Padova-Legnago, Ferretti: “Me la sentivo di giocare, ma ora voglio pensare a curarmi bene prima di tornare nuovamente in campo”

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Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli

«Fino a quando non mi sento veramente in grado di tornare in campo voglio pensare a curarmi bene. Non voglio affrettare i tempi, meglio stare fermo qualche giorno in più». È ancora dispiaciuto il giorno dopo Gustavo Ferretti per il riacutizzarsi del fastidio al flessore della gamba destra che lo ha costretto al forfait dopo appena un quarto d’ora con il Legnago. Un problema accusato la prima volta in occasione della partita in notturna con la Clodiense (sostituzione sempre nel primo tempo) e che lo aveva costretto a saltare la successiva trasferta con la Sacilese, con tanto di cure riabilitative nel frattempo (due volte), in un centro specializzato di Empoli dove già era andato a curarsi uno strappo alla gamba sinistra. «Non mi fa molto male – prosegue l’attaccante biancoscudato – ma sento che il muscolo inizia sempre a contrarsi e mi dà fastidio, non mi permette di correre e di scattare. La paura è che si possa rompere causando un danno più grande, dovendo restare magari fuori un mese».

«Mi dispiace molto perché venerdì e sabato mi sono allenato senza problemi insieme ai compagni e anche domenica durante il riscaldamento pre gara stavo bene. In partita invece quando ho fatto il primo passaggio ho sentito che il muscolo ha iniziato a indurirsi e con il passare dei minuti andava sempre peggio. Adesso come adesso non posso giocare fino a quando sto bene, il campionato è molto lungo e non voglio affrettare i tempi». Nel dopo gara il presidente Bergamin e Parlato hanno affermato che a questo punto bisogna riflettere in maniera più approfondita sul suo problema. «Finora avevo fatto solo ecografie, domani (oggi per chi legge, ndr) farò una risonanza che è più specifica per cercare di capire il motivo. Penso che non sia niente di grave, ma mi dà fastidio». Domenica al momento della sostituzione è apparso sconsolato, tanto che non si è fermato in panchina e si è diretto subito in spogliatoio. «Sì, ero molto deluso. Ci tenevo davvero tanto a giocare. Quando succedono queste cose rimani sempre molto deluso, non me la sentivo di fermarmi in panchina e sono andato via».

«Dopo aver fatto la doccia ho visto comunque il secondo tempo a bordo campo, l’importante è che la squadra abbia vinto, contavano i tre punti. Era fondamentale vincere dopo la sconfitta con la Sacilese, anche se poi c’è il rammarico per Thomassen e Dionisi che sono stati espulsi. Ma guardiamo il lato positivo, abbiamo portato a casa il successo». Restando a lei, la decisione di giocare è stata sua? «Ho trent’anni e conosco il mio corpo, me la sentivo. Avevo sensazioni positive, altrimenti non giocavo». Per accelerare il recupero è andato a curarsi a Empoli, non è servito a molto. «Non do la responsabilità alla struttura dove sono stato, anzi lì mi avevano già curato uno strappo di due centimetri e mezzo alla gamba sinistra permettendomi di tornare a correre dopo appena diciassette giorni. Ripeto, ora bisogna approfondire la situazione e capire perché il muscolo si indurisce e mi dà fastidio». Dirigenti e allenatore le hanno detto qualcosa al termine della partita? «Mi hanno solo chiesto come stavo. Ora penso a riposarmi e a stare tranquillo, poi iniziamo a fare qualcosa. A cominciare da una risonanza».




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