Live 24! Padova, si ritorna subito al lavoro nonostante la sosta di campionato per mettere nuova benzina nelle gambe

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) Se domenica la Triestina ha disputato probabilmente la sua migliore prova di questo campionato, non è certo un caso. Contro l’Arzignanochiampo, è infatti continuato il percorso di crescita che l’Unione ha iniziato ormai da qualche settimana. Ferazzoli lo predica da mesi: visto che per tanto tempo la costruzione di questa rosa è stata costantemente un working in progress, la squadra aveva solo bisogno di conoscersi meglio, di lavorare assieme e di acquistare fiducia e autostima grazie anche a dei risultati positivi. Questa Triestina nelle ultime 12 partite ha perso solamente 2 volte: si potrà dire che vince pochissimo, ma questi numeri dimostrano che quella alabardata è finalmente una squadra che sa tenere il campo, che ha maggiore continuità nell’arco dei novanta minuti e non sbanda vistosamente al primo intoppo. Una squadra che insomma può giocarsela davvero con tutti. Ma, si dirà, contro l’Arzignanochiampo è arrivato solo un pareggio che serve a poco. Ma il calcio è questo, il risultato dipende a volte dagli episodi, altre da decisioni arbitrali, altre ancora da quelli che sono tuttora dei limiti precisi. Perché è evidente che anche se le cose vanno meglio, non tutto è ancora perfetto, anzi le cose da sistemare sono ancora molte e purtroppo la sciagurata posizione di classifica non aiuta in termini di serenità. La crescita della Triestina ha dei precisi motivi: il lavoro di un tecnico attento ed esperto della categoria come Ferazzoli, il fatto di avere trovato almeno un nucleo di giocatori affidabili (soprattutto nel pacchetto di centrocampo), due under come Manzo e Crosato che finalmente tengono bene la categoria, e quindi l’arma in più di Daniele Rocco in attacco, un vero trascinatore che può decidere da solo le partite. Il reparto più completo sembra essere quello di centrocampo: Spadari ormai ha preso in mano le redini in regia, anche se non ha ancora una gran tenuta, Bedin e Arvia sono elementi di esperienza mentre Proia si sta dimostrando un gran tuttofare e non dispiace nella posizione più avanzata. Ma è evidente che sono due le cose che ancora non funzionano: una difesa ancora troppo insicura e in preda ad amnesie, e il fatto che in attacco Rocco è ancora troppo solo, soprattutto se vicino ha il Milicevic svagato di questo periodo. Nel reparto arretrato a questo punto si attende con ansia il rientro di Fiore dopo la frattura alla mano: è evidente che è lui il compagno più affidabile per Piscopo e i due rappresentano la migliore coppia centrale al momento. Antonelli è ancora soggetto a pericolose amnesie, mentre fa sperare il fatto che Giannetti abbia sopperito in modo dignitoso all’assenza di Celli. Sull’attacco lo stesso tecnico ha ammesso che si cerca un ariete di valore che possa giocare assieme a Rocco. Già, ma a gennaio inoltrato, un giocatore di questo tipo, libero e disposto a venire a Trieste, lo si riesce a trovare?

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un buon ed utile pareggio (0-0) a Tamai permette alla Clodiense di consolidare la sua posizione nella zona playoff e trascorrere in serenità la pausa del campionato. A Tamai la squadra lagunare ha saputo tener testa alla formazione di casa nonostante l’assenza della coppia centrale difensiva titolare (Boscolo D. Berto-Tiozzo F.) ed aver giocato in inferiorità numerica gli ultimi venti minuti della partita per l’espulsione di Santi. «Effettivamente era la difesa il nostro reparto con le maggiori defezioni – ammette Pagan – ma Moretto e Carlucci hanno giocato un’ottima gara, specialmente Carlucci nonostante una assurda ammonizione solo dopo pochi minuti di gioco. Credo che il pari sia stato un risultato giusto – continua il tecnico granata – anche se noi siamo stati più propositivi. Il Tamai è una squadra attrezzata e ci aspettava nella loro metà campo, pronta a sfruttare un nostro errore. Noi non ne abbiamo commesso ma siamo stati penalizzati dal terreno che ci ha frenato nelle giocate». L’espulsione del centravanti Santi (che sarà squalificato) mette la Clodiense in allarme per la ripresa del campionato. «Purtroppo la sua mancanza si è sentita negli ultimi venti minuti così si sentirà alla ripresa del campionato». Che effetto avrà la sosta? «Credo che arrivi nel momento giusto – conclude Pagan – Potremo recuperare alcuni giocatori infortunati come Isotti, Okroglic, Boscolo D. Berto e rifiatare. Finora siamo contenti del nostro campionato ma il mese di febbraio per noi sarà determinante. Dovremo però accelerare per chiudere al più presto la pratica salvezza. Poi vedremo quali obiettivi inseguire». Il mister chioggiotto ha dato il rompete le righe e la squadra si ritroverà domani per riprendere la preparazione. Sabato al mattino (ore 11) la squadra lagunare effettuerà una amichevole a Montegalda (Grisignano) contro il Thermal Abano.

