Live 24! Padova-Union Ripa, il giorno dopo: i campioni d’inverno possono festeggiare il +5 sull’AltoVicentino

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Ore 22.40 – (Friuli Gol) Sedicesima giornata di Serie D che ha chiuso l’anno con un solo successo regionale per il Fontanafredda, pari della Sacilese e sconfitte pesanti per Tamai e Kras. Il Fontanafredda fa suo il derby con l’Unione Triestina, pareggio beffa per la Sacilese al 92’, cadono in trasferta Kras in Trentino e Tamai con l’Arzignanochiampo. Il Fontanafredda vince il derby con l’Unione Triestina 2-1 e chiude in bellezza un anno importante per il club rossonero, per gli alabardati si chiude a cinque la serie utile. Dopo una prima mezz’ora equilibrata, al 31’ Ortolan dopo un contrasto con Antonelli realizza il vantaggio pordenonese ed al 39’ Gargiulo ribadisce in rete dopo un salvataggio giuliano sulla linea. Nella ripresa la squadra di mister De Pieri potrebbe realizzare la terza rete in contropiede, ma al 35’la gara si riapre con una punizione di Manzo dal limite. E pochi minuti dopo l’Unione potrebbe pareggiare su rigore concesso per mani in area di Malerba, ma Piscopo calcia sul palo ed il pallone esce a lato. Termina con il successo rossonero che chiude l’anno con 21 punti a metà graduatoria, Triestina a 10 punti in zona pericolante. La Sacilese esce con un punto da Legnago, pareggiando 1-1 con i ragazzi di mister Zironelli che subiscono il pari a tempo scaduto. Dopo un primo tempo con occasioni da ambo le parti, di Friggi e Farinazzo per i biancocelesti e con Spagnoli in due circostanze che non hanno esito. Nel secondo tempo partono forte i liventini che prima con Beccaro manda alto , poi al 13’ arriva la rete di Spagnoli che dal limite dell’area fa partire un diagonale potente che trova l’1-0. Ma i padroni di casa reagiscono e sfiorano il pari con Zerbato, Longato entra l’ex Adriano che serve Valente ma è bravo Favaro a deviare in angolo. Sul corner seguente al 92’ però Tobanell di testa insacca il gol del pareggio e Sacilese che chiude l’Andata a 31 punti e sfuma l’aggancio al terzo posto. Finale d’anno negativo per il Kras che in Trentino con il Dro subisce il quarto ko di fila. Prestazione discreta per i carsolini che hanno una buona opportunità con il giovane Tawgui per andare in vantaggio , ma al 37’ Bertoldi porta avanti i gialloverdi con unt iro da centro area. Ad inizio ripresa arriva anche il raddoppio con Bazzanella e squadra di mister Zlogar che non riesce a reagire e potrebbe subire altre reti. Kras che chiude la prima parte di stagione a 10 punti appaiata alla Triestina con il mese di ennaio che sarà molto importante. Chiude con due ko il Tamai che dopo tre mesi molto positivi finisce l’anno perdendo in trasferta sul campo dell’Arzignanochiampo 2-0, vantaggio gialloazzurro con Simonato dopo 10’ e Carlotto superata la mezz’ora realizza il raddoppio . La ripresa sono vani i tentativi di accorciare le distanze delle Furie Rosse di mister De Agostini che concludono la prima parte di stagione a 23 punti in posizione tranquilla di classifica. Nelle altre gare la Biancoscudati Padova vince sull’Union Ripa 3-1 ed allunga in vetta a + 5 sull’Altovicentino che dopo il cambio di allenatore ha pareggiato con la Clodiense 4-4. Pareggio nel derby trentino fra Mezzocorona e Mori S. Stefano 1-1, colpi esterni del Montebelluna con il Giorgione 0-1 e dell’Union Pro a Belluno 0-1. Il campionato di Serie D riprende il 4 Gennaio con l’ultima giornata di Andata.

Ore 22.10 – (Veneto Gol) Franco successo per il Comunale Fontanafredda e l’ Unione torna nel limo… Una prestazione oculata, saggia davanti a una Triestina assetata di punti. L’impatto garibaldino dei “muli” mette in soggezione i ragazzi di mr. De Pieri che al 6’ rischiano grosso sul diagonale di Daniele Rocco che rasenta il montante destro di Vicario. Scampato il pericolo il derby riserva una mezz’ora equilibrata con le squadre raccolte in un fazzoletto di trenta metri di campo. C’è parecchia paura di scoprirsi e concedere il fianco alle ripartenze avversarie. E’ un palleggio sonnolento che fino al 30’ non scuote il “Tognon”.
Solo al 29’ la partita muta l’inerzia e lo fa la Triestina con unaì veloce 1-2 al limite dell’area tra Rocco e Manzo che di sinistro calcia dritto su Vicario. E’ la miccia che innesca la reazione del “Fontana”. 1’ dopo i rossoneri rompono gli indugi: su un pallone scodellato nel sedici metri alabardati, Gargiulo spalle alla porta addomestica il cuoio che ristagna in area di porta dove è lesto Ortolan a far partire un tiro a colpo sicuro che fulmina il portiere sotto la traversa.
La Triestina va in bambola e al 38’ va ko per la seconda volta sulla percussione frontale di Gargiulo: il centravanti defilato sul palo finalizza a rete di prima intenzione, sulla linea di porta Piscopo in extremis si sostituisce al portiere, ma sul rimpallo è ancora puntuale Gargiulo a guadagnare spazio e infilare il pallone nel sacco. La difesa della Triestina nell’occasione proprio non si è vista. Sono le cose migliori della prima frazione che va a l riposo priva di squilli. Nel secondo tempo ci si attende l’immediata reazione dei ragazzi di “Beppe “ Ferrazzoli, ma il “Fontana” con due cerniere di contenimento molto robuste non fa passare nessuno. Gioca a contenere l’undici di casa e la Triestina solo al 28’ si fa notare sul piazzato di Milicevic respinto da Vicario allungatosi sul palo di destra. Con gli avvicendamenti dalle panchine Maurizio De Pieri cerca inserire forze fresche nel contenere il serrate alabardato, mentre Ferrazzoli prova a giocarsi le residue speranze di rimonta. Nel frattempo il Comunale Fontanafredda sciupa tre ripartenze in neta superiorità numerica e a campo aperto è l’esausto Gargiulo a buttare alle ortiche suggerimenti che potrebbero indirizzare al 3-0. Azioni sprecate e la Triestina ringrazia. L’Unione nel finale fa vedere il suo reale carattere e al 36’ riduce il divario su calcio piazzato di Manzo che indirizza il cuoio alle spalle di Vicario sul palo coperto dal portiere rossonero. 3’ dopo la scossa al derby la potrebbe dare un calcio di rigore assegnato da Perissinotto che sanziona un braccio aperto di Malerba sul tiro dal limite di Milicevic. Sul dischetto si porta Piscopo e la palla centra la base del palo alla destra di Vicario. La “Furlan” lancia verso il capitano una sequela di “strali” che si rivelano però aria fritta. Il verdetto resta ancorato sul 2-1… La Triestina esce così sconfitta dal “Tognon” e il panettone è più che mai dolce per il Fontanafredda che nella classifica delle matricole si piazza alle spalle dell’ Union Pro sopra di un punto.

Ore 21.40 – (Veneto Gol) Era una trasferta delicata per la Sacilese, impegnata sul campo del Legnago, formazione tutt’ora invischiata nella lotta per evitare i play-out e fresca anche di cambio in panchina. La gara vedeva l’esordio casalingo per il nuovo allenatore Orecchia, dopo il pari esterno di Dro al debutto assoluto. Mister Zironelli rispetto al vittorioso match con la Clodiense inserisce Manucci al posto di Bolzan e Peressini per l’infortunato Biasi Manolache. Primo tempo equilibrato con leggero predominio Sacilese anche nelle azioni da rete. Nel secondo tempo arriva il gol biancorosso al 13′ grazie ad una rete di pregevole fattura di Spagnoli: l’attaccante prende palla sulla trequarti, si accentra e una volta al limite colpisce con un preciso e potente diagonale che si insacca alla sinistra di Fazzino. Appena subito il gol il Legnago si fa pericoloso in almeno un paio di occasioni e al 92′ arriva il pari: da un azione di Adriano (ex della gara) che conclude in diagonale Favaro ci mette una pezza mandando in angolo. Sul corner seguente battuto dallo stesso Valente, svetta di testa Tobanelli e beffa la Sacilese. 1-1.

Ore 21.10 – (Veneto Gol) L’Union Pro MP ha fatto saltare il “banco”. E’ l’imbattibilità del Polisportivo di piazzale Resistenza che l’undici di “Checco” Feltrin ha macchiato con un’imprevista vittoria. Il Belluno 1905 paga dazio e vede così sfumare l’occasione di agganciare al secondo posto in classifica l’ Altovicentino. Un Belluno strano quello visto oggi, giù di corda, privo di gamba… La partita è stata segnata dal gol in apertura del baby Casarotto che a conclusione di un assolo di Furlan, dai 18 metri ha fatto partire una bordata imprendibile per il volo di Solagna. Un gol che l’undici di mr. Vecchiato ha patito pesantemente e mai i dolomitici nel riversarsi nella metà campo trevigiana hanno creato concreti pericoli per i pali di Noè. Un Ital-Lenti macchinoso, prevedibile, privo di fantasia e sprint. Fatto sta che di tiri in porta i gialloblù non ne hanno quasi mai eseguito uno di concreto. C’è solo una traversa di Corbanese a far lievitare la mediocrità della prestazione gialloblù, troppo poco per rimettere in piedi un confronto incanalato con raziocinio dai biancocelesti. Nel finale di tempo i gialloblù hanno dato fondo a un secondo tentativo, ma il tiro di Masoch, che ha cercato il jolly, non ha lasciato il segno. Nel secondo tempo con l’entrata di Duravia la formazione di Vecchiato ha pressato la trequarti con maggiore intensità, ma nemmeno sugli occasionali calci piazzati i bellunesi hanno fatto valere le loro qualità balistiche. Davanti a Noè si sono verificate parecchie mischie, mai risolte da un “Cobra” Corbanese abulico e per nulla in sintonia con il movimento dei compagni. L’accanimento concentratosi nei sedici metri ha di conseguenza soffocato ogni possibilità di realizzazione e l’ Union Pro con una coriacea opposizione e una difesa senza fronzoli si è portato a casa il prezioso bottino che rimpingua la classifica in una domenica dove un pò tutte le rivali hanno fatto passi importanti.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La felicità ha gli occhi del bomber. Di quel Simone Magnaghi che trova il tempo ed il modo di far indispettire il mister biancoblù Marco Tosi che negli spogliatoi non concorderà per niente con la ricostruzione del match fatta dal giocatore lagunare. Ma le polemiche bustocche, trambusto inevitabile di fine partita, non scalfiscono le convinzioni dell’attaccante. «Il Venezia ha vinto con merito» afferma Magnaghi, che ribadisce il suo pensiero in sala stampa. Va avanti per la sua strada mentre il mister bustocco va su tutte le furie. «Era difficile affrontare una squadra così coperta. Erano tutti sotto la linea della palla. Dopo aver preso le misure nel primo tempo, abbiamo però affondato i colpi nella ripresa». Analisi faziosa? Probabilmente no, soprattutto in considerazione delle occasioni create. Il gol che ha virtualmente chiuso la partita è una prodezza da attaccante puro. Lo racconta con semplicità come se avesse fatto una cosa normalissima come bere un bicchiere d’acqua. «C’è stato un lancio in profondità, mi sono fiondato anche se pensavo di essermi allargato troppo e invece poi ho incrociato sul palo lungo. Dite che il portiere non è stato impeccabile? Diciamo che il tiro era più preciso che potente. Comunque meglio per noi e per come sono andate le cose». Il centravanti veneziano ha tempo anche per una piccola recriminazione. «Nel primo tempo su di me c’era un rigore evidente. Peccato l’arbitro non l’abbia visto». Il buon momento personale e della squadra contempla anche una considerazione a metà strada tra sarcasmo e scaramanzia. «L’anno scorso avevo promesso dieci gol e ne ho fatto solo uno. Quest’anno è meglio che non faccia programmi… (sinora ne ha realizzati già sette, ndr)».

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia non si è smarrito nella nebbia. Unione perfetta di intenti, muscoli e forza d’urto per un successo all’inglese allo Speroni. È rivitalizzato e contento, ovviamente, mister Michele Serena che affronta così microfoni e taccuini: «È la vittoria del gruppo».
Concetto lapidario ma efficace che fotografa senza retorica l’immagine che il tecnico vuole dare del successo di Busto Arsizio. Dopo una settimana in cui si è parlato soprattutto di inadempienze societarie («Abbiamo un gruppo sano e uomini veri. Sfido chiunque a metterlo in dubbio», la sottolineatura del ds De Franceschi), il primo pensiero è all’attenzione della squadra ed alla sua concentrazione, viste come sono andate le cose in campo. «Visti i potenziali valori, il pericolo era di sottovalutare l’avversario. In settimana ho cercato di tenere i ragazzi sul chi va là e mi hanno dato retta. La partita con la Pro Patria poteva nascondere insidie impreviste e così è stato. Sbagliava chi pensava ad una passeggiata di salute». L’analisi del match parte da un primo tempo di studio. «Avevamo avuto occasioni limpide anche nei primi 45′. Eravamo stati un po’ precipitosi cercando subito il passaggio risolutivo. Questa però doveva essere la gara della pazienza e nella ripresa, salvo 5/6 minuti di leggera sofferenza, abbiamo raccolto quanto costruito». Non manca anche una stoccata all’arbitro per l’ammonizione a Sales: «Il giallo non c’era. Queste cose alla fine possono anche pesare». Congedo sulle scelte di inizio gara. «Volevo dare continuità dopo una vittoria. Varano in panchina mi ha permesso un cambio di qualità. Ad ogni modo complimenti ai ragazzi per i tre punti e per l’ottima vittoria conseguita ed adesso continuiamo così. Sempre più su».

