Live 24! Padova-Clodiense, la vigilia: tecnici al lavoro per sistemare il terreno dell’Euganeo

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Ore 23.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Sconfitta meritata? Il punto è un altro, ovvero che una squadra con legittime ambizioni, com’è il Venezia, non può uscire dal campo a mani vuote dopo esser riuscito a ribaltare una situazione di svantaggio». Il ds Ivone De Franceschi fatica (eufemismo) a digerire il ko di due giorni fa a Lumezzane che ha raffreddato gli entusiasmi del Venezia dopo tre vittorie di fila. «Il Lumezzane ha valori importanti e l’ha dimostrato non rubando nemmeno nulla, io però guardo in casa mia e dico che una gara come quella di sabato nel peggiore dei casi avremmo dovuto pareggiarla. Invece a 3′ dalla fine è sfumato anche il 2-2 e più che arrabbiato sono dispiaciuto, per il gruppo, perché in questo momento anche un punto avrebbe dato continuità e fatto una bella differenza». L’ex ala arancioneroverde ripercorre i rocamboleschi 90’in terra bresciana. «Abbiamo preso gol su due palle inattive e su un rimpallo, siamo stati sempre propositivi, senz’altro meno brillanti anche per la pesantezza del campo che ha ostacolato più noi che loro. Tuttavia la prestazione è stata onesta, le nostre occasioni le abbiamo create e penso a quella clamorosa di Raimondi a tu per tu con Gazzoli a inizio secondo tempo». Di lì a poco, a metà ripresa e dopo un paio di interventi importanti di Fortunato, il 2-1 è arrivato lo stesso con la pennellata su punizione di Bellazzini. «Proprio lì avremmo dovuto giocare con più personalità e mestiere, compattarci e gestire il vantaggio da squadra matura. Il centrocampo baby? Chi ha giocato ha fatto bene e io non ne faccio mai una questione di vecchi o giovani. È normale però che in certi frangenti chi ha più campionati, anche vinti, sulle spalle sia avvantaggiato e più smaliziato grazie alla propria esperienza vissuta». Per il ds De Franceschi il ko di Lumezzane è un campanello d’allarme. «Dobbiamo prenderlo come tale perché non aver raccolto nulla è stato davvero un “peccato mortale”. Abbiamo un gruppo sano e che lavora, non piangiamoci addosso ma pensiamo a reagire contro il Bassano imparando dai nostri passaggi a vuoto».

Ore 23.20 – (La Nuova Venezia) Meditare sugli errori per avvicinarsi al derby di domenica sera (inizio ore18) contro il Bassano. Partita nella quale mancherà per squalifica Marino, che era in diffida ed è stato ammonito per gioco falloso (va in diffida invece Bellazzini) e per la quarta partita consecutiva Michele Serena dovrà fare a meno di un giocatore fermato dal giudice sportivo: Zaccagni ad Arezzo, Raimondi con l’Albinoleffe ed Esposito a Lumezzane. Rientra il capitano arancioneroverde con il Bassano mentre al centro della difesa si piazzerà probabilmente Cernuto come fece con il Novara per la squalifica di Legati. Ancora tempi lunghi per il portiere Zima, e per i due centrocampisti Espinal e Hottor. Rientra in gruppo Davide Carcuro, che già la scorsa settimana ha partecipato alla partitella di fine allenamento, ma il centrocampista è fuori dalla trasferta di Cremona, quindi al massimo si accomoderà in panchina. Serena dovrebbe recuperare Greco in attacco, tenuto precauzionalmente a riposo sabato pomeriggio per la partita con il Lumezzane dopo l’infortunio muscolare occorsogli contro l’Albinoleffe. Da valutare anche le condizioni del giovane Alba, costretto a dare forfait alla vigilia della partenza per Lumezzane a causa di un fastidio muscolare, oltre a verificare se Giuliatto possa rientrare o meno in gruppo dopo l’ennesimo stop. Finalmente una settimana di lavoro tipo per Michele Serena, senza anticipi o posticipi, il Venezia oltrettutto potrà approfittare dei due giorni di riposo in più rispetto al Bassano impegnato questa sera nel posticipo (ore 20.45) contro il Como per il big-match della giornata, una sfida che Michele Serena andrà a vedere personalmente.

Ore 23.10 – (La Nuova Venezia) Difensore con la licenza di goleador. Antonio Marino, punto fisso della retroguardia del Venezia, l’altro ieri a Lumezzane ha segnato la sua quarta rete stagionale. Sì, quattro e non tre, perché il primo gol nel 3-0 casalingo contro il Renate all’esordio in campionato, lui se lo tiene stretto e spiega: «Quella rete è mia, non di Carcuro. Non lo dico solo io, perché abbiamo riguardato attentamente le riprese televisive, e si vede chiaramente che il pallone ha già oltrepassato la linea di porta quando interviene il compagno. Controllate tutti i siti e i giornali, solo la Gazzetta insiste a non attribuirmelo, gli altri me lo riconoscono». Dopo aver chiarito questo aspetto, Marino aggiunge: «Il gol di Lumezzane è il frutto, come in precedenza, del lavoro svolto in allenamento. Sui calci piazzati lavoriamo molto per sfruttare le mie caratteristiche, e in partita poi riusciamo a concretizzarle». In 14 giornate il difensore centrale di Mazara del Vallo ha finora giocato sempre, senza mai essere sostituito. Quattro i gol segnati, di cui tre nelle ultime quattro giornate, contro Giana, Arezzo e Lumezzane, più quello della “paternità discussa”contro il Renate. «Mi era capitato di segnare altre volte, ma mai così tanto in un singolo girone. Con la Juve Stabia furono tre all’andata, ma stavolta sta andando molto meglio». A Lumezzane però è arrivato il cartellino giallo che costerà la squalifica per domenica. «Questo mi dispiace moltissimo, perché avrei voluto dare il mio apporto alla squadra, ma lo farò dalla tribuna, da tifoso. La sconfitta di Lumezzane forse ci farà bene, dopo tre vittorie di fila adesso dovremo riabbassare la testa e darci dentro». Marino parla e si tiene la borsa di ghiaccio sul ginocchio sinistro. «Forse la sfida col Bassano l’avrei saltata lo stesso, anche senza la squalifica. Sul primo rilancio,ho sentito pizzicare dentro il ginocchio. Poi mi è capitato di nuovo nella ripresa. Spero non sia nulla di grave, però sono un po’ preoccupato». Per il 26enne siciliano il passo falso in Lombardia si poteva però evitare. «Un punto lo si doveva portare a casa, ma sul 2-1 siamo stati ingenui. Ma non abbiamo giocato male. Andiamo avanti, continuando a crescere, mi aspetto un Venezia grintoso e voglioso di fare risultato contro il Bassano».

Ore 23.00 – (La Nuova Venezia) L’Unione Venezia, intesa come squadra, sta facendo i suoi piccoli passi in avanti per uscire da quella situazione di difficoltà tecnica che l’aveva paralizzata più o meno un mese fa, e non è certo la sconfitta di Lumezzane – anche se frutto di una prestazione mediocre – a cambiare una sensazione generale, diffusa tra club e sportivi. Il buon impatto tra Serena e l’ambiente, oltre che dare un impulso ad una classifica che stava facendosi pericolosa ha anche permesso di guardare avanti con maggior fiducia. Ma attenzione perchè i problemi restano e il futuro della società potrebbe rientrare in gioco nel prossimo mese. Possiamo parlare delle parate di Fortunato, dei gol del difensore bomber Marino, del ritrovato Bellazzini, ma è anche bene ricordare che il mese di dicembre presenta una serie di scadenze dalle quali si potrebbe, una volta per tutte, capire quali sono le intenzioni del signor Korablin con il Venezia, con lo stadio del grande sogno, con dei tifosi che lo hanno accolto bene ma che adesso hanno una serie di ragioni per cominciare ad avere dei dubbi. «A breve tornerò a Mosca per incontrare il presidente» diceva nei giorni scorsi in occasione della presentazione delle nuove iniziative della società con il settore giovanile, il direttore generale Scibilia. Ma anche questo non è un meccanismo normale. Korablin, secondo quanto le parti avevano spiegato in precedenza, entro la fine dell’anno dovrebbe tirar fuori quei quattro milioni abbondanti per concludere l’operazione dei terreni, ma non ha ancora presentato un vero progetto al vaglio delle autorità competenti. Pensare che stia meditando se rinunciare magari si rivelerà sbagliato – se poi le cose si sistemeranno – ma all’alba di oggi non è cosa assurda. Così come non è cosa assurda pensare che – anche se in questo caso mancano conferme e la buttiamo solo come una ipotesi, poi vedremo – il presidente stia per spalancare le porte a chi volesse entrare in società con lui o anche al suo posto. Capiamoci: l’Unione Venezia non è stato messo ufficialmente in vendita, ma è chiaro che se il russo rinuncia alle sue intenzioni iniziali si arriva un’altra volta ad un bivio che il popolo arancioneroverde conosce bene: o arriva un altro proprietario o si va verso un altro sfascio. Questo non è allarmismo, ma solo frutto di esperienze vissute in un passato non ancora lontano. Con una differenza: sono stati fatti alcuni investimenti importanti, sia per quanto riguarda le strutture al centro sportivo Taliercio sia circa l’organizzazione del settore giovanile e tecnico, che ha messo in piedi programmi veramente interessanti e validi. L’Unione Venezia magari stavolta è più appetibile.

Ore 22.40 – Lega Pro: Il Bassano vince 1-0 col Como (rigore di Nolé) nel posticipo della quattordicesima giornata e torna al comando della classifica con una gara da recuperare.

Ore 22.30 – (Giornale di Vicenza) Inizierà il 5 gennaio 2015 e finirà il 2 febbraio la sessione invernale del calciomercato e per il Vicenza l´obiettivo è scritto da tempo: portare a casa un attaccante di valore con cui completare un reparto sguarnito dopo che Maritato prima e Ragusa poi si sono fermati con il legamento crociato del ginocchio rotto. Ma non è detto che il club di via Schio non possa muoversi anche prima per affiancare una punta ad Andrea Cocco, che sta reggendo da solo il peso dell´attacco ed è stato decisivo nelle ultime due partite: due gol che hanno fruttato 4 punti tra Avellino e la sfida interna con il Cittadella. Il problema è che bisogna tenere conto delle regole introdotte dalla Lega di serie B, in base alle quali in lista possono esserci al massimo 18 giocatori over 23, più 2 under 23 e invece un numero illimitato di under 21. Poichè il Vicenza ha già in lista i 18 over 23, è chiaro che per prenderne un altro dovrebbe farne uscire uno attraverso la risoluzione consensuale del contratto. Se invece il giocatore fosse un under 21 si potrebbe anche prenderlo subito, nel rispetto delle condizioni previste dalle norme. Ed è proprio in base a questa considerazione che in via Schio stanno tenendo sotto osservazione anche alcuni giovani attaccanti, in particolare un ventenne della Fiorentina in prestito in una società svedese, l´IFK Goteborg. Si tratta di Kenneth Zohore, 20 anni appunto, nato a Copenaghen e quindi danese ma con nazionalità anche della Costa d´Avorio. Il giocatore è della Fiorentina, che lo aveva mandato in prestito al Goteborg, fino alla fine dell´anno. Ma come in gran parte dei paesi del Nord Europa, considerato il rigore del clima invernale, il campionato finisce già di questi tempi. E infatti in Svezia si è già concluso con il successo del Malmoe che ha preceduto proprio il Goteborg. Ecco spiegato perché Zohore potrebbe essere disponibile da subito, perché è un under 21 e non ci sarebbero problemi con la lista e perché in Svezia il torneo è finito. Il ventenne danese piace e potrebbe essere a Vicenza, in prova, già in settimana. È chiaro comunque che se anche dovesse arrivare un giovane, in attacco serve evidentemente un rinforzo di spessore, un giocatore in grado di incidere da subito e già esperto del campionato italiano. Un obiettivo irrinunciabile perché Giacomelli e Spiridonovic, viste le risultanze del campo, non sono in grado di garantire l´apporto di gol che serve dopo gli infortuni di Maritato e soprattutto di Ragusa.

