 15). Nel caso dei mobilieri, scelta dovuta alla ridda di impegni (6 gare tra campionato e Coppa) del mese di ottobre.

Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il tecnico della Clodiense Andrea Pagan si è risvegliato lunedì mattina con tanta amarezza in bocca. Perdere una partita con un gol a cinque minuti dal fischio finale, dopo aver giocato ad armi pari con i padroni di casa dell’Union Pro, è indubbiamente dura da accettare. «Ma il calcio è anche questo, vive di episodi – ammette con una certa rassegnazione il tecnico lagunare – E proprio da queste sconfitte si devono trovare utili insegnamenti. Bisogna sempre giocare con la massima intensità, quell’intensità che ci aveva contraddistinto nelle precedenti gare ma che domenica a Mogliano non ho visto». Una panoramica sulla gara permette di dire a Pagan queste parole. «Avevamo anche iniziato bene ma dopo l’espulsione di Piaggio siamo mancati in lucidità e geometrie lasciandoci schiacciare troppo indietro. Prima di prendere il gol su punizione eravamo riusciti a colpire la traversa con Santi ma credo che il pari sarebbe stato il risultato più giusto anche perché le forze ad entrambe le squadre avevano accusato la stanchezza dopo essere rimasti in dieci entrambe. Il pari avrebbe accontentato tutti. Però devo ammettere che tutta la mia squadra domenica ha giocato sottotono». Domenica arriverà a Chioggia la neo promossa Fontanafredda. «Per quella partita potremo riavere Casagrande e Tiozzo che hanno scontato la squalifica ma perderemo Piaggio. Inizia per noi un mese di ottobre molto impegnativo perché ci vedrà in campo, oltre le domeniche, anche due mercoledì per il recupero con il Tamai e la gara di Coppa con l’Arzignanio Chiampo. Dobbiamo ripartire con grande determinazione».

Ore 21.10 – (Tribuna di Treviso) Paghi tre prendi uno. Al Giorgione non è bastata la tripletta di Antonio Baggio per conquistare l’intera posta in Trentino: sul 3-0 dopo mezz’ora, i rossostellati si sono fatti rimontare dal Mori S. Stefano, tornando a casa con un solo punto e rimanendo a secco di vittorie. È più grande la gioia per i tre gol, o l’amarezza per la dinamica del pareggio? Per Baggio, attaccante classe 1993, di Ramon, prevale la seconda. «C’è delusione per come è maturato il 3-3, era importante vincere: non è un punto guadagnato, bensì due punti persi. Nello spogliatoio non c’era lo spirito di quando porti a casa un buon pareggio perché si poteva fare meglio». Il gol più bello? «Direi il secondo: è stata una giocata personale in cui, con un po’ di bravura e fortuna, sono passato in mezzo a 3-4 avversari. Il primo è nato da una bella azione corale, mentre l’ultimo è stata una ribattuta su contropiede». Triplette in carriera? «In prima squadra questa è la prima, ma due anni fa ne avevo realizzata una a Bergamo contro l’Atalanta, quando giocavo nella Primavera del Cittadella: abbiamo vinto 4-2 e mi sono portato a casa il pallone. Domenica invece, complice la delusione, non ci ho nemmeno pensato». A chi dedichi l’hat-trick con il Mori? «Agli ultras del Giorgione che sono saliti in Trentino, alla famiglia, alla fidanzata Nicole e al mio procuratore Andrea Zamprogno, che mi ha sempre seguito». Dopo 8 anni nel vivaio del Treviso e il periodo al Cittadella, dal dicembre 2013 sei a Castelfranco: cos’è cambiato? «Il gruppo è più giovane. La scorsa stagione c’erano più giocatori esperti su cui ci si poteva appoggiare, adesso invece siamo noi che dobbiamo dare l’esempio. Pur essendo del ‘93, sono tra i più “vecchi” insieme a Donè, Episcopo e capitan Gazzola, giusto per citare i pochi rimasti. L’essere tutti giovani è la nostra forza perché significa che siamo sulla stessa barca: non ci sono individualismi, si rema dalla stessa parte. Gazzola non è una figura che si impone sugli altri, anzi, cerca di aiutarci con la sua esperienza». Dove può arrivare il Giorgione? «Possiamo fare bene, ma bisogna imparare a gestire il risultato a seconda della partita, cosa che non è accaduta con il Mori. Come qualità ci siamo, nessun avversario ci ha messo sotto: finora abbiamo raccolto meno di quanto seminato».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro, dopo il successo contro la Clodiense – seconda vittoria consecutiva – fa un bel salto in classifica salendo in zona playoff. Dopo quattro giornate è presto per sognare ma la squadra di Feltrin sembra avere tutte le carte in regola per puntare quantomeno ad una salvezza tranquilla. Il presidente Marco Gaiba sa quanto siano preziosi i tre punti raccolti domenica: «La partita non è stata entusiasmante, forse era più giusto un pareggio ma alla fine ci abbiamo creduto un pò più noi e abbiamo vinto grazie alla prodezza di Furlan. Dopo il ko di Padova all’esordio ci siamo ripresi bene e siamo convinti di poter fare un buon campionato puntando alla salvezza». Dal punto di vista economico c’è tanta differenza rispetto all’Eccellenza? «In Serie D ci sono ovviamente più spese, cerchiamo chi ci dia una mano sia come sponsor sia come eventuali soci. io e Maurizio (Michielan n.d.r.) siamo soci al 50 per cento ma siamo aperti a trovare contributi di altri soci che condividano il nostro progetto, in tre si potrebbero fare le cose ancora meglio». Il copresidente Maurizio Michielan sottolinea la forza del vivaio: «Abbiamo un bel settore giovanile che ci sta dando bellissime soddisfazioni con 400 ragazzi. Ci teniamo a consolidarci nella nuova categoria nei prossimi anni per poi lanciare i nostri giovani. Feltrin fa da anche da supervisore al settore giovanile facendo allenare qualche giovane in prima squadra. Dobbiamo ancora maturare e capire bene la categoria ma è chiaro che avendo già 7 punti possiamo affrontare le prossime partite con più serenità». Oltre al gemellaggio con il Mogliano Rugby adesso avete organizzato un pullman per le trasferte dei vostri tifosi, una bella iniziativa. «Stiamo mettendo a disposizione tutto quello che possiamo fare per i nostri tifosi che devono essere il nostro dodicesimo uomo, li aspettiamo a braccia aperte sia in casa che in trasferta».

Ore 20.50 – (Tribuna di Treviso) Primo, storico successo casalingo per la matricola Union Pro, il secondo di fila in serie D, e il club del Terraglio piomba a sorpresa in zona playoff. L’1-0 in extremis sulla Clodiense porta la firma del difensore Igor Furlan, 29 anni di Quarto d’Altino. Un gol pesantissimo per l’ex terzino sinistro di Opitergina, LiaPiave e Conegliano. «In carriera ne ho segnati una decina, penso che questo sia il più bello e il più importante: ci ha regalato una vittoria meritata. È il mio primo gol da inizio campionato, ma ne avevo realizzati tre nelle amichevoli, di cui due su punizione contro la Mestrina». Ci ricordi la dinamica del gol? Da un’azione di Andrea Nobile è nato un calcio di punizione: ho preso la palla e l’ho battuta di prima, ha colpito la traversa inferiore ed è entrata in porta. La dedica va a mia moglie Annalisa e ai nostri figli David e Matteo». Sei una new-entry in casa Union Pro, il tuo ruolo ideale? «Sono sempre stato un terzino di spinta, quindi sono spesso in movimento andando su e giù per il campo. A Mogliano il gruppo è fantastico, mi sono integrato benissimo. Conoscevo già il capitano Lorenzatti per averci giocato insieme nella Uefa Regions’ Cup l’anno scorso, quando in finale abbiamo sconfitto la Spagna ai rigori». Altre esperienze in serie D? «Questa è la terza dopo Conegliano e S. Polo. Rispetto a quegl’anni, mi sembra che il livello dell’attuale campionato sia rimasto lo stesso. Forse all’epoca era più equilibrato, ultimamente invece ci sono le 2-3 corazzate di turno che vanno per conto proprio». Siete in zona playoff grazie a due successi di fila. «Stiamo crescendo perché abbiamo cominciato a giocare come vuole mister Feltrin, quindi palla a terra e scambi. Al debutto con i Biancoscudati era difficile riuscirci, vista l’atmosfera dell’Euganeo, mentre con il Giorgione siamo stati sfortunati nell’episodio del rigore. Penso che l’Union Pro abbia un ottimo organico, la squadra c’è, ma il primo obiettivo deve essere la salvezza: prima arriviamo ai 40 punti, poi si vedrà». Archiviato il successo sulla Clodiense, domenica l’undici del Terraglio sfiderà in trasferta la quotata Sacilese. Al centro della difesa mancherà Zanette per squalifica, probabile l’inserimento di Trevisiol al fianco di Niero, con Saitta e “bomber” Furlan esterni.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Prosegue il momento d’oro del Montebelluna, che piega il Dro grazie alle reti nella ripresa di Giglio e Gerini. Dopo la vittoria a Legnago, i biancocelesti si sono ripetuti ottenendo i primi tre punti davanti ai propri tifosi al termine di una prestazione non scintillante, ma sufficiente comunque per avere ragione dei trentini. Sistemata la difesa, non a caso imbattuta negli ultimi 180 minuti nonostante le molte assenze, adesso anche la situazione di classifica inizia a farsi più tranquilla per la squadra di Daniele Pasa. Contro il Dro uno dei protagonisti è stato l’ariete ex Venezia Luca Gerini che, entrato a poco più di dieci minuti dalla fine, ha chiuso il sipario realizzando il gol della sicurezza. Una rete importante per lui, visto che si è trattato della sua prima marcatura in assoluto in serie D. «Sono molto contento, in questi giorni avevo lavorato tantissimo per farmi trovare pronto e sono davvero felice di essermi sbloccato, ripagando inoltre la fiducia dell’allenatore – dice l’attaccante classe 1996 – questo campionato è difficile ed era importante che la squadra conquistasse altri tre punti». Qual è il tuo giudizio sulla partita? «Non era facile, però abbiamo rischiato davvero poco. Il Dro si chiudeva bene, poi l’espulsione del loro attaccante ci ha sicuramente dato una mano. Nel primo tempo abbiamo sbagliato qualcosa di troppo, meglio invece nella ripresa, quando in effetti sono arrivati i gol». C’è una dedica particolare per questa tua prima rete? «Sicuramente penso ai miei genitori, che mi seguono sempre dappertutto. Poi qui a Montebelluna ho trovato pure la fidanzata, quindi una dedica va anche a lei». Come sono questi primi mesi in biancoceleste? «Qui mi trovo molto bene, tutti i compagni mi stanno aiutando ad inserirmi. Io spero di ripagarli con i gol, il mio obiettivo è quello di arrivare in doppia cifra. Non sarà facile ma ci proverò». Domenica prossima sarete in trasferta contro il Kras Repen. «La squadra non la conosco, però credo che tutte le avversarie di questo campionato si sappiano difendere bene. Penso che dovremo affrontarla con il massimo rispetto».