Ore 20.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dalle nebbie bustocche il Venezia esce con i tre punti in tasca, grazie al rigore di Bellazzini e alla perla confezionata dal bomber Magnaghi nel finale. Una vittoria, quella sulla Pro Patria, che vale oro non solo per la classifica ma anche perché premia le tante occasioni prodotte dagli arancioneroverdi. Proficuo, come domenica scorsa con la Torres, l’assetto scelto da mister Serena, quel 4-4-2 con Raimondi e Bellazzini arretrati in mediana ma pronti a dare sostegno agli attaccanti Greco e Magnaghi. Succede poco nei primi venti minuti, da segnalare solo il colpo di testa di Raimondi, all’8’, dal limite dell’area, un pallonetto che per poco non beffa il portiere. E’ il Venezia a fare la partita, mentre la squadra di casa si fa vedere soprattutto in contropiede. Il gioco insistito produce un paio di occasioni pericolose. La prima al 22’ quando Esposito, dopo un fraseggio con Zaccagni, riesce a liberare in profondità Greco a tu per tu con il portiere: perde però l’attimo per tirare e viene così raggiunto dai difensori. Sul pallone, ormai sulla linea di fondo, si avventa anche Bellazzini, ma l’occasione è sfumata. Poco dopo, al 26’, è Magnaghi a girarsi molto bene sferrando un diagonale che il portiere riesce solo a sporcare: c’è Raimondi pronto a ribattere in porta, ma ancora più lesto è Cannoni che gli sottrae il pallone dai piedi. Lo scampato pericolo dà coraggio ai tigrotti biancoblù che iniziano a costruire gioco. Il primo tiro è in realtà un cross fuori misura, al 32’, di Candido che va a colpire la rete esterna. Poi di nuovo il Venezia, al 36’, ci prova con un tiro di Ghosheh, dopo il liscio di Cannataro, parato facilmente da Melillo. Per la Pro Patria l’azione più pericolosa è al 38’, quando D’Errico serve in diagonale un vero e proprio assist che libera Candido a distanza ravvicinata dalla porta, ma Fortunato anticipa con sicurezza. Il primo tempo finisce con gli ultimi attacchi della squadra di casa e con il Venezia consapevole di aver sciupato due belle occasioni. Si riprende con gli stessi ventidue in campo. La Pro Patria cerca di sfondare sulla fascia sinistra, dove Sales fatica a contenere Serafini. Ma ancora una volta, dopo alcuni tentativi a vuoto dei tigrotti, è il Venezia a rendersi pericoloso, al 14’, con il cross di Raimondi che Ghosheh schiaccia di testa a un metro dalla porta sbagliando clamorosamente mira. La Patria vuole vincere e Tosi cambia assetto mandando in campo un altro attaccante, Terrani. Ma è il Venezia a portarsi in vantaggio, al 20’, grazie al rigore che si procura Greco, atterrato in area: lo trasforma Bellazzini, il suo destro è imprendibile per il portiere. La Pro Patria le tenta tutte per raddrizzare il match, anche sfruttando qualche distrazione come la respinta sbagliata di Marino: Candido serve bene D’Errico, ma il suo tiro è parato. Poco dopo Giorno sferra un gran tiro dal limite che esce di poco. Il punto esclamativo sul match lo mette Magnaghi in contropiede al 37’: in mezzo a due difensori riesce a sferrare un rasoterra dal limite dell’area che beffa il portiere. E’ il momento di chiudersi e Serena manda in campo anche Cernuto e Panzeri per non rischiare più nulla, mentre la Pro Patria finisce in dieci. Per gli arancioneroverdi la sosta natalizia sarà un po’ più dolce.

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) «Non siamo mica la Juventus». Inizia con una battuta, che nasconde però il concetto-chiave dell´intera partita, la conferenza stampa postpartita di Michele Marcolini. Il nucleo del discorso è chiaro e passa sul filo di cinque parole: non-si-può-vincere-sempre. E allora il punto conquistato al Bottecchia, contro un Pordenone ultimo ma in netta ripresa caratteriale, ancor prima che tecnica, diventa il classico punticino guadagnato. «È vero – ammette il tecnico del Real Vicenza – non sono assolutamente due punti persi. Ripeto, non siamo la Juventus, che va su tutti i campi a stravincere ogni partita. Il campionato è estremamente equilibrato e in ogni campo rischi grosso». Ma di rischiare così tanto sul campo dell´ultima in classifica, quello non lo immaginava nessuno. «Ma il Pordenone – spiega Marcolini – è stato più caparbio di noi, soprattutto nel primo tempo, e giocando così non farà fatica a salvarsi». Giocando come nel primo tempo, invece, il Real faticherà a tenere il ritmo delle prime del girone: «Infatti quello che ho visto non mi è piaciuto per niente – va avanti il tecnico biancorosso – e in spogliatoio mi sono fatto sentire». Il primo effetto? Fuori Beccaro, dentro Calcagnotto: «Si staccava troppo all´indietro – spiega Marcolini – ed è una cosa che non mi piace. Gioco a tre perché voglio che la difesa scali in avanti e allora ho cambiato». Ma a cambiare non sono stati solo gli effettivi (positivo anche l´ingresso di Galuppini). Soprattutto lo ha fatto l´atteggiamento: «Infatti siamo entrati in campo con uno spirito diverso e si è visto subito. Il Pordenone nella ripresa non ha praticamente mai tirato in porta e noi abbiamo costruito almeno 5 palle-gol. Quello è il Real Vicenza che voglio vedere, anche se non sempre si può fare così». Il Pordenone, però, ha protestato per un rigore negato a Barbuti: «Sinceramente – ammette Marcolini – non l´ho visto, avevo la visuale schiacciata. L´arbitro ha giudicato così e preferisco non restare sulla questione». Poi si torna sulla partita e a quel momento che ha cambiato la storia del match: «Un errore – spiega il tecnico del Real Vicenza – aver dovuto aspettare il loro gol per ricevere la ´sberla´ che serviva. Non dovrà ripetersi». Al ritorno dalle feste natalizie, arriva al Menti il Pavia: «Il campionato è così, è sempre equilibrato. Si può soffrire contro le piccole e paradossalmente fare una grande partita contro una squadra potenzialmente forte come te e anche di più». E il Pavia sarà solo l´inizio di un filotto più che tosto.

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Minuto 93, al Bottecchia è quasi buio. Galuppini accarezza il pallone con le mani e lo sistema sulla mattonella giusta. Punizione per il Real Vicenza, posizione perfetta per il suo sinistro, che già pochi minuti prima aveva fatto volare Careri. Il Pordenone trema. Lo farà però anche il palo alla sinistra di Careri, schiaffeggiato dal mancino a scavalcare la barriera partito dal numero diciotto biancorosso. E non è palo interno, è palo e stop. Si fermano così i sogni di rimonta di Marcolini, si ferma così la marcia del Real Vicenza, sul sinistro di Galuppini che avrebbe consegnato al Pordenone l´ennesimo “pacco” e ai vicentini un´impresa. Perché al Bottecchia non è stata una passeggiata, nonostante i 5 punti in classifica dei neroverdi, 26 in meno del Real. Non si sono sentiti neanche un po´ e l´impressione è che per i vicentini il pari in terra friulana sa di occasione sprecata anche se non è da sottovalutare il gran primo tempo dei padroni di casa. Speculari, Pordenone e Real Vicenza. Rossitto, che in settimana ha citato Marcelo Bielsa, ha trasferito in campo l´anima del “loco”. Tre-cinque-due quadrato, con Fissore (ottimo l´ex di turno) a guidare Capogrosso e Rosania. Centrocampo con i due Migliorini e un ritrovato Simoncelli a destra. Chiudono Maracchi e Placido, prima di Maccan e Barbuti. Marcolini per fare da spalla a Bruno sceglie Odogwu, preferendo la linea a tre dietro con Beccaro, Piccinni e Solini. A centrocampo l´ex Lavagnoli agisce sulla destra, Malagò è il cervello e Dalla Bona il collante. Ritmi bassi, non si decolla. A prima vista, però, è tutto un altro Pordenone. Palla a terra, attributi e Real Vicenza in difficoltà. Non trova spazi, la squadra di Marcolini e anche uno come Salvatore Bruno rimane isolato. Alla prima occasione, allora, passa il Pordenone. Punizione affidata al destro di Andrea Migliorini, Tomei sbaglia il piazzamento della barriera e di sé stesso, la palla passa e la frittata è in tavola. Primo gol in neroverde del regista ex Porto Tolle, tutti ad abbracciare Fabio Rossitto. È il simbolo di una ritrovata unità in spogliatoio. Il Real Vicenza abbassa la testa ed è sotto. La reazione biancorossa è tutta in una “sbucciata” di Salvatore Bruno, altra cosa non da lui. Segnali. Al 44´ l´episodio che farà arrabbiare il Pordenone: Barbuti se ne va in area, viene atterrato e tutti gridano al rigore. L´arbitro dice di no, ma l´azione è ancora buona per Maccan: sinistro che sembra facile ma esce debole e Piccinni salva sulla linea. Più vicino il Pordenone al 2-0 che il Real all´1-1 e questo è tutto dire. Altra squadra, quella che esce dagli spogliatoi. Già al 4´ di gioco grande occasione biancorossa. Angolo di Dalla Bona, stacca il neo-entrato Calcagnotto, vola Careri a mettere in angolo. Poi l´infortunio di Rosania, il Pordenone che boccheggia e arretra, il Real che inizia ad essere… il vero Real. Nel frattempo il Pordenone spreca due contropiedi, altri segnali. Tutto scorre fino al 32´, quando in area di rigore del Pordenone c´è l´episodio che cambia la partita. Palla dentro di Malagò, trattenuta di Conti su Odogwu e calcio di rigore. Ha rischiato il rosso, il centrocampista del Pordenone. Dal dischetto va Bruno, gol quasi ovvio e tredicesimo centro. Inizia una terza partita, ed è tutta di marca biancorossa. Il Pordenone non ne ha decisamente più e l´assalto è totale. Bruno si trova davanti a Careri, il portiere esce a bomba e sventa. Al 42´ gran sinistro dalla distanza di Galuppini, vola ancora il portiere neroverde. Poi la punizione, il palo, i destini che si incrociano. Adesso il Natale, per pensare al punto preso (non perso) a Pordenone e guardare in faccia il Pavia.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il rammarico e la rabbia sono tutti dalla parte di Nenad Bjelica, tecnico dello Spezia. «Certo, c’è rabbia per il risultato. Non meritavamo la sconfitta per tutto quello che abbiamo visto nei 90′. A volte il calcio è così. Bisogna pensare a vincere la prossima partita. Certo che fa male perdere in questo modo. Eravamo troppo scoperti? Non credo lo fossimo. Eravamo in tre dietro contro zero. Sono usciti bene. Bisogna fare i complimenti a loro. Noi non abbiamo battuto bene la punizione e loro sono ripartiti bene. È difficile criticare la mia squadra per questo». «Bisogna accettare la sconfitta – riprende – anche se la squadra per me meritava di vincere. Loro hanno dominato, ma noi abbiamo avuto le occasioni. Il Vicenza? È una squadra che vuole giocare a calcio, ben strutturata, che in tutti i momenti ha la testa. Oggi ha avuto un pò di fortuna. Piacerebbe anche a me vincere così».

Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) “Corri, Lores, Corri!”. Minuto 44 della ripresa: tutti i tifosi del Menti sospingono con la voce e con il cuore Ignacio Lores Varela, lanciato da Cocco in un contropiede a perdifiato. Qualche secondo in apnea, poi la tensione si scioglie nel boato che esalta la prodezza da tre punti dell´attaccante. Lores Varela, un gol bello quanto importante: complimenti! «Grazie, sono molto contento. Segnare così alla fine della partita, sotto la curva, quand´eravamo in dieci, è stata un´emozione grandissima. Dedico questa gioia alla mia famiglia e alla mia fidanzata che mi sono sempre vicini». Primo gol con la maglia biancorossa. Quanto conta per lei? «Conta tanto, perché mi restituisce entusiasmo dopo la palla persa male a Chiavari. In settimana avevo rivisto quell´errore ed ero molto dispiaciuto. Quando sono entrato con lo Spezia avevo tanta voglia di riscattarmi, invece ho perso subito un altro paio di palloni. Ho guardato verso la panchina un po´ preoccupato e ho abbassato subito la testa, perché così non andava bene. Per fortuna mi sono rifatto e ho segnato questo bel gol, altrimenti mi sa che per quest´anno avrei finito di giocare». Ha preso la mira vedendo il portiere un po´ fuori dai pali? «Sì, ho ascoltato quello che ci dice Marino: insiste molto perché tiriamo quando abbiamo lo spazio, invece di portare troppo il pallone dentro l´area. Cocco mi aveva dato una gran palla: scherzando ha detto che aveva visto me e Cinelli partire, e ha preferito passarla a me che sono più veloce. Meno male che non ho sprecato il suo passaggio». Lei spesso entra a partita in corso: le pesa la panchina? «Non è facile entrare nel modo giusto quando si hanno pochi minuti a disposizione, però ormai ci sono abituato. Ne abbiamo parlato anche con Marino: in questo modo il vantaggio è che con la mia velocità posso mettere in difficoltà i difensori che iniziano ad essere stanchi. Magari avrò anche qualche occasione per giocare titolare, ma comunque non è un problema: qui c´è un gruppo che si merita un bel 10, mi trovo benissimo». Tutti i compagni a fine partita sono corsi a festeggiarla: tra i più scatenati c´era Giacomelli, che lei aveva sostituito. «È quello che dicevo prima: non c´è rivalità tra noi, anche se giochiamo nello stesso ruolo. Quando lui è in campo io faccio il tifo e spero che segni, poi quando tocca a me giocare è lui che mi sostiene da fuori».

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Come sempre il tecnico Pasquale Marino cerca di non far trapelare le proprie emozioni ma non ci vuole molto a capire guardandolo negli occhi che la vittoria sullo Spezia giunta all´ultimo minuto lo ha reso contento. La prima domanda è secca: vittoria meritata?
«Vittoria è stata e per me pure meritata, giunta in un momento in cui eravamo in difficoltà perchè in inferiorità numerica». La sua lettura della partita? «Il primo tempo abbiamo fatto bene come il secondo, abbiamo sempre cercato di fare la gara, abbiamo subito qualche ripartenza e questo però fa piacere perchè se una squadra come lo Spezia, che deve vincere il campionato per le potenzialità che ha, è obbligata a giocare di rimessa contro di noi è un fatto positivo. Certo a volte dobbiamo essere più convinti sotto porta perchè sono arrivati tanti palloni: la fisicità dei loro difensori centrali ha avuto il suo peso, però come possesso palla e fraseggio ci siamo espressi bene». Eppure lei è sembrato molto più nervoso del solito. «No, ero agitato io, meglio così, non bisogna stare tranquilli, ma i ragazzi stavano facendo bene». Ha avuto uno scambio vivace con l´arbitro nella fase finale quando è venuto verso di lei. «Ma no, solo non ci siamo capiti, perchè a volte quando mi arrabbio parlo nel mio dialetto e dunque ognuno è rimasto sulle proprie posizioni». Il motivo della sostituzione di Di Gennaro? «Scelta tecnica, eravamo un po´ stanchi nella parte finale, poi dobbiamo giocare tre gare in otto giorni dunque è giusto inserire forze fresche». Il gol segnato da Lores Varela è stato bellissimo, lei se lo aspettava un colpo così da questo ragazzo? «Lui certe giocate le ha, magari stavolta l´impatto con la gara non è stato facile, ha perso qualche pallone di troppo, ha sofferto un po´ insomma, poi però ha fatto una grandissima azione a sinistra dando una palla gol a Laverone e infine è arrivata la sua rete: per stavolta va bene così». Il calcio è davvero fatto di episodi: se al 18´ del secondo tempo Catellani avesse segnato invece di prendere la traversa… «A volte gli episodi ci dicono male, altre volte ci girano, però guardate che nell´occasione l´azione è iniziata da una punizione che non c´era, dunque alla fine tutto torna». Di Gennaro e Moretti si sono spesso scambiati di ruolo a centrocampo. «Sì, tanto che da un´azione quando Di Gennaro si è smarcato tra le linee a centrodestra è nata una palla gol limpida per Giacomelli: ecco nell´occasione abbiamo avuto noi un po´ di sfortuna ricordiamocene. Questo per dire che loro avranno creato occasioni, ma pure noi ne abbiamo avute parecchie, poi guardate su tutto la cosa che più mi fa piacere è che lo spirito della squadra è sempre quello di fare bene e quando capita di fare un errore, come la scorsa settimana, c´è subito la voglia di reagire».

Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Delitto perfetto. Un contropiede feroce e fulmineo come una stoccata al cuore, a un solo minuto dalla fine e in dieci uomini. Il Vicenza vince così una sfida dura e spigolosa, nella quale riemerge quello che è sempre stato con Pasquale Marino: una squadra, che sa soffrire e che ci crede comunque. Era questa la verifica più importante contro lo Spezia, capire cioè se quello di Chiavari era stato un incidente di percorso o invece l´inizio di un´involuzione negativa. Il campo del Menti ha detto che il vero Vicenza non è quello caduto malamente con l´Entella. Di fronte ad uno Spezia che nelle ultime dieci partite aveva perso una sola volta e che aveva vinto su terreni minati come quelli di Livorno e Pescara, un avversario terzo in classifica con un organico tale da permettersi di lasciare in panchina Ebagua e Giannetti e in tribuna Ardemagni, attaccanti che sarebbero titolarissimi non solo in biancorosso ma ovunque in B, di fronte ad una squadra costruita per la promozione, il Vicenza ripescato in B neppure quattro mesi fa, mai dimenticarlo, ha anche sofferto e stretto i denti, ma senza mai sbandare e soprattutto ha sempre provato a fare la sua partita. Si dirà che “mago Marino” è sempre fortunato perché nel secondo tempo Bremec prima è stato salvato da un traversa beccata da Catellani e poi dalla schiena di… Ceccarelli, il difensore dello Spezia che ha involontariamente “murato” una botta a colpo sicuro del compagno di squadra Piccolo. Vero, i due episodi hanno minacciato seriamente uno 0-0 che a molti sembrava già un buon risultato prima che il Vicenza rimanesse in dieci al 39´ della ripresa per l´espulsione di Garcia Tena (secondo giallo). A quel punto avrebbero firmato quasi tutti per il punto. Ma proprio in quel momento s´è visto che il Vicenza è fatto di buona pasta e che Marino la buona sorte se la sa anche cercare. Tanti allenatori, in dieci e con un avversario che si preparava ad arrembare avrebbero forse tolto l´unica punta di riferimento, Cocco. Marino invece lo ha lasciato in campo, soltanto “scalando” Laverone all´indietro. Il segnale che comunque non bisogna mai rinunciare a crederci. E che cosa va a capitare? Minuto 44 della ripresa: il popolo biancorosso ringhia verso l´arbitro per la concessione di una punizione sulla trequarti per un fallo, in effetti apparso quanto meno veniale, di Gentili. Già prima, su palla da fermo, erano stati rischi grossi nell´area di Bremec. Dall´ansia all´estasi del Menti serve solo il brevissimo spazio-tempo di un contropiede a tutto campo. La punizione spezzina è ribattuta dal muro vicentino, rinforzato proprio da Cocco. Il centravanti, bassissimo, recupera, avanza e con l´esterno destro apre in verticale la volata di Lores Varela, rimasto appena al di qua della metà campo. Lo Spezia, ingolosito dalla possibilità di vincere, era tutto avanti, l´uruguaiano biancorosso si beve d´un fiato mezzo campo, guarda il portiere argentino Chichizola in uscita e lo scavalca con un morbido e tennistico lob, lento ma implacabile. Quando la palla atterra in rete il Menti sta già urlando di gioia.

Ore 18.40 – (Gazzettino) Avanti, a piccoli passi. Pareggiare a Frosinone – in rimonta – sul campo della seconda della classe è certamente un risultato positivo, di quelli che devono infondere fiducia e autostima all’ambiente granata, però poi devi fare i conti con i numeri, la classifica, e quest’ultima dice che il Cittadella staziona ancora all’ultimo posto. Per scalare la graduatoria – l’ha ricordato pure Foscarini a fine partita – servono i tre punti. Serve vincere, evento questo che non si verifica da tre mesi, da 15 partite. Un’eternità. Tutto confermato nel Cittadella, con Foscarini che preferisce Busellato a Benedetti in mediana, mentre Sgrigna è riportato in attacco al fianco di Coralli. Il Frosinone è secondo il classifica, ha il doppio dei punti del Cittadella, ma la differenza non si nota, anzi. Nella prima mezz’ora di gioco le cose migliori le fa vedere proprio la squadra di Foscarini. Ben disposti in campo, stretti tra le linee e determinati al punto giusto, i granata – nell’inedita divisa colore grigio – si fanno subito vedere dalle parti di Zappino, che blocca a terra il destro di Sgrigna. Al 10′ Minesso vince un contrasto sulla trequarti e crossa rasoterra, Sgrigna fa passare il pallone per Coralli, destro sbilenco. È invece nello specchio della porta la conclusione di Dionisi, Valentini respinge, quindi l’arbitro Ros non sanziona la spinta da tergo dello stesso attaccante ai danni di De Leidi, il tiro è comunque facile preda del portiere. L’occasione migliore del primo tempo capita al Cittadella (23′), con Sgrigna che pesca Minesso all’altezza dell’area piccola: controllo di destro e conclusione di sinistro, si salva di piede Zappino. La partita si infiamma alla mezz’ora, con quattro gialli estratti dall’arbitro in dieci minuti. Pesante quello ai danni di Cappelletti, uno dei sette diffidati della squadra di Foscarini. Sale di intensità il Frosinone nell’ultima parte di frazione. Valentini respinge a terra la punizione di Gucher, quindi Ciofani non inquadra la porta su calcio d’angolo. Si riparte, e il Frosinone va subito in gol: cross di Gori, Daniel Ciofani salta più in alto di Cappelletti e indovina l’angolino di testa. Il Cittadella fatica a reagire, Valentini evita il 2-0 con un grande intervento su Paganini lanciato a rete. Entra Gerardi per Minesso, Sgrigna scala da esterno di centrocampo, ma è ancora il Frosinone a rendersi pericoloso dalle parti di Valentini con un destro a girare di Dionisi che sibila a fil di palo. Il Cittadella non si dà per vinto, la manovra però difetta in lucidità al momento della giocata decisiva. Ci vorrebbe un episodio per rimettere in sesto le cose. Potrebbe esserci al 38′ quando Coralli cade in area strattonato da Matteo Ciofani, l’arbitro Ros lascia correre. L’episodio buono arriva quasi allo scadere, direttamente da rimessa laterale, con Scaglia che allunga di testa e sorprende il portiere Zappino. Difesa immobile e pallone nel sacco. Con il Bari la beffa si era consumata nel finale, questa volta arriva un pareggio che sembrava ormai insperato. E mercoledì si torna subito in campo: al Tombolato sarà di scena il Catania.

Ore 18.30 – (Gazzettino) Claudio Foscarini pensa positivo. Accoglie il pareggio di Frosinone e guarda avanti, come sempre, in attesa di quella benedetta vittoria che potrebbe cambiare l’intera stagione. Il primo pensiero del tecnico a fine partita è sull’arbitraggio di Ros di Pordenone, sul quale “pesano” i dubbi legati all’episodio in area tra Coralli e Ciofani. Foscarini però assolve il direttore di gara: «L’arbitro non ha influito nei momenti decisivi, penso anche al possibile rigore su Coralli. Mi rivedrò l’episodio per capire meglio com’è andata. Può piacere o meno l’interpretazione della gara dettata da Ros, ma credo che non abbia sbagliato nei momenti importanti, alla fine sul risultato finale sono stati decisivi altri elementi». Buon primo tempo del Cittadella, sceso in campo convinto e senza alcun timore dell’avversario. «Non dico che mi ero illuso, perché stavamo giocando sul campo della seconda in classifica, ma avevo visto un Frosinone in difficoltà, non nella migliore giornata e volevo approfittarne. Nello spogliatoio avevo quindi detto ai miei giocatori di spingere per cercare il massimo risultato. Il Cittadella si trova in una posizione tale che non deve guardare in faccia a nessuno e puntare alla vittoria contro chiunque, in casa o fuori, altrimenti con il punticino non fai grandi passi in avanti». Foscarini è contento della prestazione collettiva. «La squadra mi è piaciuta nel primo tempo, dove meritava qualcosa di più. Sono comunque soddisfatto di come è andata, perché i ragazzi ci hanno messo temperamento e determinazione, soprattutto nella parte finale dove pure in svantaggio non hanno mai mollato». E il tecnico contava nella reazione finale: «È da un paio di mesi che il Cittadella ha cambiato registro, è cambiato l’atteggiamento. Prima eravamo belli ma poco pratici, ora siamo più incisivi. Abbiamo ritrovato quelle componenti che avevamo smarrito. Stiamo facendo prestazioni importanti, ma ancora non arriva quella vittoria che sarebbe l’ossigeno per la nostra classifica». L’ultima considerazione del tecnico riguarda se stesso. «Con il Cittadella ho un rapporto speciale, la mia società dopo dieci anni mi conosce bene, e se ritiene che non sia più in grado di guidare la squadra, mi manda comunque a casa».

Ore 18.20 – (Mattino di Padova) Grigio. Il colore delle maglie indossate dai giocatori del Cittadella al “Matusa” di Frosinone è anche quello che meglio definisce la gara degli uomini di Foscarini che pure, all’89’, sono stati in grado di raddrizzare una partita che sembrava persa, “trovando” con Scaglia, e la complicità di Zappino, portiere dei ciociari, l’1-1. Di buono resta questo punto, figlio del decimo pareggio stagionale, il nono negli ultimi dodici incontri. Rimane, certo, anche il piglio esibito nella prima frazione, in cui, se Coralli e soci si fossero portati in vantaggio, non avrebbero rubato nulla. Rimane la capacità di non mollare e di crederci fino all’ultimo. Ma rimangono pure tutti i limiti di una squadra ancora una volta incapace di piazzare il colpo quando avrebbe dovuto e pronta a sciogliersi alle prime difficoltà, tanto da rischiare in almeno un paio di occasioni di capitolare per la seconda volta. Perché è vero che l’arrembaggio finale ha regalato i suoi frutti e che una trattenuta alla maglia di Coralli da parte di Matteo Ciofani avrebbe dovuto essere sanzionata con il rigore e l’espulsione del difensore, ma è altrettanto vero che il Citta, nella ripresa, è apparso per una buona mezz’ora “molle”, senza la cattiveria agonistica che una squadra ancorata all’ultimo posto in classifica dovrebbe riversare in campo. Soprattutto quando non riesce a mettere in fila tre punti tutti assieme da tre mesi tondi tondi, visto che l’ultima affermazione risale addirittura allo scorso 20 settembre, il 3-2 sul Pescara di 15 partite fa. Errori sotto porta. Si dirà: davanti c’era la seconda in classifica, la rivelazione di questo campionato, e strappare un pareggio al “Matusa” non è cosa da poco. In linea teorica è un ragionamento che fila. All’atto pratico, visti gli ampi spazi che la retroguardia ciociara, priva dei titolari Blanchard e Crivello, ha concesso, ai tifosi può giustamente venir su un magone grosso così (specie ai valorosi otto cittadellesi presenti in tribuna) ripensando a quanto è accaduto nei primi 12 minuti, costellati da occasioni che, almeno in potenza, erano pericolose. Tre capitate a Sgrigna, arrivato sempre poco convinto al tiro, e una, clamorosa, a Coralli, dopo una pregevole incursione sulla sinistra di Minesso. Lo stesso Minesso che, una decina di giri di lancetta più tardi, a pochi passi dal portiere, si è visto respingere di piede la sua conclusione. Insomma: le occasioni ci sono state. Ma siamo sempre lì: c’è modo e modo di arrivare al tiro. E dispiace dover citare sempre Sgrigna, ma se non s’inventa qualcosa uno come lui, chi deve farlo? Invece, ancora una volta, il fantasista romano non ha avuto la lucidità che da uno col suo curriculum si pretenderebbe. Ma si può anche capovolgere il discorso: se alla fine i migliori in campo nelle file dei grigio-granata sono Scaglia, per il gol, e De Leidi, pulito e sempre presente in difesa, ma niente più di questo, vuol dire che qualcosa non quadra. Scaglia, il piu’ pericoloso. Gli episodi contano, ma non sono quasi mai casuali. Il gol del vantaggio dei padroni di casa, siglato da Daniel Ciofani all’inizio del secondo tempo, con una bella capocciata sul cross dalla destra di Gori, è stato il frutto della maggiore aggressività esibita dagli uomini di Stellone al rientro dall’intervallo. Il centravanti del Frosinone ha sovrastato Cappelletti, in giornata no al centro della retroguardia, superando l’incolpevole Valentini. A quel punto il Citta ha rischiato il patatrac, col portiere ospite bravo a chiudere in uscita sullo scatenato Paganini, prima di essere graziato dal destro a giro di Dionisi. A quel punto Foscarini ha gettato nella mischia anche Gerardi, senza però che i suoi riuscissero sul serio a impensierire Zappino, finché, da una rimessa laterale, è arrivata la spizzata vincente di Scaglia. Che voleva metterla in mezzo e invece ha pescato la parabola beffarda dell’1-1. Un episodio fortunato. L’unico, per il Cittadella, da molto tempo a questa parte. Aggrappiamoci a questo, sperando che possa girare sul serio il vento.

Ore 18.10 – (Mattino di Padova) Claudio Foscarini come sempre è onesto. E, senza aver rivisto in tv il possibile fallo da rigore, in sala stampa, nel post partita, commenta così l’arbitraggio del signor Ros, sin lì effettivamente positivo nella gestione del match: «Negli episodi decisivi non ha sbagliato, anche se magari il fallo su Coralli c’era. Tutto sommato non ha influenzato l’esito dell’incontro». Il tecnico del Cittadella non può, però, essere contento dopo l’ennesimo pareggio. «Nella prima parte meritavamo qualcosa in più, sono soddisfatto per il temperamento che i miei uomini hanno messo sul terreno di gioco. Nel secondo tempo non siamo riusciti a fare altrettanto perché abbiamo subìto presto il gol, accusando il colpo, però la squadra non ha mollato. Avevo chiesto ai miei giocatori di spingere, perché nella nostra posizione di classifica dobbiamo cercare i tre punti ovunque, anche contro corazzate come il Catania o lo stesso Frosinone. Sul piano dell’atteggiamento direi che ci siamo, la serie B ci sta chiedendo questo e noi stiamo ritrovando le componenti che ci mancavano. La prestazione c’è, ma con i pareggi non si va lontano». A chi gli chiede se si sia sentito a rischio esonero, risponde invece così: «A Cittadella c’è un bell’ambiente, e la società, dopo dieci anni che ci lavoro, mi conosce, ma quando perdi non è bello per nessuno e non è che ci si ricorda di quello che hai fatto in passato». Roberto Stellone, allenatore del Frosinone, dal canto suo parla di «due punti buttati via da noi. Il Cittadella però è stato bravo a crederci fino alla fine».

