Live 24! Padova, i Biancoscudati tornano ad allenarsi dopo il riposo post-Triestina

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.00 – (Giornale di Vicenza) Nel mezzo del cammin dell´Arzignanochiampo, c´è una “selva oscura” in cui la Banda Beggio sembra essersi pericolosamente smarrita. Era il 5 ottobre, bivio Giorgione. Proseguire sulla dritta via dell´imbattibilità o fare retromarcia. Purtroppo ha avuto la meglio la seconda. Sconfitta per 1-0 e, col senno di 30 giorni dopo, si può anche dire che sia stata la peggiore delle altre tre che sono seguite poi. Perché è stato proprio a Castelfranco che si sono accese le spie che avrebbero segnalato poi i problemi più grossi: la carente incisività e il non ancora concluso processo di aggregazione (tattica) dei nuovi (giovani e non) al gruppo-promozione. L´abbiamo chiamato bivio. Ma in fondo è stata una vera e propria svolta. Prima del Giorgione, l´Arzignanochiampo era in perfetta linea di galleggiamento, e soprattutto viaggiava imbattuto. All´alba del 5 ottobre erano 6 i punti messi assieme dalla Banda Beggio. Non un tesoro principesco, e va bene. Ma da neopromosso qual è, l’Arzignanochiampo non stava certo sfigurando al ballo della Serie D. Di più. Quella che nelle due stagioni precedenti (Promozione ed Eccellenza) si era dimostrata la carta vincente della Banda Beggio, stava continuando a vincere anche sul banco della Serie D: l´attenzione difensiva. Sono state solo due, infatti, le reti subite da Dall´Amico nelle prime quattro giornate. Quello che viene dopo il Giorgione, ha tutte le sembianze di un´involuzione. In termini di risultati (soprattutto) e di muro difensivo (che però si porta dietro la non collaborazione degli altri reparti). Con quello di Castelfranco, infatti, sono ben 8 i gol incassati. Quattro volte tanto quelli concessi nelle altrettante giornate precedenti. Per chi, solitamente, fa del reparto arretrato il proprio ombelico del mondo è un campanello d´allarme che suona.

Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Non male, ma potrebbe andar meglio. Questa è la risposta più comune alla generica domanda «come va?», e si adatta bene anche a un ipotetico quesito sull’andamento dell’Union Ripa La Fenadora. Dopo 9 gare infatti la formazione neroverde si ritrova al settimo posto in classifica con 13 punti. Di certo non una brutta posizione per una qualsiasi squadra che milita nel girone C di serie D e non ha velleità di promozione. Certo è che potrebbe andar meglio. A far proprio le pulci a Parteli e giocatori, si possono riscontrare anomalie in un percorso sempre in salita, ma che poteva essere anche migliore. Il pallone rimane rotondo e in una partita nulla è scontato, ma i due pareggi interni con Montebelluna (ottavo a 13 punti) e Tamai (sesto a 15 punti) pesano. «Il Tamai si è chiuso molto bene – spiega Enrico Antoniol, centrocampista e difensore se serve – e un campo come il Boscherai è un’arma a doppio taglio: è piccolino e con squadre così si fa fatica a trovare spiragli». In entrambe le partite l’Union voleva la vittoria e i due punti, per quanto importanti, risultano essere, guardando il bicchiere mezzo vuoto, solo un terzo della posta. «Abbiamo comunque cercato di giocare creando sia durante la gara sia naturalmente nel finale quando il Tamai è rimasto in dieci. La nostra priorità era comunque quella di fare una grossa prestazione e secondo me ci siamo riusciti rischiando poco o niente». Antoniol conclude: «Se avessimo trovato il gol credo che i tre punti sarebbero stati meritati. Dobbiamo continuare nella nostra striscia positiva e migliorare sul piano tecnico e fisico». Domenica prossima a Mogliano contro l’Union Pro (tredicesimo a quota 8) ci sarà l’obbligo di vittoria. Sul fronte Coppa Italia arriva l’ufficialità relativa alla gara degli ottavi di finale: l’Union sarà ospite dell’ArzignanoChiampo mercoledì 19 novembre. I neroverdi non hanno mai nascosto la volontà di continuare nel torneo.

Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Punto di vista. È un pareggio in chiaroscuro quello ottenuto dal Ripa Fenadora col Tamai. «Sta un po’ nel mezzo, come noi in questo momento», dice il ds Alberto Faoro, «sappiamo di essere una buona squadra, ma è ora di fare un salto di qualità; e, per riuscirci, partite come l’ultima bisogna vincerle. Per stare a metà classifica e fare un campionato tranquillo ci sta di pareggiare gare così, ma se vogliamo fare di più dobbiamo portare a casa i tre punti. Stiamo aspettando di fare il salto di qualità per trasformare questi pareggi in successi». Le due facce della medaglia. «E’ un pareggio che ha sicuramente degli aspetti positivi perché non abbiamo preso gol e abbiamo la seconda difesa del campionato. La parte negativa è che queste partite nel percorso della nostra crescita dobbiamo vincerle, pur non essendoci nulla da imputare ai ragazzi che hanno disputato la solita gara generosa», commenta il ds, «e comunque il Tamai è venuto a difendersi e non era facile. Bilancio 50 e 50». In casa è più difficile. Al Boscherai gli avversari vengono con un atteggiamento attendista, chiudendosi per ripartire, e diventa complicato infilarli. «Ma non è vero che in casa facciamo più fatica», sottolinea Faoro, «sicuramente è cambiato il modo in cui gli avversari ci affrontano, soprattutto in casa. L’anno scorso era l’anno scorso, in questa stagione le squadre vengono al Boscherai e si difendono; anche il Tamai che ha 2 punti in classifica più di noi. Dobbiamo essere bravi a fare qualcosa di diverso». Settimo posto in classifica. «Sono passate nove giornate e abbiamo perso solo due volte, di cui una con l’Altovincentino (capolista col Padova, ndr) in trasferta e una in maniera rocambolesca in casa con la Clodiense, per cui ci sono più aspetti positivi che negativi», evidenzia il ds, «quando non perdi partite come l’ultima va bene, c’è solo da fare qualcosa in più per vincerle». Carenza di gol. Se la difesa ha stretto un paio di viti ed è una delle meno battute, quello offensivo è l’aspetto da migliorare. Fra le prime dieci in classifica, i 10 gol realizzati finora dall’Union sono il numero più basso (la Sacilese, che ha il miglior attacco, ne ha segnati 25; il Belluno 18). «Stiamo segnando poco», conferma Faoro, «abbiamo bisogno di qualcosa in più dal punto di vista offensivo, cosa che non riguarda solo gli attaccanti. Serve probabilmente essere più propositivi». Mentalità. «Dobbiamo ragionare sul fatto che siamo una squadra di qualità. Un conto è giocare con Altovicentino, Padova, Belluno o Sacilese, ma con le altre possiamo pensare di vincerle tutte», aggiunge il direttore sportivo dell’Union, «domenica andiamo a Mogliano per affrontare l’Union Pro, una neopromossa che sta facendo anche buoni risultati, ma l’obiettivo sono i tre punti. Vogliamo e dobbiamo andare giù pensando di vincere».

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Continua la crisi di risultati dell’Union Pro che perdendo per 2-0 il derby di Montebelluna inanella la terza sconfitta consecutiva con un solo punto raccolto nelle ultime 5 giornate. In classifica adesso la squadra di mister Feltrin è da sola al sestultimo posto in piena zona playout anche se la salvezza diretta è solo un punto sopra. Preoccupa di più invece la sterilità offensiva visto che è da 5 giornate che l’Union non trova la via del gol. A tal proposito il direttore sportivo Valeriano De Pieri non esclude un intervento sul mercato per rinforzare la rosa: «A fine settimana ci sarà un summit in società per capire dove sarà più utile ritoccare la squadra. È un dato di fatto che fatichiamo a fare gol ma era comunque giusto dare la possibilità a chi aveva fatto bene in Eccellenza di misurarsi anche in serie D. Il salto di categoria è stato grande e stiamo risentendo anche dell’assenza del capitano Lorenzatti che continua ad avere problemi dopo l’operazione ai legamenti (mancherà sicuramente nelle prossime partite, ndr)». Quanti rinforzi state cercando? «Escludo che Della Bianca arriverà a Mogliano (raggiunto l’accordo con Cattelan, ndr). La società ha dato la disponibilità a ritoccare la rosa ma restando sempre con i piedi per terra quindi bisognerà vedere chi sarà libero a dicembre e se potrà fare al caso nostro». Questo periodo non può minare le vostre certezze sull’obiettivo salvezza? «Bastava segnare il rigore contro il Legnago e non perdere contro il Kras per avere una classifica migliore ma sappiamo che bastano 2-3 risultati positivi per ripartire. Adesso abbiamo 2 impegni consecutivi in casa (Ripa Fenadora e Tamai, ndr) dopo i quali faremo un bilancio e vedremo dove intervenire».

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo due consecutivi stop interni torna il sereno in casa del Monte, che si sbarazza nella ripresa dell’Union Pro. Chiusa la prima frazione sullo 0-0 grazie agli interventi risolutivi di Rigo, a spezzare l’equilibrio hanno poi provveduto i gol di Giglio e Garbuio. I tre punti intascati ai danni di una diretta concorrente fanno salire i biancocelesti a quota 13, in una posizione tutto sommato tranquilla anche se alle porte c’è la trasferta con la Triestina, prima squadra in grado di fermare la corsa del Padova. Marco Bressan, al rientro dopo un mese fermo ai box, si gode la vittoria nel primo derby stagionale: «Non era certo una partita facile, il loro avvio è stato migliore del nostro e ci abbiamo messo un pò a ripartire – osserva il jolly del Monte – volevamo assolutamente vincere per riscattarci dalla brutta sconfitta con l’Altovicentino, all’intervallo Pasa ci ha però invitato a non attaccare senza criterio. Poi ci ha pensato Giglio a rendere tutto più semplice». Finora avete ottenuto quattro vittorie contro altrettante dirette concorrenti alla salvezza. L’anno scorso facevate più fatica. Come lo spieghi? «Penso sia soltanto una casualità, rispetto alla passata stagione non è cambiato il nostro atteggiamento. Vogliamo sempre fare la partita per provare a vincerla, poi a volte va bene altre volte no». Eri al rientro dopo l’infortunio. Come è andata? «Non sono ancora al 100 per cento, ho fatto un pò di fatica anche perché venivo dalla prima settimana completa di allenamenti dopo un pezzo. L’importante era riprendere confidenza col campo, ora non posso che migliorare». Adesso vi aspetta la sorprendente Triestina. «Il loro pareggio a Padova è stato del tutto inaspettato, questo vuol dire che ogni squadra può fare risultato. Noi però vogliamo proseguire a vincere contro chi ci sta dietro».

