Live 24! Padova, si ritorna in campo alla Guizza per preparare la trasferta di Arzignano

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Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Cinque stagioni sulla panca del Tamai in Lega D (dal 2003 al 2008) con un memorabile secondo posto (2005) alle spalle del Rovigo e due su quella della Sacilese (1997-1999) in Eccellenza, con un primo posto (spareggio poi perso con l’Itala San Marco) e una Coppa Italia vinta ai danni della Pro Gorizia, in cui giocava Mauro Lovisa. Sono forse gli anni che Ermanno Tomei ricorda più volentieri. TESTA & CUORE – «Il cuore – inizia Tomei – dice Tamai, la testa replica Sacilese. Non nascondo – spiega – che faccio il tifo per le furie. Cinque anni consecutivi nel borgo non si dimenticano facilmente. Anche a Sacile sono stato bene, ma era tanto tempo fa. Zironelli – comincia a esaminare il derby – ha portato non solo nei biancorossi, ma in tutto il girone, una ventata di freschezza. Quando gira al massimo come in questi ultimi tempi il suo 3-4-3 è un’autentica macchina da guerra. Impressiona la facilità di andare in gol dei suoi avanti (Beccaro, Sottovia, Spagnoli, ndr) e la capacità degli esterni sia di portarsi al cross che d’inserirsi». ATTESA E RIPARTENZA – Anche il Tamai però ha un buon potenziale d’attacco. «Ottimo – concorda Tomei -. Giocatori come Furlan, Sellan, Bolzon e Zambon sanno far male. Avranno però un minor numero di palloni da giocare poiché il centrocampo, almeno sulla carta, sarà in mano alla Sacilese». Come giocherebbe Tomei il derby se fosse ancora sulla panca dei rossi? «Come lo giocherà De Agostini – risponde -. Farei restare 7 uomini bassi e compatti, per poi cercare di lanciare negli spazi Federico Furlan e le altre due punte. Con la loro velocità, in un “3 contro 3” con la difesa biancorossa, potrebbero essere devastanti. Sarà – quello di Tomei è quasi uno spot – un derby godibile e spettacolare. Chi andrà a vederlo spenderà bene i suoi soldi».

Ore 21.30 – Disponibile a questo link l’articolo relativo alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Massimo Bitonci riguardo all’ipotesi di avvicinamento della curva all’Euganeo.

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Le 500 partite di SA10. Un carriera iniziata vent’anni fa e che ancora non vede un termine: 208 gol e una capacità di gioco da far invidia ai grandi del calcio. È lui, Sandro Andreolla di Valmareno, classe 1979, il trequartista, fantasista e trascinatore della formazione Union Ripa La Fenadora allenata da Max Parteli. Domenica i neroverdi incontreranno fuori casa la Triestina e se Andreolla – chiamato dai compagni O’Rey – dovesse essere dell’undici, festeggerebbe la presenza numero 500. «Mi ricordo ogni singola partita – racconta il giocatore – e il mio esordio, con il Conegliano, è del maggio 1995 quando, a 16 anni, giocai parte della partita di Eccellenza con lo Scorzè-Peseggia che finì 0-0». Il data-base di Andreolla va velocissimo verso il suo esordio dal primo minuto: «Era il settembre 1999, Sanvitese-Pievigina che si chiuse 1-1. Il primo gol, in verità fu una doppietta, arrivò nel ritorno: vittoria per 5-1». […] Lo scorso anno, al Nereo Rocco, Andreolla fu autore di una «bicicletta» di tacco, rilanciata anche dai media nazionali, che portò al pareggio per 2-2 fra alabardati e neroverdi, ma il gol più bello è un altro: «L’ho segnato da metà campo, era il settembre 2003, nella gara Mezzocorona-San Paolo e ci permise di vincere 3-4». Che dire, lunga vita al Re!

Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Si avvicina il traguardo delle 500 partite ufficiali per Sandro Andreolla. Se scenderà in campo, lo taglierà domenica a Trieste, nello stadio che rievoca il numero dell’anno scorso, quando il centravanti del Ripa Fenadora fece stropicciare gli occhi a tutti con l’assist di tacco diventato un video virale su internet e visto anche in televisione su Sky. A raccontarlo, una bicicletta spalle alla porta con il sinistro alzando una palombella dopo aver saltato il pallone che consentì a De Bon di segnare di testa il gol del pareggio. È l’inevitabile copertina della partita di domenica con la Triestina, alla quale “Sandrinho” si presenta con 499 partite ufficiali alle spalle. Road to 500. «Se gioco, taglierò questo traguardo ed è un orgoglio poterlo fare in una categoria importante come la D e con la maglia dell’Union, che come sanno tutti mi è entrata nel cuore. Una seconda pelle», dice Sandro Andreolla. «E poi farlo in uno stadio glorioso come il “Nereo Rocco” è forse anche un segno del destino. Mi sono arrivati già dei messaggi da Trieste che mi intimano scherzosamente di non ripetere l’assist dell’anno scorso perché non potrebbero sopportarlo». Striscia positiva. Il Ripa Fenadora viene da una settimana intensa con un successo e un pareggio in campionato e in mezzo il passaggio del turno in coppa Italia: «Fare tre partite in una settimana vincendone due nettamente e pareggiando la terza, ci sta», commenta l’attaccante neroverde. «Tre su tre sarebbe stato meglio, ma a mente fredda anche un punto contro una buona squadra come il Montebelluna non è da buttare. Dà sempre un segnale di continuità, che dobbiamo portare avanti nella trasferta di Trieste. Vogliamo fare meglio dell’anno scorso, il quinto posto è a 2 punti e per arrivare a maggio è lunga. Siamo lì, abbiamo bisogno della famosa continuità che è il segreto delle squadre con degli obiettivi. Sono tranquillo, anche perché in spogliatoio vedo facce convinte». Sotto con la Triestina. «Stiamo bene», dice Andreolla. «Ci approcciamo alla partita con grande rispetto ma con la volontà di portare a casa il massimo possibile. Troveremo un clima di contestazione alla Triestina, che non sta facendo bene, e non è mai facile affrontare una squadra che sta andando male e ha pressioni esterne che non trovi in nessun’altra squadra tranne il Padova. Potremo sfruttare questa cosa se andassimo in vantaggio, ma è chiaro che loro ci metteranno più del cento per cento».

Ore 20.20 – (La Nuova Venezia) La Clodiense si riprende l’attaccante Pablo Urtiaga. Il giocatore uruguaiano è stato infatti tesserato dalla società granata ed andrà a rinforzare l’attacco della squadra di Andrea Pagan. Classe 1994, quindi rientrante ancora tra gli “under”, Urtiaga, che è cresciuto calcisticamente nel Danubio di Montevideo, era approdato alla Clodiense già nella passata stagione, collezionando con la maglia granata un totale di 20 presenze e segnando tre reti. Prima di tornare a Chioggia si stava allenando con il Villafranca Veronese, che però non lo ha tesserato. «Ci rinforziamo in attacco con l’arrivo di Urtiaga» ha detto il dg Mauro Gallo «anche se in realtà in questo momento sono più preoccupato della difesa che sta incassando troppi gol. Purtroppo è un momento in cui non siamo nemmeno fortunati. Contro l’Arzignano, per esempio, meritavamo quanto meno il pareggio. Però capisco che quando si va sotto di due reti in quel modo poi diventa difficile recuperare. Speriamo adesso di rifarci contro Mezzocorona e Giorgione».

