Live 24! Padova-Union Ripa, la vigilia: rifinitura all’Appiani, assente Nichele

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Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Legati e Cernuto out e in forte dubbio, difesa da ridisegnare nel Venezia anti-Pro Patria? È un’eventualità da non escludere, in vista dei 90’di domani pomeriggio a Busto Arsizio (ore 14), stando a quanto spiegato a denti stretti da un Michele Serena sembrato piuttosto contrariato. «Legati si è fermato per noie muscolari e Cernuto è ancora acciaccato, vedremo dopo la rifinitura di questa mattina se saranno in condizione di essere dei nostri – i dubbi del tecnico arancioneroverde -. A prescindere da tutto mi interessa che nessuno pensi al fatto che Pro Patria ha 10 punti in meno di noi, sarebbe un errore sottovalutarli». Se Legati e Cernuto (prima alternativa di ruolo, già out contro la Torres) dovessero restare in infermeria Serena dovrebbe inserire Panzeri a destra, spostare Sales a sinistra (Giuliatto è tuttora ai box) facendo slittare Ghosheh nel ruolo di centrale in coppia con Marino. «Il modulo? Il 4-4-2 usato per la prima volta domenica scorsa ha pagato, spero di non dover cambiare una volta tanto che non ho squalificati. Comunque rientra Varano e ho un uomo in più su cui contare, anche se, non scordiamolo si tratta sempre di un ’95. Varie squadre hanno un’età media giovane, ma non tutte fanno giocare dei 19enni come noi. Zaccagni e Varano stanno facendo bene e non nascondiamo di avere tante aspettative su di loro». L’alternativa al 4-4-2 con Bellazzini e Raimondi esterni offensivi a centrocampo, è il ritorno al 4-3-1-2: Varano tornerebbe subito titolare in mediana con Esposito e Zaccagni, Bellazzini trequartista e Magnaghi-Greco in ballottaggio per agire da prima punta in avanti con Raimondi. «La Pro Patria è terz’ultima ma come ho detto non ci deve interessare cosa succede in casa d’altri – raccomanda Serena – guardiamo a noi e basta, perché sappiamo cosa fare per poter lavorare con la testa sgombra durante la sosta. La questione Korablin-stipendi? Un argomento che non tocco perché ha già parlato chi doveva, pensiamo solo al campo». La Lega Pro ha fissato per sabato 10 gennaio (ore 16) la trasferta del Venezia a Meda contro il Renate.

Ore 21.40 – (La Nuova Venezia) Venezia alla vigilia dell’ultima gara dell’anno, ma per Michele Serena le scadenze cronologiche non hanno alcuna importanza. Il match di Busto Arsizio non va preso sotto gamba, o pensando già alle festività, è una partita che deve portare altri punti nella classifica arancioneroverde. Cernuto e Legati (ieri si è fermato) lamentano qualche acciacco a livello muscolare, ma per entrambi non dovrebbero esserci problemi («Vediamo come va la rifinitura», osserva Michele Serena), ritorna Varano dopo lo stop del giudice sportivo (la Pro Patria avrà squalificati il terzino sinistro Guglielmotti e il centrocampista Ulizio, espulso a Cremona) e, per la prima volta da quando è seduto sulla panchina del Venezia, il tecnico di Carpenedo non deve fare i conti anche con le squalifiche. «Era anche ora», replica, «il ritorno di Varano mi consente di avere tre giocatori per due maglie, ma chi subentrerà in partita in corso potrà essere determinante». Si ritorna al 4-3-1-2 oppure si riconferma il 4-4-2 che ha battuto la Torres? «Vediamo, non ho alcuna intenzione di stravolgere l’assetto». Bellazzini e Raimondi sono pronti a sistemarsi sulle fasce con Varano a contendere la maglia da titolare a Greco oppure con il centrocampo a tre (Zaccagni-Esposito-Varano) con Bellazzini alle spalle delle due punte (Magnaghi, Raimondi e Greco in corsa per due maglie nell’eventualità). «La Pro Patria? E’ un po’ lontana da noi in classifica», ha aggiunto Serena, «ma se non l’affrontiamo con la determinazione e l’attenzione dovute rischiamo brutte sorprese. È’ una squadra viva, non rassegnata, che ha messo alle strette anche la Cremonese lunedì sera pur ritrovandosi in inferiorità numerica alla fine del primo tempo quando si trovava in vantaggio. Ha giocatori abili nell’uno contro uno e davanti un attaccante d’esperienza come Serafini». Su quanto accaduto a livello societario la risposta del tecnico arancioneroverde è lapidaria. «Sono questioni che non mi riguardano, hanno già parlato i dirigenti». Rifinitura al Taliercio, poi la partenza per la Lombardia finora avara di punti (0-3 a Como, 1-2 a Cremona, 2-3 a Lumezzane e 1-2 a Pavia) per il Venezia.

Ore 21.20 – (La Nuova Venezia) Quello di Carlo Trevisan è stato un addio riflettuto a lungo, deciso a inizio autunno, comunicato al presidente Yuri Korablin in ottobre e annunciato solo nelle ultime ore. Il numero due della Venezia Academy ha detto stop e si è defilato senza polemiche, in tempi non sospetti e senza che nessuno lo sapesse. «Non mi riconoscevo più nel ruolo che avrei dovuto ricoprire, dal momento che non c’era il progetto dello stadio», ha spiegato ieri il manager ben noto in città e non solo, che non è più vicepresidente della struttura creata da Korablin per seguire la questione del nuovo stadio del Venezia. Un manager esperto, già presidente dell’aeroporto Marco Polo dal 1987 al 1991, di quelli del Lido e di Padova, dell’Arsenale e di Case Popolari, e scelto da Korablin proprio per le sue esperienze in Russia. Non ha sbattuto la porta, ma l’amarezza non la nasconde, in un momento in cui in tanti si stanno ponendo domande sul futuro non solo del progetto stadio, ma anche della permanenza del presidente russo al vertice del club. «Non vedo Korablin tra fine luglio e inizio agosto, quando venne qui per l’ultima volta, anche se noi non sapevamo che sarebbe stata tale», prosegue Trevisan. «Siamo stati a parlare con il commissario Vittorio Zappalorto, ci ha aperto le porte e francamente speravo che potesse arrivare una svolta per lo stadio. Poi, da quella volta Korablin non l’ho più ne visto ne sentito; gli ho scritto per chiedergli se potevo andare da lui a Mosca, ma non mi ha mai risposto. Quando ho capito che non c’era un progetto effettivo per lo stadio, allora ho capito anche che il mio ruolo era venuto meno, e ho deciso di defilarmi. Il problema è stato che, una volta che a ottobre ho inviato la lettera a Mosca, lui non ha neppure risposto alle mie dimissioni. Perchè non ho detto nulla a ottobre? Perchè non volevo danneggiare Korablin, e ne ho parlato solo in queste ultime ore per dare risposte alla mia posizione personale». Si diceva di una grande amarezza per la situazione, e Trevisan incalza: «Sarebbe bastato che Korablin spiegasse a tutti se esistesse o se esista un problema di qualche natura. Invece silenzio assoluto. Lo stadio poteva essere il coronamento a tante iniziative che ho svolto per questa città, invece nulla, anche se rimarrò a disposizione se in futuro dovesse chiarirsi la situazione. Certo che il club ha perso una grande occasione, il commissariamento poteva agevolare e sveltire il progetto stadio. Ci si rimette anche la credibilità, e ho voluto evitare di perdere la mia. Ma non ci si può iscrivere a una gara di Formula 1 se si ha una 500, e con lo stadio è quel che è successo».

