Live 24! Dro-Padova, -5: scontro fortuito con Tiboni, paura per Cunico

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Ore 21.40 – Domani in programma il turno infrasettimanale del girone D di serie D, queste le gare delle padovane: Este-Fidenza, Fiorenzuola-Abano, Formigine-Atletico San Paolo, Thermal Abano-Piacenza.

Ore 21.10 – (Trentino) Umile (pure troppo), determinato e, aspetto non trascurabile, dotato di grandi proprietà linguistiche. La carta d’identità racconta che Gianluca Bentivoglio è nato “solamente” 19 anni fa a Tuenno ma, da come parla, il “bomberino” del Mezzocorona sembra quasi un veterano. Domenica è stato lui ad aprire le danze contro il Legnago con un gran gol direttamente su calcio piazzato. Obbligatoria la risposta secca: è più importante il gol segnato al Legnago o quello realizzato nella finale Juniores contro la Lupa Frascati. «Quello contro il Legnago. La rete che ci ha consegnato lo scudetto Juniores la porterò sempre nel cuore perché quella resterà una giornata indimenticabile, ma il gol di domenica vale molto di più, perché ci ha permesso di sbloccare il risultato in una partita che avevamo l’obbligo di vincere per dare una svolta alla nostra stagione». Avete “svoltato” sul serio? «Me lo auguro perché questo gruppo se lo merita. Stiamo lavorando sodo, abbiamo poca esperienza ma tanta voglia di salvarci. Siamo giovani, ma determinati e con un mister che crede nelle nostre capacità». Bentivoglio sogna di fare il calciatore “da grande”? «No, no. Io gioco a calcio perché mi diverto e, contemporaneamente, sto cercando di costruirmi un futuro al di fuori del mondo del pallone. Ho appena finito Ragioneria e adesso sto studiando per superare il test d’ingresso a Fisioterapia. Quest’anno c’erano 600 pretendenti e solamente 25 posti disponibili e io mi sto preparando per il prossimo appello». E se arrivasse una chiamata dai professionisti se la sentirebbe di mollare tutto e partire? «Mah, non sono abituato a fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Non ci ho mai pensato e non ho intenzione di farlo adesso. Se dovesse succedere valuterò serenamente, ma al momento sono concentrato su altro». A Mezzocorona non è proprio tutto rose e fiori. La società ha qualche problemino. «La situazione non è semplice, ma le difficoltà esistono per essere superate. L’importante è che ognuno faccia la propria parte e noi giocatori dobbiamo pensare solamente al campo». L’anno scorso erano in tanti a sostenere che un “peso piuma” come lei non poteva giocare in categoria. «Beh non si può avere tutto dalla vita. È vero, mi mancano i centimetri, ma in compenso sono veloce. Adesso mi sono sbloccato. E non voglio fermarmi».

Ore 20.50 – (Trentino) La prima volta non si scorda mai. E il tecnico lagarino Davide Zoller ha vissuto in maniera assolutamente particolare lo storico successo conquistato dai tricolori sul Kras Repen. A fine gara, infatti, l’allenatore dei tricolori ha evitato di rilasciare dichiarazioni, lasciando al direttore sportivo Addeo e ai giocatori il compito di confrontarsi con i cronisti. Polemica? Nemmeno per sogno ed è lo stesso Zoller a spiegare il perché del suo comportamento. «A fine gara – dice – non ho parlato perché è bene che l’allenatore ci metta la faccia soprattutto quando si perde. Giusto che le soddisfazioni le prendano dirigenti e giocatori: se lo meritano per la grande serenità in cui ci lasciano lavorare e per il grande impegno profuso». Bene così, ma adesso bisogna dare continuità al successo ottenuto contro il Kras Repen già domenica prossima a Montebelluna. «La vittoria fa senza dubbio morale – conclude Zoller – ma che cambia poco la nostra classifica ancora deficitaria. Bene, comunque, non aver preso gol ed ora ci attende la trasferta di Montebelluna. Sarà dura, ma dovremo provare a muovere ancora la classifica».

Ore 20.30 – (Trentino) Altro che “domenica bestiale”. Per le trentine quella di due giorni fa è stata veramente una giornata storica. Il motivo? Assai semplice: mai, prima di adesso, era infatti successo che tutte le squadre di casa nostra conquistassero il bottino pieno nello stesso pomeriggio. La nostra particolarissima ricerca si riferisce alle ultime quindici stagioni e prende in esame tutti i campionati di serie D ai quali abbiano partecipato almeno tre formazioni della regione. Ebbene, sino a domenica pomeriggio, l’ “en plein” non era mai avvenuto: una sconfitta o un pareggio avevano sempre “rovinato” il bilancio complessivo di giornata, mentre domenica il risultato finale dice esplicitamente Trentino 3 – Veneto e Friuli Venezia Giulia 0. Ad impreziosire ulteriormente la particolarissima “tripletta” delle tre nostre squadre c’è il fatto che nessuna delle squadre trentine abbia incassato reti (e, anche in questo caso, si tratta di una prima volta): nove punti, cinque reti segnate e zero subite. Meglio di così non poteva proprio andare con la classifica che si è accorciata sensibilmente, visto che tutte le formazioni provinciali erano impegnate in sfide con dirette rivali nella corsa verso la salvezza. Un altro dato curioso, ma allo stesso tempo significativo, è il fatto che, in una sola giornata, Dro, Mori Santo Stefano e Mezzocorona hanno conquistato più vittorie di quante ne avessero inanellate nelle precedenti 27 partite, durante le quali l’unico successo era stato quello ottenuto dalla squadra di Manfioletti nel derby contro il Mori. Che sia finalmente l’inizio della “remontada” delle squadre trentine?

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Continua il momento nero dell’Union Pro che con il ko di domenica contro l’Union Ripa Fenadora infila la quarta sconfitta consecutiva con un solo punto raccolto nelle ultime 6 partite. L’unica nota positiva è il ritorno al gol (con la perla di Comin) dopo 518′ di astinenza. Vista l’emergenza (mancavano Furlan, Andrea Nobile, Luise, Lorenzatti, Busetto e Visinoni) sarebbe andato benissimo il punticino ma il gol di Brotto al 5′ di recupero ha rovinato i piani alla squadra trevigiana. La vittoria del Dro ha fatto scivolare l’Union al quintultimo posto anche se la classifica è ancora corta e la salvezza diretta è solo 2 punti più su. DIRIGENZA – Il copresidente Maurizio Michielan difende la squadra ammettendo che la Serie D si è rivelata una categoria più ostica del previsto: «C’è molta amarezza per questa sconfitta ma non abbiamo niente da recriminare ai ragazzi, ad eccezione dell’episodio in cui si è verificato il rigore che poteva essere gestito meglio. Non credo che neppure col gruppo storico al completo avremo evitato di soffrire in questa categoria che si sta rivelando molto esigente sia dal punto di vista calcistico che da quello fisico». MERCATO – Le tante assenze hanno messo in risalto la rosa corta visto che in panchina a parte Basso classe 90′ (tra l’altro acciaccato anche lui), gli altri erano tutti giovani dal ’95 in poi ed infatti mister Feltrin si è limitato a fare un solo cambio (Casarotto). E per domenica prossima in casa contro il Tamai l’emergenza sarà al centro della difesa dove mancheranno per squalifica Trevisiol e Zanette. La società ha già pianificato di correre ai ripari intervenendo sul mercato: oltre all’attaccante Alessandro Cattelan (disponibile da dicembre) si cercano un’altra punta, un centrocampista e un portiere.

