Live 24! Union Pro-Padova, -5: si ritorna al lavoro all’Appiani, l’imperativo è voltare pagina

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) Iniziare il 2015 non con una sconfitta è stata già una vittoria. E se non sono arrivati i tre punti, ma solo un punto, poco importa. Dopo quattro ko consecutivi il Kras Repen è tornato a muovere la classifica. E lo ha fatto con una prestazione più che positiva contro una squadra difficile come la Clodiense. «Non credo di sbagliare dicendo che l’1-1, alla fine, ci sta pure stretto», spiega il dirigente biancorosso Tullio Simeoni. Sotto la lente d’ingrandimento le decisioni arbitrali. Il secondo giallo comminato ai danni di Rondinelli è parso a tutti eccessivo. E l’atterramento in area di Maio pareva davvero tanto netto da meritare un penalty in favore dei carsolini. Comunque sia le indicazioni arrivate dall’incontro sul campo di Repen sono diverse. E tutte positive. Ad iniziare dall’esordio di Misha Babichev che ha giocato per tutti i 90 minuti fornendo sostanza e qualità al centrocampo, denotando quindi come le alte aspettative nei confronti del bielorusso fossero legittime. Bene poi Manuele Del Nero in fase difensiva. Il giocatore toscano è stato poi costretto ad uscire dal campo per crampi: sicuramente, ritrovata la condizione fisica, la sua sarà la pedina fondamentale per la difesa biancorossa. Nota di merito poi per Luciano Rabbeni che oltre al preziosissimo primo sigillo targato Kras ha fatto vedere le sue qualità sulla fascia. E poi non si può non rimarcare il rientro in campo di Alessio Corvaglia che a quasi un anno dal suo infortunio ha assaggiato il terreno di gioco per una ventina di minuti. «Tutti hanno dato il meglio – conferma Simeoni – direi che anche il reparto difensivo ha retto bene per tutto l’arco dell’incontro». A questo punto rimane da raggiungere un obbiettivo: recuperare gli infortunati. Tenendo conto che domenica prossima Mirko Rondinelli non ci sarà per squalifica, pare fondamentale valutare le condizioni fisiche di Milan Grujic ieri in tribuna per motivi fisici. E se il rientro in campo di Sasa Ranic pare ancora nebuloso, la speranza è di reintegrare il prima possibile sia Miroslav Cvijanovic in difesa che il giovane attaccante Gabriele Petracci. «Sappiamo di aver fatto una buona prestazione, ma sappiamo anche che è soltanto l’inizio – conclude il dirigente Simeoni -. Abbiamo un intero girone di ritorno davanti a noi». Diciassette partite nelle quali cercare la permanenza in D.

Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Solo un pari (1-1) per la Clodiense a Monrupino contro il Kras Repen. Un punto che permette alla compagine lagunare di concludere il girone d’andata a quota 26 ma che lascia un pò d’amaro in bocca. I ragazzi allenati da Andrea Pagan, infatti, non sono riusciti ad approfittare dell’espulsione nel primo tempo del centrocampista avversario Rondinelli. Scarsa concentrazione? Colpa delle scorie del dopo sosta? L’allenatore Pagan non nasconde la sua delusione. «Dispiace aver gettato al vento una grande occasione per ritornare a vincere in trasferta – ci dice il tecnico granata – ma guardiamo anche il lato positivo, cioè un punto in un campo difficile contro una squadra rognosa e bisognosa di punti. Mi aspettavo qualche difficoltà – aggiunge Pagan – a causa del grande carico di lavoro effettuato durante la sosta che ci avrebbe appesantito le gambe ma speravo in qualcosa di più. Non siamo stati lucidi e mai pericolosi specialmente nella ripresa in superiorità numerica. Dobbiamo recitare il mea culpa. Bisogna però anche dire – continua Pagan – di aver affrontato la trasferta giuliana senza alcuni giocatori importanti come Okroglic, Mastroianni e Pelizzer e che dopo pochi minuti si è infortunato Isotti». Contro il Kras Repen sono risultate comunque positive le prove dei giovani (Boscolo Nata e Boscolo Gnolo) e dell’esperto portiere Luca Tiozzo. Pagan guarda comunque con fiducia il futuro. «Abbiamo girato a quota 26, quattro punti in più rispetto la scorsa stagione. Dobbiamo ripartire con il piglio dimostrato in altre gare e raggiungere al più presto la quota salvezza». Domenica prossima altra trasferta per la Clodiense impegnata a Montebelluna nella giornata del girone di ritorno. «La prestazione con il Kras ci deve servire da lezione – conclude Pagan. Dobbiamo preparare al meglio la gara contro una squadra giovane e pericolosa».

Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Giorgione chiude l’andata con una sconfitta contro l’Union Ripa Fenadora e 19 punti in classifica. Un bottino che appare sufficiente per la squadra di Paganin cresciuta di gara in gara dopo un inizio di campionato negativo. Il rammarico resta per le ultime due uscite, con le sconfitte subite contro Montebelluna e Ripa seguite alla splendida vittoria di Valdagno, contro l’Altovicentino. «Non ci siamo seduti sugli allori dopo la vittoria di Valdagno – afferma Gianmarco Vio, difensore centrale – forse col Montebelluna ci è mancata un pò di cattiveria all’inizio ma poi abbiamo dimostrato che la squadra c’è, e anche domenica è andata male per alcuni episodi contrari». Ad esempio? «Loro hanno fatto tre gol, il primo su piazzato, il secondo in fuorigioco e dopo abbiamo giocato 10 contro undici nella ripresa: la partita poteva finire in maniera diversa, sicuramente i tre gol sono pesanti ma non rappresentano le forze in campo, la gara è stata molto più equilibrata di quanto dica il risultato. Abbiamo avuto le occasioni per raddrizzarla». Difesa sotto accusa? «No. Loro avevano un attacco molto forte, con giocatori esperti, li abbiamo controllati bene, poi ci sono stati degli episodi che ci sono andati a sfavore». Domenica prossima si va a Tamai. «Punteremo ai tre punti. Le due sconfitte di fila non ci devono abbattere, la squadra è viva e lo si è visto. Contro il Tamai sarà difficile ma sappiamo anche che abbiamo i mezzi per conquistare una vittoria. Dovremo partire con maggiore attenzione e cattiveria». Diciannove punti al giro di boa. L’obiettivo del girone di ritorno? «Arrivare a 40 che possono essere utili per la salvezza ma penso che potremo raggiungerli presto, abbiamo i mezzi, giochiamo bene e con qualche disattenzione in meno possiamo toglierci altre soddisfazioni».

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Alla ripresa degli allenamenti dopo la pausa natalizia, il tecnico alabardato Ferazzoli aveva detto che la Triestina deve diventare un blocco unico e granitico per uscire dalla difficile situazione in cui si trova. Dopo il rocambolesco pareggio con il Legnago per 4-4, l’allenatore della Triestina ha detto di non capire perché i giocatori non riescano a fare la domenica quello che fanno in allenamento, e nemmeno perché al primo episodio negativo ci si sfaldi, e si aspetti di essere con l’acqua alla gola prima di reagire tirando fuori gli attributi. In realtà, anche quanto visto con il Legnago, rispecchia l’allarme lanciato da Ferazzoli una decina di giorni fa: i sintomi sono proprio tutti quelli di una squadra che non è ancora una squadra fatta e finita, che non è un blocco unico e che fatica a mantenere unità di intenti lungo i novanta minuti di una partita. Contro il Legnago, ci sono stati momenti in cui l’Unione sembrava alla deriva, in preda a un avversario che avrebbe potuto segnare 5 o 6 gol. In altri momenti, invece, sembrava che la Triestina potesse fare un sol boccone degli ospiti, travolgendoli quasi a ogni azione. È vero che il calcio non è certo una scienza e non risponde sempre a criteri logici, ma quasi sempre una causa di quanto accade c’è. E se l’Unione non è ancora una squadra nel vero senso della parola, se è ancora così fragile mentalmente e quasi schizofrenica nella conduzione di una partita, il motivo sta nel come la squadra è stata costruita. Quest’estate, per gli arcinoti motivi, la rosa è stata allestita in fretta e furia. Ma non solo: forse proprio per la necessaria urgenza e per molte valutazioni sbagliate, sono stati fatti numerosi errori ai quali si è cercato, strada facendo, di mettere toppe risultate spesso, purtroppo, altrettanto poco convincenti. E così i tecnici sulla panchina alabardata, prima Lotti e adesso Ferazzoli, si sono trovati a gestire un magma in continuo movimento, una rosa in eterno work in progress in cui perfino chi era arrivato in corsa annunciato come panacea di tutti i mali, è stato tagliato qualche settimana più tardi. Costruire un gruppo unito e coeso in queste condizioni, è un’impresa ardua se non impossibile per chiunque. Tanto più se gli elementi di turbolenza continuano a emergere quasi quotidianamente, ultimo dei quali il caso Piscopo, che non rasserena gli animi e non permette di sapere chi si ha davvero a disposizione. Ferazzoli è in sella da poco più di due mesi, che sono pochi già in condizioni normali, figuriamoci così. In queste situazioni, di solito, si dice che ad aiutare sono i risultati. Ma che aiuto può dare uno score di 1 vittoria, 8 pareggi e 8 sconfitte nel girone di andata?

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’ultima del girone d’andata, prima del 2015, è andata come aveva previsto e sperato Stefano De Agostini: vittoria (2-0) delle sue furie con il Mezzocorona e successo del Fontanafredda (4-3) a Mori. Le ultime della classe sono rimaste a quota 7, un abisso da furie (26) e rossoneri (24). SALITA – Il pericolo di retrocessione diretta, per le nostre, è scongiurato. Quello che il tecnico non aveva previsto è la “visitina” all’ospedale di Pordenone, dove è stato portato per un controllo a causa di una colica renale. Niente di preoccupante: non è la prima volta che lascia a Gianpaolo Pegolo la direzione dlle operazioni a gara in corso. De Agostini punta ora sulla distanza dai playout. Il sest’ultimo posto è occupato dal Legnago (17). In realtà oggi appare veramente riduttivo parlare di salvezza diretta. I playoff (Union Ripa quinto a quota 29) sono a tre passi dai rossi e a 5 dal Fontanafredda. L’accesso all’appendice nobile è doveroso (nonostante i “tagli” continui operati all’organico dal ds Denis Fiorin) per la Sacilese (quarta con 32 punti), più che possibile per le altre due pordenonesi. Il 2015 potrebbe riservare soddisfazioni inattese. Nulla è scontato, come ha dimostrato il big match dominato e perso (0-1) dal Padova a Valdagno con l’Altovicentino. CRISI FINITA – Il ritorno al successo del Tamai è coinciso con la prima del nuovo anno. I rossi avevano chiuso il 2014 con due sconfitte, denunciando un po’ di stanchezza dopo un ottimo primo terzo di stagione. D’accordo, il Mezzocorona non costituisce un test probante, ma è importante aver ripreso il cammino. Domenica nuova gara in casa per i rossi con il Giorgione. CAOS SPETTACOLO – Un 4-3 non è risultato di tutti i giorni. All’Azteca misero una targa ricordo per ricordare quello fra Italia e Germania a Mexico ’70. Lungi da noi paragonare gli azzurri di Gigi Riva con i rossoneri di Tonizzo, autore comunque di una tripletta. Non lo fa nemmeno Maurizio De Pieri. «Abbiamo fatto – sorride il tecnico – tanta confusione, sia noi che loro. Nel complesso però abbiamo meritato la vittoria. Chiudiamo il girone di andata a quota 24, oltre le più rosee aspettative. La salvezza è più vicina, ma guai mollare». Nel prossimo turno al Tognon arriverà l’Arzichiampo. OBBLIGO GIOVANI – Non per imposizione del palazzo, ma per i “tagli” già fatti da Fiorin e quelli prevedibili del giudice sportivo, che toglierà dalla lista dei convocati per Monrupino (Kras) Boscolo Papo (espulso durante l’1-1 con il Dro) e gli ammoniti Beccia, Manucci e Baggio. Partiti Bolzan (Paganese) e Sakajeva (Pordenone), resta Biasi Manolache. «Non è stata – ammette Mauro Zironelli – una bella ripresa dopo le feste. Non siamo stati abbastanza umili e concreti. Nonostante il pareggio chiudiamo l’andata con 3 punti in più rispetto al giro di boa della scorsa stagione. Adesso apriremo alla linea verde. Anche perché – riesce a sorridere Ziro – di “vecchi”, viste le squalifiche in arrivo, non ne ho proprio più».