Ore 20.30 – (Tribuna di Treviso) Avere il goniometro o il compasso nei piedi. Un’espressione che tratteggia giocatori mai banali, dotati di genialità e inventiva. Artisti, fantasisti, emuli di Pirlo. Un modo di dire che nel caso di Matteo Giglio, apriscatole nel derby vinto dal Montebelluna sulla Pro e capocannoniere del girone (assieme a Peluso) con 7 gol, è più che mai azzeccato. «Fino a 3 anni fa facevo il geometra, lavoravo in uno studio e mi dedicavo al design», racconta il 23enne trequartista di Cordenons, «Poi arrivò la chiamata dell’Andria in Lega Pro e decisi di concentrarmi sul calcio. Ma il ramo dell’arredamento mi piace e in futuro potrei riprendere quella strada». Il Montebelluna se lo coccola. Si aspettava i gol degli attaccanti e ha scoperto un Giglio multiuso. Centrocampista estroso e duttile, ma mai stoccatore prima di questa stagione. Iniesta è il suo mito, il tiro da fuori la specialità della casa. «Avevo realizzato al massimo 5 reti lo scorso torneo con la Sanvitese, iniziando come uomo d’ordine, ma affrontando il ritorno da trequartista», rivela, «Quel cambiamento deve avermi fatto svoltare. Ma non sono un attaccante e in vetta alla classifica dei cannonieri mi sento un po’ un intruso, anche se la doppia cifra è vicina e cercherò di raggiungerla. Il merito è di mister Pasa, che mi schiera nella posizione in cui riesco a rendere meglio. Nasco play, ma sono versatile: con il Monte ho giocato mezzala, esterno alto, seconda punta e trequartista». Le sue marcature, tutte di pregio, hanno fruttato 3 vittorie e 1 pareggio.

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il meritato, seppur sofferto, successo sul Giorgione ha permesso alla Clodiense di attestarsi su una buona posizione di classifica. Tre punti conquistati grazie anche ad un finale di gara con il coltello tra i denti da parte dei ragazzi di Andrea Pagan, rimasti in inferiorità numerica per l’espulsione del giovane difensore Francesco Tiozzo. E dire che la squadra lagunare, con un atteggiamento meno sbarazzino e superficiale, avrebbe potuto giustamente chiudere la pratica Giorgione già nel primo tempo quando aveva avuto la possibilità di del raddoppio in diverse occasioni, fallite per un eccesso di narcisismo e cattiveria sportiva. Errori che a volte si pagano (ed è già successo in passato) ma che per questa volta è andata bene grazie anche alla pochezza offensiva della squadra di Castelfranco. Ne è pienamente convinto anche l’estremo difensore granata Luca Tiozzo, rientrato alla Clodiense proprio questa estate, analizza dall’alto della sua esperienza il momento della sua squadra. «È vero – ammette Luca Tiozzo – a volte dobbiamo avere più cattiveria e bisognerebbe chiudere la partita ed invece siamo portati a giocare di fioretto e sciorinare belle giocate. Questa volta finalmente sul finire della gara siamo stati concentrati ed abbiamo sofferto non commettendo quelle fasi di amnesie che in passato ci sono costate punti preziosi». Tiozzo, che ha sostituito degnamente il più giovane Okroglic (infortunato) può vantare di aver contribuito alle due recenti e consecutive vittorie della squadra lagunare. «Mi alleno molto bene con Ivano Rossetti e cerco di farmi trovare pronto in caso di bisogno – conclude – È l’allenatore a fare le sue scelte ma a me interessa che la squadra lotti per raggiungere più presto possibile la salvezza». La squadra lagunare è attesa da un mese di novembre molto impegnativo. Già domenica sarà ospite del Belluno, poi ospiterà al Ballarin la Triestina e poi sarà di scena a Padova. «Le ultime ottime prestazioni ed i punti conquistati ci permettono di affrontare queste partite con grande serenità e tranquillità – dichiara l’allenatore Andrea Pagan – Dobbiamo però essere più concreti ed abbandonare certe leggerezze. Da non dimenticare che il nostro unico obiettivo è la salvezza».

Ore 19.50 – (Il Piccolo) La cartolina che arriva dall’Euganeo è simile a quella (sfottò a parte) che il Rocco aveva inviato al mondo del calcio in occasione dei play-out con la Pro Dronero. Cose mai viste, almeno a queste latitudini, sugli spalti di uno stadio che ospita una partita di dilettanti. Cinquemila persone e coreografie inconsuete anche attorno ai palcoscenici della B. A Padova succede quasi ogni domenica, a Trieste no. Qualcuno nella nostra città si interroghi sui perché. Una volta chiuso il capitolo nostalgia e rimpianti, all’Unione resta in mano un ciotolo sul quale costruire una strada in salita. L’esito del derby, sulla carta impossibile, può dare alla squadra e al suo nuovo tecnico un impulso. E lo stesso discorso sarebbe valido anche nel caso in cui la Triestina (e poteva starci) fosse uscita sconfitta dall’Euganeo. Perché da partite come quella di domenica la squadra più debole esce con un punto una volta su cento. Però non si può non sottolineare come Ferazzoli in soli cinque giorni di lavoro abbia capito come poter correre ai ripari al cospetto di un avversario così strutturato. Come? Facendo tesoro della semplicità e cercando di trasmetterla alla squadra. Il tecnico ha scelto la difesa a tre e due giovanissimi (Crosato e Loperfido) che Lotti non aveva mai utilizzato. Li ha messi nelle condizioni di aiutare i compagni di centrocampo e difesa e di essere sostenuti dai giocatori più esperti. Il centrocampo ne ha tratto giovamento con un Proia in costante crescita e anche la difesa è stata più protetta. La squadra ha coperto con efficacia gli spazi perché anche Aquilani (e per questo dopo mezz’ora non ne aveva più) è spesso arretrato sulla linea centrale. È evidente che con Bez unica punta, peraltro poco propensa a puntare verso la porta, non ci si poteva aspettare grandi giocate sul fronte offensivo. E così è stato. In questa occasione e con gli uomini attualmente a disposizione Ferazzoli non poteva fare altro e la squadra lo ha seguito con dedizione. Adesso toccherà a tutti cambiare musica. Perché domenica al Rocco il copione da recitare sarà decisamente diverso. Tutti si aspetteranno, dopo dieci turni, la prima vittoria contro il Montebelluna. Ma al di là del risultato, tra sei giorni ci sarà l’occasione per misurare come il nuovo tecnico intenda aggredire un avversario alla portata (più o meno) del gruppo che guida.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Lo aspettiamo dal 17 marzo del 2001: 2-1 per i rossoneri, dopo la sconfitta (2-0) all’andata. Viste le premesse, sarà un grande derby: Fontanafredda e Sacilese torneranno a sfidarsi domenica al Tognon. L’approccio non poteva essere migliore. I biancorossi hanno battuto 4-2 il Mezzocorona e ridotto a 7 lunghezze il distacco dalla coppia di testa (Padova e Altovicentino); il Fontanafredda ha spezzato l’incantesimo di Monrupino e battuto 4-1 il Kras. L’incrocio biancorossonero promette scintille. NIENTE DISTRAZIONI – Due i pensieri di Mauro Zironelli al termine della sfida con il Mezzocorona. Il secondo per il derby che si avvicina. Il primo per le distrazioni della sua Sacilese nei 20’ iniziali e negli ultimi minuti con i trentini. «Devo ancora capire – il tono di Ziro è serio – cosa è successo nella testa dei miei ragazzi. Mai visti così assenti. Forse dover affrontare l’ultima ha allentato l’attenzione. Così come dopo il quarto gol, quando hanno pensato di aver chiuso i conti. Invece – sottolinea – dobbiamo ringraziare Favaro che ha fatto tre autentiche paratone». A ribaltare lo 0-1 iniziale è stato Sakajeva (doppietta), in gol 2′ dopo essere stato chiamato in campo (27′). L’albanese si candida per un posto da titolare nella supersfida che avrebbe potuto giocare anche con l’altra maglia, quella rossonera. «I derby – dice Ziro – sfuggono a ogni logica. Noi però – promette – non ripeteremo gli errori di Tamai (1-2, ndr)». SALVADOR DELLA PATRIA – Lo cerchi in giro per l’Italia e poi te lo ritrovi in casa. Chi? Il bomber. Nicola Salvador, classe ’94. Esordisce da titolare e subito si porta via il pallone (tripletta, primo gol in collaborazione con il plavo Fross) e oggi in cambio porta le paste. Salvador trova spazio grazie alla fuga di De Martin e all’infortunio di Florean. «Non avevamo solo l’attacco giovane (Grotto, altro ’94, e Alcantara, ’96, ndr) – gongola Maurizio De Pieri -. In campo c’erano 6 fuoriquota. Il derby? C’è un notevole divario fra noi e loro. I miei ragazzi però – sorride – ci arrivano di corsa, dopo 2 vittorie e 7 gol. È il ritmo giusto per ridurre il gap». ARRIVANO I MARZIANI – Non solo campanile. Domenica big match anche a Tamai, dove giocheranno i marziani dell’Altovicentino, freschi di aggancio al Padova in vetta. La scorsa stagione lasciarono nel Borgo (2-2) due punti fondamentali nella corsa alla mancata promozione.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Così diversi ma entrambi, inaspettatamente, uomini-copertina del prossimo derby tra Fontanafredda e Sacilese. Sono di Nicola Salvador e Fatmir Sakajeva i volti felici dell’ultima domenica di serie D. Entrambi autori di una doppietta: prime gioie personali in un campionato sinora vissuto, soprattutto, dietro le quinte. Eppure, dopo il recente exploit, sarà dura togliere loro una maglia da titolare nell’attesissima sfida del Tognon (che manca da oltre 13 anni: l’ultima volta risale all’Eccellenza 2000-’01 e finì 2-1 per i rossoneri, alla fine però retrocessi). Nonostante il certo ritorno di Florean da una parte e quello probabile di Beccaro dall’altra. Sorprese. Due gol e un’autorete procurata. Quasi una tripletta per Salvador (classe ’94) nella partita forse più sentita di questa prima parte della stagione, visto che col Kras si trascinavano vecchie ruggini legate alla volata promozione della scorsa Eccellenza, di cui proprio l’attaccante rossonero è stato uno dei protagonisti. Grazie alle sue reti e al sigillo di un altro nome a sorpresa, quello del trequartista Edison Hoti (’96), finalmente tesserato e subito mandato in campo da De Pieri per uno scampolo di gara, il Fontanafredda ha colto la seconda vittoria consecutiva, spingendosi a soli 3 punti dalla zona play-off. Per Salvador, autentico prodotto del vivaio rossonero, un orgoglio in più. Ieri tra coloro che si sono congratulati con lui sulla sua pagina Facebook anche l’ex maestro, Fabio Rossitto, cui il ragazzo ha risposto con ironia: «Anche i terzini segnano ogni tanto mister». In effetti il gol non è mai stato una sua prerogativa. Ma chissà che a Monrupino non sia nato un nuovo bomber. Completo. Sakajeva (’96), viceversa, il gol sembra averlo nel Dna. La scorsa stagione, non a caso, si è laureato capocannoniere del campionato junores con la maglia del Pordenone. In serie D, tuttavia, non aveva ancora segnato. L’ha fatto domenica con una doppietta lampo, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo. Un gol di sinistro, uno di destro. E una traversa da cui è nato il quarto centro di Spagnoli. Mezzocorona tramortito, Sacilese al terzo successo di fila in casa, miglior attacco del girone (25 reti) e ora più vicina alla vetta. Nella rincorsa alla coppia di testa ecco spuntare l’entusiasmo di questo talento albanese. Pragmatico. Terzo pareggio a reti bianche nelle ultime 4 giornate. Per il Tamai ottimo punto sul campo dell’Union Ripa, ma anche un trend (avaro di gol) inusuale per il suo allenatore. Che De Agostini si sia fatto più pragmatico? Una dote che potrebbe tornargli molto utile domenica, quando al Comunale di via Giovanni XXIII arriverà l’Altovicentino, ora capolista a braccetto con il Padova.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Altro che calo, qui ogni tanto bisogna tirare il freno a mano. Il Belluno pareggia, il Belluno non vince da tre settimane, ma il Belluno c’è, eccome. Ad assicurarlo è Ivan Da Riz, secondo dell’allenatore Roberto Vecchiato, alla sua prima esperienza in panchina dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. «Leggo e sento un po’ troppo allarmismo – sostiene il vice gialloblù – abbiamo fatto 20 punti in 9 partite, sei vittorie consecutive, giocato alla pari con il Padova e infilato un avvio di campionato che è dai tempi di Intrabartolo che non si vedeva. Anzi, forse nemmeno il Belluno che salì in C2 partì così forte». Come spieghi la mancanza di vittorie da tre settimane? «Un mese fa al primo tiro segnavamo, oggi giochiamo 70’ nella metà campo avversaria, calciamo 15 angoli in una partita, ma fatichiamo di più a segnare. E poi non dimentichiamo che ora le squadre ci conoscono e si attrezzano; così capita di dover affrontare un Dro che si presenta con un modulo 5-4-1». A Dro la prestazione non è stata brillante come a Padova o con il Giorgione. «Vero, male il primo quarto d’ora in cui abbiamo regolato un gol che ci ha messo in difficoltà. Però anche stavolta, con Posocco solo davanti al portiere, al 90’ abbiamo rischiato di vincere. Non siamo una squadra da 100 punti in campionato, non si può andare sempre a 100 all’ora e un calo può essere fisiologico. Ma non esiste alcun calo mentale». I giovani crescono? «I giovani stanno facendo benissimo: Posocco, Pescosta, Pellicanò… Dispiace non trovare spazio ai Moretti, Canova e Paganin, che lo meriterebbero. Io personalmente non ne cambierei uno solo con quelli delle altre squadre». Il Belluno c’è insomma. «A volte pure troppo. In allenamento ogni tanto bisogna tirare il freno a mano per quanto i ragazzi vanno a bomba. È un gruppo splendido, allenarlo è un piacere e una soddisfazione continua, la mentalità dei ragazzi mi ha sorpreso. Se questo primo anno in panchina doveva servirmi a capire se mi piacesse o meno stare da questa parte, per il momento la risposta è “sì”. Grazie a Roberto (Vecchiato, ndr), grazie alla società e grazie ai ragazzi. Dopo l’ultimo anno a Feltre ho ritrovato la serenità e il piacere di andare al campo».

