Padova-Clodiense, Cunico: “Un risultato che dà morale e spinta, ma tutto si deciderà ad aprile”

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Fonte: Gazzettino, Andrea Miola

Buone notizie per il Padova, in attesa del posticipo di domani sera all’Euganeo (ore 20.30) con la Clodiense. Non è infatti andato oltre il pareggio per 1-1 in casa del Fontanafredda l’Altovicentino che divideva la vetta della classifica con l’undici di Parlato. «Un risultato che dà morale e spinta – commenta il capitano Marco Cunico – e dimostra che si possono perdere punti per strada. Eravamo preparati a giocare la partita trovandoci sotto di tre punti dai rivali e per noi era una bella prova. Ora c’è maggiore entusiasmo e il match sarà più stimolante». La palla passa ora ai biancoscudati. «La Clodiense è una squadra vivace e ben messa in campo, con tre giocatori rapidi avanti per cui si dovrà attaccare con la testa per non concedere loro spazi e ripartenze. Bisogna fare punti e migliorare nella prestazione». Quanto pesa sul piano mentale questa lunga sfida a due con i vicentini? «Non poco, proprio perché un pareggio rischia di essere visto come un dramma. Il segreto è pensare solo alla gara che ti attende, sperando che la lotta si estenda ad altre squadre per abbassare la soglia. Di qui allo scontro diretto del 4 gennaio, se non appaiati, penso arriveremo comunque vicini e tutti si deciderà ad aprile».

Qualche giorno fa il patron dei vicentini Dalle Rive ha definito Cunico, l’anno scorso con lui a Marano, un suo pupillo. «Quella realtà merita solo complimenti per quanto fatto in tre anni e mezzo, grazie a un presidente importante che vuole vincere, organizzazione, staff tecnico e organico che permettono alla squadra di giocare bene». CUNICO E LE DOPPIETTE. «La terza di fila con la Clodiense? Magari, se arriverà porto i compagni a mangiare fuori. Non ricordo in passato di avere realizzato due doppiette consecutive. Forse in serie C ho fatto una tripletta seguita da un gol la domenica dopo, ma non ne sono certo». Sei, finora le marcature in campionato oltre a due in Coppa. «Otto gol in tredici gare, sono un po’ troppi, anche perché per mia natura cerco la prestazione più che la realizzazione personale. Mi sento più un uomo assist e, se sto per calciare in porta e vedo un compagno meglio piazzato, al 99 per cento gli passo la palla». Figuriamoci se fosse egoista. «È un periodo fortunato anche su questo piano dato che, per fare un esempio, con il Dro anche il portiere avversario ci ha messo il suo, ma bisogna sempre provarci e non mi tiro indietro. Ci sono anni che sono andato in doppia cifra, altri meno prolifici, ma finiti con la promozione e dunque baratterei volentieri le due situazioni».

CUNICO E I RIGORI. Il detto “non c’è due senza tre” legato alle doppiette, che i tifosi sperano trovi applicazione domani, fortunatamente ha visto una diversa declinazione sul fronte dei rigori, con tre centri dopo le due precedenti cilecche. «Sono partito a handicap, complicandomi da solo le cose e da soli se ne esce, ma la media resta non bellissima». LA SQUADRA E IL FUTURO. Due considerazioni del capitano sembrerebbero di buon auspicio. «A inizio stagione avrei firmato più volte su dieci vittorie e un pareggio, ma adesso sono ancora arrabbiato per i punti persi con la Triestina in una gara che si poteva fare nostra. Bisogna sempre alzare l’asticella ed è positivo trovarsi primi, seppure non al top e con grossi margini di miglioramento. Il girone di ritorno – riprende – sarà completamente diverso, con le avversarie ancora più chiuse per le esigenze di classifica più impellenti e per tutte sarà più probabile perdere punti per strada». Un’ultima curiosità. Come ha trascorso la domenica? «Un giorno di relax sul piano fisico dedicandomi alla famiglia, ma con la testa già nel clima della gara».




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