Ore 20.30 – (Tribuna di Treviso) Non ci ha pensato un istante. Realizzato il gol, primo della carriera in serie D e con la maglia della Montebelluna, si è precipitato sotto la tribuna, dedicandolo a papà Andrea e mamma Bertilla. Quasi come il romanista Florenzi. Anche se la nonna non c’era e l’attaccante biancoceleste non ha ritenuto di dover scavalcare la recinzione. Ma la manifestazione d’affetto è stata evidente. Forse l’immagine più bella della vittoria del Monte sul Dro. Luca Gerini, classe ’96, veneziano di Gambarare, piccola frazione di Mira, non sta nella pelle. Abituato a bucare le reti nelle categorie giovanili, non vedeva l’ora di sbloccarsi. Relegato in panchina e gettato nella mischia nell’ultimo quarto d’ora, ha ripagato subito la fiducia di Pasa. Un sigillo che ha messo in ghiaccio i tre punti. E che meritava un’esultanza speciale. «Ci tenevo», esordisce, «Perché lo dovevo al mister, perché in questa categoria non ci ero ancora riuscito, perché per un attaccante segnare è fondamentale. E il gol mi mancava da troppo tempo». E così, ha deciso che il primo pensiero doveva essere per i genitori. Il padre, ex campione veneto di motocross e gestore di un team di moto velocità, si è ormai rassegnato alla scelta del figlio, di cui è diventato primo tifoso. «Mi seguono ovunque, sugli spalti ci sono sempre», spiega, «Mi è sembrato giusto dedicare a loro un gol così importante nella mia carriera. Non ho pensato al precedente di Florenzi, ma il suo gesto è stato grandioso». Gerini, che è cresciuto nel Venezia e lo scorso torneo ha militato nella Berretti, ha avvertito lo scotto del passaggio da un torneo giovanile a un campionato in cui si lotta per non retrocedere. «Mi sono dovuto adattare alla squadra, all’ambiente e ai metodi di allenamento», ragiona, «Con il Venezia ero stato al massimo aggregato, venendo convocato per una partita di Coppa Italia. Quando i tre punti possono decidere un campionato, invece cambia tutto. Cambia soprattutto l’atteggiamento negli allenamenti settimanali. Nel settore giovanile, pensi più a te stesso, a migliorarti. Qui devi ragionare nell’ottica del gruppo. Non bastano passione e lavoro, serve professionalità». E con due vittorie di fila, il Monte può tirare il fiato: «Possiamo affrontare la settimana più sereni. E io proverò a regalare presto altri gol».

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Vincere fa bene all’Union Ripa La Fenadora. Il successo per 2-1 sul Legnago (1 punto nelle prime 4 giornate) regala ai neroverdi (5) una settimana di lavoro tranquillo e intenso in vista della sfida di domenica sul campo dell’Altovicentino (10), una delle favorite alla promozione con Padova e Sacilese. Una sfida che l’Union affronterà «come tutte le altre», sottolinea il vice allenatore Mauro Fin, ma sicuramente con un po’ di più di serenità in virtù dei 3 punti conquistati contro i veronesi. Sul sintetico del Boscherai si è vista una formazione differente rispetto alla sconfitta con la Clodiense: «Stiamo senza dubbio crescendo – commenta il capitano e portiere Paolo De Carli – sul livello fisico, di gioco e di ritmo, di domenica in domenica. Probabilmente ci mancava una vittoria per prendere fiducia nei nostri mezzi, perché nelle prime gare ci siamo un po’ smarriti». Il ritorno al calcio giocato dopo la parte di preparazione potrebbe esser stato affrontato dei neroverdi con maggior difficoltà rispetto ad altre formazioni. L’avvio zoppicante non preclude certo la buona riuscita stagionale. «Si sono visti un bel gioco – continua il portiere – e un ritmo intenso per tutti i 90 minuti. Sapevamo che davanti il Legnago era una squadra molto temibile e lo ha dimostrato creando parecchie occasioni. Nella ripresa siamo stati più bravi noi a contenere il loro gioco rimanendo compatti in difesa, qualcosa dovevamo comunque concedere». Neroverdi soddisfatti del risultato anche se, come la storia della società insegna, bisogna tenere i piedi per terra e continuare a lavorare. Con il Legnago arriva anche il primo gol di Alberto Tibolla, segnale importante da un giocatore che ha le potenzialità per fare la differenza.

Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) L’Union è tornata, ma forse non era mai andata via. Tre punti importanti quelli conquistati domenica al Boscherai col Legnago, che fanno classifica e morale, in attesa della sfida di Valdagno di domenica contro il quotato Altovicentino. «A volte vinci delle partite non esprimendoti al massimo, ma soffrendo e correndo tutti assieme». Questo il concetto espresso da Sandro Andreolla. «Teniamoci stretti i tre punti contro un ottimo Legnago e guardiamo con fiducia al futuro. Il meglio deve ancora venire». Legnago ko e primi tre punti. «Abbiamo passato un periodo un po’ di difficoltà, però sappiamo quali sono i nostri valori, era solo una quesitone di tempo. Non abbiamo giocato benissimo con il Legnago, ma era fondamentale vincere». Tolto un peso. La prima vittoria può essere quella che sblocca la squadra. Rotto il ghiaccio con i primi tre punti, si alleggeriscono le pressioni e i neroverdi adesso possono giocare con maggiore tranquillità: «Questi tre punti ci permettono di andare a Valdagno a giocarcela tranquillamente e dopo quella partita – in cui l’Altovincentino ha valori molto superiori ma non si sa mai – inizia il nostro campionato», dice Andreolla. «Avremo un calendario alla portata e sono convinto che scaleremo la classifica».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’entusiasmo e la ragione. Difficile talvolta farli andare d’accordo. Soprattutto quando sei a Fontanafredda e stai brindando a una domenica eccezionale, in cui la tua squadra ha appena rifilato un poker ai padroni di casa centrando il quarto successo consecutivo. Ci riferiamo ovviamente al Belluno entusiasmante di questo inizio stagione, che rimane saldamente in vetta alla classifica confermandosi una delle formazioni più in forma della serie D. Ma torniamo a quel momento, quando Sergio Carbonari, vice del presidente Livio Gallio, insieme a Gianpiero Perissinotto, ammette un pizzico di gelosia: «In una giornata così sarebbe piaciuto anche a me essere il presidente del Belluno». Lui invece il presidente del Belluno lo è stato due anni fa. E il prossimo? «È il turno di Perissinotto», assicurano all’unanimità Carbonari e Gallio. «Questa vittoria – continua il numero due di piazzale della Resistenza – è stata un’enorme soddisfazione, siamo felici e ringraziamo la squadra, il mister, il ds e in piccola parte anche noi stessi. Ho visto davvero una grande squadra». Grande però continua a non fare rima con Lega Pro? «Proprio no, siamo seri. Seri e onesti. Non abbiamo struttura, economia e competenze per affrontare il professionismo. Per quanto mi riguarda potrebbe solo farci del male. Io la penso così: oggi il Belluno è gestito da un gruppo di amici, non un gruppo di ricchi. Il professionismo invece vuole i ricchi e le amicizie, spesso, tende a rovinarle. Per noi il Belluno è un piacere, una passione, un pizzico di goliardia e finalmente anche una bella soddisfazione. E non dimentichiamo che Belluno è fuori dai grandi centri. Chi verrebbe a giocare qui? Chi ci manderebbe i giovani a crescere?». Continuiamo allora a essere seri e onesti: nemmeno di salvezza si può parlare. «Noi vogliamo che la parola salvezza non rientri nella storia di questa stagione. E direi che effettivamente questa squadra, per come è stata costruita, non può annoverare la parola salvezza nel suo vocabolario. Invece può annoverare “bellunesità”. Quante altre volte nella storia recente si sono visti in campo 8 o 9 undicesimi bellunesi?».