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Il Real Vicenza pensa al Pordenone, ma intanto festeggia il Natale con gli anziani ospiti dell´istituto Trento. Domani l´ultima partita del 2014, ieri mattina la tradizionale visita della squadra e dello staff, con il presidente Lino Diquigiovanni, a chi in questo momento ha più bisogno. I biancorossi di Michele Marcolini hanno passato del tempo con gli ospiti dell´istituto cittadino, cui hanno donato panettoni, cappellini e una maglia autografata da tutti i giocatori. «Godiamoci ogni singolo giorno – ha affermato il presidente del Real – due anni fa ho avuto un ictus cerebrale, da cento mi sono ritrovato a fare cinquanta. Anche il calcio mi ha salvato». Particolarmente sensibili all´iniziativa si sono dimostrati, tra gli anziani, Walter Chiari, 94 anni, ex arbitro, e la signora Elda De Vincenzi, grande tifosa dei colori biancorossi e di Roberto Baggio. Il presidente Diquigiovanni le ha promesso di portare, un giorno, il Divin Codino in visita all´istituto Trento. Il pomeriggio del Real Vicenza è proseguito nel segno del lavoro e così sarà anche oggi per preparare la sfida di domani alle 14.30 a Pordenone, ultima chiamata del 2014 e penultima d´andata. Nelle file del Real Vicenza, tre gli squalificati: Carlini, Cristini, Bardelloni. Quest´ultimo, oggi, si sottoporrà ad una pulizia del menisco del ginocchio destro per rientrare nel 2015. Sarà una sfida speciale per Lavagnoli, che ha vestito la maglia dei “ramarri” tra il 2012 e il 2013, in serie D (34 presenze e 3 reti). «È stato un anno intenso, ho un bel ricordo. Domani comunque sarà partita vera, voglio vincere col Real Vicenza». I biancorossi hanno sempre fuori lo stopper Polverini per infortunio, sono reduci dalla convincente vittoria sul Mantova e incontrano una formazione che perde da dieci turni di fila e ha cambiato finora tre tecnici, tra cui Lamberto Zauli protagonista della promozione in Lega Pro con il Real Vicenza. «Il risultato non è mai scontato. E poi il Pordenone è una squadra che lotta e può salvarsi. Dovremo fare una grande gara per ottenere i tre punti». L´incontro sarà diretto da Paride De Angeli di Abbiategrasso con gli assistenti Leonardo Camillucci di Macerata e Francesca Di Monte di Chieti.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Un punto da tenere stretto. Il Bassano Virtus non sta vivendo certo il suo miglior momento stagionale ma uscire dal Moccagatta con un pareggio, contro un’Alessandria che veniva da sei vittorie consecutive, è un risultato che può soddisfare tutto l’ambiente giallorosso, Antonino Asta compreso. «Abbiamo giocato questa partita con personalità – ha spiegato – sapevamo che questo è uno stadio dove difficilmente chi viene raccoglie punti, per ambiente, per forza dei locali». Alla fine c’è stato un leggero turn over, con Stevanin (per la stampa migliore in campo), Bizzotto e Cattaneo dal primo minuto, Iocolano spostato centrale alle spalle di Pietribiasi vista l’assenza di Nolè. «Iocolano ha giocato in mezzo, la difesa ha fatto molto bene, hanno giocato una buona partita. Ricordiamo che noi abbiamo una rosa giovane, rispettiamo la media under, ma sono contento di come si sta comportando questo gruppo». Il problema forse sono i troppi rossi (questa volta Toninelli per doppia ammonizione), ma il difensore Nicola Bizzotto non ne fa un dramma. «Abbiamo giocato una buona gara, anche in dieci la fase difensiva ha retto bene e non abbiamo sofferto. Siamo stati più attenti rispetto alle ultime uscite, in inferiorità numerica poi non abbiamo rinunciato a giocare cercando Iocolano prima e la fisicità di Maistrello poi». Soddisfazione dunque per il punto. «Non è facile giocare a viso aperto con una squadra forte e costruita per vincere come l’Alessandria, noi lo abbiamo fatto». Ora si pensa al Monza, domenica, finalmente si ritorna al Mercante, una partita da ex per il tecnico Asta. «Ci tengo moltissimo a questa gara, perché sono ex – conclude il tecnico – perché sia io che i ragazzi vogliamo finire bene l’anno: questo gruppo sta facendo un percorso straordinario vincendo un campionato, la Supercoppa, iniziando benissimo in questa C1. Si merita di finire bene l’anno, davanti ai propri tifosi».

Ore 20.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per come si era messa la partita ad Alessandria, a Bassano l’aria che tira è decisamente buona. Lo 0-0 maturato al Moccagatta è già dietro le spalle, ora nel mirino è inquadrato il Monza. Domenica alle 16 altro appuntamento da cerchiare in rosso sul calendario, senza dimenticare che in dieci contro undici ad Alessandria uno dei migliori è stato Nicola Bizzotto. «Sono soddisfatto – evidenzia il difensore — anche in dieci abbiamo retto bene, siamo stati più attenti rispetto alle ultime uscite. Nonostante l’inferiorità cercavamo palla a terra Iocolano, poi con Maistrello abbiamo puntato di più sulla sua fisicità. Abbiamo giocato a viso aperto contro una squadra costruita per vincere, ora pensiamo al Monza per chiudere al meglio questo 2014 fantastico».

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Poichè ad Alessandria sin qua erano stati sempre cocenti e dolorosissimi schiaffoni (tre apparizioni al Moccagatta e altrettante legnate), il gagliardo 0-0 strappato a chi stava viaggiando sulle ali di 6 vittorie di fila e si apprestava a celebrare il primato solitario tra la sua gente, viene salutato con legittimo ardore. Per di più maturato attraverso una prestazione solida e convincente, buona a cancellare le nebbie del secondo tempo di Meda, quello del ribaltone col Renate. Però siccome da quelle parti è inevitabile perdere sempre qualcosa, il Bassano in Piemonte ha perso Toninelli espulso e Proietti, ammonito e diffidato: andranno a fare compagnia a Nolè domenica in tribuna nel match col Monza al Mercante (alle 16). E dunque se al posto di Nolè riavremo come l´altroieri capitan Iocolano trequartista deputato a rifinire con Cattaneo aletta di supporto, e Davì reciterà da vice Proietti, in retrovia le soluzioni sono due: o lo spostamento di Priola a destra (ruolo a lungo ricoperto nella sua militanza al Trapani) con Bizzotto e Zanella tandem centrale, oppure Semenzato dirottato col numero 2, assetto classico in mezzo con Priola e Bizzotto e Stevanin, mvp ad Alessandria, confermatissimo sulla mancina. Asta nel frattempo rincuorato dalla performance dei suoi a spazzare il momento chiaroscurale della prima metà di dicembre, si presenta da ex al cospetto del suo Monza che lui stesso ha pilotato la scorsa stagione nella C unica dopo aver sfiorato il gran salto l´anno precedente, tra l´altro eliminando proprio i giallorossi ai playoff (e senza la penalizzazione di 6 punti avrebbe vinto direttamente il campionato). «Col Monza non ho certo rivincite da prendermi, ma è una sfida a cui tengo parecchio – rimarca Tonino – perchè vogliamo chiudere con uno squillo un 2014 da sogno per questo club, scandito da una promozione trionfale e dalla Supercoppa. Se lo meritano soprattutto i giocatori». Il Monza ha la difesa meno battuta del torneo, e si è rianimato dopo l´ingresso dell´imprenditore inglese Dennis Bingham che rilevato la società. Come prima mossa sta pensando di affidare all´argentino Abel Balbo l´area tecnica.

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Moretti? Di Gennaro? Oppure entrambi? È questo il principale dubbio che assilla (si fa per dire) l’allenatore del Vicenza Marino alla vigilia della sfida casalinga di domani pomeriggio al Menti contro lo Spezia. Ha destato una certa sorpresa l’esclusione nelle ultime due partite di Di Gennaro, considerato, sia da Lopez prima che da Marino poi, un perno insostituibile del reparto. Così effettivamente è stato fino al derby con il Cittadella del 22 novembre, quando i due avevano giocato in coppia, uno da interno destro (Moretti), l’altro da regista (Di Gennaro). Dopo l’assenza di entrambi per squalifica a Varese, il tecnico ha deciso di spostare in mezzo Moretti, tenendo in panchina Di Gennaro, subentrato al compagno nella ripresa sia con il Brescia che sabato scorso a Chiavari con l’Entella, con Sciacca e Cinelli a completare il terzetto di centrocampo. Gli altri due dubbi riguardano la difesa, dove il tecnico di Marsala può contare sul recupero di ben tre giocatori, Brighenti e Gentili, al rientro dalla squalifica, e Camisa, per i due posti da centrali. In dubbio invece la presenza sulla corsia sinistra di Garcia Tena, destinato a prendere il posto dello squalificato D’Elia. Il catalano è uscito infatti anzitempo dalla partitella di mercoledì per una botta alla tibia subita in uno scontro di gioco. Se non ce la dovesse fare, verrebbe invertito di corsia Sampirisi, con Laverone arretrato in difesa e l’inserimento nel tridente offensivo di Lores Varela per un Vicenza decisamente a trazione anteriore con Cocco e Giacomelli. L’incontro di domani con i liguri aprirà per i biancorossi, ospiti l’altro pomeriggio dell’Estel a Thiene per gli auguri di Natale, il trittico di fine anno prima della sosta alla fine del girone d’andata. Il Vicenza scenderà in campo infatti ancora al Menti contro il Livorno alla vigilia di Natale per terminare poi il 2014 a Frosinone domenica 28 dicembre. Tre sfide contro le due terze e la seconda in classifica che serviranno anche a individuare i settori dove serviranno innesti nel mercato di gennaio. Oltre all’attacco, ovviamente.