Ore 19.50 – (Il Piccolo) L’ultima novità in casa Triestina si chiama allenamento a porte chiuse. Sbarrate anche per quei pochi tifosi che sono soliti trascorrere un paio di ore del pomeriggio a Prosecco (almeno finchè il meteo lo permette) a vedere gli alabardati al lavoro. Ieri gli aficionados dell’Unione (al massimo una decina) hanno trovato una brutta sorpresa, ovvero il cancello chiuso. All’interno la squadra al lavoro, a bordo campo qualcuno della dirigenza, per tutti gli altri l’impianto di Prosecco è rimasto off limits. Alla richiesta di chiarimenti da parte dei tifosi, l’addetto al campo ha risposto che aveva l’ordine di non far passare nessuno, eccetto ovviamente giocatori, staff e dirigenza. Un gesto poco simpatico, soprattutto nei confronti di una tifoseria che è sempre rimasta molto tranquilla. Ma un gesto che ha anche pochi risvolti pratici: se si vuol far lavorare la squadra in pace considerato il momento delicato e la classifica deficitaria, lo si dica chiaramente, ma non sono certo cinque tranquilli signori dietro la rete a bordo campo a poter togliere la concentrazione agli alabardati. Certo, è un momento segnato da grandi pressioni, ma è davvero l’isolamento la soluzione? […] Prova a tirare le somme del momento alabardato Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento: «Per tutto quello che è successo negli ultimi mesi e la conseguente partenza in ritardo, noi sapevamo benissimo che ci aspettava un anno di grandi sofferenze, nel quale l’unico traguardo al quale ambire era la salvezza. Però sinceramente non pensavamo di raccogliere solo 2 punti in 7 partite: anche il più grande pessimista non poteva immaginare una situazione simile. È ovvio che la preoccupazione inizi a crescere. In ogni caso aspettiamo che possano finalmente giocare gli ultimi stranieri arrivati, per vedere se qualcosa migliora. Anche se questo fatto dei transfer che non arrivano mai è davvero strano». Ma oltre al rendimento della squadra, anche la società desta qualche perplessità: «Quello che disturba e ci amareggia – afferma Marassi – è anche il modo di agire della proprietà che ha dei toni a dir poco un po’ bruschi. E non capiamo perché. Abbiamo spiegato loro per filo e per segno che in questi anni ci è capitato di tutto e siamo al limite della sopportazione, ma mi sembra che abbiamo compreso i loro sforzi e le difficoltà: tutti li abbiamo lasciati lavorare, nessuno di noi ha mai detto niente e anzi la squadra fino all’ultima partita in casa è stata addirittura applaudita. Ora qualche critica va accettata. Anche perché con certi comportamenti il rischio è che la squadra non abbia più nemmeno il necessario sostegno dagli spalti».

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il ritorno di Julian. Domenica al polisportivo (ore 14.30), per la sfida Belluno-Giorgione, dovrebbe, o meglio potrebbe essere il giorno giusto per il ritorno in campo di Julian Prünster. Il biondo altoatesino, uno degli acquisti estivi di Augusto Fardin, si è definitivamente ripreso dall’infortunio muscolare che lo ha messo ko qualche tempo fa ed è di nuovo a disposizione di Roberto Vecchiato. Un ritorno che calza a pennello con la squalifica che oggi pioverà su Seba Sommacal e che dunque potrebbe proiettare Julian al centro della difesa gialloblu. A meno che il mister non voglia agire con prudenza e magari spostare al centro Pescosta optando per un’altra soluzione che non faccia rimpiangere la mancanza di Sommacal. Ieri non si è allenato Duravia, acciaccato, ma domenica ci sarà.

Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Dopo il big match contro il Padova c’è ancora l’amaro in bocca per quel rigore che poteva essere fischiato a favore del Belluno e che molto probabilmente avrebbe cambiato la partita. Il dirigente Fardin non lascia spazio alla fantasia nell’interpretare il suo pensiero. «A squadre invertite quel penalty sarebbe stato fischiato senza problemi – continua il direttore del Belluno – giocare davanti a seimila persone non è facile. Nel secondo tempo c’è stato anche un altro episodio che ha fattore correre l’arbitro. Il loro numero quattro (Mazzocco, ndr), già ammonito, ha colpito a metà campo la palla con la mano, tutti si sono fermati perché si aspettavano il secondo cartellino e quindi l’espulsione ma così non è stato. Sulla partita è successo quello che avevo detto la settimana scorsa, dovevamo stare attenti alle sbavature e proprio su una di queste abbiamo preso l’1-0. Il gol è colpa nostra più che merito del Padova». Marco Duravia non si allena. L’esterno offensivo gialloblù è rimasto a riposo ieri pomeriggio per un problema al quadricipite che lo ha tormentato nel match contro il Padova. «In accordo con il dottor di Fabio e la fisioterapista Monica D’Alfonso abbiamo deciso per precauzione di non farmi allenare – spiega il giocatore di Montebelluna – non è niente di grave però abbiamo preferito non rischiare comunque un allenamento leggero visto l’intensità del match di domenica. Oggi parlerò nuovamente con lo staff medico e vedremo cosa fare in base anche alle mie sensazioni, non bisogna comunque sottovalutare la cosa. La partita? Bisogna prendere spunto per migliorarci, il pareggio comunque sarebbe stato il risultato più giusto. Di positivo c’è che abbiamo dimostrato di giocarcela in un contesto come quello di Padova che è diverso dagli altri che si incontrano in campionato».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) «Non vedevo l’ora che arrivasse una giornata come questa». Maurizio Peluso, 29 anni, lo scorso anno in forza al Pistoia (Serie D) con il quale ha disputato 31 partite mettendo a segno 14 reti, sprizza gioia nel vittorioso dopo-partita con l’Union Pro. Le due reti che hanno deciso il match portano la sua firma, e sono le prime realizzate con la maglia dell’Altovicentino. «Oltre alla soddisfazione personale – prosegue l’attaccante nativo di Taranto che a 20 anni ha esordito in C1 nella fila del Pisa – è stata una buona prestazione da parte di tutta la squadra. Abbiamo incontrato un avversario ostico, che ha concesso poco, ma siamo stati pazienti e bravi a sfruttare le occasioni». Due gol dopo realizzati in meno di 45’visto che l’attaccante è entrato in campo nel corso del secondo tempo. «Questa è la nostra forza. Da noi – conclude Peluso – non ci sono titolari e riserve. Siamo 24 giocatori sullo stesso livello: l’importante è farsi trovare pronti quando il mister chiama».
Soddisfatto anche il presidente Rino dalle Rive: ormai tutti gli attaccanti arrivati questa estate hanno lasciato il segno. All’appello manca Toledo ma «arriverà anche il suo turno. La settimana scorsa – sottolinea il patron dell’Altovicentino – è stato ammalato, ma sono certo che farà vedere le sue qualità».