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto) Risulta sempre più difficile analizzare il perché della crisi del Cittadella. Con il pari di ieri a Frosinone, sono addirittura quindici le partite senza un sorriso per i granata, ma a Foscarini stavolta tutto sommato va bene così. A Frosinone, del resto, ancora una volta la squadra non ha mostrato decisi segnali di miglioramento e al Matusa va in scena l’ennesimo pomeriggio da incubo. Quantomeno per 89 minuti: perché l’1-0 di Daniel Ciofani resiste fino quasi allo scadere, quando i granata proprio in extremis trovano il pari su papera di Zappino e colpo di testa di Scaglia. Un gol che punisce il Frosinone oltre i proprio demeriti ma del resto chi sbaglia, paga. L’ex portiere del Varese, protagonista nel primo tempo in un paio di occasioni, manca l’intervento su ponte aereo di Scaglia e regala il pari ai granata. Per il resto ben pochi sorrisi accompagnano la trasferta del Matusa. Squadra piuttosto vivace, ma attacco a dir poco sterile. E inoltre, da non dimenticare, graziata due volte dal Frosinone. E, come spesso accade, quando si sbaglia poi arriva il conto da pagare, che stavolta finisce sul tavolo di Roberto Stellone. Nel primo tempo sul taccuino ci sono due occasioni granata (bravo Zappino al 23’ su Minesso, sbaglia Coralli al 10’ tirando a lato) e una per il Frosinone (bella parata di Valentini su Gucher e tiro a giro di Dionisi fuori al 44’). In apertura di ripresa arriva il vantaggio per gli uomini di Stellone: cross di Gori per Daniel Ciofani, che fa secco Valentini. Il Citta ha il merito di resistere nel momento più complicato (bravissimo Valentini al 12’ su Paganini lanciato a rete) e rischia grosso senza subire gol al 24’, quando Dionisi spedisce a lato di un soffio. La legge del calcio è implacabile: al 44’ rimessa con ponte di Scaglia che pare innocuo, clamoroso errore di Zappino e palla in gol. Fa 1-1 e stavolta va benissimo così. Ma i problemi restano e sono molti, la luce in fondo al tunnel è ancora lontana.

Ore 17.40 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Fortis Juventus 4-0, Bellaria Igea Marina-San Paolo 1-0, Este-Romagna Centro 0-2, Imolese-Thermal Abano 1-1.Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Sono orgoglioso di questi ragazzi». Così esordisce a fine gara il tecnico della Clodiense Andrea Pagan. E come dargli torto dopo aver visto la squadra sotto di due reti, rientrare in campo dopo l’intervallo, e riuscire a pareggiare e sfiorare anche l’impresa. «Fare quattro gol alla miglior difesa del campionato – continua il tecnico lagunare – mi dice che la squadra, seppur commettendo qualche errore, ha disputato una grande partita. E poi ho visto una differenza tra noi e loro, che noi siamo una squadra che gioca al calcio mentre l’Altovicentino vive solo di individualità. Dopo essere andati in vantaggio ci siamo fermati e loro hanno approfittato di due nostri errori per andare sul 1-3. Purtroppo abbiamo regalato loro almeno 25′ dove non abbiamo giocato. Nella ripresa ero sicuro che avremmo riagguantato il risultato anche se dopo l’espulsione di Pelizzer è stato tutto più difficile. Comunque abbiamo dimostrato che siamo un bel collettivo, c’è un grande spirito di sacrificio e che undici punti di differenza tra noi e loro oggi non si sono visti». Sul finire di gara avete provato a vincere. «A livello mentale avevamo speso tanto – ci spiega Pagan – ed abbiamo preferito sul 4-4 non correre rischi. Sono comunque contento e soddisfatto della prova dei ragazzi e 25 punti in classifica sono un buon bottino. Ora abbiamo dato il rompete le righe e ci ritroveremo il prossimo sabato per preparare nel migliore dei modi l’ultima gara del girone d’andata con il Kras Repen».

Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Nemmeno il clima natalizio riscalda gli animi dello staff dell´Altovicentino che, evidentemente, mal digerisce il 4-4 di Chioggia e non si presenta in sala stampa. Nessuna dichiarazione, probabilmente molta rabbia per un pareggio che sembra una beffa dopo il 3-1 del primo tempo, ma che, così dicendo, in realtà non rende merito ad una Clodiense che, nonostante la minor qualità del proprio impianto, ha dimostrato una organizzazione di gioco di primo piano. Stesso trattamento riservato alle due battistrada: pari all´Euganeo e pareggio con l´Altovicentino. I cinque punti di distacco dal Padova, che salirà proprio a Valdagno dopo la sosta natalizia. Largo all´entusiasmo chioggiotto nelle parole del tecnico Andrea Pagan. «Abbiamo segnato quattro gol alla vicecapolista che aveva la difesa meno perforata del girone e questo mi inorgoglisce. Chiaro che se una partita finisce 4-4 è evidente che ci sono stati degli errori».

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Nonostante la rivoluzione di dicembre del presidente Dalle Rive, con annesso cambio di allenatore, l´Altovicentino mostra a Chioggia di non avere ancora risolto i propri problemi e si ritrova sotto l´albero cinque punti di distacco dalla capolista Padova che andrà ad affrontare alla ripresa delle ostilità. La squadra di Loris Bodo, subentrato in settimana ad Enrico Cunico, ha dimostrato tutta la sua fragilità nella tenuta mentale, incapace di gestire il vantaggio per 3-1 con cui si era chiuso il primo tempo. Squadra senza equilibrio, con tutti gli under schierati in difesa ed un gioco spesso molto approssimativo con palla affidata alla speranza nella qualità degli attaccanti. Giochino che ha funzionato per un quarto d´ora nel primo tempo quando l´Altovicentino ha ribaltato come un calzino una partita che già non prometteva niente di buono. Troppo poco però per avere ragione di una coriacea Clodiense che se ha un merito è proprio quello di non mollare mai. Si parte con la Clodiense che si schiera nel suo collaudato 4-3-1-2, mentre Bodo si presenta con un 4-3-3 nel quale però Pignat gioca molto (troppo?) a ridosso dei difensori. 8´ di gioco ed arriva già il primo gol dei locali: imbucata di Santi per Isotti, tocco morbido e palla dentro. Reazione veemente degli ospiti che in quindici minuti ribaltano la situazione. All´11´ Cortesi ribadisce in porta una corta respinta della difesa granata, mentre al 21´ Gambino, di testa, soprende il distratto Okroglic. Sulle ali dell´entusiasmo l´Altovicentino alza il pressing e confeziona il tris al 26´: Marrazzo si gira con il piede perno su Francesco Tiozzo e scarica sul palo, riprende Gambino che firma la sua personale doppietta. Si va al riposo sul 3-1 per i berici. La Clodiense però torna in campo con ben altro spirito ed al 2´ accorcia con Mazzetto su rigore. Lagunari in dieci per l´espulsione di Pelizzer al 3´ ma all´11´ Casagrande coglie il 3-3 su punizione. Brandi sotto la doccia in anticipo al 21´ e Altovicentino che torna avanti con un colpo di testa di Di Girolamo al 25´. Lo stesso difensore viene espulso al 40´ ed al 42´ con una perfetta incornata in tuffo Santi riporta la Clodiense in parità, a chiudere una gara pazza, ricetta perfetta per mandare tutti in vacanza.

Ore 16.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.

Ore 16.35 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.

Ore 16.30 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1 (giocata ieri), Clodiense-AltoVicentino 4-4 (giocata ieri), Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).

Ore 16.10 – (Corriere delle Alpi) Il primo gol non si scorda mai. Figurarsi se arriva in uno stadio come l’Euganeo, davanti al folto pubblico della capolista. Irfan Ponik, centrocampista kosovaro del Ripa, difficilmente scorderà la giornata di ieri. «Impossibile dimenticare un gol in uno stadio come questo», ammette Ponik, «a dire il vero, sono stato anche un po’ fortunato. Dassiè è stato bravo a scendere sulla destra, io ho fatto la finta al difensore e la palla mi è un po’ rimpallata tra le gambe e con un po’ di fortuna è entrata in rete. Sono contento, è il mio primo gol in campionato e spero che sia il primo di tanti altri. La società mi ha dato fiducia, e spero di realizzarne altri ancora». Peccato, però, che non sia bastato per regalare a compagni e allenatore un sabato di gioia. «Dentro di me, a vincere è l’amarezza», spiega, «Mi spiace per la squadra, ma non ci abbattiamo perché qualsiasi risultato contro il Padova sarebbe andato bene: abbiamo affrontato una squadra che merita di stare in alto, che anche senza diversi elementi di peso come Ferretti, Nichele, Dionisi e Zubin ha dimostrato di essere una grande team. Ce la siamo giocata a viso aperto, ma il gol preso a freddo è stato difficile da assorbire. Tutto sommato, nel secondo tempo siamo entrati in campo con uno spirito diverso, con la voglia di provare a dar loro fastidio. Ora riprendiamoci e pensiamo alle prossime gare, perché da quella col Giorgione in poi ci giocheremo davvero il nostro obiettivo, che resta il quinto posto».

Ore 16.00 – (Corriere delle Alpi) È stata una giornata da ricordare, tra la cornice di pubblico, la diretta Rai e tutto il contorno. Non tutto, però, è andato per il meglio. Vedi in difesa, dove a tratti i biancoscudati sono penetrati con troppa facilità. «Siamo andati sotto quasi subito, e avremmo dovuto cercare di non subire anche il secondo gol per tenere in vita la partita», ammette il centrale Alberto De March, «Invece in contropiede abbiamo concesso il 2-0, e recuperare due reti qui è davvero dura. I primi venti minuti non abbiamo praticamente giocato, e l’inizio ci ha penalizzato». Costretto a sorbirsi l’esordio da urlo di Amirante e ad osservare un Cunico in giornata di grazie, per De March non è stata una giornata facile. «Cunico è un giocatore che fa la differenza, tra le linee è difficile da prendere e manda in porta chiunque con una facilità estrema. Amirante invece ha fatto davvero bene, sul terzo gol pensavo calciasse di prima e quindi ho tentato il contrasto, lui se l’è allungata ancora e ha potuto calciare in libertà. Abbiamo sofferto molto, è vero, ma li abbiamo tenuti abbastanza bene nonostante la loro tecnica superiore. Hanno avuto qualche occasione, ma non è che abbiano mai dato l’impressione di poter dilagare. E nella ripresa, infatti, siamo venuti fuori e ce la siamo giocata alla pari, dimostrando di essere una squadra di alta classifica».

Ore 15.50 – (Corriere delle Alpi) Il Padova corre sotto la sua curva in festa, prima di rientrare negli spogliatoi. ma per lui, per Michael Salvadori, l’ex della gara appena passato da una sponda all’altra, a fine gara c’è stato anche il doveroso saluto ai suoi vecchi tifosi. «In tanti, in settimana, mi avevano chiesto su facebook di andare anche sotto il loro settore, e così ho fatto», spiega il terzino trentino, «Già solo entrare in questo stadio per la prima volta, per me è stata un’emozione grandissima. Quando poi sono sceso in campo, tutti gli ex compagni mi hanno salutato col sorriso, sono contenti per me e io sono contento che l’amicizia con loro rimanga forte». L’addio al Ripa Fenadora è arrivato solo pochi giorni fa, ma il capitolo neroverde sembra davvero alle spalle. «All’inizio devo ammettere che ero un po’ dispiaciuto, lasciare i compagni e andare via di casa non è stato facile. Però ormai mi è quasi passata, a Padova mi sono ambientato benissimo, ho legato e ho trovato un altro grande gruppo. Sapevo che il Ripa non avrebbe mollato fino alla fine, e infatti un gol sono riusciti a farcelo. Ma contro questo Padova temo che non avessero nessuna possibilità».

Ore 15.40 – (Corriere delle Alpi) E giudicarlo senza aver visto la gara, il 3-1 finale potrebbe far pensare ad un Ripa Fenadora che contro il Padova sia riuscito a vender cara la pelle. Una disamina vera solo in parte. «Alla fine il risultato è giusto», ammette l’allenatore neroverde, Massimiliano Parteli, «Loro hanno legittimato la vittoria nel primo tempo, e avrebbero anche potuto dilagare con un’altra occasione clamorosa di Cunico. Poi nella ripresa ci siamo tolti di dosso un po’ di timore e abbiamo cominciato a giocare come facciamo di solito, e le cose sono andate meglio». Troppa l’emozione per non sentirsi tremare le gambe: davanti a cinquemila spettatori e alle telecamere, il Ripa c’ha messo un po’ a svegliarsi. «Abbiamo giocato due volte a Trieste, ma un ambiente come questo non l’avevamo mai trovato. I ragazzi, a fine gara, mi hanno ammesso che nei primi 20’ hanno forse guardato più i tifosi attorno a loro che non i giocatori avversari. Nel primo tempo non ho visto lo spirito della mia squadra, ma sono soddisfatto della reazione mostrata nella ripresa». L’unico demerito, se così si può chiamare, è quello di aver concesso troppo ad un Padova che ha dimostrato di non perdonare la minima disattenzione. «Noi proviamo sempre a giocare a viso aperto contro chiunque, pur sapendo che affrontando giocatori come questi il pericolo di essere castigati è sempre dietro l’angolo. Cunico ci ha fatto subito gol, io avevo provato anche a partire col rombo a centrocampo proprio per avere un uomo in più in quella zona del campo, ma ho dovuto tornare al 4-4-2 per provare a recuperare il risultato. Provando a giocarsela contro queste squadre, è necessario non sbagliare nulla, e invece noi qualche errore difensivo l’abbiamo fatto e il Padova ne ha approfittato. Avevo visionato e studiato le loro ultime apparizioni casalinghe, e bisogna ammettere che c’è andata proprio male perché era da tempo che i biancoscudati non facevano una gran partita come questa». La sconfitta non ridimensiona obiettivi e stagione. «Abbiamo retto l’urto di una squadra che ha tutto un altro passo e un’altra mentalità: noi tutti, me compreso, siamo al secondo anno in Serie D, e per crescere dobbiamo passare anche tappe come questa. Questa gara è stato un premio per un grande 2014: nell’anno solare abbiamo fatto quasi sessanta punti, ci sarebbe piaciuto portarne a casa uno anche oggi ma questa sconfitta non ridimensiona la nostra stagione».

Ore 15.20 – Serie D girone C, i risultati al termine dei primi tempi: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4 (giocata ieri), Dro-Kras Repen 1-0 (Bertoldi), Fontanafredda-Triestina 2-0 (Ortolan), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 0-0, Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-0 (Bentivoglio)

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sulla carta la chance è di quelle da non fallire. Il Monza è alla deriva e con lo spettro fallimento più che probabile, a meno di miracoli dei nuovi investitori, con un Fulvio Pea sulla graticola nonostante un risultato tecnico al di sopra di ogni sospetto e con una serie di giocatori con contratti rescissi, liti interne e chi più ne ha più ne metta. E dire che, nonostante le tante difficoltà, il Monza sembra quasi essersi esaltato, con addirittura 30 punti messi in cassaforte, appena tre meno del Bassano. Sta di fatto che Antonino Asta da queste parti è un ex e probabilmente gli piace molto poco la missione quotidiana di affondare il Monza, con cui il rapporto è stato di passione mista a voglia di emergere. «I ragazzi vanno sempre in campo per fare la prestazione e giocare per vincere — sorride Asta — ora ci aspetta questa partita contro il Monza che per me ha un sapore molto speciale. Ci tengo molto da ex, lo ammettto. Vogliamo finire bene, i ragazzi la scorsa stagione hanno fatto qualcosa di straordinario e stanno continuando sulla stessa scia, quindi tanto di cappello a loro, se lo meritano». Tante le assenze su entrambi i fronti. E sulla crisi del Monza il Bassano potrebbe fiondarsi senza pietà. Mors tua, vita mea , mai come questa volta il detto calza a pennello con quanto accadrà oggi allo stadio Mercante.