Ore 19.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Con la maglia dello Spezia, prossimo avversario del Vicenza, ha giocato una stagione senza lasciare, per la verità, un gran ricordo tra i tifosi liguri. Federico Moretti domani sarà (insieme a Davide Di Gennaro) l’ex della partita di parte vicentina, una gara in cui il Vicenza vuole riscattare il passo falso di sabato scorso a Chiavari contro l’Entella. «Siamo consapevoli di aver giocato male e perso meritatamente — sottolinea Moretti — contro lo Spezia sarà difficile perché loro sono una squadra forte che staziona in alto in classifica con merito, ma noi vogliamo girare pagina e ripartire con un risultato positivo». Moretti finora ha già segnato tre gol in questo campionato, reti che sono valse la vittoria contro la Pro Vercelli e il Brescia. «Il mio record sono i quattro gol quando giocavo ad Ascoli — ricorda il centrocampista genovese — e quindi sono sulla buona strada per fare meglio. Voglio però sottolineare che quello che conta non è il singolo ma è il Vicenza e quindi chi segna non conta, l’importante è che la squadra vinca». Moretti è arrivato in biancorosso a settembre durante la proroga di mercato, ed è contento della sua scelta. «Sono a Vicenza in prestito con diritto di riscatto — precisa l’ex centrocampista del Padova — il mio cartellino è ancora del Catania, poi ho altri due anni di contratto lì. Non nego che mi piacerebbe trovare una sistemazione fissa in futuro e Vicenza sarebbe l’ideale. A Catania non rientravo nei piani, dovevo trovarmi una sistemazione. Questa è stata la soluzione migliore; bel progetto, ottimi giocatori, ambizione di fare un buon campionato». Chi cercherà di mettere i bastoni tra le ruote è lo Spezia di Nenad Bjelica, che domani a Vicenza vuole bissare il successo colto a Brescia sette giorni fa. «La squadra ha lavorato bene durante la settimana, i ragazzi si sono impegnati come al solito e tutti quanti, esclusi gli infortunati Madonna, Ciurria, Migliore e lo squalificato Bakic sono a disposizione. Vedremo chi schierare a centrocampo — precisa il tecnico dei liguri — credo che uno tra Schiattarella e Canadjia potrebbe affiancare Juande e Brezovec, nonostante Josip abbia giocato molte partite e cominci ad essere un po’ stanco. Ma in settimana il nostro presidente ci ha spronati a fare bene in queste ultime tre partite dell’anno, e quando gli stimoli arrivano dal massimo dirigente sono sempre importanti. Noi comunque dobbiamo pensare e preparare una partita alla volta: conosciamo il nostro valore, e in ogni gara giochiamo con un solo obiettivo: prenderci i tre punti». Insomma, sarà uno Spezia molto agguerrito e forte degli ultimi risultati, che hanno consolidato la squadra ligure al terzo posto in classifica con 29 punti, a pari con il Livorno e un punto sotto il Frosinone. In testa ancora la sorpresa Carpi a quota 36. Per farlo lo Spezia dovrà espugnare il Menti, cosa finora riuscita solo alla Ternana e al Modena dall’inizio della stagione. «Il Vicenza è una squadra molto pericolosa sui calcio da fermo ed in contropiede — precisa Bjelica — quindi dovremo essere concentrati per tutta la durata dell’incontro, interpretando la gara come abbiamo fatto ad esempio contro il Livorno e il Catania. Sono gare che abbiamo vinto grazie ad una determinazione e una attenzione che dovremo riuscire ad avere sempre, a maggior ragione al Menti».

Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Marino potrà contare su tutti i difensori della rosa, ad eccezione ovviamente di D´Elia che deve scontare un turno di squalifica. Camisa ha pienamente recuperato, Gentili e Brighenti hanno scontato il loro turno di squalifica. E per la difesa biancorossa il compito sarà particolarmente impegnativo domani contro una squadra come lo Spezia che proprio nel reparto offensivo può schierare alcuni dei suoi uomini migliori. FEBBRE. All´allenamento di ieri pomeriggio al Morosini non hanno preso parte invece Spiridonovic e Sbrissa, entrambi con la febbre. Questa mattina è in programma la rifinitura e Marino quindi valuterà la condizione dei due giocatori prima di decidere sulle convocazioni. DUBBIO. Anche ieri Sciacca ha svolto lavoro a parte. Il centrocampista non aveva preso parte neppure alla partitella di mercoledì e a questo punto un dubbio sulla sua disponibilità resta, anche se per lui si è parlato solo di diversa distribuzione dei carichi di lavoro. CENTROCAMPO. Le incertezze sulla formazione sembrano quindi legate soprattutto al reparto centrale, non solo per l´eventuale impiego contemporaneo di Moretti e Di Gennaro ma anche per le condizioni non ottimali di Sciacca e Sbrissa. Quest´ultimo fra l´altro ha giocato 78 minuti nella partita che la nazionale under 19 ha vinto mercoledì 3-1 contro l´Albania. ALLA VENETA. La partita di domani al Menti (inizio alle 15) sarà diretta dall´arbitro Daniele Minelli della sezione di Varese, con la collaborazione di una terna tutta veneta, composta dagli assistenti Luca Mondin di Treviso e Giovanni Colella di Padova e dal quarto ufficiale Luigi Rossi di Rovigo. In questa stagione Minelli finora non ha diretto nè il Vicenza nè lo Spezia. BJELICA. Il tecnico dello Spezia, ospite domani al Menti, è il croato Nenad Bjelica, 43 anni, ex centrocampista in Croazia, Spagna, Germania e Austria e sulla panchina dell´Austria Vienna nella scorsa stagione. Parlando del Vicenza in questi giorni Bjelica ha detto che «si tratta di una squadra assai temibile sulle palle da fermo e in contropiede e quindi da affrontare con la massima concentrazione».

Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Arrivano i nostri: Camisa, Gentili e Brighenti. Dopo la partita in emergenza a Chiavari, con tre giocatori indisponibili tra infortuni e squalifiche, la difesa biancorossa domani pomeriggio contro lo Spezia potrà nuovamente contare su una confortante abbondanza di scelte per il tecnico Pasquale Marino. Anche Nicolò Brighenti è dunque pronto per tornare a ringhiare sugli attaccanti avversari con la sua tempra da mastino, apprezzatissima dai tifosi del Vicenza. Brighenti, dopo la sconfitta di Chiavari, in cui lei è stato spettatore per squalifica, è pronto a rituffarsi nella mischia? «Veramente sarei stato pronto anche se avessimo vinto 3-0, e sarebbe stato molto meglio per tutti… Mi spiace non aver potuto dare una mano ai compagni in una partita difficile. Ormai è andata così, e domani dovremo subito voltare pagina per tornare a far punti: sarebbe utilissimo iniziare con il piede giusto questa serie di partite per avere ancora più entusiasmo, anche perché dopo pochi giorni ospiteremo di nuovo al Menti il Livorno». Con il rientro di tre giocatori, il tecnico Marino avrà diverse opzioni di scelta per il reparto difensivo. «E meno male! Tra l´altro in questi tre incontri così ravvicinati bisognerà gestire al meglio le forze: è proprio in questi frangenti che una rosa completa come la nostra può rivelarsi fondamentale e fare la differenza grazie al contributo di tutti». Saranno tre partite importanti per indirizzare il percorso stagionale del Vicenza, è d´accordo? «Solo fino ad un certo punto. Certo, al termine del girone d´andata sarà importante girare la boa con il maggior numero possibile di punti. Però secondo me dalla ripresa di gennaio in poi partirà quasi un altro campionato: il mercato rimescolerà molte cose, le differenze di preparazione atletica faranno il resto, quindi non mi stupirei di vedere grandi variazioni di rendimento in meglio o in peggio per molte squadre. Guai a considerare ormai acquisite certe gerarchie, perché le sorprese, come ogni anno in B, saranno molte in un senso e nell´altro». Vi siete posti un obiettivo di punti minimo da conquistare in questo trittico? «No, per il motivo detto prima. Le tabelle non servono a nulla: conta solo ogni nuova partita che affronti, quindi l´unico atteggiamento utile è quello di scendere in campo sempre per provare a vincere. Credo comunque che per noi ci sarà lo stimolo ulteriore di non rovinare in queste ultime partite di dicembre quanto di buono abbiamo ottenuto con fatica e merito nei primi mesi di campionato, secondo me davvero validi». Affronterete uno Spezia ambizioso, che punta decisamente in alto. «E finora, infatti, ha dimostrato di poterci stare tranquillamente. Però non è la prima squadra di valore che affronteremo, e lo abbiamo sempre fatto alla pari: per questo sono convinto che, più degli avversari, dobbiamo guardare a noi stessi. Se giochiamo al nostro massimo livello, diventa dura per tutti». D´accordo, ma non c´è nessun attaccante tra i liguri che la impensierisce? «Se è per quello, basta prendere un nome a caso nel reparto offensivo dello Spezia: Ebagua, Catellani, Giannetti… basta considerare che ultimamente si permettono il lusso di lasciare fuori uno come Ardemagni, e abbiamo detto tutto. Ma ripeto, non è un problema: gli attaccanti forti ce li hanno molte squadre, nessuno spauracchio». E poi il Vicenza avrà la spinta del Menti. «Quello è sempre un fattore importantissimo a nostro favore. Vicenza è una piazza speciale, non a caso ho deciso di tornare qui e mettere radici, firmando un contratto quadriennale: ero già contento di giocarmi in biancorosso una Lega Pro ambiziosa, lo sono ancora di più lottando con i miei compagni e con i nostri tifosi per farci valere in serie B».

