Dro-Padova, Pittarello: “Ci sono rimasto un po’ per l’esclusione, ma ringrazio il mister per le belle parole. E che rabbia per il palo…”

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Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli

Con Ferretti e Tiboni ai box ci si aspettava che fosse arrivato il suo momento dall’inizio, invece Parlato ha puntato sull’esperienza di Cunico. Quando però è entrato in campo nella ripresa, Filippo Pittarello ha trasformato il Padova. Non solo per la sua capacità di dare profondità, ma lasciando anche il segno nell’azione che ha portato al rigore di Cunico e propiziando il tris di Sentinelli che ha ribadito in rete la respinta del palo su un suo tiro. Una prestazione più che positiva, anche se l’appuntamento con il primo sigillo in campionato è ancora rimandato. «Ci sono andato vicino. Ho colpito un palo e in un’altra occasione il portiere ha preso con il sedere una mia conclusione. Proprio non vuole entrare. Cosa ho pensato in occasione del palo e del successivo sigillo di Sentinelli? Una sensazione strana. Ero contentissimo per il suo gol e allo stesso tempo non volevo credere di avere avuto tanta sfortuna. Ero un po’ arrabbiato, volevo segnare io. Aspetto questo gol da molto tempo». Cosa ha pensato quando nella riunione tecnica pre-gara Parlato vi ha dato la formazione e non ha sentito il suo nome negli undici? «Ci sono rimasto un po’, ma non è che ti arrabbi o che ti butti giù».

«È stata una sorpresa, non per il fatto che ero sicuro di giocare, ma vedendo le assenze e come l’allenatore aveva preparato la partita in settimana. Comunque non c’è problema». Il suo ingresso a gara in corso è stato decisivo. «È andata bene a me e alla squadra. Lavoriamo tutta la settimana per i tre punti, è quello che ci voleva». Quali consegne le ha dato l’allenatore qualche istante prima del suo ingresso? «Vincevamo 1-0, ma eravamo un po’ in difficoltà. Mi ha detto di tenere palla per fare rifiatare i compagni, di fare salire la squadra e di prendere qualche fallo». E poi ha messo lo zampino in due gol. È stata la sua migliore prestazione? «Mi ero piaciuto anche con il Tamai, ma questa è stata la migliore. Una prestazione che dà coraggio e autostima. Partire dall’inizio mi avrebbe aiutato, ma ho avuto comunque la possibilità di giocare quaranta minuti». Nel dopo partita Parlato ha affermato che lei «ha dato una grossa mano alla squadra, peccato che gli sia mancato il gol, ma ha fatto capire a me e ai compagni di esserci». «Sono parole molto belle, lo ringrazio». Dopo tutto ha solo 18 anni.

Quanto è difficile per un giovane giocare nel Padova? «Tra l’altro gioco per la squadra della mia città, sei sotto pressione perché devi sempre andare a mille fisicamente e mentalmente. Ma difficoltà e pressioni non mancano per i compagni più vecchi dato che non possono deludere la società e la piazza. Anzi, per loro le responsabilità sono anche maggiori dovendosi caricare sulle spalle la squadra». Con la Clodiense rientra dalla squalifica Ferretti, per lei potrebbe esserci meno spazio. «Lui è fondamentale per noi, ci vuole per forza in squadra. Io sarò pronto a qualsiasi evenienza, rispettando le scelte dell’allenatore. Siamo una rosa costruita per vincere: in campo si va in undici, gli altri devono farsi trovare pronti quando sono chiamati in causa». C’è un giocatore che ammira? «Il più forte è Ibrahimovic. Non che mi riveda in lui, ma mi piace un sacco. Ha tecnica e forza fisica impressionanti». Lei frequenta l’ultimo anno all’istituto per geometri Belzoni con lezioni dalle 19 alle 23.10. «È il primo anno che vado al serale, non avevo alternative dato che ci alleniamo anche al mattino. Mi trovo abbastanza bene, ci sono ragazzi della mia età e persone più grandi. Sanno che gioco nel Padova, sono tifosi. In molti mi hanno chiesto la maglietta al primo gol, non potrò accontentare tutti».

 




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