Ore 22.20 – (Giornale di Vicenza) La nave biancorossa continua ad avanzare, sospinta dai 7 punti conquistati nelle ultime tre partite, ma le tempeste non sono definitivamente alle spalle. Lo ha dimostrato il primo tempo del derby con il Cittadella, in cui il Vicenza ha rischiato di naufragare più di una volta. Per fortuna nella ripresa la squadra ha ritrovato la giusta rotta, che adesso il capitano Alessandro Camisa e i compagni devono tentare di mantenere ben salda in vista del nuovo confronto diretto per la salvezza in programma sabato prossimo a Varese. Camisa, visto come si era messa la partita quello con il Cittadella è un punto da tenere ben stretto, è d´accordo? «In effetti nel primo tempo non abbiamo giocato bene, tutt´altro – riconosce il difensore -. Abbiamo commesso troppi errori banali, non abbiamo nemmeno tenuto le distanze corrette tra i reparti e il Cittadella ne ha approfittato al meglio, passando meritatamente in vantaggio. Anzi ci è andata bene, perché all´intervallo il passivo poteva essere anche maggiore considerate le loro occasioni da gol». Vi siete spiegati il motivo di questo approccio completamente sbagliato in uno scontro diretto così importante? «Forse abbiamo pagato proprio la consapevolezza che ci giocavamo tre punti molto preziosi in casa: volevamo vincere la partita a tutti i costi, ma questo ci ha fatto perdere lucidità. Ognuno di noi rincorreva gli avversari e tentava di spingersi in avanti, così abbiamo perso le giuste misure, non ci siamo più mossi da squadra e inevitabilmente siamo stati meno efficaci. Dobbiamo far tesoro anche di questi errori, ma soprattutto ripartire dalla capacità di reazione che abbiamo saputo mettere in campo nella ripresa». L´azione del gol subìto ha racchiuso in sé tanti errori piuttosto evidenti. «È vero. Eravamo sbilanciati sulla ripartenza dell´azione, a turno siamo andati su Coralli per provare a chiuderlo e tutti ci siamo fatti sempre anticipare, così alla fine non siamo arrivati a ostacolare nemmeno Minesso. Troppi errori tutti insieme: quando capita così, ci vuole fortuna per non essere castigati». Eravate passati in svantaggio anche con la Pro Vercelli, prima di capovolgere il risultato. Non è che a volte vi serva uno “schiaffo” per scuotervi? «Non dev´essere così, questo lo sappiamo. Però guardiamo anche al fattore positivo: siamo maturati nel carattere, nella capacità di non farci abbattere da un gol preso o da un momento di difficoltà nel corso della partita. Anche questo deve far parte del bagaglio di una squadra che deve saper soffrire, lottare con la voglia di ottenere sempre e comunque un risultato utile, anche quando la partita sembra aver preso una brutta piega. Direi che per come abbiamo giocato nella ripresa alla fine il pareggio con il Cittadella è un risultato giusto e ampiamente meritato».

Ore 22.00 – (Gazzettino) Un pareggio che cancella il 5-2 di Carpi. Un punto che muove di poco una classifica che resta sempre deficitaria, ma che ha restituito un Cittadella vero per almeno sessanta minuti. Fino al doppio giallo comminato a Barreca, che ha scompigliato gli equilibri della squadra granata e dato il “là” alla reazione del Vicenza. Abbiamo tirato in ballo l’espulsione del giovane terzino, una delle decisioni sbagliate dell’arbitro Pairetto che ha lasciato perplesso – usiamo un eufemismo – Stefano Marchetti: «Proprio non l’ho capita, e sì che l’ho vista e rivista». Di errori del direttore di gara ce ne sono stati ancora, tutti penalizzanti nei confronti del Cittadella. E il diggì puntualizza: «Ci tenevamo tanto al derby, quella vittoria che inseguiamo da tanto tempo ci avrebbe fatto ripartire. Non è stato un turno felice per i direttori di gara, è capitato anche nella gara di Vicenza. Il Cittadella è una società modello, non ha mai polemizzato nei confronti della classe arbitrale, e non chiede niente di più di correttezza e imparzialità». I granata hanno lasciato il Menti con tanta rabbia dentro: Stefano Marchetti una tiratina d’orecchi la riserva anche ai suoi. «Dobbiamo limare certi atteggiamenti. Le troppe espulsioni finora avute non ci aiutano, e in questo momento difficile non possiamo permetterci di sbagliare niente, dobbiamo prestare la massima attenzione a tutti i minimi particolari, anche sotto il profilo disciplinare». L’1-1 di Vicenza, aldilà di arbitro e quant’altro, ha evidenziato un buon Cittadella, lo sottolinea pure il dirigente: «Devo fare i complimenti alla squadra, sabato ho rivisto valori importanti che avevano contraddistinto le prime uscite. Spirito combattivo e qualità di certi giocatori che possono fare la differenza». Ancora una volta in vantaggio, il Cittadella si è fatto rimontare. «Finché c’è stata parità numerica tenevamo bene il campo, e vi posso assicurare che giocare il derby non era affatto semplice, contro un’avversaria con il morale alto per le due vittorie consecutive. La squadra mi è piaciuta, ed è giusto sottolinearlo». Un solo rammarico, le tante occasioni avute nel primo tempo, non concretizzate. «Abbiamo sbagliato troppo al momento della finalizzazione. Con un altro gol nei primi quarantacinque minuti gli errori e certi episodi discutibili successi nel secondo tempo non avrebbero condizionato la partita». Da dove si riparte? «Dal buon primo tempo di Vicenza, dalle nostre qualità che quando riusciamo a trasmettere in campo ci permettono di tenere testa a tante squadre della categoria». E dal recupero di Paolucci, un’arma in più per Foscarini. «È il giocatore che incarna tutti i valori del Cittadella. Una pedina importante per il prosieguo del campionato». Stefano Marchetti non si dimentica dei tifosi, ai quali rivolge il suo personale “grazie”. «Hanno capito il momento difficile e ci sono stati vicini. Tutti assieme, ripartiremo».

Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Il tecnico vicentino Michele Marcolini si presenta elegantissimo in sala stampa dando una disamina precisa del match che vede sconfitta la sua squadra. «Abbiamo preparato bene la partita – esordisce- studiando bene l´avversario. Sapevamo che l´Arezzo si difende bene e sa essere pericoloso in fase offensiva con gente di valore come Erpen, Montini e poi Bonvissuto. Abbiamo provato a chiudere loro i varchi e a creare gioco ma siamo mancati in fase di conclusione. Non abbiamo creato molte occasioni da rete nonostante i tanti palloni giocati e, quando siamo arrivati vicino alla porta, abbiamo peccato di precisione. Poi siamo stati puniti da due episodi. Mi rammarico soprattutto per la distrazione in occasione della prima rete amaranto. Avevamo studiato gli schemi sulle palle da fermo degli avversari ma ci siamo fatti trovare impreparati sui blocchi che hanno portato alla conclusione di Erpen. Purtroppo il tiro sbagliato del giocatore si è poi trasformato in un assist per il compagno di squadra ma la distrazione iniziale rimane». Al di là di questo errore mister Marcolini trova motivi per essere soddisfatto dei sui ragazzi. «Non ho da rimproverare loro nulla. Alla vigilia del match ero preoccupato che la squadra, dopo la grande vittoria con il Novara, si adagiasse sugli allori invece, sin dal fischio d´inizio, ho visto in campo 11 giocatori determinati, grintosi e vogliosi di vincere. Mi è piaciuto anche il modo in cui hanno reagito allo svantaggio. Addirittura ci siamo gettati all´attacco dopo il 2-0, con pochi minuti da giocare, con un uomo in meno e con un giocatore a fare il portiere. Cosa posso pretendere di più dalla mia squadra. Sono sicuro che ci rifaremo già dalla prossima partita, basta solo un pizzico di determinazione in fase d´attacco e, magari, speriamo di avere un pizzico di fortuna in più sugli episodi». Fa i complimenti al Real Vicenza anche il tecnico amaranto Capuano. «Mi godo questa vittoria più di tante altre proprio perché è maturata contro un avversario di grandissimo livello. Il Real Vicenza ha giocato una buona partita ma si è trovato contro un Arezzo che ha coperto benissimo il campo e che sta recuperando una condizione fisica ottimale. Abbiamo preparato in settimana qualche nuovo schema su palla inattiva proprio perché sappiamo che le formazioni avversarie studiano attentamente i nostri movimenti. Queste modifiche hanno portato alla rete del vantaggio ed io ne sono veramente soddisfatto. Complimenti, comunque, alla formazione di Marcolini che reciterà un ruolo da protagonista per tutto il resto del campionato». Il Real Vicenza resta per il momento al secondo posto, in attesa del posticipo Bassano-Como e poi dei recuperi dei match rinviati.

Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Il derby dell´oro regala solo amarezze al Real Vicenza. La squadra di Marcolini, dopo tre mesi d´imbattibilità, riassapora l´amaro calice della sconfitta e, contemporaneamente, perde pure la vetta della classifica. Per chiudere il periodo d´oro biancorosso c´è voluto un grande Arezzo, disposto benissimo in campo da Ezio Capuano e con una condizione fisica in decisa crescita dopo un periodo d´appannamento. Arezzo e Real Vicenza si presentano al fischio d´inizio con schemi speculari. Marcolini mette in campo la stessa formazione che aveva vinto domenica scorsa contro il Novara mentre Capuano recupera due elementi fondamentali: Conti in difesa e Carcione a centrocampo. L´Arezzo ne guadagna immediatamente in compattezza, organizzazione e ordine di gioco, il Real Vicenza comprende subito l´antifona e si adegua al ritmo compassato dell´avversario. La prima regola di entrambe le formazioni è non subire reti. Con questi presupposti è logico che le emozioni si contino con il contagocce. Le uniche conclusioni sono vicentine con Cristini, al 1´, e Malagò, al 17´, ma in entrambi i casi Benassi non corre pericoli. Il tempo scorre senza sussulti fino al 37´ quando, quasi a sorpresa, l´Arezzo passa in vantaggio. Carcione batte una punizione lunga per Erpen, il trequartista prova la conclusione al volo ma cicca il tiro che, fortunatamente per l´Arezzo, si trasforma in un assist per Panariello che si addomestica la sfera e, con un destro chirurgico, batte Tomei. Mentre il Comunale esplode di gioia Capuano deve sostituire Conti, infortunatosi al suo rientro dopo due mesi d´assenza, con Pisani. Nell´intervallo il tecnico di casa lascia a riposo anche Carcione e inserisce Coppola variando l´assetto della sua squadra. L´Arezzo si chiude maggiormente a difesa del risultato e lasciando in avanti i soli Erpen e Montini. Sin da inizio ripresa il pallino del gioco è saldo nelle mani del Real Vicenza, Dalla Bona e compagni alzano il baricentro del gioco di una ventina di metri e provano ad aumentare la pressione sull´avversario. A fronte di una pressione costante, però, fa da contraltare una poca consistenza in fase di conclusione che permette al portiere aretino Benassi di non correre nessun rischio particolare. Cristini ci prova di testa su un bel cross dalla sinistra di Vannucci ma la sfera si spegne alta sulla traversa (7´). L´Arezzo contiene bene il Real Vicenza e prova la ripartenza al 10´ guadagnando un calcio d´angolo, sui cui sviluppi è provvidenziale l´intervento di un difensore vicentino che respinge sulla riga di porta la conclusione a botta sicura di Coppola. Il raddoppio dell´Arezzo è rimandato fino al 40´. Con il Real Vicenza sbilanciato in avanti Dettori, con una giocata da categoria superiore, lancia Bonvissuto che, appena entrato in area, viene steso da Tomei. È rigore e per il portiere vicentino c´è anche l´espulsione visto che viene considerato ultimo uomo dall´arbitro Perotti. Mister Marcolini non può più fare cambi e in porta è costretto ad andare un giocatore. S´incarica del compito Caporali, ma il suo sacrificio non porta benefici perché Erpen lo spiazza siglando il 2-0 finale. Il Real Vicenza non è domo e si getta in attacco alla ricerca del gol della bandiera. Nel recupero ci provano prima Dalla Bona e poi Galuppini ma sulla loro strada trovano un Benassi in versione Superman che nega pure la gioia personale. Finisce con la vittoria dell´Arezzo ma il Real Vicenza non esce ridimensionato, con un pizzico di fortuna in più la vetta della classifica tornerà presto a portata di mano.