Ore 18.20 – (Gazzettino) Una crisi strana questa del Cittadella, che capita proprio nella stagione in cui si puntava alla colonnina di sinistra del televideo e in una salvezza senza sofferenza. Andrea Pierobon, il portierone granata che è leader per anzianità fra i calciatori professionisti, ha vissuto tanti momenti difficili e così inquadra l’attuale: «Ultimi ci siamo trovati anche l’anno dopo aver fatto i play off. L’analogia potrebbe esserci con il precedente sopra le aspettative, come lo è stato l’inizio di questa stagione, ma le cause precise non so individuarle. Se così fosse sapremmo tutti come porre rimedio e ne saremmo già fuori». Quando le cose vanno male di solito è perchè si sommano un insieme di fattori. Il numero uno granata fa la sua analisi: «Prima di tutto dobbiamo assumerci le nostre colpe. Anche sabato scorso con il Bari abbiamo commesso una leggerezza nei minuti di recupero e abbiamo preso il gol. Siamo stati anche sfortunati negli episodi perchè ci stava un rigore a nostro favore, inoltre abbiamo pagato tante espulsioni mentre per falli analoghi è andata liscia ai nostri avversari. Però recriminare sul latte versato non serve a niente, mettiamoci una pietra sopra e guardiamo avanti». Su come uscirne la vede così: «Dobbiamo prenderci tutti le nostre responsabilità. Siamo in queste condizioni per colpa di tutti e non è il caso di voler trovare chi ne ha di più e chi meno. Vedo che il gruppo si sta allenando bene, per cui voglio essere fiducioso augurandomi che la svolta arrivi da un momento all’altro». Altre volte il Cittadella si è trovato in cattive acque e ne è sempre uscito. «La sola strada che conosco è quella del lavoro dando il massimo negli allenamenti per eliminare gli errori che abbiamo commesso. Anche negli anni scorsi abbiamo fatto così conservando la fiducia nei propri mezzi nonostante le difficoltà apparissero insormontabili. Con la perseveranza prima o poi anche la cosiddetta fortuna viene tirata dalla nostra parte, magari trovando l’episodio o la vittoria che innesca la risalita. Spesso è un episodio che fa cambiare verso». La gara a Frosinone? «Non dobbiamo guardare nè alla classifica, nè all’avversario. I punti si possono trovare contro chiunque. Un anno fa siamo andati a vincere a Empoli, anche quest’anno possiamo trovare i punti che ci servono sui campi più inattesi. La regola da osservare è di dare sempre il massimo dappertutto». Oggi la partenza per Frosinone, in treno. Pecorini rientra da squalifica e Minesso si è allenato in gruppo. Domani il club Angelo Gabrielli granata per sempre si riunirà per la cena di Natale e lo scambio di auguri al Bar Stadio.

Ore 18.00 – (Mattino di Padova) Sarà con ogni probabilità un Cittadella più coperto, quello che vedremo in campo domani, alle 15, allo stadio “Matusa” di Frosinone. Le indicazioni della vigilia fanno propendere per un 4-4-2 più prudente rispetto a quello schierato sabato scorso contro il Bari, con Pecorini pronto a rientrare sulla fascia destra e con il conseguente avanzamento di Sgrigna in attacco, accanto a Coralli. In ballottaggio ci sono invece Cappelletti e capitan Pellizzer, per andare ad affiancare Scaglia in difesa. Il primo si è comportato positivamente nelle ultime uscite, in cui ha giocato da centrale, ma, da terzino destro, può garantire una spinta maggiore rispetto a De Leidi, il quale, con Pellizzer in campo, tornerebbe ad accomodarsi in panchina. Ieri pomeriggio il gruppo si è allenato al completo agli ordini di Foscarini, eccetto per i tre infortunati Lora, Schenetti e Signorini, che torneranno a disposizione solo nel 2015. Signorini, alle prese con una microfrattura alla tibia, stamattina sarà sottoposto ad un’operazione chirurgica, eseguita dal dottor Giovanni Grano, direttore del reparto di Ortopedia traumatologica dell’ospedale di Cittadella. Per i suoi compagni, invece, niente seduta di rifinitura e partenza dal “Tombolato” alle 13, direzione stazione ferroviaria di Padova, con il treno da prendere alle 14. Fiocco rosa. Comunque vada il match di Frosinone, c’è chi ha un validissimo motivo per essere contento: è Nicola Rigoni, che, nella serata di mercoledì, è diventato papà della piccola Angelica, una bella bambina di 3,7 chilogrammi. Al centrocampista e alla moglie Sabrina anche le congratulazioni del “mattino di Padova”. Attenti a Curiale. Chi è il miglior attaccante del Frosinone? Davis Curiale, ex di turno, che vestì la maglia del Citta nell’annata sportiva 2009-2010, nella quale collezionò 19 presenze in serie B segnando due gol, più uno ai playoff contro il Brescia. E che sia da temere almeno quanto lo sono Ciofani (7 centri in questa stagione) e Dionisi (6) lo dicono i numeri: con 8 reti realizzate è il miglior attaccante dei ciociari. A stupire è soprattutto la sua eccezionale media realizzativa, dato che ha giocato solo per 624 minuti complessivi, andando a bersaglio, in media, ogni 78’. In questa settimana, dopo aver lavorato a parte per due giorni a causa di un affaticamento muscolare, è tornato a disposizione di mister Stellone. Arbitro portafortuna? A dirigere Frosinone-Cittadella sarà il signor Riccardo Ros della sezione di Pordenone. In questa stagione ha già fischiato una partita dei granata: quella vinta per 3-2 sul Pescara, lo scorso 20 settembre al “Tombolato”. È stato l’ultimo successo colto dal Citta in questo campionato. Porterà bene?

Ore 17.30 – (Trentino) C’eravamo tanto amati. Dodici giorni, tanto è durato il “matrimonio” tra l’associazione MezzoMio e l’Ac Mezzocorona calcio. Incredibile ma vero: con un comunicato, durissimo nei termini e nei contenuti, il presidente della neonata realtà Roberto Conci ha chiuso di fatto ogni possibile collaborazione con il sodalizio rotaliano. «Nella tarda serata di giovedì 4 dicembre – si leggeva nel comunicato solo una decina di giorni fa – è stato firmato l’accordo quadro fra Roberto Conci, presidente dell’associazione MezzoMio e l’architetto Alberto Grassi amministratore delegato della Ac Mezzocorona calcio srl per la gestione completa del settore giovanile e il coordinamento progettuale della prima squadra e della compagine Juniores del Mezzocorona calcio». E poi: «La presentazione del nuovo organigramma e delle nuove linee guida del Mezzocorona calcio è stata confermata per il giorno venerdì 19 dicembre alle ore 20.30 presso il teatro di Mezzocorona dove sono previsti interventi a sorpresa, filmati e fotografie inedite che sanciranno il passaggio di consegne fra Alberto Grassi e l’associazione MezzoMio». A chiudere il comunicato una dichiarazione di Conci, presidente di MezzoMio: «Ringrazio Alberto Grassi, per la disponibilità mostrata in questi mesi di trattative lunghe e spesso complicate, dove ha dimostrato sempre di essere dalla parte del Mezzocorona Calcio». Sembrava l’inizio di un nuovo corso per il Mezzocorona, la cui situazione economica è e resta difficilissima e, invece, mercoledì sera il banco è saltato. «Purtroppo – afferma Roberto Conci in un lungo comunicato pubblicato sul portale lavocedellarotaliana.it, di cui lo stesso Conci è editore – le gravi difficoltà economiche in cui versa la società ci hanno consigliato di ritirarci immediatamente dal progetto, eravamo a conoscenza delle difficoltà che però attraverso le ultime trattative si sono ancora maggiormente aggravate, da qui la scelta di abbandonare». Nel medesimo comunicato si legge anche che «è risaputo ormai da tempo che il Mezzocorona Calcio è in una situazione drammatica che potrebbe portare al fallimento e alla perdita del titolo sportivo. Solo 15 giorni fa i giocatori non si erano allenati per 3 giorni per il mancato ricevimento delle mensilità (l’ultima risale ad agosto, con il saldo solo per metà del mese di settembre). Diversi allenatori delle giovanili non ricevono le mensilità ormai da anni, come tutto il personale, e solo l’apporto del volontariato ha garantito la continuità sportiva in questi ultimi anni. Ormai da parte dei genitori, dei dirigenti e dei giocatori è subentrato lo sconforto e potrebbero essere possibili anche delle prese di posizioni dure nei confronti di Alberto Grassi. Sembra ormai il canto del cigno per una storica società che negli ultimi 10 anni ha portato il calcio regionale in tutt’Italia raggiungendo risultati storici. Sembra sicuro che domenica allo stadio ci sarà una grande contestazione con striscioni e cori contro Alberto Grassi. Laconiche le ultime parole di Roberto Conci a riguardo: «Siamo stati presi in giro da questo personaggio per 5 mesi, qualsiasi sua parola o promessa è stata disattesa, Grassi si dovrà prendere le sue responsabilità davanti a tutti gli sportivi e le persone che amano il Mezzocorona calcio». Cosa è accaduto nel corso delle ultime due settimane? Perché Conci e l’associazione MezzoMio hanno deciso di fare dietrofront? Impossibile saperlo, quello che è certo è che la situazione del Mezzocorona è quasi disperata. I giocatori della prima squadra hanno sin qui percepito una mensilità e mezza delle quattro che spetterebbero loro (senza contare chi, nelle scorse stagioni, ha vestito la maglia gialloverde e vanta ancora crediti nei confronti del sodalizio di via Santa Maria, i tecnici del settore giovanile sono messi ancora peggio, oltre ovviamente a tutti i creditori della srl rotaliana. Peggio di così le cose non potrebbero andare e la parola “fallimento” comincia a circolare in quel di Mezzocorona.