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno non sa più vincere. Nessun allarme e nessuna accusa, sia chiaro: solo un dato di fatto dopo le tre ultime partite in cui i gialloblù hanno raccolto appena due punti. La squadra di Piazzale della Resistenza però è ampiamente in linea con gli obiettivi societari, e anzi il tecnico Vecchiato ci tiene a sottolineare che si sta andando oltre le aspettative e che i numeri dimostrano che la stagione fino ad ora è stata più positiva rispetto a quella precedente. «In questo momento siamo terzi in classifica, quindi siamo ampiamente sopra la metà», commenta un tranquillo Roberto Vecchiato, «siamo partiti in primis per salvarci e poi per cercare di lottare per un posto nei playoff; siamo oltre anche l’obiettivo massimo. E’ un campionato molto equilibrato, solamente le due davanti (Padova e Altovicentino, ndr) stanno dimostrando continuità di risultati mentre dal terzo posto in giù tutte le squadre stanno lottando. Rispetto all’anno scorso stiamo andando molto meglio, abbiamo subito meno gol e ne abbiamo realizzati di più: va bene così. E’ ovvio che non si è contenti quando non si riesce a vincere, però i ragazzi lottano sempre e creano occasioni in ogni partita; e questo mi fa stare tranquillo. Inizierò a preoccuparmi solamente quando vedrò la mia squadra soffrire tanto e non costruire più gioco. Belluno stanco? Assolutamente no, nelle ultime partite abbiamo sempre finito in crescendo. Dire che il Belluno non vince da tre partita è la verità, ma il discorso è molto più ampio, non si può pensare di andare sempre a cento all’ora. Tutte le squadre possono attraversare dei momenti difficili». Contro il Dro il Belluno meritava la vittoria, viste appunto le occasioni create. «Se contiamo le palle gol, quattro per noi e una per loro, la squadra poteva certamente ottenere il successo», continua il tecnico, «purtroppo nel primo tempo siamo partiti male e, dopo pochi minuti, abbiamo regalato la punizione che ha portato il Dro in vantaggio. Dopo il loro gol le cose si sono fatte molto difficili, perché i nostri avversari hanno iniziato a difendersi in dieci; abbiamo preso una traversa e aumentato molto la pressione, pareggiando nella ripresa: ma dopo c’è stato poco da fare: la palla non è più entrata. Sono soddisfatto della prestazione della squadra perché abbiamo giocato nella loro metà campo creando di più e mantenendo la nostra identità di gioco, ovviamente sarei stato più contento di vincere…». Migliorare negli ultimi metri. Al Belluno è mancato il gol su azione nelle ultime tre partite. «Bisogna migliorare negli ultimi trenta metri», conclude l’allenatore, «servono maggiore tecnica e maggiore precisione non solo nelle conclusioni ma anche per quanto riguarda l’ultimo passaggio».

Ore 18.30  – (Gazzettino, edizione di Treviso) La sconfitta di Chioggia contro la Clodiense non sembra aver minato le sicurezze del Giorgione. La squadra di Paganin subisce la 1. sconfitta esterna del campionato e si accinge ad affrontare la settimana che porterà alla sfida interna con la corazzata Padova. «Abbiamo perso per un episodio negativo e dopo una gara molto equilibrata e bloccata sin dall’inizio – ha commentato il difensore Liam Fontana, uno degli “stakanovisti” – dove ci sono state poche occasioni sia da una parte che dall’altra e loro hanno sfruttato al meglio l’unica». Con la sconfitta cambia qualcosa? «No, l’entusiasmo e la voglia di vincere rimangono, abbiamo giocato su un campo più piccolo rispetto al solito, loro sono partiti fortissimo ma siamo stati bravi a contenerli. Peccato per il risultato». Domenica arriva il Padova, si preannuncia il pubblico delle grandi occasioni. «Per noi sarà un’emozione particolare, siamo quasi tutti giovani e alla prima esperienza in D, ma è un’occasione imperdibile, daremo il massimo, sappiamo che incontriamo i più forti del girone ma sappiamo anche che abbiamo la possibilità di fare l’impresa, non ci tireremo indietro». Le condizioni della squadra? «All’inizio del campionato abbiamo avuto alcune difficoltà poi ci siamo abituati. Il gruppo è forte ed unito, ci capiamo al volo e la nostra giovane età è un’arma in più». Sei un titolare inamovibile. «Giocare era ed è il mio obiettivo, l’anno scorso ero nella Berretti a Bassano con Paganin ora mi trovo con lo stesso mister ma con compagni e avversari molto più forti ed esperti. La nostra difesa è fortissima e col recupero degli infortunati siamo in tanti, spero di proseguire il cammino di crescita per conservare il posto e raggiungere in fretta la salvezza».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nel 3-0 al Renate della prima di campionato aveva «quasi segnato» la rocambolesca seconda rete, poi attribuita e rivendicata da Carcuro. Domenica, invece, nessun dubbio sulla firma di Antonio Marino al gol del momentaneo 1-0 che ha sbloccato il Venezia dando il là al prezioso 2-1 sulla Giana, prima vittoria del nuovo corso targato Michele Serena. Una vittoria che scaccia la crisi di risultati che durava da quattro gare in campionato. «Mi sono trovato nel momento giusto sul secondo palo e di testa ho spinto in rete un pallone in effetti importantissimo – rivive l’azione clou del 29′ il 26enne difensore trapanese -. Dovevamo vincere a tutti i costi, non importava nemmeno come, ma comunque ci siamo riusciti a coronamento di una buona prestazione. Starà a noi confermare già ad Arezzo di aver svoltato». In difesa pochi rischi per il Venezia, in attacco però qualche spreco di troppo dopo la zampata di Marino. «Fino all’1-0 avevamo faticato contro un avversario al solito molto chiuso. Trovata la rete siamo cresciuti, purtroppo abbiamo sprecato occasioni nitide e alla fine ci siamo complicati la vita da soli. Tuttavia abbiamo dimostrato di essere sul pezzo, dopo 4 sconfitte sul groppone il Venezia ha dato segnali positivi». Voltato pagina dopo l’ottobre orribile, gli arancioneroverdi di Michele Serena sono attesi da un novembre impegnativo: ieri la squadra ha subito ripreso gli allenamenti dato l’anticipo di venerdì (ore 19.30) in casa dell’Arezzo; sabato 15 (ore 15) al Penzo arriverà l’AlbinoLeffe e sette giorni dopo (ore 18.30) ci sarà la trasferta di Lumezzane. «Ora l’obiettivo diventa la continuità – guarda avanti l’ex Cittadella – che sul piano delle prestazioni, esclusa la partitaccia col Novara, stiamo pian piano raggiungendo a suon di piccoli progressi. Ad esempio nelle palle inattive, non solo per il mio gol di sabato, ci stiamo facendo sentire e creiamo pericoli. Si tratta di un aspetto fondamentale, nel bene o nel male quasi tutti gli episodi decisivi nascono da calci piazzati».

Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) «Dovrò inventarmi qualche soluzione alternativa per Arezzo». Nemmeno il tempo di assaporare la prima vittoria dopo il ritorno al Venezia e Michele Serena ha già la mente rivolta alla trasferta di venerdì (ore 19.30) in Toscana, anticipo della dodicesima giornata d’andata. La nota dolente del match contro la Giana Erminio è il cartellino giallo di Mattia Zaccagni, uno dei sei diffidati alla vigilia (Sales, Marino, Esposito, Carcuro e Franchini gli altri cinque) e ammonito da Viotti al 20’ del primo tempo. L’ex centrocampista dell’Atalanta, oltre all’espulsione diretta di Vicenza che l’aveva costretto a saltare la gara con il Monza, era già incorso nel cartellino giallo contro Mantova, Como e Cremonese. Uno stop che complica il lavoro di Serena che per Arezzo si ritrova senza gli infortunati Hottor, Carcuro («Avverto ancora fastidio» ha detto domenica al Penzo) ed Espinal, che ha ripreso ad allenarsi a parte, sta forzando i ritmi, ma difficilmente potrà essere disponibile per venerdì, visto che l’ultima partita l’ha giocata il 26 settembre contro la FeralpiSalò. «Forse dovrò intervenire anche sul modulo» aggiunge il tecnico arancioneroverde. Di sette centrocampisti, quindi, a Serena ne sono rimasti tre, due con spiccate propensioni di organizzatori di gioco (Esposito e Scialpi), uno adattato con la Cremonese prima e con la Giana Erminio poi come mezzala (Varano). Opzioni? Serena troverà sicuramente la soluzione migliore magari rischiando un centrocampo con Scialpi mezzala come contro il Novara, Esposito e Varano, reclutando un paio di elementi, Meite in primis, dalla Berretti di Maurizio Rossi, più complicato adattare oltre a Varano un altro giocatore d’attacco facendolo retrocedere (Bellazzini ha giocato in quella posizione contro il Monza con Magnaghi punta centrale, Greco e Raimondi esterni). Possibile un 4-4-2? Esposito e Scialpi centrali, Varano su una fascia e sull’altra? Giuliatto con la Giana Erminio ha giocato una manciata di minuti davanti a Ghosheh, soluzione percorribile sui 90’?

Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Dovevamo sbloccarci e finalmente ci siamo riusciti. Abbiamo ripreso la strada che speravamo di percorrere fin dall’inizio. Ora si tratta di continuare così». La felicità ritrovata dal Venezia è sintetizzata così dalle parole di Federico Varano. Il diciannovenne talento dell’Atalanta domenica al Penzo contro la Giana Erminio (2-1, reti di Marino e Raimondi) è partito da titolare, ottenendo la piena fiducia di mister Michele Serena che già lo aveva «testato» con la Cremonese, dopo l’infortunio di Carcuro. Il tecnico arancioneroverde alla vigilia ne aveva elogiato la propensione a mettere in ritmo i compagni. Qualità non proprio tipiche del suo ruolo naturale, che lo vedrebbe muoversi nel reparto offensivo più che in mediana. Ma in questo periodo, viste le tante assenze, capita di doversi adattare. «Sono un esterno offensivo, ho anche giocato da trequartista, insomma sarei più che altro un attaccante. La mezz’ala l’ho fatta nelle giovanili, ma ormai qualche anno fa. Comunque mi adatto, ora sto prendendo i ritmi di questo ruolo, sto trovando i giusti spazi. E tutto sommato non mi dispiace». L’unico neo di una prestazione di alto livello è stato il gol mancato, a tu per tu con il portiere. «Quando mi sono reso conto che avevo sbagliato un gol fatto, stavo per mettermi a piangere da tanto ero deluso – confessa – ma è andata così, è capitato. Non so dire se mi ha giocato un brutto scherzo l’emozione o forse il fatto che non mi aspettavo che Raimondi riuscisse ormai a servirmi. Insomma, ho calciato male». Il Venezia, in realtà, ha avuto più di un’occasione oltre a quelle che hanno prodotto i due gol e questo è un segnale al tempo stesso positivo, per la quantità di gioco costruito, ma anche negativo perché, lo ha sottolineato mister Serena al termine del match, «non si possono regalare a nessuno cinque-sei palle gol». Così come non si dovrebbero regalare ogni partita troppi ammoniti, visto che oltre alla penuria di giocatori dovuta agli infortuni, vanno a sommarsi anche le squalifiche. Venerdì, nell’anticipo con l’Arezzo, salterà il turno Zaccagni e per mister Serena la formazione sarà un nuovo rebus da sciogliere. Ieri il Venezia era al lavoro per preparare l’anticipo di venerdì. «Ogni settimana cambiamo giorno e orario, non è facile. Ma quel che conta — chiude Varano — è andare ad Arezzo per i tre punti».

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) È un Real Vicenza che fa punti e concede poco o niente. Dopo undici giornate il bilancio è più che positivo. Ora però arriva il bello. Sabato l´AlbinoLeffe, una nobile decaduta in cerca di risultati, e poi quattro partite ad alta quota con Novara, Arezzo, Torres, Bassano. È uno dei più giovani, Nicola Pavan, a suonare la carica. Con gli ultimi pareggi un pizzico di terreno dalla vetta l´avete perso, ma siete comunque in alto. «Non dimentichiamo da dove veniamo e soprattutto qual è il nostro obiettivo: tenere lontana la zona retrocessione, salvarci senza ansie». Però la classifica stuzzica. «Tutto quel che viene in più ci fa piacere, è ovvio. Vediamo come procede, perché il campionato è lungo e sarebbe da ingenui pensare di aver già fatto il nostro dovere». Contro la Cremonese avete ottenuto un pareggio di sostanza, è d´accordo? «Sì, l´importante era non perdere perché così abbiamo mosso ancora un po´ la classifica e i tre pareggi arrivano comunque dopo un´ampia parentesi positiva». Saranno i recenti risultati, sarà anche l´impressione da fuori. Avvertite un po´ di stanchezza? «Ma no, diciamo invece che certi episodi non aiutano e questo è un campionato equilibrato in cui ogni partita si presenta difficile. A proposito di stanchezza invece posso dire che io personalmente ho sofferto di più con la Cremonese che nelle precedenti gare; verso la fine ho pagato un po´ la fatica, forse anche perché il centrocampo degli avversari era particolarmente impegnativo a livello di nomi e qualità». Per lei resta il Novara la squadra favorita per la B? «Sì, ed è opinione comune. Ha una rosa importante e quando la incontreremo, tra due sabati, capiremo anche quanto valiamo noi». Marcolini le sta dando molta fiducia. Se lo aspettava? «No sinceramente, perché arrivavo da un brutto infortunio al ginocchio e a centrocampo siamo in tanti a lottare per un posto. Oltretutto nel mio ruolo sapevo che avrebbe giocato Dalla Bona che è un giocatore di categoria superiore». Eppure il tecnico apprezza molto il suo modo di giocare. «Cerco di fare del mio meglio. Ora sto veramente bene rispetto all´inizio quando mi sentivo un po´ indietro dal punto di vista fisico. Il ritmo partita è fondamentale».

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Avanti piano, con un passettino alla volta. Pari per il Bassano, pari per il Real e per fortuna dietro corrono poco. Il girone A viaggia all’insegna dell’equilibrio e Antonino Asta, nonostante la grande paura di Busto Arsizio, può guardare avanti con fiducia. «Bassano costruito per vincere? A volte sento queste voci — sorride l’allenatore giallorosso — probabilmente perchè al momento stiamo benissimo in classifica, ma ricordo che stiamo facendo qualcosa d’incredibile, oltre ogni aspettativa, la cosa fondamentale è stare lontani dalle zone basse. Ogni partita è una storia a sè, sapevamo che avremmo dovuto essere molto attenti alla fase difensiva, perchè affrontavamo una squadra che aveva segnato 13 reti. In attacco ha giocatori importanti per la categoria, basti pensare al gol di Baclet con un anticipo e tiro da attaccante vero». Michele Marcolini si tiene stretto il punticino raccolto contro la Cremonese e tiene un profilo basso: «Con il passare delle giornate – evidenzia l’allenatore del Real Vicenza – c’è sempre meno distanza fra zone alte e zone basse della classifica. Questo dimostra quanto vado dicendo da inizio anno e cioè che c’è grande equilibrio fra le squadre che competono in questa categoria. La nostra dimensione non è quella di puntare alla promozione, siamo ambiziosi ma è giusto fare il passo lungo quanto la gamba». Un occhio al calendario: sabato il Real farà visita all’Albinoleffe alle 17 mentre il Bassano affronterà alle 18 il Mantova al Mercante.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Il primato perduto ma comunque sempre lì a ridosso, uno scalino sopra dopo quasi un mesetto di aria salubre in vetta non deve essere vissuto come un´elaborazione del lutto per Bassano, ma anzi alla stregua di una nuova opportunità per arrampicare un´altra volta la cima. Ma col sorriso sulle labbra, però. Perchè l´impressione è che nelle ultimissime settimane il peso della leadership abbia in parte appannato anche solo inconsciamente lo smalto dei virtussini che non sempre hanno saputo produrre il football scacciapensieri al quale ci avevano abituati. Anche perchè la sostanziale differenza rispetto all´inizio è che ora tutti gli altri studiano i giallorossi nei particolari, l´effetto sorpresa è evaporato e, come aveva avvertito Asta già alla vigilia di Busto Arsizio, contro la capolista rincorrono tutti i titoli sui giornali o l´inevitabile copertina. Prendete per esempio l´atteggiamento di Torres e Pro Patria: entrambe hanno scelto di chiudere anche gli spifferi, aspettando Bassano davanti all´area creando densità e mucchio nei loro venti metri e togliendo gli spazi in campo aperto in cui il Soccer Team era abituato ad affondare voluttuosamente nei primi due mesi di torneo. Tanto che la Virtus le chance più succose le ha raccolte con due tiri dalla distanza di Cattaneo che hanno propiziato prima il palo da cui è scaturita la rete del 2-2 di Pietribiasi, eppoi l´occasionissima all´88´ sventata alla grande dal portiere Perilli. Già poiché palleggiare sottoporta sta diventando sempre più complicato, i fantasisti Diesel vengono francobollati peggio degli ergastolani, su Nolè, Furlan e Iocolano negli spazi brevi scattano puntuali i raddoppi sistematici dei controllori avversari e diventa allora operazione complicatissima sviluppare la manovra con successo. E il Mantova pur non alzando barricate tipo Torres, domenica al Mercante (via alle 18) non si discosterà granchè da questo tipo di copione imbevuto di prudenza. Ecco allora che Bassano, oltrechè recuperare la dimensione del divertimento, spazzando via qualunque tipo di pressione e senza dimenticare il suo ruolo di matricola, dovrà ripensare in parte la sua fase offensiva, che, beninteso, non dovrà essere minimamente snaturata (con 21 bersagli all´attivo resta l´attacco più prolifico del campionato), tuttavia chiama soluzioni alternative, tipo il tiro diretto in porta una volta sull´uscio dell´area senza necessariamente insistere col dai e vai e le triangolazioni sullo stretto, quasi sempre soffocate. Ed è un´idea che un tecnico intelligente e per nulla fossilizzato sulle sue convinzioni come Tonino Asta ha già in serbo, visto che vorrebbe coinvolgere nella pericolosità sottorete anche i centrocampisti al gran completo. Contestualmente sarà necessario limare le sbavature difensive come nel secondo vantaggio della Pro Patria: mentre l´1-0 è stato un capolavoro assoluto di Alan Pierre Baclet, che a Vicenza non segnava neppure se lo imploravi e sabato ha cavato fuori una mandrakata da bomber; il raddoppio di Candido è nato da una generale dormita del pack arretrato. Serafini che ruba palla sulla linea di fondo, scodella in mezzo dove nessuno intercetta e Candido liberissimo deposita nel sacco, è materiale-video su cui lavorare.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.

Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto in corso.

Ore 15.30 – Qui Guizza: arriva agli impianti di via Gozzano il presidente Giuseppe Bergamin.

Ore 15.10 – Qui Guizza: provati già schemi, con numerosi cambi di moduli ed interpreti.

Ore 14.50 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per l’allenamento. Assente Nichele.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Quando si assiste ad un cambio di allenatore, vengono sempre chiamati in causa i giocatori, quasi «sospettati» di avere un ruolo, o almeno voce in capitolo, nelle scelte della società. Questo non è avvenuto in occasione dell’esonero di Giovanni Lopez, come ha assicurato all’indomani dell’avvicendamento del tecnico romano con Pasquale Marino il capitano Alessandro Camisa. Che, anche dopo Carpi, ribadisce. «La squadra ha dimostrato sino a qui di lottare in tutte le gare: anche con il Modena in casa ci abbiamo provato sino alla fine, ci sono altre difficoltà che dobbiamo superare». Quali siano è l’enigma che dovrà risolvere il nuovo allenatore, visto che anche in terra emiliana il Vicenza ha evidenziato i soliti difetti, come ammette lo stesso Camisa. «Abbiamo subito un gol evitabile, serve continuare a lavorare per uscire da una situazione particolare. Quello che balza agli occhi è che abbiamo sbagliato diversi passaggi anche semplici e questo aspetto ci ha messo maggiormente in difficoltà facendoci correre delle volte a vuoto. Ci abbiamo comunque provato fino alla fine cercando il pareggio sullo svantaggio. Adesso ci attende una settimana intera per lavorare con il nuovo tecnico, caliamoci già con la testa nella prossima sfida con la Pro Vercelli. Il nostro dovere è vincere le partite, sia in casa che fuori, questa indole la possediamo. In questa fase stiamo facendo più fatica delle nostre avversarie. L’unico modo per uscirne è continuare a lavorare concentrati e pensare solo partita dopo partita». Per la cronaca, nel mese di novembre, dopo la sfida casalinga con la Pro Vercelli, il Vicenza sarà atteso dalla trasferta di Avellino di domenica 16, dal derby al Menti con il Cittadella di sabato 22 novembre ed infine dalla trasferta di Varese del 29 novembre. Un poker per rilanciare i biancorossi sulla ruota del torneo cadetto e non essere costretti a ricorrere le avversarie e la zona playout, secondo un copione purtroppo già noto nelle altre stagioni in serie B.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Terza sconfitta consecutiva e classifica che comincia a farsi molto preoccupante. L’arrivo di Pasquale Marino sulla panchina biancorossa non ha cambiato lo stato delle cose, come del resto era ampiamente prevedibile considerato che con soli due giorni di lavoro il tecnico di Marsala non poteva certo fare miracoli. A Carpi il Vicenza ha giocato, al tirar delle somme, una gara molto simile a quella disputata contro il Modena nel turno precedente, con errori difensivi che sono costati la sconfitta e una preoccupante incapacità di creare pericoli dalle parti del portiere avversario. «A Carpi abbiamo preso un gol che si poteva sicuramente evitare — spiega mister Marino — al di là di questo ho visto applicazione ed impegno che mi fanno ben sperare per il futuro. In avanti abbiamo dei problemi, è inutile negarlo — continua il tecnico siciliano — in quanto in questo momento soffriamo anche un limite di struttura fisica di qualche giocatore che non ci consente di fare quello che per esempio ha fatto il Carpi che nei momenti di difficoltà allungava su Mbakogu. Nonostante tutto siamo stati in partita fino alla fine, c’è stata una reazione, anche sé è ovvio che dovremo migliorare molto soprattutto quando si tratta di effettuare l’ultimo passaggio o di concludere verso la porta avversaria. Per la sfida contro la Pro Vercelli conto di recuperare Cocco, un attaccante che adesso ci può dare davvero una grossa mano». Le assenze in attacco rappresentano il problema più grave, ma anche la condizione fisica non pare soddisfare del tutto il nuovo tecnico del Vicenza. «Soprattutto nella ripresa ho notato che gli avversari erano più freschi di noi e arrivavano spesso prima sul pallone — precisa mister Marino — qualche nostro giocatore che veniva da infortunio non era ancora al top, ma anche gli altri non mi sono sembrati al meglio della condizione. Questo è una situazione che andremo ad esaminare con molta attenzione per capire come migliorare la condizione atletica, perché in serie B se non riesci a correre e ad avere la giusta aggressività non vai da nessuna parte». E Marino sfrutterà al massimo il tempo. «In questa settimana avremo il tempo per cominciare a conoscerci e a lavorare anche dal punto di vista tattico, sperando di poter recuperare Gentili in difesa e in attacco Cocco, un giocatore che può essere per noi un riferimento importante davanti».

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Tre sconfitte di fila, gli infortuni di Ragusa e Cocco, il cambio di allenatore. Il Vicenza sta vivendo un periodo difficilissimo, un tunnel del quale al momento non si vede il bagliore d´uscita. Per evitare di perdersi, è necessario aggrapparsi ai pochi punti di riferimento certi. Sul piano tecnico-tattico, il più importante è senz´altro Davide Di Gennaro, il regista al quale anche il nuovo tecnico Pasquale Marino ha affidato le chiavi del gioco biancorosso. Di Gennaro, come ci si immaginava non è bastato il cambio di allenatore per risolvere d´incanto i problemi della squadra. «Se si è arrivati alla decisione di cambiare l´allenatore significa che si erano individuati dei problemi e non era pensabile che fossero risolvibili in due giorni. Marino intelligentemente ha scelto di non stravolgere nulla, perché non ce n´era il tempo, quindi di fatto a Carpi è come se in panchina avessimo ancora Lopez». È possibile che lo spogliatoio sia stato in qualche modo destabilizzato dall´esonero? «Quando c´è un esonero nessuno è contento, perché vuol dire che i risultati non sono all´altezza delle aspettative. La società ha fatto questa scelta e noi giocatori dobbiamo solo prenderne atto, fa parte del nostro lavoro. Ci deve confortare il fatto che è stato scelto un tecnico molto esperto e preparato: sono certo che ci potrà dare un grande aiuto ad uscire da questo momento difficile». Adesso però i limiti sembrano essere fisici e strutturali, più ancora che tattici. «Non è per cercare alibi, ma è chiaro che gli infortuni ci hanno penalizzati pesantemente, in particolare quello di Ragusa che era la punta di diamante di questa squadra. Però secondo me se un tecnico come Marino ha accettato di raccogliere questa sfida, significa che anche con l´organico attuale è convinto di poter ottenere una svolta positiva. Noi dovremo solo impegnarci al massimo per assecondare le sue indicazioni, a cominciare da questa settimana in cui avremo il tempo per provare eventualmente anche altre soluzioni nel nostro modo di metterci in campo». In attesa di recuperare almeno Cocco, in che cosa ritiene che la squadra possa migliorare già dalla prossima partita? «Intanto dobbiamo evitare di commettere le disattenzioni che negli ultimi incontri spesso hanno favorito i gol dei nostri avversari. Ho rivisto ad esempio l´azione della rete decisiva a Carpi, e lì abbiamo inanellato troppi errori in una sola giocata. Non ci possiamo più permettere di essere ingenui, anche per quanto riguarda le espulsioni subìte o i falli da rigore commessi, altrimenti paghiamo subito. E poi tutti noi dobbiamo dare ancora qualcosa in più: è vero che ci mancano giocatori importanti, però con il cambio di allenatore anche le gerarchie si azzerano, quindi tutti noi abbiamo l´opportunità di dimostrare che possiamo fare la differenza in positivo per questa squadra».

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Con Lopez, contro la società. Ieri sera circa 300 tifosi (in maggioranza ultras, ma non solo), si sono dati appuntamento davanti alla sede di TvA in concomitanza con la diretta della trasmissione “Rigorosamente calcio”. Carabinieri, Polizia e Polizia Locale vigilavano sulla situazione, che comunque è sempre rimasta tranquilla: la contestazione, espressa con cori e striscioni, è stata dura ma corretta. È stata presa di mira dai tifosi, come era ampiamente prevedibile, la società, con in testa Sergio Cassingena (oltre agli altri soci e dirigenti). C´era pure un bersaglio sinora inedito, il direttore sportivo Paolo Cristallini. E mentre scorreva il vin brulè, sono stati accesi dei fumogeni e si è creato lo spazio per l´esposizione di alcuni striscioni. Il principale recava la scritta: “L´ultima perla di questi incapaci”. In… abbinata c´erano anche “Rimangono sempre i soliti idioti” e “God Save the Lane”. Gli ultras hanno poi diffuso un lungo comunicato, di cui riportiamo le parti essenziali. La nota comincia con dei numeri: tre retrocessioni, tre ripescaggi, due salvezze all´ultima giornata, 12 tecnici, circa 210 giocatori, 14.582.208 euro di debiti netti (da bilancio 2013). Ecco i «numeri impietosi» della gestione di questa proprietà. Si passa poi alla presa di posizione contro l´esonero di Lopez («ennesima infame mancanza di rispetto»). Le idee dei tifosi della Sud (che firmano il comunicato) si riassumono poi in 5 punti. 1. La richiesta delle «immediate dimissioni» di Cristallini. 2. Il desiderio di conoscere il «reale impiego» del bonus ricevuto dalla Lega dopo il ripescaggio. 3. La voglia di avere aggiornamenti, «anche mediante i canali di stampa», sui movimenti messi in atto per vendere la società. 4. La richiesta di maggior interesse ed incisività anche da parte delle istituzioni, «in particolare da parte di Variati». 5. «I giocatori non devono mollare». E adeso si attendono risposte dalla società.