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) «È stata una seconda Caporetto». Non si nasconde Daniele Pasa, allenatore del Montebelluna, che ieri per squalifica ha dovuto assistere al tracollo dei suoi ragazzi dalla tribuna. «Quattro gol sono tanti, lo ammetto, anche se sono stati alcuni episodi ad aver condizionato l’esito della partita. Non ci buttiamo giù, il campionato è ancora lungo. Già domenica mi aspetto una pronta reazione». Al comunale arriverà il Mezzocorona, fanalino di coda in classifica. Vietato perdere o lasciare punti per strada. «Con loro non dovremo commettere gli stessi errori fatti con il Tamai – continua Pasa -. Dovremo invece, nel possibile, ripetere la prestazione che abbiamo sfoggiato oggi (ieri per il lettore, ndr) nel primo tempo in cui, almeno per la prima mezz’ora, siamo stati alla pari. La ripresa? Da dimenticare. Abbiamo perso contatto con la partita e, cosa ancor più grave, non siamo stati in grado di risalire la china. Ho visto una squadra sgretolarsi, smarrirsi sotto i colpi di un avversario che, lo ammetto, è stato nettamente superiore».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Stefano De Agostini sorride. Quale allenatore non lo farebbe, dopo aver rifilato quattro sberle al Montebelluna? «Sono molto soddisfatto della prestazione dei ragazzi – confessa il mister delle Furie Rosse – anche perché l’avvio non è stato dei migliori. Ho visto i ragazzi pimpanti, giocare un buon calcio e soprattutto senza paura». Segnali positivi erano arrivati già mercoledì pomeriggio, nel test che il Tamai aveva affrontato con la Primavera dell’Udinese. Ieri c’è stata la conferma del buon momento generale che la squadra sta attraversando. «Davanti abbiamo giocato molto bene – analizza la partita De Agostini – ma nel complesso è stata la squadra ad aver girato a dovere. Bravo è stato anche Bozzetto, che al suo esordio stagionale ha stupito un po’ tutti». E adesso? «Domenica arriverà a Tamai il Mori Santo Stefano. È una squadra canaglia – confessa il mister – e per questo dovremo stare molto attenti».

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Dunque comanda il Pavia, che presto si beccherà un punto di penalizzazione, ma intanto, visto il fuoripista del Real ad Arezzo, guidano i pavesi con Bassano che in teoria potrebbe schizzare nuovamente lassù qualora intascasse il bottino serale nell´appuntamento sotto i riflettori col Como al Mercante (alle 20.45). Ancora in vetta e con un gara in meno, ma non ditelo ai virtussini che sul profilo basso e stando defilati e coperti hanno costruito le fortune della loro stagione e se si comincia a pretendere di passare regolarmente all´incasso come una cambiale in scadenza, poi si rischia che vadano in cortocircuito. Perciò l´obiettivo solenne non è operare il controsorpasso al vertice, bensì fare di tutto per provarci cercando alla peggio di non restare a mani vuote, questo sì. I precedenti di campionato il lunedì per i boys Diesel sono soltanto due: il primo a Reggio Emilia, serie C1, novembre 2010, 1-0 al Giglio e Reggiana schienata in diretta tv (che stavolta non ci sarà) dal gol partita di Guariniello. Meno gradevole l´altro precedente: febbraio 2012, ancora C1 e sfida pomeridiana (anticipata per scongiurare il pericolo di un fondo ghiacciato) con l´Alto Adige nel gelo polare. Finì 0-0, Galabinov al 90´ prese un palo pieno a portiere battuto e su quel montante nemico iniziarono a frantumarsi le speranze di salvezza del Soccer Team che infatti a maggio precipitò in C2. CORSIE PREFERENZIALI. «Il Como è eccezionale nella fase offensiva – lo descrive Asta – e come noi cerca innanzittutto il gol. Tuttavia sa essere anche equilibrato e concede meno del giusto. Noi a quota 25, loro a 23, entrambi con un match da recuperare, non credo proprio che verranno qui per il punticino. Tireranno a vincere, esattamente come noi, mi immagino una sfida ad alto contenuto spettacolare, però il campionato sta per entrare nella sua fase topica, nessuno può più permettersi di lasciare punti per strada. Quindi, è vero che a me piace il calcio offensivo e non rinnegherò certo questo modo di essere stasera, poi però ti diverti soprattutto se arriva il risultato, altrimenti godi poco. Delle prestazioni eleganti senza niente da addentare non ci si ricorda mai, sicchè non scordiamoci di essere concreti». Il timoniere di Bassano estrae la lavagnetta tattica. «L´unico sistema per cercare di metterli in difficoltà è quello di attaccare sugli esterni aggredendo nelle corsie laterali – prepara il piano partita il tecnico – inseguendo la superiorità numerica ai lati. E se si perde palla, restare corti e compatti tra le linee, poichè il Como è un maestro nel rovesciare rapidamente rincorrendo la profondità con due punte veloci ed efficaci come Ganz e De Sousa, due punte pestifere che sanno come, dove e quando colpirti». Non solo: il pericolo pubblico numero uno del Como rimane il mortifero Le Noci, un tipetto che non sai mai come arginarlo e che al Bassano ha già segnato spesso e volentieri, specie in maglia Cremonese. Asta annuisce. «Esatto, è un giocatore che svaria sull´intero fronte d´attacco, non offre mai un punto di riferimento ma invece sbuca sempre all´improvviso e dappertutto. Inoltre non è il solo perchè pure in mediana il Como vanta un mucchio di pedine con caratteristiche prettamente offensive, mi viene in mente Casoli piuttosto che Cristiani. Insomma, per farla breve, vediamo di stare tutti quanti all´occhio». Sì, tutti quanti ma non Davì (squalificato), Zanella e Cattaneo (ammaccati). Ergo, Bizzotto nel cuore della retroguardia assieme a Priola ed Ingegneri e Tonon primi cambi dietro e in mezzo, mentre Cortesi sarà l´alternativa ai fantasisti. «Il rinvio di Alessandria non ci ha spezzato il ritmo» chiosa il trainer.

Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) «Per la prima volta nella nostra storia siamo quarti in classifica, anche se in questo momento la graduatoria vale quello che vale». Alberto Faoro, direttore sportivo dell’Union, è raggiante al termine del match contro il Mori: «Questo è il nostro settimo risultato utile consecutivo a cui si aggiunge la bella vittoria in Coppa con l’ArzignanoChiampo. Insomma, un momento davvero positivo della stagione, ma anche molto impegnativo. In quel di Mori volevamo continuare la nostra striscia positiva e ci siamo riusciti grazie ad una partita di grande sostanza. Abbiamo concesso pochissimo ai lagarini che non hanno mai impensierito Da Riz ed il super gol di Brotto ha sbloccato la situazione. Nella ripresa abbiamo legittimato il vantaggio grazie anche ad una qualità tecnica più alta rispetto a quella mostrata dalla squadra moriana. La nostra porta è rimasta inviolata e questa è un’altra nota molto positiva. Siamo in crescita, sia dal punto di vista del gioco e sia della forma fisica, ed è un bel segnale perché ci attende un dicembre ricco di impegni. Il mercato? Stiamo valutando in questi giorni ed incideranno anche i prossimi risultati. Siamo vigili, ma non abbiamo nessuna necessità particolare a differenza dello scorso anno. Poi, se dovesse capitare una bella occasione, potremmo anche valutarla. Questo è un campionato molto equilibrato e non ci sono mai partite scontate. La formazione di Zoller ha offerto una prova d’intensità e sapevamo che sul loro campo sarebbe stata una partita molto più complicata di quello che diceva la classifica. Dobbiamo però continuare a ragionare partita per partita e domenica ritroveremo l’ArzignanoChiampo, che ha raccolto due vittorie consecutive. Poi si tornerà in Trentino con il Mezzocorona prima dei due big-match con Belluno e Biancoscudati Padova. In mezzo ci sarà anche la Correggese, quindi è vietato mollare la presa proprio adesso. L’importante sarà fare punti nei prossimi due impegni per arrivare poi con la massima serenità alle tre partite più importanti prima di chiudere l’anno».

Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Mauro Fin, ieri in panchina al posto dello squalificato Parteli, è certamente soddisfatto. «La grande rete firmata da Brotto ha senza dubbio cambiato l’inerzia di un match tutt’altro che facile. Fortunatamente un colpo di genio del nostro numero otto ha sbloccato la situazione, ma questa Union merita un bel dieci in pagella per l’impegno di tutti. Nel primo tempo forse non abbiamo giocato benissimo. I reparti erano un po’ staccati, ma l’atteggiamento dei giocatori è stato sempre quello giusto. Grinta ed agonismo sono fondamentali in gare come queste e serviva affrontare tutta la contesa con lo spirito di una matricola come quella moriana. Non temevo un calo fisico della squadra perché la rosa è di venticinque giocatori e nel match disputato mercoledì in Coppa erano presenti ben otto uomini diversi rispetto a quello precedente in campionato. Sono davvero contento perché abbiamo dimostrato quella compattezza che in un campionato come la D è vitale. Una valutazione sull’arbitraggio? Forse ha lasciato correre qualche contrasto duro di troppo, ma ci sta. Qui si gioca a calcio e non a pallavolo». Sull’altro fronte, invece, mastica amaro il tecnico Davide Zoller. Il suo Mori, alla prima storica partecipazione in D, ha incassato l’ottava sconfitta. «Questa, purtroppo, era una di quelle partite dove avremmo potuto mettere in cascina un prezioso punticino, ma all’Union sono bastate due conclusioni per annientarci. Complimenti a loro, mentre ai miei ragazzi non posso davvero dire nulla perché ci hanno messo, ancora una volta, un grande cuore. Avevamo difeso con attenzione per tutta la prima frazione, poi Brotto si è inventato un gol incredibile e la gara è cambiata. Andiamo avanti e non voglio di certo cercare alibi parlando delle assenze. Siamo questi ed ora servirà una riflessione sia dal punto di vista dello staff tecnico, sia dal punto di vista della squadra nel suo complesso. Ripeto che se in novanta minuti si concedono soltanto due tiri agli avversari e si perde comunque la partita, allora diventa davvero difficile pensare di potersi salvare».

Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Sempre più in alto. L’Union non fa sconti e, con il classico punteggio all’inglese, piega il Mori Santo Stefano, matricola trentina che naviga nei bassifondi. La vittoria della squadra di Parteli (ieri squalificato e sostituito in panchina dal “vice” Fin) è stata netta e meritata, ma non per demerito dei padroni di casa, bensì per la capacità di Solagna e compagni di controllare le operazioni nella prima fase e poi, al momento giusto, di colpire. Man of the match è stato senza dubbio Gianmarco Brotto, autore a fine primo tempo di una rete da cineteca. Sino a quel punto la formazione allenata da Davide Zoller, che aveva preparato il match con grande attenzione, era riuscita ad arginare la manovra della squadra ospite, che qualche difficoltà in mezzo al campo l’aveva incontrata soprattutto in avvio di gara. Nella prima mezzora non si sono viste vere occasioni da rete su entrambi i fronti, eccezion fatta per un tiro da fuori di Tranquillini bloccato in due tempi dal portiere Da Rif, schierato a sorpresa al posto di capitan De Carli. Poi ecco l’episodio che ha cambiato la partita. Sugli sviluppi di una velocissima ripartenza, Brotto riceve la sfera, la stoppa con il petto, si gira e poi lascia partire un fantastico tiro da 35 metri che pesca Rossatti fuori dai pali e s’insacca sotto la traversa.  Il secondo tempo è quasi interamente di marca ospite, con l’Union . Dopo nemmeno un minuto Rossatti deve subito intervenire in uscita per fermare lo scatenato Brotto e, tre giri di lancette più tardi, il numero uno trentino si supera e toglie la sfera dall’angolino dopo un perentorio colpo di Antoniol. Il raddoppio è però solamente rinviato di un minuto: Dassiè apre sulla destra per lo sgusciante Solagna, che se ne va, alza la testa e poi centra con il contagiri la testa di Mastellotto: il numero dieci dell’Union è tutto solo e, da pochi passi, incorna in rete, mettendo di fatto la parola fine all’incontro. Il tecnico di casa Zoller non molla la presa, sbraita dalla panchina e si affida immediatamente a Bonilla per dare peso al reparto avanzato. L’ultimo entrato cerca la giocata personale al 62’ ma senza esito, mentre l’Union abbassa saggiamente il baricentro e agisce di rimessa con Brotto e Mastellotto che fanno letteralmente ciò che vogliono. Pozza è strepitoso nel recupero su Solagna, mentre due minuti più tardi Brotto non trova il bersaglio dopo essersi liberato con una magia del giovane Manica. Nell’ultimo quarto d’ora non accade più nulla: l’Union espugna il campo di Mori e continua nella sua corsa verso l’altissima classifica. Se non ci fossero Biancoscudati Padova e Altovicentino, due “corazzate” che nulla hanno a che vedere con la categoria, la squadra di Parteli potrebbe addirittura ambire ad un posto al sole. Certo è che i neroverdi giocano un gran bel calcio e vincono. E scusate se è poco.