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Il Monza ha appena messo in mora la società per gli stipendi non versati, da domattina mezza squadra avrà in mano la rescissione contrattuale e sarà libera di accasarsi altrove, ma intanto mercoledì nel recupero questi hanno rifilato tre pappe alla Torres e fino alle 18 di stasera non molleranno l´osso. «È proprio quello che mi spaventa – confessa Tonino Asta che gioca contro il suo recente passato – molti abbandoneranno il club ma fino a oggi per orgoglio, amor proprio e rispetto verso i tifosi so già che s´inventeranno una prova formidabile – assicura il trainer – le difficoltà cementano il gruppo come nessun´altra cosa. Lo so bene io che al primo anno a Monza prima che si insediasse la nuova proprietà sino a dicembre non avevo visto il becco di un quattrino, eppure assieme ai ragazzi quell´anno avremmo vinto il campionato da primi senza i 6 punti di penalizzazione. Dinanzi ai problemi spesso tiri fuori anche quello che non hai. Vedrete che loro azzeccheranno il partitone e noi dovremo essere perfetti». Con il trio di appiedati (Nolè, Proietti e Toninelli), l´assenza di Munarini che alla vigilia si è girato una caviglia e le cattive condizioni di Ingegneri, bloccato da un attacco febbrile e riattivabile solamente per la panchina, non che Asta possa alambiccarsi granchè con le scelte: Iocolano si muoverà ancora da vice Nolè dietro la punta Pietribiasi, Cattaneo schizzerà sulla mancina d´attacco, Davì si piazzerà da schermo di mediana assieme a Cenetti a rilevare Proietti e per surrogare Toninelli il favorito è Semenzato, collocato a destra, con Stevanin confermatissimo a sinistra. E in panca bisognerà ricorrere al baby Trento per far numero perchè sono finiti i giocatori di una rosa in effetti qualitativamente di livello ma più ristretta di un brodo di dado. «Il Monza vanta la difesa migliore del torneo – chiosa il tecnico – non diamogli riferimenti sulla profondità ma restiamo aggressivi, ci tengo a chiudere il 2014 in bellezza. Ce lo meritiamo». ROSSO INFORTUNATO. Alla lista degli indisponibili va aggiunto anche il presidente Stefano Rosso che in un contrasto durante una partita della squadra amatori nella quale milita si è procurato la rottura della tibia e una lesione ai legamenti della caviglia. Un serio infortunio per il quale ieri pomeriggio è stato operato al “San Bassiano”, dal primario di ortopedia, prof. Sartorello, coadiuvato dal dott. Diego Ave, sanitario giallorosso. Il papà Renzo, al capezzale del figlio durante l´intervento e il vicepresidente Roberto Masiero hanno subito informato la squadra spingendola oggi al successo da regalare al pres.

Ore 14.30 – (Trentino) In palio ci sono tre punti che pesano come macigni. Chiamatelo il “derby dei poveri”, il derby del “mors tua vita mea” o come volete, certo è che la sfida fratricida tra Mezzocorona e Mori Santo Stefano avrà conseguenze pesantissime sulla classifica. Il pareggio servirebbe pochissimo ad entrambe, la vittoria di una delle due condannerebbe, di fatto, l’altra alla retrocessione. In via Santa Maria sarà super sfida salvezza in un clima che si preannuncia “caldissimo” vista l’annunciata contestazione da parte della tifoseria di casa all’indirizzo del presidente gialloverde Alberto Grassi. QUI MEZZOCORONA. Out Folla, appiedato per un turno dal giudice sportivo e l’infortunato Cristanelli, Lomi recupera Bentivoglio, Zentil e Caridi, tutti e tre ai box domenica scorsa. Il tecnico gialloverde si affiderà probabilmente al “4-4-2”: davanti a Zomer la linea difensiva sarà composta da Corrà a destra, Fochesato e Zentil al centro e “Pendolino” Baltieri a sinistra. In mezzo al campo toccherà a Lorenzi e Gironimi con Misimi (preferito ad Alouani) e Caridi sulle corsie laterali con Bentivoglio e Rota in avanti. Difficile, quasi improbabile, che Lomi opti per il “3-4-1-2” vista la penuria di difensori centrali a sua disposizione che costringerebbe l’allenatore gialloverde ad arretrare Giromini sulla linea di Zentil e Fochesato e inserire Alouani in mezzo al campo al posto di uno tra Corrà e Misimi. «È una partita importantissima – chiosa Lomi – su questo non c’è dubbio, ma non parlerei di sfida da “dentro o fuori” perché siamo solamente a metà stagione e, tutto sommato, la classifica è piuttosto corta». QUI MORI SANTO STEFANO. I neoacquisti Dal Fiume (ex di turno) e Imperatrice sono convocati, ma Zoller non potrà disporre dello squalificato Manica e di Calliari, che andrà in panchina, ma solamente per onor di firma. L’intenzione dell’allenatore lagarino è quella di schierare la propria squadra secondo il “4-2-3-1” con Poli tra i pali, difesa con Pozza e Igor Dossi sugli esterni, Pruenster e Concli al centro mentre capitan Cristelotti e Sceffer agiranno da mediani. I tre trequartisti alle spalle di Tranquillini saranno Bonilla, Tisi e Deimichei. Rispetto al “collega” Lomi, Zoller la pensa in maniera diametralmente opposta. «Si tratta di una sfida da vincere assolutamente – queste le sue parole – e solamente chi conquisterà i tre punti potrà continuare a coltivare una piccola speranza di raggiungere i playout. Permettetemi poi di ringraziare pubblicamente Francesco Baltieri e Samuele Folla: domani (oggi, ndr) saranno avversari, ma durante la settimana sono due grandi amici, visto che prestano opera di volontariato al mattino presso la cooperativa “Grazie alla vita” ed io ho la fortuna di essere il loro responsabile».

Ore 14.20 – (Il Piccolo) L’ultima fatica dell’anno, per cercare di chiudere al meglio un 2014 che rimarrà nella storia del sodalizio biancorosso. Il Kras Repen oggi affronterà in trasferta il Dro (fischio d’inizio alle 14.30, arbitro Mattia Cazzaniga di Lecco) in quello che sarà il penultimo incontro del girone di andata. Match che senza troppo indugi si preannuncia fondamentale per la truppa allenata da Anton Zlogar. Le due squadre infatti navigano nelle zone calde della graduatoria. E sanno che la posta in palio è davvero alta: si tratta infatti di un vero e proprio scontro salvezza. Oggi in Trentino il tecnico sloveno potrà contare su 16 effettivi. La squadra sarà composta da Budicin tra i pali, difesa a quattro con Bozic e tre giovani fuoriquota da scegliere tra Slavec, Simeoni, Castellano, Boskovic e Fross. A centrocampo spazio a Gulic, Grujic e Rondinelli. Davanti invece Knezevic sarà supportato da Tawgui e Rabbeni. Assenti Spetic, Ranic, Capalbo, Del Nero, Cvijanovic, Babichev, Corvaglia e Petracci. In panchina siederanno D’Agnolo, Maio, due tra i quattro difensori fuoriquota, e il giovane Junior Marco Facchin. La squadra è partita nella tarda mattinata di ieri alla volta di Dro ed evidente che c’è tanta voglia di chiudere degnamente questo 2014 che se dà un lato ha regalato la terza promozione in serie D, dall’altro sta consegnando al Kras il terzo campionato in salita alle soglie del professionismo. «Ci teniamo molto a fare bene in questa ultima fatica dell’anno – racconta il dirigente responsabile biancorosso Tullio Simeoni -. Sappiamo perfettamente che non sarà facile». Per quanto riguarda il Dro i gialloverdi hanno anunciato in questi giorni due innesti che vanno a potenziare la rosa a disposizione di Stefano Manfioletti e che saranno già a disposizione del tecnico gardesano oggi contro il Kras. Per consolidare la retroguardia trentina è giunto il difensore classe ’89 Daniele Allegretti, giocatore che vanta 165 presenze in Serie D con le maglie di Alta Vallagarina, Sommacampagna, Porfido Albiano, Mezzocorona (compagine con la quale ha militato anche in Lega Pro) e Fersina Perginese. Sulla linea mediana, invece, il volto nuovo è quello del classe ’95 Alessandro Cenzato, centrocampista veneto proveniente dal Villafranca (6 presenze quest’anno in D) ma con un recente passato al Trissino Valdagno (39 presenze e 4 reti in due stagioni nel massimo campionato dilettantistico nazionale) e un’esperienza nel settore giovanile del Cittadella.

Ore 14.10 – (Il Piccolo) Dopo aver assaporato la scorsa settimana in Trentino, per la prima volta in questa stagione, la sensazione inebriante della vittoria, la Triestina vorrebbe continuare a festeggiare anche oggi in terra pordenonese. Sarebbe il modo migliore per chiudere bene un tribolatissimo 2014 e brindare a un futuro che si spera più luminoso. Ma le cose oggi sul campo di Fontanafredda (inizio ore 14.30), saranno probabilmente ancora più complicate della già sofferta trasferta di Mori. Di fronte ci sarà infatti una compagine decisamente più attrezzata per la categoria e soprattutto decisa a vendere cara la pelle, per difendere con i denti quella che attualmente è l’ultima posizione utile ad assicurarsi la salvezza diretta. La Triestina, che viaggia 8 punti sotto agli avversari, deve innanzitutto non uscire sconfitta per non perdere ulteriore terreno dalla quota salvezza diretta, ma sogna un colpaccio che significherebbe portarsi a soli 5 punti da quello che per l’Unione in questo momento significa il paradiso. La squadra di Ferazzoli, in serie utile da cinque giornate (quattro pareggi e una vittoria), dovrà però fare a meno di diverse pedine. Cinque in tutto gli infortunati: Di Piero, Crosato, Aquilani, Pontrelli e Giordano. Assenze che, come già sottolineato in settimana, accendono allarmi nel settore offensivo e nell’utilizzo degli under. Ma proprio nel reparto dei più giovani la Triestina recupera un giocatore importante, ovvero Pasquale Manzo, a lungo frenato da acciacchi muscolari e problemi di pubalgia: l’esterno destro non è forse ancora al top, ma ora è disponibile e in queste condizioni di emergenza verrà subito gettato nella mischia. Essendo un under nato nel 1995, infatti, potrà prendere il posto dell’acciaccato Damiano Pontrelli. Per il resto, Ferazzoli sembra intenzionato a ripartire dal brillante secondo tempo di Mori, quando la Triestina oltre a ribaltare il risultato creò varie occasioni da rete. Pertanto oggi a Fontanafredda il tecnico potrebbe riproporre il 4-4-2 visto nel secondo tempo in Trentino, con gli stessi uomini ma Manzo al posto di Pontrelli e il rientro di Luca Piscopo in difesa al posto di Giannetti. Riassumendo: davanti al portiere Zucca, la coppia centrale difensiva sarà formata da Piscopo e Antonelli, con Ventura terzino destro e Celli a sinistra. A centrocampo, sembra che il favorito per giocare in mezzo accanto a Bedin sia Arvia (con esclusione dunque di Proia), mentre Manzo occuperà la corsia di destra e Gusella quella mancina. In attacco, ovviamente, la coppia formata da Milicevic e Rocco. Ma non sono escluse sorprese dell’ultimo minuto: del resto Ferazzoli aveva già dimostrato a Mori di poter scombinare le carte proprio alla vigilia del match. Da registrare fra i 20 convocati la prima volta del senegalese Thiam Diop e il rientro di Fiore, mentre gli under di rincalzo saranno Nuzzi e Cociani.

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Per chiudere l´anno, come se si fosse in Borsa, col segno “più”. Per girare la boa dei 20 punti. E poi per farsi un bel regalo di Natale, che non guasta mai. Con Arzignanochiampo-Tamai (calcio d´inizio alle 14.30 al Dal Molin) la Banda Beggio saluterà il 2014, anche se il tecnico dei gialloazzurri è perentorio: «Io spero di non respirare aria di vacanza in campo, la concentrazione dovrà essere massima perché è proprio questa ad averci portato, nelle gare più difficili, punti importanti». E non mancheranno però le difficoltà, con Urbani certamente fuori uso causa influenza: al suo posto verrà impiegato l´altro baby Crestani, avanzato però nel ruolo di seconda punta più congeniale alle sue caratteristiche. Nel 4-4-2 Carlotto si riprenderà la fascia sinistra, mentre Fracaro – se sarà degli 11, anche lui colpito da influenza, altrimenti toccherà a Beccaro – coprirà la zona destra. Per il resto, tutto come sempre. Il Tamai, invece, dovrà fare a meno di Davide Furlan e Kevin Pagan, entrambi appiedati dal giudice sportivo. «Questo non pregiudica la loro pericolosità – fa sapere Paolo Beggio -, perché hanno una coppia d´attaccanti che per me è la più forte del girone».

Ore 13.50 – (Tribuna di Treviso) Al Montebelluna non basterà la tradizione favorevole per uscire indenne dall’Ostani. Di fronte c’è un Giorgione che vola sulle ali dell’entusiasmo, ma anche i biancocelesti godono di buona salute: quattro vittorie, due pareggi (l’ultimo domenica scorsa in rimonta contro l’ArzignanoChiampo) e una sola sconfitta a partire da novembre, per una classifica che li vede a +5 sui cugini e a -2 dalla griglia playoff. Giorgione-Montebelluna è anche il derby degli ex: da una parte Prosdocimi e Pazzaia (ora in forza ai castellani), dall’altra il tecnico Daniele Pasa, che a Castelfranco ha già allenato nella parte finale della stagione 2012/2013. Pasa ritrova l’ex compagno di squadra Antonio Paganin, avendo giocato insieme a lui nell’Udinese a fine anni ’80. È inoltre il primo derby dopo la polemica tra le due società sul “caso Filippetto” (il portiere sembrava destinato al Giorgione con tanto di presenza al raduno, ma il Montebelluna a fine luglio se l’è ripreso): i mesi trascorsi e il clima natalizio dovrebbero permettere di archiviare la vicenda come acqua passata. Si preannuncia pertanto una sfida ricca di spunti, la ciliegina sulla torta per chiudere al meglio l’anno solare. «È un match per il quale non serve motivare i giocatori», sostiene mister Pasa, «Ho allenato al Giorgione e so che questa è una partita sentita da entrambe le società, essendo un derby che si gioca da diversi anni, dove c’è molta aspettativa e ognuno cercherà di strappare i tre punti. Noi arriviamo dal 2-2 con l’Arzignano Chiampo in cui abbiamo recuperato due gol, anche se quando siamo passati in svantaggio non stavamo facendo male: i ragazzi sono stati bravi a non disunirsi». Sul Giorgione: «È una squadra in salute, pressa, corre, sta bene fisicamente e i molti giovani che ha in organico hanno preso convinzione dei propri mezzi. La vittoria ai danni dell’Altovicentino per loro è un’importante iniezione di fiducia. Bisogna vedere le condizioni del campo, a Castelfranco è un po’ molle e forse sarà necessario tenere alta la palla per giocare». Dopo le partenze di Slongo, Savi, De Min (tutti al Ripa Fenadora) e di Scarpa, e l’arrivo del giovane portiere Scatemburlo dal Quinto, i montelliani hanno tutte le pedine a disposizione, visto che anche Cecchel ha recuperato da un lieve infortunio alla caviglia (in attacco staffetta tra lui e Cusinato). Montebelluna (3-4-3): Rigo; Fabbian, Bressan, Severgnini; De Vido, Nicoletti, Perosin, Frassetto; Giglio, Masiero, Cecchel (Cusinato).

Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) Piú che l’ex Adriano, in questo momento ai margini dell’undici titolare, la Sacilese oggi a Legnago teme soprattutto l’effetto del nuovo allenatore. Andrea Orecchia farà infatti il suo esordio casalingo sulla panchina della formazione veronese proprio al cospetto dei liventini. E dopo il buon pareggio ottenuto a Dro domenica scorsa, ha tutte le intenzioni di regalare ai propri tifosi un successo che manca addirittura da oltre un mese, astinenza quest’ultima costata il posto a Leonardo Rossi. Aldilà, però, di tutte le possibili difficoltà ambientali e tecniche che si troverà innanzi, la squadra di Zironelli punta a calare il poker di vittorie consecutive, dopo le affermazioni con Padova, Giorgione e Clodiense. Una striscia che ha condotto i Liventini a 3 punti soltanto dal terzo posto occupato dal Belluno. A complicare il compito dei biancorossi si sono messe però alcune defezioni che hanno ridotto all’osso l’organico a disposizione di Zironelli, oggi privo di Grazzolo, Grion, Biasi Manolache e con Beccaro in dubbio a causa dell’influenza. Rientra invece Peressini che ha scontato un turno di squalifica. Probabile formazione (3-4-1- 2): Favaro; Peressini, Baggio, Manucci; Craviari, Favret, Bolzan, Beccia; Boscolo; Spagnoli, Sottovia.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’argento sotto l’albero. Dopo il pareggio dell’Altovicentino nell’anticipo di ieri pomeriggio l’obiettivo del Belluno è uno soltanto: chiudere il 2014 sul secondo gradino del podio. Attualmente a -3 dai vicentini, i gialloblù tenteranno l’aggancio. Di mezzo, alle 14.30 odierne (alla fine festa per e con i tifosi), l’Union Pro «che è in condizione – ammette mister Vecchiato alla vigilia – è una squadra che sta dimostrando carattere, ma noi ci teniamo davvero molto a fare una grande partita. Vogliamo chiudere l’anno in bellezza». Per esempio da secondi della classe. «A questo punto sì, dipende da noi. E il 4 gennaio poi c’è lo scontro diretto tra le prime…». Secondi a maggio invece? «Chi lo sa… Difficile dirlo, difficile immaginare cosa possa accadere da qui a maggio, ma di certo arrivati a questo punto noi ci teniamo molto. Ci teniamo molto a stupire tutti quanti. È e sarà difficile, ma ci proveremo in tutti i modi». Contro l’Union Pro sarà l’ultima senza Radrezza. «Esatto, il 4 gennaio lo vorrei in panchina. Dovrà fare minuti con la Juniores, dovrà lavorare molto per ritrovare il ritmo ma già in partitella, tra di noi, ha ripreso a segnare. Quel che gli serve per caricare fiducia ed euforia. Io so solo che sarà sta bene avrò finalmente a disposizione un giocatore che in un anno e mezzo non ho mai visto. E che giocatore… Se sarà il Radrezza che è sempre stato sarà un acquisto enorme per noi». Il mercato invece si è chiuso senza ingressi. «Tutto come previsto, con qualche prestito piazzato e niente in entrata. Il ds Fardin sta monitorando la situazione tra i professionisti alla ricerca di un giovane centrale di difesa, fermo restando che Merli e Sommacal stanno facendo un campionato maiuscolo». E le vacanze? «Dipende dal risultato di oggi: con una vittoria potrebbe scapparci un giorno di riposo in più».

Ore 13.20 – (Corriere delle Alpi) Ultima partita dell’anno. Il Belluno scende in campo alle 14.30 al Polisportivo per affrontare l’Union Pro. Sulla carta i gialloblù sono favoriti, la squadra di Mogliano è decima e ha il terzo peggior attacco del girone, anche se è reduce da tre tre vittorie, tutte negli ultimi minuti. Il Belluno vuole prima di tutto mantenere l’imbattibilità al Polisportivo, dove quest’anno ha sempre vinto, a parte un pareggio contro il Giorgione, ma i gialloblù vorranno sicuramente vincere per mantenere la scia di Padova e Altovicentino e tenere a bada la Sacilese. L’Union Pro è reduce dalle vittorie con Mezzocorona, Mori e Fontanafredda, oltre al pareggio esterno di Trieste. Il tecnico Francesco Feltrin dovrà rinunciare al centrocampista Riccardo Serena fermato dal giudice sportivo. Vecchiato può invece sorridere. Ritrova Marco Duravia, anche se il suo impiego sarà valutato con attenzione dall’allenatore gialloblù. 4-3-3 oppure 4-3-1-2. Il Belluno ha dimostrato di poter giocare con entrambe le soluzioni disegnate attentamente da mister Vecchiato in questi mesi. Se il tecnico dovesse scegliere di tenere Duravia in panchina potrebbe optare per il centrocampo a rombo mettendo Yari Masoch alle spalle di Simone Corbanese e un fuoriquota a scelta tra Francesco Posocco e Ruben D’Incà. Per il resto della formazione non dovrebbero esserci dubbi, a parte il solito ballottaggio in porta tra Damiano Schincariol e Davide Solagna. Stagione incredibile. Non è ancora finito il girone di andata ma fino ad ora la squadra di Piazzale della Resistenza ha fatto vedere grandi cose. Dopo quindici giornate la banda gialloblù ha conquistato undici vittorie, di cui sei consecutive ad inizio campionato, tre pareggi con Giorgione e Dro, e due sconfitte, per altro immeritate, contro le due big del campionato Padova e Altovicentino. Capocannoniere. Simone Corbanese è il miglior realizzatore del campionato con undici reti in quattordici partite. Nel derby di sabato scorso contro il Ripa Fenadora ha messo a segno il gol numero 100 da quando gioca in una prima squadra e questo pomeriggio proverà ad incrementare ulteriormente il proprio bottino. Fino ad ora sono 70 le reti con la maglia gialloblù tra campionato e Coppa Italia.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Ultimo appuntamento del 2014 oggi alle 14.30 per le nostre rappresentanti del girone D. ESTE. Compito apparentemente facile sulla carta dato che al Nuovo Comunale riceve i cesenati del Romagna Centro che sono ultimi, ma Gianluca Zattarin tiene alta la guardia: «Ottenere la vittoria darebbe importanza anche al pareggio con la Fortis Juventus. Ai ragazzi ho chiesto l’ultimo sforzo prima della sosta perché ci attende una partita importante che ci dirà dove possiamo arrivare, tanto più che quando abbiamo affrontato le squadre in fondo alla classifica abbiamo trovato sempre difficoltà. È un test fondamentale, sapendo tra l’altro che c’è la sfida Correggese-Rimini. Guardiamo comunque a noi stessi e otteniamo i tre punti con le buone o con le cattive». Correggese (seconda) e Rimini (primo) precedono in classifica i giallorossi di due e sei lunghezze: fate ancora un pensiero alla vetta? «Siamo lì davanti ed è giusto cercare di starci con tutte le nostre forze, anche perché finora abbiamo fatto molto bene». Qualche problemino per Lelj che con la Fortis ha rimediato una distorsione alla caviglia. ABANO. Allo stadio delle Terme se la vede con la Fortis Juventus. «La speranza è fare i tre punti – sottolinea Massimiliano De Mozzi – che sono importanti e ce li meritiamo. La vittoria ci permetterebbe di scavalcare la Fortis e di passare un Natale felice, senza dimenticare che ci permetterebbe di avere il morale alto in vista del derby con il San Paolo. Faremo di tutto per vincere, anche se non sarà facile. In campo ci vorrà attenzione». Fuori per squalifica Ballarin e Baccarin, sarà varato il centrocampo a due dato che l’unico regista puro davanti alla difesa in rosa è Ballarin. THERMAL. Va a caccia di punti salvezza nella trasferta con l’Imolese. È la terza partita (tre pareggi) in panchina per Andrea Vezzù, che nell’organigramma figura come preparatore atletico: «Ho sempre fatto l’allenatore e con lo staff c’è stata sempre una stretta collaborazione. Ci sono buoni propositi per finire bene l’anno, stiamo tenendo duro e siamo ancora in corsa per la salvezza». Solo all’ultimo si saprà se recupera Vitagliano, che venerdì in uno scontro in allenamento con Cacurio ha riportato la peggio. SAN PAOLO. Anche i sanpaolini cercano punti per risalire la graduatoria nella sfida fuori casa con il Bellaria. Si gioca su un campo sintetico. Ecco Damiano Longhi: «Affrontiamo una squadra reduce da due vittorie in trasferta, molto valida sul piano dell’agonismo, anche se tecnicamente ha qualcosa meno di noi. Le possibilità di vincere ci sono, ma dobbiamo farci trovare pronti. Bisogna cercare di ottenere il bottino pieno per recuperare i due punti persi con il Fidenza, anche se non sarà facile». Tornano a disposizione dopo la squalifica Longhi e Villatora. Intanto, il derby con l’Abano in programma all’Euganeo è stato spostato da domenica 4 gennaio 2015 a martedì 6 gennaio.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) «Vogliamo continuare a compiere i nostri miracoli domenicali». Ha le idee chiare, il nuovo tecnico della Thermal Abano Andrea Vezzù che, dopo i due pareggi con Delta Porto Tolle e Formigine (entrambi per 1-1), vuole allungare la striscia positiva di risultati. Nonostante i rumors che davano per certo l’avvicendamento a favore di un allenatore “di ruolo”, in seguito alle dimissioni per motivi di salute di Vinicio Bisioli, Vezzù siederà anche oggi sulla panchina dei termali in occasione della trasferta in Emilia-Romagna (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Michele Di Cairano di Ariano Irpino) per la partita contro l’Imolese. L’ex preparatore atletico è stato infatti riconfermato dalla dirigenza rossoverde, che ha optato per continuità: «Ho collaborato con Bisioli e la squadra mi conosce bene» precisa Vezzù. «Se i ragazzi hanno dato risposte importanti nonostante le difficoltà, è merito del lavoro fatto in precedenza dal mister, che ha formato, insieme ai suoi assistenti, un ottimo gruppo. Dobbiamo continuare, di domenica in domenica, a giocarci la salvezza. L’Imolese, tra l’altro, è un’ottima squadra: ha iniziato male, è vero, ma poi ha dimostrato di avere la caratura tecnica per stare nella medio-alta classifica». In settimana sono arrivati due nuovi acquisti dal Campodarsego, Matteo Bolchi (ex Portogruaro, Sandonà, Virtus Verona e San Paolo) e Leonardo Zaramella. Per loro potrebbe esserci l’esordio a partita in corso: «Li ho a disposizione da martedì e devono ancora ambientarsi bene» aggiunge Vezzù. «Sono sicuro che ci daranno una grossa mano». Non saranno della partita, infine, Neagu e Baldovin, bloccati in infermeria.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) «I giocatori continuano a chiedere lumi, vogliono sapere quel che sarà. Ma se chi rappresenta in questo momento la società non riesce a dare una risposta, allora non è un bel segnale». Di chi si parla? Ma del San Paolo, a squadra che una settimana fa è stata ufficialmente ceduta a una misteriosa holding olandese, col risultato che nemmeno ieri gli stipendi arretrati sono stati saldati e lo stesso direttore generale Lorenzo Cresta non sapeva che rispondere alla squadra. Una situazione paradossale che si commenta da sola, e che non aiuta di certo i gialloblù ad uscire dalla sabbie mobili. «Possiamo solo fidarci di quel che ci dicono», allarga le braccia mister Damiano Longhi, «Se riusciamo a dare tutto sul campo, siamo consapevoli che non avremo nulla da rimproverarci. Però qualcosa dovrà accadere, prima o poi». Fabio Barbin, emissario in Italia della possibile nuova proprietà olandese, nei giorni scorsi continuava a gettare acqua sul fuoco, sprizzando rassicurazioni persino sul morale della squadra, a suo dire buono ma nella realtà sull’orlo di una crisi di nervi. Come se non bastasse, oggi pomeriggio in Romagna si gioca una sfida difficilissima: il Bellaria è a due passi dalla zona playoff: «Hanno vinto due trasferte di fila», spiega Longhi, «Sono una squadra preparata e che non molla mai, ma penso che noi siamo superiori nella qualità dei singoli. Siamo in una situazione non facile, ma dobbiamo provare a vincere». Oltre alle partenze di Fornasier e Milani, la difesa potrebbe essere rivoltata se Caco non riuscisse a recuperare. Due i ballottaggi: sfida tra Sambo e Gomiero per il posto di terzino sinistro, e tra Longhi e Benucci in mediana.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) La sconfitta di Castelfranco, contro una squadra che non vinceva da sette giornate e che, soprattutto, è riuscita a portare a casa i tre punti con un’unica azione in 90’ pressoché tutti a tinte neroverdi, ha fatto male. Oggi in casa contro la Fortis Juventus, l’Abano deve rifarsi con gli interessi delle distrazioni che sono costate le ultime due gare. Oltre allo squalificato Baccarin, però, è fuori dai giochi anche Ballarin. «Un giocatore insostituibile a livello di gioco», ammette il tecnico aponense, Massimiliano De Mozzi, «Perché le sue caratteristiche non ce le ha nessun altro tra i ragazzi attualmente in rosa. Per questo dobbiamo cambiare qualcosa, stiamo provando qualche soluzione anche con i due ragazzi nuovi, Dall’Ara e Ianneo, che saranno in campo. Gli altri, bene o male, ci sono tutti. Dobbiamo fare i tre punti a tutti i costi, per metterci a posto con la classifica e stare un po’ più tranquilli». Nel pieno dell’emergenza-infortuni, in ogni caso, l’Abano è stato bravo sin qui a non perdere la testa: «Nell’ultimo mese e mezzo siamo stati anche bravi a fare sette punti in sei partite, in una situazione di certo non facile. Martedì si è chiuso il mercato, e sinceramente oggi sono contento come lo ero anche prima. Il nostro obiettivo è salvarci e valorizzare i giovani, chiaro che un po’ di esperienza ci vuole, ma non ho mai avuto grosse pretese. Quello che la società poteva fare, l’ha fatto: a volte è più importante essere organizzati, che non avere i grandi giocatori». Nelle prossime settimane l’Abano potrebbe ancora inserire qualche puntello. Nel mentre, De Mozzi rimugina sulla formazione che scenderà in campo a Borgo San Lorenzo: «Loro giocano molto bene, ma noi battendoli possiamo superarli in classifica».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Ecco il Romagna Centro, per chiudere in bellezza. Oggi, al Nuovo Stadio di Este (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Giuseppe Trischitta di Messina), non mancheranno di certo panettoni e vin brulè per i tradizionali auguri di Natale. Ma, per sapere se il dolce milanese avrà o no i canditi, bisognerà aspettare il 90’, anche perché l’Este, impegnato nella rincorsa al Rimini, sempre più in testa alla classifica (in tre settimane i biancorossi sono andati a +6), dovrà affrontare il Romagna Centro, altra squadra della Riviera, fanalino di coda a quota 14 punti. I ragazzi allenati da Filippo Medri hanno vinto solo due partite nel girone d’andata e hanno la peggior difesa del girone D, con 39 gol subiti in 17 partite. C’è da dire, però, che sulla statistica pesa l’8 a 2 incassato dal Delta Porto Tolle. Insomma, sulla carta i giallorossi non dovrebbero fare troppa fatica, ma è altrettanto vero che, in questo primo scorcio di campionato, capitan Lelj e compagni hanno toppato contro le cenerentole. Proprio Lelj, tra l’altro, potrebbe saltare il match odierno per una distorsione alla caviglia non ancora superata. Insieme a lui, potrebbero guardare la partita dalla tribuna lo stopper Meneghello, convalescente dopo la forte contusione all’occhio rimediata due settimane fa, e Bonazzoli, debilitato da una forte bronchite. «Vogliamo chiudere l’anno in bellezza» afferma il mister atestino Gianluca Zattarin. «Bisogna dare un senso al pareggio di domenica scorsa con la Fortis Juventus, e renderlo un passo in avanti e non un salto nell’anonimato». Una vittoria da cogliere senza se e senza ma, anche perché il Rimini sarà impegnato nello scontro diretto in casa della Correggese seconda in classifica, e un’eventuale stop della capolista (con annessa vittoria dell’Este), riaccenderebbe alberi, lucine e speranze. L’Este, intanto, ha ufficializzato gli svincoli di Andrea Di Bari (arrivato in estate dal Rovigo) e Raffaele Pucino (mai sceso in campo). A parte l’acquisto di Luca Beghin dall’ArzignanoChiampo, non ci sono stati altri nuovi arrivi. La dirigenza punta infatti sui tanti under della rosa che si stanno mettendo in luce anche a livello nazionale: Stefano Coraini e Oleg Turea, infatti, lunedì raggiungeranno la Rappresentativa di serie D a Coverciano per lo stage finale, in vista del Torneo di Viareggio.