Ore 17.10 – (Il Piccolo) Proprio adesso che la Triestina ha finalmente trovato la prima vittoria e si avvicina alla delicatissima sfida di domenica a Fontanafredda – in pratica uno scontro diretto visto che i pordenonesi occupano l’ultimo posto utile alla salvezza diretta e viaggiano 8 punti sopra l’Unione – ci si mettono anche gli infortuni a penalizzare i due settori attualmente più sguarniti della compagine alabardata, ovvero il reparto offensivo e la pattuglia degli under. Dopo le partenze di Kabangu, Lionetti, Bez e Clara, in pratica l’unico attaccante di riserva era Aquilani: al massimo anche Gusella può giocare da esterno alto, ma alternative a Milicevic e Rocco non ce ne sono al momento. Ebbene durante l’allenamento di mercoledì Aquilani ha riportato una distorsione alla caviglia destra durante uno scontro di gioco ed è pertanto out per Fontanafredda. Non a caso, in questi giorni la società alabardata stava comunque cercando un altro attaccante, assolutamente necessario come sottolineato anche da Ferazzoli visti gli uomini contati del reparto offensivo. L’altro allarme riguarda gli under, altro settore da pochi giorni ancora più esiguo dopo la partenza di Pennicchi. Ebbene sono quattro i baby attualmente fermi ai box: oltre al portiere Di Piero, Crosato e Giordano, già out da settimane per infortunio, c’è anche Damiano Pontrelli che darà sicuramente forfait in vista di Fontanafredda. Anche qui, dunque, scelte forzate e contatissime, almeno fino alle operazioni sugli under previste per gennaio. Per Fontanafredda, oltre al portiere Zucca, saranno disponibili solo Ventura e Nuzzi: bisognerà ricorrere alla squadra Juniores per rimpolpare la panchina, a partire da Cociani e Muccio Crasso, che tanto nella formazione baby sono squalificati. Fiore intanto sta riprendendo quasi del tutto il lavoro a pieno ritmo: ieri il difensore ha lavorato in gruppo, ma senza prendere parte alla partitella finale.

Ore 17.00 – (Il Piccolo) «Sono uscito da questo incontro molto più sereno e tranquillo sul futuro della Triestina»: è il primo commento del presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi, dopo il primo dei periodici appuntamenti fissati per il controllo dei bilanci della società alabardata, una delle condizioni poste quest’estate per la concessione del marchio all’Unione. Ieri lo stesso Marassi e il commercialista Omero Leiter, di cui il Centro di coordinamento si avvale, si sono recati come previsto dal commercialista della Triestina Michele Nasti. «Innanzitutto – afferma Marassi – va sottolineato che abbiamo trovato da parte della società la massima disponibilità a mostrare senza problemi tutte le carte e tutti i conti, rispondendo anche ai nostri dubbi e alle nostre domande. La cosa che effettivamente ora mi fa sentire più tranquillo, è aver appurato che finora l’attuale società ha tirato fuori di tasca propria già una cifra cospicua, dai 230 ai 240mila euro. E davanti a queste cifre, io mi dico che sicuramente la gente non butta i soldi per nulla, non avrebbe senso». Questo dato, assieme ad altri comportamenti della società, fanno sbilanciare Marassi in un giudizio fiducioso: «La disponibilità a vedere i conti, l’apertura a un controllo più frequente, il recente saldo delle pendenze degli ex giocatori, l’aver scongiurato i punti di penalizzazione, anche se resta ancora in ballo la questione degli ex staff tecnici, mi fanno pensare che forse questa società sia meglio di quello che qualcuno pensava». I NUMERI Non trapelano invece voci ufficiali sul preciso ammontare del debito pregresso ereditato dal presidente alabardato Pontrelli e soci, ma questo per il semplice motivo che si sta ancora ultimando la ricostruzione totale dei conti (certe cose stanno appena arrivando) e certi crediti sono ancora in ballo oppure oggetto di transazione. I problemi della passata gestione hanno ovviamente complicato molto le cose e condizionato a lungo le operazioni dell’attuale società. Comunque, da una ricostruzione ancora parziale, pare che la cifra totale del passivo a giugno dovrebbe essere inferiore alla peggiore ipotesi formulata in un primo momento, quella dei 700mila euro. In ogni caso, proprio a causa della provvisorietà dell’attuale bilancio, i tifosi hanno ottenuto un’ulteriore apertura da parte della società: per il prossimo incontro non si attenderà la scadenza dei tre mesi concordata inizialmente ma ci si ritroverà già a fine gennaio per avere un quadro più chiaro del bilancio alla data del 31 dicembre. PONTRELLI Anche il presidente alabardato Marco Pontrelli, che pur in viaggio si è informato subito dell’esito dellìincontro, si è detto soddisfatto: «Sono contento innanzitutto per aver trovato nel commercialista Nasti un grande professionista, che in questi mesi è riuscito a rimettere in ordine e ricostruire una situazione davvero intricata. E poi sono contento – ha aggiunto Pontrelli – che Marassi sia uscito più sereno da questo incontro: giustamente, visto quello che hanno vissuto in passato, i tifosi hanno sempre il timore di incappare in qualche brutta sorpresa, invece l’ho sentito contento e questo mi dà ancora più serenità e orgoglio per il prosieguo del nostro compito».

Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Quando c’è da battere un rigore “pesante”, lui non si tira indietro. E difficilmente sbaglia. Nicola Tonizzo, giovane (classe ’90) regista del Fontanafredda, si sta ormai ritagliando le vesti dell’uomo dei penalty decisivi. Domenica scorsa nel finale del derby di Tamai, dal dischetto ha regalato ai rossoneri un successo che mancava da ben 5 giornate. Ma nessuno si è stupito più di tanto della sua freddezza, pensando a quanto aveva fatto la scorsa stagione. I precedenti. Suo, infatti, il rigore che permise al “Fontana” di piegare in extremis il Chions alla penultima giornata e di aprire così le porte della promozione in D (la domenica successiva, sarebbe bastato un pareggio, poi arrivato, col San Luigi). E prima ancora a Tolmezzo, sotto di un gol e di un uomo, fu sempre la sua precisione dagli undici metri a regalare un’insperata vittoria. «Non penso – commenta Tonizzo – di avere un segreto particolare, semplicemente mi assumo la responsabilità di batterli, sapendo benissimo che tutti credono che se segni un rigore non hai fatto altro che il tuo dovere, e che se invece lo sbagli sei stato un “pollo”. Invece non è così, perché una volta sul dischetto sei preda di un vero e proprio vortice di emozioni. Ecco, io penso di saperle gestire bene». Sfida da ex. Chissà se gli capiterà l’occasione anche domenica prossima, quando al Tognon è attesa la Triestina? Di certo per lui non sarà una gara come le altre. A Trieste nella stagione 2008-’09 ha vestito la maglia della Primavera alabardata, quando la prima squadra (allora allenata da Rolando Maran, ora tecnico del Chievo) era in serie B. «Di quell’esperienza – confida Tonizzo – conservo un bel ricordo, mi sono sentito un professionista, ma domenica voglio vincere. Pur sapendo che loro sono carichi per la prima vittoria stagionale e che si sono rinforzati parecchio nel mercato invernale». Ma pure il Fontanafredda si è rilanciato a Tamai: «Se giochiamo con la fame di domenica scorsa – chiosa il centrocampista rossonero – possiamo battere chiunque».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Belluno-Union Pro, domenica pomeriggio, non sarà soltanto l’ultima partita del 2014 gialloblu. Sarà anche l’ultima partita senza Andrea Radrezza in campo. Parola sua. «Credo e spero proprio di sì – ammette l’attaccante di Roberto Vecchiato alle prese con le ultime fasi della lunga riabilitazione – il 4 gennaio a Montebelluna dovrei essere in panchina con la squadra». Sono passati dieci mesi. «Dieci mesi durissimi, in cui ho sofferto tanto, subìto due interventi e avuto tanti problemi. A un certo punto non era così scontato che tornassi a giocare e sarò sincero: non ci fosse stata la mia famiglia, non fosse arrivato Nicolò (il figlio di Andrea e Lucia, ndr), non credo che sarei tornato in campo. Probabilmente avrei smesso, il ginocchio era messo malissimo ed è stata una batosta. Se invece il 4 gennaio sarò in quella panchina è tutto per merito loro». Qualcuno, anche nell’ambiente, non avrebbe azzardato scommesse sul tuo ritorno. «Ci sta, fa parte del nostro mondo e ripeto: poteva avere ragione. Adesso però eccomi qua, pronto a tornare il Radre che la gente ricorda». Paura? «No, o comunque niente a confronto della voglia che ho di ritornare a vivere quelle emozioni che solo il calcio sa darmi». Qualcuno potrebbe dire che con un Belluno così Radrezza potrebbe addirittura non servire. «Vero (ride, ndr) e vederlo lassù anche senza di me è meraviglioso. Ma io non ce la faccio più, voglio tornare e voglio ricominciare a fare il mio lavoro: gol. Farlo all’esordio poi sarebbe un sogno». Torni e il Belluno ti chiede di firmare un contatto a vita. Sì o no? «Sì ad occhi chiusi, per mille ragioni». Obiettivo minimo quinti posto? «Il minimo, sì. Ma mancano solo due sole giornate alla fine del girone di andata e siamo a -5 dalla prima e -2 dalla seconda. Io, arrivati a questo punto, un pensierino ce lo faccio». QUI BELLUNO. In ottica Union Pro Marco Duravia migliora, ieri si è in parte allenato con il gruppo e oggi dovrebbe svolgere tutto il lavoro. Poi, cartella clinica alla mano, le valutazioni per domenica.