Ore 20.50 – (Messaggero Veneto) Un doppio sospiro di sollievo in casa Tamai. Il primo, e più importante, giunge dalle condizioni di salute del tecnico Stefano De Agostini, costretto ad abbandonare l’ultimo match casalingo col Mezzocorona, per essere trasportato in ospedale a causa di una colica renale. Al mister, dimesso già nella serata di domenica sera dopo i controlli di rito, è stato prescritto soltanto un po’ riposo e un’abbondante idratazione. Certo è che anche in questa stagione l’allenatore mobiliere deve fare i conti con la sfortuna, che già lo mise ko prima del derby con la Sacilese lo scorso ottobre e che l’ha costretto a seguire dal pullman la gara prima della sosta con l’Arzichiampo. Entrambe le volte, si trattò di influenza. Ad alleviare i dolori di De Agostini, e qui arriviamo al secondo motivo di sollievo, ci hanno comunque pensato Sellan e Zambon, autori dei gol con cui è stato piegato il Mezzocorona. Una vittoria che ridà slancio alle ambizioni dei mobilieri, dopo le due sconfitte di fila subite prima della pausa natalizia, e che cancella l’impressione di una squadra alle prese con una “crisetta”. Sebbene sul piano del gioco anche domenica scorsa non si sia visto granché. Ma contano i numeri. E il Tamai gira a quota 26, con ben 9 punti in più rispetto alla scorsa stagione, quando si salvò all’ultima giornata. Chissà che stavolta i “patemi”, ben più dolci, riguardino la zona play-off, ancora nel mirino (3 punti).

Ore 20.30 – (Messaggero Veneto) E per finire, o per ricominciare, ecco il tris. Il Fontanafredda ha ripreso da dove aveva terminato il 2014: alla prima del nuovo anno, che coincideva con l’ultima del girone d’andata, non ha lasciato scampo ai rivali di turno. Dopo Tamai e Triestina, è stata la volta del Mori Santo Stefano, battuto a domicilio al termine di un match pirotecnico, in cui ai rossoneri sono serviti 4 gol per avere ragione della tenacia dei trentini. Boa dorata. E così i rossoneri si presentano al giro di boa del campionato con 24 punti. Un bottino decisamente pingue per una neopromossa che partiva tra mille diffidenze dovute alle insidie del salto di categoria. «Rivelazione sì – precisa il ds Renzo Nadin –, ma fino a un certo punto. Ciò che abbiamo raccolto non è stato frutto del caso, bensì di un lavoro di programmazione svolto da società e tecnico in piena armonia. Ora, però, non dobbiamo abbassare la guardia. Anche perché nel girone di ritorno sarà un altro campionato, in cui le squadre in lotta per la salvezza raddoppieranno gli sforzi per centrare l’obiettivo». Un obiettivo sinora alla portata della squadra di De Pieri, anche grazie all’exploit di alcuni giocatori già protagonisti della scalata alla serie D. Uno su tutti: Nicola Tonizzo, domenica scorsa autore di una splendida tripletta. Sei gol da regista, record per lui in serie D: niente male. «Lui – commenta Nadin – assieme ad altri, rappresenta per noi una piacevole sorpresa. Sta avendo un rendimento importante come quello in Eccellenza della scorsa stagione». Emergenza. Comincia invece in sordina il 2015 della Sacilese. La squadra di Zironelli non va oltre il pari al XXV con il Dro. Ma più che questo mezzo passo falso, che poco intacca le ambizioni di play-off (il quarto posto rimane al sicuro, e paradossalmente la vetta è più vicina, considerata la sconfitta del Padova nel big- match con l’Altovicentino), preoccupa l’emergenza d’organico cui il tecnico liventino dovrà far fronte domenica (sul campo del Kras), quando gli mancheranno Beccia, Baggio, Manucci e Boscolo Papo: i primi tre incappati nell’ammonizione che farà scattare la recidiva, il quarto a causa di un’espulsione che forse gli costerà anche il successivo match con la Triestina. E i nuovi acquisti in pectore, ovvero Marco Piscopo e Simone Giacomini, non sono ancora arruolabili per le pratiche di rito. Ieri, nell’attesa di ufficializzare i movimenti in entrata, il club liventino ha annunciato le cessioni di Bolzan (Paganese) e Sakajeva (Pordenone). Mentre il giovane Biasi Manolache, a dispetto delle sirene vicentine, ha scelto di rimanere in biancorosso.

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’Union gira la boa. Con il successo per 3-1 sul Giorgione (dodicesimo nel girone C di serie D con 19 punti in 17 giornate) i neroverdi allenati da Max Parteli riconquistano la quinta posizione in classifica a quota 29, a soli 3 punti dalla quarta piazza occupata dalla Sacilese reduce dal pareggio con il Dro (quattordicesimo con 16 punti). Un ruolino di marcia di tutto rispetto che se dovesse essere mantenuto anche nel girone di ritorno porterebbe in casa Union forse qualcosa in più del quinto posto, obiettivo principale della stagione. Prendendo in prestito ancora il linguaggio del mare, l’avvicinamento alla boa per la squadra di Parteli non è stato dei migliori e il posizionamento sulla layline (la rotta ipotetica ideale per raggiungere il galleggiante) non è stato dei più facili. Un punto in tre gare: pareggio con il Belluno (terzo a quota 36) e sconfitta con il fanalino Mezzocorona (7) e con la prima della classe, il Padova (41). «La vittoria mancava da un mese – commenta Sandro Andreolla, autore del terzo gol neroverde, il numero 210 in carriera – e siamo contenti di averla centrata in questa occasione interpretando la gara nella maniera giusta. Ce la siamo meritata. In queste due settimane l’abbiamo preparata bene anche se qua al Boscherai c’era neve e ghiaccio». Un grazie arriva dal fantasista: «Vorrei ringraziare i volontari che hanno fatto in modo di poter disputare questa partita. Una settimana fa non si poteva giocare mentre al momento giusto il campo era quasi perfetto e noi abbiamo bisogno di questi campi belli». Andreolla esprime un pensiero sull’andamento stagionale: «Abbiamo chiuso l’andata con 29 punti e ripeterli nel ritorno significherebbe raggiungere una quota importantissima. L’impressione è positiva e l’obiettivo è migliorare quello che abbiamo fatto l’anno scorso». Il prossimo appuntamento sarà ancora casalingo, con il Dro, in concomitanza con la partita di rugby che si giocherà nel campo adiacente al sintetico: gli organizzatori saranno impegnati per snellire l’arrivo dei tifosi. Ora le vele neroverdi si gonfiano con il vento di poppa per l’ultimo lato stagionale. L’attenzione deve comunque rimanere massima, ma intanto «alla via così».

Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Lo dice anche il proverbio, che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Il Ripa Fanadora ha cominciato bene il 2015, vincendo contro il Giorgione, e a metà stagione gira a 29 punti con il quinto posto in classifica. «Un grande risultato che dà morale in vista di un girone di ritorno quanto mai impegnativo», l’opinione della società, espressa dal ds Alberto Faoro: «Una gara concreta e solida contro il Giorgione, senza correre particolari rischi. Era importante cominciare l’anno con tre punti, perché venivamo da un mese di dicembre in cui avevamo colto meno di quanto ci aspettavamo e magari meritavamo». Bilancio di metà stagione. «Abbiamo chiuso l’andata a 29 punti, che è un gran bel girare e fa ben sperare per il ritorno. Siamo fiduciosi», commenta il ds Faoro, che ripensando al Giorgione sottolinea la personalità dimostrata dalla squadra e mette l’accento sui gol dei difensori e di Andreolla: «Sono concento che abbiano segnato De Checchi e Slongo alla sua seconda partita con noi. L’ambientamento procede bene e non da ultimo sono contento anche del gol di Sandro, che in dicembre ha avuto qualche problema fisico ed era importante anche per lui tornare al gol. Ho visto una buona prestazione di tutti e un buon Brotto, che in una partita dove non segna, comunque dà molta sostanza ed aiuta la squadra». Buon proposito per il 2015. «È quello di continuare su quello che abbiamo fatto vedere fino adesso», rimarca Alberto Faoro. «A parte il mese di dicembre, in cui abbiamo avuto anche delle partite molto impegnative, abbiamo fatto vedere buone cose. Il proposito è continuare su questo trend, giocando partita dopo partita dando il massimo». Il girone di ritorno per l’Union si apre contro il Dro, ancora in casa in una domenica in cui al Boscherai ci sarà in contemporanea anche la partita di rugby sul campo vicino. Tanto divertimento per gli appassionati sportivi e possibilità di scelta, ma forse un po’ di disagio per i parcheggi. Ora sotto con il Dro. «Una partita subito impegnativa», aggiunge il direttore sportivo del Ripa Fenadora, pensando a un avversario storicamente ostico. «Bisogna dare continuità ai risultati», evidenzia. «Vogliamo arrivare più avanti possibile in classifica, senza patemi né ossessioni ma cercando di fare il meglio possibile». Campionato equilibrato. «Tolte le prime due e il Belluno che ha un trend positivo incredibile, ci sono tante squadre più o meno come noi», osserva Faoro, che cita «Sacilese, Montebelluna, Clodiense che mi ha colpito per il gioco, Arzignano, Tamai. Sono squadre con cui lotteremo fino all’ultima giornata. Sarà una seconda metà di campionato divertente in cui possiamo giocarcela con tutti, ma dobbiamo ragionare partita dopo partita per dare continuità».