Ore 18.00 – Giudice Sportivo: nessuna sanzione e nessun giocatore squalificato sia per il Padova che per l’ArziChiampox

Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) La grinta di Emanuele Bardelloni è la stessa che caratterizza il Real Vicenza di Michele Marcolini. Della serie, non si molla niente. Un concetto che sta pagando e ripagando un percorso compiuto nel segno del lavoro e dell´umiltà, anche se poi, a rosa completata, si avvertiva la consapevolezza della dirigenza nell´aver formato una squadra che aveva del potenziale. Bardelloni è un po´ il cavallo pazzo del Real Vicenza, così lo descrive simpaticamente chi sta fuori e lo osserva mentre si allena. L´attaccante biancorosso ex Pergolettese risponde pacifico a chi gli dice che la sua generosità in campo fa la differenza. «Io ho sempre giocato così, sono uno che cerca di dare continuità. Un gol l´ho fatto ma ora spero di farne ancora». Contro l´Alto Adige ha avuto un paio di occasioni, un assist l´ha servito a Salvatore Bruno, nel complesso ha reso come al solito, cioè bene. Per i difensori, Bardelloni è un brutto cliente perché è di quelli che non ti lascia alzare la testa per rinviare. Sempre alle calcagna, se perde palla la rincorre. Ha una velocità di gambe non indifferente. «Il punto ha fatto più felici gli avversari ma sono particolarmente soddisfatto della prestazione del Real Vicenza, la migliore fino a questo momento. Mi dispiace non aver segnato; se quel tiro col destro fosse stato un po´ più angolato Melgrati non ci sarebbe arrivato. Ora sotto con la Giana». Domenica Bardelloni era contento, dietro alla folta barba nera non riusciva a nascondere il sorriso anche per la vittoria del “suo” Milan. Il giocatore a cui si ispira, però, indossa la maglia bianconera della Juventus ed è Carlos Tevez. In squadra il suo esempio è invece Bruno. «Insieme a lui si gioca davvero a calcio».

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: pallonata sul volto per Nichele, che rimane a terra stordito per un minuto prima di rialzarsi e riprendere a giocare.

Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella finale in corso.

Ore 16.00 – Qui Guizza: presente all’allenamento odierno anche il presidente Giuseppe Bergamin.

Ore 15.40 – Qui Guizza: schemi in corso per i Biancoscudati.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro a parte per Ferretti, torna invece in gruppo Dené. Assiste all’allenamento in borghese Dionisi, mentre rientra negli spogliatoi Sentinelli: ecografia per il difensore, che accusa i postumi di una botta al quadricipite.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Bassano mutaforma? La grande sorpresa della vittoria contro il Lumezzane, oltre allo splendido gol di Elia Cortesi, è stato il modulo utilizzato da mister Tonino Asta. Abbandonato causa defezione Iocolano il 4 2 3 1, l’ex granata ha giocato la carta delle due punte non rinunciando però a Nolè, alle spalle del duo Pietribiasi e Maistrello. Una scelta per contrastare la difesa a tre del Lume, cercando di allargarla con le due punte e poi tagliarla con gli inserimenti dell’ex Ternana, una scelta anche in base allo stato di forma dei due numeri nove giallorossi: Pietribiasi rapidità e capacità di giocare sulla linea, Maistrello talento fisico e tecnico ancora non del tutto sbocciato. I due, in due anni di convivenza, non hanno giocato moltissimo insieme e nel primo tempo contro il Lumezzane si è visto, ma la scelta importante di Asta fa capire che questa è una soluzione possibile, un cantiere aperto dove lavorare molto ma un jolly da utilizzare in determinate partite. Il tutto però senza sacrificare Nolè, che si sta ergendo a trascinatore di questa squadra: il fatto che il Bassano possa vantare diversi giocatori da raddoppiare, da Furlan a Iocolano, giocatori capaci negli inserimenti, Proietti e Semenzato su tutti, stanno creando varchi che il fantasista ex Ternana sta sfruttando al meglio. Le cinque reti realizzate sono un bottino da top player della categoria, se si pensa che solo Soncin con sei ne ha realizzate di più e a fargli compagnia ci sono giocatori del calibro di Brighenti, Bruno, Guazzo e Fischnaller, senza contare il rigore sbagliato e il fatto che non abbia potuto giocare tutta la Coppa Italia con i suoi compagni. Tanta abbondanza in attacco che fa da contraltare alla difesa: se sulle fasce Semenzato e Stevanin a sinistra e Toninelli a destra sono garanzie, al centro il mister sta ruotando con efficacia Priola, Zanella e Bizzotto ma non può ancora contare su Ingegneri, fermo dall’inizio del campionato per problemi alla schiena e ancora non disponibile. Fino a questo momento ci ha pensato lo stakanovista Priola a fare gli straordinari, ma Asta sa che deve valutare attentamente ogni partita e non rischiare che infortuni e squalifiche si uniscano e creino un buco nel mezzo.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) A Sassari il Bassano lo vedono come il fumo negli occhi: 4 scontri tra i professionisti, 4 vittorie giallorosse. Più che una bestia nera è una iattura. Prima volta tra i professionisti, settembre 2006: 2-1 al velodromo con gol vincente di Sandrone Cesca. Al ritorno in Sardegna a fine gennaio va addirittura meglio: 0-2, autorete in apertura e raddoppio negli attimi conclusivi con Pupita. Successo che per certi versi si rivelò poi un boomerang per i virtussini che sulle ali di quel raid decisero di rinunciare al bomber d´area che avevano deciso di ingaggiare al mercato di riparazione invernale. Era già pronto Bettini, centravanti del Legnano, ma dopo quello 0-2 così rutilante e rigoglioso sull´isola, in via Piave decisero che non c´era bisogno di alcun cannoniere di scorta, Bettini rimase dov´era e Bassano pure visto che approdato ai playoff non riuscì poi a spiccare il volo stoppato dal Lecco di Sannino. Lo scorso anno la storia che si ripete: all´andata in C2 a dicembre, 2-0 per il Soccer Team timbrato da una doppietta di Berrettoni e al ritorno a metà aprile, fragoroso 2-5 dei boys Diesel che sbancarono Sassari in rimonta: sotto 2-1 al 9´ della ripresa (pari provvisorio di Pelagatti) il Bassano finì col maramaldeggiare: doppietta di Pietribiasi e centri di Maistrello e Berrettoni. Naturale che i rossoblù sardi siano, come dire, un filo intimiditi. Anche se la Torres adesso ha tutt´altro spessore. Intanto il giudice sportivo ieri ha diffidato Cenetti, Nolè e Toninelli. Al prossimo giallo i tre andranno automaticamente in squalifica.

