Cittadella, Marchetti: “Giocatori che fanno la bella vita? Se ne avessi beccato uno non sarebbe qui in campo…”

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Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio

«Giocatori che fanno la bella vita? Se ne avessi beccato uno, state sicuri che non sarebbe qui in campo. Poi è ovvio che non posso mettere la mano sul fuoco per nessuno, ma francamente non credo sia questo il problema del gruppo, composto da bravi ragazzi». E qual è, allora, il problema? «Che la personalità non si compra al mercato. E i nostri giocatori si stanno facendo travolgere dalla situazione. Ma sono convinto che, se limiteremo i danni nei prossimi 15-20 giorni, a fine stagione ci ritroverete in una posizione ben diversa dall’ultimo posto». Stefano Marchetti arriva allo stadio Tombolato ad allenamento appena iniziato. Piove, a Cittadella, e il freddo si sente. Il direttore generale si abbottona la giacca e con quel gesto sembra voler proteggere sé e tutti i suoi uomini, anche dalle “voci” che serpeggiano fra i tifosi e che dicono che non tutti rigano dritto. Ci sarà pure chi ha poca personalità, ma è anche vero che gli elementi di esperienza non mancano: da Pellizzer a Sgrigna, arrivando sino a Coralli. «Non sta a me fare i nomi in pubblico. Dico, però, che chi ne ha di più deve far sentire la sua voce e guidare i più giovani», afferma Marchetti. «A Carpi e nelle ultime partite è emersa, invece, una generale debolezza di carattere. E la si è vista tutta nelle gare in cui ci siamo trovati in vantaggio e non lo abbiamo difeso. Poi, però, invito anche ad essere obiettivi e a valutare tutto». Ovvero? «Ovvero il fatto che a Carpi nei primi 25 minuti abbiamo fatto noi il match, e avremmo potuto andare subito in gol con Sgrigna e Pellizzer. E se alla fine andiamo a contare i tiri in porta, vediamo che sono stati 5 per noi e 5 per loro, solo che loro ad ogni conclusione hanno fatto centro, mentre noi la stessa cattiveria non l’abbiamo avuta. Dopodiché dico anche che ora siamo tutti in discussione».

Ci sono cose che devono rimanere in spogliatoio, ma cosa ci può dire del confronto avuto domenica con i giocatori? «Abbiamo guardato in faccia la realtà: è stato toccato il fondo e da qui abbiamo il dovere di risalire. Lo dobbiamo a noi stessi, ai tifosi e alla società, che sta mettendo tutti nelle migliori condizioni per lavorare bene». E se per tirarsi su fosse necessario ricorrere al mercato? «Lo faremo. Personalmente tengo orecchie e occhi ben aperti per valutare qualsiasi innesto a gennaio. C’è chi dice che la rosa sia troppo ristretta, ma io invito a considerare anche il numero di infortuni seri che abbiamo avuto e le lunghe assenze di Lora, Schenetti, Paolucci, Donazzan e Signorini, che non potevamo mettere in preventivo». Agli infortuni si aggiungono le squalifiche: fra espulsioni dirette e legate alle ammonizioni per nove volte in questa stagione il giudice sportivo ha sanzionato un vostro giocatore. E sabato scorso Busellato poteva risparmiarsi di mandare a quel paese l’arbitro. «Un cartellino rosso del tutto evitabile: come società, prenderemo provvedimenti nei suoi confronti. Massimiliano deve capire che la rabbia va incanalata in campo e non riversata in quel modo».




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