Ore 19.50 – (Messaggero Veneto) Seconda sconfitta consecutiva per i biancorossi. Il tecnico liventino, Mauro Zironelli, prova a darne una spiegazione: «Stiamo attraversando un calo che ritengo fisiologico, essendoci giocatori che non hanno mai potuto rifiatare dall’inizio del campionato. Ciò non toglie che in alcuni frangenti ho visto pure meno determinazione. E questo non mi è affatto piaciuto. Le mie squadre devono avere sempre fame». Nonostante la giornata storta, la Sacilese ha comunque sfiorato più volte il vantaggio, prima del gol di Trinchieri, quindi il pareggio: «Senza voler sminuire i meriti dell’Arzichiampo – puntualizza l’allenatore liventino – gol a parte, abbiamo corso un solo vero pericolo in tutta la partita. E con un pizzico di precisione in più avremmo potuto segnare sia prima che dopo la loro rete. Ho contato almeno due limpide occasioni per tempo». Tra gli aspetti da salvare della Sacilese vista ieri il buon debutto del nuovo acquisto Riccardo Bolzan.

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) «Abbiamo giocato la partita perfetta, contro un avversario di valore – ha detto con molta soddisfazione e tirando un grande sospiro di sollievo a fine gara l´allenatore dell´Arzichiampo Paolo Beggio – una sfida giocata in modo esemplare in tutti i reparti».
Il tecnico si è poi soffermato sull´atteggiamento dei suoi ragazzi. «Sono molto contento per la voglia, applicazione e determinazione che ci hanno messo tutti i giocatori – ha continuato -. Abbiamo dato esempio di concretezza e di saper essere squadra nei momenti che potevano sembrare un po´ più difficili, gestendo bene gli ultimi 35 minuti quando l´avversario si era spinto più avanti per pareggiare. Alla fine ce l´abbiamo fatta, sono proprio contento di questo nostro successo».

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Premessa: la Sacilese si presentava al Dal Molin con un biglietto da visita tutto luccicante, miglior attacco del girone. Conclusione: vinci ottenendo il secondo successo consecutivo e senza far segnare l´avversario. Vuol dire che è stata una buona domenica.
Primo tempo all´insegna dell´equilibrio. Al 9´ è Marchetti il più vivace: fuga solitaria, si accentra e ci prova, di poco alto. Risponde dalla distanza Boscolo, palla che esce alla sinistra del portiere. Sacilese più vivace sulla corsia sinistra, ma la difesa di casa controlla senza affanni. Bello il diagonale di Fracaro al minuto 19´ che attraversa l´area con un paio di teste gialloazzurre col naso all´insù che non arrivano però a deviare la sfera. Buono il fraseggio dei giocatori ospiti in fase di impostazione della manovra, locali che comunque chiudono bene gli spazi. Al 26´ ha una buona palla Trinchieri: tiro deviato in angolo da un difensore. Sul corner il numero 9 ci prova di testa, para il portiere e Tecchio sfiora il gol. È poi pericoloso Spagnoli, attento Dall´Amico. Manucci al 35´ dà l´illusione del gol calciando sull´esterno della rete, solo un sussulto sui seggiolini friulani. Negli ultimi minuti di gioco Sottovia pericoloso di testa e in diagonale da centro area, goccia di sudore lungo la schiena gialloazzurra.
Secondo tempo. Al 2´ Beccaro pericoloso da pochi passi. Al 3´ si illumina Trinchieri e decide di pigiare sull´acceleratore: l´argentino prende palla dal limite e di potenza decentrato sulla destra trova una forte conclusione che sbatte come in un flipper sotto la traversa e gonfia la rete. Al 29´ poi il gaucho galoppa tutto solo per metà campo e davanti al portiere pecca di egoismo defilandosi, avendo Marchetti tutto libero sulla destra e i difensori friulani lontani praterie dietro la schiena. Da togliersi il cappello per il gol ma da gettarlo a terra mordendosi le dita per questa occasione volata via come il vento (è arrivata per fortuna la vittoria alla fine, meglio chiudere subito il cassetto dei brutti pensieri). Un ultimo spunto di riflessione, da non trascurare. Attenzione. Nel finale, come era ovvio, la Sacilese ha alzato il baricentro. Ma la squadra della Vallata non ha mai dato l´impressione di avere il fiatone o chiudere con la schiena il portone di casa con i piedi che scivolano in avanti per la paura. Anzi, in contropiede a tutto gas con il mento all´insù quando ha potuto. Ha usato la testa per difendersi, con ordine e senza la fretta di fare le cose. Quando hai piedi buoni e sai usare anche la testa il cammino verso la salvezza non è lontano. Avanti così.

Ore 19.20 – (L’Arena) Così mister Rossi a «botta calda»: «Il primo gol del Belluno è frutto di un errore individuale, il secondo è un’autorete, il terzo un rigore regalato. È un 3-1 bugiardo». Mario Preto direttore generale del Legnago: «Al Belluno gira tutto per il verso giusto e non ha espresso gioco da terzo in classifica. Per il Legnago sconfitto da episodi, palle-gol con Valente e Farinazzo e un gol di Ruffini che senbrava regolare».

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il morso del Cobra. Doppio morso. Condito da una prestazione superba: da cecchino d’area, il Cobra si trasforma in recuperatore di palloni, in cross-man. Una mano alla squadra e la firma, piena e rotonda, sui tre punti. Inevitabile sorridere. Ma Simone Corbanese è magnanimo e condivide il sorriso con i compagni. «Sono contento, non c’è dubbio: contento per la vittoria e per la doppietta, ma devo ringraziare i miei compagni – il commento dell’attaccante gialloblù, salito a quota 9 in classifica cannonieri -. Senza il gioco di squadra non sarei mai riuscito a fare così tanti gol. Oggi devo ringraziare Mosca, perché si è guadagnato il rigore che poi ho trasformato». Spirito di squadra è la parola d’ordine, insomma. «E l’arma in più del Belluno – aggiunge Corbanese -. La forza di questa squadra è che ci aiutiamo tutti, senza pensare al ruolo». La dimostrazione? Il successo contro il Legnago: anche in una giornata un po’ sotto tono, anche senza una prestazione sfavillante, arrivano i tre punti. E tre punti convincenti, per giunta. «Non abbiamo giocato come al solito – ammette il Cobra -. Però abbiamo sempre creato, abbiamo messo in difficoltà l’avversario, senza mai subire o andare in difficoltà. Forse nella ripresa ci siamo un po’ abbassati e abbiamo concesso troppi minuti al Legnago nella nostra metà campo. Però abbiamo colpito quando c’era da colpire. L’importante è aver vinto, tutto il resto non conta». Dello stesso avviso anche Ivan Merli Sala, che prova ad analizzare il gol subito dal Belluno al 32’ della ripresa. Un passaggio in profondità, con inserimento di Fioretti. E disattenzione del pacchetto arretrato gialloblù. «C’è stata una dormita generale – analizza Merli Sala -. Dobbiamo essere più reattivi, tutti, in certe occasioni. Poi bisogna anche dire che siamo stati un po’ sfortunati: l’attaccante ha colpito malissimo, di stinco». Poco male, la sicurezza di Merli Sala (e dei compagni di reparto), gol subìto a parte, sta regalando grandi soddisfazioni a mister Vecchiato. Anche in mancanza di una prestazione scintillante. «Si è sentita la mancanza di Bertagno – confessa Merli Sala -. Senza nulla togliere a chi ha giocato». Quanto alla brillantezza, sarà meglio ritrovarla domenica prossima. «Contro l’Alto Vicentino non potremo sbagliare niente – conclude il difensore -. Possiamo giocarcela, ma dobbiamo essere perfetti dietro».

Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Vittoria senza brillare. Il Belluno ha centrato una vittoria importante, ma la prestazione offerta gialloblù non è stata all’altezza di molte altre. Il mister Roberto Vecchiato conferma quanto visto dagli spalti e distribuisce le colpe in eguali misure: «Sicuramente non è stata una bella partita, da una parte abbiamo abituato tutti molto bene, ma dall’altra c’era un avversario tosto e con grande qualità, che è stato capace di metterci in difficoltà in alcuni momenti. Demeriti nostri, ma anche meriti del Legnago, in poche parole. Sicuramente la mia squadra poteva fare meglio in alcuni frangenti, i ragazzi hanno commesso alcune imprecisioni tecniche che sono inusuali per noi». Moretti e Paganin dal primo minuto. La “novità” nella formazione gialloblù sono le presenze fra i titolari di due giovani che, finora, si erano visti poco. Per il centrocampista classe 1997 è l’esordio assoluto dal primo minuto, vista l’assenza di Bertagno, mentre per il terzino è la seconda partita stagionale dopo quella contro il Mori Santo Stefano: «Moretti ha offerto una buona prestazione»,continua mister Vecchiato, «e bisogna tener conto anche dell’età del ragazzo, sostituire uno come Bertagno non è per niente facile. Per quanto riguarda Paganin, ha giocato molto bene, Pescosta è rimasto in panchina per un problema all’adduttore. Il match? Personalmente mi è piaciuto di più il secondo tempo, rispetto al primo, la partita non è stata bella e il Legnago ci ha fatto soffrire in alcuni frangenti, però è vero che non gli abbiamo concesso grandi occasioni, gol a parte». Numeri importanti. Il Belluno preso solo due gol al Polisportivo, il secondo proprio ieri contro i veronesi ma con più attenzione si sarebbe potuto evitare: «Ci siamo fatti trovare troppo larghi lì dietro», conclude l’ex difensore, «dispiace, questo è evidente ma è anche vero che fino ad ora in casa siamo andati forte. In settimana, cominceremo a prepararci per la trasferta di Valdagno contro l’Atlovicentino e arriveremo da loro con una classifica eccezionale, pronti a giocarcela fino in fondo».

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Sempre più terzo. Il Belluno conquista una vittoria importante, la nona contro il Legnago, grazie alla doppietta di Corbanese e alla rete di D’Incà. Sul 2-0, la squadra di Vecchiato ha subito il gol di Fioretti, che ha riportato in partita i suoi, ma nel finale ci ha pensato Mosca a conquistare il rigore che Corbanese ha messo alle spalle di Cybulko. I gialloblù devono guardarsi le spalle dal Ripa Fenadora, a meno sette in classifica, e non più dalla Sacilese staccata ulteriormente vista la sconfitta ad Arzignano. Non è stata una bella partita, ma Duravia e compagni hanno raccolto tre punti fondamentali senza brillare, mostrando una qualità che di solito possiedono le grandi squadre: vincere anche quando la giornata non è delle migliori. Qualche demerito va al Belluno per la prestazione sotto tono, ma una parte va anche al prato in cattive condizioni e infine anche agli avversari che non si sono fatti intimorire, tenendo bene il campo. L’undici titolare rispetto a Sacile cambia. Mister Vecchiato è costretto a rinunciare allo squalificato Bertagno, al suo posto c’è il giovane Moretti, che compone il centrocampo insieme a Masoch e Miniati. In difesa Mosca torna sulla sinistra, al centro Merli Sala e Sommacal non si discutono, mentre a destra parte titolare dopo due mesi Paganin, che si era visto solo all’esordio con il Mori. Davanti Corbanese guida l’attacco con Duravia e D’Incà. Tra i pali è confermato Schincariol, mentre per il modulo si torna al classico 4-3-3. Il primo tempo comincia all’insegna dell’equilibrio, le due formazioni si studiano, ma è Ruben D’Incà a rompere gli indugi al 9’ con una conclusione da fuori area che Cybulko trattiene in tuffo. Il Belluno non ha la solita manovra fluida a metà campo, ma quando arrivo in avanti è sempre pericoloso. Al 17’ però i gialloblù passano in vantaggio: il “Cobra” si guadagna una punizione sulla tre quarti, Duravia pennella in mezzo proprio per il numero 9, che in spaccata anticipa tutti e mette in rete. Il Belluno vince, ma lo spettacolo offerto al pubblico del Polisportivo non è dei migliori. Entrambe le formazioni commettono molti errori in fase di costruzione e l’assenza di Bertagno in regia si fa sentire tra le fila gialloblù. Si va a riposo sull’1-0. Nel secondo tempo il match rimane equilibrato anche se il Legnago prova giustamente a fare qualcosa in più visto lo svantaggio. La squadra gialloblù si fa schiacciare dagli ospiti che però non creano grossi problemi a Schincariol. Al 55’ mister Vecchiato ridisegna la squadra. Moretti, autore comunque di una buona partita, lascia il campo e al suo posto entra Sadio. Miniati si piazza davanti alla difesa e Duravia arretra in mediana mentre il neo entrato si mette al centro dell’attacco. La mossa tattica paga perché il Legnago abbassa il baricentro e il Belluno raddoppia. D’Incà riceve il pallone sulla lunetta e lascia partire il mancino che, complice anche la deviazione di un difensore, si insacca. La sintesi del match è semplice: massimo risultato con il minimo sforzo. I veronesi però alla prima vera opportunità non sbagliano. Falchetto dalla destra mette in mezzo per il neo entrato Fioretti che gira di prima intenzione sul primo palo, anticipando tutta la difesa gialloblù e beffando un incolpevole Schincariol. In pieno recupero, Mosca, messo davanti alla porta da Masoch, salta il portiere veronese che lo stende. L’arbitro indica il dischetto e dagli undici metri il “Cobra” cala il tris e mette a segno la doppietta personale.