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Primo. Perché è vero che in testa al girone C c’è anche il Padova, ma il Belluno ha una migliore differenza reti: 12 fatte e tre prese. I biancoscudati ne hanno imbarcato una in più e, a Tamai, non si sono per niente divertiti. Il bello è anche che la squadra di Roberto Vecchiato sta giocando senza due titolari fissi, come Stefano Mosca e Andrea Radrezza e il nuovo acquisto Julian Pruenster. Oggi riprende ad allenarsi l’agordino Mosca, che si era fatto male alla prima giornata, contro il Mori Santo Stefano: «Sono pronto a riprendere. Era importante ricominciare a lavorare con i compagni il più velocemente possibile: a Fontanafredda, ero a disposizione, tanto è vero che sono andato in panchina e adesso non vorrei perdermi l’anticipo di sabato contro la Triestina. Devo dire che i miei compagni non hanno sentito la mia mancanza e presto tornerà anche Radrezza, uno che meriterebbe una categoria superiore». Scopri l’intruso. Prima di Fontanafredda, i gialloblù condividevano il primato anche con l’Altovicentino, che si è fatto fermare sul pareggio interno dalla Sacilese, quando ormai pensava di avercela fatta. Il tecnico bellunese Roberto Vecchiato è felice, ma realista: «Forse siamo degli intrusi, ma ci piace molto recitare questo ruolo. Siamo partiti come meglio non potevamo e contiamo di rimanere lassù il più a lungo possibile. Sto già pensando all’anticipo di sabato contro la Triestina, anche perché la maglia alabardata l’ho indossata e questo per me sarà un incontro particolare. I giuliani non stanno facendo granché bene, ma naturalmente non mi fido di loro. Sarebbe bello giocare con tanta gente al Polisportivo: immagino che da Trieste arriveranno parecchi tifosi». Occhio a Bez. Sono parecchi i bellunesi o gli ex gialloblù, che sono passati o sono ancora a Trieste. Attualmente il più conosciuto è l’attaccante Ivo Bez, che ha firmato quest’estate, dopo le esperienze a Montebelluna, Trento e, nel Lazio, Fidene e Fondi. L’attaccante di Igne andrà controllato con molta attenzione: avrà stimoli fin sopra i capelli e proverà in tutte le maniera a far gol. Il viaggio a Padova. I tifosi più caldi stanno già organizzando l’Euganeo di domenica 19 ottobre: la partenza è prevista per le 10.30 dallo stadio e il pranzo è al sacco offerto dai tifosi. Il prezzo è di 10 euro più il biglietto della partita. La prenotazione implica il pagamento dei 10 euro della corriera. Per info e prenotazioni chiamare al numero 348 0306897 (dopo le 18) o il 340 7324605.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) L’Altovicentino ha perso la testa. Alla corazzata costruita dal presidente Rino Dalle Rive il pareggio interno con la Sacilese è costato il vertice della classifica, ora appannaggio di Belluno e Padova, le uniche due formazioni ancora a punteggio pieno. La squadra non gira secondo le aspettative. E il primo a rimarcarlo è proprio il presidente. Meno arrabbiato rispetto all’eliminazione dalla Coppa Italia (che poteva essere un’ottima valvola di sfogo per dare minutaggio ai tanti, forse troppi, potenziali titolari, ndr) ma ugualmente critico. «Dobbiamo giocare – ha dichiarato Dalle Rive – con maggior convinzione. Abbiamo potenzialità enormi ma non le sfruttiamo. Alterniamo sprazzi di buon gioco a pericolose pause: non è certo l’atteggiamento giusto per una squadra che vuole vincere il campionato. In difesa non siamo tranquilli, in attacco non concretizziamo come dovremmo. Avevamo la partita in pugno e ce la siamo fatta sfuggire». Mentre la difesa continua a rimanere com’è, lo scorso fine settimana è arrivato un ulteriore rinforzo per l’attacco, Nicola Falomi, 29 anni, una carriera sempre tra i semiprofessionisti. Dalle Rive sollecita Toledo («non basta fare il compitino, da lui pretendo ben di più») ma punta il dito anche sui cambi tardivi: «un giocatore ha bisogno almeno di mezzora in campo, spiccioli di gara raramente servono a qualcosa».

Ore 18.50 – (Il Piccolo) Innanzitutto, un plauso alle due tifoserie. Tutto è rimasto nell’ambito della civiltà, cori compresi. E questa è la cosa più importante, visto che c’era qualcuno che per la sfida Triestina-Kras aveva qualche timore. Del resto i presidenti delle due società lo avevano detto e ripetuto in settimana: volevano che la sfida fosse soprattutto una festa di sport. E il pubblico ha risposto in modo più che buono, considerati i tempi. Non solo sul piano del comportamento, ma anche sotto il profilo numerico. Alla fine infatti sono stati poco più di 3mila i presenti allo stadio (1.138 gli abbonamenti e oltre 1.800 i biglietti venduti). Il panorama dello stadio Rocco offriva dunque un buon colpo d’occhio, anche se ben lontano dai derby con il San Luigi (quel giorno furono addirittura 4mila i presenti) e anche da quelli con l’Ufm. La curva Furlan comunque è compatta e numerosa, a colpire invece è il settore ospiti, decisamente vuoto rispetto a quelle che erano state le previsioni: circa 150 gli spettatori nella curva Trevisan. Ma l’inghippo è presto scoperto: in realtà in tribuna sono numerosi i tifosi della squadra di Monrupino e lo si vede al pareggio firmato da Capalbo. Insomma, superbolgia no, ma clima bello elettrico, sì. Qualche fischio quando lo speaker recita la formazione avversaria, ma gli insulti restano lontani, nessun coro di scherno, solo le battute di qualche singolo che si perdono subito nel nulla. E i fuochi d’artificio che esplodono inattesi all’entrata in campo delle squadre, sono la cosa più scoppiettante prima che inizi la sfida sul campo. «A Trieste solo l’Unione», tuona la curva Furlan. Sventolano bandiere italiane, che però sono molto più numerose e più grandi in tribuna, dove è posizionata la Vecchia Guardia ’76. Nella ripresa si canta anche l’inno italiano, forse in risposta a una bandiera slovena, ma in realtà gli animi sono più bollenti in campo (si accendono anche un paio di discussioni piuttosto maschie) che sugli spalti. Sì, perché in effetti la cosa migliore di tutta la serata è che in pratica si sentono quasi solamente cori pro, nessuno contro. Decisamente la cosa più bella della notte del Rocco.

Ore 18.40 – (Il Piccolo) «Ci siamo fatti gol da soli, come contro l’Altovicentino, però almeno questa volta ne abbiamo preso soltanto uno». Predrag Arcaba, tecnico del Kras Repen, ci scherza quasi sopra, però quel gol preso a freddo ha condizionato l’incontro. «Sì, ma io guarderei più la reazione dei ragazzi. Sono stati bravi a non abbattersi e a trovare il pareggio: complessivamente direi che è stata una partita nella quale il pari ci sta tutto», spiega Arcaba. In campo si sono visti per la prima volta quest’anno Grujic e Slavec, autori entrambi di una buona prestazione. «Sicuramente hanno contribuito, ma questa è la mia fortuna, quella di avere una rosa ampia con giocatori bravi e caparbi a giostrarsi in più ruoli», puntualizza il tecnico di Fiume. Sulla Triestina l’allenatore biancorosso ha le idee chiare: «Secondo me verranno fuori alla distanza. Con tutti i problemi che hanno avuto sono stati bravi. E comunque ci tengo a dire che con uno stadio così e con un pubblico così la Triestina merita almeno la serie B». Più scuro in volto invece è il presidente del Kras Repen, Goran Kocman: «Forse abbiamo patito l’emozione dello stadio Rocco, di sicuro non abbiamo giocato al massimo delle nostre potenzialità. Non sono molto soddisfatto della prestazione dei miei». Il perché è motivato anche dal modo di giocare: «Troppi lanci lunghi, e poi di nuovo siamo partiti con l’handicap di un gol dopo pochi minuti dall’inizio della partita: peccato perché senza quella rete forse avremmo assistito ad un’altra partita», aggiunge Kocman. Per quanto riguarda lo spettacolo visto sugli spalti invece il presidente dei biancorossi non può che spendere belle parole: «Direi che c’è stato un bel tifo da entrambe le parti. Una bella cornice di pubblico».