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Tra il Novara e la Cremonese, c’è anche la Coppa Italia. Una parentesi infrasettimanale di cui forse il Venezia avrebbe fatto anche a meno, ma il calendario propone stasera (ore 20.30, diretta streaming su www.sportube.tv) la trasferta a Ferrara per sfidare la Spal, terza nel girone B con 14 punti, dell’ex Oscar Brevi. Secondo turno a eliminazione diretta con supplementari e rigori in caso di parità. Maurizio Rossi in panchina, mezza squadra a casa, ma anche gli estensi presenteranno una formazione assai rimaneggiata rispetto a quella del campionato. Un anno fa il Venezia vinse a Ferrara (1-0) con rete di Dramè nel primo tempo supplementare. Maurizio Rossi presenterà Fortunato in porta e D’Arsiè in panchina, Panzeri e Scanferlato sulle fasce, Legati e Cernuto (squalificato per una giornata, salterà la Cremonese) centrali, forse farà rifiatare Carcuro, che figura tra i convocati, spazio a Meite e Zaccagni, attacco sperimentale con Siega centrale, Franchini e Varano esterni, ma potrebbe scoccare anche l’ora di Alba. Oltre a Scanferlato e Meite, Rossi porterà a Ferrara anche Dell’Andrea, Callegaro, Chien e Panfilo.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Catania-Vicenza, per lui, sarà una “prima volta” di quelle che non si scordano mai. Fabio Sciacca, catanese doc classe 1989, per tanti anni in maglia rossoazzurra tra giovanili e prima squadra, sabato pomeriggio proverà l´emozione tutta particolare di scendere in campo da avversario nella sua città, contro la sua squadra del cuore. Sciacca, per la prima volta affronterà il Catania da avversario nel “suo” stadio. Come vive l´attesa? «Sarà una partita particolare, inutile nasconderlo. Andavo a vedere il Catania in curva da ragazzino, poi ho avuto l´emozione di giocarci, di esordire in serie A, di fare addirittura il capitano a soli 18 anni in un Catania-Napoli, grazie alla scelta del tecnico Walter Zenga… Sicuramente mi batterà il cuore tornando per la prima volta al Massimino da avversario, dovrò trasformare questa emozione in una grande carica positiva per dare del mio meglio». Avrà tanti amici e parenti a tifare per lei. «Quello di sicuro, infatti con i miei compagni dovrò un po´ mettermi d´accordo per riuscire a farmi lasciare qualche biglietto in più. Spero che possano vedere una bella partita, ma soprattutto un´ottima prestazione e un risultato positivo per il Vicenza». Troverete una squadra in difficoltà, visti gli ultimi risultati. «Eh, questo è vero, però sarà soprattutto una squadra molto forte e determinata a riscattarsi. Noi non dovremo concedere loro campo e respiro, perché se cominceranno a prendere confidenza, a rianimarsi, allora trascineranno dalla loro parte anche il pubblico e tutto per noi diventerà molto più difficile. Noi invece dovremo cercare di aggredirli, di non fargli ritrovare certezze, perché allora anche i tifosi catanesi potrebbero spazientirsi, e con i fischi del tuo stadio non è mai facile restare tranquilli…».

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dieci punti e tredicesimo posto in classifica in coabitazione con Ternana e Brescia. Un risultato, quello del Vicenza di Giovanni Lopez, senza dubbio positivo a quasi un quarto del cammino del lungo torneo cadetto. Sabato al «Massimino» i biancorossi sono attesi da un altro impegno molto complicato contro una squadra, quella siciliana, che era partita per tornare immediatamente in serie A ed invece si trova all’ultimo posto in classifica. La sfida in terra siciliana darà comunque altre risposte su un Vicenza che sta pian piano crescendo come squadra, e che sta aumentando la convinzione nei propri mezzi. C’è molto di buono, considerato anche che il gruppo si sta allenando insieme di fatto dal 15 di settembre, data di chiusura della proroga del marcato, ma c’è anche più di qualcosa da limare. La retroguardia per esempio, sta offrendo un buon rendimento, con sei gol subiti in otto partite, media macchiata dalla gara di Lanciano in cui il Vicenza ha incassato quattro gol. Considerando però lo stop in terra abruzzese come un episodio sfortunato, si può sottolineare come l’attenzione, la concentrazione in fase difensiva siano molto migliorate rispetto alle prime gare del campionato, tanto che dopo le due reti subite su calcio d’angolo a Trapani, il Vicenza, Lanciano a parte, è stato trafitto da tre calci di rigore e da una sola rete su azione, quella di Avenatti nella sfida persa al Menti contro la Ternana. Ma in difesa si deve migliorare, evitando di abbassare troppo il baricentro della squadra e migliorando la fase di impostazione della manovra. In questo, fortunatamente per il Vicenza, mister Lopez ha trovato un Di Gennaro in gran spolvero, un giocatore che finora ha dimostrato come la serie B gli vada decisamente stretta. L’ex palermitano fin dal suo arrivo è stato schierato « alla Pirlo» davanti alla difesa, e le prestazioni sono state ottime. Il problema può nascere quando Di Gennaro non giocherà, considerato che Moretti è in ritardo di condizione, e che le mezzali finora hanno svolto un buon lavoro in fase di copertura, ma sono state meno positive nel cercare il gol.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Il Cittadella perde la terza partita consecutiva in casa ed è fischiato dai propri tifosi. Un evento insolito al Tombolato, con il pubblico che ha evidenziato segnali di insofferenza per tutto l’arco dell’incontro di lunedì sera. Claudio Foscarini ritorna sull’argomento: «I fischi ci stanno quando giochi una gara come quella dell’Entella, li devo accettare io e lo devono fare i calciatori. La gente al novantesimo è libera di esprimere il prossimo dissenso, non capisco invece i segnali di insofferenza manifestati già dopo pochi minuti, in qualche passaggio all’indietro, o in disimpegni sbagliati. La squadra invece credo vada aiutata durante la partita, specie nelle difficoltà». E il momento è davvero complicato per i colori granata, che hanno fatto 1 solo punto in 5 partite. Diverso invece il cammino di inizio stagione, con 7 punti in 4 gare. Ma qual’è il vero Cittadella? «È sempre lo stesso, gli uomini non sono cambiati. La squadra sa fare le cose evidenziate nella prima parte, adesso sta attraversando un periodo negativo, uno di quelli che si incontrano nell’arco di una stagione lunga come quella cadetta. E quando sei così debole devi ritrovare certe caratteristiche: rabbia, energia e determinazione». Poi serve la mano del tecnico per rimettere le cose a posto: «È doverosa una riflessione, occorrono dei correttivi per ritrovare la necessaria compattezza. Siamo troppo vulnerabili nella fase difensiva e anche l’attacco ha bisogno di essere rivisto dal momento che la squadra sta facendo tanta fatica nel mantenere il giusto equilibrio. Quello che c’era ad inizio stagione, che ci ha permesso di raccogliere buoni risultati». Sabato a Crotone non ci sarà Rigoni – squalificato per un turno per aver raggiunto la quarta ammonizione – probabilmente nemmeno Busellato che oggi sarà sottoposto a un’ecografia per valutare l’esatta entità dell’infortunio muscolare accusato lunedì sera. Foscarini sta pensando di chiedere al direttore Marchetti l’intervento sul mercato degli svincolati? «La rosa numericamente è ridotta all’osso a causa di squalifiche e infortuni, siamo con gli uomini contati, ma non è questo il punto: quelli che giocano devono dare tutti qualcosa in più di quanto non stiano facendo adesso. Lo pretendo».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Fischi che fanno un rumore assordante. Non capita spesso di sentire i tifosi al Tombolato contestare la squadra. La sconfitta subita lunedì sera nel posticipo con l’Entella (la quarta nelle ultime cinque gare, la terza di fila in casa) è invece stata accompagnata da cori che facevamo riferimento ai famosi attributi da tirare fuori e, appunto, da fischi per una prestazione decisamente sotto la sufficienza. Li ha ovviamente sentiti anche il dg Stefano Marchetti: «Ne prendiamo atto. Preferiremmo che in certi momenti il pubblico ci incoraggiasse, ma fanno parte del gioco e non ha senso, ora, stare qui a sindacare sull’opportunità o meno dei fischi, anche perché siamo noi a dover far ricredere i tifosi con quello che facciamo vedere in campo». Al di là della reazioni del pubblico, resta innegabile il passo indietro nella qualità della manovra rispetto alle belle cose fatte vedere a inizio stagione: contro l’Entella il Citta è sembrato una squadra priva di idee, aggrappata alle invenzioni di Sgrigna (che non sempre possono arrivare) e a lanci lunghi comodi da neutralizzare. Un’involuzione che riconosce anche Marchetti. «Purtroppo la serie di partite perse ha creato uno stato d’animo di tensione e paura, che blocca la squadra e non le consente di esprimersi secondo il suo potenziale. Le giocate che in altri momenti venivano naturali ora ci riescono difficili». La beffa si aggiunge al danno: per la trasferta di Crotone di sabato il centrocampo è in emergenza. Rigoni, ammonito lunedì sera e già diffidato, salterà la partita, e Busellato, uscito anzitempo (si parla di un lieve stiramento ai flessori della coscia sinistra), sarà fuori causa. «Già, piove sul bagnato, ma occorre reagire, indipendentemente da questa o quell’assenza. Sabato dobbiamo tornare ai tre punti: una frase che ripetiamo spesso, ma che ora deve tradursi nei fatti, perché abbiamo le potenzialità per uscire da questo momento. Come si fa? Ci vogliono corsa, determinazione e attenzione. Solo se ritroveremo questi elementi potremo rialzarci. Un risultato favorevole ci aiuterebbe anche a ritrovare il gioco». Ieri pomeriggio il gruppo si è allenato al Tombolato, prima di partecipare alla Festa del tifoso, in serata, nel tendone a Villa Rina.