Ore 18.30 – Qui Euganeo: termina l’allenamento.

Ore 18.20 – Qui Euganeo: provate soluzioni da palla indiretta e calci di rigore.

Ore 18.10 – Qui Euganeo: simpatico siparietto, con due attempati signori che “invadono” la pista d’atletica per un selfie col presidente Bergamin ed il ds De Poli.

Ore 18.00 – Qui Euganeo: problema per Petrilli, che rientra negli spogliatoi. In dubbio la sua presenza domani.

Ore 17.40 – Qui Euganeo: partitella a campo ridotto.

Ore 17.20 – Qui Euganeo: schemi anti-Clodiense in corso, in campo anche Tiboni.

Ore 17.10 – Qui Euganeo: Biancoscudati in campo per l’allenamento, torello di riscaldamento.

Ore 17.00 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che domani alle 19.30 nella sala stampa dello stadio Euganeo si terrà la conferenza stampa di presentazione della partnership la i Biancoscudati e la Cib Unigas, sponsor di maglia del settore giovanile. Alla conferenza saranno presenti il presidente Giuseppe Bergamin, il vice presidente Edoardo Bonetto, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, e il responsabile commerciale Alberto Noventa, mentre Cib Unigas sarà rappresentata dai fratelli Filippo e Riccardo Pancolini, titolari dell’azienda.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Prodenone) «Meritavamo di perdere» afferma senza mezze misure Rino Dalle Rive, mentre attraversa il corridoio che porta allo spogliatoio dei suoi. «Abbiamo giocato male, in undici contro dieci, qualche occasione, ma è un passo indietro – aggiunge il presidente dell’Altovicentino – Abbiamo fatto una partita nettamente al di sotto delle nostre possibilità, contro la squadra più giovane che abbia visto». Se la gode doppiamente De Pieri a sentire queste parole. «Ci siamo organizzati per incontrare uno schieramento come il loro – dice l’allenatore del Fontanafredda – senza lasciare campo, stretti nella nostra metà, sapendo che giocano a ritmi lenti, cercando di chiudere gli spazi. Lo abbiamo fatto bene con ordine». Quasi la gara perfetta. «È giusto evidenziare i nostri sei fuoriquota contro i loro valori. Con mezzora abbondante in dieci e avendo avuto anche l’ultima occasione in recupero. Gestita male, ma era una possibilità addirittura per vincere. Avessimo vinto – continua De Pieri – sarebbe stato un premio a voglia, entusiasmo e concentrazione, quindi meritato». Davide Grotto, autore del gol fontanafreddese e pure protagonista dell’occasionissima sfumata, ride solleticato verbalmente dai propri dirigenti. «È stata una bella opportunità sprecata – parte dalla fine – ma sono soddisfatto pure per il pareggio». In spogliatoio le hanno evidenziato più il gol o l’errore? «Sia la rete che l’occasione mancata». Giusto per dire all’allenatore di farla partire dall’inizio? «Devo meritarmi la fiducia sia la domenica che in settimana».

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Maurizio De Pieri esce dallo spogliatoio a testa alta, soddisfatto e orgoglioso: la sua squadra ha appena compiuto un’impresa, oltre a risollevarsi dopo due ko di fila. «Sono contento – afferma il tecnico del Fontanafredda -. Abbiamo fermato la capolista, una squadra molto più forte di noi a livello di potenziale ma che oggi (ieri, ndr) non l’ha dimostrato. La differenza di valori non si è vista, anzi, e noi abbiamo giocato pure con 6 fuoriquota. Siamo rimasti in 10, abbiamo pareggiato e addirittura rischiato di vincere nel finale. Faccio i complimenti ai miei ragazzi, il punto è giusto e meritato». A inchinarsi di fronte ai rossoneri è anche il presidente dell’Altovicentino, Rino Dalla Rive, rivale per tutta la scorsa stagione del Pordenone. «Un bravo al Fontanafredda – afferma il numero uno bianconero –che con una squadra molto più giovane della nostra è riuscito a strappare un punto senza rubare nulla. Per quanto riguarda noi, posso dire che abbiamo giocato male – sentenzia il massimo dirigente . Non mi aspettavo una gara così, disputata al di sotto delle nostre possibilità. Andiamo avanti e se il Padova dovesse sorpassarci non dobbiamo preoccuparci».

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Enrico Cunico esce dallo spogliatoio del Tognon sereno ma sotto sotto abbacchiato: pensava e voleva portare a casa una vittoria, invece arriva un punticino di cui è impossibile essere soddisfatto. «È chiaro che c´è rammarico – afferma il tecnico dell´Altovicentino -. Abbiamo buttato via il primo tempo. Siamo partiti sottotono, non col giusto ritmo e i risultati si sono visti. Nella ripresa siamo partiti molto bene, con la giusta intensità, tanto che abbiamo trovato subito il gol. Poi siamo rimasti in superiorità numerica, e loro sono riusciti a trovare la rete del pari, vuoi per sfortuna ma anche per nostra mancanza di cattiveria – continua -. Il Fontanafredda poi è stato bravo a chiudersi. È andata così, dobbiamo accettare il verdetto del campo». Il Padova domani può sorpassare i bianconeri: «Non guardo gli altri, penso alla mia squadra – risponde Cunico -. Il campionato poi è ancora lungo e pure i Biancoscudati possono incappare in un altro pareggio. Questa nostra mezza battuta d´arresto può servire per farci maturare». Amareggiato anche il presidente dell´Altovicentino, Rino Dalle Rive. «Abbiamo giocato male, pareggio giusto – sentenzia il massimo dirigente -: non mi aspettavo una gara così, disputata al di sotto delle nostre possibilità. Andiamo avanti».

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Dopo cinque vittorie di fila in trasferta, si ferma la marcia dell´Altovicentino. La squadra di Cunico impatta a Fontanafredda (1-1) e lo fa dopo essere andata in vantaggio e per giunta in superiorità numerica: un mezzo stop che non ci voleva, anche perché i pordenonesi erano in emergenza. I bianconeri sono da soli in testa ma possono subire domani il sorpasso del Padova, impegnato in casa con la Clodiense. Come si diceva, locali in emergenza: Ortolan, Malerba e Tonizzo sono in panchina. Per difendersi, 5-3-2 con Tacoli e Nastri esterni, rispolverato Ceolin come regista e davanti Salvador e Florean. Risultato? L ´Altovicentino fatica, e parecchio. Il 3-4-3 di Cunico non riesce a incidere, si fa solo possesso palla e gli esterni d´attacco, cioè il capocannoniere Peluso e Toledo non riescono a fare scintille. Il “Fontana” tiene lo 0-0: rischia solo al 33 ´, quando Cortesi, sfruttando una palla persa da Ceolin, sfiora il gol dal limite dell´area con un tiro che termina alto. Il primo tempo finisce così, senza particolari sussulti se non un pugno di Tacoli ai danni di Dalla Riva, che l ´arbitro non sanziona. Cunico va verso gli spogliatoi e ordina a Kabine di scaldarsi: ha in mente la carta del franco-marocchino per sbloccarsi. Non servirà, di fatto. Perché si torna in campo e già all´alba della ripresa arriva il gol. Kicaj scende sulla destra, crossa al centro: sbuca dietro a tutti Giglio che, di testa in tuffo, supera Vicario. È lo 0-1, meritato e atteso. La panchina va ad abbracciare l´autore del gol, liberandosi di un peso, Cunico si gira verso la tribuna e chiede ai suoi tifosi di sostenerli: lo fa con rabbia, dicendo ai suoi fan di non lamentarsi sempre. Partita chiusa? Sembra di sì. Perché un minuto più tardi, Florean, capitano dei rossoneri, entra con irruenza su Pignat: ginocchio sulla schiena del mediano, che cade. L´arbitro vede cattiveria nell´intervento ed estrae il cartellino rosso: Fontanafredda in 10, Altovicentino con un uomo in più e in vantaggio. Tutto in discesa, quindi, ma è solo un´impressione. De Pieri toglie Salvador e inserisce Grotto: è il cambio giusto. Al 16´ l´ex Udinese fa l ´impensabile, cioè il gol dell´1-1. Azione insistita sulla sinistra, la punta entra in area, perde palla ma la riconquista: prova il mancino, la palla carambola sulla schiena di un giocatore, si alza e termina all´incrocio. È il pareggio. Nessuno lo pronosticava più, invece eccolo qui. Cunico allora le tenta tutte per vincere: inserisce Roveretto, passa a 4 punte, alza il baricentro ma il fortino rossonero regge, anche con un uomo in meno. Finisce 1-1 e l´Altovicentino può essere superato in classifica dal Padova.

Ore 15.50 – Sulla classifica: “È prematuro parlare di fughe o quant’altro, il girone di ritorno sarà totalmente diverso rispetto a quello d’andata perché le squadre si equivarranno sempre più vista la posta in palio”.

Ore 15.47 – Sulla Sacilese: “Pensare già alla sfida di domenica? Sarebbe da stupidi”.

Ore 15.45 – Sulle scelte: “Devo verificare alcune situazioni di campo, ma di sicuro voglio undici leoni con tanta fame. Non ho dubbi, devo solo decidere le alternative rispetto agli undici di domenica scorsa anche in base alla dinamicità della Clodiense”.

Ore 15.42 – Sulla Clodiense: “Dovremo giocare in undici, con fame, concentrazione e continuità. La Clodiense è una squadra giovane e dinamica, con un pacchetto arretrato ed un attacco di qualità. Sa esprimere un gioco propositivo mettendo in difficoltà ogni difesa”.

Ore 15.40 – Sul campo: “Devo ancora vederlo, dopo la rifinitura capiremo le sue condizioni”.

Ore 15.37 – Su Dionisi e Ferretti: “Tornano, e spero che per loro e per gli altri questo stop sia servito da lezione perché per fare un campionato importante servono tutti ogni domenica, evitando ammonizioni”.

Ore 15.35 – Arriva Parlato. Sull’AltoVicentino: “L’ho già detto, pensiamo a noi. Non dobbiamo distogliere il pensiero su ciò che c’è da fare domani perché sennò si consumano importanti energie psicofisiche, e poi domani dopo la partita vedremo. È comunque impensabile tenere un simile ruolino di marcia anche se ovviamente ci proveremo, ma siamo umani e ci possono essere partite in cui fisiologicamente ci si esprime in maniera meno brillante. Sapere già il risultato delle avversarie alla lunga potrà pesare, perché secondo me ci saranno altri anticipi e posticipi tattici… Ma non ho paura, che sia una lotta a due o a tre la differenza a livello di punti sarà minima”.