Ore 18.30 – (Il Piccolo) Anche il presidente Marco Pontrelli ha visto una Triestina in grande crescita, ma innanzitutto sottolinea la cornice di pubblico: «È stata una bellissima festa, come avevo preventivato. E di questo sono molto contento. Però sono dispiaciuto per il risultato, perché meritavamo la vittoria. Come avevo anticipato, la squadra è cresciuta parecchio. So per certo la squadra che ho costruito e conosco il suo valore. E più passerà il tempo e più crescerà. La squadra è abbastanza compatta, l’handicap maggiore è che abbiamo sottovalutato la categoria, forse la nostra gioca troppo al calcio: paradossalmente è più da C che da D. Ma abbiamo anche grande tecnica e individualità. E i ragazzi devono ancora crescere: ad esempio mio figlio è partito bene ma non ha ancora gamba per i 90 minuti, aveva dato tutto nel primo tempo. E nonostante il valore dell’avversaria molto organizzata, mi pare che abbiamo giocato sicuramente meglio noi e meritavamo i tre punti».

Ore 18.20 – (Il Piccolo) È stato un derby corretto che però non ha scaldato i cuori. Due gol un po’ casuali e quasi nessuna altra palla nello specchio della porta. Pari equo con la Triestina leggermente più meritevole per il finale. La timidezza del Kras non ha enfatizzato il ritardo di allestimento degli alabardati. Per entrambe c’è ancora tanta strada da fare. […] Condizione fisica migliore, nuovi innesti e amalgama che cresce. Sono vari i fattori che secondo Stefano Lotti hanno permesso alla Triestina di fare un deciso passo avanti rispetto alle ultime prestazioni: «In effetti la condizione fisica è cresciuta – afferma il tecnico alabardato – e ci ha aiutato a fare una prestazione migliore. Poi anche la conoscenza reciproca aumenta di giorno in giorno, e abbiamo lavorato sulla tattica. Insomma ci stiamo amalgamando e i risultati si vedono. Giorgino ha dato tranquillità in mezzo al campo, ha portato grande esperienza. Infatti la squadra non si è mai allungata ma è rimasta sempre corta. Inoltre stiamo recuperando anche altri ragazzi».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il man of the match è stato Riccardo Meneghel, presente idealmente dall’inizio alla fine della sfida fra Tamai e Biancoscudati Padova. Da quando Giuseppe Bergamin ed Elia Verardo sono entrati insieme prima della gara, vestendo le t-shirt con l’effige della giovane furia morta in un incidente stradale, per depositare al centro del campo un pallone di fiori, a quando hanno fatto il loro ingresso le squadre vestite con la stessa maglietta, dall’esultanza dei rossi in occasione dei gol sotto la gigantografia di Mene (nel primo) e davanti ai genitori (nel secondo), al coro verso i mille padovani che a fine match li esortavano «non mollate mai». CON ONORE – Poi si può parlare delle sconfitte con onore dello stesso Tamai (2-3) con il Padova e del Fontanafredda (2-4) con il Belluno. E ancora del presigioso pari (2-2) conquistato dalla Sacilese a Valdagno con l’Altovicentino. Un solo punto hanno incassato le provinciali nella domenica delle sfide alle tre regine. I film delle gare però raccontano delle nostre che hanno lottato alla pari. ORGOGLIO ROSSO – Fantastica l’accoglienza del Tamai all’invasione del popolo biancoscudato. La perfetta organizzazione è stata sottolineata da dirigenza, tecnici e capitifosi veneti. È rimasto l’amaro in bocca per la sconfitta, facilitata, secondo De Agostini, dalla mancata concessione di un rigore e dalla mancata espulsione di “Rulo” Ferretti. «Abbiamo comunque onorato Riccardo – dice il tecnico, più sereno il giorno dopo -, la sua famiglia e lo sport. Per i risultati arriveranno giorni migliori. Questo – sottolinea De Agostini – è un gruppo fantastico e sono orgoglioso di esserne l’allenatore».

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Difficile sentire De Agostini lamentarsi dell’arbitraggio. Ma alcune decisioni della signora Pirriatore l’hanno davvero scontentato: «L’espulsione di Ferretti (reo, da ammonito, di un evidente fallo di mano) – spiega il tecnico del Tamai, allontanato nel finale per proteste – poteva darci qualche chance in più nel forcing finale, in particolare sui calci da fermo. Inoltre, se c’era il rigore (fallito da Cunico) per loro, a maggior ragione ce n’era uno per noi e poteva valere il 3-3. Il Padova è una grande squadra. Ma sono orgoglioso perché abbiamo reso loro il compito difficile. Forse, con un arbitraggio diverso, sarebbe stato ancora più duro».

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) Emozioni che difficilmente si cancelleranno dalla memoria di chi domenica era allo stadio di Tamai. Il ricordo di Riccardo Meneghel, il difensore tragicamente scomparso dieci giorni fa, ha caratterizzato la partita col Padova, suscitando momenti di autentica commozione. I giocatori del Tamai hanno festeggiato i due gol vicino alla foto di Riccardo e nella zona in cui si trovavano i suoi familiari. Quindi il batticuore finale con gli oltre 800 tifosi del Padova a cantare «Riccardo, uno di noi», mentre il Tamai e i genitori del ragazzo stazionavano a metà campo. Una partecipazione totale, senza distinzione di colori, in omaggio a un giovane che ha lasciato un segno indelebile all’interno della società mobiliera. E le manifestazioni in suo ricordo continueranno. A novembre è in cantiere un quadrangolare a lui intitolato con la partecipazione delle “sue” squadre, ovvero Tamai, Fiume/Bannia, Prata e Udinese. Non è stata concessa la possibilità di ritirare la maglia numero 2, ad eccezione che per domenica scorsa (i mobilieri hanno schierato il 20), ma da sabato sarà affidata a un giocatore esperto, rappresentativo di un gruppo che vuole andare in campo anche per lui.

Ore 17.20 – Ci viene comunicato che le nuove maglie ufficiali del Padova griffate Macron verranno ufficialmente presentate venerdì 3 ottobre alle ore 18.00 presso il Macron Store di via della Croce Rossa a Padova e verranno indossate dai Biancoscudati già in occasione della sfida casalinga col Mezzocorona.

Ore 16.50 – Un nuovo inizio. Salpa oggi a nel grande mare del web il nuovo portale dei tifosi padovani, www.biancoscudatipadova.com. “Questo sito – ha dichiarato l’amministratore delegato Roberto Bonetto – è stato concepito per essere un punto di riferimento per i nostri tifosi e uno strumento per dar voce alla Società e a tutte le iniziative che ruotano attorno alla Biancoscudati Padova. Oltre alla cronaca giornaliera su quanto accade alla prima squadra, verrà dato risalto alle news su settore giovanile, scuola calcio e tutte quelle attività di marketing e solidarietà che coinvolgeranno la città e i nostri tifosi”. Mentre a biancoscudati.com è stata assegnata la funzione di amplificatore delle news e della linea della Società, la community di tifosi scudati potrà continuare a confrontarsi e discutere sulle pagine social ufficiali di Facebook, Twitter, e Google +. Tutti i video dei gol e le interviste realizzare in sala stampa o al campo di allenamento, infine, saranno caricati in tempi brevissimi sul canale Youtube e messi a disposizione di tutti.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: lavoro atletico per i Biancoscudati.

Ore 15.50 – Qui Guizza: regolarmente in gruppo sia Tiboni che Russo.

Ore 15.30 – Qui Guizza: rosa divisa in tre gruppi, esercizi per il possesso palla.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento. Lavoro a parte per Degrassi e Mazzocco.

Ore 14.40 – (Gazzettino) Quest’anno il Cittadella ha una rosa che è ritenuta più competitiva rispetto a quella dello scorso campionato, di conseguenza chi entra dalla panchina dovrebbe portare brio e freschezza, oltre a qualità. Invece nelle ultime partite le sostituzioni non hanno invertito a favore del Cittadella l’andamento della gara. «Mi sembra riduttivo – risponde Foscarini- constatare che questo avvalora le mie scelte su chi ho mandato in campo. Vorrei che succedesse il contrario in modo che chi entra dalla panchina mi metta in difficoltà». Sabato con il Lanciano il tecnico granata dovrà mettere mano alla difesa per le squalifiche dei centrali Pellizzer e Signorini. Conclude Foscarini: «Purtroppo abbiamo una media molto alta di ammoniti ed espulsi, dobbiamo essere più bravi a non commettere certe leggerezze, soprattutto le ammonizioni banali che sono evitabilissime. Contro il Lanciano come centrali, oltre a Scaglia, abbiamo De Leidi che ha già ricoperto il ruolo, in alternativa eventualmente ci può essere Cappelletti». Ieri ripresa degli allenamenti con Coralli, Sgrigna e Scaglia precauzionalmente a parte; oggi saranno in gruppo, domani consueta doppia seduta.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Due sconfitte nelle ultime partite con Pro Vercelli e Bologna fanno traballare le buone aspettative riposte sul Cittadella in questa stagione. Il tecnico granata Claudio Foscarini, nonostante un organico privo di alcuni elementi, cerca di porre rimedio per far ripartire la squadra fin dalla prossima partita in casa con il Lanciano. «A Bologna – spiega – il Cittadella ha fatto abbastanza bene nel primo tempo muovendo discretamente la palla e creando alcune occasioni per pareggiare. Davanti però è mancata la giusta cattiveria di fronte a un avversario che concedeva spazio. Nel secondo tempo invece la squadra si è seduta e ha smarrito il filo conduttore del gioco. Non era nei nostri programmi, dovendo rimontare il gol subito a freddo. Doveva esserci uno spirito diverso. Cercheremo di capire perchè le cose sono andatre in questo modo». Su quali saranno i rimedi, continua: «Verificheremo come in ogni ripresa della preparazione le cose che sono andate bene e gli errori commessi. Stavolta servirà una riflessione perché certe situazioni non si ripetano. Accettiamo i risultati nella consapevolezza che non è stato fatto il cento per cento ed è proprio questo che mi lascia l’amaro in bocca. Cercheremo di capire il perchè, anche se escludo cali fisici, quello che ci è mancato è l’atteggiamento per cui siamo risultati troppo remissivi».