Ore 19.50 – (Il Piccolo) Massima fiducia a Predrag Arcaba. È il messaggio arrivato ieri dal Kras Repen, all’indomani del ko maturato contro il Mori Santo Stefano. «Non ci siamo nemmeno riuniti perché abbiamo tutti visto come a Mori sia stata la sfortuna a condannarci a questa sconfitta», racconta il presidente biancorosso Goran Kocman. Nonostante la quinta partita persa in dieci giornate, dunque, il Kras ha deciso di non cambiare. In effetti nella trasferta di domenica scorsa il team di Monrupino ha migliorato complessivamente il proprio gioco. «Si è visto qualche miglioramento, certo è che bisogna lavorare ancora molto: i giocatori validi ci sono, lo sappiamo tutti, ma sono fiducioso che le cose si metteranno per il verso giusto già a partire dal prossimo incontro», aggiunge Kocman. Rimane il fatto che nonostante le tante occasioni da rete create il Kras a Mori è rimasto a secco. «Credo che sia veramente un periodo nel quale le cose non girano per il verso giusto – spiega il presidente carsolino – perché normalmente almeno una delle occasioni che abbiamo creato l’avremmo trasformata. Purtroppo poi nel finale è arrivata la doccia fredda su calcio di rigore e invece di andare a vincere la partita, l’abbiamo persa». Oggi la squadra tornerà in campo ad allenarsi in vista del prossimo appuntamento che vedrà la squadra domenica scendere a Repen contro l’Arzichiampo. «Non possiamo cercare scuse, ma fare delle riflessioni pare doveroso», racconta invece il dirigente responsabile della Prima squadra Tullio Simeoni. «È evidente, che abbiamo registrato alcune defezioni importanti all’interno della nostra rosa, ma bisogna dire che il rendimento dei giocatori scesi in campo è stato alto e non vi è alcun tipo di recriminazione». La partita di Mori è stata dunque decisa dagli episodi? «Direi proprio di sì – risponde Simeoni – perché tutti hanno dato il massimo. Abbiamo avuto sfortuna sul gol preso, ma soprattutto siamo stati sfortunati nel non riuscire a portarci in vantaggio, nonostante le numerose occasioni da rete create». Nella giornata di oggi dovrebbe essere organizzato il rientro in squadra di Alessio Corvaglia, e dovrebbe tornare ad allenarsi in gruppo il fantasista Sasa Ranic. Due pedine che il Kras naturalmente attende con ansia.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna passa anche a Trieste, conquistando la quinta vittoria su dieci partite. I tre punti agguantati con merito nel mitico stadio Rocco valgono la quinta piazza in classifica per la banda di Pasa, confermando una volta di più la crescita di un gruppo che di volta in volta trova sempre un protagonista diverso. Stavolta è toccato a Mattia Cecchel, un altro prodotto della florida cantera di via Biagi, risolvere la partita a favore del Monte. Prima un assist per il gol di Masiero, poi la soddisfazione personale nel mettere al sicuro il risultato. Meglio di così non sarebbe potuta andare. «Ho saputo solo sul pullman che ci portava a Trieste che sarei partito dall’inizio, per me era la prima volta, di solito subentravo a match in corso – dice l’attaccante classe 1996 – non ho nemmeno avuto il tempo di emozionarmi, poi una volta in campo ho pensato che in fondo era solo un incontro di calcio ed ho cercato di rilassarmi. È andata bene». Prima l’assist, poi il gol. Che cosa hai pensato? «A dire la verità ero convinto di essere in fuorigioco, quello è stato il primo pensiero. Poi però ho gioito con la squadra, e sono molto contento che la mia rete sia servita per chiudere i discorsi». A chi dedichi il primo gol in serie D? «A mia nonna Amorvena, lei mi sta molto vicino e ci tiene tanto che faccia bene in campo». Dopo un assaggio lo scorso campionato, quest’anno sei in pianta stabile in prima squadra. Come sta andando? «È tutto diverso rispetto alla juniores, soprattutto dal punto di vista della mentalità. Poi quest’anno sono cresciuto fisicamente. Mi trovo molto bene con i compagni e con l’allenatore, Pasa aiuta tanto noi giovani». Che scuola frequenti? «Sto facendo l’ultimo anno al liceo Levi. Non è stato facile conciliare le due cose, il calcio mi assorbe tanto però adesso ho trovato il ritmo e riesco a studiare la sera. Tempo per la morosa? Ce n’è, bisogna trovare anche quello». Dicono che come giocatore assomigli a Pippo Inzaghi. «Il paragone mi piace, fisicamente sono come lui e anche i gol che faccio sono nel suo stile, non di potenza ma un pò di rapina per intenderci». Che obiettivo personale hai per questo campionato? «Al momento non ne ho, ho appena iniziato a segnare e quindi spero di farne il più possibile». E di squadra? «Ci dobbiamo salvare, finora tutto è stato positivo ma la voglia di fare sempre risultato non ci deve mai abbandonare».

Ore 19.10 – (Tribuna di Treviso) Chiamatelo Cec il biondo o Cec il chimico. Fin dalle giovanili, colpisce con precisione scientifica. Alla seconda gara da titolare con i grandi, ha realizzato il primo gol in serie D. Quello della tranquillità, quello che ha blindato la vittoria del Montebelluna sulla Triestina. Una rete che rimarrà nei ricordi di Mattia Cecchel. Non capita a tutti di segnare al “Nereo Rocco”. «Sono stato abbastanza fortunato, la palla mi è capitata fra i piedi e ho dovuto solo tirare», racconta il 18enne attaccante, «Uno stadio importante, un colpo d’occhio suggestivo. Non potevo scegliere posto migliore per la prima rete nella categoria. Spero di continuare così, spero inizi per me un nuovo campionato e mi venga data più fiducia». Il volpaghese frequenta il quinto anno allo Scientifico “Levi”, che confina con lo stadio dei biancocelesti. Buona parte della sua vita si consuma in pochi metri… Chimica e italiano sono le materie in cui riesce meglio. Nel suo futuro, c’è l’università. Il biondino è alto 175 cm, l’idolo è Messi. Gioca seconda punta, velocità nello stretto e dribbling sono i punti di forza. Il Monte lo prelevò nell’estate 2012 dalla Fulgor Trevignano. Con gli Allievi biancocelesti vinse lo scudetto 2013, totalizzando 40 gol. Un’altra vagonata, lo scorso torneo, con la Juniores. «I primi mesi con i grandi sono stati duri, era difficile anche allenarsi», spiega, «Compagni e avversari sono più forti, tengono un ritmo diverso. Con il tempo prendi però le misure, cerchi di migliorare settimana dopo settimana. Adesso mi sento anch’io un po’ cambiato, devo proseguire su questa strada. Prima di Trieste, avevo giocato dal primo minuto solo contro il Padova. Poi solo spezzoni. Sono contento, mi auguro di trovare più spazio». Seconda vittoria consecutiva per il Monte: «E soprattutto pesanti punti salvezza. Sono queste le partite che dobbiamo vincere». Domenica il tris con il Mori S. Stefano?

Ore 18.50 – La Biancoscudati Padova informa che in data odierna la Lega Nazionale Dilettanti ha comunicato che la gara Dro – Biancoscudati si terrà domenica (ore 14.30) allo stadio “Briamasco” di Trento. Ai tifosi biancoscudati sarà riservata la Tribuna Nord (coperta), con capienza 1500 posti. 600 biglietti del settore riservato ai supporters biancoscudati saranno messi in prevendita alle biglietterie sud dello stadio Euganeo di Padova SOLO nel pomeriggio di domani, mercoledì 12 novembre 2014, con il seguente orario: dalle ore 16.00 alle ore 20.00.
Costo dei biglietti: Intero 10,00 €, Ridotto 7,00 €. Ridotto: per i nati/e dal 1/1/1996 al 31/12/2000 (presentare documento). Ingresso gratuito per i nati dal 1/1/2001 in poi (presentare documento). La prevendita verrà gestita direttamente da personale incaricato dalla società Us Dro. Il numero massimo di biglietti acquistabili per persona è stato fissato a 5. DOMENICA ALLO STADIO BRIAMASCO ore 11.00 apertura botteghini, ore 13.00 apertura Stadio. Costo dei biglietti: Intero 10,00, Ridotto 7,00 € per i nati/e dal 1/1/1996 al 31/12/2000 (presentare documento sia al momento dell’acquisto sia all’entrata allo stadio). Ingresso gratuito per i nati dal 1/1/2001 in poi (presentare documento sia al momento dell’acquisto sia all’entrata allo stadio).

Ore 18.30 – (Il Piccolo) Dopo due mesi e mezzo di campionato, dieci partite giocate, nessuna vittoria e l’ultima posizione in classifica con soli 3 punti, è arrivato il mea culpa della società. Quasi inevitabile, dopo che domenica il Montebelluna aveva allungato di un’ulteriore tappa la via crucis alabardata di questo primo scorcio di campionato. Il comunicato emesso dalla Triestina nella serata di domenica parla chiaro: si esprime la consapevolezza del momento difficile e delicato che sta vivendo la squadra alabardata, ma anche la decisione di compiere un ulteriore sforzo finanziario inserendo a partire da dicembre nuovi validi elementi di categoria superiore per centrare l’obiettivo salvezza. In pratica, si è preso atto che l’attuale rosa, così come è stata costruita, è inadeguata alla permanenza in serie D. Vero che c’è stato poco tempo per allestirla, ma sicuramente c’è stato un peccato di sopravvalutazione dei giocatori, oppure di sottovalutazione del valore del campionato che si andava ad affrontare. L’Unione in realtà non sembra mai alla deriva contro nessuna squadra, ma quando gioca benino dà una sensazione di impotenza offensiva deprimente, mentre appena gli avversari alzano il ritmo, si perde compattezza e qualcosa dietro viene matematicamente concesso. Fatto sta che la proprietà, che sperava di salvarsi senza problemi con questa rosa e dedicare la stagione al risanamento economico, dovrà giocoforza ritornare sul mercato. Accorgersene in tempo e cercare di riparare i danni, è un buon segnale da parte della società, anche se ovviamente questo significherà rifondare in parte la squadra con ripercussioni sull’amalgama, e conseguente surplus di lavoro per Ferazzoli. La novità, rispetto ad arrivi di svincolati magari fuori condizione o stranieri con il problema del transfer, è che si punterà alla finestra di mercato di dicembre e quindi a giocatori in attività e proprio per questo ancora tesserati con altre squadre.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Energia neroverde al massimo. Quello appena concluso è stato un fine settimana da leoni per tutte le realtà che ruotano attorno al nome Union Ripa La Fenadora. Dalle giovanili alla prima squadra – e non è la prima volta in questa stagione -, è stato centrato il massimo risultato, sintomo di un buon lavoro su tutti i fronti che dà risultati inequivocabili. Partiamo dal vivaio. Sul fronte della categoria Giovanissimi provinciali la conquista dello scontro diretto sul campo dell’Agordina (15) con il risultato di 2-1, porta l’Union Ripa La Fenadora (18) al primo posto solitario in classifica. Si consolida ancora di più il primato nel campionato degli Allievi provinciali per i neroverdi (27 punti frutto di nove vittorie in nove incontri) che superano facilmente il Sois (16) con il punteggio di 3-0, tenendosi dietro il poker formato Pizzocco, Piave, Agordina e appunto Sois. In campo Juniores nazionali il Ripa La Fenadora (18) di mister Lauria conquista la seconda posizione grazie al successo 3-0 sul Tamai (3), penultimo. Ma la vittoria che da più carica è senza dubbio quella della serie D con la conquista del successo al novantacinquesimo minuto grazie a una prodezza di Gianmarco Brotto dopo il pareggio su rigore di Andreolla. A Mogliano la gara si è chiusa 1-2 in favore dei neroverdi (16 punti), che si sistemano al quinto posto della classifica, ai danni di quell’Union Pro (8) quattordicesima del girone C. Ora il Ripa La Fenadora è nella zona che conta, quella dei playoff. «Fin qui – commenta il fantasista Sandro Andreolla – siamo in linea con i nostri obiettivi. Adesso ci sono alcune partite alla nostra portata, almeno sulla carta, con squadre che lottano per salvarsi. L’obiettivo è fare un filotto di risultati». Un gol all’ultimo secondo del recupero senza dubbio potrebbe costituire quella svolta tanto cercata dagli uomini di Parteli. Il salto di qualità per avvicinare il podio della classifica, occupato ora dall’irraggiungibile coppia di testa Padova-Altovicentino, e dal Belluno, sull’ultimo gradino (i gialloblù sono a +2 sulla Sacilese che incontreranno sabato). Intanto si sta avvicinando il derby, in calendario il 14 dicembre, per avvicinarsi al quale la squadra del capoluogo (terzo con 23 punti) sembra avere un calendario più complicato di quello neroverde. Il campionato, almeno per le bellunesi, si fa sempre più interessante.