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Tutti i grandi eventi si definiscono tali anche per l´attesa che creano. Per quel fatidico conto alla rovescia che a ogni “meno” che si conta è un “manca poco” in più. Bene, è meno quattro. E poi sarà Arzichiampo-Padova. Non “una”, ma “la” partita, se la si guarda con gli occhi della Banda Beggio. Quella partita che non ci si sarebbe mai aspettati di giocare, almeno fino alla notizia esplosa in un tardo pomeriggio di luglio, quando il Padova ha alzato bandiera bianca e dichiarato il fallimento. Ma, anche se all´anagrafe oggi fa Biancoscudati Padova, il dna di ieri non è cambiato. Come quello dei suoi tifosi. Domenica, nel big match casalingo contro il Belluno, erano quasi in 6 mila all´Euganeo. E tra cinque giorni, ma con le dovute proporzioni, i tifosi biancoscudati si riverseranno anche al Dal Molin, che di spettatori ne può contenere circa 1400. Le previsioni dicono che i seguaci potrebbero essere circa un migliaio. E proprio in virtù di questo, l ´Arzichiampo sta pensando di adattare l´impianto a misura di questa esigenza. L´idea, ipotizzata ieri dal presidente Lino Chilese, sembra essere quella di invertire il settore ospiti (di capienza inferiore) con quello riservato al pubblico di casa, dove andrebbero a sistemarsi i tifosi biancoscudati. Di questo, e anche delle rispettive misure di sicurezza, si parlerà domani in questura a Vicenza, dove – assieme al questore Gaetano Giampietro – si ritroveranno proprio Chilese e il presidente del Padova, Giuseppe Bergamin. È fissato invece per venerdì l´incontro tra il presidente dell´Arzichiampo e il Comune di Arzignano. «È un evento storico per la vallata – ha commentato Chilese -, e proprio per questo stiamo lavorando per far sì che ci sia l ´accoglienza migliore. Il campo è bello e in ottime condizioni, e devo ringraziare il Comune per tutti i lavori svolti». DAL CAMPO. Detto degli spalti, lo spettacolo sarà anche e soprattutto sul campo. E se il Padova, capolista a punteggio pieno, si presenterà al Dal Molin ancora orfano del suo “Rulo” Ferretti (stiramento di terzo grado al flessore), l´Arzichiampo ha iniziato ieri a studiare le prime mosse. Ma se le carte restano ancora coperte, ci si può basare su alcuni dati. E i numeri dicono che sugli 8 gol messi a segno dai gialloazzurri, 7 vengono dalla vecchia guardia: 4 sono griffati Trinchieri, 2 Carlotto, 1 Simonato e l´ultimo dal “nuovo” Marchetti. Cifre che vanno lette con lo sguardo positivo che vale una certezza: gli elementi che lo scorso anno si sono guadagnati la Serie D, hanno dimostrato di valerla.