Ore 12.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6 (Cicioni 6); Busetto 6, Sentinelli 6, Niccolini 6.5, Degrassi 6.5; Segato 6, Mazzocco 6.5; Ilari 6.5 (Mattin 6), Cunico 7.5, Petrilli 6.5; Amirante 8 (Pittarello 6).

Ore 11.50 – (Gazzettino) Ilari si è involato sulla destra e con un tocco sapiente ha liberato in mezzo all’area Amirante, stop in corsa e destro chirurgico alle spalle di De Carli. Di nuovo Cunico ha avuto la palla del 3-0, poi qualche secondo prima dell’intervallo Petkovic è crollato a terra per un problema all’inguine. Il portiere del Padova si è faticosamente rialzato e ha stretto i denti fino a quando l’arbitro ha mandato le squadre negli spogliatoi. Non ce l’ha fatta però a giocare la ripresa e così Parlato, per rispettare la regola dei quattro “under” obbligatoriamente in campo, è stato costretto a un doppio cambio: Cicioni è andato tra i pali mentre il giovane Mattin ha preso il posto di Ilari, con Mazzocco che si è allargato a destra. Sono bastati sei minuti ai biancoscudati per siglare il 3-0, secondo un copione ormai collaudato. Cunico ha rubato palla sulla trequarti a un avversario, il più pronto ad approfittarne è stato Amirante che ha saltato il suo diretto marcatore con un “sombrero” e dopo essersi aggiustato la sfera (forse con l’aiuto del braccio) ha trafitto De Carli. Al quarto d’ora Parlato ha esaurito i cambi con l’ingresso di Pittarello al posto di un applauditissimo Amirante. Quasi di colpo il Padova ha smesso di giocare, preoccupandosi soltanto di far trascorrere il tempo, e l’iniziativa è passata totalmente nelle mani degli ospiti. Qualche biancoscudato è andato anche in riserva sul piano delle energie (crampi per Busetto e Petrilli) e gli ospiti ne hanno approfittato per accorciare le distanze con Ponik. Nulla però che potesse mettere in dubbio l’esito finale della gara. La buona notizia arrivata da Chioggia ha reso ancora più festoso il clima natalizio che si respirava all’Euganeo. E tutto è finito felicemente in gloria.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Meglio di così non poteva andare. La vittoria sull’Union Ripa La Fenodora consente ai biancoscudati di chiudere l’anno in bellezza e soprattutto di portare a 5 i punti di vantaggio sull’Altovicentino, bloccato sul 4-4 dalla Clodiense. Con un turno d’anticipo i biancoscudati si sono così laureati campioni d’inverno. E alla ripresa del campionato, domenica 4 gennaio, giorno dell’attesissimo scontro al vertice, la pressione sarà interamente sulle spalle della squadra berica. Ma le note liete non finiscono qui. La partita dell’Euganeo ha infatti esaltato anche il fiuto del gol dell’ultimo arrivato, l’attaccante Amirante, che all’esordio ha firmato una doppietta. Al resto ci ha pensato il solito inimitabile Cunico, al decimo centro stagionale: suo il gol che ha sbloccato il risultato dopo appena cinque minuti. Il Padova ha messo al sicuro il successo con un primo tempo molto incisivo. Già dall’approccio le sensazioni sono state positive e la rete dell’1-0 lo ha confermato. Cunico e Segato in pressing hanno strappato il pallone dai piedi di Antoniol, rapida verticalizzazione per Ilari, cross al centro, assist aereo di Petrilli per Cunico e girata al volo di sinistro del capitano che non ha dato scampo a De Carli. L’Union Ripa, che prima della gara aveva il suo punto di forza proprio nella difesa, ha accusato il colpo subìto a freddo e il suo tridente d’attacco è riuscito raramente a impensierire la porta avversaria. Al contrario, ogni ripartenza dei biancoscudati ha messo alle corde la retroguardia bellunese. Cunico e Amirante sono andati a un passo dal 2-0 alla mezz’ora, ma in entrambe le circostanze il portiere ospite si è salvato con bravura. Ma qualche istante dopo si è dovuto arrendere di fronte all’ennesima percussione del Padova. Ancora una volta tutto è nato da un pallone gestito male in mezzo al campo dai giocatori dell’Union Ripa.c

Ore 11.30 – (Gazzettino) Più cinque sull’Altovicentino: e la svolta del campionato? «Assolutamente no, bastano due pareggi nostri e due vittorie loro per risucchiarci. E il girone di ritorno è maledettamente difficile perché gli equilibri si equivalgono. Ma godiamoci questo Natale, auguro buone feste a tutti i tifosi che ci stanno vicini spingendoci a dare qualcosa in più». A questo punto Parlato esprime un sentimento personale: «Speravo molto che in questi anni ci fosse stato mio papà, e come tutti i papà ti mancano quando li vorresti avere. Dedico a lui questo momento, mi auguravo che potesse essere qui e invece ci guarda da lassù». Si torna a parlare dei biancoscudati. Amirante? «Meglio averli questi giocatori». L’infortunio di Petkovic? «Non so di preciso, aveva un fastidio al polpaccio, ma mi dicono che sia stato qualcosa all’inguine». L’unico neo è che in difesa si corre sempre qualche rischio, gol incluso. «Sì, ma in questa categoria ci sono errori in ogni partita. E poi è il discorso della coperta: se la scopri con quattro giocatori davanti come abbiamo noi, qualcosa devi pagare dietro». Avete ridato entusiasmo alla piazza. «Era una cosa dovuta». Un flash dell’attaccante Amirante: «Non potevo chiedere di meglio al debutto e davanti a tutto questo pubblico. Era da tempo che volevo provare un’emozione del genere». Ilari invece si sofferma sulla sua sostituzione all’intervallo: «Mi è dispiaciuto, ma è stata dovuta a regole che nascono nella testa di chi ci governa e ci si chiede se fanno il bene del calcio. Dovranno forse pensare a cambiarle».

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Abbiamo conquistato quasi matematicamente la salvezza, sono contento». È in vena di battute il presidente Giuseppe Bergamin e la dice lunga sul clima di entusiasmo che si respira dopo la vittoria con il Ripa. Il patron biancoscudato mette da parte gli scherzi: «Sono felice della prestazione, della maturità e della determinazione di questo gruppo. Anche Amirante ha avuto un impatto straordinario, vuole dire che abbiamo indovinato l’acquisto». Più cinque sull’Altovicentino. «Merito nostro e demerito loro, meglio così». Sarà un Natale felice per il popolo biancoscudato. Cosa prova ad avere ridato entusiasmo a tutti i tifosi dopo la scomparsa del vecchio Padova? «È una grande soddisfazione e sono contento per i tifosi. Il futuro è anche nelle loro mani. La gente ha capito che siamo una società seria che sta lavorando per raggiungere obiettivi importanti». Anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto è soddisfatto: «All’inizio della nostra avventura non pensavamo a una chiusura così bella del 2014. I risultati vengono dal gruppo, anche per quanto riguarda la società. Ma non abbiamo ancora fatto nulla, riparliamone a maggio». Ecco il tecnico Carmine Parlato: avrebbe firmato a inizio stagione per trovarsi primo a una giornata dal termine dell’andata con 5 lunghezze di vantaggio sulla seconda? «Tutti avremmo messo la firma e forse anche qualche soldino. I fatti dicono che questi punti li abbiamo strameritati, abbiamo raccolto molto di più di quello che ci auguravamo. Merito dei ragazzi e della società che non ci fa mancare niente». Quanto alla gara, spiega: «Nel primo tempo abbiamo fatto molto bene per intensità e qualità, poi per l’infortunio di Petkovic ho dovuto fare un doppio cambio. E dopo un quarto d’ora nella ripresa ho dovuto sostituire Amirante: mi ha detto che i ritmi dove giocava prima sono più bassi, ci poteva stare un suo calo. Senza defezioni e se avessimo avuto più logica si potevano gestire meglio gli ultimi 20-25 minuti. Però i ragazzi meritano i complimenti».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Una grande festa per tutti i novanta minuti che ha coinvolto l’intero Euganeo – quasi cinquemila i presenti – poi proseguita in “favelas”, la sede a Rubano della tribuna Fattori, con ospite la squadra, dirigenti e proprietà per un brindisi natalizio. Allo stadio interminabile la passerella finale sotto ogni settore dei giocatori che davano l’impressione di volersi godere fino all’ultimo secondo un momento così ricco di soddisfazioni. Durante la gara, oltre ai consueti epiteti contro i vari responsabili della fine del Calcio Padova, pure i cori contro la Famila, marchio di proprietà di Marcello Cestaro e vecchio sponsor, presente nella maglia dell’Union Ripa. Acclamazioni per l’indimenticato portiere Andrea Cano, presente sugli spalti. Il “terzo tempo” con gli ultras è proseguito in serata e ha visto intervenire i rappresentanti della curva e il presidente Bergamin, il tutto in un clima di entusiasmo e familiare, tanto che alcuni giocatori hanno portato con sè moglie e figli. Lunedì 29 riaprirà intanto la campagna abbonamenti per le nove partite casalinghe del girone di ritorno.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Gli attributi ci sono tutti per andare lontano. Grazie, ragazzi e mister”) È un bel Natale, perché era da tempo immemorabile – la stagione con Varrella, in C/2, 2000/01, anche allora con il titolo di campione d’inverno conquistato con una giornata d’anticipo, a quota 35 punti (e alla fine si andò su) – che non vedevamo il Padova veleggiare in vetta ad un campionato con tale e tanta autorevolezza e perché, bisogna ribadirlo con forza, qui è stato sposato, partendo da zero, un progetto serio, concreto e autorevole, dove è bandita la parola “improvvisazione”. Se le basi sono solide – insegna l’esperienza – si va lontano. Come non elogiare, allora, il gruppo e lo staff tecnico quando, subìta la sconfitta (e in che modo…) a Sacile, si sono rimboccati le maniche e, senza perdersi d’animo, hanno riannodato il filo che sembrava smarrito con i tre punti, infilando uno dopo l’altro tre successi capaci di farli schizzare nuovamente da soli in cima alla graduatoria, e con che vantaggio oltretutto? Ciò che ci piace di questa bellissima e intensa avventura è che tutto è semplice, spontaneo, a portata di mano: mai dichiarazioni fuori dal perimetro della ragionevolezza. E il tifoso, che di calcio ne mastica e apprezza chi coglie appieno l’importanza di indossare una maglia così importante, oggi è davvero l’uomo in più. Grazie, pertanto, ai giocatori, a questo staff tecnico e a questi dirigenti. Ci hanno restituito la serenità e l’orgoglio di urlare in faccia a tutti: «Sa-lu-ta-te la ca-po-li-sta». Tanta roba, scusate. Buon Natale, caro Padova.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Gli attributi ci sono tutti per andare lontano. Grazie, ragazzi e mister”) È bello vedere la gente di Padova felice e con il sorriso radioso per quanto sta facendo la sua (nuova) squadra di calcio. Preoccupati per la crisi economica che non concede tregua, per mutui e bollette da pagare, per il lavoro che manca e per l’incertezza sul futuro dei nostri figli, almeno sul fronte dello sport più amato ci sentiamo partecipi di una gioia bella, pulita, vissuta intimamente come un regalo meritato, anche se nulla era scontato in partenza. I Biancoscudati volano, accompagnati dalla fiducia e dall’entusiasmo di migliaia e migliaia di tifosi, che gradualmente, dopo il primo, comprensibile scetticismo, si sono riavvicinati allo stadio con una passione persino commovente. La rabbia e lo sconforto di metà luglio sono solo un brutto ricordo, soverchiati e cancellati dalle gesta dei ragazzi di Parlato e dalla simpatia travolgente che ispirano i baffi di Bergamin e l’aplomb quasi da gentleman britannico di Bonetto, ma anche dalla concretezza di un direttore sportivo preparato come De Poli (guardate un po’ che razza di bomber è andato a pescare nella categoria, abbiamo l’impressione che di Amirante non finiremo tanto presto di stupirci) e dall’operosità collegiale di una società che ragiona e si muove come un club che abbia sempre il senso della misura come regola-base della sua quotidianità.

Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6 (Cicioni 6.5); Busetto 6.5, Sentinelli 6, Niccolini 6, Degrassi 6.5; Segato 7, Mazzocco 6.5; Ilari 7 (Mattin 6.5), Cunico 7.5, Petrilli 7; Amirante 8 (Pittarello 6).