Ore 17.50 – (Corriere delle Alpi) È la seconda trasferta consecutiva che il Ripa Fenadora strappa la vittoria con un gol allo scadere. Dopo Trieste, è successo domenica a Mogliano con l’Union Pro e il segnale è chiaro: «Non si molla niente», dice il direttore sportivo Alberto Faoro. «La squadra ha grande voglia e carattere». Vittoria pesante. «Ci prendiamo i tre punti, ma è la dimostrazione che questo è un campionato difficile. Abbiamo giocato un primo tempo discreto, scendendo in campo ordinati e rischiando zero. Nella ripresa poi, quando il mister ha fatto qualche cambio per provare a vincere, abbiamo subito un gran gol e lì abbiamo avuto una grandissima reazione di carattere. Sotto 1- 0 a mezz’ora dalla fine, su un campo pesante, contro un avversario che a quel punto si difendeva, era difficile recuperarla. Abbiamo sicuramente avuto un pizzico di fortuna nel rimetterla in piedi col rigore di Andreolla e da lì in avanti abbiamo spinto fino alla fine con carattere». Zona Cesarini, quasi zona Union. I neroverdi si sono presi la vittoria a dieci secondi dalla fine, segno che la squadra non molla mai e che sta bene fisicamente. Occhio però: «Non dobbiamo sempre ragionare sul fatto che prima o poi la risolveremo, se si può migliorare qualcosa è nel pensare di risolvere prima le partite, perché il calcio ti dà e ti toglie. Nel vincere all’ultimo secondo ci sta una parte di componente di carattere e una di fortuna, per cui dobbiamo cercare di abbattere la componente di casualità», aggiunge Faoro. «Dopo dieci giornate abbiamo 16 punti e siamo quinti. Siamo dove volevamo essere e siamo soddisfatti. Adesso dobbiamo continuare a lavorare per riuscire a esprimere anche un gioco qualitativamente importante. Non abbiamo pressioni mentali o blocchi, ma questa vittoria deve aiutarci ad affrontare con ancora maggiore serenità e consapevolezza nei nostri mezzi le prossime partite». Tutti importanti. Il diesse mette l’accento sull’importanza del gruppo: «Abbiamo una rosa ampia, in cui sono tutti importanti all’interno di questo progetto. Con l’Union Pro ad esempio è subentrato Cibin che non entrava da qualche partita e devo fagli i complimenti perché ci ha messo lo spirito giusto dando una mano fondamentale. È stato titolare Pellizzer che non giocava da qualche partita e ha fatto bene. Devono continuare tutti a lavorare con intensità e caparbietà in settimana, perché l’occasione arriva», evidenzia Alberto Faoro. «Abbiamo fatto cinque risultati positivi di fila, adesso l’obiettivo è fare la seconda vittoria consecutiva, che ci manca. Domenica abbiamo il Fontanafredda in casa, squadra ostica. Ci aspetta una settimana importante perché poi abbiamo anche la coppa, il 19 ad Arzignano: arrivati agli ottavi, a questo punto vogliamo andare avanti».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È stata la Sacilese ad aggiudicarsi (2-0, doppietta di Sottovia) il 41. derby biancorossonero. Ma il Fontanafredda è uscito dal Tognon con l’onore delle armi, fra gli applausi dei 600 che hanno assistito alla sfida che mancava da 13 anni. RUOLI RIBALTATI – Il copione prevedeva Zirolandia a far gioco, con padroni di casa coperti. I ruoli invece sono stati completamente ribaltati. I rossoneri sono partiti di slancio, costringendo la Sacilese alla difensiva. «Sì – ammette Mauro Zironelli -, il Fontanafredda è un’ottima squadra. Ci ha affrontato a viso aperto. Noi abbiamo dimostrato di saper anche soffrire e sfruttare le poche occasioni che siamo riusciti a costruire. Del resto – sottolinea il tecnico biancorosso – non era facile, su un terreno così pesante. Bisogna fare i complimenti a tutti quelli che hanno giocato, di entrambe le formazioni». ORGOGLIO ROSSONERO – Contento a metà Giampietro Bertolini. «Buona la prestazione – riesce a sorridere il presidente del Fontananafredda -, meno il risultato. Meritavamo almeno il pareggio. I ragazzi hanno costruito una mezza dozzina di occasioni. La Sacilese ha tirato due volte e fatto due gol, il primo anche abbastanza fortunoso. A fine partita – racconta – sono andato negli spogliatoi a fare i complimenti a mister De Pieri e a tutti i ragazzi. Mi piace sottolineare che sul rettangolo abbiamo mandato 11 giocatori su 13 nati dal ’90 in poi, tre addirittura del ’96 (Vicario, Alcantara e Hoti, ndr). Onestamente non mi aspettavo di arrivare da matricola al derby della decima giornata con 13 punti e di mettere paura alla Sacilese. È il frutto dell’impegno di gruppo e mister e del lavoro in fase di costruzione da Nadin, Barbieri e Mazzon». NIENTE MIRACOLI – L’Altovicentino non si ferma nel Borgo. «Da grande squadra – commenta Stefano De Agostini – ha sfruttato le uniche due occasioni avute. Nel primo tempo la capolista ha fatto tanto possesso, ma le migliori opportunità (Furlan, Zambon e Sellan, ndr) sono state nostre. Poi è arrivato il rigore a loro favore per uno sfortunato rimpallo su un braccio di Rigutto. È vero anche – ammette il tecnico del Tamai – che nella ripresa non siamo riusciti a cambiar passo». PROSSIMO TURNO – Anticipo sabato (14) per la Saclese che ospiterà il Belluno. Domenica Tamai a Mogliano e Fontanafredda a Seren del Grappa.

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Rete inviolata. Forse nel successo del Belluno sulla Clodiense è passato inosservato. Nascosto dalla gioia per il ritorno ai tre punti e dalle prodezze del duo agordino, Masoch-Mosca. Coperto dal brio con cui il Belluno ha giocato nella prima mezz’ora da favola. Eppure, una fetta del successo spetta senza dubbio anche a Davide Solagna. Nella costruzione della vittoria di domenica contro i lagunari, il portierone gialloblù ha messo tre mattoni decisivi. Per alzare i tre punti e murare la porta. Il primo, facile facile, su un tiro di Mazzetto nel primo tempo. Due, invece, ben più difficili a inizio ripresa, quando la Clodiense ha alzato i ritmi. Solagna, freddo e concentrato, ha spento subito i bollenti spiriti dell’avversario. Già al 2’, chiudendo la porta in faccia a Mazzetto, servito da Pellizzer. «Ho visto la palla filtrante messa da Pellizzer – racconta Solagna -. Con la coda dell’occhio ho visto il movimento di Mazzetto che sbucava da dietro. E ho provato a chiudere». Il problema, per Mazzetto e per la Clodiense, è che Solagna non solo ci ha provato, ma ci è riuscito alla grande. «Ho preso la palla con il ginocchio – prosegue il portiere gialloblù -. È andata bene». Come è andata bene con l’ultimo mattone: punizione di Piaggio al 7’, colpo di reni, guantoni che si allungano e la porta è salva. Nel momento migliore della Clodiense (e peggiore, se così si può definire, del Belluno), Solagna ha detto «no» all’avversario. Ma come mai il Belluno è calato? «Abbiamo sempre qualche problemino all’inizio del secondo tempo. Non saprei spiegarmi il perché. Forse entriamo in campo un po’ timorosi. Ma domenica non abbiamo sofferto. La Clodiense era obbligata ad aumentare il ritmo. Noi abbiamo gestito e di fatto abbiamo concesso solo una mezza occasione». Quarta partita di fila tra i pali: è Davide Solagna il portiere titolare del Belluno?
«No (Solagna sorride e abbassa lo sguardo, ndr). Non mi sento titolare, perché nessuno è titolare. Gioca chi si allena meglio. Io cerco di dare il massimo e di mettere in difficoltà il mister». Sabato c’è la supersfida contro la Sacilese (diretta RaiSport alle 14). Uno scontro diretto per il terzo posto. «Una bella squadra, tosta. Ma noi giocheremo a tutta per vincere: vogliamo tenere il terzo posto». La Sacilese è avvisata.