Ore 16.00 – (Corriere delle Alpi) Ultimo sforzo. Mancano sei giorni a Natale ma il Belluno non può permettersi ancora di riposare e nel mirino ha la sfida di domenica contro l’Union Pro. Solamente dopo sarà il momento delle “vacanze”, se così si potranno chiamare, visto che i gialloblù ritorneranno già in campo il 4 gennaio per l’ultima trasferta dell’andata contro il Montebelluna. Vecchiato ha garantito nelle prossime settimane quattro o cinque giorni di riposo ai suoi ragazzi; niente di più però, perchè anche gli avversari non si riposeranno. E se la squadra vuole continuare a stare nei piani alti della classifica non potrà permettersi il lusso di fermarsi troppo tempo. «La partita contro l’Union Pro non è da sottovalutare», spiega Marco Duravia, «loro hanno avuto un inizio balbettante ma adesso si stanno riprendendo alla grande. Non sarà facile ma siamo consapevoli che il risultato dipenderà praticamente tutto da noi». Finora l’esterno offensivo ha giocato in diversi ruoli all’interno dei moduli disegnati da Vecchiato, andando a segno due volte e sfornando assist per Corbanese e soci. «Sono contento di quello che sto facendo ma personalmente non sono uno che si accontenta, posso fare meglio di così. Per quanto riguarda il campionato è vero che avremmo potuto fare addirittura qualche punto in più, ma sono considerazioni fatte dopo. Il Belluno in questa prima parte del campionato ha preso coscienza delle proprie forze e l’obiettivo adesso è quello di migliorare ancora la posizione in classifica e il gioco». Altovicentino o Padova? Difficile dire chi tra le due big sia la favorita; ma una cosa è certa: rispetto all’anno scorso sembra che ci sia meno divario tra loro e la terza, il Belluno. «Questo è anche merito nostro», continua Duravia, «siamo migliorati durante l’anno scorso e abbiamo continuato a farlo in questi mesi; in estate poi ci siamo anche rafforzati. E’ difficile dire in questo momento chi sia la favorita tra le due. L’Altovicentino ha più qualità ma il Padova è più cinico, un po’ come il Pordenone l’anno scorso. Quando le abbiamo affrontate, sono state due partite completamente diverse, il Padova ci ha concesso veramente poco». I numero però sorridono al Belluno. La banda gialloblù può vantare la miglior difesa del girone con undici gol in quindici giornate mentre per l’attacco Corbanese e compagni si trovano al quarto posto. «Queste cifre fanno piacere, ma ptremo fare i conti soltanto alla fine», conclude Duravia, «in questo momento ci troviamo in terza posizione, guardiamo le due davanti ma nello stesso tempo ci diamo un occhio alle spalle per tenere distante la Sacilese».

Ore 15.40 – Ricordiamo che domani al termine della sfida con l’Union Ripa La Fenadora i Biancoscudati si recheranno in presso la sede della Tribuna Fattori  (“Favelas”, via Galilei 50, Rubano) per brindare al Natale. Sono invitati tutti i tifosi.

Ore 15.20 – (Corriere delle Alpi) Andreolla scalpita. Ha tanta voglia di giocare il numero dieci del Ripa Fenadora, che non scende in campo da tre settimane per le due domeniche di squalifica e lo stop forzato prima del derby a causa di un blocco intestinale che lo ha costretto ad andare al pronto soccorso due volte in tre giorni. «Adesso sto meglio», esordisce l’attaccante, che è tornato ad allenarsi ed è a disposizione per l’anticipo di domani contro la corazzata Padova all’Euganeo, «una rabbia incredibile saltare il derby per una cosa che non c’entra col calcio. Spero che il tecnico mi schieri perché un’occasione così, alla mie età poi, non credo capiti tante altre volte, in diretta Tv davanti a 4-5 mila persone. Ci terrei a giocare, poi è chiaro che sono a disposizione qualunque sarà la scelta tecnica». A CACCIA DELL’IMPRESA. Cresce l’attesa per la supersfida: «Emozione no, c’è la voglia di provare a fare qualcosa di importante», commenta Sandro Andreolla, «sappiamo che i Biancoscudati sono una corazzata che non c’entra niente con questa categoria. Noi andremo lì con la nostra umiltà a provare a tirare fuori qualcosa, che sia un punto o qualcos’altro. Non partiamo battuti, però sappiamo che è dura». CHIAVE TATTICA. «Mi parlano talmente bene del Padova che trovare punti deboli è difficile», aggiunge il numero dieci, «forse sarà da attaccarli sugli esterni dove hanno i due terzini giovani. Non so se giocherà Salvadori (fresco di trasferimento per un incrocio dal sapore particolare, ndr), se scenderà in campo mi metterò io dalla sua parte e so dove fargli male: a parte gli scherzi, credo che i due terzini, chiunque giocherà, sono due giovani e potremo provare a insistere lì sulle fasce, perché per il resto sono una squadra galattica». PERICOLO PUBBLICO NUMERO 1. E’ il fantasista Cunico, in una sfida a distanza tra numeri 10, quello da tenere maggiormente d’occhio: «Ha sempre fatto serie B e C, tanto di cappello e tanto di osservato speciale», dice Andreolla, «il Padova ha il miglior allenatore della categoria, un fuoriclasse anche in panchina (Carmine Parlato, ndr) che, unito ai fuoriclasse che ci sono in campo, fa la differenza. Lo conosco, ci ho giocato anche contro, e lui ha vinto il primo campionato da allenatore a Rovigo nel 2004-05 quando ero a Tamai e noi arrivammo secondi». ROMBO O 4-4-2. Sono le due soluzioni possibili. «In ogni caso dobbiamo andare con un atteggiamento non rinunciatario, perché se pensiamo solo a difenderci ne prendiamo tre o quattro», sottolinea Andreolla, «bisogna provare a imbastire qualcosa dal punto di vista offensivo. La squadra c’è, stiamo bene. Il pareggio nel derby ha dato una buona risposta a chi magari credeva che cedessimo tutto in un colpo».

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Alberto Pignat, centrocampista classe 1994, è prossimo ad accasarsi al Carpi. Per il ragazzo, arrivato dal Piacenza e trasformato da Enrico Cunico in esterno difensivo, proprio un bel doppio salto in avanti, anche se alla corte della capolista potrebbe arrivare in estate e non da subito. Insomma le sorprese non mancano, in questo periodo, in casa Altovicentino, con il presidente Rino Dalle Rive che potrebbe portare a breve a casa altri due ´95: un centrocampista dal Lumezzane ed un difensore dal Novara. Ci sono poi da definire gli ultimi dettagli per l´arrivo dall´Inter, via Sacilese, di Mihai Alex Biasi Manolache, ma sembra questione di poco. Tutto fermo, invece, sul fronte allenatori. Il patron, infatti, sembra essersi preso un periodo sabbatico. Non è detto che Loris Bodo, promosso alla panchina della prima squadra, sia soltanto un traghettatore. Detto che Paolo Dal Ferro è stato a sua volta promosso preparatore atletico, il tecnico padovano degli Allievi d´Elite non solo riscuote la stima del massimo dirigente ma pare aver avuto un impatto positivo anche sulla squadra, ferita dalle recenti disavventure calcistiche e messa in discussione dalle tante partenze, capitan Giuseppe Giglio in primis. Lui, gli ultimi quattro anni a Mezzocorona nobilitati da una salvezza storica, uno scudetto juniores ed una serie importante di risultati a livello giovanile, ha le idee chiare. «Mi spiace che la mia occasione nasca sulla sfortuna di un collega, però l´entusiasmo e grande e la sfida non mi spaventa. Mi assumo fin da ora la responsabilità di quello che accadrà, nel frattempo il mio obiettivo è ricostruire la voglia di lottare». Qualcosa cambierà, nei moduli e nei suoi interpreti. «Abbiamo iniziato con il 4-3-3, poi siamo passati al 3-4-3. Voglio capire quale è la soluzione preferita dalla squadra, anche se alla fine, sia chiaro, le scelte le faccio io». Comunque vada il panettone, ritirato ieri alla festa della società, al palazzetto dello sport di Valdagno, è già sotto l´albero. Prima, però, sotto con la Clodiense.

Ore 14.40 – (Gazzettino) Tornando all’attualità, si è appena chiuso il mercato. Ha avuto il sentore che poteva essere ceduto? «Quando fai solo tre spezzoni di partita, è normale che si possa andare via. Ma ero tranquillo, il tecnico ha avuto sempre parole positive nei miei confronti. È anche vero che non avrei voluto passare altri cinque-sei mesi come erano stati i primi, ma non ho mai pensato di andare via, nemmeno per un secondo. So cosa vuole dire giocare e vincere un campionato al Padova, ti si possono aprire mille porte per il futuro». Se all’inizio non ha giocato è stata colpa anche di un infortunio alla caviglia nella prima partita di Coppa Italia. «Già, e non era facile inserire un elemento nuovo dopo sei-sette partite con la squadra che vinceva. Bisognava stare zitti e pedalare fino a quando è arrivato il mio momento. Spero di continuare così, senza pensare che sia tutto facile: guadagnarsi la maglia è molto difficile, perderla basta poco». Un flash sulla sfida con il Ripa La Fenadora. «Bisogna solo vincere, non possiamo perdere punti se vogliamo fare un campionato di vertice».

Ore 14.30 – (Gazzettino) Ha ventisette anni, con un passato nei professionisti. Soddisfatto della sua carriera? «No, ho un pò di rabbia, anche se ho sempre dato il massimo. Ho giocato una quarantina di partite con Crotone e Nocerina in serie B, ed era come una mezza serie A dato che un anno c’erano Juventus, Genoa e Napoli. L’unica cosa che ho da rimproverarmi, pur non avendo colpe, è che alla Nocerina mi sono dovuto fermare tre-quattro mesi per la pubalgia e da lì è iniziato il mio declino. Senza quell’infortunio potevo giocarmi le mie carte in serie B o in C1. Adesso spero di rifarmi al Padova: sono in una società importante e l’obiettivo, oltre a vincere il campionato, è strappare la riconferma». Nel suo passato c’è anche il settore giovanile della Juventus. «Un decennio di scuola Juve, ho avuto la fortuna di fare qualche allenamento con la prima squadra. Del Piero è stato sempre il mio modello come giocatore e come persona». Un aneddoto alla Juventus? «Quando Ibrahimovic mi ha visto entrare la prima volta in spogliatoio mi ha detto: “Piccolino, non ti preoccupare. Dai la palla a me, e stai tranquillo”. E così ho fatto».