Ore 15.20 – (Gazzettino) «Abbiamo giocato male, è stata una giornata storta». Non cerca alibi Massimiliano De Mozzi per la prova sottotono della sua squadra con l’ultima in classifica. «È facile avere gli stimoli con squadre come il Delta Porto Tolle o il Fiorenzuola, questa volta invece abbiamo giocato con troppa sufficienza ed è un dato di fatto che con le squadre in fondo alla classifica finora abbiamo fatto poco. Un problema di carattere e di mancanza di personalità che vedremo di risolvere ricorrendo al mercato». Il tecnico poi aggiunge: «Nel primo tempo abbiamo fatto qualcosa a livello di palleggio, commettendo però molti errori sul piano tecnico. Delle cose che avevamo preparato, non abbiamo fatto niente. Non ricordo un tiro in porta dei miei giocatori. In occasione del gol abbiamo commesso l’errore di lasciare i due difensori centrali contro le loro due punte, non possiamo permetterci un due contro due dietro». Sull’espulsione di Antonioli conclude: «Forse il cartellino rosso diretto è un po’ troppo pesante, e ci mette in una situazione di grande difficoltà per la prossima partita dato che avremo solo Maniero e non so cosa inventarmi».

Ore 15.10 – (Mattino di Padova) L’Abano è così: ribalta il Delta Porto Tolle Rovigo (mica l’ultimo arrivato) come un calzino, ferma la Fiorenzuola (altra bella gatta da pelare) e poi va a perdere con una squadra onesta ma abbordabile come il Fidenza. Forse i neroverdi vivono una sorta di conflitto interiore. Consapevoli della propria forza, ma attanagliati dal vecchio adagio “salvezza all’ultima giornata”, pronostico già sentito dalle parti di via Moroni: Antonioli e compagni, però, sanno benissimo di meritare di più. Eppure, sconfitte come quella in Emilia arrivano sulla scia dell’inaspettato, quasi a neutralizzare gli acuti della settimana precedente. Dopo le fatiche di Monteortone e Fiorenzuola D’Arda, entrambe con risultati positivi e oltre le aspettative, l’Abano si fa beffare dall’ultima in classifica con un pallonetto. Era già successo dopo le vittorie con Thermal e Correggese, antifona di una serie di delusioni chiamate Scandicci, Formigine e Imolese. Manca la continuità ai ragazzi di Max De Mozzi, che anche contro la formazione emiliana pigliano un gol evitabilissimo. Al 18’, infatti, Murano esagera un po’ nelle sue ambizioni da libero anni ’60 e si becca una palombella dalla distanza da Formuso. Ed è l’unica azione del Fidenza, che dimostra di avere qualche lacuna, soprattutto in fase di costruzione del gioco. L’Abano, dal canto suo, prova a spingere con Franceschini che va pure alla conclusione, fermata da De Angelis. L’intesa De Cesare-Da Ros frutta una buona trama intorno alla mezz’ora, anche se è proprio l’attaccante a sbagliare il controllo decisivo. Nella ripresa De Mozzi rimescola un po’ le carte e manda in campo Bizzotto e Barichello. Proprio Barichello sembra ripagare la fiducia con una grande zuccata, deviata da De Angelis (51’). Al 65’, però, arriva l’episodio che taglia le gambe agli ospiti: l’arbitro Cassella sventola in faccia il cartellino rosso al capitano Paolo Antonioli per un intervento da dietro. L’Abano non demorde e si fa vedere in avanti con Bortolotto (tiro a lato) e Barichello. Attacchi che si arenano in un nulla di fatto. L’Abano si tiene comunque stretto il settimo posto.

Ore 15.00 – (Gazzettino) Sono gli episodi ad avere condannato il San Paolo a Imola nell’analisi di Damiano Longhi. «È stata una partita complessivamente equilibrata – spiga il tecnico gialloblù – Nel primo tempo la squadra di casa è stata forse più incisiva, noi però abbiamo creato maggiormente nel secondo. Loro però sono stati più bravi a concretizzare segnando un gol in una delle poche azioni nitide che si sono procurati». Proprio la scarsa concretizzazione di quanto creato a livello di gioco è la mancanza più evidente del San Paolo. «Abbiamo avuto delle opportunità, tirato, conquistato dei calci d’angolo – continua Longhi – Il problema però è sempre lo stesso: creiamo gioco ma non finalizziamo». Ancora una volta per il San Paolo, arrivato all’ottava sconfitta in campionato, c’è da rimpiangere il risultato di una partita giocata a discreto livello e decisa dagli episodi. Un bilancio che non può che essere negativo. «Oggi di buono c’è sicuramente la reazione del secondo tempo e l’esordio di Rinaldi – conclude Longhi – Di negativo invece c’è un atteggiamento in alcuni episodi che non mi è piaciuto».

Ore 14.50 – (Mattino di Padova) Altro giro, altra sconfitta per il San Paolo che cade ad Imola dopo una gara nella quale i ragazzi di Longhi non sono mai riusciti ad impegnare il portiere di casa Bracchetti. Ecco il dato che deve più preoccupare i patavini, che hanno fatto la partita nei primi 20’ e nella seconda frazione ma non sono mai riusciti ad essere incisivi: le idee buone di Matteini non sono mai andate di pari passo con l’incisività di Sedivec e con gli svolazzi di Rebecca e soci, incapaci di inquadrare lo specchio della porta. I primi 20’ di gara facevano ben sperare i patavini su un esito diverso dal solito: tanta corsa e tanta voglia di Matteini di lasciare il segno mandavano in tilt un’Imolese che non trovava il filo del discorso pur non rischiando quasi nulla se non quando Matteini dopo 6’ conclude con un destro dal limite sporcato in angolo dalla scivolata di Zaccanti. Non appena Sambugaro e Benucci calano, cominciano i guai per Longhi e soci visto che Senese e Tonelli cominciano a diventare un fattore sulla destra mentre Tattini dalla parte opposta in un paio di occasioni mette in difficoltà Fornasier. Righini imbecca i compagni con precisione e puntualità proprio come accade al 41’ quando una punizione dalla trequarti destra calciata rasoterra verso il centro trova la girata vincente di Tattini, che infila Savi sul palo destro punendo la difesa del San Paolo. Ripresa. Longhi decide di cambiare spartito: fuori Fornasier e schieramento più offensivo con Marcolin e Matteini più vicino a Sedivec che continua però a non lasciare traccia di sé. L’occasione migliore la crea Matteini al 7’ partendo da sinistra ed accentrandosi con un destro che fila a lato del palo sinistro di Bracchetti. Con il passare dei minuti, però, la pressione dei Longhi-boys si allenta e l’Imolese mette fuori il muso in contropiede con Buonaventura, il quale si trova solo davanti a Savi che para la conclusione. Nel finale assalto finale del San Paolo: Galassi cancella nel finale salvando su Mascolo l’occasione del pari poi sui titoli di coda è Senese a colpire la parte interna della traversa.

Ore 14.40 – (Mattino di Padova) Termina con un pareggio la sfida tra due contendenti alla salvezza. La truppa di Bisioli aveva bisogno di fare punti, la Ribelle ritrova il sorriso dopo le quattro sconfitte consecutive. Rimane il rammarico per i romagnoli, che si sono visti sfuggire la possibilità di portare a casa la vittoria proprio nei minuti di recupero. Primo tempo molto vivace, con i termali padroni del gioco. Al primo minuto Sabbion sfiora l’eurogol con la rovesciata sul cross dalla destra di Cacurio: l’attaccante però non impatta il pallone. La Thermal mantiene il ritmo alto e al 19’ trova il gol del vantaggio. Da un rilancio lungo della difesa il pallone giunge a Sabbion che, di gran mestiere, difende palla e fa partire il contropiede. Situazione di tre contro due sfruttata alla grande dai padroni di casa con la palla che giunge sulla sinistra a Rocco, che ha tutto il tempo di stoppare la palla e concludere con il destro. Di Guida non può nulla sul rasoterra angolato e aponensi in vantaggio. Nemmeno il tempo di riordinare le idee che la Ribelle trova l’inaspettato gol del pareggio. Questa volta è bravo il solito Prati che, al 24’, riceve palla al limite dell’area, finta il tiro con il sinistro mandando in bambola la difesa aponense e conclude con un destro da manuale che termina sotto l’incrocio dei pali. Si passa alla ripresa, con il parziale che cambia dopo quaranta secondi. Sono proprio gli ospiti a rimontare grazie a Fabbri, che sfrutta una respinta breve di Merlano su tiro di Moretti e a porta sguarnita trova il suo primo gol di serie D. Grave la disattenzione della difesa (schierata a tre) che lascia troppo spazio ad Aloe sulla sinistra. Al 50’ la Thermal si riporta in attacco con Montin che mette in pallone in area, la palla arriva sulla sinistra a Rocco che tira ma la palla termina fuori. Aponensi troppo rinunciatari nella ripresa, lasciano praterie agli avversari liberi di ripartire in contropiede. La stanchezza si fa sentire, la difesa a tre non dà grandi sicurezze ed il cambio di modulo nel finale porta i suoi frutti. Proprio nei minuti di recupero la Thermal Abano acciuffa il pareggio con il neo entrato Lucon. L’azione parte da Vitagliano che dalla trequarti alza un campanile, Pitasi spizza il pallone di testa dentro l’area proprio per Lucon che, con il sinistro, appoggia in rete. Pareggio che porta un po’ di serenità per gli aponensi, che proprio al termine della partita fanno sapere di essere in silenzio stampa per dare un po’ di tranquillità all’ambiente.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Uno stop che non fa male. E della classifica non si parla proprio: Gianluca Zattarin, tecnico giallorosso, non boccia del tutto la prestazione dei suoi ragazzi. «Abbiamo fatto un passo indietro rispetto alle ultime partite, ma un calo ci può stare – ammette l’allenatore – Era comunque importante dare continuità al gioco e ai risultati. Ma avevamo davanti una squadra in forma e da non sottovalutare». Secondo il tecnico sono mancate cattiveria e astuzia nei momenti più importanti. «Siamo stati poco cattivi quando dovevamo chiudere la partita – conferma Zattarin – poi Meneghello non ce l’ha più fatta e abbiamo arretrato Lelj, cambiando gli equilibri nella zona nevralgica del campo. Dal punto di vista della classifica non era importante per noi stare davanti e non è importante neppure avere perso la vetta, l’importante è raccogliere più punti che possiamo per dare continuità al gioco e ai risultati. Peccato per Rubbo, che con quel cartellino rosso sarà squalificato e non potrà giocare sabato il derby con il San Paolo».

Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Doveva essere un Este un po’ stallone, come l’uomo «che non deve chiedere mai». E invece guardalo là, perde la testa per Bellaria: bye-bye alla vetta, dunque, per colpa di una «Bella» romagnola, spregiudicata e in un momento di forma straordinario. E l’Este, un po’ pavone per le quattro vittorie consecutive e un po’ rammollito dalle fatiche novembrine, si fa ammansire dalla creatura di mister Mauro Antonioli, che a sua volta si coccola l’1-1 (reti di Coraini e Bianchini) e una situazione di classifica tranquillissima. Perché i suoi biancazzurri corrono e fanno penare i padroni di casa, che nei primi 20 minuti faticano a gestire il gioco. Al 14’, infatti, il guizzo di Camarà semina il panico in area atestina: l’attaccante classe 1996, però, supera Lorello ma si fa deviare da Meneghello l’infilata decisiva. Il portiere dell’Este salva tutto alla mezz’ora, quando Forte ci prova col piattone ma l’ex Giorgione si distende per cavar fuori la palla dall’angolino. Se non fosse per i cambi gioco gestiti dai vari Rubbo e Beghetto, l’Este avrebbe ancora l’etichetta di “non pervenuto”. Lo stesso Beghetto prova la conclusione dalla sinistra, che finisce di poco alta. A inizio ripresa, l’inserimento di Rondon con annesso tocco di punta (forse nel tentativo di anticipare Foiera) propizia la deviazione sotto misura di Coraini, ben appostato per l’1-0. Non si può ancora parlare di partita in discesa, perché gli ospiti pareggiano al 57’ con Bianchini, il cui tiro dal limite dell’area, deviato da un difensore, spiazza Lorello. L’1-1 risveglia l’Este dal torpore, tanto è vero che al 66’ Rondon si inventa uno spiovente dalla distanza, che fa tirare qualche urlo sugli spalti e nulla più. Così come l’aggancio fallito da Coraini a pochi metri dalla porta, dopo il cross di Beghetto allungato da Rubbo verso il secondo palo, che stavolta fa imbestialire i tifosi, già innervositi dalla vittoria in divenire del Rimini, pronto a stendere le lenzuola biancorosse sul talamo della capolista. Il Bellaria fiuta i benefici del pareggio e si chiude in difesa. L’Este s’imbarbarisce e non combina più niente. Nei minuti finali l’arbitro Buonocore caccia pure Rubbo, anche se il rosso sventolato dal fischietto siciliano sembra un po’ esagerato. Il pareggio obbliga così i giallorossi a ricominciare a guardare avanti verso un Rimini a vele spiegate. Ma attenzione allo specchietto retrovisore: Delta e Correggese sono già lì.