Ore 16.50 – (Corriere delle Alpi) Un Belluno in formato “gnas”. Così sono amichevolmente chiamati gli agordini e sono stati proprio Yari Masoch e Stefano Mosca a firmare il successo gialloblù contro la Clodiense, tenendo alto il nome di tutta la valle agordina. «Siamo fieri del contributo dato alla squadra – spiega Masoch – è qualcosa che, nel nostro piccolo, rimarrà nella storia. Non penso sia mai successo che due agordini andassero in gol in serie D insieme e questo ci dà tanta soddisfazione». Anni di sacrificio. Abitare nella valle agordina e voler giocare a calcio non è semplice. Il territorio offre molte società calcistiche, ma per arrivare a certi livelli bisogna muoversi e l’Agordino non è proprio dietro l’angolo. «Per me e Stefano sono stati anni difficili fin da quando abbiamo cominciato da allenarci in gialloblù – continua Yari – ma la nostra grande passione ci sta regalando tante soddisfazioni. Fin da piccoli non è stato semplice organizzarci con le corriere e i viaggi, ma giocare in serie D con il Belluno ci sta ripagando dei tanti sacrifici. Sono contento di appartenere a questa terra, che calcisticamente meriterebbe di più. ma purtroppo non ci sono le strutture adatte e logisticamente non è facile da raggiungere». Mister Masoch. La famiglia Masoch è l’anima del Gosaldo nel torneo agordino. Papà Viviano è l’allenatore (vincitore di 15 scudetti agordini nella sua lunga carriera da giocatore iniziata a 16 anni) e tra le fila ci sono anche gli altri due figli Jesse (allena i portieri dell’Agordina) e Joseph (attaccante del Cavarzano). Yari da quando è in prima squadra non partecipa più alle partite di campionato, ma aiuta il papà a preparare gli allenamenti e segue la squadra con grande passione. «Non riesco a stare senza calcio. In estate abbiamo poco più di un mese di vacanze e a me piace tantissimo stare nel gruppo dove ho tanti amici e dove riesco cerco di insegnare qualcosa. Mi aiuta anche a rilassarmi, perché ovviamente lì la mentalità è diversa rispetto al Belluno dove ogni domenica hai la pressione di dover fare risultato». Giusta la vittoria con la Clodiense. Con un gran primo tempo il Belluno si è portato in vantaggio grazie alla rete di Masoch e nel finale ci ha pensato Stefano Mosca a chiudere i conti. «Se nella prima frazione avessimo fatto tre gol non ci sarebbe stato niente da dire, ma dobbiamo sicuramente essere più concentrati sotto porta. La vittoria è ampiamente meritata, perché loro non sono mai stati veramente pericolosi. Sabato (alle 14, diretta Raisport) ci aspetta una partita difficile e molto sentita contro la Sacilese visti gli episodi della scorsa stagione. In più ci hanno anche eliminato ai play off e abbiamo voglia di riscattarci e scenderemo in campo per difendere la nostra terza posizione in classifica».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Contro la corazzata Biancoscudati Padova il Giorgione le ha provate tutte, ha fatto anche una bella partita ma alla fine il risultato è stato spietato (4-2 per i padovani) e così Gazzola e compagni si ritrovano a doversi leccare le ferite per questa seconda sconfitta consecutiva, arrivata dopo l’amara trasferta di Chioggia. Ora occorre ripartire per non farsi risucchiare nelle sabbie mobili della bassa classifica e nella testa dei giocatori di Antonio Paganin c’è la voglia di riscattarsi. «Contro il Padova è stata una partita così e così – racconta Antonio Baggio, un pò in ombra domenica rispetto alle precedenti esibizioni – abbiamo iniziato bene e poi abbiamo avuto un “black out” di dieci minuti che ha permesso al Padova di andare avanti di tre gol, poi diventava difficile recuperare nonostante fossimo in superiorità numerica». I punti salvezza però non dovevate conquistarli contro il Padova, troppo forte: «Contro il Padova non siamo partiti con l’idea di aver perso ancora prima di giocare, ogni partita ha la sua storia, loro sono stati più forti ma sicuramente noi non siamo scesi in campo rassegnati, anzi l’inizio è stato anche positivo, poi merito loro». Ora bisogna tornare a fare punti. «Due sconfitte di fila sicuramente non sono una bella cosa, ma sappiamo che abbiamo le possibilità per rifarci, prima abbiamo fatto cinque risultati utili consecutivi e quindi possiamo ripeterci già ad iniziare dalla prossima trasferta. La squadra in queste due gare ha avuto un approccio sbagliato contro la Clodiense e poi ha subito la forza del Padova ma penso che il nostro campionato possa ripartire con esiti diversi dalla prossima sfida». Quest’anno hai iniziato con un altro ritmo. Cosa è cambiato? «Rispetto all’anno scorso, stagione difficile anche per il cambio dell’allenatore, la squadra gioca di più, cerca di imporre il suo gioco e penso che questo sia positivo anche perché siamo giovani e possiamo crescere. Sul piano personale non posso che trovare giovamento da questo nuovo modo di giocare». L’attacco può essere il punto di forza? «In attacco siamo competitivi, giochiamo con una sintonia e nelle partite precedenti abbiamo dimostrato che possiamo far male a molte difese. Anche negli altri reparti vedo una buona sintonia e un buon amalgama, anche la difesa che all’inizio sembrava troppo giovane è cresciuta e sta facendo bene».

Ore 16.00 – Qui Appiani: termina l’allenamento.

Ore 15.40 – Qui Appiani: lavoro atletico.

Ore 15.15 – Qui Appiani: Cunico rientra in campo con una vistosa benda sulla fronte.

Ore 15.10 – Qui Appiani: partitella in corso, vi partecipa Tiboni mentre Cunico si è temporaneamente recato negli spogliatoi.

Ore 15.00 – Qui Appiani: clamoroso incidente per Tiboni e Cunico, che si scontrano durante lo svolgimento di un innocuo esercizio per il possesso palla. I due giocatori rimangono a terra, ad avere la peggio è Cunico.

Ore 14.40 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento. Assente Mazzocco.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Si è dimostrato più forte dell’emergenza, il Venezia che con il blitz di Arezzo ha iniziato a riprendere quota. Dopo le prime tre gare con Michele Serena al timone gli arancioneroverdi sono risaliti dal 14. al nono posto in una classifica sempre molto corta e che proprio per questo dà fiducia. «L’aspetto più positivo è che ad Arezzo abbiamo giocato con cinque attaccanti, con Varano e Bellazzini a centrocampo – sottolinea il ds Ivone De Franceschi – Proprio il loro spirito di sacrificio testimonia i progressi di tutto il gruppo sul piano dell’atteggiamento e della dedizione alla causa che ci stanno portando fuori dal momento buio. Adesso sto vedendo il Venezia che pensavo di avere». Dal dirigente lagunare una riflessione particolare a proposito di Tommaso Bellazzini, acquisto di lusso nel mercato estivo che finora non ha ancora inciso secondo le aspettative. «Il “Bella” sta arrivando, è impensabile che un professionista con le sue qualità non venga fuori alla distanza. Per il Venezia è già un elemento importante, un atleta super che fa tutto con grande intensità. Ha forza, corsa, dribbling, sono convinto che manchi l’ultimo passetto, dopodiché si sbloccherà. Il suo impiego a centrocampo (intravisto una volta già con Dal Canto, ndr) al pari di Varano, nonché di Raimondi prima punta sono state delle intuizioni azzeccate da parte di Serena». Una nota dolente riguarda invece squalifiche – sabato al Penzo con l’AlbinoLeffe mancherà Raimondi (ma rientrerà Zaccagni) – e i troppi cartellini gialli, tanto che ben sette giocatori sono in diffida. «Mi farò sentire dai ragazzi perché su questo aspetto bisogna cambiare registro – la stoccata di De Franceschi – Capisco i cartellini figli di falli tattici e situazioni di gioco, ma ad Arezzo, ad esempio, Varano si è preso il giallo per aver allontanato il pallone. Dobbiamo crescere per non complicarci la vita da soli, visto che già gli infortuni non mancano». Gli arancioneroverdi hanno ripreso già ieri la preparazione in vista del match casalingo di sabato. Oggi e domani marcherà visita il terzino Panzeri, a Crema con l’Italia Under 20 di Lega Pro per uno stage che si concluderà con un’amichevole con la Giana Gorgonzola. Ancora sei settimane di stop, infine, per Espinal.