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) «Ugo ha giocato 90′ sabato contro il Chievo e altri 90′ in Coppa Italia una ventina di giorni fa. È un difensore del 1997, che ha ancora bisogno di 1-2 anni per completare il suo processo di crescita. È un centrale, che ho adattato nel ruolo di terzino sinistro. Fisicamente non è imponente, mentre ha una buona tecnica. Se possiamo fare un paragone, assomiglia un po’ a Biraghi». L’altro difensore che dovrebbe essere utilizzato da Foscarini è Nicola Bonso, classe 1996. «È strutturalmente più pronto di Ugo», la descrizione di Giacomin. «Ha già svolto un allenamento in Prima Squadra. Gli altri due centrali della mia rosa sono due classe 1997, Alexandru Rumleaschi e Mattia Vittone, ma hanno bisogno ancora di tempo. L’obiettivo della Primavera è di fornire più giocatori possibili alla Prima Squadra che purtroppo sta attraversando un periodo particolare. È penalizzata da episodi sfavorevoli e infortuni. Saprà rialzarsi e si piazzerà in una buona posizione ». La squadra. Ieri ripresa degli allenamenti per i granata in vista della gara di sabato con il Lanciano. Il programma settimanale prevede solo per domani una doppia seduta di allenamento. Ieri Nicola Donazzan si è sottoposto ad una ecografica di controllo al bicipite femorale destro. «Confermata la lesione di secondo grado», spiega il medico sociale Ilario Candido. «Per rivederlo in campo ci vorranno 20 giorni».

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Sono appena 17 i giocatori a disposizione di mister Foscarini per la partita di sabato al Tombolato contro il Lanciano. Out Signorini e Pellizzer per squalifica, Donazzan, Schenetti e Paolucci per infortunio, il tecnico ha assolutamente bisogno di attingere dalla Primavera non solo per svolgere durante la settimana gli allenamenti, ma anche per allargare la panchina. Non tira però una bella aria per il “Fosca”, che aveva portato in ritiro a Lavarone cinque elementi della Primavera. Di questi il difensore Riccardo Eulogi è out per la presunta rottura del ginocchio e l’attaccante Elia Bortoluz è alle prese con un infortunio alla caviglia. Dei cinque rimangono, oltre al terzo portiere Paolo Zanin, il centrocampista Lorenzo Battagliarin e soprattutto il difensore Riccardo Ugo. Le difficoltà maggiori Foscarini le ha nel reparto difensivo, dove a disposizione ci sono solamente Cappelletti, Scaglia, De Leidi, Barreca e Pecorini: in cinque per quattro posti da titolare (De Leidi dovrebbe fare coppia al centro della difesa con Scaglia) e quindi ecco la necessità di trovare dei rincalzi per la panchina. Uno sarà certamente Riccardo Ugo. «Non ha sicuramente sulle gambe la possibilità di giocare da titolare con la Prima Squadra», spiega il tecnico delle Primavera granata Giulio Giacomin, fino a giugno vice di Foscarini in Prima Squadra.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto) Mal di trasferta? Vietato parlarne. Il Cittadella ha ottenuto appena un punto fra Modena, Trapani e Bologna, ma lo stop ai processi arriva all’unisono da più protagonisti: «Non credo sia giusto fare processi – taglia corto il difensore Filippo Scaglia – e credo sia ancora troppo presto per parlare di difficoltà lontano dal Tombolato. Non dimentichiamo che abbiamo affrontato Modena, Trapani e Bologna e quindi avere qualche difficoltà ci può stare». Concetto condiviso anche dal direttore generale Stefano Marchetti, che non vuol sentire parlare di un Cittadella afflitto da un male incurabile: «Penso e spero che non sia così – ribatte Marchetti – è ancora troppo presto e penso che sapremo risolvere le nostre difficoltà e regalare tante soddisfazioni ai nostri tifosi».

Ore 13.20 – (Gazzettino) Ha debuttato domenica entrando nella ripresa della sfida pareggiata con il Romagna Centro, ma non è detto che Davide Matteini resti al San Paolo. Dopo avere firmato il contratto la scorsa settimana, potrebbe arrivare il dietro front. Questo è quello che trapela stando ai rumors, con l’attaccante ex Padova (15 partite e otto sigilli nella stagione di serie C 2004-2005) che avrebbe comunicato alla società di via Canestrini di volere fare una settimana di prova per capire se continuare o meno a giocare a calcio. Intanto, ieri era a Perugia e non si è allenato con i compagni che hanno iniziato a preparare la trasferta con il Piacenza che sarà trasmessa sabato in diretta su Rai Sport. «Matteini ci ha chiesto un giorno di permesso e torna ad allenarsi domani», ossia oggi, le parole pronunciate dal presidente Giuseppe Tramonti. In vista della sfida con il Piacenza i gialloblù dovranno fare a meno di Marcolin che deve scontare l’ultimo dei due turni di squalifica. La squadra (ultima in classifica) va a caccia del primo successo.