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il modulo rimane sempre il “4-2-3-1”, con lo svedese che si affianca a Segato davanti alla difesa e Mazzocco largo sulla destra. Proprio sui piedi di quest’ultimo arriva dopo 34 secondi la prima occasione della ripresa, ma il tiro del centrocampista sfiora la traversa. Poco male, visto che al 7′ l’Euganeo va definitivamente in brodo di giuggiole. Merito ancora di Salvatore “Savio” Amirante, autore di una giocata da spellarsi le mani. Smarcatosi bene su invito di Cunico, il centravanti si libera con un lob di Slongo, lanciandosi (forse con l’aiuto di un controllo con il braccio) verso la porta e freddando il portiere con il sinistro. Grande debutto, grande gol, grande Padova. Rete della bandiera. La gara non ha più nulla da dire, il Ripa mostra l’orgoglio troppo tardi, e non è nemmeno fortunato quando Busetto salva sulla linea un tiro di Brotto, che aveva evitato in dribbling anche Cicioni (8’). Il Padova ad un certo punto, come successo a Monrupino, si rilassa anche troppo, spreca un paio di buoni contropiede, e al 31′ viene infilzato da Ponik, che mette dentro sotto misura, su cross di Gjoshi, il pallone del 3-1. Ma è troppo tardi, i Biancoscudati colgono la terza vittoria consecutiva e si preparano alle feste nel miglior modo possibile, in attesa dello scontro al vertice del 4 gennaio a Valdagno.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) In difesa qualche intervento… leggero dei biancoscudati fa tremare l’Euganeo, ma appena il Ripa (molto timido in avvio) prova a mettere la testa fuori dal guscio, per il Padova si aprono praterie troppo invitanti. Prima Cunico si mostra insolitamente poco cinico sotto porta e calcia male a tu per tu con il portiere, dopo una sponda di Amirante. Quindi, al 33′, è lo stesso centravanti ligure a trovarsi solo davanti a De Carli: dopo un contropiede gestito ancora da un imprendibile Ilari, Amirante riceve palla in completa libertà a centroarea e segna il raddoppio. È un Padova che convince, il pubblico si diverte e al 36′ si mangia le mani per il tris mancato. Dopo l’ennesima ripartenza sulla fascia sinistra, con un Petrilli in condizioni ancora sfavillanti, Mazzocco riceve palla in ottima posizione ma spara sul portiere in uscita. Amirante show. L’unico intoppo di giornata arriva dall’infermeria, visto che proprio allo scadere del tempo Petkovic si fa male all’inguine, saltando in presa, ed è costretto a restare negli spogliatoi. Avendo in panchina solo Cicioni e in campo il numero minimo di “under”, Parlato deve così ricorrere ad una doppia sostituzione, inserendo il portiere di riserva e contemporaneamente togliendo l’over Ilari per il giovane Mattin.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) C’era chi sosteneva che la sconfitta contro la Sacilese fosse stata salutare. E probabilmente aveva ragione. Dopo aver perso la vetta della classifica il Padova ha sempre vinto, convinto e adesso è andato anche in fuga. L’ultimo successo del 2014 – il tredicesimo dall’inizio del torneo – è arrivato ieri, un 3-1 mai in discussione contro l’Union Ripa La Fenadora, valso anche il titolo di campione d’inverno, visto il distacco di 5 punti sull’Altovicentino, fermato (sempre ieri) sul 4-4 dalla Clodiense. Un Padova che diverte e, oltre al solito Cunico, mette in mostra anche il nuovo arrivato Amirante, subito in campo a autore di una doppietta. Partenza sprint. Giusto il tempo che l’arbitro fischi il “via” e i tifosi biancoscudati rinnovino il loro odio verso l’ex proprietà (anche perché il gruppo di Cestaro sponsorizza il Ripa) che il Padova si ritrova già in vantaggio. Al 5′ una veloce ripartenza di Segato porta Ilari al cross da destra: Petrilli sul secondo palo fa la sponda di testa per l’inserimento del solito Cunico, il quale in girata firma il suo decimo gol stagionale. È un momento di forma straordinario per il capitano biancoscudato, testimoniato non solo dalla puntualità eccezionale con la quale va a segno, ma anche dal modo con cui orchestra la squadra e gestisce le azioni offensive. Un giocatore di categoria superiore e certe sue “invenzioni” illuminanti strappano gli applausi convinti di un Euganeo che nel primo tempo assiste ad una prestazione di spessore del Padova, a tratti spettacolare e a volte anche un po’ narciso.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Questo Amirante, quando torneranno Zubin e Ferretti, rischia di metterla in seria difficoltà nelle scelte offensive… «Giocatori così meglio averli con noi che contro. I giovani ci stanno dando dentro tantissimo, ma a volte è la qualità dei “vecchi” a fare la differenza. Io chiedo sempre di spegnere le partite quando si ha la possibilità e lui ad inizio ripresa l’ha fatto con una grande giocata». Unica pecca, forse un po’ di rilassatezza nel finale e qualche occasione di troppo concessa al Ripa… «È tutta questione di equilibrio e di coperta. Giocando con una punta e tre alle spalle, è normale concedere un po’ di più e scoprirsi maggiormente». Cosa significa giocare lo scontro diretto con l’Altovicentino in queste condizioni di classifica? «È un buon margine ma ora è giusto che i ragazzi stacchino un po’ la spina, visto che dal punto di vista mentale hanno tirato la carretta tantissimo finora. Anche se, e lo dico anche da ex giocatore, sono sicuro che il pensiero sarà sempre all’Altovicentino. Pure mentre staremo mangiando il baccalà o i tortellini». Il tecnico biancoscudato ha anche due dediche speciali. Una molto profonda e personale. «Dedichiamo il successo a questo pubblico stupendo, che dall’inizio della stagione ci sta dando grande fiducia. Noi proviamo ogni domenica a ripagarlo sempre con il massimo impegno. Spero che questo possa essere un premio e auguro a tutti i nostri sostenitori di star bene a Natale con le proprie famiglie. In più c’è una cosa che vorrei dire: mi sarebbe piaciuto che mio padre, che è mancato da tempo, fosse al mio fianco in questi anni. Sono persone che mancano tanto quando vorresti che fossero vicine, e mi piacerebbe dirgli: “Li vedi questi ragazzi, ci stanno portando dove volevamo”. Ma so che ci guarda da lassù…».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato, dica la verità, ad inizio stagione avrebbe messo la firma per trovarsi in vetta alla classifica, a + 5 sull’Altovicentino, alla vigilia dello scontro diretto dell’ultima giornata d’andata? «Avremmo firmato tutti e forse avremmo messo anche qualche soldo. Ma i fatti dicono che abbiamo strameritato tutto, raccogliendo molto più di quanto ci saremmo augurati. Il merito va a questi grandi ragazzi e ad una società che fa in modo di non farci mai mancare niente». Contro il Ripa è stata una delle prestazioni più brillanti del Padova? «Era una prova di maturità e i ragazzi hanno fatto un primo tempo molto buono in termini di intensità e qualità. Poi l’infortunio a Petkovic (problema inguinale, ndr) mi ha costretto ad operare un doppio cambio dovendo tenere quattro “under” in campo. Sono sempre stato condizionato da questa cosa e mi è dispiaciuto molto per Ilari, che stava facendo bene. Dopo un quarto d’ora della ripresa ho dovuto togliere Amirante, visto che un suo calo era preventivabile. Avevo parlato con lui e, nonostante fosse allenato e in forma, mi ha confessato che ha giocato fin qui a ritmi più bassi di quelli a cui siamo abituati noi. Senza il doppio cambio avremmo potuto gestire meglio gli ultimi 25 minuti, nei quali qualche giocatore che spende molto era affaticato». Dopo il ko di Sacile, in tre partite non solo ha ripreso la vetta, ma ha staccato di cinque lunghezze l’Altovicentino. Può essere questa la vittoria della svolta? «No, perché bastano due pareggi per ritrovarsi punto a capo. Ora finiamo il girone d’andata, poi tracciamo mezza linea e ci facciamo una prima idea, visto che avremo affrontato tutte le avversarie. Questo non vuol dire che sia più facile nel girone di ritorno, dove chi dovrà salvarsi e chi giocherà per i playoff lotterà ancora di più con il coltello tra i denti».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il “botto” di fine anno è arrivato con una decina di giorni d’anticipo. Ma sarà sicuramente da ricordare. Esordio con i fiocchi per Salvatore Amirante, che alla prima gara in biancoscudato realizza subito una doppietta. «Meglio di così non potevo sperare», sorride l’attaccante ligure. «Ho avvertito una gioia immensa, anche perché era da tanto tempo che avevo voglia di provare un’emozione del genere di fronte a tutto questo pubblico». Sembra che non abbia patito nemmeno un attimo l’emozione del debutto. «Sinceramente prima di scendere in campo ero un po’ preoccupato, non avevo provato quasi nulla con i nuovi compagni, a parte l’amichevole di mercoledì e l’ultima rifinitura. Il mister mi ha spiegato un po’ il lavoro da fare e mi ha detto solo di buttarla dentro appena avessi avuto un’occasione. È andata bene, sono davvero felice, ma il merito va soprattutto ai compagni, che mi hanno servito due palloni splendidi». Il secondo gol, quello del 3 a 0, è di pregevole fattura. «Volevo saltarlo in pallonetto e ci sono riuscito. La dedica va a alla mia famiglia e a chi mi è sempre stato vicino. È stato un bel 2014 per me e ora voglio continuare così. Per Natale tornerò a casa e farò per bene le valige. Dobbiamo ritornare in campo alla grande e puntare a vincere il campionato». Sorride, seppur con una punta di amarezza, anche Marco Ilari, tornato a livelli d’eccellenza. «Sono contento, mi sento bene e credo che il calo accusato il mese scorso fosse solo fisiologico. Era fondamentale vincere e siamo stati bravi a sbloccarla subito». Peccato solo per quel cambio forzato, vista la regola degli “under”, arrivato all’intervallo. «Ci sono rimasto male, come credo ci rimangano male tutti. C’è questa regola, ma l’Italia è un paese strano, sembra girare tutto al contrario. In panchina, viste tutte queste norme sull’età, c’è bisogno di ragionieri che facciano i calcoli». Come al solito dispensa sempre grande ironia il presidente Giuseppe Bergamin: «Bene, abbiamo conquistato i punti-salvezza (e ride…). È una grossa soddisfazione aver ridato entusiasmo ai tifosi, ora bisogna mantenerlo vivo perché se lo meritano».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Non è ancora tempo di vacanze per i biancoscudati, che oggi godranno della (meritata) domenica di riposo, ma si ritroveranno già domani per una seduta defaticante. Nella serata di lunedì, poi, è in programma la cena di Natale della società, con dirigenti, tecnici e giocatori, oltre alle autorità e ai rappresentanti dell’Aicb, al ristorante “Al Tezzon” di Camposampiero, cena che fungerà anche da “rompete le righe”. Cunico e compagni si ritroveranno per il primo allenamento post natalizio sabato 27 e il giorno dopo saranno impegnati in amichevole a Piove di Sacco contro la Piovese.

Ore 09.00 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 6 (Cicioni 6); Busetto 6.5, Sentinelli 6, Niccolini 6.5, Degrassi 6.5; Segato 7, Mazzocco 7; Ilari 7.5 (Mattin 6.5), Cunico 7.5, Petrilli 7.5; Amirante 8 (Pittarello 6).

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Gol, assist, giocate d’alta scuola, tre punti messi in cassaforte, classifica da urlo a +5 sull’arrancante Alto Vicentino di fine 2014. Eccolo servito, il miglior Natale possibile per il Padova di Carmine Parlato, che si prende tutto nell’ultima partita dell’anno davanti ai cinquemila dell’Euganeo. Il gioco c’è, Amirante debutta con una gran bella doppietta, la squadra tiene anche senza i suoi due attaccanti titolari, Ferretti e Zubin, entrambi indisponibili. Difficile trovare zone d’ombra nel pomeriggio che mette in vetrina i biancoscudati contro il Ripa La Fenadora davanti alle telecamere di Raisport. Il sunto: vittoria per 3-1 senza discussioni e contemporaneo pareggio dell’Alto Vicentino bloccato sun un rocambolesco 4-4 a Chioggia. Insomma, si vola a +5 sulla grande rivale nella corsa alla Lega Pro e le prospettive sembrano a dir poco rosee. Al tirar delle somme, in tutta evidenza, è un sabato da sogno per i biancoscudati e soprattutto per Salvatore Amirante, arrivato in settimana per gestire l’emergenza attacco e autore di una sontuosa doppietta. Meglio di così, in tutta onestà, era difficile chiedere a lui e alla squadra biancoscudata. L’allungo in classifica è di quelli che fanno male, perché l’Alto Vicentino nelle ultime tre partite ne ha perse due pareggiandone una, mostrando chiari segnali di crisi. Nonostante il cambio in panchina, in definitiva, la squadra del patron Dalle Rive sembra in affanno tecnico e psicologico in vista dello scontro diretto del 4 gennaio a Valdagno, per il quale l’ago della bilancia al momento pende decisamente in direzione della città del Santo. Per il vantaggio del Padova bastano appena 5 minuti: cross di Ilari, sponda di Petrilli e perfetto inserimento di Cunico, che fulmina il portiere bellunese De Carli. Non pago del vantaggio, il Padova insiste e il raddoppio arriva al 33’ su meravigliosa azione di llari, che si invola sulla destra appoggiando ad Amirante, che non fallisce l’appuntamento con il gol. Il Ripa non riesce a reagire e subisce il tris al 7’ della ripresa. Merito ancora di Amirante che conclude con il bis personale un’azione da applausi con sombrero e diagonale ancora alle spalle di De Carli. L’Euganeo esulta anche per le notizie in arrivo da Chioggia, dove l’altalena di emozioni si chiude sul 4-4, mentre il Fenadora segna il gol della bandiera al 31’ con Ponik che appoggia in gol l’assist di Dassiè. Finisce così, l’Euganeo applaude convinto. La luna di miele tra squadra, società e tifosi continua .

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il Natale padovano porta con sé il meglio possibile e l’atmosfera è quella dei giorni migliori. I riflettori sono tutti per Salvatore Amirante, che ha cominciato come meglio non avrebbe potuto l’avventura padovana. «Non potevo chiedere di meglio — ammette l’attaccante ligure — era da tanto che volevo provare un’emozione simile… I miei compagni mi hanno messo a mio agio e mi hanno dato due palle fantastiche. La gioia più grande è stata quella di poter esultare sotto la Fattori, ho chiuso nel migliore dei modi un bellissimo 2014, dopo tre anni di calvario». Grande felicità anche per Carmine Parlato: «Andare a Valdagno con cinque punti di vantaggio — ammette l’allenatore — può essere positivo ma i ragazzi adesso è giusto che stacchino la spina dal punto di vista mentale. Devono godersi la loro famiglia e stare sereni, pensando alle vacanze. In questa categoria nelle partite ci sono sempre degli errori».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 26, Clodiense 25, Montebelluna 24, ArziChiampo e Giorgione e Union Pro 19, Fontanafredda 18, Legnago 15, Dro 13, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 6.

Ore 08.34 – Serie D girone C, la sedicesima giornata: ArziChiampo-Tamai, Belluno-Union Pro, Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen, Fontanafredda-Triestina, Giorgione-Montebelluna, Legnago-Sacilese, Mezzocorona-Mori Santo Stefano.

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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 20 dicembre: il Padova batte 3-1 l’Union Ripa La Fenadora e grazie al contemporaneo pareggio dell’AltoVicentino si porta a +5 e si laurea campione d’inverno.




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