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Espinal come Hottor, sulla soglia del rientro, un altro stop. Continua il travaglio per i centrocampisti arancioneroverdi. Rientrato in gruppo proprio venerdì scorso, dopo avere smaltito l’infortunio muscolare successivo alla gara con la Feralpi Salò (26 settembre), Vinicio Espinal si è infortunato nuovamente e la risonanza magnetica a cui si è sottoposto ieri mattina ha evidenziato la lesione parziale dell’inserzione del tendine dell’adduttore lungo della coscia sinistra. Il 2014 si chiude quindi in largo anticipo per il mediano della Repubblica Dominicana, che avrebbe voluto festeggiare in campo i trentadue anni che compirà venerdì. Per lui la nuova prognosi parla di almeno sei settimane. Se il settore in mezzo al campo è sempre stato quello più falcidiato, il dato numerico più disarmante della stagione del Venezia è il numero di cartellini gialli rimediati nelle prime dodici giornate: oggi il giudice sportivo della Lega Pro squalificherà per una giornata Andrea Raimondi, ma sono ora sette i giocatori di Michele Serena con la spada di Damocle dello stop forzato (Sales e Marino in difesa, Varano, Esposito e Carcuro a centrocampo, Franchini e Greco in attacco). In totale finora 44 i cartellini gialli collezionati dai giocatori del Venezia con il top (6) toccato con Como e Novara e solo Cernuto beccato con la doppia ammonizione (Novara), uno dei due espulsi finora (Zaccagni rosso diretto a Vicenza). Michele Serena tuttavia riavrà a disposizione Mattia Zaccagni in mezzo al campo per la sfida di sabato. Oggi e domani sarà assente Emanuele Panzeri, impegnato nel raduno della Nazionale under 20 di Lega Pro. Continua dunque la strana stagione di questo ragazzo che gioca in maglia azzurra mentre nel Venezia trova posto solo in panchina. E a proposito di panchine, l’ultimo turno di campionato in Lega Pro ne ha fatte saltare altre tre, due nel girone del Venezia che sabato al Penzo terrà a battesimo l’esordio di Roberto Bonazzi, nuovo tecnico dell’Albinoleffe proveniente dalla Berretti, che ha avvicendato Alessio Pala esonerato dopo la sconfitta interna con il Real Vicenza. Domenica fatale anche per Claudio Rastelli, tecnico dell’Alto Adige strapazzato a Salò, A Bolzano potrebbe ritornare Stroppa (alternative Zanin, Brucato e Corda), mentre nel girone C è arrivato ieri a Catanzaro l’esonero di Francesco Moriero.

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Per Ivan Juric, il tecnico del Mantova, si può parlare tranquillamente di ingiustizia sportiva, per Tonino Asta, di una buona vittoria. Pareri abbastanza opposti nel dopo gara di Bassano Virtus Mantova, partita portata a casa dai giallorossi per 3-1 grazie ai gol di Pietribiasi, Nolè e Cattaneo. «C’è stata una squadra nettamente superiore all’altra – spiega l’ex Genoa – noi giocavamo a viso aperto, il Bassano ha pensato a difendersi» l’interpretazione del tecnico degli ospiti, capaci di un buonissimo secondo tempo ma poche volte veramente pericolosi. Più equilibrata invece la disamina di Tonino Asta, contento ovviamente di una vittoria che riporta il primato. «Questa è una vittoria importante perché abbiamo affrontato una delle squadre più in forma del campionato, una delle migliori, anche se la classifica non lo dimostra – spiega il tecnico ex granata – abbiamo lavorato molto in settimana per essere pronti ad affrontare il Mantova, formazione che arrivava al Mercante in salute, che sta facendo un bel calcio». Tre punti che fanno sentire il loro peso e riportano in vetta il Bassano. «Attenzione, noi non eravamo a fare i calcoli prima della gara pensando al risultato del Novara con il Como o del Real Vicenza, semplicemente pensavamo alla nostra prestazione. Ovviamente i tre punti aumentano la soddisfazione di essere ancora per una settimana in alto, noi vogliamo rimanerci il più possibile». Sull’analisi della partita: gol a freddo, grande reazione con il vantaggio, secondo tempo di contenimento fino al gol che ha chiuso la partita. «Saper recuperare uno svantaggio è simbolo di grande carattere…».

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I segreti del primo posto del Bassano? Di sicuro non solo uno. In ordine sparso: la competenza della dirigenza, la bravura di Antonino Asta e magari, perché no, pure i gol di Stefano Pietribiasi. L’attaccante giallorosso ha toccato domenica con il Mantova quota 6, segnando pure da fuori area, non certo la specialità della casa. «I compagni mi hanno preso in giro — scherza Pietribiasi — perchè io stesso non ricordo un mio gol da fuori area. Avevamo appena preso gol, ma siamo riusciti a raddrizzare subito la gara. E’ stata una partita aperta, bella, sapevamo che il Mantova era una squadra in salute e credo risalirà una classifica che al momento non le rende giustizia. Il gol dell’ex? Ho buoni ricordi della mia esperienza a Mantova, ma ora sono qui: credo sia stato giusto esultare». Da un bomber di razza all’altro, Salvatore Bruno continua a segnare a raffica spingendo sempre più il Real Vicenza verso i quartieri alti della classifica. «Sono molto felice per il mio momento e per quello della squadra — spiega Bruno, che a Bergamo ha segnato il suo settimo gol — per ora però mi piacerebbe non si parlasse di serie B, potrebbe essere controproducente. Se poi mi dite se mi piacerebbe tornarci, allora non posso che rispondere di sì. A chi non piacerebbe? Non ho più tanti anni di carriera davanti…».

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Dopo tre sconfitte consecutive, che avevano fatto finire il morale sotto i tacchi e spinto la società a cambiare guida tecnica, il Vicenza è tornato a vincere contro la Pro Vercelli. Vittoria in rimonta, quindi sofferta, ma meritata per la qualità di gioco mostrata e per l’atteggiamento messo in campo dagli uomini di mister Marino. «Questa vittoria ci permette di respirare», spiega senza tanti giri di parole Mauro Vigorito, estremo difensore che ha ritrovato proprio sabato scorso contro i piemontesi la maglia da titolare. «Ma il posto rimane di Bremec. Io mi alleno sempre al massimo, poi il mister fa le sue scelte. Ovvio, stare in panchina non piace a nessuno, ma quello che più conta è il risultato finale, pertanto sono doppiamente contento visto che il mio ritorno in campo è coinciso con la vittoria». Vittoria importante, dicevamo… «Fondamentale. Ci voleva assolutamente dopo tre gare in cui non avevamo raccolto nulla. Penso che la squadra sia entrata in campo con l’atteggiamento giusto e che abbia saputo reagire alla grande quando s’è trovata sotto». In effetti, lo svantaggio è durato pochi minuti. «Sì, è stato importante rimettere in fretta le cose in parità. Sul loro gol, comunque, c’era stata la deviazione vincente di Marchi su un tiro sbagliato. Si è trattato solo di un episodio, che però poteva costarci caro. Per fortuna che Moretti aveva il piede caldo». Rischi ne avete corsi pochi. «Infatti i miei compagni sono stati impeccabili. Abbiamo mantenuto a lungo il possesso palla, grazie anche al nuovo modulo, e io per larghi tratti dell’incontro ho fatto da spettatore». Ora c’è l’Avellino. «È una buona squadra che affronteremo su un campo difficile. Ma arrivarci dopo una vittoria è ben diverso che farlo se il turno precedente hai perso».