Ore 13.10 – (Gazzettino) Bottino ricco per le padovane impegnate nel campionato juniores nazionale. Nel girone C trasferta da 350 chilometri per l’Este che torna da Sondrio con un pareggio (1-1), di Ferro, su calcio di rigore, il meritato pari dei giallorossi che nel finale in 10 sfiorano il colpaccio. Nel girone D a gonfie vele la Biancoscudati Padova che chiude già nel primo tempo con il tris di Formigoni, Dovico e Montinaro la gara con l’Union Ripa; nella ripresa ancora Montinaro fissa il risultato finale. Nel girone G muove la classifica l’Abano in una gara a senso unico con una dozzina di occasioni, compreso un rigore, fallite dai ragazzi di Maniero che non sbloccano lo 0 a 0 con il Romagna Centro. Trasferta nelle Marche per l’Atletico San Paolo che torna da Jesi con il sorriso sulla labbra grazie alle reti di Lombardo e Fiorin su rigore in una gara ben gestita dai gialloblù che dopo un primo tempo guardingo hanno messo l’acceleratore nella ripresa. Vittoria pure per il Thermal Abano Teolo, subito in vantaggio al 3’con l’azione solitaria di Rocco, il Bellaria pareggia a metà del primo tempo: i cocciuti termali tentano fino all’ultimo e vengono premiati sul filo di lana con la rete di testa di Desiderato.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) «Il gruppo è fantastico e sugli spalti ci sono sempre i miei genitori e la mia fidanzata a fare il tifo per me. Insomma, sono nelle migliori condizioni per far bene. E poi c’è Totò, il cagnolino regalatomi proprio da Chiara, che è diventato la mascotte della squadra. A quanto pare porta anche fortuna». Domenica l’Este ha interrotto la striscia di vittorie quattro vittorie consecutive, ma “Lore” ha difeso il risultato con cinque interventi al limite del colpo di reni. È servito a qualcosa ripassare su Youtube le uscite del suo idolo Neuer, portiere del Bayern, ed è servito pure il periodo buio trascorso al Giorgione, nella stagione 2012/2013: «Mancava un po’ di fiducia nei miei confronti» confida. «Qualche piccola rivincita me la sono presa, ma sono consapevole che giocare bene quattro partite non basta». Lorello, tra l’altro, è il più anziano della difesa atestina, la migliore del girone con solo tre reti subite: «Gioco con ragazzi giovanissimi ma molto forti» dice. «Con loro si dialoga alla grande. Fare da chioccia mi piace molto».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Para tutto per Chiara e Totò. In tribuna, la morosa e il bulldog francese con la sciarpetta da ultras non lo perdono mai di vista mentre lui, in campo, fa la differenza con parate stratosferiche. È il tipico ragazzo fortunato, Alessandro Lorello, sbarcato al Nuovo Stadio in silenzio e diventato, nel giro di pochi mesi, principale artefice dei successi giallorossi. Il suo acquisto non ha fatto il clamore dei vari Rondon e Bonazzoli. Ma Lorello ha indossato la maglia numero uno con discrezione, la stessa con cui ogni santo weekend neutralizza l’impossibile . Per questo gode, eccome se gode. Perché un bravo portiere deve anche essere un po’ egocentrico. Lorello bravo lo è di sicuro. E lo ha dimostrato anche contro la Correggese regalando, di fatto, un punto e la vetta della classifica ai suoi compagni. Originario di Abano ma cresciuto lontano da casa, il portiere 27enne si è realizzato con le maglie di Palazzolo, Varese, Valenzana e Matera, tra serie D e Lega Pro. «A Este mi trovo benissimo» racconta lui.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Si torna a Monteortone. Dopo due settimane di botta e risposta tra Abano, Thermal e amministrazione comunale, la questione campo sembra finalmente risolta: domenica prossima, lo scontro diretto si giocherà al “delle Terme”. Non saranno necessari, quindi, ulteriori rinvii e ricerche affannose di uno stadio in affitto. A chiudere la polemica è l’assessore allo Sport Angelo Montrone: «Domenica l’impianto sarà a disposizione delle due squadre» conferma l’ex calciatore. «Sono amareggiato per le polemiche delle ultime settimane che, mi auguro, si chiudano definitivamente con una bella stracittadina». Poi aggiunge:«Non ho alcun problema con Thermal e Abano, ma l’intera querelle è sorta perché nessuna delle due società ha voluto prendersi carico della gestione del campo. Fa sorridere il fatto che una cittadina di 20 mila abitanti abbia due squadre in serie D. Penso sia l’unico caso nei nove gironi». In settimana, pare sia stato risolto pure il contenzioso economico con la Thermal. Al comune di Abano non risultavano infatti quattro pagamenti – circa 450 euro di affitto a partita – relativi alla scorsa stagione. «Ho incontrato il presidente della Thermal Pierluigi Maistrello» chiude Montrone. «Abbiamo sistemato tutto».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Perché se sei o sette squadre fanno un campionato a sé stante, contro le altre è vietato sbagliare: la salvezza passa da queste gare, e i pareggi contro Mezzolara (doppio vantaggio gettato alle ortiche) e Romagna Centro (modesto 1-1 strappato all’ultimo minuto) non sono incoraggianti. Il problema forse maggiore messo in mostra, tuttavia, in queste prime cinque gare è la condizione fisica. Non è pensabile, a certi livelli, che una squadra non disponga di un preparatore atletico, e fino alla settimana scorsa è mancata proprio questa figura nello staff tecnico. E se ci si arrampica per costruire una squadra, cercando di arrangiarsi con le risorse disponibili, si dovrebbe fare lo stesso per garantire che la stessa squadra possa competere almeno dal punto di vista della preparazione. Infine, il caso-Dall’Acqua: l’addio del bomber dopo una sola giornata ha provocato effetti devastanti. E la società è stata costretta a guardarsi intorno. Col rischio di tesserare giocatori non pronti.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Si è partiti in ritardo, lavorando con scadenze ravvicinate per salvare la società dal fallimento, quindi si è cercato di imbastire una rosa con disponibilità economiche limitate. Le attenuanti sono innegabili, nel contesto di un Atletico San paolo completamente nuovo, ma ci sono alcuni fattori che hanno sin qui contribuito ad un inizio di campionato difficoltoso. Ci sono infatti quattro motivi principali, dietro alla crisi dei gialloblù. A cominciare dalla squadra in sé, una formazione che, a una prima occhiata, mette in mostra tutta la propria fragilità. L’ottanta per cento dei giocatori non ha esperienza, viene da campionati di Promozione o Eccellenza: ciò non significa automaticamente che il campionato sarà un fallimento, ma per abituare i giocatori alla categoria ci vuole tempo, e rimane solo da capire se in via Canestrini avranno pazienza. A maggior ragione se il torneo da affrontare chiama il San Paolo a scontrarsi contro almeno sei o sette formazioni che lottano per le piazze d’onore: le avversarie di quest’anno sono una concausa indipendente dalla società gialloblù, ma che non può essere tralasciata.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Con suo figlio ci sono stati grandi abbracci in occasione dei gol. «È bello condividere con il proprio figlio momenti di gioia intensa. È questo che ci ha fatto avvicinare al Padova. Speriamo di soffrire meno e di continuare su questa strada». Dopo i provvedimenti del giudice per l’episodio di Montebelluna, aveva avuto parole dure. «Non parole dure, era stato solo un constatare che in un gruppo di tifosi c’erano tre-quattro sciocchi. Ho parlato con alcuni capi degli ultras, hanno preso atto». La campagna abbonamenti si è chiusa a quota 3.511 tessere. «Un risultato inimmaginabile, siamo contenti. È un grande aiuto in termini economici e soprattutto come presenze allo stadio. Adesso abbiamo l’impegno ancora maggiore di raggiungere nel più breve tempo possibile il risultato che tutti sperano». Sui tifosi, ecco anche Edoardo Bonetto. «Mette sempre i brividi vedere la passione dei nostri tifosi, è una cosa bellissima. Quando il tifo è così, è un bene per il calcio». Parlato nel dopo gara. «I tifosi sono la nostra arma in più, ci stanno trascinando. Ho sempre detto ai miei giocatori che devono portare questa gente nel cuore per la voglia che ha di tornare subito ai livelli che merita».

Ore 11.40 – (Gazzettino) «Credo che ci siano gli elementi per un esito positivo. Quali? La gara non è stata condizionata da quello che è successo, la bottiglietta d’acqua ha colpito il guardalinee, ma lui stesso ha dichiarato di non avere avuto alcun danno e, stando alle altre sanzioni che ho letto nel comunicato, la nostra è esagerata». Un flash sulla partita di domenica. «Abbiamo meritato di vincere con una squadra esperta della categoria. Nell’intervallo ero fuori dallo spogliatoio e ho sentito alzare la voce a Parlato. Ha dato la scossa per fare una ripresa diversa: i giocatori hanno reagito, è stata un’altra partita». Se il presidente Bergamin ha assistito alla gara in una tribuna laterale, l’amministratore delegato Roberto Bonetto e il figlio Edoardo erano in mezzo ai supporter. È stato come seguire il match in tribuna Fattori. «Un’esperienza bellissima – sottolinea Roberto Bonetto – Ho visto dei ragazzi meravigliosi che si sono comportati in maniera egregia e da veri sportivi, è stato davvero piacevole. A volte si parla di tifosi esagitati, noi possiamo dire di avere invece una tifoseria da categoria professionistica. Mi sono divertito, anche se ero molto teso durante la gara».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Il primo posto in classifica non è solo della squadra, ma anche dei tifosi. Ancora una volta il popolo biancoscudato è stato l’uomo in più del Padova: un migliaio i fedelissimi presenti a Tamai, e oltre a incitare la truppa di Parlato si sono distinti per il tributo splendido riservato alla famiglia di Riccardo Meneghel, il giovane difensore dei friulani morto in un incidente. «È stata un’emozione nell’emozione quella espressa dai nostri tifosi a fine gara – esordisce il presidente Giuseppe Bergamin – Ha commosso tutti, è stato molto toccante. Per quella che è stata la partecipazione dei nostri tifosi anche il presidente del Tamai mi ha detto che è stato giusto che abbia vinto il Padova». Primato in classifica di Cunico e compagni, ma anche dei tifosi in tribuna. «Sicuramente. Hanno sostenuto la squadra e dato dimostrazione di grande correttezza, mi ha fatto molto piacere». Dopo l’ammenda alla società e la diffida dell’Euganeo per l’episodio di Montebelluna, il loro comportamento è stato esemplare. «Non c’è dubbio. Ma per quanto riguarda Montebelluna, abbiamo fatto ricorso: riteniamo che il provvedimento sia esagerato e contiamo che ci venga tolta almeno la diffida».