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Per il Montebelluna l’andata si chiude con una sconfitta di misura. Quella maturata contro il Belluno è stata la quarta battuta d’arresto interna rimediata al cospetto delle più forti, considerato che il Comunale di via Biagi è stato in precedenza terreno di conquista anche di Padova, Altovicentino e Sacilese. Dato soprattutto statistico e che non può inficiare il cammino della squadra biancoceleste, autrice di un girone a tratti entusiasmante, culminato in alcune vittorie preziose contro dirette concorrenti alla salvezza. Traguardo che, a ben guardare, per la formazione di Pasa non sembra in discussione dal momento che la zona a rischio è lontanissima. Con ventisette punti all’attivo, frutto di otto vittorie e tre pareggi, il Monte continua a gravitare in zona playoff e, con l’arrivo della punta Samba Sadia, il cammino potrebbe proseguire senza eccessivi intoppi. «Io non mi pongo obiettivi, non sono abituato a guardare la classifica e quando scendo in campo penso soltanto a vincere – osserva Matteo Baù, all’esordio stagionale tra i pali – per me è importante rimanere concentrati partita per partita. Sappiamo bene che fino ad ora stiamo facendo di più delle aspettative, però dobbiamo continuare a lavorare senza distrarci troppo». Contro il Belluno sei sceso in campo per la prima volta in stagione. Te l’aspettavi? «A dire la verità qualcosa avevo percepito, però è anche vero che quest’anno Rigo ha fatto molto bene e la scelta di Pasa va rispettata. Giocare è stata una bellissima sensazione, difficile da spiegare. In panchina si soffre parecchio, però ho avuto pazienza ed è arrivato il mio turno». Soddisfatto della prestazione? «Penso di aver fatto bene, ma secondo me tutta la squadra si è espressa su buoni livelli. Una partita è anche fatta di episodi, a noi è girata male e loro, che sono una squadra di qualità, ne hanno approfittato». Domenica altro impegno in casa. Naturalmente speri nella conferma. «Mi piacerebbe essere in campo anche contro la Clodiense, però non decido di certo io». SUPPORTERS – Due iniziative domenica scorsa a fine partita per i club dei tifosi del Monte. I Fedelissimi di Renzo Facin hanno avuto la gradita visita dei «gemelli» di Monfalcone, mentre il Cuore Biancoceleste ha premiato Manuel Perosin come miglior giocatore contro il Belluno.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Occhio al ritorno. Augusto Fardin di campionati sotto il suo naso ne ha visti passare parecchi. E conoscendo la serie D come il salotto di casa sua, mette in guardia il Belluno che domani pomeriggio, dopo due giorni di permesso premio, riprenderà ad allenarsi per iniziare la seconda metà del campionato. «Per quanto fatto in questa prima tranche non possiamo che essere molto molto soddisfatti – conferma il ds gialloblù – abbiamo portato a casa bellissime vittorie e soprattutto davvero tanti punti (36 in 17 partite, ndr). I tre persi con l’Union Pro ancora bruciano, ma pazienza, ci siamo già ripresi alla grande a Montebelluna. Ora però cambierà tutto, guai sentirsi arrivati perché l’esperienza insegna che nel girone di ritorno le cose cambiano e tutto si fa più delicato e difficile. Le squadre cambiano, gli obiettivi finali si avvicinano e le forze mutano. Sotto con il lavoro e guai abbassare la guardia». Anche per questo un difensore in più può non far male? «Anche. Io continuo a dire che trovarne uno non è un assillo. Abbiamo pur sempre la miglior difesa del girone, dunque non è strettamente necessario. Ma è utile, questo sì. Con il recupero di Radrezza, che sta dimostrando di aver ripreso bene, avere un fuoriquota in più dietro può liberare un posto proprio davanti, dunque certo che può tornare utile al mister. Se però non dovessimo trovarlo, pazienza. Giocheremo come abbiamo giocato fino a oggi». Domani arriva in prova Andrea Di Bari, difensore classe 1995? «Sì, dall’Este, dove forse ha giocato una partita. Mercoledì sarà con il gruppo e abbiamo deciso di vedere come va. È alla prima esperienza fuori casa, dovrà capire se è pronto. Ma la decisione è più verso il “sì” che verso il “no”». Un centrale classe ’95 lo avevate: Julian Prünster. «Vero e chissà se abbiamo fatto male a darlo via subito… Il ragazzo però ci aveva detto che voleva giocare, ma qui a Belluno nessuno ha il posto garantito e allo stesso tempo non tratteniamo nessuno».

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Arrivano i rinforzi. Il Belluno conclude il girone di andata terzo in classifica e con 36 punti e aspetta l’arrivo di Andrea Di Bari, difensore centrale classe 1995 svincolato, che ha giocato la prima parte della stagione all’Este collezionando però poche presenze. Il ragazzo si presenterà al Polisportivo domani pomeriggio, quando la squadra tornerà ad allenarsi e verrà valutato dal mister e da tutto lo staff tecnico. Nel giro di pochi giorni verrà presa una decisione se farlo salire a bordo, cosa molto probabile, oppure spostare lo sguardo su altre possibilità. «Non è una scelta facile da prendere – spiega Vecchiato – ci sono diverse cose da tenere in considerazione. Non ho mai visto il ragazzo giocare, ma lo ho conosciuto di persona. Domani si allenerà con noi e vedremo se ci piace e se noi piacciamo a lui. Averlo a disposizione domenica? Non lo so, sinceramente non ci ho pensato. L’arrivo di un fuoriquota centrale di difesa darebbe più soluzioni a me, ma anche ai giocatori. Con il rientro di Andrea Radrezza sale a nove il numero di “vecchi” in rosa, è ovvio che ogni domenica, come in tutte le squadre, due di questi dovranno partire dalla panchina ma sarebbe bello poter ruotarli e non tenere fuori sempre gli stessi». Un Belluno da 36 e lode. I gialloblù concludono il girone di andata collezionando undici vittorie, tre pareggi e tre sconfitte. Va benissimo così, ma pensandoci l’allenatore gialloblù è convinto che sul piano delle prestazioni il suo Belluno avrebbe potuto fare qualche punticino in più. «Potevamo raccogliere anche qualcosa in più, ma siamo contenti così. Ho qualche rimpianto per i pareggi con Giorgione e Dro, mentre non meritavamo di perdere con l’Union Pro. Con qualche lunghezza in più si poteva essere ancora più vicini a Padova e Altovicentino. Se firmo per concludere a 72 la stagione? Sono veramente tanti punti, penso firmerei subito». Secondo Daniele Pasa a livello di occasioni poteva starci il pareggio tra Montebelluna e Belluno. Non è però di questo avviso Vecchiato, che conosce il tecnico biancoceleste avendoci giocato insieme alla Triestina. «Conosco Daniele ed è una persona furba – sorride il tecnico di Rovereto, che però non polemizza – il Belluno ha meritato la vittoria, chi ha visto la partita sa come è andata, per il resto va bene così». Tutti a casa per la Befana. Dopo la vittoria di Montebelluna due giorni di riposo. Riprenderanno gli allenamenti domani fino a sabato mattina, giorno di vigilia prima della trasferta in casa del Mori. L’andata contro i trentini era finita con una vittoria al Polisportivo per il Belluno che cercherà di ripetersi. L’ex di turno sarà Julian Pruenster passato a dicembre alla squadra di Davide Zoller.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro ha iniziato con il piede sbagliato il nuovo anno perdendo per 3-2 contro l’ArzignanoChiampo, interrompendo così la serie di 6 partite senza sconfitte, al termine di una partita condizionata da troppi errori che sono costati il ko. Domenica inizierà il girone di ritorno e a Mogliano arriverà niente meno che il Padova primo in classifica. Contro i vicentini uno dei giocatori più positivi dell’Union è stato l’esterno destro Alvise Nobile (classe ’95) che nelle ultime uscite ha convinto mister Feltrin a schierarlo titolare. Alvise, come commenti questa sconfitta? «È stato un peccato perdere perché ci abbiamo creduto fino alla fine. Abbiamo fatto anche un buon primo tempo ma siamo stati puniti dal loro cinismo in occasione dei due gol. Nella ripresa abbiamo attaccato di più ma non siamo riusciti a ribaltare la partita anche per sfortuna. La voglia e la determinazione in ogni caso c’è sempre stata. Eravamo andati in campo per vincere ma ci sarebbe andato bene anche il punticino». Sul rigore concesso all’Arzi avete protestato, dal campo come hai visto l’episodio? «Dario (Zanette, ndr) è andato per intercettare il cross però il loro giocatore ha spostato il pallone e si è buttato inducendo l’arbitro a fischiare il rigore». Piano piano hai conquistato il posto da titolare, ti trovi meglio a giocare esterno basso in difesa o più avanzato? «Per ora sta andando abbastanza bene, spero di continuare così. Potrei anche fare il centrale ma sono a disposizione per giocare dove il mister ha più bisogno». PREVENDITA – In occasione della partita di domenica contro i Biancoscudati Padova la società moglianese ha attiva la prevendita dei biglietti. Si potranno acquistare i tagliandi al «Club Union Pro» di Giuliano Vesco oppure alla biglietteria e segreteria dello stadio il giovedì, venerdì e sabato dalle 16,30 alle 18,30 oppure domenica a partire dalle 10.

Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ieri è iniziata ufficialmente la campagna trasferimenti di gennaio, che chiuderà i battenti il prossimo 2 febbraio alle ore 23. In casa Vicenza l’obiettivo dichiarato è quello di rinforzare il reparto offensivo, che nel corso del girone di andata ha perso nel giro di poche settimane prima Piergiuseppe Maritato e poi Antonino Ragusa a causa della rottura del legamento crociato rispettivamente del ginocchio sinistro e destro. Due assenze gravi, che hanno pesato non poco nell’andamento della squadra che con 18 reti realizzate ha il secondo peggior attacco del torneo cadetto. Chiaro quindi che, anche numericamente, bisogna intervenire nel mercato in corso, perché la serie B è molto lunga e difficile e non è pensabile che ci siano giocatori che tirino la carretta per 42 partite senza aver la possibilità di rifiatare perché l’organico non dispone di valide alternative. Servono un centravanti e un attaccante esterno per rinforzare il reparto e sono parecchi i contatti già avviati. Nel ruolo di punta centrale, il primo attaccante contattato dal Vicenza è stato Kenneth Zohore , possente centravanti danese della Fiorentina che a novembre l’Ifk Goteborg ha deciso di non riscattare, restituendolo per fine prestito alla società viola da dove a gennaio ripartirà. Il Vicenza ha anticipato tutti trovando un accordo di massima già a metà dicembre, intesa che però al momento non è stata definita dalla società biancorossa che ha preso tempo per valutare anche altri attaccanti. Con il Varese è stata battuta la pista che porta a Bruno Petkovic , centravanti croato di proprietà del Catania, dotato di grandi mezzi fisici e tecnici ma con notevoli limiti caratteriali e comportamentali che, a quanto risulta, hanno spinto il Vicenza a non proseguire nella trattativa. Abbandonata la pista che porta a Pwetkovic, ne restano altre da battere con grande determinazione. Piace, e molto, invece Valerio Rosseti , attualmente all’Atalanta ma di proprietà della Juventus, che però è rientrato da poco dall’infortunio al legamento crociato del ginocchio destro e, dopo la lunga assenza dai campi di gioco, non è ancora al meglio della forma. Rosseti per i biancorossi resta comunque un obiettivo difficile ma percorribile, così come Andrea Petagna che lascerà Latina dove ha trovato poco spazio. Il giovane attaccante di proprietà del Milan ha il gradimento di mister Marino, ma è cercato anche da Modena e Varese, con Beppe Riso, procuratore del giocatore, che nelle ultime ore ha alzato l’asticella. «Petagna lascerà Latina e con il Milan stiamo lavorando per trovare una soluzione adeguata — ha spiegato Riso — abbiamo in piedi anche un paio di soluzioni in serie A che valuteremo nelle prossime ore». Situazione in evoluzione anche per il ruolo di attaccante esterno dove Riccardo Improta è la prima scelta, ma ad oggi la posizione dell’ex padovano a Bologna è ancora in stand by. Dovesse arrivare il via libera alla cessione, il Vicenza è in prima fila per acquisire le prestazioni di Improta grazie agli ottimi rapporti tra il Genoa, proprietario del cartellino del giocatore e il Vicenza, e tra Giuseppe Sampino, procuratore del giocatore e mister Marino, ex compagni di squadra nel Catania nella stagione 1994-1995. Qualora il Vicenza non riuscisse ad arrivare ad Improta, ha sul tavolo un paio di interessanti alternative che corrispondono a Leonardo Spinazzola , all’Atalanata ma di proprietà della Juventus, e a Luca Garritano , al Cesena ma di proprietà dell’Inter. In uscita, sono ormai definite le cessioni di Niko Bianconi al Savona e di Francesco Urso al Prato. Da qui al 2 febbraio è certo che il Vicenza dovrà provvedere a rimpolpare la sua rosa in prima linea, per garantirsi quella salvezza in serenità che resta l’unico obiettivo.

Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Vicenza in stand by per quanto riguarda la ricerca dei rinforzi in attacco da assicurare a Marino. Gli obiettivi per la verità sembrano individuati, almeno in questa fase delle operazioni di un mercato che proseguirà fino al 2 febbraio, anche se è evidente che la società cercherà di concretizzare qualcuna delle trattative in corso prima della ripresa del campionato il 17 gennaio. Gli obiettivi in questo momento sono la punta centrale Andrea Petagna, del Milan ma in prestito al Latina dall´inizio della stagione e l´attaccante esterno Riccardo Improta, del Genoa ma fin qui in prestito al Bologna. Per entrambi però il Vicenza, dopo aver essersi fatto avanti, è costretto ora ad attendere. Ad attendere anzitutto la decisione del club rossonero, che con ogni probabilità muoverà da Latina (dove fra l´altro bisognerà vedere se e come cambierà il progetto tecnico con l´arrivo in panchina di Iuliano al posto di Breda) il diciannovenne attaccante che ha collezionato in tutta l´andata 13 presenze ma soltanto 514 minuti senza segnare un gol. Discorso in parte analogo vale per Improta, che al Bologna ha trovato ancora meno spazio raccogliendo appena 7 presenze e 297 minuti in campo, segnando però una rete. Nel caso del ventunenne giocatore napoletano che è del Genoa le due società rossoblu dovranno trovarsi e mettersi d´accordo. Da quanto è emerso finora però il Bologna, che l´estate scorsa ha avuto in prestito Improta, ha già fatto presente che prima di liberarlo deve prima prendere l´attaccante esperto in grado garantire i gol che servono nella rincorsa alla serie A. Il Vicenza in questo momento è disposto ad attendere, anche se ovviamente non troppo, perché puntando su altri obiettivi potrebbe rischiare di perdere una sorta di priorità su due giocatori che piacciono parecchio ma che interessano anche ad altre società. Quindi in via Schio attendono notizie da Milan e Bologna e intanto procedono nello sfoltimento di una rosa in cui ci sono elementi che erano stati acquistati per la Lega Pro e che in B non hanno poi trovato spazio. È il caso del centrocampista Francesco Urso, il cui trasferimento in prestito al Prato, in Lega Pro, è stato perfezionato ieri in occasione dell´apertura ufficiale del mercato e dell´attaccante Niko Bianconi, ceduto con la stessa formula al Savona e peraltro fuori lista dall´inizio. Intanto sono finite le vacanze dei biancorossi che oggi pomeriggio al Morosini riprenderanno gli allenamenti in vista della prima partita dell´anno in calendario sabato 17 gennaio a Latina.

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Nelle partite prima e dopo Natale è apparso un po´ affaticato, ma non è colpa del panettone. Provate a correre per 92 minuti a partita per tutte e 21 le giornate del girone di andata e vi troverete per forza con la lingua di fuori nelle ultime gare, inevitabile. Lorenzo Laverone è lo stakanovista del Vicenza al giro di boa del torneo: le ha giocate tutte, dall´inizio alla fine recuperi compresi. La statistica della Lega di B dice 21 presenze e 1932 minuti, appunto una media di 92 a incontro. Nessuno come lui nella rosa biancorossa, il podio più alto è del laterale venticinquenne che il club di via Schio aveva prelevato in estate dal Varese per farne un punto fermo della formazione con cui andare all´assalto della Lega Pro. Poi è arrivato il ripescaggio e in tanti ruoli il Vicenza ha dovuto cambiar pelle in pochi giorni per adeguare l´organico e renderlo competitivo alla categoria superiore. Non nel ruolo di Laverone. Il laterale destro è un po´ il simbolo di una squadra che s´è presa il regalo di fine agosto e ha però saputo meritarselo, faticando senza risparmio, come esige il popolo del Menti che infatti ha adottato Laverone fra i suoi beniamini. Il recordman delle presenze s´è sciroppato chilometri sulla fascia destra, tutta, avanti e indietro nel 3-5-2 di Gianni Lopez. Il Capitano è sempre stato parco di giudizi sui singoli ma per il suo stantuffo di fascia ha speso parole lusinghiere nel periodo in cui Laverone ha disputato 7-8 partite malgrado un dito del piede rotto, con la puntura di anestetico prima di andare in campo. Tanta quantità di corsa ma non solo, anche qualità. Laverone nel Vicenza è infatti pure il primatista degli assist e quindi vuol dire che il piede non sarà di velluto fino, ma non è proprio malaccio. Palle-gol riservate ad Andrea Cocco soprattutto, che ha mandato in gol a Trapani, in casa con il Pescara e ad Avellino, nell´azione della rete biancorossa più bella del girone per qualità tecnica della giocata. Anche duttile dal punto di vista tattico il recordman delle presenze nel Vicenza: con l´arrivo di Pasquale Marino in panchina Laverone è diventato l´esterno destro del tridente nel 4-3-3, lui che attaccante proprio non è per scuola e caratteristiche. Eppure nella cooperativa del gol cui il tecnico di Marsala ha dovuto affidarsi, visti gli infortuni di Maritato e Ragusa, anche Laverone ha dato il suo contributo. Nella partita vinta per 3-2 a Varese uno dei tre gol l´ha firmato lui, ovviamente da ex. Se ora arriverà, come deve arrivare, un esterno d´attacco vedremo se Laverone negli schemi di Marino rimarrà nel ruolo interpretato finora o avrà altri compiti. Ma certo di un giocatore così generoso e prezioso sarà difficile fare a meno. Sul podio delle presenze il secondo gradino tocca ad Antonio Cinelli con 20 presenze e 1886 minuti giocati e il terzo al portiere Nicolas Bremec con 19 presenze e 1734 minuti, entrambi fermati solo da turni di squalifica, ma anche loro punti fermi della squadra.

Ore 17.20 – (Gazzettino) Finite le vacanze in casa Cittadella. Ieri pomeriggio la squadra si è ritrovata al Tombolato per la ripresa dei lavori: c’è da preparare il ritorno in campo del 17 gennaio, quando alla prima di ritorno arriverà il Modena di Novellino a fare visita alla squadra di Foscarini. Quindici giorni di allenamento per farsi trovare pronti al debutto del nuovo anno, con l’attuale classifica che impone al più presto il ritorno dei tre punti. In attesa dei rinforzi di mercato, che ieri ha aperto i battenti della sezione invernale, il Cittadella tra qualche giorno dovrebbe finalmente riabbracciare Schenetti: come ha confermato il preparatore atletico Redigolo, entro la settimana il centrocampista tornerà ad allenarsi in gruppo. Da valutare successivamente la tenuta ai carichi di lavoro, ma le terapie che sta portando avanti il giocatore sembrano dare buoni frutti. Ieri si è allenato a parte Barreca, il difensore accusa una leggera borsite che gli impedisce di calzare gli scarpini; saranno comunque sufficienti un paio di giorni per recuperare al meglio.

Ore 17.00 – (Mattino di Padova) Scampato pericolo per Sgrigna. Per Schenetti e Signorini, invece, è ancora presto per ipotizzare il rientro in campo, anche se il tempo a disposizione (soprattutto per il primo) riprendersi c’è da qui alla ripresa di campionato. Un sole quasi primaverile, ieri pomeriggio, ha accolto il Cittadella che ha ricominciato gli allenamenti allo stadio Tombolato, sotto gli occhi del vicepresidente Giancarlo Pavin, venuto a salutare la squadra che, sabato 17 gennaio, ricomincerà il campionato ospitando il Modena. Come detto, la principale buona notizia riguarda Sgrigna, uscito anzitempo nel match di Perugia che ha chiuso il 2014 per il riacutizzarsi di un infortunio muscolare: gli esami effettuati hanno dato esito negativo e l’attaccante romano, che non avverte più fastidi, ha svolto normalmente la seduta agli ordini di Foscarini. Il tecnico ha accolto la notizia con un sorriso, ben sapendo che i gol di Sgrigna servono eccome per la salvezza della sua squadra. Assenti invece Signorini e Schenetti: tempi lunghi per il recupero del primo, dopo l’operazione alla tibia, mentre l’esterno di centrocampo sta svolgendo terapie a Milanello per superare l’infiammazione al ginocchio che in questa stagione l’ha tenuto più fuori che dentro al campo. «Ovviamente, nel suo caso c’è la speranza di riaverlo presto con noi» puntualizza il direttore generale granata Stefano Marchetti, presente a bordo campo, «ma è prematuro parlare di date. Certo è che, per caratteristiche tecniche, ci è mancato molto». La ripresa degli allenamenti di ieri è stata anche l’occasione per fare chiarezza su alcuni nomi accostati in questi giorni alla maglia granata, col mercato di riparazione scattato ufficialmente ieri e destinato a chiudersi il prossimo 2 febbraio. Partendo dalle ali. «Surraco? Mi risulta che attualmente sia in Uruguay. Ribadisco che ci piace ma che ci sono molti aspetti da verificare, a partire dalla sue condizioni fisiche. Nolé? Può essere un candidato, ma bisogna vedere se il Bassano ha intenzione di cederlo. Spighi, dell’Alessandria? È un altro elemento che potrebbe interessarci ma al momento non è in piedi alcuna trattativa». Un no più netto riguarda invece il 19enne attaccante del Sassuolo Gliozzi («In questo momento abbiamo bisogno di giocatori già pronti») e la voce relativa a un possibile interessamento all’ex centrocampista biancoscudato Cuffa, che ha rescisso il contratto con il Matera («Non ci interessa»). Per quanto riguarda i tempi, Marchetti non si fa illusioni: «Mi piacerebbe riuscire a rimpolpare la rosa già prima del 17 gennaio, ma è probabile che la maggior parte dei movimenti di mercato si concretizzi nelle ultime ore».

Ore 16.40 – Serie D, fischio finale: l’Abano batte il San Paolo 1-0, decide la rete siglata nel primo tempo da Franceschini.

Ore 16.30 – Terminato l’allenamento all’Appiani. Febbre per Petkovic, assenti anche gli acciaccati Busetto e Degrassi.

Ore 16.00 – Lega Pro: pesante sconfitta casalinga per il Venezia di Michele Serena, battuto 3-0 dall’Alessandria.

Ore 15.30 – Situazione infortunati: lavoro a parte per Zubin, assente invece Petkovic.