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla prima al Menti sotto la guida di Pasquale Marino, il Vicenza ritrova la vittoria portando a 13 punti, in altrettante partite, il bottino di questo inizio di campionato. Un bilancio non del tutto soddisfacente, considerato che la società berica ha deciso di esonerare Giovanni Lopez all’undicesima giornata con il Vicenza falcidiato dagli infortuni, di cui almeno quello di Antonino Ragusa molto pesante nell’economia del valore della squadra biancorossa. Una partenza che, guardando ai numeri del campionato 2012-2013, stagione in cui il Vicenza dopo la retrocessione venne riammesso in serie B a causa dell’ estromissione del Lecce dal torneo cadetto, assomiglia molto a quella di due stagioni fa quando i biancorossi alla tredicesima giornata avevano 12 punti in classifica, frutto di due vittorie, sei pareggi e cinque sconfitte. Il Vicenza aveva segnato 12 gol e ne aveva subiti 15, uno «score» migliore di quello attuale che vede la compagine berica all’ultimo posto nella graduatoria degli attacchi con 9 reti realizzate, e con una retroguardia trafitta 17 volte. Altro particolare curioso, confrontando le due stagioni, è che anche due stagioni fa alla tredicesima giornata il Vicenza giocò in casa contro la Virtus Lanciano perdendo per 1-0, match in cui l’arbitro Roca, lo stesso di Vicenza-Pro Vercelli di sabato, non vide un gol di Gavazzi il cui tiro aveva nettamente oltrepassato la linea bianca della porta abruzzese. «In quella partita non c’ero — precisa il centrocampista biancorosso Antonio Cinelli — ma in settimana quando abbiamo saputo che avrebbe arbitrato Roca i miei compagni mi hanno raccontato dell’episodio. Allora andò male, stavolta sono arrivati tre punti veramente molto importanti». Cinelli però si ricorda bene della retrocessione in Lega Pro di due stagioni fa e si augura che stavolta le cose finiscano in maniera diversa. «A leggere i numeri l’inizio non è stato tanto diverso — spiega Cinelli — anche allora il Vicenza pagò l’arrivo di tanti giocatori nuovi a campionato iniziato, cosa che si ripeté a gennaio quando ci fu anche il cambio di allenatore». In questo inizio di campionato ad aggravare lo stato generale delle cose, sono arrivati tanti infortuni gravi che hanno colpito giocatori importanti. «Purtroppo tre crociati sono sinonimo di molta sfortuna — sottolinea l’ex centrocampista della Lazio — se poi si considera che Tutino, Maritato e Ragusa sono tutti attaccanti, è normale che adesso nel reparto offensivo siamo un po’ in difficoltà anche numerica. Però il gruppo è buono, tutti remano nella stessa direzione e questo mi fa ben sperare per il resto della stagione. Il futuro dipenderà molto, almeno fino al mercato di gennaio, dalla capacità del Vicenza di andare a rete, cosa che finora ha presentato più di un problema». In zona gol, insomma, i biancorossi devono essere più concreti e determinati. «La cosa mi riguarda in prima persona — chiude Cinelli — perché sabato contro la Pro Vercelli ho avuto una grande opportunità che ho sbagliato. Ma quella contro i piemontesi è stata una vittoria molto importante, nel calcio i tre punti sono sempre la medicina migliore. Adesso non dobbiamo mollare di un centimetro perché questa è la strada giusta».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Claudio Foscarini non ha smesso di credere nella bontà del suo Cittadella. Nonostante una classifica deficitaria – quart’ultimo posto in classifica – e i tre punti che mancano da due mesi (l’ultimo successo in casa, con il Pescara, risale al 20 settembre), l’allenatore granata è convinto che la sua vera squadra non è quella vista negli ultimi tempi: «Non mi ha dato di volta il cervello, il mio obiettivo rimane sempre lo stesso. Il Cittadella può stazionare nella prima metà della classifica, ha le potenzialità per farlo. In fondo, poi, la parte di sinistra è distante quattro lunghezze, mica un’eternità». Intanto però c’è da fare i conti con il presente, con un Cittadella dalla doppia faccia tra un tempo e l’altro. «Alla ripresa degli allenamenti abbiamo rivisto le immagini della gara con il Latina, visionato gli errori commessi, le marcature, la fase difensiva, e discusso su tutto quello che non si deve fare in partita». C’era da capire la trasformazione avvenuta al rientro dagli spogliatoi: «Nel primo tempo, pur non facendo vedere cose strabilianti, il Cittadella aveva tenuto bene il campo, con ordine e in modo compatto fra le linee, proprio come era stato preparato. Siamo andati in vantaggio e contenuto il Latina che mai è arrivato alla conclusione. Nella seconda parte di gara, invece, ci siamo abbassati di venti metri, ho mostrato ai ragazzi i dati. Non siamo più riusciti a limitare i riferimenti del Latina, né a proporre il nostro gioco. Si doveva chiudere la partita invece non ci siamo riusciti, forse è subentrata anche un po’ di paura nel portare a casa il risultati pieno». Ed ecco la “cura” per i mali del momento: «Serve più coraggio in campo. La squadra deve andare ad aggredire gli avversari, come fatto nel primo tempo con il Latina, e dev’essere sempre propositiva». Foscarini analizza i numeri attuali. «Il Cittadella ha realizzato 18 gol e subiti 20. Un gol e mezzo a partita fatto, qualcosa in più quelli incassati: mi va bene il primo dato, c’è da migliorare nel secondo e ci possiamo riuscire». Il potenziale offensivo va perciò sfruttato, di conseguenza il 3-5-2 non è la soluzione congeniale bensì quella più adatta in situazioni di emergenza come quella attuale. Vedremo lo stesso modulo a Carpi? «È presto per dirlo, dipenderà dal lavoro settimanale, dai giocatori che potrò convocare», ammette il tecnico. Che non si “spaventa” per la trasferta di sabato sul campo della prima in classifica: «Se c’è una squadra da affrontare in questo momento è proprio il Carpi capolista. Sono queste partite, infatti, che ti stimolano a dovere, e il Cittadella ha bisogno di una scossa». Alla ripresa degli allenamenti assente Busellato, impegnato con l’Under 20 di Evani, che giovedì sera a La Spezia affronterà la Francia Under 21 in vista del torneo Quattro Nazioni.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Daniel Cappelletti sabato ha fatto 13. Ma il Totocalcio, purtroppo per lui, non c’entra. Tredici sono infatti le presenze collezionate quest’anno con il Cittadella, per un totale di 1.170 minuti, cioè tutti quelli che hanno visto i granata in campo. Escludendo Valentini, che se ne sta in porta e per certi versi è avvantaggiato, soltanto il suo sodale Barreca è stato utilizzato così tanto da Foscarini in questa prima parte di stagione, complice anche una rosa che, tra infortuni e squalifiche, in certi ruoli non lascia molte alternative. «Ma io sono uno che ama correre», precisa il 23enne difensore di Cantù, alla ripresa degli allenamenti al Tombolato. «E non mi pare di aver bisogno di rifiatare, tanto più adesso che il calendario è tornato “normale” e ci fa giocare sempre al sabato». Di fatto, però, nello scorso turno, Valiani, suo diretto avversario nelle file del Latina, gli ha creato diversi grattacapi, e lo stesso Foscarini ha spiegato che il “3-5-2” adottato nell’occasione è stato introdotto proprio per rendere la vita più facile agli esterni. «Non credo che le difficoltà del secondo tempo siano state di natura fisica. Penso, invece, che a livello inconscio abbiamo pensato che fosse possibile gestire il risultato, e questo ci ha portato ad arretrare troppo il nostro raggio di azione. Se poi quel tiro di Rigoni ad inizio ripresa fosse andato dentro, probabilmente la gara avrebbe preso una piega diversa. Il modulo? Direi che nel primo tempo ci ha permesso di tenere bene il campo, e se questo non è avvenuto nel secondo, non dipende certo dalla disposizione tattica che avevamo. Per quanto mi riguarda, i compiti sono un po’ diversi dai soliti: quando giochi con la difesa a quattro sai che spesso ti trovi ad essere l’ultimo uomo, e devi rischiare meno, mentre con questo sistema c’è sempre qualcuno a coprirti. Ho più libertà d’azione, ma devo abituarmici, perché nasco come difensore centrale». Ora si va a Carpi, capolista con all’attivo più del doppio dei vostri punti. «Ma non mi pare che quest’anno ci siano squadre in grado di “ammazzare” il campionato: per questo ritengo che potremo giocarcela, come abbiamo fatto con il Livorno. Il Carpi va in ogni caso elogiato: i suoi risultati dimostrano che in serie B il lavoro e le motivazioni contano più dei grandi nomi». Lora si opera. La società ha ufficializzato ieri quanto già anticipato: lo staff medico, in accordo con Filippo Lora, ha deciso di intervenire chirurgicamente per la ricostruzione del crociato anteriore del ginocchio sinistro lesionato nella gara del 28 ottobre con il Livorno. L’operazione sarà eseguita dal dott. Roberto Bordin al reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Cittadella. La data si conoscerà nei prossimi giorni.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Juniores Nazionali. Si ripete per l’Este, nel girone C, il viatico di dieci giorni fa: gli spenti giallorossi tornano dalla sfida in casa del Ciliverghe con sette reti al passivo. Nello scontro al vertice del girone D degli Juniores Nazionali il Padova supera di prepotenza il Mezzocorona, incamerando l’ottava vittoria consecutiva. Apre subito le danze Materazzo seguito dalla doppietta di Babolin, nella ripresa è Giuliato che cala l’ambo per la definitiva cinquina. Ora sono sei i punti di vantaggio sulla seconda, l’Union Ripa Fenadora. Nel girone G ritorna alla vittoria l’Atletico San Paolo in una gara vibrante con il Rimini (3-2). Dopo un primo tempo a reti inviolate, Scala e Lombardo portano sul doppio vantaggio i padovani, ma la veemente reazione del Rimini porta al pareggio, i gialloblù non ci stanno e Rinaldi firma la rete della vittoria, poi difesa con ordine malgrado l’inferiorità numerica per l’espulsione di Sambo. Severa punizione per l’Abano di Maniero, che si arrende 4-0 alla vice capolista Alma Juve Fano. Buon punto per il Thermal Abano Teolo sul terreno ravennate della Ribelle: benché fortemente rimaneggiati, gli aponensi trovano con Bucchieri la rete del meritato 1-1. GIRONE D: Union Ripa-Tamai 3-0; Montebelluna-Union Pro 3-4; Dro-Belluno 3-0; Giorgione-Triestina 5-0; Biancoscudati Padova-Mezzocorona 5-0; Kras Repen-Mori 5-1. Classifica: Biancoscudati Padova 24, Union Ripa 18, Mezzocorona e Giorgione 16, Sacilese 14, Triestina 12, Fontanafredda e Union Pro 10, Mori, Montebelluna e Dro 8, Kras Repen 6, Tamai 3, Belluno 2.