Ore 20.50 – (Messaggero Veneto) «E’ la scossa che ci voleva». Il giorno dopo, Mauro Zironelli respira ancora la salutare aria di Pedavena, dove la Sacilese ha ritrovato il successo, il primo dell’anno e del girone di ritorno. «Nell’ultimo periodo – commenta il tecnico liventino – avevamo un po’ tirato il fiato. Ma non dimentichiamoci che ci sono giocatori che non riposano mai. E che l’emergenza con cui siamo costretti a convivere non aiuta a ritrovare energie. Comunque sia, già con la Triestina avevo rivisto la “mia” Sacilese. Col Ripa siamo stati bravi a sfruttare due loro disattenzioni e poi a soffrire con ordine». Nel finale con un po’ di apprensione: «Certo – replica Zironelli – perché sembrava un film già visto. Sono i postumi, a livello psicologico, delle rimonte subite in extremis con Legnago e Triestina». Ma stavolta la Sacilese ha retto. E si può godere un quarto posto rafforzato, a meno 2 dal Belluno, sconfitto a sorpresa dal Mezzocorona. Sorriso a metà. Il sorriso di Zironelli è però a denti stretti. Perché la vittoria di Pedavena ha avuto un prezzo pesante a livello di uomini. Come se non bastassero gli infortuni delle settimane scorse, l’allenatore biancorosso oggi alla ripresa degli allenamenti dovrà valutare le condizioni di Peressini, Biasi Manolache e Boscolo, usciti infortunati dal match col Ripa. E dopo la sosta, l’8 febbraio, nel big-match casalingo con l’Altovicentino, non ci sarà Riccardo Baggio, il perno della difesa, espulso nel recupero della gara col Ripa. Assenza pesantissima. Sorpasso. Nell’ultimo mese e mezzo (6 giornate) nessuno ha corso come il Fontanafredda (15 punti). Nemmeno il Padova (12) e l’Altovicentino (10). I rossoneri hanno inanellato col Giorgione la quinta vittoria in 6 partite: un ruolino che ha loro permesso di guadagnare 6 punti sulla Sacilese e ben 9 sul Tamai, ora sorpassato in classifica. La squadra di De Pieri si è così spinta a 3 sole lunghezze dai play-off. Cammino da sogno. Anticipo. Dopo la sosta ad attendere Gargiulo (autore della sua prima doppietta in rossonero) e compagni ci sarà il Belluno. Il match sarà anticipato a sabato 7 febbraio, ma sull’ufficialità della data aleggia il ricorso del club veneto contro la sanzione di un turno a porte chiuse: in caso di accoglimento, sicuro l’anticipo, altrimenti potrebbe essere confermato il calendario ufficiale. Fortino. Il pareggio senza reti con la Clodiense ha lasciato un punto e un primato. Il Tamai è ora, assieme alla Sacilese, la miglior difesa del campionato (18 reti al passivo). In casa i ragazzi di De Agostini non subiscono gol da quasi 290 minuti, ovvero dal sigillo di Tonizzo nel derby col Fontanafredda dello scorso 14 dicembre. Un autentico fortino. Pronto alla prova d’urto dell’Euganeo dopo la pausa per il Viareggio.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Siamo al 100 per cento con Max». All’indomani della sconfitta con la Sacilese (2-1), la terza consecutiva, prende la parola Paolo De Carli, capitano e portiere dell’Union Ripa La Fenadora, per mettere a tacere le malelingue che indicano come volontari gli errori, di De March e dello stesso De Carli, che hanno portato al gol i friulani: «Mi sono giunte voci – spiega il capitano – che gli errori commessi avevano l’unico scopo di fare mandare via l’allenatore. È una cosa non vera. Con il tecnico ci siamo sempre chiariti e la fiducia non è mai mancata». Mentre escono voci su un lungo confronto (tre ore), domenica sera, dopo l’ennesimo stop in quel Boscherai che l’anno scorso era un campo inviolabile per qualsiasi avversario, De Carli va a ruota libera: «Credo che Alberto De March non abbia problemi a condividere il mio pensiero. Domenica due esseri umani hanno commesso due errori, ma in una stagione ci possono stare. I giocatori non vogliono mandare via l’allenatore: abbiamo iniziato con Max e con lui vogliamo portare a termine questa missione». La società, a inizio stagione, aveva indicato come obiettivo il miglioramento del sesto