Ore 15.10 – In corso all’Appiani il primo allenamento settimanale dei Biancoscudati.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Chiusura col botto, per il Real Vicenza. I biancorossi vireranno il girone d’andata affrontando il Pavia, una delle più accreditate formazioni della vigilia del campionato. Mister Zhu, il facoltoso proprietario cinese del club lombardo, non ha badato a spese durante l’estate, e ha rivoluzionato completamente la rosa per poter scalare la classifica e riportare i pavesi in serie B. Basti dire che il capocannoniere dei lombardi (sei gol finora) si chiama Andrea Soncin, uno che ha fatto qualcosa come 150 reti in carriera e che è abituato a palcoscenici ben più importanti, compresa la serie A. Ma anche Cesarini, Ferretti, Sabato, Pederzoli sono nomi che incutono timore e che fanno agitare i sonni di mister Marcolini: «Il Pavia è una squadra che mi piace molto – esordisce il tecnico – e merita i primi posti. È costruita per vincere, è ben strutturata e gioca un calcio offensivo che mi piace. Sono contento di affrontarla perché sarà senz’altro una bella partita. Finora loro hanno giocato in più di una maniera, non è detto che useranno il 3-4-1-2, e anzi cambiano spesso anche in corso di partita». Sulle contromosse, il mister non si sbilancia. «Ai miei non chiedo niente i particolare se non il solito atteggiamento voglioso, il solito impegno e la solita fatica che finora ci hanno garantito ottimi risultati. Non posso chiedere di più a dei ragazzi che si sono sudati sul campo i risultati di altissimo livello che finora hanno ottenuto». Dal canto suo, il presidente Diquigiovanni manifesta tutto il suo entusiasmo e ottimismo. «Se vinciamo, sarò proprio contento di tutto il girone d’andata della mia squadra. Spero di non chiudere con un altro pareggio, ne abbiamo fatti anche troppi». Il Real Vicenza dovrà fare a meno di Polverini, Bardelloni e Ungaro, ancora alle prese con i loro rispettivi guai. Assente dell’ultima ora Calcagnotto, vittima di una distorsione. Anche il Pavia è in piena emergenza, con ben cinque giocatori (Cesarini, Sereni, Falconieri, Pederzoli e Cardin) influenzati o reduci da influenza.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Real Vicenza-Pavia, scontro ad alta quota. I riflettori del Menti si riaccendono questa sera alle 18 per la partita di cartello del girone A nell´ultima giornata del girone di andata. Poche storie, il Real vuole vincere per superare gli azzurri in classifica e riavvicinare la vetta dopo il pareggio ottenuto a Pordenone. Gli occhi sono naturalmente sul match, ma le orecchie ben alte per accogliere buone nuove dal mercato. La squadra biancorossa potrebbe presto contare sul capitano del Savona Francesco Quintavalla, che vuole il Real. Lo scoglio è più che altro rappresentato dal club ligure che non vorrebbe lasciar partire il difensore. Ma torniamo al campo. Le squadre hanno qualche problema. Nelle file del Real sono indisponibili Polverini, Bardelloni, Ungaro e Calcagnotto, che si è aggiunto alla lista dopo essersi procurato una piccola distorsione alla caviglia. Il Pavia, alla vigilia, ha dovuto fare i conti con l´influenza che si è accanita su parecchi giocatori. Nei giorni scorsi si sono fermati Cesarini, Sereni e Falconieri, cui si sono sommati Pederzoli e Cardin. Maspero sicuramente recupererà qualcuno ma i dubbi sulla formazione di partenza restano. Certo che ipotizzando alcune defezioni prende quota la presenza dal primo minuto di Andrea Cristini, fratello minore di Marco, centrocampista del Real, in difesa.
Il tecnico biancorosso Marcolini lancia la propria squadra: «Non posso chiedere di più ai miei ragazzi. Finora hanno disputato una prima metà di campionato di altissimo livello, siamo sempre stati in alto. Oggi ci aspetta un bell´esame ma sono molto felice di affrontare il Pavia. Sono convinto di vedere il solito atteggiamento dei miei, la voglia e l´entusiasmo di superare l´avversario. Il Real Vicenza è una squadra che sta dando tantissimo, alla società e allo staff di cui faccio parte». Il Pavia, dal canto suo, vorrà provare a vincere. È una formazione che, grazie alle potenzialità della propria dirigenza cinese, punta dritta alla promozione. Mesi fa, giusto per darvi la misura delle cose, aveva provato a contattare l´“airone” del Brescia Andrea Caracciolo, oggi è sulle tracce di Nicola Ferrari. «Il Pavia è forte, mi piace molto e ha confermato quanto il mercato aveva accennato – il pensiero di Marcolini – è una squadra costruita per vincere, che gioca un calcio offensivo. Ha giocato in diversi modi fino ad oggi e cambia molto a gara in corso. Mi aspetto grande qualità». E qualità ci si aspetta anche dal Real Vicenza, che nel girone di andata è stato capace di sfoderare prestazioni maiuscole proprio contro le migliori squadre del campionato. In difesa sarà ancora Solini, eccellente nelle ultime uscite, il sostituto di Polverini al centro della difesa. In attacco Galuppini è favorito su Odogwu per fare reparto con Bruno. Impossibile, anche se alla vigilia di una gara importante, non fare due parole con Marcolini sul mercato. Il tecnico però glissa: «I nomi? Non li so. Ora c´è la partita, ne parleremo tra qualche giorno».

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Finalmente si torna in campo. Il Bassano Virtus ha la possibilità di chiudere il girone d’andata come campione d’inverno ma prima deve affrontare l’ostacolo Feralpi Salò. Titolo che vale fino ad un certo punto, ma che sicuramente i giallorossi proveranno ad ottenere, dopo il successo dello scorso anno, una conferma ad altissimi livelli anche dopo il passaggio di categoria. «Per noi è una partita importante, dovremo essere bravi soprattutto a livello mentale – spiega il tecnico Tonino Asta – non è facile ricominciare dopo una pausa così lunga con lo stesso piglio. Non dobbiamo dimenticare come abbiamo giocato ma riproporci come sempre, come una squadra propositiva e votata all’attacco». Asta ha il massimo rispetto per la Feralpi. «È una squadra che gioca un buon calcio, lo scorso anno hanno raggiunto i play off: sfruttano bene il 4 3 3 con giocatori di livello come Pinardi e Bracaletti, uno degli esterni destri, dopo Furlan – scherza il mister – più forti della categoria. Dobbiamo stare attenti alle palle inattive dove sono fortissimi: hanno la punta Romero, i due centrali di difesa, tutti molto abili di testa». Questo potrebbe portare a qualche cambio in difesa? «Io ho quattro centrali titolari, Bizzotto, Priola, Zanella e Ingegneri: visto anche le partite ravvicinate, posso girarli, ma non per adeguarmi all’avversario, scelgo sempre chi è più in forma. Certo, qualche centimetro in più può fare comodo». Sulla partita, il mister ha le idee molto chiare. «Dobbiamo pressare Pinardi perché è un giocatore capace di creare sempre pericoli, da parte nostra evitare le palle lunghe e sfruttare gli uno contro uno esterni». Si torna a giocare dopo una lunga pausa. «Questo gruppo tira la carretta dallo scorso anno, la pausa ha fatto bene perché non è facile essere sempre protagonisti, come in apnea. Ci stava solo bene staccare la spina, ora cinque mesi in cui vogliamo e dobbiamo dare tutto». Nel frattempo, segnale importante da parte della società che blinda con un rinnovo contrattuale Mattia Proietti fino al 30 giugno 2017, il centrocampista classe 1992 che sta disputando l’ennesima buonissima stagione e che fa gola a molte squadre di Lega Pro e Serie B. I gioielli giallorossi non sono in vendita e non se ne andranno a giugno. Almeno di offerte clamorose, ovviamente.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) A Salò nel pomeriggio vagheggiando il titolo d´inverno, eppure la notizia del giorno non aspetta il calcio d´inizio: Mattia Proietti ieri ha sottoscritto il rinnovo in giallorosso sino a giugno 2017, un biennale per chi è qui già da 4 anni, estesi ora a 6 e che semmai attesta la volontà virtussina di pianificare il futuro in grande stile, ma quale assalto alla diligenza, con la concorrenza nel ruolo dei predoni. Seeber su queste colonne aveva anticipato la volontà di blindare i pezzi pregiati e nel giro di una settimana ha fidelizzato chi già era un simbolo del Soccer Team, tanto da dichiarare di recente: «Ormai mi sono dimenticato di essere torinese, a chi me lo chiede rispondo che sono di Bassano…». Un abbrivio decisamente gratificante di 2015 possibilmente da rimpolpare alle 16 nella tana della Feralpi, rivale in costante escalation nell´ultimo mese, di sicuro la squadra a dicembre più in palla di tutte. «Loro sono davvero quadrati, fisici ma anche veloci – avverte Asta – tra l´altro i migliori del campionato a capitalizzare le palle inattive, tuttavia io insisto perchè i miei pur rispettando tutti, non si modellino sulle caratteristiche dell´avversario. Sforziamoci di imporre il nostro calcio: se attacchiamo con lanci lunghi e prevedibili, finiranno in testa ai loro centrali, due tipi peraltro strutturati come Leonarduzzi e Ranellucci. Se invece aggrediamo gli spazi rincorrendo filtranti e allargando il campo sugli esterni possiamo pungere molto di più. I due viaggi ravvicinati di oggi e di sabato sera a Pavia? Ragioniamo una partita per volta, non penso neanche al turnover, mi tengo un paio di ballottaggi ancora (Zanella e Davì in preallarme, ndr) ma come sempre va dentro la formazione che al momento mi offre più garanzie». Unico nella lista indisponibili è Munarini che si trascina un malanno alla caviglia da prima di Natale e sarà arruolabile presumibilmente tra un paio di partite. «Per tutti c´è l´incognita della pausa – argomenta Asta – per noi era la prima pausa da luglio è c´è da verificare l´impatto agonistico come sarà». Nella Feralpi su cui sovrintende l´ottimo Beppe Scienza, ex compagno di Asta al Toro e profeta del 4-3-3 orfano però di Elvis Abbruscato infortunato, c´è la torre Romero, un lungagnone con spalle smisurate che protegge sfera e sale in quota ad arpionar palloni. «La loro stazza può rappresentare un problema, per questo tengo all´erta qualcuno dei miei che possiede chili e centimetri in abbondanza – conviene il trainer – anche se credo che alla fine il tempismo e il senso della posizione o dell´anticipo valgano più della prestanza fine a sé stessa». Nessun riferimento al titolo d´inverno in palio, se non qualche battuta indiretta. «So che sono tutti lì ad aspettare un nuovo capitombolo del Bassano capolista, ma noi invece abbiamo intenzione di reggere e tenere botta il più a lungo possibile, come sempre senza fare calcoli d´alcun tipo». La Feralpi poggia tantissimo sulle giocate dell´ex biancorosso Pinardi, play basso chiamato a impostare e ad accendere la luce dei bresciani. «Dobbiamo andarlo a pressare alti, senza dargli il tempo di pensare, tagliando per quanto possibile i rifornimenti».

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tre punti, finalmente contro una big, per svoltare definitivamente verso l’alto. Andrea Raimondi ci crede e non lo nasconde, caricando il più possibile il Venezia che oggi al Penzo (ore 14) chiude il girone di andata e inaugura il 2015 ospitando la quotata Alessandria. «I 90’odierni valgono doppio, perché se vogliamo recuperare – spiega l’attaccante padovano – è imprescindibile iniziare a battere chi ci sta davanti, cosa che finora ci è riuscita solo una volta con la FeralpiSalò (4-1 a Sant’Elena, ndr). Meglio cominciare immediatamente a ottenere vittorie pesanti senza perdere altro tempo». Dopo le prime 18 giornate Raimondi è ad un gol dal suo record personale, ovvero sei centri in stagione regolare con la Sangiovannese segnati però in Lega Pro2. «A Venezia sto trovando continuità di impiego, non mi era mai capitato nelle precedenti stagioni e ammetto che non mi sembra vero. Ho bisogno di stare in campo, finora non tutto è stato facile, però sono abbastanza soddisfatto di me stesso, perché tutto quello che ho fatto me lo sono conquistato con la fatica e dando tutto». Un traguardo personale per certi versi in salita considerato il passaggio al 4-4-2 che ha allontanato Raimondi dall’attacco. «Quello in fascia sinistra è un ruolo che non mi fa impazzire, ad essere sincero – ammette – tuttavia è un sacrificio tattico che faccio volentieri per la squadra. I risultati stanno tornando, prima di Natale abbiamo ottenuto due vittorie pesanti e quindi conta solo insistere». L’Alessandria sarà un cliente scomodo. «Dei piemontesi ne parlano tutti bene, le gare toste non ci spaventano e anche contro altre compagini che stanno parecchio più in alto di noi l’abbiamo dimostrato. Dei grigi conosco il brasiliano Mezavilla, centrocampista estroso e con colpi importanti: assieme abbiamo conquistato la promozione dalla Lega Pro1 alla serie B con la Juve Stabia vincendo i playoff». Attualmente i playoff, vale a dire il quarto posto, dista nove lunghezze per il Venezia. «Tutti, io per primo, possiamo fare molto meglio. Nel calcio può succedere di tutto, noi cerchiamo equilibrio, continuità e tutto può scattare da una vittoria di peso. E noi la vogliamo contro l’Alessandria».

Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Oggi saranno al Penzo, domani saliranno sul volo che li porterà a Mosca. Il direttore generale Dante Scibilia e il direttore sportivo Ivone De Franceschi sono stati chiamati dal presidente Yuri Korablin e domani lo raggiungeranno in Russia per fare il punto della situazione. Capire le intenzioni del proprietario del Fbc Unione Venezia, anche alla luce del mancato recesso sull’acquisto dei terreni a Tessera, capire se effettivamente, come prospettato a metà dicembre, il flusso di denaro riprenderà regolarmente in vista delle scadenze di metà febbraio o se si rischieranno nuove penalizzazioni. Ieri si è aperto ufficialmente il mercato invernale, che chiuderà alle ore 23 di lunedì 2 febbraio: è l’occasione per De Franceschi per sapere se potrà operare per rinforzare la squadra oppure se fare di necessità virtù con quel che passa la casa.

Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Ultima giornata del girone d’andata nell’ultimo giorno di festa. Arriva l’Alessandria al Penzo e il Venezia vuole fare la “fiesta” ai grigi piemontesi, squadra di vertice che punta alla promozione diretta. Partita giusta per testare le ambizioni di risalita degli uomini di Serena che hanno chiuso l’anno con il doppio 2-0 a spese di Torres e Pro Patria. Altre squadre, altra caratura rispetto all’Alessandria, ma al Penzo anche la capolista Bassano aveva sofferto, e non poco, prima di sfruttare le occasioni avute e rovesciare il risultato. Venezia a caccia del primo risultato di prestigio contro una big del girone A, dopo essersi inchinato a Bassano, Pavia, Real Vicenza e Como. E soprattutto a caccia della continuità richiesta da Serena per ritornare in zona playoff, continuità di risultati frutto della prestazione, che raramente è stata insufficiente nella gestione del tecnico di Carpenedo. Se Bellazzini garantisce affidabilità, Serena non cambierà modulo e uomini con due giocatori di peso in attacco (Magnaghi e Greco) e due elementi con propensioni offensive sulle fasce (Raimondi e Bellazzini appunto) con la copertura di Zaccagni ed Esposito. Ventuno i convocati, ancora fuori Giuliatto, entro il giovane Chin. «L’Alessandria è un’ottima squadra, seconda credo solo al Novara» parole di Alessandro Marino, difensore-bomber del Venezia, «noi vogliamo sfatare il tabù che ci ha visto sempre sconfitti contro le formazioni d’alta classifica. Conosco bene Sosa per aver giocato insieme qualche mese a Cittadella nella passata stagione, poi lui a gennaio venne proprio al Venezia. Daremo continuità alle due vittorie con cui il Venezia ha chiuso l’anno».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Riflettori puntati oggi alle 14.30 sull’Euganeo per il derby San Paolo-Abano, valido come posticipo dell’ultima giornata di andata (ingresso a 1 euro tranne per i residenti nel comune termale). Tra difficoltà di classifica (penultimo) e incertezze sul fronte societario con i giocatori in attesa ancora dei rimborsi, il San Paolo vive alla giornata sempre più sul filo del rasoio. E l’out out dei giocatori è arrivato nei giorni scorsi: una delegazione di “senatori” formata da Matteini, Rebecca, Caco e Sambugaro ha incontrato Barbin, rappresentante in Italia del misterioso gruppo olandese che dovrebbe prendere in mano la società: se i rimborsi non arrivano entro venerdì, i giocatori potrebbero decidere di non giocare domenica con la Virtus Castelfranco, prima giornata di ritorno. Ed è in questa situazione esplosiva che Damiano Longhi ha preparato il derby, con la squadra che ha un solo risultato utile a disposizione: la vittoria per agguantare in classifica a quota 18 punti Thermal e Formigine e alimentare le speranze di salvezza. «Ci siamo preparati per iniziare nel migliore dei modi il nuovo anno – sottolinea Longhi – Gli ultimi giorni non sono stati positivi dato che più di qualche ragazzo ha avuto l’influenza, ma anche se qualcuno non sarà al 100 per cento ciò che può fare la differenza è l’aspetto mentale. Affrontiamo una squadra di qualità come l’Abano che si è anche rinforzata, quindi dobbiamo metterci cattiveria e mentalità giuste». Il capitano Caco è squalificato, indisponibile anche Sambo, mentre dovrebbero recuperare Matteini, Sambugaro e Rebecca. Tutta un’altra musica invece in casa Abano, con la squadra che in caso di vittoria scavalcherebbe l’Imolese portandosi all’ottavo posto. «Avevamo chiuso bene il 2014 – afferma Massimiliano De Mozzi – cerchiamo di ripartire con il piglio giusto. Il derby è una partita che va al di fuori delle logiche di classifica. Ci vuole una prestazione intelligente e accorta per provare a vincere». Il nuovo acquisto Zanardo giocherà dal primo minuto? «Sta bene, ma si deve integrare nel nostro modo di giocare. Vediamo se impiegarlo dall’inizio o in corsa». Il clima non idilliaco all’interno del San Paolo può essere un vantaggio per l’Abano? «Non conosco i loro problemi, ma quando un giocatore si mette la maglia in campo dà sempre il massimo per dimostrare professionalità e attaccamento. Lo posso dire per esperienza diretta avendo vissuto una situazione analoga quando giocavo nella Massese».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) La desolazione e l’ambizione, i dubbi contro le certezze: il derby padovano dell’Epifania (biglietti a 1 euro allo stadio Euganeo) mette di fronte oggi pomeriggio due realtà agli antipodi. Da un lato i padroni di casa dell’Atletico San Paolo, quasi costretti a scendere in campo: gli stipendi non sono ancora arrivati, la squadra è imbottita di giovani e domenica prossima, contro il Castelfranco, non è nemmeno detto che tutti decidano di rendersi disponibili a giocare. Dall’altro lato l’ambizioso Abano, che con una vittoria si ritroverebbe vicino alla zona playoff e che con l’innesto di Paolo Zanardo, svincolato dal Piacenza, non può più nascondersi. C’è di tutto e di più, nella sfida della Befana: l’ultima d’andata del girone D, un derby ricco di argomenti e carico di tensione. Se sulla carta una vittoria (pure larga) dell’Abano sembra il risultato più scontato, è anche vero che il San Paolo è sin qui l’unica padovana a non aver ancora perso una stracittadina. «La differenza la farà l’aspetto mentale», ammette Damiano Longhi. «Per noi sarà una partita molto particolare, per qualche assenza di troppo e per l’aspetto psicologico che un po’ mi preoccupa. Ma se siamo compatti, possiamo metterli in difficoltà». L’ennesima rassicurazione di Fabio Barbin e della sbandierata (ma sin qui fantasma) nuova proprietà sembra avere i giorni contati: venerdì è la data-limite, oltre la quale, in assenza di novità, alcuni giocatori potrebbero decidere di fare un passo indietro. «Aspettiamo gli sviluppi», spiega Longhi. «Se non ci saranno, io continuerò a mandare in campo il San Paolo, ma non posso decidere per i ragazzi: nel caso porterò avanti il progetto con chi se la sentirà». Ben altro clima all’ombra dei Colli Euganei: «Dobbiamo confermarci dopo il 4-0 sulla Fortis, ripartire bene con il nuovo anno e porci un obiettivo di partita in partita, magari per pensare a qualcosa in più della metà classifica». È la prima volta che Max De Mozzi, tecnico dell’Abano, alza apertamente l’asticella: «Se vinciamo oggi, siamo settimi in classifica; se riuscissimo a conquistare presto la salvezza, potremmo davvero giocare sereni e batterci per qualche piazza d’onore». Uno squalificato per parte, Caco e Ballarin, ma il San Paolo paga i forfait anche di Sambo, Rinaldi e Cardo. Moduli speculari per i due tecnici: De Mozzi potrebbe lanciare Zanardo dall’inizio, arretrando Franceschini in mediana al posto del diffidato Maniero.

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) «Innanzitutto mi faccia ringraziare chi è venuto allo stadio. Vedere tanta gente (il dato ufficiale parla di 4.800 persone sugli spalti) è stata una emozione bellissima. Sarebbe bello avere questi numeri sempre. In attesa di farli magari in Lega Pro, mi auguro di rivedere il “Dei Fiori” ancora così pieno». Il giorno dopo il successo contro Padova sono ancora brividi forti per Rino Dalle Rive, presidente dell´Altovicentino. In effetti, a pensarci bene, non è cosa di tutti i giorni che due società di neppure un anno di vita – entrambe nate nell´estate del 2014, la prima da una fusione, i patavini dopo un fallimento – spostino così tanti tifosi. E senza problemi di ordine pubblico, a parte quei 5 botti fatti esplodere dagli ospiti dalle parti della panchina di Zanin e che potrebbero costare la squalifica dell´Euganeo. A proposito, si dirà che quel “Biancoscudati” è solo un´aggiunta necessaria al nome e al blasone della città, ma senza abbandonare il girone, Trieste insegna che non sempre fallire significa rinascere. Come pure va sottolineato che non sempre i matrimoni calcistici portano in dote anche i tifosi. Anzi, spesso li fanno perdere. Ed allora meglio goderseli ancora un giorno questi numeri, assieme alla soddisfazione di un pomeriggio tutto sommato tranquillo. «Cori e sfottò fanno parte del gioco, certo loro meritavano il pari per quanto hanno fatto, hanno giocatori importanti che cercano sempre di condizionare l´arbitro, segno che hanno grande esperienza. Però, al di là della bravura di Di Filippo, sull´1 a 0 potevamo chiuderla sfruttando le ripartenze che invece abbiamo sprecato». Si tiene stretto il successo, Dalle Rive, e fa bene, perchè in sfide così conta solo una cosa: vincere. «Ho letto le dichiarazioni di Marco Cunico ma – ride – non me la dà a bere. Lui è un guerriero, la sconfitta gli brucia forte, altro che “giocando bene si vince”. Lo capisco, lui e Ferretti volevano la vendetta, anche se Gustavo mi ha un po´ indispettito per come si è comportato in campo». Gente che va, gente che viene e talvolta ritorna. O, come Emil Zubin, che scompare dai radar nel giorno della battaglia: «Se non lo ha portato in panchina probabilmente non era in condizione. Io insisto con i miei addetti ai lavori che servono un altro paio di innesti per essere molto forti, Padova ha ancora qualcosa in più. Chissà, magari in primavera, con la bagarre salvezza in corso, i loro veterani potrebbero pagare dazio alla condizione fisica, per questo abbiamo bisogno di crescere anche sotto il profilo tecnico. Anche perchè siamo ancora un po´ imballati sotto l´aspetto mentale». Intanto, però, il lavoro del tecnico Diego Zanin qualche frutto lo ha già portato. Successo a parte. «È freddo, non si scompone, ma incita molto la squadra. E sa ascoltare, più che me i suoi collaboratori. Mi fa piacere che abbia apprezzato gli sforzi della società, ma è il mio dovere quello di metterlo in condizione di poter lavorare sempre bene». L´unica ruga in un lunedì mai così disteso è il futuro, di cui non v´è mai certezza. «Soprattutto se non si rafforzano le fondamenta della società. Ho grande passione, ma debbo pensare a un Altovicentino anche senza di me. Servono altri dirigenti di spessore economico, da solo farei solo un tratto di strada, importante ma limitato».