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per il presidente della Clodiense Ivano Boscolo Bielo la sfida di martedì all’Euganeo rappresenta una delle maggiori emozioni di questa annata. «Il Padova è una società dal grande blasone, nonostante sia scivolata in serie D – dichiara il presidente – Ho parlato con i miei ragazzi e li ho esortati a scendere in campo senza paura anche se sarà difficile non provare una certa emozione in quel campo e con quel pubblico. Non siamo presuntuosi ma ce la giocheremo consci delle nostre forze». Per il presidente le soddisfazioni quest’anno arrivano dalla prima squadra che si sta ben comportando in campionato ma anche dai buoni risultati ottenuti dal settore giovanile.

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Biancoscudati Padova e Clodiense affilano le armi per lo scontro che si giocherà domani martedì 24 all’Euganeo di Padova (inizio 20.30). La partita, come è noto, è stata posticipata visto che nell’impianto padovano si è esibita sabato scorso la Nazionale Italiana di rugby e che il tappeto erboso aveva bisogno di cure e quindi non idoneo per una partita di calcio da giocarsi 24 ore dopo. Per l’allenatore della Clodiense Andrea Pagan la possibilità di preparare con più cura l’importante e difficile scontro contro una compagine che sicuramente viene indicata come la più probabile candidata al salto di categoria. «Per molti dei miei ragazzi la partita può essere la prima e forse unica occasione di affrontare un avversario di tale blasone, in uno stadio importante, davanti ad alcune migliaia di spettatori e spero non paghino l’emozione – ci dichiara il tecnico chioggiotto – Il Padova è uno squadrone e nonostante abbiamo finora sempre vinto, a parte il pari con la Triestina, non hanno mai stravinto. Noi scenderemo all’Euganeo consci che ci sono in palio i tre punti come contro le altre squadre del girone e che non faremo la parte della vittima sacrificale. Abbiamo rispetto degli avversari ma siamo anche convinti di avere le nostre armi per uscire dal campo con un risultato positivo». Una Clodiense che vorrebbe fare lo sgambetto a quella padovana. «Il Padova, oltre ad un allenatore di qualità ed abituato ai successi come Parlato – continua – ha tanti giocatori di talento come gli ex Ferretti e Segato, l’esperto Cunico, Ilari, Nichele ex Venezia e Pordenone. Noi dovremo stare molto attenti e concentrati e non commettere quegli errori che ultimamente ci sono costati punti preziosi». Pagan non nasconde un certo ottimismo derivante anche dal buon campionato finora disputato dalla sua squadra. «17 punti dopo 11 partite nessuno se li aspettavano – dice con una certa soddisfazione Pagan. Abbiamo espresso un buon calcio e nessuna squadra, eccetto i primi 20’a Belluno, ci ha messi sotto. La mia squadra è giovane e tutti si sono inseriti bene su una base solida. I giovani si sono dimostrati all’altezza delle aspettative della società». La formazione lagunare sarà impegnata oggi per la rifinitura e per il tecnico la possibilità di studiare certe scelte. A Padova infatti non sarà disponibile il centrocampista Davide Boscolo Gioachina squalificato ed in forte dubbio è anche l’attaccante Mastroianni per una botta alla caviglia. Pagan può contare sul rientro in difesa di capitan Davide Boscolo Berto e la forma straripante del giovane Pelizzer.

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Chioggia e Padova incrociano le loro strade sulla via del campionato domani sera, in notturna (ore 20.30, arbitro Garofalo di Torre del Greco) quasi come una classica da calcio che conta. In realtà è solo Serie D, ma il fascino di una sfida, che conta anche per il campanile, non manca. Chioggia infatti, anche se in provincia di Venezia, è praticamente lo sbocco a mare dei padovani che ogni estate affollano la spiaggia di Sottomarina. E allora, in tempi migliori, le gradinate dell’Euganeo avrebbero potuto essere bollenti con sani ed ironici sfottò da una parte e dall’altra. Già, in altri tempi, perché oggi il tifo organizzato, i vecchi Ultras Union Cs, non seguono la Clodiense, vista come una nuova realtà che non ha alcun legame con la storia del calcio chioggiotto. C’è stato qualche incontro tra il presidente Ivano Bielo e gli esponente del tifo organizzato, ma alla fine ognuno è rimasto sulle proprie posizioni e non è cambiato nulla. Biancoscudati Padova e Clodiense rischia dunque uno svuotamento di interessi da parte chioggiotta, il che rappresenta una sconfitta per tutti. C’è però una partita nella quale i granata non vogliono fare la figura degli sparring partners. Il Padova cercherà la vittoria per ritornare da solo al comando della classifica, la Clodiense va a caccia del risultato di prestigio. L’ultima e unica apparizione all’Euganeo del Chioggia risale al 12 settembre del 2007. Gara valida per la Coppa Italia, con i biancoscudati che militavano in Lega Pro. Finì 4-1 per il Padova con doppietta di Baù e gol di Varricchio e Di Nardo. Per i granata fu Alfonso De Capua a salvare l’onore. Domani tra le file dei lagunari mancherà lo squalificato Davide Boscolo Gioachina, mentre anche Nando Mastroianni deve ancora recuperare dall’infortunio alla caviglia rimediato con la Triestina. C’è però grande voglia di giocarsela come conferma il capitano della Clodiense Davide Boscolo Berto. «È una partita particolare dove dovremo essere molto concentrati per tutti i 90’. Certo non siamo abituati a simili platee, ma giocare davanti a tanto pubblico può essere stimolante. Ci siamo allenati molto sulle palle alte ben sapendo che Ferretti è molto forte. Non dobbiamo avere paura, contando magari su una pressione che sarà tutta dalla parte padovana».

Ore 13.10 – Disponibile a questo link l’intervista a Luca Mazzoni.

Ore 12.50 – Queste le dichiarazioni rilasciate dall’arbitro padovano Daniele Chiffi alla nostra redazione ed ai colleghi del “Mattino” a Vicenza, dov’è stato premiato quale migliore arbitro del Triveneto: “È un piacere e un onore ricevere questo premio. La serie B è un campionato difficile anche da arbitrare, dobbiamo tirare fuori anche noi gli artigli. Ho anche avuto la possibilità di arbitrare Sampdoria-Napoli in serie A, mi terrò sempre dentro il ricordo di questo esordio. Ho iniziato ad arbitrare a 17 anni, e punto a migliorarmi di anno in anno. Il sogno? Intanto arrivare ad arbitrare in serie A. Le polemiche? Le critiche fanno parte di questo sport, e scalando le varie categorie forgi il tuo carattere ed impari a non essere influenzato da quanto dicono. Il Padova? Lo seguivo e lo seguo sui giornali, e quest’anno sono riuscito a vedere due partite “.

Ore 12.30 – Qui Vicenza: termina il Galà del Calcio Triveneto.

Ore 12.20 – Qui Vicenza: premiati anche per la serie A Luca Toni (Hellas Verona), Simone Scuffet (Udinese) ed Alberto Paloschi (Chievo).

Ore 12.05 – Qui Vicenza: premiato per il Cittadella Massimiliano Busellato. Queste le sue dichiarazioni: “Siamo sul fondo della classifica, stiamo dimostrando di essere da serie B ma prendiamo troppo gol ed i risultati non ci stanno dando ragione”.

Ore 12.00 – Qui Vicenza: si passa alla serie B. Luca Mazzoni (Padova): Luca Mazzoni (Padova): “La serie B è sempre un campionato difficile pur mancando le squadre di testa che fanno un campionato a parte. La qualità magari è un po’ scesa. Io avrei piacere di parlare del Padova perché dal dispiacere per aver visto sparire una società storica ora c’è l’enorme piacere di vedere 6.000 persone a Padova in serie D”.

Ore 11.55 – Qui Vicenza: ricordato anche Riccardo Meneghel, il giovane giocatore del Tamai morto in un incidente stradale. Consegnata una targa ai genitori in sua memoria, queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Tamai: “La tragedia ha colpito i familiari, la società e tutto il paese. Riccardo era un ragazzo eccezionale, umile, tenace e corretto, e vogliamo che sia ricordato così”.

Ore 11.50 – Qui Vicenza: premiato l’allenatore dell’Hellas Verona Andrea Mandorlini: “Ho finito di giocare a Udine, ho iniziato ad allenare a Trieste, sono passato per Vicenza e Padova e ora sono all’Hellas Verona, quindi questa è la mia seconda casa”.

Ore 11.40 – Qui Vicenza: premiati per la Lega Pro Prima Divisione Hannes Fink (Sudtirol), Riccardo Bocalon (Venezia) e Piergiuseppe Maritato (Vicenza). Piergiuseppe Maritato (Vicenza): “L’infortunio? Il recupero procede bene, spero di tornare a lavorare quanto prima. Stiamo riuscendo a riportare i tifosi allo stadio, e speriamo di portarne ancor di più”. Riccardo Bocalon (Venezia): “È la seconda volta che vinco questo premio? Giocare nella squadra della tua città ti porta a dare sempre qualcosa in più”.

Ore 11.30 – Qui Vicenza: premiati anche Tatiana Bonetti (miglior calciatrice), Patrick Nora (Luparense, miglior giocatore calcio a 5) ed il padovano Daniele Chiffi (miglior arbitro). Patrick Nora (Luparense): “Il nostro è uno sport in crescita, speriamo di arrivare al livello del calcio. Non ho mai giocato a calcio a 11 ma di sicuro il nostro sport è più veloce e serve ancor più concentrazione”. Daniele Chiffi (arbitro): “Noi arbitri non possiamo sbagliare mai, ed è giusto che sia così perché diamo un servizio al calcio e siamo i primi a voler dare il massimo e a non sbagliare nulla. I tanti rigori ed espulsioni in serie B? I dati sono sotto gli occhi di tutti, qualcosa manca ma qualcosa abbiamo sbagliato anche noi”.

Ore 11.15 – Qui Vicenza: iniziano le premiazioni. Si parte dalla Lega Pro con Alessio Allegrini (Virtus Vecomp), Enrico Gherardi (Porto Tolle), Matteo Tomei (Real Vicenza) e Tommy Maistrello (Bassano, il premio viene ritirato dall’ex biancoscudato Christian La Grotteria). Matteo Tomei (Real Vicenza): “Difficile togliere la fede per il Vicenza a questa città, ma speriamo con le nostre prestazioni di riuscire a portare più tifosi al Menti”. Cristian La Grotteria (Bassano): “Tommy Maistrello ha fatto più di dieci gol l’anno scorso, meritandosi anche la chiamata in Nazionale. Dove possiamo arrivare? Non lo sappiamo, ci proveremo ad andar su e la partita di stasera col Como ci saprà dare ulteriori indicazioni”.

Ore 11.05 – Qui Vicenza, Gigi Di Biagio: “Sono contento che tra i premiati ci siano anche ragazzi giovani, come Massimiliano Busellato che conosco molto bene in quanto ha lavorato con me in Under 20 e 21 ma anche Alberto Paloschi e Simone Scuffet”.

Ore 10.55 – Qui Vicenza: inizia il Galà del Calcio Triveneto, tra gli ospiti d’onore l’allenatore dell’Under 21 Gigi di Biagio ed il presidente dell’Aic Damiano Tommasi.

Ore 10.40 – Qui Vicenza: tutto pronto per il “Galà del calcio Triveneto”. Presente anche Luca Mazzoni, che ritirerà il premio per quanto fatto nella scorsa stagione con la maglia del Padova.