posto dell’anno precedente, ma che comunque non sarebbe stata una passeggiata. Qualche aspettativa si era però creata attorno all’Union. «L’anno scorso sembravamo una squadra di serie A. Molta gente ci seguiva e molti ci acclamavano per un girone di ritorno al di sopra delle aspettative. In questa stagione – prosegue De Carli – siamo invece sullo standard delle nostre potenzialità, penalizzati da infortuni e partenze illustri come Salvadori (al Padova) e Moresco (Treviso) di cui sentiamo la mancanza. Stiamo comunque facendo un ottimo campionato». Nel momento negativo il capito prova a trascinare la squadra restituendo all’ambiente un po’ di ottimismo: «La partita con la Sacilese deve essere da esempio: la squadra è viva e sta seguendo Parteli che ha preparato la partita in maniera perfetta. Abbiamo giocato benissimo anche quando siamo rimasti in dieci riuscendo a sovrastare gli avversari nella ripresa. Le pecche sono gli errori individuali mio e di Alberto». Il capitano conclude: «Chi vuole vedere una squadra che vince sempre vada allo Juventus Stadium. Noi abbiamo bisogno di tifosi come i Gusv che ci sono sempre, nel bene e nel male. Stiamo solo vivendo un periodo negativo che passerà».

Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) «Siamo con Parteli». Paolo De Carli parla da capitano e giocatore più rappresentativo del Ripa Fenadora e ci tiene a dire che la squadra segue il suo tecnico, sgombrando il campo dalle malelingue: «Non so se il mio sia uno sfogo, ma deve servire per chiarire che la squadra è con l’allenatore. Mi sono giunte voci che gli errori commessi con la Sacilese da me e De March siano stati fatti allo scopo di mandare a casa il mister: ci sono queste malevoci che girano, ma è una cosa assolutamente non vera», dice il capitano con fermezza, «sono stati fatti due errori individuali da giocatori che sono esseri umani e nella loro vita lavorano, e possono sbagliare». LA SQUADRA E’ CON L’ALLENATORE. «Siamo al cento per cento con Max, tutti quanti», rimarca De Carli, «abbiamo la fiducia della società e dell’allenatore, che è ricambiata. Voglio spegnere le polemiche alimentate da gente che continua a dire che i giocatori stanno facendo di tutto per mandare via l’allenatore: questo non è assolutamente vero. Personalmente è da molti anni che seguo Max e voglio portare a termine questa missione insieme a lui senza ombra di dubbio. Che la squadra stia seguendo l’allenatore lo dimostra la stessa partita con la Sacilese, preparata in maniera perfetta. Abbiamo messo sotto gli avversari per tutto il secondo tempo, giocando bene anche in dieci. La pecca sono stati gli errori individuali, ma niente da imputare alla squadra; anzi, una ripresa come quella di domenica è la dimostrazione che la squadra c’è». PERIODO NEGATIVO. A detta del capitano, «non è un momento facile perché abbiamo perso le ultime tre gare, però non si può parlare di crisi». Poi assicura che «la squadra è tranquilla, l’allenatore è sereno e la società non ci dà pressioni. Ci riprenderemo al più presto. Stiamo lavorando in maniera egregia, abbiamo solo bisogno di un po’ più di fortuna, che arriverà. Chi vuole vedere sempre la squadra vincere può andare allo Juventus stadium. Noi abbiamo bisogno di gente come i Gusv che ci stanno vicino nel bene e nel male, battendoci le mani anche quando perdiamo. Con molti infortuni e partenze illustri come Salvadori e Moresco siamo comunque sullo standard delle nostre potenzialità. Stiamo facendo un ottimo campionato». VOGLIA DI REAGIRE. Adesso c’è la pausa, che «viene nel momento giusto perché mentalmente abbiamo bisogno di avere un po’ di riposo, ma ci alleneremo bene. C’è voglia di invertire la rotta il prima possibile». De Carli affila le armi in vista del Legnago l’8 febbraio. «Rientrerà anche un giocatore importante come Tomasi e le cose si sistemeranno, ripartendo dal secondo tempo con la Sacilese. È una ruota che gira: ora va male, però magari basta un episodio e cambia tutto».