Ore 13.30 – Questo il lungo messaggio apparso pochi minuti fa sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook: “TUTTI A CASTELFRANCO VENETO! Per molti quest’anno solare doveva essere la nostra morte, e invece abbiamo lottato per i nostri colori, abbiamo lottato per avere una squadra che rappresentasse la nostra storia, e i numeri dicono che a Padova siamo tutti impazziti: stagione 13/14 in serie B da ultimi in classifica abbiamo fatto tutte le trasferte senza scorta. stagione 13/14 in seri B abbiamo manifestato in piazza per la nostra Storia con oltre 2000 persone. stagione 13/14 abbiamo lottato per non morire, preteso e voluto che la piazza non si disperdesse o sbandasse verso altre società, abbiamo difeso la nostra gente.  Stagione 14/15, prima amichevole ad Asiago, 1500 Padovani. Stagione 14/15, presentazione ufficiale Calcio Padova, 2000 Padovani. Stagione 14/15, 3500 abbonati di cui 1300 in TRIBUNA FATTORI. Stagione 14/15, dai 900 ai 1200 padovani seguono la propria squadra in trasferta. Si, non meritiamo la serie D, ma sinceramente ciò che ci rende più orgogliosi di domenica scorsa, non sono solo I risultati, non sono solo le quasi 2000 persone che mediamente vengono nel nostro settore, non e’ solo l’entusiasmo dilagante del momento, ma senza ombra di dubbio la cosa che ci rende più orgogliosi e’ quella di rivedere dopo molti anni la partecipazione attiva di tutti I gruppi alla costruzione della coreografia. Domenica, abbiamo visto una curva intera consapevole di ciò che rappresenta, matura, che si sgola alla morte e non molla mai. Abbiamo sentito dei cori potenti per Stefano Furlan e a seguire un lungo applauso anche dal settore Tribuna Est. Ci siamo trovati alle 11 del mattino , per onorare lo spirito Ultras che e’ in noi. Abbiamo fatto ed esposto uno striscione per un FRATELLO, parole sincere perchè finalmente e’ un ULTRAS libero, perchè ha pagato con la galera la sua appartenenza ai nostri colori e alla nostra fede….LA NOSTRA VERA VITTORIA! Nel post partita ci siamo ritrovati tutti in Favelas con squadra e dirigenti una cosa inusuale per noi, per il nostro modo di vedere le cose, ma è giusto capire che se molto è cambiato lo dobbiamo prima a noi stessi, ma poi anche a loro che si sono calati con uno spirito diverso rispetto a quello di quei mercenari che abbiamo conosciuto fino ad ora. Sono dei “dilettanti”, la maggior parte di loro durante la settimana lavora come noi, studia come noi e alla domenica corrono e onorano la maglia come dei professionisti. Loro dicono che se sono un gruppo che non molla mai, è anche grazie a noi e a quello che gli stiamo trasmettendo, abbiamo la possibilità di costruire attraverso i giovani un nuovo modo di approccio alla squadra e di attaccamento ai nostri colori. L’altro aspetto importante della serata in sede è la grossa partecipazione di tutti i gruppi, di molte persone dell’ambiente e di altri settori, tutte assieme costituiscono la nostra curva, il pubblico di Padova, unendo generazioni diverse con aspettative diverse ma con un filo conduttore la nostra storia. Queste serate poi servono per aiutare tutti i nostri ragazzi in difficoltà… Non e’ facile trovare tutto questo in giro per l’Italia, anzi e’ una cosa rara ed e’ per questo che la Tribuna Fattori e’ orgogliosa di tutti voi. DOMENICA NOI ABBIAMO VINTO…..NOI SIAMO A PUNTEGGIO PIENO!”

Ore 13.10 – (Gazzettino) Simone Pecorini, ventunenne di scuola Inter, è alla sua terza stagione in maglia granata. Due stagioni fa è stato l’unico giocatore a non essere utilizzato dal tecnico Foscarini, mentre l’anno scorso ha disputato quasi tutte le partite da titolare. In questo campionato ha esordito nell’undici iniziale contro la Ternana in una situazione di emergenza fornendo una buona prestazione. «Sono contento – sostiene il giocatore – perchè per me è stata una opportunità importante, dove ho cercato di esprimermi al massimo. Mi dispiace non essere riuscito a rimanere in campo fino alla fine della partita, ma la condizione fisica e i crampi nel secondo tempo mi hanno limitato il rendimento». Come tutti anche Pecorini vorrebbe trovare più spazio possibile in campionato. «Nella scorsa stagione ho fatto trenta presenze restando fuori l’ultimo mese e mezzo per infortunio. Quest’anno la rosa del Cittadella è stata molto rinnovata ed è anche più forte, per cui accetto le scelte dell’allenatore che vede meglio altri giocatori. Il campionato però è lungo e prima o poi arriva per tutti il momento di fare la propria parte. Quel che conta è farsi trovare pronti alla chiamata». Con sette giocatori fra infortunati e squalificati, a Terni il Cittadella è riuscito comunque a disputare una buona partita sfiorando anche la vittoria. «Abbiamo dimostrato – riprende l’ex Primavera dell’Inter – che il gruppo è valido e in grado di fare bene anche nelle situazioni di emergenza. Soprattutto nell’aspetto caratteriale non abbiamo mai mollato recuperando nelle ultime partite un risultato importante a Crotone, ottenendo un pareggio fra mille avversità con il Livorno e disputando una prova più che soddisfacente a Terni nonostante le emergenze in cui si è trovata la squadra». Sabato arriva al Tombolato il Latina, squadra attualmente fanalino di coda, e contro le ultime in classifica il Cittadella ha precedenti poco rassicuranti. «Noi dobbiamo affrontare il Latina – conclude Pecorini – come fosse una finale. Non c’entra l’ultimo posto perchè i laziali a inizio campionato sono partiti per navigare nell’alta classifica e hanno giocatori in grado di fare la differenza. Sta a noi metterci la massima determinazione dall’inizio alla fine. Sarà una battaglia, ma a noi a questo punto manca la vittoria e faremo di tutto per ottenerla».

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Il peggio è passato. O, almeno, è quello che si spera in casa Cittadella, dopo una settimana fra le più nere della storia recente. Toccando ferro, l’elenco degli indisponibili in vista della sfida di sabato prossimo con il Latina si ridurrà da 7 a 4 giocatori, grazie ai rientri di Pellizzer, Busellato e Gerardi, che hanno scontato il loro turno di squalifica. Per quanto riguarda l’infermeria, la faccenda è più complicata, ed è il dottor Ilario Candido, responsabile sanitario della società granata, a provvedere a fare chiarezza su Lora, Donazzan, Paolucci e Schenetti. «Per quanto riguarda Lora, ci prenderemo ancora qualche giorno per decidere assieme al dottor Roberto Bordin se intervenire chirurgicamente o meno sul ginocchio sinistro, infortunatosi nella partita con il Livorno. La sua è una lesione al crociato anteriore e non una rottura, per questo speriamo ancora di poter scongiurare l’operazione», spiega il medico. «Teniamo presente che, se Filippo si sottoporrà ad un intervento, automaticamente i tempi di recupero si allungheranno, tanto da poter parlare di stagione finita per lui. Se, invece, non sarà necessario, potrebbe rimanere fuori dal campo anche solo per un mese. Ecco perché è necessario valutare attentamente». Diversa la situazione dei suoi compagni ancora ai box. «Donazzan sta recuperando da una lesione di secondo grado ai flessori: anche questa settimana si sottoporrà al lavoro differenziato, ma dalla prossima, probabilmente, rientrerà in gruppo. Paolucci è verso la fine del suo periodo di stop: viene dalla rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro e sta terminando la fase di riabilitazione, che durerà ancora per due o tre settimane. Infine c’è Schenetti, che soffre di un’infiammazione al ginocchio che lo terrà fuori per almeno un mese. Dopo la ricaduta avuta al termine della partita con il Varese, è il caso di andare cauti con il suo recupero, senza correre alcun rischio». Questo pomeriggio ci sarà la ripresa degli allenamenti al Tombolato, dopo i due giorni di riposo concessi da Foscarini. Ieri il giudice sportivo non ha riservato sorprese ai granata, che, con il Latina, ultimo in classifica, non avranno squalificati. La formazione pontina sarà invece priva del difensore Andrea Rossi, appiedato per un turno dopo la quarta ammonizione, rimediata nel derby perso per 4-1 con il Frosinone. Il Latina è anche stato multato di 3 mila euro per i fumogeni accesi dai suoi sostenitori.

Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) Claudio Foscarini ha voluto concedere alla squadra un giorno di riposo supplementare rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. Quasi un «premio» per il pareggio di Terni, ottenuto in condizioni complicatissime e da tenersi stretto nell’ottica della futura salvezza da conquistare. Certo, il ko di Filippo Lora, che dovrà sottoporsi a intervento chirurgico al ginocchio, è pesantissimo e potrebbe suggerire al dg Stefano Marchetti di intervenire sul mercato alla ricerca di qualche svincolato. Sono stati proposti alcuni nomi, nessuno dei quali fa impazzire la dirigenza cittadellese: ci sarà un faccia a faccia con Foscarini già oggi stesso per fare il punto della situazione e valutare il da farsi. «Abbiamo vissuto una settimana particolare — ammette il tecnico trevigiano — e a Terni avevamo sette assenze importanti. So bene che un punto non è molto in serie B ma eravamo in condizioni di emergenza, arriveranno tempi migliori. Quando ci sono giornate magre, bisogna anche sapersi accontentare». Sabato al Tombolato arriva il Latina e torneranno dalle rispettive squalifiche Pellizzer, Busellato e Gerardi, una boccata d’ossigeno in tutti i reparti per Foscarini, che in tal modo potrà avere un minimo di scelta al momento di stilare la formazione. Da verificare le condizioni di Paolucci, che ha rinviato il suo ritorno in gruppo di tre settimane, di Schenetti (in miglioramento) e anche di Donazzan, che sembra prossimo al rientro.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Juniores nazionali. Dopo il pesantissimo ko per 7-0 turno infrasettimanale con la capolista Virtus Vecomp, l’Este nel girone C ottiene un pareggio di carattere in casa con la Castellana: sotto di due reti i giallorossi dimezzano lo svantaggio con Spoladore e proprio al novantesimo acciuffano il 2-2 con Destro. Nel girone D prosegue la marcia trionfale degli Juniores Nazionali del Padova, al settimo successo di fila contro la Triestina (3-1). Gli alabardati pareggiano la rete iniziale di Mbengue, ma nella ripresa si piegano alle marcature di Russo e Materazzo. Nel prossimo turno arriva all’Appiani la seconda in graduatoria, il Mezzocorona. Salva l’imbattibilità, nel girone G, l’Atletico San Paolo a Chioggia dopo un primo tempo inguardabile che lo vede andare al riposo sotto di tre reti. Nella ripresa la musica cambia e le reti di Tatar, Pigozzo e Rinaldi stabiliscono la parità con i gialloblù che nel finale rischiano di portare a casa l’intera posta. Non riesce l’Abano, che detiene il primato del peggiore attacco del girone, a fermare la capolista Delta Porto Tolle (2-0). Produce varie occasioni, fra le quali un calcio di rigore fallito da Carli, il Thermal Teolo Abano che si arrende in casa ad una cinica Jesina (2-1): di Hassan la rete termale. GIRONE D: Fontanafredda-Union Ripa 3-1; Tamai-Montebelluna 3-3; Union Pro-Dro 3-3; Triestina-Biancoscudati Padova 1-3; Belluno-Giorgione 1-1; Mezzocorona-Kras Repen 3-1; Mori-Sacilese 0-6. Classifica: Biancoscudati Padova 21, Mezzocorona 16, Union Ripa 15, Sacilese 14, Giorgione 13, Triestina 12, Fontanafredda 10, Mori e Montebelluna 8, Union Pro 7, Dro 5, Kras Repen e Tamai 3, Belluno 2.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Si giocherà sabato alle 14.30 allo stadio delle Terme di Monteortone il derby tra Abano ed Este. Un anticipo concordato dai due allenatori, anche alla luce del fatto che nel giro di sette giorni le squadre dovranno scendere in campo tre volte: mercoledì 12 novembre è in programma infatti un turno infrasettimanale di campionato e potrebbe fare comodo avere un giorno in più di riposo per recuperare anche eventuali acciaccati. La sfida promette spettacolo e divertimento: l’Este è reduce dal successo 3-1 sul campo del Fiorenzuola e in classifica viaggia al secondo posto a una lunghezza dalla capolista Piacenza, leadership che i giallorossi hanno detenuto fino a due partite fa; l’Abano è incappato nel passo falso (3-0) con l’Imolese, ma la squadra con otto risultati utili (tre vittorie) in dieci gare staziona a quota 14 punti e va a caccia del pronto riscatto. Sempre in tema di derby, per l’Este è la seconda sfida stagionale in campionato con una padovana dopo avere piegato 3-1 il Thermal. Seconda sfida anche per gli aponensi che si sono aggiudicati 2-0 il confronto sempre con il Thermal.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il derby di serie D, girone D, Abano-Este si giocherà in anticipo sabato prossimo (calcio d’inizio alle 14.30) allo stadio delle Terme di Monteortone. Le due società si erano già accordate la settimana scorsa, ma l’ufficialità è arrivata solo ieri. L’anticipo garantirà a neroverdi e giallorossi un giorno di riposo in più, in vista del secondo turno infrasettimanale, in programma mercoledì 12, in cui Abano ed Este affronteranno rispettivamente Fiorenzuola (in trasferta) e Fidenza.

Ore 11.20 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Pensieri positivi, dribblando le trappole dell’emotività”) Ha ragione Parlato: chi mette in discussione una squadra che ha raccolto finora otto vittorie e un pareggio è incompetente. Oppure – aggiungiamo noi – ha interessi di bottega e fa il gioco degli avversari, provando a scalfire un ambiente che sin qui ha fatto della compattezza e dell’entusiasmo la sua arma vincente. C’è però anche il rovescio della medaglia: guai a cadere nelle trappole dell’emotività, magari dando visibilità a chi prova a cavalcare un malumore che non ha motivo di esistere. Di questi tempi, pensando al cammino del Padova, meritano di essere valorizzati solo e soltanto i pensieri positivi, ovviamente con la consapevolezza che la strada è ancora lunga e che il duello con l’Altovicentino sarà durissimo e incerto fino a maggio. Condivisibile è l’analisi di Parlato anche nello spiegare le difficoltà che ultimamente sta incontrando il Padova rispetto alle prime giornate, quando occasioni e gol rappresentavano il menù fisso. Ora il gioco dei biancoscudati viene studiato per filo e per segno dagli avversari che dunque si attrezzano al meglio per trovare le contromisure adeguate. Così ha fatto la Triestina, mettendo in campo una spietata organizzazione difensiva. E così faranno di sicuro Giorgione e Dro, le prossime due squadre a sfidare i biancoscudati. «Dobbiamo avere altre idee» ha sottolineato il tecnico nell’intervista che riportiamo qui sopra. Giustissimo: rimodellare la squadra può essere il propellente ideale per ripartire di slancio.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Alle porte c’è la doppia trasferta con Giorgione e Dro. «Guardiamo come sempre una gara alla volta, ma adesso arriva il periodo nel quale bisogna parlare di meno e concentrarsi ancora di più. Pensiamo a lavorare e a tenere questo ritmo che non è facile, ma che ti porta a girare al termine del girone d’andata intorno a 44-45 punti». Passando ad alcuni singoli, Ilari ha perso un po’ di smalto. Non è brillante lui in questo periodo o gli avversari iniziano a conoscerlo? «Tutte e due le cose, ma è un discorso più collettivo. Gli avversari chiudono gli spazi e fanno in modo di mettere in difficoltà giocatori importanti come Ilari, Ferretti, Cunico e Tiboni. Con il Montebelluna e la Triestina abbiamo fatto due ottime partite, ma nella prima avevamo un aeroporto, nella seconda la loro metacampo era minata e non c’erano spazi. Dobbiamo avere altre idee, e in questi momenti mi carico ancora di più. Adesso viene il bello». Tiboni è apparso in difficoltà. «Ha bisogno di essere aiutato, e io sono per aiutare i miei ragazzi. Da una parte sta giocando con più continuità e ha il peso della responsabilità, dall’altra non ha ancora la testa da giocatore vero e proprio, anche se si sta impegnando. Dovrebbe credere di più in se stesso, essere più positivo in generale. Lo aiuteremo a uscire da questo momento».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Abbiamo a che fare con l’Altovicentino che già da due-tre anni si è attrezzato con investimenti superiori alle società di Lega Pro e che sta facendo come noi per provare a salire nei professionisti. Se vediamo i nostri cammini, sono stratosferici. E bisogna fare i complimenti a entrambe le squadre perché una cavalcata del genere non è da tutti. Stiamo facendo qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato. E considerato che siamo partiti il 5 agosto stiamo facendo anche qualcosa in più rispetto a loro, che partivano già attrezzati». Domenica nel dopo gara ha anche dichiarato “siamo tornati sulla terra”. «Ma non eravamo dei marziani prima, siamo state sempre persone con i piedi per terra». In avvio di stagione la squadra segnava molto, negli ultimi tempi la media è scesa. Da cosa dipende? «A inizio campionato c’è poca conoscenza tra le squadre, e tutte partono con entusiasmo e voglia di fare. Con il passare delle giornate l’atteggiamento delle avversarie diventa rinunciatario se ti chiami Padova e vinci domenica dopo domenica. Più si va avanti e più la nostra squadra viene analizzata al lumicino, spetta a noi trovare strade diverse».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Se fosse finita 1-0 si sarebbe parlato della nona vittoria, di un Padova che ha fatto la prestazione e se si voleva trovare il pelo nell’uovo si sarebbe detto che dovevamo essere più concreti. È mancato soltanto il risultato, ma sottolineerei i meriti nostri e dell’Altovicentino. Il campionato è lungo, non tiriamoci la zappa sui piedi». Sul penalty fischiato a favore degli alabardati. «C’era, ma nel momento in cui parte la punizione Bez è in fuorigioco. Comunque non voglio attaccarmi a queste cose. I ragazzi hanno fatto la partita, sono stracontento: ci hanno messo la voglia di fare la prestazione a livello individuale e di collettivo. Ovvio che nella grande mole di gioco bisogna andare a finalizzare con maggiore qualità e cinismo. Dobbiamo correggere alcune cose sia prima del vantaggio e sia nel momento in cui abbiamo preso gol». A questo punto il tecnico ci tiene a precisare un concetto: «Il Padova non ha l’obbligo di fare bottino pieno in tutte le partite, non dobbiamo metterci nella testa il dover vincere per forza. Se all’inizio mi avessero detto che dopo nove gare ne avremmo vinte otto e pareggiata una, avrei messo la firma per primo».

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Se vogliamo ritenere questo un momento critico, allora si ha a che fare con gente che non capisce di calcio». Traspare un pizzico di polemica nelle parole di Carmine Parlato all’indomani del primo pareggio in campionato dopo otto vittorie consecutive e un primato condiviso ora con l’Altovicentino. Il tecnico biancoscudato non punta l’indice contro qualcuno in particolare, ma precisa: «Se al primo pareggio possono venire fuori alcune lamentele, chi vuole bene al Padova faccia in modo di unirsi ancora di più a noi. Dobbiamo fare la guerra agli altri, non a noi stessi. Ho una società seria alle spalle, il gruppo sta pedalando forte e andiamo avanti. Tiriamo le somme alla fine, vedremo cosa abbiamo fatto e saremo giudicati. Ma non fasciamoci la testa durante il percorso e non tiriamo conclusioni affrettate. Società, squadra, stampa e addetti ai lavori devono essere tutti uniti per l’unico obiettivo». Parlato ha rivisto le immagini della sfida con la Triestina. «Una prestazione da sette, con alcune correzioni da fare. Non possiamo attaccare per 80-85 minuti e non sfondare la porta».