Ore 12.00 – (Gazzettino) E aggiunge: «Essendo sotto cura antibiotica non posso fare sforzi e riprenderò martedì. Non vedo l’ora di tornare in campo: domenica ho sofferto a vedere la partita in tribuna. I ragazzi sono stati bravi, hanno fatto una grande gara. Se vincono anche senza di me – dice sorridendo – resto fuori sempre, prendo la mia sciarpa e vado a vedermi la partita in tribuna Fattori…». Su Busetto, che ha giocato al suo posto, osserva: «È uno dei giovani più bravi che abbiamo, l’aveva già dimostrato quando era stato chiamato in causa». Restando all’infermeria, De Poli fa il punto. «Ferretti e Denè effettueranno una visita di controllo domani. Ferretti in panchina ad Arzignano? Se c’è meglio, altrimenti va bene lo stesso. L’importante è che sia a posto al 100 per cento. Sentinelli è ancora molto indolenzito, ha fatto terapia e oggi farà qualcosa in campo. Thomassen non si allena, è sotto antibiotico per la febbre. Bruzzi farà domani analisi mirate dato che è alla seconda ricaduta influenzale». Domani si saprà l’esito del ricorso di Segato nell’ottica di avere scontata l’ultima giornata di squalifica. Oggi la squadra riprende la preparazione (doppia seduta), mentre ieri all’Appiani si è allenato solo un gruppetto di giocatori.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Matteo Dionisi può tirare un sospiro di sollievo dopo il colpo rimediato con il Fano in Coppa Italia. Il trauma a un testicolo è in via di guarigione: dopo la preoccupazione dei giorni scorsi, la notizia confortante è stata resa nota dal giocatore affiancato dal diesse De Poli. Dionisi salterà la trasferta con l’Arzignano Chiampo, e tornerà in gruppo martedì. Ieri ha effettuato un’ecografia di controllo che ha evidenziato il miglioramento della zona colpita. «A seguito del trauma – spiega De Poli – si era formato un edema e quindi eravamo preoccupati. La situazione è migliorata, non ci sono più i rischi di qualche giorno fa. Questa settimana lavorerà in piscina e martedì si unirà ai compagni». Ecco Dionisi. «È stata una brutta esperienza. Ho preso una botta in un normale contrasto di gioco nel primo tempo, e già all’intervallo avevo sentito di avere problemi. Ho continuato a giocare e a fine gara avevo dolore e nausea. Ringrazio la società che mi ha messo subito nella possibilità di fare tutti gli accertamenti del caso. Ero preoccupato perché vedevo i medici pensierosi, addirittura era stata paventata l’ipotesi di un intervento chirurgico che è stata per fortuna scongiurata».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Si era infatti superata quota 5.729 solo in occasione del derby con il Cittadella, degli incontri con Palermo e Siena, formazioni retrocesse dalla serie A, e in quelli con Novara ed Empoli in cui il biglietto in vendita a un euro. Andando indietro di un ulteriore anno, nel campionato 2012-13 per dieci volte si sono registrati numeri inferiori a quelli dell’ultima gara disputata da Ilari e colleghi. E se l’attuale palcoscenico è la serie D, l’undici di Parlato, quanto a tifosi, sarebbe in zona play off pure nel torneo cadetto. Considerando infatti le undici gare dell’ultimo turno, solo in cinque -ma a La Spezia il saldo è di otto presenze in più – il numero degli spettatori era superiore all’Euganeo, con il Padova alle spalle di Bari, Bologna, Frosinone e Vicenza. E domenica si prevede una nuova trasferta di massa. La tribuna dello stadio di Arzignano Chiampo divisa in due parti, può contenere 1.200 persone, con 800 posti riservati ai tifosi del Padova. Domani pomeriggio è in programma una riunione alla Questura di Vicenza per chiedere l’uso di ulteriori cento posti nei parterre.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Nella partita di esordio del campionato di serie D contro l’Union Pro erano 2962 gli spettatori presenti all’Euganeo. Nella successiva gara casalinga con il Mori Santo Stefano si è raggiunta quota 3.849, numero ulteriormente incrementato con il Mezzocorona (4.569) fino al picco di domenica scorsa in cui erano 5.729 i paganti (compresi i 3.511 abbonati) per la sfida al vertice con il Belluno. In meno di un mese e mezzo sono dunque praticamente raddoppiati i tifosi sugli spalti per gli impegni casalinghi del Padova, a dimostrazione di un legame sempre più forte tra il popolo biancoscudato e la nuova portacolori cittadina. Ancora più impressionanti questi dati, considerata la categoria, se analizzati sotto altri punti di vista o se confrontati con altre situazioni o realtà. La media, ad esempio, è di 4.277 persone a partita e tra un incontro e l’altro all’Euganeo si sono registrati in sequenza incrementi del 30, 19, 25 e ancora 25 per cento. L’affluenza della partita di domenica scorsa con il Belluno, elemento che la dice lunga sull’entusiasmo con cui viene vissuto dalla piazza il nuovo corso, è stata superiore a 16 delle 21 partite giocate in casa nella passata stagione in serie B.

Ore 11.20 – (Gazzettino) «We are Padova». Recitava così il mega striscione all’ingresso dell’osteria Polissena di Perarolo di Vigonza dove ieri sera è andata in scena la terza edizione di “Scudati per Silvia”, festa organizzata dagli ultras e dal tifoso Denis Giardini per raccogliere fondi a favore della bambina affetta da ritardo psico-motorio. Ospiti d’onore il presidente Giuseppe Bergamin e i giocatori Marco Ilari e Filippo Pittarello che si sono intrattenuti in un clima di grande entusiasmo con i tifosi nel locale tappezzato di sciarpe e bandiere biancoscudate. Presente anche Sandro Vecchiato di Birra Antoniana, uno dei main sponsor del Padova. Oltre a un brindisi, non è mancata la richiesta di foto ai giocatori anche da parte dei tifosi più giovani, particolarmente numerosi. In occasione della lotteria è stata messa in palio anche una maglietta del Padova. «Non conoscevo la storia di Silvia -sottolinea Bergamin – questa festa è un’iniziativa molto utile per lei e per la sua famiglia. È un piacere partecipare con lo spirito di dare un aiuto. Oltre all’attaccamento alla squadra, i tifosi sono da apprezzare anche per iniziative come queste». Ecco Ilari. «Silvia è una bimba dolcissima, è un piacere poterla aiutare. È molto bello e appagante per noi giocatori vivere questo entusiasmo dei tifosi».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «È una soddisfazione a livello morale». Gianluca Sottovia commenta così la causa vinta contro il Calcio Padova 1910. «In tutta questa vicenda sono state ristabilite le cose e i diritti dei lavoratori una volta ogni tanto vengono fatti rispettare. Ringrazio il mio avvocato Francesco Rossi che non ha sbagliato un colpo e vedremo all’atto pratico cosa succede dato che la società è defunta. Ormai ho voltato pagina, penso alla mia famiglia e basta». Per l’esito positivo della causa è stato fatto valere l’articolo 18 sul quale c’è grande dibattito a livello nazionale. «È uno dei pochi baluardi che difende i lavoratori, altrimenti non so che fine farebbero». Sottovia ha iniziato la sua esperienza lavorativa nel Padova nel febbraio 1990 ed è andata avanti ininterrottamente per 24 anni ricoprendo tutte le cariche in segreteria e anche a livello amministrativo, tanto da essere stato nelle ultime stagioni anche direttore generale del club. Si sarebbe mai aspettato un epilogo del genere? «Assolutamente no. Il Padova è la squadra per la quale ho sempre fatto il tifo e lavorandoci ho coronato il sogno di molte persone. È chiaro che mi fa piangere il cuore vedere la fine che ha fatto il vecchio Padova, non avrei mai pensato a una tragedia del genere. Questa sentenza mi distacca dalle persone che hanno gestito la società nell’ultimo periodo».