Ore 10.20 – (Gazzettino) CUNICO E I RIGORI. Il detto “non c’è due senza tre” legato alle doppiette, che i tifosi sperano trovi applicazione domani, fortunatamente ha visto una diversa declinazione sul fronte dei rigori, con tre centri dopo le due precedenti cilecche. «Sono partito a handicap, complicandomi da solo le cose e da soli se ne esce, ma la media resta non bellissima». LA SQUADRA E IL FUTURO. Due considerazioni del capitano sembrerebbero di buon auspicio. «A inizio stagione avrei firmato più volte su dieci vittorie e un pareggio, ma adesso sono ancora arrabbiato per i punti persi con la Triestina in una gara che si poteva fare nostra. Bisogna sempre alzare l’asticella ed è positivo trovarsi primi, seppure non al top e con grossi margini di miglioramento. Il girone di ritorno – riprende – sarà completamente diverso, con le avversarie ancora più chiuse per le esigenze di classifica più impellenti e per tutte sarà più probabile perdere punti per strada». Un’ultima curiosità. Come ha trascorso la domenica? «Un giorno di relax sul piano fisico dedicandomi alla famiglia, ma con la testa già nel clima della gara».

Ore 10.10 – (Gazzettino) Qualche giorno fa il patron dei vicentini Dalle Rive ha definito Cunico, l’anno scorso con lui a Marano, un suo pupillo. «Quella realtà merita solo complimenti per quanto fatto in tre anni e mezzo, grazie a un presidente importante che vuole vincere, organizzazione, staff tecnico e organico che permettono alla squadra di giocare bene». CUNICO E LE DOPPIETTE. «La terza di fila con la Clodiense? Magari, se arriverà porto i compagni a mangiare fuori. Non ricordo in passato di avere realizzato due doppiette consecutive. Forse in serie C ho fatto una tripletta seguita da un gol la domenica dopo, ma non ne sono certo». Sei, finora le marcature in campionato oltre a due in Coppa. «Otto gol in tredici gare, sono un po’ troppi, anche perché per mia natura cerco la prestazione più che la realizzazione personale. Mi sento più un uomo assist e, se sto per calciare in porta e vedo un compagno meglio piazzato, al 99 per cento gli passo la palla». Figuriamoci se fosse egoista. «È un periodo fortunato anche su questo piano dato che, per fare un esempio, con il Dro anche il portiere avversario ci ha messo il suo, ma bisogna sempre provarci e non mi tiro indietro. Ci sono anni che sono andato in doppia cifra, altri meno prolifici, ma finiti con la promozione e dunque baratterei volentieri le due situazioni».

Ore 10.00 – (Gazzettino) Buone notizie per il Padova, in attesa del posticipo di domani sera all’Euganeo (ore 20.30) con la Clodiense. Non è infatti andato oltre il pareggio per 1-1 in casa del Fontanafredda l’Altovicentino che divideva la vetta della classifica con l’undici di Parlato. «Un risultato che dà morale e spinta – commenta il capitano Marco Cunico – e dimostra che si possono perdere punti per strada. Eravamo preparati a giocare la partita trovandoci sotto di tre punti dai rivali e per noi era una bella prova. Ora c’è maggiore entusiasmo e il match sarà più stimolante». La palla passa ora ai biancoscudati. «La Clodiense è una squadra vivace e ben messa in campo, con tre giocatori rapidi avanti per cui si dovrà attaccare con la testa per non concedere loro spazi e ripartenze. Bisogna fare punti e migliorare nella prestazione». Quanto pesa sul piano mentale questa lunga sfida a due con i vicentini? «Non poco, proprio perché un pareggio rischia di essere visto come un dramma. Il segreto è pensare solo alla gara che ti attende, sperando che la lotta si estenda ad altre squadre per abbassare la soglia. Di qui allo scontro diretto del 4 gennaio, se non appaiati, penso arriveremo comunque vicini e tutti si deciderà ad aprile».

Ore 09.50 – (Gazzettino) «Tifo per la squadra che punta a traguardi più importanti e dunque per il Padova che deve vincere il campionato, mentre la Clodiense sta viaggiando verso una tranquilla salvezza». Franco Cerilli trova sostegno nelle esigenze di classifica per risolvere la più classica situazione di un cuore diviso in due. A Chioggia l’ex centrocampista di Vicenza e Inter è nato, cresciuto calcisticamente, ha allenato e tuttora risiede, a due passi dallo stadio, ma all’ombra del Santo, tra il 1981 e il 1984 ha vissuto un triennio magico con la promozione in B. Regista di gran classe, riconoscibile anche per i calzettoni perennemente abbassati, per lui 97 presenze, tre reti e mille ricordi indelebili. «L’ultimo anno la gente mi adorava: se sbagliavo un passaggio per i tifosi era colpa del compagno mal posizionato. Se a Vicenza (secondo posto in serie A, ndr) sono arrivati i picchi di squadra, a Padova ho ottenuto le maggiori gratificazioni personali, che ancora ricevo, emozionandomi, tramite i social forum». Di qui la sua amarezza legata al presente. «Con De Poli eravamo come fratelli e pensavo che la scorsa estate si ricordasse di me, visto che ho già allenato le giovanili del Padova, per poi ottenere promozioni a Legnaro e con la Piovese. Per questo sono un po’ deluso». Idem per la Clodiense: «Sono cresciuto lì e in panchina ho già vinto un campionato, ma è proprio vero che nessuno è profeta in patria. Ora alleno i piccoli amici di Borgo San Giovanni, mi godo la famiglia, ma il campo mi manca e con entrambe le società penso di avere più dato che ricevuto». L’attuale Padova? «Vederlo non iscritto, per colpa di personaggi che nulla c’entrano con il calcio, era fuori dal mondo, ma i padovani amano questo sport e più di 5.000 persone allo stadio in D non sono la normalità. Se, come pare, Bergamin e Bonetto gestiranno la società come fosse già professionistica, si va lontano». Cerilli domani non sarà all’Euganeo, invitato al settantesimo compleanno di Gianfranco Zigoni, suo compagno di avventura in una storica trasmissione condotta da Gildo Fattori.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ben più cauto è invece Carmine Parlato, che non si fida di un sorpasso che sembra scontato: «Non mi interessa assolutamente niente del loro risultato, e spero che anche i miei giocatori non ci diano troppo peso», taglia corto il tecnico del Padova, «Se pensiamo a loro, alla possibilità di andare in vetta da soli o ai rimpianti in caso di un pareggio, spenderemmo inutilmente energie psicofisiche che invece dobbiamo dedicare solo alla Clodiense. Non dobbiamo gettare energie su ciò che potrebbe essere: tappiamoci le orecchie e facciamo finta che non sia successo niente». Inevitabile che l’euforia, dopo l’1-1 della squadra vicentina, sia comunque un po’ più solleticata: «Il loro risultato alza l’asticella dell’umore, ma dobbiamo pensare solo a noi. Io sto pensando più alla rifinitura, che al loro pareggio». Fino al triplice fischio di domani sera, si parlerà solo di ipotesi. Ben diverso è ciò che avverrà domenica prossima, indipendentemente dal risultato di Padova-Clodiense. Il calendario, infatti, ha in serbo un programma di lusso, che vedrà affrontarsi, l’una di fronte all’altra, quattro delle prime cinque squadre della classifica. I biancoscudati faranno visita alla Sacilese, quinta in classifica mentre l’Altovicentino a Valdagno accoglierà il Belluno: la squadra gialloblù corre eccome, ieri ha strapazzato il Legnago inanellando la terza vittoria consecutiva.

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Nella domenica del riposo in vista dell’inusuale martedì di campionato con la Clodiense, il regalo arriva dal Friuli. Il Fontanafredda ferma l’Altovicentino sul pareggio: al Tognon, dove i biancoscudati vinsero poche settimane fa, finisce 1-1 con le reti di Giglio per i vicentini e Grotto per i friulani. L’impresa della squadra di Fontanafredda, capace di pareggiare nonostante l’inferiorità numerica durata quasi tutta la ripresa, è grasso che cola per il Padova, che da ieri sera, per la prima volta in stagione, non è più primo in classifica, ma che domani all’Euganeo con una vittoria può riprendersi la vetta solitaria del girone C dopo solo tre settimane di coabitazione con la squadra di Rino Dalle Rive, che aveva allora approfittato del pari della squadra di Parlato con la Triestina. Nuove sensazioni. Ed è proprio questa la notizia che fa più sensazione, ben più di un primo posto ora nelle mani dei vicentini. «Grazie Fontanafredda», esclama il presidente Bergamin, «Il pareggio dell’Altovicentino è un’ottima notizia. Ora però tocca a noi: domani con la Clodiense dobbiamo vincere a tutti i costi e approfittare della situazione. I friulani ci hanno fatto un grande favore, ora dobbiamo completare l’opera».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Tre nomi caldi, un sondaggio interessante ma, fino ad ora, nessuna certezza. Il Padova è attivo in vista del mercato che aprirà ufficialmente il primo dicembre: il direttore sportivo Fabrizio De Poli negli ultimi giorni ha contattato e incontrato diversi procuratori. Ed è in attacco che si registra il maggior movimento. Il sogno si chiama Emil Zubin, e non è ormai più un mistero. Il Padova sta cercando di bloccarlo e portarlo all’ombra del Santo già a dicembre, per averlo a disposizione per il match del 4 gennaio contro l’Altovicentino. Se l’affare non dovesse concretizzarsi, l’alternativa è e rimane Paolo Zanardo, attaccante del Piacenza. La situazione della punta ex Pordenone, che Parlato conosce e stima, potrebbe evolversi nei prossimi giorni. Detto che per il reparto avanzato si continua a monitorare anche il giovane attaccante dell’Hellas Verona Enrico Bearzotti, classe 1996 e che sul campo sarà attentamente valutato il brasiliano Marcelo Fernandes, in prova da un paio di giorni, il Padova si sta muovendo anche a centrocampo. Dal Trentino, infatti, filtra la voce che i biancoscudati abbiano preso informazioni su Davide Cremonini, il giovane mediano classe ’96 del Dro (ma di proprietà del Sudtirol).

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Dopo la giornata di riposo il Padova torna in campo questo pomeriggio per l’ultima rifinitura in vista della partita di domani sera con la Clodiense. All’Euganeo calcio d’inizio alle 20.30 (arbitrerà Garofalo di Torre del Greco), ma la squadra già oggi alle 16.30 calcherà il terreno di viale Nereo Rocco, abbandonando l’Appiani per le ultime prove in vista del match. Curiosità, ma anche un po’ di timore, c’è attorno al campo di gioco e alle condizioni del terreno che i biancoscudati troveranno dopo la partita di rugby Italia e Sudafrica di due giorni fa. Ieri sono state risistemate le porte da calcio ed è stato sistemato il manto erboso. Squadra e tecnico sono curiosi di conoscere le condizioni del terreno di gioco.

Ore 08.40 – Ricordiamo che la sfida tra Padova e Clodiense è stata posticipata a domani, martedì 25 novembre alle ore 20.30 in quanto sabato all’Euganeo si è disputato il test match di rugby tra Italia e SudAfrica.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (tredicesima giornata, domenica 30 novembre ore 14.30): AltoVicentino-Belluno, Dro-Triestina, Kras Repen-Giorgione, Legnago-Clodiense, Montebelluna-Mezzocorona, Sacilese-Padova, Tamai-Mori Santo Stefano, Union Pro-Fontanafredda, Union Ripa La Fenadora-ArziChiampo.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino 32, Padova* 31, Belluno 29, Union Ripa La Fenadora 22, Sacilese 21, Montebelluna e Tamai 19, Clodiense* 17, ArziChiampo 15, Fontanafredda e Legnago 14, Giorgione 13, Dro, Kras Repen e Union Pro 10, Mori Santo Stefano 6, Triestina 5, Mezzocorona 3.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della dodicesima giornata: ArziChiampo-Sacilese 1-0, Belluno-Legnago 3-1, Fontanafredda-AltoVicentino 1-1, Giorgione-Dro 3-0, Mezzocorona-Kras Repen 1-2, Mori Santo Stefano-Union Ripa 0-2, Padova-Clodiense (martedì 25 novembre ore 20.30), Tamai-Montebelluna 4-0, Triestina-Union Pro 0-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 23 novembre: giornata di riposo per i Biancoscudati, mentre l’AltoVicentino non va oltre il pareggio col Fontanafredda.




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