Ore 11.40 – (Gazzettino) MODULO. L’impiego di Cicioni a causa dell’indisponibilità di Petkovic (in panchina) ha comportato il dover utilizzare un giovane in più fuori, nell’occasione Mattin (Busetto, Degrassi, Mazzocco gli altri) nella posizione di trequartista con Cunico in appoggio a Ferretti. Accantonato il consueto 4-2-3-1 con tutti gli esterni in panchina. Proprio l’ingresso a inizio ripresa di Petrilli a sinistra (fuori Segato) ha fatto lievitare la pericolosità della squadra, mentre il 4-2-4 provato una decina di minuti con Amirante e Ferretti di punta e Cunico esterno destro è stato un flop. «Il problema di Petkovic ci ha un po’ spiazzati – sottolinea De Poli – Se in sua assenza siamo costretti a modificare modulo, non mi piace. Dobbiamo avere una continuità nell’assetto, mi dà fastidio tenere fuori tre esterni come Petrilli, Ilari e Aperi. Dobbiamo fare della valutazioni: la soluzione potrebbe essere di andare eventualmente su un giovane, portiere o esterno offensivo, anche se al 99 per cento resteremo come siamo». Con l’apertura (ieri) del mercato professionistico, sono da monitorare i giovani di serie: tra questi Bearzotti, esterno del Verona. «Ma la nostra idea è di non prenderlo» taglia corto De Poli. Intanto, domani Petkovic effettuerà un’ecografia di controllo e si saprà se recupererà o meno per la sfida di domenica con l’Union Pro. «Ha effettuato una visita e hanno detto che sta migliorando – spiega De Poli – ma solo con l’ecografia si capirà la situazione».

Ore 11.30 – (Gazzettino) NERVOSISMO. Qualche protesta di troppo in campo, anche se l’immagine più eloquente è quella di Nichele che al momento del cambio, dopo aver rischiato poco prima il secondo cartellino giallo, ha calciato le bottigliette d’acqua davanti alla panchina dirigendosi poi verso lo spogliatoio. «Ero arrabbiato – afferma il centrocampista – Non per la sostituzione, ma per l’andamento della partita. Sono andato in spogliatoio, ma per prendermi tuta e giubbotto e sono tornato in panchina». La squadra è apparsa nervosa. «Già era una partita sentita, tutta la gente attaccata al campo ti spingeva e in certi atteggiamenti l’arbitro ci ha messo del suo: ci sono stati anche tre falli in area. Non voglio dire che abbiamo perso per questo, ma eravamo nervosi perché l’arbitro permetteva a loro qualcosa in più». Lei ha rischiato il secondo giallo, e quindi l’espulsione. «C’è stato un momento che l’arbitro mi ha un po’ puntato, ogni cosa che facevo era un fallo. Siamo stati penalizzati, ma bisogna dare merito anche all’Altovicentino: si vedeva che volevano il risultato. Noi, tra l’altro, non siamo arrivati al meglio alla partita: io e Ferretti avevamo ripreso ad allenarci con la squadra solo martedì, Cunico aveva avuto la febbre. Ci dispiace non avere dato una gioia a tutta la gente che è venuta speranzosa allo stadio. Però usciamo da questa partita con ancora più fiducia». Il diesse De Poli era in panchina e ha visto bene la reazione di Nichele. «Per abitudine non parlo mai dopo la gara con i giocatori, a caldo succedono cose strane. Ma parlerò con lui per capire il suo gesto».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Un cammino super nel girone d’andata, non c’è dubbio. Ma domenica con l’Altovicentino, oltre ad avere mancato la stoccata che avrebbe potuto portarlo a +8 in classifica, il Padova ha palesato qualche piccola crepa tra un errore individuale pagato a carissimo prezzo, un pizzico di nervosismo di troppo, un camaleontico passaggio di moduli innescato dall’indisponibilità di Petkovic, senza dimenticare che anche la fortuna ha girato le spalle in occasione della traversa di Sentinelli. Nessun dramma, per carità. Ma una valutazione attenta è doverosa. ERRORE. Quello di Degrassi ha spianato la strada a Peluso per il gol vittoria. Una sfera apparentemente agevole da addomesticare e invece l’inaspettato patatrac. «Avevo letto che la palla arrivava in quel punto ed ero sicuro di prenderla, ma un po’ il sole e un po’ il cattivo rimbalzo sul terreno mi hanno spiazzato. Sono molto dispiaciuto, tutti i compagni mi hanno rincuorato. Il tecnico? Alla fine del primo tempo mi ha detto di restare tranquillo e nella ripresa lo sono stato. Dispiace aver perso, anche perché la prestazione della squadra è stata molto buona». Intoccabile per tutto il girone d’andata, adesso con l’arrivo di Salvadori non manca la concorrenza. «È positivo, ti stimola ancora di più».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Essendo stata sospesa la pena, le gare a porte chiuse sarebbero almeno due, quella appunto sospesa e quella legata a Valdagno, senza dimenticare gli altri 2.000 euro di multa dopo il match con il Kras Repen per sputi e lancio di bicchieri e di una lattina. Molto amareggiato il vicepresidente Edoardo Bonetto: «Siamo sempre disponibili a parlare con i tifosi della curva, ma il danno per questi comportamenti è impressionante. Si rischia di giocare due o tre gare in campo neutro, con incassi persi e la possibilità che qualcuno rinunci a fare l’abbonamento per il girone di ritorno. Senza contare il mancato sostegno dei tifosi e i problemi d’immagine. Tutto questo non ci aiuta a perseguire quell’obiettivo primario di portare allo stadio donne e famiglie e di fare un calcio pulito. Forse è un po’ colpa nostra se non siamo riusciti a far passare meglio questo messaggio».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Bisognerà attendere domani per conoscere il verdetto del giudice, ma è grande il timore che i tre petardi lanciati in campo dai tifosi durante la gara con l’Altovicentino possano portare a provvedimenti severi. Impossibile per l’arbitro non mettere a referto gli episodi che in un caso hanno portato anche a una breve interruzione della partita, il tutto aggravato dai tre precedenti di questa stagione. La squalifica dell’Euganeo per almeno una giornata o l’obbligo di giocare due gare a porte chiuse costituiscono dunque un’ipotesi tutt’altro che remota. La prima sanzione arriverebbe se il giudice si riferisse a quanto successo a Montebelluna (lancio in campo di fumogeni, petardi e bottigliette d’acqua), comportamento sanzionato con una multa di 2.500 euro e la diffida del campo. Andrebbe ancora peggio se la recidiva tenesse in considerazione il comportamento tenuto a Fontanafredda dove, a causa dell’accensione di un fumogeno e dei cori di discriminazione verso un giocatore avversario, era stata disposta la chiusura per una gara del settore che ospita i tifosi di casa, con 400 euro di ammenda.

Ore 10.50 – Disponibili sulla nostra pagina Facebook tutte le foto (scattate da Andrea Piva) di AltoVicentino-Padova