Ore 10.30 – (Gazzettino) LA TRASFERTA/1. Nella serata di ieri si è svolta una riunione in Questura a Treviso per definire gli aspetti legati alla sicurezza relativi alla prossima gara del Padova a Castelfranco contro il Giorgione. È la trasferta più corta del campionato (30 chilometri) ed è dunque prevedibile per domenica una partecipazione di massa dei tifosi biancoscudati. Lo stadio Comunale ha capienza di 2.500 posti, estendibili a 2.900, di cui 1.500 nella tribuna coperta, divisa in tre settori comunque non separati, e il resto nelle tribunette poste nel lato opposto e nella collinetta con due file di gradoni dietro la porta. LA TRASFERTA/2. Si svolgerà, come da calendario, a Dro la sfida in programma domenica 16, seconda trasferta di fila dei biancoscudati. Niente spostamenti a Rovereto dunque, con la società trentina che si è già attivata per garantire adeguata accoglienza ai tifosi del Padova che troveranno posto nelle tribunette esistenti nel piccolo stadio locale (500 posti). Il pubblico di casa verrà spostato nelle aree vicine alla recinzione sugli altri lati del campo. Previsto inoltre un sistema di sensi unici nella viabilità che porta allo stadio per ricavare posti auto.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Lei che ha giocato anche a Verona che differenza trova tra le due piazze? «Ci sono molte similitudini, a partire dal modo di tifare passionale. Mi trovo bene a Padova, come mi sono trovato bene a Verona. Mi piace la piazza calda, in cui c’è pressione e in cui ogni partita è un esame. Vedere seimila persone allo stadio in serie D, in un momento in cui gli stadi italiani si stanno svuotando, fa un piacere enorme e dovrebbe anche far riflettere chi ha fatto tante leggi sul calcio». Lei e Ferretti in coppia per tornare a segnare di più. È una strada percorribile? «Sì e l’abbiamo già provata in allenamento. Non sarà difficile trovare gli automatismi, abbiamo caratteristiche diverse. Lui è un uomo d’area, molto forte sui cross e nel contatto fisico. A me piace svariare e partire anche da dietro, attaccando gli spazi e andando incontro ai centrocampisti». Che obiettivi si è posto? «In termini di gol la doppia cifra. Non ho mai fatto la serie D, ma Padova non c’entra nulla con questa piazza. Voglio raggiungere un obiettivo importante e farlo da protagonista. Credo di avere mezzi e qualità per dare una mano a questa squadra. Quando sono arrivato, non ero in condizione ma ora sto bene, e spero nelle prossime gare di tornare a buttarla dentro».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come si spiega questa piccola involuzione? «Fino a tre o quattro partite fa creavamo palle-gol più nitide. Adesso forse stiamo pagando un po’ di brillantezza, visto anche il ritardo di preparazione con cui siamo partiti rispetto alle concorrenti. Ma il motivo principale è che gli avversari hanno imparato a conoscerci. Ci studiano, applicano le contromosse e contro di noi tutte le squadre si impegnano il doppio, visto che in serie D non si trova da nessuna parte una piazza come quella di Padova. Ha ragione il mister che più si va avanti più si fa dura. Dobbiamo tornare ad essere incisivi come un mesetto fa, anche se finora il percorso è stato ottimo e non c’è da far drammi per un pareggio». I tifosi, che vi hanno festeggiato al termine della partita, come hanno accolto questo stop? «Hanno capito che un pareggio ci può stare. Gli ultras sono riusciti a sdrammatizzare e a scherzare e questo può solo farci bene. La società vuole instaurare un rapporto forte e intenso con tutta la tifoseria». A lei cosa hanno chiesto? «Di segnare e non vedo l’ora di farlo all’Euganeo, viste tutte le emozioni che ci trasmette la nostra gente». Anche perché ha promesso di esultare ancora con la bambola gonfiabile… «Lo farò. Anche questo è un modo di sdrammatizzare una vicenda personale difficile che ho vissuto. Mi ha fatto piacere che gli ultras mi abbiano fatto sentire uno di loro».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È un risveglio in salsa agrodolce, quello biancoscudato, il giorno dopo il primo mezzo passo falso in campionato. L’amarezza per il pareggio strappato dalla Triestina all’Euganeo è stata in parte mitigata dall’aperitivo festoso organizzato dalla Tribuna Fattori, che ha portato quasi l’intera squadra e la società ad un bagno di folla con gli ultras domenica sera. La fiducia in Parlato e nei suoi uomini rimane immutata, anche se qualche piccolo meccanismo si è inceppato rispetto alle prime giornate. Uno su tutti l’attacco, sfavillante in avvio, un po’ arrugginito nelle ultime uscite. L’assenza di Ferretti ha pesato molto, ma ora che il “Rulo” è tornato, l’uomo da cui ci si aspetta il salto di qualità decisivo è Christian Tiboni, che dopo il gol all’esordio di Fontanafredda non è più tornato a graffiare. «Contro la Triestina credo di aver giocato una partita sufficiente», il parere del diretto interessato. «Mi è capitata una mezza occasione da gol e non sono riuscito a concretizzarla, ma per il resto non ho avuto tante altre palle buone. Dal punto di vista del gioco abbiamo fatto un’ottima partita, ma è mancato l’ultimo passaggio. Dalla trequarti in su abbiamo avuto dei problemi ad attaccare la porta».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In fase offensiva, invece, il Padova ha sin qui dato spettacolo con le numerose frecce di cui dispone. Aver realizzato 19 gol in 9 gare significa viaggiare ad una media di più di due reti a partita, eppure c’è chi è riuscito a fare di meglio. Questo il caso proprio dell’Altovicentino (23 le reti realizzate), ma anche della Sacilese, che detiene il primato del girone, con 25 centri. Va detto, tuttavia, che la differenza nelle ultime uscite è rilevante: la squadra friulana nelle ultime tre gare ha messo a segno dieci gol (4 a Mori e Mezzocorona, e 2 al Tamai), mentre il Padova, tra Belluno, Arzignano e Triestina, è riuscito ad andare a segno solo una volta a partita. Possiamo parlare di flessione? Sarà il campo a dirlo, di certo c’è che con il rientro del “Rulo” Ferretti dopo un mese di stop le cose potrebbero cambiare. L’argentino, fermo dalla gara con il Mezzocorona, proprio domenica scorsa è stato superato in classifica marcatori dal vicentino Peluso, autore di una doppietta e ora a quota 7 centri. Tra Padova e Altovicentino si apre quindi una nuova battaglia, quella a suon di gol: a Ferretti il compito di riprendere a segnare, per sé e per la squadra.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I numeri parlano da soli: Altovicentino e Padova dominano il girone C, le altre stanno a guardare. I 5 punti che separano biancoscudati e vicentini dal Belluno, terzo in classifica, cominciano a dividere in due il campionato, e le statistiche non fanno che premiare le due battistrada. Otto vittorie e un pareggio a testa (in entrambi i casi ottenuto in casa), e un rendimento costante. Ma tra le due e le inseguitrici, più o meno lontane, ci sono alcune leggere differenze. Undici metri. A cominciare dalle reti subìte: il Padova oggi ha la miglior difesa del torneo, con soli sei gol incassati in nove gare. Due di questi in casa – anche se il Belluno ha fatto meglio prendendone solo uno proprio contro la Triestina – e quattro in trasferta. È in quest’ultimo caso che i numeri saltano all’occhio: meglio del Padova, lontano dalle mura amiche, hanno fatto Tamai (1 sola rete subìta), Ripa Fenadora e Montebelluna (3). E dei sei palloni finiti alle spalle di Petkovic, la metà sono arrivati dagli undici metri, contro Mori Santo Stefano, Fontanafredda e Triestina, senza contare pure quello di Fano, in Coppa Italia: la miglior difesa del campionato deve registrare qualcosa in termini di attenzione negli ultimissimi metri, perché i rigori sono un po’ troppi.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Parlato, a sua volta, sottolinea come dopo il gol dell’1-0 si dovesse «essere più razionali», il tutto mentre il recupero degli infortunati, su tutti Ferretti e Salam Denè, sinora mai utilizzato, potrebbe dare ulteriore slancio nella volata al primo posto. Analizzando l’aspetto tattico, la squadra sembra soffrire il centrocampo a tre formato da Mazzocco, Segato e Nichele, visto che nessuno dei prescelti sembra avere le caratteristiche giuste per alzare il ritmo della partita. Il ricorso a Bedin, spesso e volentieri positivo nel momento in cui è stato utilizzato, pare garantire gli equilibri giusti. Se a questo si aggiunge che la spinta sugli esterni è un po’ mancata nelle ultime settimane, ecco spiegate le difficoltà di Arzignano e il pari con la Triestina. Adesso per il Padova arriva il difficile. Gestire la pressione di chi deve sempre vincere (soprattutto se l’Alto Vicentino continuerà ad avanzare), fare i conti con un avversario disposto a investire ancora e abituato alla categoria, confermare tutto quanto di buono fatto nelle prime otto giornate. Insomma, il primo bivio è comparso sulla tortuosa strada della Lega Pro. Saprà il Padova imboccare la strada giusta e proseguire sulle ali dell’entusiasmo?

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La nona sinfonia biancoscudata? Una «stecca» inaspettata, che ha costretto il direttore d’orchestra Carmine Parlato a dichiarare senza metti termini: «Prima o dopo dovevamo tornare sulla terra. Non potevamo vincere sempre, adesso dobbiamo solo pensare a come ripartire». Lo stop interno del Padova contro la Triestina ha sorpreso più che altro per la difficoltà ad avere ragione di un avversario molto modesto tecnicamente e messo alle corde per larghi tratti di partita. La sentenza novembrina racconta che il Padova è sempre primo in classifica, ma che è stato affiancato dall’Alto Vicentino, travolgente contro il Mori Santo Stefano e che dà l’impressione di essere almeno alla pari rispetto ai biancoscudati. Viste le difficoltà del Belluno, fermato dal Dro, il girone C sembra sempre più una corsa a due fra le due grandi favorite evidenziate dalla critica già durante l’estate. «Il percorso è pieno di bucce di banana — ha spiegato l’allenatore dell’Alto Vicentino, Enrico Cunico — il Padova è scivolato sulla Triestina, prima era toccato a noi, succederà ancora a entrambe. Se si vuole vincere il campionato bisogna curare pure le virgole, i dettagli fanno la differenza».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 9 novembre, ore 14.30): ArziChiampo-Dro, Belluno-Clodiense, Fontanafredda-Sacilese, Giorgione-Padova, Mezzocorona-Legnago, Mori Santo Stefano-Kras Repen, Tamai-AltoVicentino, Triestina-Montebelluna, Union Pro-Union Ripa La Fenadora

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica: AltoVicentino e Padova 25, Belluno 20, Sacilese 18, Clodiense 16, Tamai 15, Fontanafredda, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 13, Union Pro 11, Giorgione 10, ArziChiampo 9, Kras Repen e Dro 7, Mori Santo Stefano e Triestina 3, Mezzocorona 0.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della nona giornata: AltoVicentino-Mori Santo Stefano 4-1, Clodiense-Giorgione 1-0, Dro-Belluno 1-1, Kras Repen-Fontanafredda 1-4, Legnago-ArziChiampo 2-1 (giocata ieri), Montebelluna-Union Pro 2-0, Padova-Triestina 1-1, Sacilese-Mezzocorona 4-2, Union Ripa La Fenadora-Tamai 0-0

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 3 novembre: giorno di riposo per i Biancoscudati, attesi in campionato da due trasferte consecutive con Giorgione e Dro.




Commenti

commenti

About Staff Padova Goal


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com