Ore 10.50 – Qui Guizza: in corso l’allenamento mattutino dei Biancoscudati, ai quali spetta una doppia seduta oggi.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Ora Mazzocco vive nella foresteria del centro sportivo della Guizza e torna a Quero dopo le partite, dove lo aspettano mamma Claudia, papà Gianantonio, il fratello piccolo Emanuele (14 anni, anche lui calciatore) e quello grande Mirco, di 21. Una famiglia che lo segue sempre e l’ha incoraggiato anche a non abbandonare gli studi. Da quest’anno Davide sta studiando per terminare l’ultimo anno di istituto tecnico per geometri. In una scuola un po’ particolare. «Mi sono iscritto a una scuola online. Le lezioni le seguo via skype e sempre via skype vengo interrogato dal professore». Così può sbirciare gli appunti senza che la veda. «No, voglio essere serio. Tengo molto a completare gli studi e voglio togliermi questo peso. Speriamo a fine stagione di poter festeggiare un traguardo importante con il Padova e anche la mia maturità». Traguardo importante che risponde al nome di Lega Pro. Se il Padova fosse promosso, il Parma la lascerebbe ancora in biancoscudato? «Non dipende da me. Certo, se il Parma decidesse di trattenermi nella sua rosa sarei felicissimo ma anche restare a Padova, dove mi trovo bene, sarebbe un ottima soluzione. Sarebbe bello giocare qui anche in Lega Pro».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) C’è un giocatore che, finora, non si è mai fermato. In campo e nella vita. Una delle più grandi sorprese di questo Padova di inizio stagione è Davide Mazzocco, pedina fondamentale nello scacchiere di Parlato e non certo perché è un under. Il diciannovenne centrocampista finora non ha saltato nemmeno un minuto in campionato (come lui soltanto Petkovic e Degrassi), ha già segnato due gol importanti e continua ad andare di corsa. Sul terreno di gioco e anche fuori dal campo. Non è stato un avvio di carriera facile, quello del mediano nativo di Quero, paesino ai confini tra le province di Belluno e Treviso. Dopo essere entrato nel vivaio del Treviso, nel 2009 ha dovuto lasciare la Marca, complice il fallimento del club, e trasferirsi a Cittadella. «In granata è stato l’anno più duro», confessa Mazzocco. «Ho giocato poco per via di continui problemi al ginocchio e a fine stagione non mi hanno confermato». Quindi l’approdo a Montebelluna, valso due stagioni dopo la chiamata in quell’enorme calderone di giocatori, giovani e non, che risponde al nome di Parma. «I primi mesi in Emilia sono stati traumatici, vivevo in hotel, lontano da casa. Ho tenuto duro e pian piano mi sono ambientato, giocando con buona continuità l’ultima stagione nella Primavera. Poi, la scorsa estate non sapevo che fine avrei fatto, finché non è arrivata la chiamata del Padova».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’ultima ecografia, effettuata ieri, ha riportato il sereno: «La situazione si sta risolvendo da sola», ha spiegato il diesse De Poli. «È molto migliorata e i rischi di qualche giorno fa sono scongiurati. Penso che da martedì della prossima settimana Dionisi riprenderà ad allenarsi, ora avrà un’altra settimana di decorso post-traumatico per evitare rischi». Ad Arzignano sarà ancora Busetto a presidiare la corsia di destra. La speranza. Tra oggi e domani, intanto, sono attese altre notizie importanti. In primis dal Rulo Ferretti: se la visita di controllo programmata per questa sera darà la risposte sperate, l’attaccante argentino da domani potrebbe riprendere a spingere ed andare in panchina ad Arzignano, a sole tre settimane dall’infortunio. Tra domani pomeriggio e venerdì mattina, invece, arriverà la decisione della Corte d’Appello della Figc in merito al ricorso presentato in avversione alla squalifica di tre giornate inflitta a Nicola Segato: se il collegio darà ragione al Padova e gli cancellerà un turno, il centrocampista domenica tornerà regolarmente in campo. Oggi, infine, saranno rivalutate le condizioni di Sentinelli, ancora dolorante dopo la botta rimediata domenica scorsa: una situazione che comunque non allarma.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Padova è ormai proiettato alla sfida di Arzignano. Da questa mattina il via alla settimana di allenamenti alla Guizza, con la squadra che oggi sosterrà una doppia seduta, ma l’attenzione è volta al di fuori del campo: domenica non ci sarà ancora Dionisi, ma la speranza è che nelle prossime ore arrivino buone nuove sul fronte degli altri due assenti eccellenti, Ferretti e Segato. La paura. Il terzino arrivato dal Pordenone è fermo dalla settimana scorsa, dalla gara di Coppa Italia di Fano quando, nel corso del primo tempo, subì un colpo ad un testicolo in uno scontro di gioco fortuito. «È stata una brutta esperienza, per nulla piacevole», ha raccontato il difensore. «Il classico corpo a corpo, ho preso una manata ma non ci ho dato troppo peso perché è una cosa che può capitare. All’intervallo mi sono accorto che già si vedeva qualche conseguenza, la zona si era gonfiata, ma preso dall’adrenalina del momento ho deciso di rimanere in campo. A fine partita il gonfiore era ancora lì». Nelle ore successive al match, però, la preoccupazione cresce: «Ho cominciato ad avere dolore, ad avvertire un po’ di nausea. Alla mia preoccupazione si è aggiunta quella dei medici: sembrava un trauma importante, tanto che si era addirittura paventata l’ipotesi di un intervento e si parlava di rischi molto gravi, che poi fortunatamente sono stati scongiurati. Io non ho ancora figli, e ci terrei ad averne un giorno: il primo pensiero è andato alla salute, e per fortuna è andato tutto bene e ringrazio la società per essermi stata vicina. Adesso che ogni conseguenza è esclusa non vedo l’ora di rientrare in campo il prima possibile».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Erano più di un centinaio i tifosi biancoscudati che hanno accolto il presidente Bergamin, Marco Ilari e Filippo Pittarello, nella prima uscita pubblica della nuova società a un club di tifosi. Del resto l’occasione era delle più nobili, “scudati per Silvia”, l’evento organizzato all’osteria Polissena di Perarolo per raccogliere fondi da destinare a Silvia, bambina affetta da ritardo psico motorio. Entusiasmo alle stelle dopo la vittoria contro il Belluno e l’incitamento dei tifosi ai giocatori a dare ancora il massimo per fare il vuoto in classifica. I giocatori hanno posato con i tifosi, stretto mani e rassicurato che da qui fino alla fine della stagione tutti in campo daranno il massimo. D’altra parte dopo un sette su sette che nessuno si sarebbe mai aspettato, è logico che i tifosi ora si aspettino altri successi contro tutti gl iavversari.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La seconda battaglia riguarda la liquidazione del trattamento di fine rapporto, mai riconosciuta allo stesso Sottovia, e per la quale è bloccata nelle casse della Lega di serie B una somma di 700 mila euro (anche se l’importo da versargli è molto più basso), dopo il relativo decreto ingiuntivo del giudice del Lavoro di Padova Francesco Perrone (l’udienza per stabilire il quantum è stata fissata per metà novembre davanti al Tribunale di Milano, competente in quanto la stessa Lega ha sede nella metropoli lombarda). Tornando alla sentenza di ieri, il giudice Dallacasa, includendo i giocatori nel calcolo dei dipendenti della Spa biancoscudata (i cui contratti sono disciplinati dalla legge 91/81), fa in modo che la società conti, di fatto, più di 15 dipendenti e che la tutela dell’articolo 18 possa essere estesa anche al dirigente licenziato, rifacendosi in ciò alla sentenza della Cassazione numero 24193 del 2013, che ha sancito legittimo il reintegro di un addetto alla contabilità del Calcio Napoli mandato via nel 2004. Sottovia, pertanto, dovrà essere reinserito “nel medesimo posto di lavoro” e gli dovrà essere corrisposta “un’indennità commisurata all’ultima retribuzione di fatto dal giorno del licenziamento sino all’effettiva reintegra, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali, sino al saldo”. Il club dovrà poi provvedere al “versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti per il medesimo periodo”. Infine, il Calcio Padova Spa pagherà le spese legali, fissate in 4.000 euro. Soddisfatto l’avvocato Francesco Rossi, che ha difeso l’ex d.g., ora in attesa di capire come si muoverà Penocchio, visto e considerato che l’Acp 1910, pur affiliato alla Figc, non svolge più alcuna attività agonistica. «È una sentenza che ci soddisfa pienamente», le sue parole, «perché dimostra l’inesistenza del giustificato motivo addotto per il provvedimento di un anno fa». Laconico Sottovia: «Sono contento che i diritti dei lavoratori siano stati rispettati e aspetto le decisioni della proprietà». Una proprietà che ha presentato domanda di concordato al giudice fallimentare e che deve trovare accordi con oltre 100 creditori per evitare il crac finanziario.