Ore 14.20 – (Gazzettino) È esploso nelle ultime sfide con Legnago e Kras Repen conquistandosi il posto da titolare dopo una prima parte di stagione vissuta in secondo piano. Nicola Petrilli si è rivelato l’uomo in più dei biancoscudati in dicembre convincendo anche il popolo biancoscudato che gli ha riservato una lunga standing ovation con il Legnago. «Sto vivendo questo momento in maniera positiva – racconta Petrilli – Non era facile guardando il cammino che ho avuto fino a oggi al Padova, sono stato bravo a sfruttare nel migliore dei modi l’occasione che mi ha concesso l’allenatore. Non potevo fallirla, sarebbe stata l’ulteriore prova che non potevo stare in questo gruppo, invece ho dimostrato di poter essere d’aiuto. La standing ovation? Mi sono venuti i brividi. Questa è una piazza che ha visto calcio vero, e pensare che i tifosi si siano alzati in piedi per applaudire una persona che non avevano mai visto prima è stata una grande soddisfazione. Spero che me la riservino anche sabato in occasione dell’anticipo». Con il Kras ha impreziosito la sua prova anche con un gol. «L’importante è non abbassare la guardia, sarebbe l’errore più grande che potrei fare. Devo azzerare tutto ciò che ho fatto e ripropormi in ogni partita come se fosse la prima».

Ore 14.10 – (Gazzettino) Solo una seduta dedicata al video ieri per i biancoscudati che hanno studiato i dettagli in vista della sfida con l’Union Ripa La Fenadora in programma domani alle 14.30 all’Euganeo, anticipo che sarà trasmesso da Rai Sport 1 (arbitro Agostini di Bologna). In campo solo i tre portieri con il preparatore Zancopè, e ha seguito le direttive di Marin il trio composto da Ferretti, Dionisi (squalificato in campionato) e Nichele che sta recuperando da un’elongazione al bicipite femorale destro e la sua presenza domani è in forte dubbio. Lo stesso problema muscolare è stato evidenziato dall’ecografia alla quale si è sottoposto Zubin, che si è fermato nell’amichevole con i Lions Villanova: qualche giorno di fisioterapia mirata prima di tornare in gruppo per l’attaccante che comunque non può giocare prima del 4 gennaio 2015, giorno dello scontro diretto con l’Altovicentino. Sempre mercoledì nell’amichevole ha rimediato una botta alla caviglia destra Segato ma è lo stesso centrocampista a dare rassicurazioni: «Non ci sono problemi per la partita con il Ripa».

Ore 14.00 – (Gazzettino) Tra le esperienze anche quella con il Milan. «Aver giocato nella squadra che tifavo da bambino è stata una soddisfazione. Ti rendevi conto di essere al top del calcio mondiale, per qualsiasi cosa c’era una persona a tua disposizione». A quale squadra si sente più legato? «Il Padova. Ci ho giocato da bambino, ho avuto la fortuna di fare parte della squadra promossa in serie A, che si è salvata nella stagione successiva. E il Venezia dove ho vissuto gli anni più belli della mia carriera». Perché ha cambiato molte squadre? «O ero troppo forte e tutti mi volevano, o ero troppo scarso e non mi voleva nessuno», scherza. Continua. «Se le società erano d’accordo, facevo quello che mi dicevano. L’unico che non mi ha lasciato andare via è stato Zamparini e mi volevano squadre blasonate». Il compagno più simpatico? «De Franceschi». L’allenatore più bravo che ha avuto? «Ancelotti». Sul Padova di oggi. «È un dolore vederlo in serie D, la piazza merita altri palcoscenici. Ma sono contento per il grande campionato che sta facendo e per l’ottimo lavoro del mio amico Parlato. Io in futuro al Padova? Se tra qualche anno mi chiamano, nessun problema». Il libro è disponibile nella sede del Team for Children (via Monsignor Fortin), in edicola a Legnaro (di fronte alla chiesa parrocchiale) e alla libreria Ventisettembre nell’omonima via a Padova.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Un bomber dal cuore d’oro. Pippo Maniero si racconta nel suo primo libro «Il mio sogno nel pallone» edito da Incontropiede, e lo fa per aiutare i bambini: il ricavato della vendita andrà a Team for Children. Dai primi passi sul campo fino all’ultima esperienza con il Torino, l’ex attaccante padovano rivive per filo e per segno una carriera che lo ha visto protagonista anche in serie A. Il tutto arricchito da fotografie, interviste ad ex compagni di squadra, senza dimenticare la prefazione di Vittorio Scantamburlo, presente ieri alla «prima» del libro alla pasticceria Graziati, al pari degli ex biancoscudati Simonini, Bonavina, La Grotteria e Lazzaro. «Quando mi hanno prospettato di fare un libro – racconta Maniero – ho accettato solo per aiutare i bambini che hanno bisogno. Non avevo mai pensato di scriverne uno, di solito lo fanno i grandi campioni. Ma sono contento e spero che la gente lo compri». Pippo si rivolge a Scantamburlo. «Ringrazio Vittorio, è stata la persona che mi ha aiutato più di tutti a fare questo percorso di calciatore. Se non mi scopriva lui, non andavo da nessuna parte». Una carriera decollata nel Padova, il debutto è indelebile. «Perdevamo 1-0 con il Pescara all’Appiani, Colautti mi ha detto: “scaldati che entri”. Ricordo l’ingresso in campo, il gol che ho segnato su cross di Di Livio e l’urlo dello stadio. Una felicità enorme».

Ore 13.30 – Sui nuovi acquisti: “Subito in campo? È una valutazione che sto tenendo presente. Amirante darebbe più esperienza in avanti, mentre come terzino Degrassi sta facendo bene ma ora ha più competizione”.

Ore 13.27 – Su Ferretti: “In panchina? Tra no e nì… Abbiamo sbagliato in buona fede due volte, diamogli più tempo!”.

Ore 13.23 – Sulle ammonizioni: “Non esiste per me che qualcuno giochi bloccato perché magari è diffidato… L’obiettivo primario è la partita che si sta giocando!”

Ore 13.20 – Arriva Parlato. Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino”. Sull’Union Ripa: “Dev’essere una prova di maturità. Qualcuno ha ancora qualche acciacco, i ‘senatori’ dovranno giocare come sanno ed anche i giovani dovranno dare il massimo. La loro è una delle difese meno battute del girone e stanno facendo delle ottime cose quindi tanto di cappello. Alzando il ritmo possiamo dire la nostra. Non dobbiamo farci condizionare dalla diretta televisiva, abbiamo anche giocatori abituati e quindi sanno come comportarsi, sono tranquillo… Vogliamo fare un regalo di Natale ai nostri tifosi!”.

Ore 13.00 – Qui Appiani: termina l’allenamento.

Ore 12.40 – Qui Appiani: provate soluzioni da palla inattiva. Presente anche l’ex biancoscudato Andrea Cano.

Ore 12.20 – Qui Appiani: partitella finale.

Ore 12.00 – Qui Appiani: ancora schemi per i biancoscudati.

Ore 11.40 – Qui Appiani: schemi in corso. Momentaneamente in gruppo anche Segato e Ferretti, assente Nichele.