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «La colpa è nostra al 99,9 per cento. Ma è anche vero che in questo periodo gira tutto storto: non c’è un episodio che vada nella direzione giusta». È Augusto Fardin ad analizzare il primo momento di difficoltà della stagione gialloblù: l’Ital-lenti Belluno, infatti, ha vinto soltanto una delle ultime sei partite. QUESTIONE MENTALE – E se il doppio 2-2 con Mori Santo Stefano e Tamai aveva permesso almeno di muovere la classifica, il passivo per 3-1 rimediato a Mezzocorona, contro il fanalino di coda (ex, ormai), è un boccone amaro da digerire. «Credo sia solo una questione di testa – riprende il direttore sportivo – perché a livello fisico e atletico la squadra sta bene. Ora ci vuole calma, dobbiamo rimanere sereni: pur con tutte le problematiche e i difetti che abbiamo manifestato, siamo poco fortunati. In ogni caso, recitiamo il mea culpa e guardiamo avanti». DIFESA E ARBITRI – Per ritrovare continuità di rendimento, Fardin conosce una sola ricetta: «Rimboccarsi le maniche e lavorare, pensando agli errori commessi e a come fare per risolverli». Quella che fino a pochi giorni fa era la miglior difesa del campionato (titolo di cui ora si fregia il Tamai) sembra aver smarrito la bussola: «Ma anche questo è il segnale del momento. Abbiamo avuto squalifiche, acciacchi, problemini di vario tipo. E questo, di sicuro, non ha aiutato». Senza considerare qualche controversa chiamata arbitrale: «Mi ero ripromesso di non parlare più di arbitri. Mi limito soltanto a constatare che se non avessero annullato un gol regolare a Masoch, domenica scorsa, e quello a Corbanese col Tamai, avremmo pareggiato 2-2 a Mezzocorona e vinto la partita precedente. E magari ora staremmo parlando di altro». RICORSO – Nel frattempo, è pronto il ricorso contro i provvedimenti del giudice sportivo, in seguito ai fatti del 18 gennaio: «Lo presenteremo entro giovedì e la settimana prossima conosceremo l’esito. Speriamo che tolgano almeno le porte chiuse: essendo in buona fede, siamo tranquilli». Porte chiuse o no, col Fontanafredda si giocherà sabato 7 febbraio: «L’anticipo si farà comunque. Manca solo il via libera della Federazione».

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno ha meritato di perdere. La sconfitta di Mezzocorona è arrivata dopo una prestazione decisamente sottotono della squadra gialloblù che ormai non vince da tre partite, due delle quali giocate con avversari ultimi in classifica. Non bisogna farne un dramma, sia chiaro: il Belluno resta terzo in classifica, ma il momento per Corbanese e compagni è piuttosto difficile. «Abbiamo fatto un primo tempo appena sufficiente», commenta amareggiato Roberto Vecchiato, «e nel secondo, in otto minuti, abbiamo regalato un rigore e subito un gol su angolo. Da lì la situazione si è fatta difficile: loro andavano a mille e anche noi avremmo dovuto, ma non è stato così. L’espulsione di Mosca è giusta, due gialli sui due rigori che c’erano; forse c’è stato un rigore ingiustamente non dato a noi, ma questo non toglie che abbiamo meritato di perdere». Il Belluno mantiene la terza posizione ma perde il primato come miglior difesa; la Sacilese però gli ha rosicchiato tre punti molto importanti. «Alla fine non c’è tutta questa differenza nell’arrivare terzi o quarti», continua l’allenatore del Belluno, «tra qualche mese, a campionato finito, nessuno si ricorderà questa differenza. Bisogna invece stare attenti perché, se giocheremo ancora così, c’è il rischio di arrivare addirittura quinti». Nel dopo partita Vecchiato ha spiegato che non c’è spazio nel Belluno per chi non ha una mentalità vincente; il tecnico si riferiva ad alcuni giocatori. «Se dovrò parlare con qualcuno lo farò privatamente», continua Vecchiato, «il messaggio comunque era diretto a tutti. La mentalità vincente è stata il nostro punto di forza in questo anno e mezzo e bisogna ripartire da questa. Sia chiaro: non c’è niente di drammatico. Il momento però è difficile perché, se guardiamo i numeri nel 2015, abbiamo raccolto una vittoria, due pareggi e due sconfitte, risultati sicuramente non esaltanti». Le condizioni di Ruben D’Incà preoccupano. Oggi pomeriggio arriverà il responso della risonanza magnetica; Vecchiato cerca di essere ottimista ma il giocatore fatica a camminare e certo non sarà a disposizione per il prossimo turno col Fontanafredda, il 7 febbraio, dopo la pausa per il torneo di Viareggio. «Il ginocchio dopo l’infortunio di giovedì si è un po’ gonfiato, speriamo sia solo una distorsione. La pausa? Forse arriva al momento giusto per schiarire le idee ma allo stesso tempo no, perché fosse per me giocherei anche domani». Nuovo allarme squalifiche. Per la partita in casa con il Fontanafredda rientrerà Sommacal ma non ci saranno i due terzini Pellicanò e Mosca. Sulla corsia di sinistra dovrebbe adattarsi il giovane Danny Paganin.