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Teppisti o buffoni non fa differenza, occorre isolarli”) Il giorno dopo fa ancora più rabbia. Una bella domenica d’inverno, la prima del 2015, è stata guastata da atteggiamenti che macchiano, c’è poco da fare, l’immagine faticosamente ricostruita del calcio biancoscudato, dopo le noti vicissitudini estive culminate nella scomparsa di un club con 104 anni di storia. Non è il campo ad essere chiamato in causa, perché la squadra di Parlato è uscita a testa alta dal confronto con l’Altovicentino, pur avendo incassato la seconda sconfitta stagionale e avendo visto ridotto il suo vantaggio di capolista (è bene ricordare chi comanda la classifica…) da 5 a 2 lunghezze rispetto ai rivali, ma una frangia di personaggi che ingrossa domenicalmente le legioni della Tribuna Fattori, in casa come in trasferta. Legioni che sono sane e soprattutto seguono il Padova con un preciso scopo: spingerlo al ritorno in Lega Pro. Chi ha lanciato i tre petardi, provocando botti assordanti, contro la panchina vicentina è e resta un idiota: il suo gesto non porta da nessuna parte, anzi si sta rivelando un clamoroso autogol. Il timore di una squalifica dell’Euganeo o di una o più partite a porte chiuse non è affatto campato in aria, ma a preoccupare di più è la recidività dell’episodio: era successo a Montebelluna (bottigliette d’acqua piene e fumogeni in campo), si era ripetuto a Fontanafredda (altri petardi fatti scoppiare sugli spalti), e adesso Valdagno. Al di là delle conseguenze, disciplinari ed economiche, che subirà la società, se il bubbone non viene estirpato alla radice, la minaccia di altri fenomeni emulatori continuerà ad accompagnarci nei prossimi mesi, se non anni. Qualcuno deve fermare questi teppistelli (ma ci piace più etichettarli come buffoni da stadio) prima che creino danni peggiori. Non parliamo più di gente che ama il Biancoscudo, per favore, qui siamo di fronte a soggetti che, vigliaccamente, credono di poter stabilire chissà quali nuove regole per dimostrare di… esistere. I “passaparola” e le testimonianze pubblicate sui social network nelle ultime ore rivelano che si sa benissimo chi e come ha lanciato quei botti. Dentro la “Fattori”, a quanto ci risulta, si è alzata la voce per chiedere di fare pulizia: chi pretende di agire come un cane sciolto, infischiandosene di tutto e di tutti, va emarginato. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, se dovessimo assistere alla diaspora di uno o più gruppi dalla curva, le divisioni e le liti all’interno del mondo ultras, non solo padovano, ci sono state e sempre ci saranno. L’importante è che i “capi” della Fattori siano convinti nell’agire come le circostanze (palesi) adesso impongono: tolleranza zero nei confronti dei responsabili di gesta tanto assurde. Vogliamo e dobbiamo sperare che si arrivi ad isolarlo/i. E che la politica stia fuori dal calcio per un’ora e mezza, delle nostalgie del passato nessuno sente il bisogno. Tanto più adesso che l’aria nel Padova è tornata finalmente respirabile.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Dica … «Queste persone devono essere isolate. Non posso pensare che non si sappia chi non commette questi atti. Chi vuol bene alla società deve lavorare al nostro fianco. Il pubblico è stupendo e meraviglioso ed è sempre motivo di sprone. Perciò mi rivolgo a chi vuole bene ai nostri colori e ha la capacità di isolare questa gentaglia. Per cortesia, aiutateci». Anche perché è l’unica macchia di un cammino finora stupefacente, che vi ha portato in testa alla classifica, riaccendendo l’entusiasmo in città. «Il bilancio del girone d’andata non può che essere estremamente positivo. La sconfitta di domenica è stata immeritata, perché la squadra ha giocato molto bene nonostante le assenze. Al primo posto restiamo ancora noi, abbiamo due punti di vantaggio e dobbiamo continuare a lavorare con l’umiltà che ci ha contraddistinto». Ieri si è aperto anche il mercato per i professionisti. Interverrete ancora? «La squadra è ampia e completa, valuteremo solo se ci sarà qualche occasione».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Cos’ha pensato dopo l’esplosione dei petardi? «Che c’è qualcuno che sta remando contro la Biancoscudati Padova. Se noi vogliamo essere promossi, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i tifosi, ma di quelli veri. Al nostro seguito avevamo un tifo meraviglioso, ma per colpa di 5 o 10 imbecilli gli altri 2.000 saranno costretti a pagare le conseguenze». Sta pensando anche al danno economico? «Potremmo vederci inflitte due domeniche a porte chiuse e di conseguenza perderemmo 30 mila euro di incasso. E proprio in questo periodo in cui abbiamo lanciato la campagna abbonamenti per il girone di ritorno. Qualcuno potrebbe dire: “Cosa mi abbono a fare se salto già due partite?”. Rischiamo di perdere 40 o 50 mila euro, per non parlare del danno d’immagine». Cosa può fare la società per prevenire certi episodi? «Queste sono le cose che ti fanno pensare ad un passo indietro. Ti fanno ragionare su cos’è il calcio. Io allo stadio voglio vedere i bambini e le famiglie, non gli esagitati. Due genitori hanno dovuto portare i bambini fuori dall’impianto perché piangevano. Non è questo il calcio che vogliamo Bergamin ed io. Andando avanti di questo passo, rischiamo di perdere tifosi. Un papà che va con il figlio allo stadio non può rischiare di riportarlo a casa con un trauma sonoro. Vorrei lanciare un appello».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Non sono amareggiato per la sconfitta, ma per quanto è accaduto fuori dal campo». Scuote la testa l’amministratore delegato della Biancoscudati Padova Roberto Bonetto. Scuote la testa perché, suo malgrado, si trova costretto a commentare, e soprattutto condannare, il ripetersi di episodi incivili che continuano a macchiare un’annata, per tutti gli altri versi, magica. I tre petardi scoppiati domenica all’interno dello stadio di Valdagno rischiano di costare molto caro alla società, già diffidata dal giudice sportivo dopo le intemperanze dei tifosi in alcune precedenti trasferte. Il pericolo di squalifica dello stadio Euganeo è concreto e il sapore è un misto tra rabbia e beffa, soprattutto ripensando a com’era iniziata la giornata di 48 ore fa. «Quando sono entrato allo stadio e ho visto quel muro di tifosi, mi sono commosso», confessa Bonetto. «Perché vedere una marea di persone muoversi per incitare la squadra non è cosa da poco. Nemmeno in categorie superiori, in Lega Pro o serie B, si assiste a trasferte così numerose». Ma l’emozione ha fatto presto a tramutarsi in sconforto.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Nelle ultime ore sono piovuti commenti da ogni dove. «Peccato che per colpa di 2 o 3 imbecilli si rischi di ricevere sanzioni per le prossime partite», le parole di Luca su facebook. «Ciò che è mancato è stato l’individuare i colpevoli per renderli responsabili dell’accaduto. Spero che la società non debba pagare per questo». Sulle stesse posizioni Dandy: «Per gli ennesimi episodi che potrebbero costarci la squalifica del campo, che tristezza! Ora bisogna provvedere senza se e senza ma, questi idioti non hanno nulla a che vedere con la nostra splendida tifoseria». Categorico il messaggio di Gianni: «Ero a Valdagno con mio figlio. Solito spettacolo disgustoso sugli spalti, a momenti un petardo mi arrivava addosso e colpiva mio figlio. Non verrò mai più allo stadio. Ho chiuso». A ruota, pure Stefano, che chiede risposte precise: «Se avete visto chi è stato, perché non lo avete indicato? Siete complici omertosi anche voi». Infine, altri due tifosi, che sottolineano come potesse andare anche peggio: «Se dalla panchina dell’Altovicentino qualcuno si fosse buttato a terra fingendo dolore, la partita finiva lì: 3-0 a tavolino». E non si può certo dare loro torto.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Le versioni sono discordanti: «Ho visto la partita 5/6 gradini sopra la panchine ospite», il racconto di Giorgio, «e vi posso assicurare che al lancio dei petardi ho guardato attentamente giù per vedere qualche strano movimento, ma omertà assoluta. Dato il numero di persone presenti e il poco spazio di movimento, i petardi sono stati sicuramente fatti cadere (e non lanciati) a ridosso della panchina da chi si trovava in prima fila, a ridosso della balaustra di legno». C’è poi la versione di Stefano: «Ho visto con i miei occhi un noto capo ultras che, dopo lo scoppio di un petardo, ha chiesto a più riprese chi fosse stato, invitando l’autore a farsi avanti. Di fronte alla vigliaccheria del deficiente, ha scagliato per terra il megafono incazzato nero e se n’è andato». Alessio, altro tifoso presente a Valdagno, ha un’idea diversa: «Nessuno del tifo organizzato ha messo una pezza su ciò che accadeva, il tutto con l’Euganeo già in diffida. Purtroppo, nemmeno questa volta salteranno fuori i responsabili, che puntualmente verranno protetti da chi gli stava intorno. Con questi comportamenti non si va da nessuna parte».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Due le sensazioni predominanti dopo i “botti” di Valdagno: da un lato la rabbia per il gesto di uno o più sconsiderati, che rischia di ricadere sulla passione di un popolo intero; dall’altro, la precisa richiesta a chi della Tribuna Fattori tiene le fila: la stragrande maggioranza dei tifosi adesso vuole delle risposte. Chiede una presa di posizione pubblica nei confronti di chi, per i più disparati motivi, ritiene di poter fare un po’ ciò che vuole mescolandosi alle centinaia di tifosi biancoscudati che settimanalmente riempiono gli impianti dove si esibiscono i ragazzi di Parlato. Posizione che, almeno per ora, la “Fattori” non ha preso ufficialmente. La dinamica. La Digos della Questura padovana sta analizzando i filmati delle telecamerine puntate sulla tribuna biancoscudata domenica: in assenza di un sistema di videosorveglianza, che in serie D non è obbligatorio, le uniche immagini disponibili sono quelle delle videocamere che gli agenti avevano in mano, attraverso le quali però difficilmente si potrà dare un volto alle persone coinvolte. Ed è il web, ancora una volta, a fornire indicazioni su quanto avvenuto all’8’ del primo tempo, e quindi al 6’ e al 38’ di Altovicentino-Padova.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Epifania al lavoro per i Biancoscudati. Da oggi, infatti, ripartirà la settimana-tipo per Cunico e compagni, che si ritroveranno per il primo allenamento alle 14.30 allo stadio Appiani. Da quindici giorni a questa parte è ormai diventata via Carducci il punto di ritrovo per la squadra, anche se oggi verranno valutate le condizioni dei campi della Guizza. Nel caso in cui questi ultimi dovessero aver smaltito le scorie del maltempo dei giorni scorsi, già da domani il Padova potrebbe tornare ad allenarsi al centro Gozzano. Da valutare le condizioni di Zubin, che domenica non è riuscito a recuperare nemmeno per la panchina, ma già da questa settimana tornerà ad allenarsi con il gruppo e, se non dovessero esserci ulteriori intoppi, sarà disponibile per la sfida di domenica prossima a Mogliano, in casa dell’Union Pro. Si cercherà di recuperare in tempo anche Petkovic, il cui infortunio, per la regola degli “under”, ha costretto Parlato a rivoluzionare la formazione contro l’Altovicentino. Rientrerà dalla squalifica Matteo Dionisi, assente ormai da un mese dopo il cartellino rosso rimediato contro il Legnago.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In classifica il Padova ha adesso soltanto due punti di vantaggio sulla rivale più diretta e lo scontro diretto a sfavore. Se la situazione non verrà ribaltata nella partita di ritorno, ciò significa che in caso di arrivo a pari punti sarà l’AltoVicentino la prescelta per la promozione in Lega Pro. Ieri, intanto, si è riaperto il mercato professionistico, che coinvolge la serie D soltanto per i giovani di serie. Il Padova farà un tentativo col Verona per il giovane esterno Enrico Bearzotti, ma le ultime prestazioni molto buone dell’esterno che Parlato lo scorso anno ha avuto a Pordenone, starebbero frenando un’intesa che era stata già raggiunta diverse settimane fa e che adesso è tornata improvvisamente in discussione. Insomma, la pista rimane calda e va battuta fino in fondo ma non è detto che si riesca a chiudere l’intesa in maniera positiva. Intanto c’è da pensare al rientro in campionato: domenica il giro di boa con la prima del girone di ritorno e il Padova sarà impegnato ancora fuori casa, a Mogliano, sul campo della Union Pro battuta 3-0 all’andata all’Euganeo.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Anche perché l’arbitro si è subito accorto del lancio di petardi e ha annotato tutto nel suo referto che verrà consegnato al giudice sportivo. Insomma, un’ulteriore danno oltre al risultato del campo, che ha premiato l’AltoVicentino probabilmente oltre i propri meriti. Il Padova ha fallito non tanto l’approccio alla gara, quanto piuttosto l’atteggiamento seguito allo svantaggio firmato da Peluso, che ha portato con sé diversi episodi di nervosismo sul terreno di gioco e occasioni sprecate per arrivare al pareggio. Se in più aggiungiamo almeno un rigore non concesso e reclamato, ecco che il quadro è completo. Saggiamente, però, è il direttore sportivo Fabrizio De Poli a smorzare i bollenti spiriti e, nei confronti del direttore di gara, non arriva nessuna protesta da parte della dirigenza biancoscudata. «È una sconfitta che brucia — ha ammesso il ds — ma sono comunque soddisfatto della prestazione della squadra, perché abbiamo fatto una grande partita. Per quanto riguarda l’arbitro, non diamo la colpa a lui, piuttosto dobbiamo essere bravi noi a protestare meno e a gestirla meglio. Non dobbiamo farci trascinare nella trappola del nervosismo, perché alla fine va tutto a nostro svantaggio. Sono stato un giocatore e so bene quanto difficile possa essere in certi momenti, ma dobbiamo essere maturi e pronti anche sotto questo punto di vista».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) L’aspetto più inquietante — e irritante — della sconfitta maturata domenica a Valdagno contro l’Alto Vicentino non è soltanto il risultato negativo e il match-point fallito per una fuga che, in caso di una vittoria, sarebbe stata quasi definitiva e decisiva. Sotto la lente emerge adesso il rischio, assai concreto in verità, di una squalifica dello stadio Euganeo per la prossima partita casalinga, oppure in alternativa la punizione di una gara a porte chiuse da scontare alla seconda di ritorno contro il Montebelluna. I primi rumors in ambiente federale sembrano non lasciare scampo al Padova, che si trova ancora una volta a dover fare i conti con i gesti sconsiderati di pochi tifosi che penalizzano una trasferta da ricordare come quella dei tremila e più appassionati che domenica pomeriggio hanno raggiunto lo stadio Dei Fiori della vicina Valdagno. Ben quattro grossi e potenti petardi (qualcuno ha parlato addirittura di bombe carta, ma sembra una ricostruzione non corrispondente alla realtà) sono stati esplosi nel corso del match vicino alla panchina dell’Alto Vicentino. Considerato che l’Euganeo era già in diffida e che si era già usufruito della «condizionale» in occasione delle ultime intemperanze in occasione di Padova-Belluno e di Kras Repen-Padova, stavolta ben difficilmente ci saranno sconti.

Ore 08.38 – Serie D girone C, prossimo turno (diciottesima giornata, domenica 11 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Legnago, Montebelluna-Clodiense, Fontanafredda-ArziChiampo, Union Pro-Padova, Mori S.Stefano-Belluno, Kras Repen-Sacilese, Tamai-Giorgione, Ripa La Fenadora-Dro, Triestina-Mezzocorona

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica al termine del girone di andata: Padova 41, AltoVicentino 39, Belluno 36, Sacilese 32, La Fenadora 29, Montebelluna 27, Tamai e Clodiense 26, ArziChiampo 25, Fontanafredda 24, Union Pro 22, Giorgione 19, Legnago 17, Dro 16, Triestina e Kras Repen 11, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati dell’ultima giornata di andata: Altovicentino-Padova 1-0, Kras Repen-Clodiense 1-1, Montebelluna-Belluno 0-1, Mori Santo Stefano-Fontanafredda 3-4, Sacilese-Dro 1-1, Tamai-Mezzocorona 2-0, Triestina-Legnago 4-4, Union Pro-ArziChiampo 2-3, Union Ripa La Fenadora-Giorgione 3-1

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 5 gennaio: riposo dopo l’immeritata sconfitta con l’AltoVicentino. Concessi 2.000 biglietti per la trasferta di Mogliano Veneto.isponibili




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