Ore 11.20 – (Trentino) Il morale è ovviamente alle stelle, ma il pensiero della truppa gialloverde è già alla sfida di domenica prossima. Che si giocherà allo stadio Briamasco di Trento. La volontà del Dro era quella di disputare la prestigiosissima sfida contro i Biancoscudati Padova ad Oltra ma poi, dopo le riflessioni del caso, la società lagarina ha preferito trasferire (con il beneplacito della Questura e l’approvazione di Asis) la partita a Trento per evitare ogni possibile complicazione. L’afflusso di tifosi biancorossi in Trentino sarà massiccio: ogni settimana, infatti, non meno di 500 tra ultras e semplici supporters seguono la compagine di Parlato in trasferta. Troppi per il piccolo impianto di Dro, anche se il presidente Angeli aveva trovato la soluzione. Il problema parcheggi e gestione del traffico ha però indotto, saggiamente, la dirigenza gialloverde ad optare per il cambio di sede con la tifoseria veneta che verrà sistemata in Tribuna Sud e, all’occorenza, in Dalmine. I tifosi locali, sia quelli provenienti dalla Busa che i curiosi del capoluogo che accorreranno al Briamasco, occuperanno invece la tribuna Nord.

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Non ci ho pensato un secondo, sono partito subito perchè Padova è una grande piazza. Ero consapevole che dovevo giocarmi il posto e cerco di dare sempre il massimo per guadagnarmelo». Tornando al suo gol con il Giorgione, a chi lo dedica? «Alla mia famiglia, a tutta la squadra e alla mia ragazza Sara. L’ho conosciuta quando giocavo a Palazzolo (Siracusa, ndr) e studia a Rovigo, appena posso vado a trovarla». A Padova vive nella foresteria al Geremia. «Sono in stanza con Bruzzi, ma con tutti i ragazzi mi trovo benissimo. Siamo accomunati dall’unico obiettivo che è fare bene al Padova». Un flash su Parlato. «È un allenatore fuori categoria. Non gli manca niente per arrivare in alto. Se quest’anno vince il campionato può fare il grande salto». Determinanti per raggiungere la promozione siete voi giocatori in campo. «È il gruppo che può fare la differenza, la squadra è forte e lo sta dimostrando. Ci vuole solo un pizzico di fortuna, poi sta a noi. L’Altovicentino? Mi aspettavo un loro risultato diverso con il Tamai, ce la giocheremo fino all’ultimo. Importante è vincere i due scontri diretti».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Giocare esterno? È il mio ruolo, l’allenatore vuole che sfrutti la mia dote migliore che è saltare l’uomo e creare problemi agli avversari. Quando invece mi chiede di fare la seconda punta devo attaccare sempre la profondità». Prima di domenica era entrato solo a gara in corso. Qual è il segreto di farsi trovare pronto? «Resto sempre concentrato in panchina. E se capita l’occasione, cerco di dare l’anima per i compagni. Non è sempre semplice entrare e fare la differenza, quando parti dall’inizio hai più possibilità di metterti in mostra». Nessun gesto rituale prima di scendere in campo. «Mi piace solo dire “speriamo che oggi segno”». L’idolo che ammira è brasiliano. «Cristiano Ronaldo è il più forte al mondo, ma Neymar è il giocatore che mi piace di più e al quale mi ispiro. In passato più di qualche persona mi ha paragonato a lui, anche per un po’ di somiglianza». Il sogno? «Arrivare a giocare in serie A, è difficile ma ce la metterò tutta. Il massimo sarebbe nella Juventus o con il Catania che è la squadra della mia città. Ma in questo momento l’obiettivo è arrivare con il Padova nei professionisti». A proposito del suo approdo all’ombra del Santo svela. «Potevo restare al Martina in Lega Pro, ma quando Minincleri ha lasciato il Padova la sera stessa della sua partenza mi ha chiamato il diesse De Poli, che avevo avuto al Martina, dicendomi di prendere subito un aereo per venire a Padova».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Con Union Pro e Triestina aveva segnato entrando dalla panchina, domenica si è ripetuto con il Giorgione partendo però per la prima volta titolare. Sebastiano Aperi, 22 anni tra poche settimane (2 dicembre), è stato uno dei grandi protagonisti del successo biancoscudato a Castelfranco, tanto da procurarsi anche un rigore. Quello del gol è un vizietto che già aveva messo in mostra l’anno scorso in Lega Pro con il Martina (21 partite e quattro sigilli) e con il Padova ha confermato di saperci fare. «Sono molto contento per la mia prestazione e soprattutto per i tre punti ottenuti dalla squadra dato che il pareggio con la Triestina ci aveva un po’ rattristito. Con il Giorgione abbiamo sfoderato una grande prova e non era facile perchè il campo era pesante e loro correvano su tutti i palloni. Siamo entrati con la voglia di fare bottino pieno, e l’abbiamo dimostrato con tre gol nel primo tempo. Peccato per l’espulsione di Ferretti, lui per noi è molto importante perché oltre a segnare riesce a tenere alta la squadra e a farci respirare quando serve». A Castelfranco è stata la sua migliore prestazione? «Ho fatto bene, ma la migliore resta quella con la Triestina. Sono entrato in campo e ho segnato subito, peccato per il risultato».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Cambio di programma in extremis per il prossimo impegno in trasferta del Padova. Domenica la partita non verrà disputata a Dro, come inizialmente previsto, ma direttamente a Trento allo stadio Briamasco. La decisione è stata presa nella mattinata di ieri dopo un confronto tra le questure di Padova e Trento, la Digos e la società che ospita l’evento. Un arrivo in massa dei tifosi biancoscudati, infatti, avrebbe potuto creare, a maggiore motivo in caso di maltempo, problematiche di natura logistica, legate soprattutto a viabilità e parcheggi. «Ci tenevamo molto a ospitare l’evento a Dro – spiega il presidente dei trentini Loris Angeli – e avevamo messo a disposizione dei sostenitori veneti tutti e seicento i posti a sedere del nostro impianto. Ci è stato però fatto presente che da Padova potrebbe arrivare tanta gente. In caso di bel tempo tutto ok, ma se piovesse non vorrei che la cosa creasse disagi. A Trento non ci sono problemi di spazio, la stazione dei treni è a cinque minuti e tutto è gestibile nel migliore dei modi». L’impianto del capoluogo può infatti ospitare oltre quattromila persone, con due tribune coperte, una delle quali affiancata da una gradinata scoperta. Non cambia la programmazione della prevendita già precedentemente pianificata che vedrà i biglietti acquistabili anche a Padova, ma solo nella giornata di domani, ai botteghini sud dell’Euganeo. Dalle 16 alle 20 personale incaricato del Dro metterà a disposizione un migliaio di tagliandi al prezzo di 10 euro. Il ridotto (nati dall’1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2000), costa 7 euro, ingresso gratuito per i nati dall’1 gennaio 2001. Non ci sono limiti nel numero di biglietti acquistabili da ciascun tifoso, come inizialmente previsto, e il giorno della gara saranno aperti i botteghini del Briamasco. Nel frattempo è già andato esaurito il pullman organizzato dall’Aicb e i ragazzi della Fattori ne hanno prenotati cinque (costo viaggio 5 euro) per i quali raccoglieranno le adesioni questa sera dalle 21 alle 23 nella loro sede a Rubano in via Galilei 50.