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I dipendenti delle società di calcio godono degli stessi diritti dei lavoratori di qualsiasi altra azienda? Sì, se si parla di articolo 18. A ribadirlo, perché c’era già stato un precedente analogo (come riferiamo a parte), è una sentenza del giudice del Lavoro di Padova Mauro Dallacasa, che ha disposto il reintegro di Gianluca Sottovia nel ruolo di direttore generale del Calcio Padova in quanto il suo licenziamento, comunicato per lettera il 14 ottobre 2013, è da considerarsi illegittimo. Una sentenza che farà giurisprudenza, perché stabilisce inequivocabilmente che, quando si parla di Spa o srl del pallone, “sussiste il requisito dimensionale per l’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, dovendo essere inclusi nel computo dei dipendenti (della società stessa) anche i calciatori professionisti. Il fatto che ad essi non si applichi l’articolo 18 non è ragione per escluderli dal calcolo dei dipendenti, al fine dell’applicazione a terzi di tale disposizione”. È la prima di due battaglie legali che il 45enne dirigente ha intentato contro la sua ex società, nel cui organico era entrato agli inizi del 1990 come segretario del settore giovanile, e di cui è stato un punto di riferimento costante sino al momento della vendita, dalla Unicomm di Marcello Cestaro a Diego Penocchio, avvenuta a fine giugno 2013, dopo l’accordo raggiunto dall’imprenditore bresciano con la Gsport di Montichiari (concessionaria di pubblicità) di Italo e Alessandro Giacomini, interlocutrice del cavaliere vicentino nella trattativa.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’infortunio dello stesso Ferretti è una mazzata, ma ben assorbita dalla squadra; anche Bruzzi è ko per una forma virale che lo sta debilitando. Per il resto tanti applausi e sorrisi, con la certezza che la situazione non presenti elementi di criticità tali da far scattare allarmi ingiustificati. Domenica si va ad Arzignano contro l’Union ArziChiampo e le uniche spine sono gli infortuni, primo su tutti quello al testicolo di Davide Dionisi: «Ho preso questo colpo sul finale del primo tempo nella partita di Fano – spiega il difensore – ho continuato a giocare ma a fine partita c’era dolore e gonfiore. Ero preoccupato a livello personale, ma la società già da mercoledì sera mi ha messo nella possibilità di effettuare tutte le visite del caso. Anche i medici erano preoccupati, c’era anche la possibilità che venissi operato, fortunatamente il problema si sta risolvendo da solo». Avanti tutta.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A gennaio, secondo quanto trapela, potrebbe essere fatto uno sforzo in tal senso irrobustendo il reparto andando a pescare nel vivaio di un grosso club di serie A. A centrocampo la sorpresa è Mazzocco, che coniuga qualità e quantità, oltre che uno spiccato senso della posizione. La certezza è Nichele, partito piano ma che, lentamente, sta diventando sempre più importante all’interno dello scacchiere a disposizione di Carmine Parlato. Unica macchia, la sciocchezza di Segato con il Mezzocorona, costata tre turni di squalifica. Un gesto censurabile che tuttavia ha avuto il merito di confermare che anche i ricambi presenti in rosa sono all’altezza e che fanno dormire sonni tranquilli. In attacco la certezza è Ferretti, Tiboni è in crescita, Ilari è scatenato e regala sprazzi di classe oltre che gol pesantissimi. Ci sono alternative di spessore in tutti i ruoli ed è difficilissimo, se non impossibile, scovare i punti deboli del reparto.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Cosa va (tanto, anzi tantissimo) e cosa non va (poco, anzi pochissimo). Nello scatenato Padova che, giornata dopo giornata, continua a mostrare i muscoli, un’analisi seria e approfondita di pregi e difetti non può che evidenziare la cura e la lungimiranza con cui in estate è stata costruita (sia pure in fretta e furia per motivi contingenti alla ripartenza da zero) la squadra. In porta, per esempio Petkovic è una sicurezza nonostante la giovane età, ma è l’intero reparto, pur con qualche ruvidezza di troppo in alcuni tratti, ad aver lasciato un’impressione eccellente: Dionisi, Sentinelli e Niccolini offrono una prestazione da applausi dopo l’altra. Qualche alto e basso da Degrassi, che è giovane e può migliorare. A voler essere pignoli forse manca un elemento duttile, in grado di poter far scattare all’occorrenza le rotazioni tenendo conto delle regole dei giovani che impongono di schierare un classe 94’, due ‘95 e un 96’.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La crisi all’epoca era soltanto sportiva. Nessuno pensava, nel respiro di un’estate, di trovarsi di fronte ad un fallimento (per ora) allontanato, alla nascita di una nuova società e al fatto che il Calcio Padova 1910 diventasse una scatola vuota: da lunedì in quella scatola vuota è stato reinserito l’ex direttore generale Gianluca Sottovia. Lo ha deciso il giudice Mauro Dallacasa che ha dichiarato «illegittimo», invocando l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, il licenziamento dell’ex dg, sostituito all’arrivo del presidente Diego Penocchio da Alessio Secco come direttore sportivo; Giuseppe Mangiarano, nuovo segretario generale; Marco Valentini responsabile dell’area tecnica e Elisa Penocchio, alla comunicazione. Alla base del licenziamento quindi c’era la nascita di una nuova proprietà e «non un motivo oggettivo» come recita, appunto, l’articolo 18. Sottovia, assistito dall’avvocato Francesco Rossi, verrà reinserito «nel medesimo posto di lavoro» con «una indennità commisurata all’ultima retribuzione di fatto dal giorno del licenziamento sino all’effettiva reintegra, oltre alla rivalutazione monetaria, oltre a condannare il club al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti per il medesimo periodo». Ma il Calcio Padova è sull’orlo del baratro.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ottava giornata, domenica 26 ottobre ore 14.30): ArzignanoChiampo-Padova, Belluno-Giorgione, Fontanafredda-Dro, Mezzocorona-Clodiense, Montebelluna-AltoVicentino, Mori Santo Stefano-Legnago, Tamai-Sacilese, Triestina-Union Ripa La Fenadora, Union Pro-Kras Repen.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 21, Alto Vicentino 19, Bellun0 18, Sacilese 15, Tamai 11, Clodiense e Montebelluna 10, Union Ripa La Fenadora, Giorgione e ArziChiampo 9, Union Pro 8, Fontanafredda 7, Dro 6, Legnago 5, Kras Repen 4, Mori Santo Stefano 3, Triestina 2, Mezzocorona 0.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della settima giornata: AltoVicentino-Union Pro 2-0, Clodiense-ArziChiampo 1-3, Dro-Mezzocorona 0-0, Giorgione-Triestina 2-1, Legnago-Fontanafredda 3-2, Kras Repen-Tamai 0-0, Padova-Belluno 1-0, Sacilese-Mori Santo Stefano 4-0, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 21 ottobre: secondo giorno di riposo per l’undici titolare di domenica, mentre riserve ed acciaccati lavorano all’Appiani




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