Ore 11.20 – (Gazzettino) A prendere il suo posto, ironia della sorta, fu proprio Babacar, giunto in prestito nell’estate 2012 dalla Fiorentina, squadra con cui domenica ha segnato nella sfida con il Torino. Vittima di un infortunio muscolare e poco considerato dal tecnico Fulvio Pea, il giocatore ha trovato poco spazio, realizzando una sola rete in tutta la stagione. E se già un anno fa, quando Babacar ha iniziato a segnare in quantità industriale con il Modena, ci si poneva qualche interrogativo, ora le recriminazioni aumentano, anche nel suo caso, in maniera esponenziale. Domenica, a completare il quadro, ha colpito pure Federico Melchiorri – terza rete stagionale con il Pescara in serie B – ma in questo caso già a Padova erano state ammirate le sue grandi potenzialità. Restando al campionato cadetto, sabato sono andati sugli allori altri due ex, con le reti di Ronaldo (Pro Vercelli) e del difensore brasiliano Cesar che ha rotto l’equilibrio nella gara che ha decretato il primo storico successo in categoria dell’Entella.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Uno ancora rimpianto, l’altro considerato all’ombra del Santo un autentico oggetto misterioso, ora entrambi protagonisti in serie A. Domenica sono andati a segno nel massimo campionato Davide Succi e Kouma Babacar, due attaccanti che nelle passate stagioni hanno indossato, con esiti differenti, la maglia biancoscudata. E se la piazza padovana sta vivendo la sua seconda vita con entusiasmo, sia pure confinata in un torneo dilettantistico, pienamente proiettata sul presente e sulla sua nuova dimensione, è comunque inevitabile voltarsi indietro quando si vedono agli onori della cronaca alcuni giocatori del recente passato. Non avrà dunque lasciato indifferenti i tifosi la notizia del gol realizzato da Davide Succi (Cesena) a spese del Milan (nella foto la segnatura), la squadra in cui la punta bolognese è cresciuta. Non è la sua prima marcatura in assoluto in serie A – ai tempi del Palermo aveva segnato sei volte – ma è il suo primo exploit dopo l’esperienza padovana che lo aveva visto assoluto protagonista nella stagione 2010-11, con quindici gol in venti gare e con un grave infortunio al tendine d’Achille a rompere l’incantesimo. Nella gioia e nel dolore, il legame tra i colori biancoscudati e Succi è stato molto forte, ma scelte tecniche affrettate nell’ultimo scampolo della gestione Cestaro hanno impedito che il giocatore, vero uomo spogliatoio e serio professionista, restasse a Padova dopo la seconda stagione vissuta da “convalescente”.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Meglio della squadra di Parlato ha fatto solo il Delta Porto Tolle Rovigo, inserito nel girone con le altre padovane, che può vantare il miglior attacco (13 gol in 5 gare, e dire che nell’ultima domenica ha strappato “solo” uno 0-0 a Scandicci) e il capocannoniere Cozzolino, 8 reti. Una sfida in più per il Padova e per Ferretti, ma il “Rulo”, incontrastato bomber del girone C (sei reti), non ha solo il rivale rodigino a contendergli l’ambita palma di goleador: meglio di lui c’è solo Franca giocatore del Cuneo con sette marcature). In tutta la serie D, delle 165 squadre partecipanti solo cinque viaggiano ancora a punteggio pieno: il Castiglione nel girone B, la Maceratese nel raggruppamento F, Gallipoli nel gruppo H, oltre ovviamente a Padova e Belluno. Una situazione che, nel girone C, di sicuro non potrà perdurare per più di due giornate: dopo Mezzocorona e Fontanafredda, nelle quali Parlato cercherà di raggiungere e superare il personalissimo record di Adriano Buffoni, all’Euganeo sarà di scena Padova-Belluno. La resa dei conti in testa alla classifica.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato è già riuscito a strappare la sua, perché mai nessuno, tranne proprio Buffoni, era riuscito a vincere le prime quattro gare della stagione: Tansini nel ’45, Rocco nel ’54 e nel ’57, Matè nel ’70, Caciagli nell’81 e Dal Canto tre anni fa, tutti si erano fermati a tre vittorie e un pareggio. Domenica prossima, contro il Mezzocorona, Parlato può raggiungere il suo illustre collega in vetta ai recordman di tutti i tempi, e sperare, una settimana dopo contro il Fontanafredda, addirittura di superarlo. E sarebbe una bella coincidenza, visto che la carriera dello stesso Buffoni cominciò proprio con una promozione dalla serie D con il Pordenone… E le vittorie non sono ancora tutto, ci sono anche i numeri, i dati statistici e i gol. I Biancoscudati hanno il secondo miglior attacco di tutta la serie D, 12 gol in 4 partite, media perfetta di tre reti a gara.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Mariano Tansini, Elvio Matè, Mario Caciagli e persino Nereo Rocco: tutti già alle spalle di Carmine Parlato. Perché le quattro vittorie conquistate nelle prime quattro giornate di campionato sono un record storico per il Padova. È vero, stiamo parlando di due società diverse: il Calcio Padova 1910, con i suoi 104 anni di storia e le imprese memorabili dei suoi eroi sportivi da una parte, e la nuova Biancoscudati Padova, partita a razzo a suon di gol e primati, dall’altra. Sarebbe ingeneroso, però, separare i due percorsi: la nuova società di Bergamin e Bonetto vuole essere il prosieguo del cammino dell’Acp, e punta a riprenderne nome e blasone quando l’iter legale lo permetterà. Ed è per questo che il tecnico partenopeo è già nella storia: solo un altro allenatore, Adriano Buffoni, era riuscito a vincere le prime quattro partite di campionato. Era la stagione 1986/87, la squadra a fine anno avrebbe raggiunto una storica promozione dalla serie C/1 alla B, e Buffoni, il suo tecnico, con cinque vittorie nelle prime cinque partite scrisse una pagina di storia.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) È tempo di festeggiamenti anche per la tribuna Fattori, che dopo aver trascinato i biancoscudati al successo, nelle ultime due trasferte di massa, venerdì prossimo giocherà in casa. Gli ultras, infatti, hanno organizzato l’inaugurazione della loro nuova sede di Rubano. La cosiddetta “favelas biancoscudata” di via Galilei 50 avrà il proprio battesimo ufficiale, aperto a tutti i tifosi, venerdì prossimo a partire dalle 20. Prima della festa ci sarà la benedizione di padre Federico Lauretta, quindi partirà la serata a base di birra e piadine prima del concerto dei Supernova, cover band degli Oasis.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Figura di spicco, in un parterre de rois di assoluto rilievo, Franco Frattini è intervenuto ieri al Seminario sulla Giustizia Sportiva descrivendo ruolo e compiti del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni, che Giovanni Malagò gli ha chiesto di guidare, contando sulla sua grande esperienza giuridica. Ecco le risposte ad una serie di domande che gli abbiamo posto. Presidente Frattini, non correte il rischio di essere in troppi ad occuparvi della stessa materia e che, alla fine, la Giustizia nello sport si trasformi in una babele, dove tutti hanno diritto di sentenziare, con il risultato spesso di contraddirsi? «Credo che in effetti questa impressione di confusione e sovrapposizione ci sia, e non a caso, per quanto riguarda il Coni, si è data una forte svolta con l’unificazione degli organi, creando una sorta di Cassazione che abbia una funzione di guardare alla legittimità e soprattutto di dare un’omogeneità di decisioni. È chiaro che le Federazioni adesso debbono adeguare i loro statuti al Codice di giustizia sportiva. Sta a loro fare buon uso di tale potere di adeguamento, perché il Coni deve rispettare, ed è giusto, la loro autonomia, ma anche le Federazioni devono approfittare per uno snellimento e per una semplificazione, che poi è a vantaggio di tutti». […] Resta il dato di fatto che, accogliendo il ricorso del Novara, avete stabilito che la serie B dovesse tornare a 22 squadre, e che alla fine il Vicenza si sia trovato servito su un piatto d’argento un ripescaggio che ha fatto molto discutere. E pensare che il Padova, se si fosse iscritto alla Lega Pro, ne avrebbe preso il posto… «Mi rendo conto di quali siano state le conseguenze, ma ci siamo trovati a giudicare una situazione che lasciava un torneo dispari, in cui ogni 3-4 partite si sarebbe dovuto prevedere un recupero per quella esclusa. Ci è sembrato francamente irragionevole. Dal prossimo anno il problema non ci sarà più, perché è già stato deciso che, finita la stagione 2014/15, a partire dal 2015/16 si resterà sotto le 20. Io sono favorevole quando Abodi parla di una riduzione del numero delle squadre, ma non potevamo lasciare la B a 21».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La proprietà che c’era prima si starebbe muovendo in direzione di un concordato preventivo con i creditori. Lei è il primo che punta dritto alla peggiore delle ipotesi. «Da parte mia non c’è alcun tipo di accanimento, non esiste una volontà assoluta di portare il vecchio Padova al fallimento. Certo è, però, che il Tribunale, nel convocare le parti fra una decina di giorni, ha dato precise indicazioni alla società affinchè produca tutta una serie di documenti (bilanci, elenco debiti, situazione patrimoniale), da cui si evince comunque che c’è un’attenzione degli stessi giudici rispetto a questa situazione, che è sospesa. Io auguro al Calcio Padova di non fallire, la mia azione è stata un estremo tentativo di far valere i propri diritti, riconosciutimi ripetutamente da Cestaro, perché con la proprietà Penocchio non ho avuto rapporti, in quanto questo è un debito ereditato da chi è subentrato al cavaliere. Alle tante promesse fattemi non è seguito purtroppo nulla di concreto, tant’è vero che ho dovuto promuovere un decreto ingiuntivo, a cui è stata presentata opposizione, e che sono stati fatti dei pignoramenti, che hanno prodotto risultati parziali. Restano delle somme importanti ancora da riscuotere, per cui la fisiologia delle cose vuole che, se Cestaro o Penocchio o la società non saneranno quella che è la morosità ancora sussistente, le probabilità concrete di un fallimento si possano materializzare in quella udienza».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Lei avanza circa 70 mila euro per aver difeso il club nella vicenda Italiano legata al calcioscommesse. Non avendo ricevuto quanto le spettava, ha chiesto di pignorare presso la sede alcuni trofei, quattro per l’esattezza. Ma è vero che è andato oltre, sollecitando addirittura il fallimento del vecchio Padova? «Sì, è corretto. A dire il vero, ho fatto tre pignoramenti, due presso altrettante banche e uno direttamente all’Euganeo, che hanno portato a risultati non totalmente soddisfacenti in quanto non coprono la cifra indicata. Non essendoci altri strumenti sui quali rivalersi per soddisfare il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, riconosciutomi per l’attività svolta a difesa del Padova in merito alla vicenda Italiano e alla partita con il Grosseto del 23 marzo 2010, è stata avanzata istanza di fallimento, che verrà discussa venerdì 10 ottobre davanti al Tribunale fallimentare locale. Ma c’è dell’altro…». Prego. «Nell’azione di pignoramento presso la sede, l’ufficiale giudiziario ha rilevato che, tra il momento del pignoramento stesso (metà luglio, ndr) e il momento della valutazione dei beni (26 settembre, venerdì scorso) è stata asportata una fotocopiatrice, con tutte le conseguenze penali anche di comportamento a carico del responsabile, perché, una volta pignorati, i beni non potevano più essere toccati. La mancanza di una fotopiatrice in un contesto di magliette, palloni, coppe e trofei, poteva avere un’incidenza di un certo tipo».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Il Padova, coltivando e portando alle estreme conseguenze la mia iniziativa, potrebbe seriamente essere dichiarato fallito, con tutto ciò che ne deriverebbe: responsabilità personali, indagini del curatore e della Guardia di Finanza ed eventuali conseguenze penali per i legali rappresentanti della Spa». A parlare così è l’avvocato Mattia Grassani, grande esperto di diritto sportivo, intervenuto al seminario internazionale «Le nuove frontiere della Giustizia Sportiva», andato in scena ieri al Centro culturale San Gaetano, in via Altinate, e magistralmente organizzato dall’avvocato Jacopo Tognon. C’è molto di più, dunque, rispetto alle indiscrezioni e alle notizie trapelate nei giorni scorsi a proposito dell’azione intrapresa dal legale bolognese nei confronti dell’Acp 1910, ancora affiliata alla Figc ma inattiva in quanto non iscritta ad alcun campionato, nè professionistico nè tantomeno dilettantistico, e con una montagna di debiti (si vocifera di quasi 14 milioni di euro) accumulati nei confronti di un centinaio di creditori, primo fra tutti lo Stato. E in questo botta e risposta Grassani fa chiarezza sino in fondo su modalità, percorso e probabile esito della propria istanza presentata al Tribunale padovano.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tre dei nove dipendenti del Calcio Padova 1910 sono stati licenziati ed entrano nelle liste di mobilità del Centro dell’Impiego. È l’effetto della mancata attività, dopo la sparizione dal calcio professionistico, della vecchia società biancoscudata, presieduta da Diego Penocchio, che rimane comunque affiliata alla Federcalcio (ma non si sa per quanto ancora). Per Antonella Segala, storica segretaria del club, avendo lavorato con continuità per 26 anni prima nella sede di via Sorio e poi in quella dell’Euganeo, per Andrea Pravato, magazziniere all’Appiani, e per Roberto Gasparini, addetto alla manutenzione del tappeto erboso dello stadio e dei campi di Bresseo e figlio del conosciutissimo Piero, dopo le ferie (coatte) è arrivata la notizia peggiore, peraltro già preannunciata da una serie di segnali precisi. E così, assistiti dai sindacati, i tre sono ora senza lavoro, in attesa di essere saldati delle rispettive spettanze (avanzano, come tutti, gli stipendi di luglio, agosto e settembre), oltrechè del Tfr, il trattamento di fine rapporto. E le altre sei persone a libro-paga? Per quattro, i magazzinieri Luciano De Franceschi, Ivone Giacomini e Fabiano Sanvido, più Francesco Stecca, autista ed accompagnatore, tutti assunti a tempo indeterminato, il rapporto continua, sia pure su basi diverse, con l’attuale Biancoscudati Padova. Lo stesso dicasi per l’ex addetto-stampa Massimo Candotti, che affiancherà Alberto Noventa (ex Gsport) nel marketing e nella promozione dell’immagine del nuovo club, e per Benedetto Facchinato, che curava la parte aamministrativa, nominato custode dei beni pignorati in sede dopo il decreto ingiuntivo inoltrato dall’avvocato Grassani. Bergamin e Bonetto hanno cercato di ridurre al minimo le conseguenze della cessata attività dell’Acp 1910, ma per questione di budget e di organizzazione non sono riusciti a garantire a tutti il mantenimento del posto. Un’altra conseguenza della scriteriata gestione di Cestaro e Penocchio dopo il passaggio di consegne dall’uno all’altro, avvenuto a fine giugno 2013.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La concorrenza perde lentamente i pezzi. Il Belluno regge il passo dei Biancoscudati, l’Alto Vicentino è stato bloccato in casa dalla Sacilese, le altre sono già attardate e l’impressione è che Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto abbiano costruito un meccanismo quasi perfetto, affidando a Carmine Parlato il compito di forgiare un gruppo di uomini veri. «Vamos Padova», ha gioito via facebook il «Rulo», che risponde ai tifosi e che fa il pieno di consensi sia virtuali che reali, prestandosi alle foto di rito, agli autografi e agli abbracci e alle pacche sulle spalle di tutti: «Ho fatto un altro gol decisivo – se la ride Ferretti – lo dedico a mia sorella perché da piccola la mettevo sempre in porta e volevo segnarle ad ogni costo. Ci riuscivo pure, non me ne voglia, ma non ce n’era per nessuno già allora». Ferretti ha conquistato tutti, gli hanno persino dedicato uno striscione con la bandiera argentina: «Non me l’aspettavo – ammette candidamente – sono commosso da tutto questo affetto. I tifosi sono meravigliosi, mi danno moltissimo amore, e io lo ricambio sul campo sperando di poter poi festeggiare a maggio. Perché sappiamo tutti qual è il nostro obiettivo, no?».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Raccontano i tifosi della Tribuna Ovest di aver sentito il presidente dell’Alto Vicentino Rino Dalle Rive giustificare così sugli spalti dell’Euganeo la mancata conferma di Gustavo Ferretti dopo i 23 gol in 31 partite segnati lo scorso anno a Marano: «E’ uno che non segna mai gol decisivi, va in rete solo quando la partita è già chiusa». Strano, perché a guardare con attenzione le cifre e il ruolino di marcia del «Rulo», il nuovo idolo della tifoseria del Padova, verrebbe da pensare esattamente il contrario. Decisivo alla prima giornata contro l’Union Pro, decisivo a Montebelluna, decisivo contro il Mori Santo Stefano, ancor più decisivo domenica a Tamai contro le Furie Rosse. Sei reti in quattro partite, una condizione straripante e reti a raffica da dedicare a una tifoseria in visibilio per lui, l’argentino che non gonfia la rete e che vuole riportare il Padova in Lega Pro: «La cosa più bella non sono i miei gol – sorride Ferretti – ma i dodici punti in classifica della squadra. Siamo partiti da zero quando le altre avevano già fatto la squadra, abbiamo ricostruito tutto in poche settimane, abbiamo fatto gruppo attorno al nostro allenatore e stiamo andando alla grande. Verranno i momenti difficili, anzi ci sono già stati. Domenica a Tamai abbiamo rischiato, loro erano in un momento emotivo particolare e siamo stati bravi a rimettere in piedi una partita che avremmo potuto anche perdere».