Ore 10.20 – Ci viene comunicato che questo pomeriggio i Biancoscudati si alleneranno alle ore 14.30 allo stadio Appiani e non alla Guizza.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) La Questura di Trento, invece, ha risollevato la questione: il piccolo paese di Dro rischiava di vivere una domenica campale. E così, ieri mattina, senza che a Padova nessuno fosse stato informato dei nuovi sviluppi, a Trento si sono presentati i vertici della società ospitante: si è discusso, si sono messele carte in tavola, e alla fine è arrivata la fumata bianca. Per motivi di ordine pubblico, Dro-Padova si giocherà a Trento, in quel “Briamasco” che può accogliere più di quattromila persone e che ha a disposizione due tribune, entrambe coperte. La società biancoscudata è costretta a correre ai ripari, rivedendo l’itinerario e la prenotazione dell’albergo di Arco, bloccato già da giorni. Per i tifosi, invece, non ci saranno problemi, anzi: lo stadio è più confortevole, la strada meno impervia. Al pubblico di fede biancoscudata sarà riservata la Tribuna Sud, quella opposta al settore centrale, tradizionalmente utilizzata in passato, ironia della sorte, dagli ultras del Trento, rivali storici di quelli padovani. I biglietti potranno essere acquistati domani pomeriggio ai botteghini dello stadio Euganeo, dalle 16 alle 20.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) I due problemi, sommati al desiderio della società gialloverde di disputare la gara con il Padova, storica per un sodalizio comunque modesto, nel proprio stadio, avevano indotto la Questura trentina a concedere il nullaosta per la disputa del match a Dro. E gli enormi problemi di viabilità si sarebbero risolti comunque. La decisione. Nessuno più si era preoccupato di evidenziare i limiti di una soluzione che appariva precaria comunque: Dro-Padova si sarebbe dovuta giocare allo stadio “Oltra” e la grande macchina organizzativa si era così messa in moto. «Stiamo per allestire nel migliore dei modi quello che per la nostra società, ma più in generale per la comunità di Dro, sarà un evento con la “E” maiuscola», aveva dichiarato allora il presidente Loris Angeli. «Avremmo potuto andare a Trento o Rovereto, ma non avrebbe avuto senso. La Questura ci ha dato il benestare e ci stiamo adoperando per accogliere nel migliore dei modi i numerosi tifosi del Padova». Con un senso unico alternato, istituito nell’unica strada che dal paese permette di raggiungere l’impianto sportivo, si sarebbe sciolto pure il “nodo” dei parcheggi, usufruendo di metà carreggiata per ricavare nuovi posti-auto. Sembrava tutto a posto, perlomeno fino a domenica sera.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La telenovela Dro-Padova si è conclusa, finalmente. Ma a soli sei giorni dalla partita l’ennesimo ribaltone ha messo in difficoltà più di qualcuno. Dalla società biancoscudata, che già si era organizzata per la trasferta a Dro, ai tifosi, pronti a sbarcare in Trentino con sei pullman e numerose auto private. La gara, in programma domenica alle 14.30, si giocherà allo stadio “Briamasco” di Trento e non più all’”Oltra” del piccolo paese lagarino. Le prime ipotesi. L’idea di traslocare in un impianto più attrezzato era nata verso fine ottobre. E l’indicazione era tra il “Quercia” di Rovereto e il “Briamasco” di Trento, appunto. La scelta del primo, un gioiellino dal punto di vista logistico e paesaggistico, sarebbe stata percorribile, ma l’ostacolo insuperabile si è rivelato la contemporanea presenza della squadra locale, impegnata contro il Calceranica nel campionato di Prima Categoria. L’impianto di Trento, invece, aveva, ed ha, problemi legati ai parcheggi: di fronte, infatti, sorge il nuovo museo di arte contemporanea, che nei week end fa solitamente registrare il pienone.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In effetti siete partiti a tutta. «Era ciò che volevamo per cancellare subito il ricordo della gara con la Triestina. Dovevamo riprendere il cammino interrotto e abbiamo chiuso la partita nel primo tempo». Cos’ha pensato al gol di Ferretti? «All’inizio ho pensato: cosa sta facendo? Poi ho esultato, è stato bravissimo a studiare la posizione del portiere nel corso di tutto il primo tempo. È un giocatore che ha tante qualità, non è solo un uomo d’area. Anche se, per quanto è forte nel gioco aereo, lo prendiamo in giro dicendo che ha uno scarpino in testa». Peccato solo che l’Altovicentino non vi dia tregua. «Rispecchia il campionato dello scorso anno. Purtroppo non puoi sbagliare nulla, perché ogni punto perso lo paghi caro. Non ci si può permettere di rilassarsi nemmeno cinque minuti». Contro il Dro lei, squalificato, non ci sarà. «Mi spiace molto, dovremo stare attenti perché quella trentina è una squadra molto fisica e in casa è ostica da affrontare». Cosa la lega così tanto a Parlato, al punto da seguirlo dovunque vada? «C’è una grande stima reciproca, mi piace perché è un uomo che ci mette sempre la faccia e dice le cose come stanno».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Non saranno come i fratelli Marquez, campioni del mondo nel motociclismo nello stesso anno, ma quella appena trascorsa è stata una settimana da incorniciare per i fratelli Dionisi. Il più piccolo, Federico, classe 1987, ha conquistato la vetta della classifica in serie B con il Frosinone, mentre Matteo, maggiore di due anni, ha difeso ancora una volta il primato del Padova nel girone C di serie D. E pensare che i destini si sarebbero potuti capovolgere se solo Rino Foschi fosse riuscito a strappare Federico al Livorno nel 2011. «Ricordo che la trattativa era in fase molto avanzata», rivela Matteo Dionisi. «Quando l’affare sfumò, mio fratello ci rimase male, perché gli sarebbe davvero piaciuto giocare a Padova». Magari in caso di Lega Pro potrebbe raggiungerla il prossimo anno… «Sarebbe bellissimo, non abbiamo mai giocato insieme se non da bambini. Solo che non so quanto piacerebbe a lui scendere di categoria, anche se ad una piazza come quella biancoscudata è difficile dire di no. Ora sta facendo molto bene a Frosinone e gli auguro il meglio, magari anche di salire in A». E uno come lei che ci fa ancora in D? «Ognuno ha la categoria che merita, si vede che devo migliorare ancora qualcosa e spero di farlo con il Padova. Mi piacerebbe legarmi a lungo a questa società, in giro è raro trovare una piazza così. Anche a Castelfranco, già dal riscaldamento, sentivamo gli incitamenti dei tifosi, che ci hanno dato una grande carica».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il presidente Loris Angeli ha tentato in ogni modo di impedire il ribaltone, ma alla fine è stato costretto a piegarsi alla volontà delle forze dell’ordine. «Si giocherà allo Stadio Briamasco di Trento — si legge — il match tra Dro e Biancoscudati Padova, valido per l’undicesima giornata del girone C di serie D e previsto domenica alle 14,30. Lo spostamento dal paese dell’Alto Garda al capoluogo trentino si è reso necessario per motivi di ordine pubblico, visto che la formazione padovana – capolista del girone in coabitazione con l’Altovicentino – è seguita ogni domenica da diverse centinaia di tifosi». Sfuma così il sogno della compagine del patron i vedere sul terreno di Oltra di Dro un’altra compagine gloriosa del calcio triveneto dopo la Triestina. E ora si lavora a fondo. «Il segretario gialloverde Simone Leoni è all’opera in queste ore per adempiere a tutte le pratiche burocratiche legate allo spostamento della sede di gara — prosegue il Comunicato — al più presto saranno resi noti i dettagli legati alla vendita dei tagliandi».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Carmine Parlato dovrà rinunciare alla qualità del Rulo, arrivato a sette gol segnati nonostante l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per oltre un mese, domenica prossima a Trento. È di ieri, infatti, l’ufficialità di quanto deciso dalle autorità di competenza in accordo con la società trentina e cioè che la partita, inizialmente in programma nel piccolo comune dell’Alto lago di Garda, si disputerà al Briamasco di Trento. Nella tarda mattinata di ieri la questura di Trento, dopo un lungo palleggio di ipotesi che si sono accavallate nei giorni scorsi (Rovereto e Dro erano le due alternative) ha ospitato una lunga riunione a cui hanno presenziato il presidente ed il segretario del Dro. La decisione definitiva, quindi, è stata quella di spostare il match al Briamasco di Trento, che dispone di una capienza di circa 4.300 posti. Il comunicato ufficiale è arrivato nel tardo pomeriggio ed è stato pubblicato sul sito web dello stesso Dro, che ha fatto trapelare senza troppi giri di parole la propria irritazione.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un gol destinato a entrare dritto dritto nella hall of fame della categoria, senza perplessità di sorta. Gustavo «Rulo» Ferretti si gode il capolavoro firmato domenica sul campo del Giorgione e il suo pomeriggio da protagonista, nel bene e nel male.
«In effetti è stato davvero un bel gol — sorride il centravanti del Padova — avevo notato che il portiere era spesso fuori dai pali: quando ho avuto la possibilità non ci ho pensato due volte a calciare». Un gol da 45 metri dall’out di destra, dopo aver soffiato il pallone a un difensore e aver resistito al tentativo di recupero in extremis. Ma c’è pure un’espulsione, sciocca e per certi versi assurda, a rovinare la giornata del bomber italo-argentino. Cacciato a fine primo tempo per doppia ammonizione e costretto a saltare la partita contrio il Dro di domenica prossima. «Ho chiesto scusa ai ragazzi — spiega nel dopo partita il “Rulo” — mi prendo la responsabilità perché ho fatto una stupidaggine e non si possono commettere a 30 anni certe ingenuità… Il gol del 4-0 mi ha rasserenato perché temevo di aver messo in difficoltà i miei compagni».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (undicesima giornata, domenica 16 novembre, ore 14.30): AltoVicentino-Mezzocorona, Clodiense-Triestina, Dro-Padova, Kras Repen-ArziChiampo, Legnago-Giorgione, Montebelluna-Mori Santo Stefano, Sacilese-Belluno, Union Pro-Tamai, Union Ripa La Fenadora-Fontanafredda.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino e Padova 28, Belluno 23, Sacilese 21, Clodiense, Unione Ripa La Fenadora e Montebelluna 16, Tamai 15, Fontanafredda 13, Union Pro 11, Giorgione e Dro 10, ArziChiampo 9, Kras Repen 8, Mori Santo Stefano 6, Triestina e Mezzocorona 3.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della decima giornata: ArziChiampo-Dro 0-1, Belluno-Clodiense 2-0, Fontanafredda-Sacilese 0-2C Giorgione-Padova 2-4, Mezzocorona-Legnago 3-0, Mori Santo Stefano-Kras Repen 1-0, Tamai-AltoVicentino 0-2, Triestina-Montebelluna 0-2, Union Pro-Union Ripa La Fenadora 1-2.

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E’ successo, 10 novembre: giorno di riposo per i Biancoscudati, che contro il Dro giocheranno allo stadio “Briamasco” di Trento.




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