Ore 11.20 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 10.50 – Qui Appiani: Biancoscudati negli spogliatoi, allenamento programmato per le ore 11.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Perché quattro giovani in campo ci sono già, e non si rende necessaria la presenza di Pittarello (il quale, peraltro, ha saltato quasi tutta la settimana di allenamenti per gli impegni con la Rappresentativa di serie D). Non è quindi improbabile che Parlato decida di affidare sin da domani il peso del reparto offensivo a Salvatore Amirante, che a Villanova ha mostrato buoni numeri. Arrivederci a gennaio. Due uomini per un solo posto, in attacco, visto che Ferretti e Zubin non sono a disposizione. L’argentino ieri pomeriggio ha svolto lavoro differenziato, e nella migliore delle ipotesi sarà in panchina, anche se dopo la ricaduta accusata con il Legnago stavolta ci andrà con i piedi di piombo. Inutilizzabile fino a gennaio, ma anch’egli infortunato, è invece Emil Zubin, che mercoledì ha riportato un’elongazione al bicipite della coscia destra: rimarrà qualche giorno a riposo, ma per la sfida con l’Altovicentino dovrebbe recuperare.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E si tratta della formazione schierata nel secondo tempo dell’amichevole contro i Lions Villanova. Un undici che, viste le assenze quasi certe di Nichele e Ferretti, la squalifica di Dionisi (il cui ricorso verrà esaminato la settimana prossima) e l’indisponibilità di Zubin, si avvicina molto a quello che domani pomeriggio dovrebbe scendere in campo. Davanti a Petkovic, al rientro dopo la staffetta con Cicioni cinque giorni fa in Friuli, verrà confermata in toto la retroguardia vista a Monrupino, con i due giovani Busetto e Degrassi ai lati e la coppia titolare Sentinelli-Niccolini al centro, con Thomassen che ha scontato la squalifica ma si accomoderà in panchina. A centrocampo, senza Nichele, giostreranno davanti alla retroguardia Mazzocco e Segato, con quest’ultimo che ci sarà nonostante una leggera contusione alla caviglia destra rimediata mercoledì a Villanova: «C’è un po’ di gonfiore, ma non mi fa male. Ci sarò», ha spiegato ieri il centrocampista. In avanti, oltre al confermato trio Ilari-Cunico-Petrilli, il dubbio principale è in attacco.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il “mercato”, forse, ha distolto un po’ tutti dal vero obiettivo settimanale. Chiusa la finestra di dicembre di trasferimenti per i dilettanti, salutati i giocatori in partenza e accolti i nuovi arrivati, per il Padova è tempo di mettersi seriamente a ragionare sul Ripa La Fenadora. Oggi è già giorno di vigilia: con l’anticipo a sabato (diretta tv su Rai Sport, ore 14.30) della sfida dell’Euganeo, la settimana biancoscudata è stata letteralmente stravolta. Finora, amichevole compresa, la squadra di Parlato ha sostenuto un solo allenamento vero e proprio, nella giornata di martedì: ieri, come accaduto la scorsa settimana, all’Appiani è andata in scena l’analisi video del prossimo avversario, poi tutti a casa. Questa mattina, sempre nell’impianto di via Carducci, la rifinitura sarà in pratica l’unico momento a disposizione del mister per testare l’undici anti-bellunesi. Ma qualcosa, in realtà, s’è già visto.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Prosegue la prevendita-promozionale in vista della sfida di domani all’Euganeo contro il Ripa. Finora sono stati staccati circa 150 tagliandi, ma c’è tempo fino alle 12 di domani per accaparrarseli a prezzo stracciato (dai 2,50 euro per la “Fattori” ai 15 per le Poltrone) tramite il circuito Ticketone, su internet e nei punti-vendita. Ai botteghini dello stadio, che apriranno domani alle 13, i biglietti saranno venduti ad un prezzo superiore a quello della prevendita.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) E ieri mattina, alla presenza dello stesso Scantamburlo, dei vecchi compagni Cristian La Grotteria e Fulvio Simonini, e di Diego Bonavina in rappresentanza dell’Assocalciatori, Maniero ha ripercorso parti del suo passato presentando la propria autobiografia. «Ricordo il giorno dell’esordio con il Padova», le sue parole. «Era ancora il periodo dell’Appiani, quella domenica stavamo perdendo 1-0 contro il Pescara. Mister Colautti si girò verso di me, e mi disse di prepararmi. Entrai, e ancora non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Poi arrivò il cross di Di Livio, e il mio primo gol biancoscudato. Alla mia felicità si unì l’urlo dell’Appiani: un’emozione che porto nel cuore». In una sezione del libro, i vecchi compagni raccontano Pippo Maniero: da “Cina” Pezzato a “Nanu” Galderisi, passando per Dino Baggio, Ivone De Franceschi, Massimo Taibi, e poi La Grotteria, Pavan, Dal Canto e mister Novellino. Da oggi il libro sarà disponibile presso la sede di Team for Children (via Monsignor Fortin, 44) e sui siti web www.teamforchildren.it e www.incontropiede.it oppure presso la libreria Ventisettembre (via XX Settembre a Padova) e le edicole di Legnaro di via Roma e via Romea.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È lui il primo calciatore padovano ad aver scritto un libro per raccontare le proprie gesta, gli aneddoti di quasi vent’anni di carriera, i personaggi più o meno noti incontrati su un campo di calcio. Un giocatore che a Padova, e al Calcio Padova, ha legato il proprio nome: Pippo Maniero, ex centravanti, nato a Legnaro, un passato da girovago fra Atalanta, Milan, Ascoli, Venezia, Sampdoria e Torino, e una maglia azzurra a coronamento di un percorso sempre in ascesa, ieri mattina ha presentato il suo libro. “Il mio sogno nel pallone”, edito da Incontropiede, è lo scrigno che raccoglie i ricordi di tutta una carriera, che racchiude le foto più belle di Pippo e le testimonianze di ex compagni e allenatori. Alla base, però, c’è uno scopo benefico: tutti i proventi delle vendite, infatti, saranno destinati a Team for Children, l’associazione che sostiene il reparto oncologico del reparto di Pediatria dell’ospedale di Padova. La prefazione del volume porta la firma di un personaggio d’eccezione, Vittorio Scantamburlo, colui che scoprì, così come fece per moltissimi altri giocatori poi divenuti campioni, il giovanissimo Maniero sui campi di Legnaro, un ragazzo «che sembrava già un piccolo uomo, perché, oltre ad essere un bravo calciatore, un gladiatore, aveva qualità al di sopra dei compagni».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «È un’iniziativa che ha un fine benefico — ha spiegato maniero — perché aiutiamo bambini che vivono momenti di difficoltà e quando ci sono queste iniziative non ci penso due volte. Ringrazio gli ex compagni di squadra che hanno contribuito con le loro interviste. In questo libro viene raccontata la mia storia calcistica, ed è impreziosito da interviste ai miei ex compagni di squadra e dalla prefazione di Vittorio Scantamburlo». Un pensiero sul suo esordio a 16 anni con la maglia del Padova: «Stavamo perdendo contro il Pescara — racconta — Colautti mi disse di scaldarmi e andò bene: entrai e segnai subito. Mi porterò sempre dentro l’azione di quel gol, l’abbraccio dei compagni e l’esplosione di gioia dell’Appiani». Domani potrebbe toccare a un altro attaccante, Salvatore Amirante, tentare di bissare le prodezze di Maniero: un gol all’esordio per aiutare il Padova. Il neoacquisto arrivato dalla Lavagnese vuole subito lasciare il segno, anche se non dovesse partire da titolare.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nonostante l’ottimismo dello stesso Segato, è difficile capire se davvero ci sarà nell’anticipo televisivo pre-natalizio: «Ho una contusione alla caviglia — spiega — ma non provo dolore nel camminare quindi non dovrebbero esserci problemi per poter giocare contro la Fenadora». Proprio il club bellunese in settimana ha concluso la cessione di un proprio giocatore (Michael Salvatori) al Padova, perfezionando l’operazione e favorendo sotto ogni punto di vista il passaggio del difensore ai biancoscudati. Sul mercato il Padova farà ancora qualcosa a gennaio (in arrivo ci sono Bearzotti del Verona Primavera e forse pure un altro giovane centrocampista per rinforzare ulteriormente la linea mediana). Nel frattempo ieri mattina mattina alla pasticceria Graziati, in centro città, Filippo Maniero ha presentato l’autobiografia «Il mio sogno nel pallone». Maniero si è avvalso di una raccolta di interviste fra cui quelle a Cina Pezzato, Galderisi, Dal Canto ed Ottoni, nonché della prefazione di Vittorio Scantamburlo, grande scopritore di talenti nostrani. Il ricavato delle vendite del libro verrà infatti devoluto a Team for Children.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il sogno di Carmine Parlato sarebbe quella di arrivare il prima possibile a sabato sera. Magari con in tasca i tre punti della vittoria contro il Ripa La Fenadora, perché le condizioni fisiche di diversi giocatori preoccupano non poco lo staff biancoscudato.
Detto che Gustavo Ferretti si rivedrà con il nuovo anno, pure Emil Zubin si è fermato in amichevole e l’impressione è che l’infortunio del centravanti di Capodistria non sia così lieve com’era parso in un primo momento. Ci sarà con l’Alto Vicentino? Il dubbio in questo momento è lecito, soprattutto ascoltando le parole del direttore sportivo Fabrizio De Poli, che stila un vero e proprio bollettino di guerra del giovedì pomeriggio: «Nichele ha un’elongazione muscolare al bicipite femorale della gamba destra — evidenzia De Poli — non sappiamo se recupererà per sabato: al momento non credo che ce la farà. Anche Zubin ha un’elongazione muscolare al bicipite femorale della gamba destra. Farà per qualche giorno di fisioterapia mirata, poi verrà valutato progressivamente. Per quanto riguarda Segato ha un trauma contusivo alla caviglia destra, oggi è troppo presto per capire se potrà recuperare in vista di sabato».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (sedicesima giornata, sabato 20 dicembre e domenica 21 dicembre, ore 14.30): ArziChiampo-Tamai, Belluno-Union Pro, Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora, Clodiense-AltoVicentino, Dro-Kras Repen, Fontanafredda-Triestina, Giorgione-Montebelluna, Legnago-Sacilese, Mezzocorona-Mori Santo Stefano.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 38, AltoVicentino 35, Belluno 33, Sacilese 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 26, Clodiense e Montebelluna 24, ArziChiampo e Giorgione e Union Pro 19, Fontanafredda 18, Legnago 15, Dro 13, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 6.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della quindicesima giornata: AltoVicentino-Giorgione 0-1, Kras Repen- Padova 1-3, Legnago-Dro 1-1, Montebelluna-ArziChiampo 2-2, Mori Santo Stefano-Triestina 1-2, Sacilese-Clodiense 1-0, Tamai-Fontanafredda 1-2, Union Pro-Mezzocorona 2-1, Union Ripa La Fenadora-Belluno 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 dicembre: niente allenamento per i Biancoscudati, solo una sessione video per studiare gli avversari di sabato. Elongazione al retto femorale per Nichele e Zubin.




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