Ore 19.10 – (Trentino) Laconico, realista e, intellettualmente, più che onesto. Che i Biancoscudati Padova fossero fuori portata per il Mori Santo Stefano era fatto arcinoto, certo è che nessuno si aspettava una sconfitta di tali proporzioni. Al termine della sfida l’allenatore lagarino Davide Zoller si è assunto piena responsabilità della sconfitta. «Colpa mia al centocinquanta per cento: non ho problemi a metterci la faccia» ha affermato il tecnico dei tricolori che, da buon condottiero in capo, ha difeso a spada tratta la propria squadra davanti ai giornalisti. L’analisi, però, deve più ampia e, a dirla tutta, Zoller è il soggetto meno responsabile del pesante rovescio contro il Padova e della classifica del Mori. Che è impietosa: la matematica consente alla squadra trentina di sperare ancora, la logica dice che la rincorsa ai playout è finita domenica, complice l’incredibile vittoria ottenuta dal Kras Repen sul campo dell’ex capolista Altovicentino. Inutile girarci troppo attorno: il Mori ha una rosa complessivamente non all’altezza della categoria e le prestazioni di Tisi (7 reti) e Deimichei (6 gol), l’affidabilità di Concli, Cristelotti e Sceffer, le buone prove di Rossatti e Poli e la crescita di Igor Dossi non bastano per colmare il gap con le altre formazioni. «Siamo tutti perfettamente consci – sentenzia amareggiato Zoller – che, arrivati a questo punto, sarà pressoché impossibile raggiungere il terzultimo posto. Se ci sentiamo già condannati? La matematica ci consente ancora di sperare e, fino a quando potremo, lotteremo con tutte le nostre forze come abbiamo fatto sino ad ora. C’impegneremo per chiudere la stagione con orgoglio e dignità, cercando di toglierci qualche soddisfazione, ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Daremo sicuramente spazio ad alcuni giovani classe ’97 in previsione della prossima stagione». Per mezz’ora avete retto all’impatto con il Padova. Poi, incassato il primo gol, la “Linea Maginot” del Mori è crollata. «E, non va dimenticato, subito dopo siamo rimasti in inferiorità numerica. Sotto di un gol e con un uomo in meno sarebbe stata dura per chiunque, figuriamoci per il Mori. Durante l’intervallo eravamo comunque carichi perché, nel calcio, non si sa mai. Invece, pronti via e nella ripresa il Padova ha raddoppiato e lì, di fatto, la partita è finita, anche se successivamente siamo riusciti ad accorciare momentaneamente le distanze». Nonostante tutto l’ambiente è sereno. «Sì, certo. La società ha la massima fiducia nel sottoscritto e Zoller non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Che sarebbe stata durissima lo sapevamo sin da giugno, ma il Mori Santo Stefano non ha fatto né follie né salti nel buio per affrontare la serie D. I conti sono a posto, dirigenza, staff tecnico e giocatori sono allineati e l’obiettivo è quello di chiudere la stagione a testa alta. Poi ci sarà tempo e modo di pensare all’anno prossimo». Davide Zoller piace a diverse formazioni: resterà a Mori anche in caso di retrocessione? «In questo momento Davide Zoller pensa solo al Mori e alla prossima partita contro il Giorgione. Se qualcuno ha stima di me la cosa non può che farmi piacere. Stop».