Ore 08.38 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Rimini 0-1, Atletico San Paolo-Romagna Centro 1-1, Bellaria-Thermal Abano 2-1, Este-Correggese 1-1. In classifica Este sempre primo a quota 13, segue a tre lunghezze il Delta Porto Tolle. 6 punti per l’Abano e 5 per la Thermal, mentre l’Atletcio San Paolo è ultimo con 2 punti insieme a Formigine ed Imolese.

Ore 08.36 – Serie D, il prossimo turno (domenica 5 ottobre, ore 15.00): Padova-Mezzocorona, Alto Vicentino-Ripa La Fenadora, Clodiense-Fontanafredda, Dro-Mori Santo Stefano, Giorgione-Union ArzignanoChiampo, Belluno-Triestina, Legnago-Tamai, Kras Repen-Montebelluna, Sacilese-Union Pro

Ore 08.34 – Serie D, girone C, la classifica dopo la quarta giornata: Padova e Belluno 12, AltoVicentino 10, Fontanafredda e Union Pro 7, Clodiense, Sacilese, Union Arzignano e Montebelluna 6, Union La Fenadora 5, Tamai e Kras Repen 3, Triestina, Giorgione e Mori Santo Stefano 2, Dro e Legnago 1, Mezzocorona -2.

Ore 08.32 – Serie D, girone C, i risultati della quarta giornata: AltoVicentino-Sacilese 2-2, Fontanafredda-Belluno 2-4, Mezzocorona-ArziChiampo 0-0, Montebelluna-Dro 2-0, Mori Santo Stefano-Giorgione 3-3, Tamai-Padova 2-3, Union Pro-Clodiense 1-0, Union Ripa La Fenadora-Legnago 2-1, Triestina-Kras Repen 1-1

Ore 08.30 – Posticipo del girone C di serie D: termina 1-1 il derby tra Triestina e Kras Repen, seguito al “Nereo Rocco” da 3.300 spettatori.

Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 29 settembre: giorno di riposo dopo le emozioni vissute a Tamai.




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