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A Bolzano un punto che fa morale per il Venezia, intanto però è slittato ancora il sempre «dietro l’angolo» ritorno del presidente lagunare Yury Korablin: assente dalla laguna da luglio. Approvazione del bilancio societario, taglio in corsa del budget stagionale, futuro del club alla luce delle difficoltà finanziarie russe e definitiva acquisizione dei terreni per lo stadio a Tessera: questo dovrebbe essere il fitto ordine del giorno che attende il presidente arancioneroverde (lontano ormai da sei mesi), questioni che parevano destinate ad avere una risposta in queste ore. Invece, stando alle informazioni uscite col contagocce dalla sede di via Torino, l’arrivo da Mosca è slittato ma la data buona è già scritta in agenda: sarebbe – il condizionale adesso è d’obbligo – quella di lunedì prossimo 2 febbraio. Di fatto Korablin sarà (dovrebbe essere) operativo in città a due settimane dalla scadenza del 16 febbraio, entro la quale andranno pagati ai tesserati gli stipendi di novembre-dicembre oltre ai contributi già «saltati» a dicembre, con conseguente penalizzazione di un punto in arrivo nelle prossime settimane. Nel mentre sul campo il Venezia, grazie all’1-1 in rimonta sul campo del Sudtirol (ancora decisivo Bellazzini su rigore) ha ottenuto il suo secondo pareggio di fila in trasferta, portando a 11 i punti conquistati nelle ultime 6 uscite.  Intanto continuano i movimenti di calciomercato in casa lagunare con il terzino Ghosheh in uscita: il ds De Franceschi sta definendo la società di destinazione con il prima fila il Catanzaro. Particolarmente ermetico è apparso inoltre il ds sulle altre trattative avviate: sembrerebbe essersi raffreddata la pista-Lecce per lo scambio tra Raimondi e il difensore Martinez, mentre per Magnaghi è terminata la corte dell’Ascoli. Al Taliercio è iniziata la preparazione al match di venerdì al Penzo con il Mantova (ore 20.45): nessuna squalifica in arrivo per il Venezia, mentre nei lombardi (solo due panchine finora per l’ex portiere lagunare Zima) mancherà il difensore Siniscalchi. Da ieri è attiva la prevendita a prezzi scontati (info su www.fbcunionevenezia.com): per l’occasione tutti gli abbonati e i possessori di Fbc Card possono acquistare (in prevendita) un biglietto per un’altra persona, nel loro stesso settore, al costo di 3 euro. Dopo la gara con i virgiliani il Venezia giocherà al Penzo anche sabato 7 col Como (ore 16) mentre venerdì 13 (ore 19.30) farà visita alla FeralpiSalò.

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Andrea Raimondi resterà a Venezia. È questa la notizia importante emersa ieri dal quartier generale arancioneroverde. La decisione è stata presa per andare incontro a una precisa richiesta di Michele Serena, che ha trovato perfettamente d’accordo il ds Ivone De Franceschi. Niente addio, quindi, per Raimondi, mentre a partire dovrebbe essere, a questo punto Simone Magnaghi, uno dei giocatori che ha più mercato e con l’ingaggio più elevato in rosa. La destinazione potrebbe essere il Carpi, che aveva già messo gli occhi da tempo sull’attaccante del Venezia. Ma ci potrebbe essere anche un’altra soluzione a sorpresa battuta in queste ore da De Franceschi, vicino a trovare la quadratura del cerchio e ad abbassare ulteriormente il monte ingaggi della rosa, come da specifica richiesta del presidente Yuri Korablin. E, a proposito di Korablin, il numero uno russo è atteso in Italia per il prossimo 2 febbraio, prima data utile per fare finalmente un po’ di chiarezza sulle turbolenze delle ultime settimane che hanno agitato le acque in casa Venezia e gettato pesanti ombre sulla situazione finanziaria del club. Korablin, lo scorso 7 gennaio a Mosca, ha dato ampie rassicurazioni alla dirigenza volata nella capitale per capire lo stato delle cose e adesso si attende soltanto che alle parole e alle promesse seguano i fatti. Korablin ha sempre scolpito in testa il progetto stadio e la sensazione è che si sia finalmente arrivati alla stretta decisiva. È questa la chiave per convincere il patron ad aprire nuovamente i cordoni della borsa. I soldi ci sono, la forte tensione a livello internazionale fra Russia e Ucraina ha messo a dura prova i meccanismi finanziari del suo gruppo, ma Korablin pare intenzionato a non mollare la presa. I tifosi attendono, ovviamente con un pizzico di apprensione, perché da queste parti certi incubi sono duri da dimenticare.

Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Mercato al rush finale con lo stop fissato alle 23 di lunedì prossimo, 2 febbraio, e lo stesso giorno è atteso a Venezia il presidente Yuri Korablin. La squadra di Serena conserva intanto l’imbattibilità nel girone di ritorno (5 punti in tre gare), passa indenne anche l’insidiosa trasferta di Bolzano e guarda con fiducia all’anticipo televisivo di venerdì sera contro il Mantova di Lukas Zima, che ha lasciato il Venezia per giocare, ma che da quando è passato al club biancorosso è sempre andato in panchina. Un altro giorno è passato tra contatti e chiacchiere. Venezia e Lecce continuano a dialogare: ai salentini interessa un attaccante, agli arancioneroverdi un difensore. Resta sempre in piedi la trattativa per Andrea Raimondi nel Salento e il costaricense Gilberto Martinez in laguna, anche se le due operazioni sono separate. Dalla laguna, invece, potrebbe andarsene Shadi Ghosheh, il terzino sinistro mandato in tribuna da Serena a Bolzano con l’Alto Adige e richiesto da alcuni club di Lega Pro con un pressing notevole soprattutto da parte del Catanzaro (girone C), che sta cercando un esterno sinistro e avrebbe individuato nell’italo-giordano il giocatore ideale per il reparto arretrato. Non si muoverà dal Venezia Simone Magnaghi, l’unico attaccante di peso a disposizione di Serena, anche se contro l’Alto Adige è stato schieraro Guerra come attaccante centrale con Greco a sostegno. Intanto è saltata un’altra panchina nel girone A della Lega Pro: la sconfitta interna con il Como è costata il posto a Michele Marcolini, esonerato dal Real Vicenza. In pole position per la sostituzione c’è Paolo Favaretto, il tecnico mestrino lo scorso anno al Porto Tolle che ha guidato il Venezia nella stagione 2009-2010 in serie D e grande amico di Serena. one. Dal mercato alla società. Atteso per questa settimana, il presidente Korablin ha fatto sapere che tornerà a Mestre martedì 2 febbraio. Almeno una data c’è, anche se per l’ennesima volta viene posticipata la partenza da Mosca. Il presidente russo dopo le due presenze tra Mestre e Venezia a luglio, prima per presentare Scibilia e De Franceschi, poi per far visita al commissario Zappalorto, non si è più fatto vedere, tanto che in paio di occasioni i dirigenti hanno dovuto raggiungerlo a Mosca.

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Real Vicenza cambia. Il presidente Lino Diquigiovanni ha deciso di esonerare Michele Marcolini. Fatale all’ex centrocampista del Padova il trend negativo delle ultime partite e la sconfitta di domenica con il Como di Carlo Sabatini per 2-0, con la vittoria che manca ormai da un paio di mesi: «Abbiamo preso questa decisione a malincuore – spiega Diquigiovanni – perché valutando le ultime 7-8 partite ci è parso di vedere una squadra involuta e che non si ritrovava più. Voglio i playoff, o almeno voglio provare a dare una svolta alla stagione perché abbiamo un’occasione e dobbiamo cerare di sfruttarla». In arrivo c’è Paolo Favaretto, già cercato in estate: «E’ uno dei candidati e un allenatore che mi piace», ammette il numero uno biancorosso.

Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) L´esonero non potrà aver lasciato indifferente Marcolini, cui era stato affidato l´incarico in estate. Ma questo non possiamo saperlo visto che non è stato possibile parlare al telefono con l´ex tecnico del Real Vicenza che dopo la gara del Menti aveva dichiarato di sentirsi «in discussione fin dal ritiro, perché fa parte del gioco» ma era sembrato sostanzialmente tranquillo. Chi ha commentato la decisione della società è stato il capitano biancorosso, Matteo Tomei. «Non ce l´aspettavamo – ha detto – e dispiace molto perché con Marcolini si era instaurato un bellissimo rapporto sia umano che professionale. Fa male, ma noi dobbiamo solo rispettare i nostri doveri e come calciatori accettare la decisione presa dalla dirigenza. Col mister c´era collaborazione e fiducia, il calcio è anche questo. Per quanto riguarda me e i miei compagni, abbiamo l´obbligo di pensare al campo e alla partita che ci aspetta. Tengo a dire che la sconfitta di domenica è arrivata contro una buona squadra e ci poteva stare». Tomei ha vissuto più o meno la stessa situazione lo scorso anno quando fu esonerato Vittadello e il portiere del Real era alla sua prima stagione con la maglia biancorossa. «Il nostro primo obiettivo rimane la salvezza, non dimentichiamolo. Dobbiamo fare un passo alla volta, con la stessa umiltà che ci ha contraddistinto finora».

Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Como fatale, Marcolini esonerato. Nel pomeriggio di ieri il Real Vicenza ha comunicato la sorprendente decisione. L´ormai ex tecnico biancorosso e il suo vice Mandelli sono stati sollevati dall´incarico dopo la sconfitta interna con il Como. Entro qualche ora la dirigenza comunicherà il nome del successore. Paolo Favaretto, che già in estate era in predicato di accasarsi al Real, è il più vicino ad accomodarsi sulla panchina vicentina. Tra l´altro l´ex tecnico del Delta Porto Tolle, con cui ha sfiorato la salvezza ai playout nella passata stagione, si è visto spesso al Menti in questo campionato. È il segno che tra la società del presidente Lino Diquigiovanni e l´allenatore veneto corre buon sangue. Sarebbe circolato anche il nome di un altro ex biancorosso, Daniele Fortunato, che lo scorso anno ha allenato in Portogallo, ma rimane Favaretto la prima scelta. Facciamo un passo indietro a quello che è accaduto ieri pomeriggio. La notizia diffusa dal Real Vicenza è arrivata come un fulmine a ciel sereno perché se è vero che la squadra non sta vivendo un momento felice sotto il profilo dei risultati (3 punti nelle ultime 5 partite), è anche vero che con Marcolini al timone i biancorossi hanno disputato un girone di andata eccezionale viaggiando ad un ritmo promozione: il Real aveva perso solo due partite, con Feralpi Salò e Arezzo. Detto questo, il presidente Diquigiovanni ha voluto spiegare con queste parole la decisione: «È sofferta. L´abbiamo valutata attentamente considerando le ultime 7-8 partite; c´era qualcosa che non tornava. Credo in questo gruppo e per me le possibilità per ambire ad un obiettivo importante ci sono ancora. Sono consapevole del fatto che la scelta possa venire criticata da fuori, ma sono convinto che fosse il momento giusto per dare la sterzata. Sapremo in futuro se la scelta è stata giusta o sbagliata. Ringrazio Marcolini per tutto quello che ha fatto, io ho dovuto fare il presidente. Purtroppo nella partita col Como ho visto cose che mi hanno fatto riflettere». Chi ha lasciato ha fatto il massimo, incontrando anche poca fortuna negli ultimi incontri. Non vincere contro Pavia, Alessandria, Como, alcune tra le compagini più forti del campionato, non può giustificare un esonero. Evidentemente da dentro le valutazioni si estendono ad altri aspetti. Ora il successore dovrà lavorare prima di tutto per rimarginare una piccola ferita all´interno di un gruppo che l´allenatore aveva consolidato. Poi verrà il modulo. Marcolini era così affezionato al 3-5-2, Favaretto o chi altro continuerà su questa strada oppure cambierà?

Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Pillole sparse di un lunedì finalmente diverso dai primi tre del 2015. Battendo la Giana Erminio, il Bassano è di nuovo secondo in classifica, non lontano dal Pavia capolista e che partiva a inizio anno con i favori del pronostico. Domani alle 15 c’è la Spal in Coppa Italia. La tradizione del Bassano in questa competizione è sempre stata positiva e la squadra non si vuole fermare neppure a Ferrara. Nel frattempo con la Cremonese si giocherà di domenica 15 febbraio alle ore 14.30. Mercato: in arrivo un rinforzo a centrocampo entro il finesettimana e una cessione, stesso reparto. Intanto osservatori del Crotone hanno seguito Iocolano e Nolè sabato al Brianteo. Il club calabrese potrebbe presto presentare una proposta al dg Werner Seeber.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Tonino Asta, uno che nel calcio naviga da una vita, ha già fatto sapere urbi et orbi che lui alla Coppa Italia di domani pomeriggio a Ferrara con la Spal (via alle 15) ci tiene un bel po´. E la cosa non stupisce neppure tenuto conto che don Tonino non molla neanche le briciole pure se a pancia piena e da agonista puro qual è, se può spazzola e sparecchia la tavola a prescindere. Tuttavia anche un bimbo dell´asilo sa che la partita da non provare a fallire è quella di domenica sera (alle 18) col Pordenone al Mercante, un match che potrebbe consolidare il secondo posto o addirittura permettere di riagganciare la vetta. Tutta succo e polpa per una formazione che al velodromo non alza i calici da prima di Natale (anche perchè il calendario era costellato da tre viaggi) e ha una voglia matta di tornare a fare festa tra la propria gente. Però prima c´è la Coppa Italia (altra trasferta, nei sorteggi Bassano non è esattamente Gastone) e siccome siamo ai quarti la faccenda comincia a farsi intrigante e stimolante: Spal-Bassano su gara secca, chi passa si qualifica alle semifinali, laddove si tornerà alla formula classica di andata e ritorno. Chi la spunterà domani si beccherà la vincente di Renate-Como e se non altro può confortare e consolare sapere che il Soccer Team e specificatamente Tonino Asta vantano con la Coppa un rapporto privilegiato: la Virtus ha cominciato con la Tim Cup fulminando Vicenza e Livorno nel loro covo, quindi ha proseguito nella Coppa di Lega Pro tritando Mantova e Feralpi Salò. Mentre il tecnico, lo scorso anno alla guida del Monza approdò addirittura in finale piegato nel doppio confronto dalla Salernitana di Angelo Gregucci. Segno che appunto Asta ha perennemente appetito e lo disturba scivolare nella partitella in famiglia del giovedì, figurarsi ruzzolare nella sfida vera del mercoledì. Sarà l´occasione per dare spazio alle cosiddette seconde linee che poi seconde linee non sono poiché nella rosa ristretta dei giallorossi sono tutti titolari e chi più chi meno hanno goduto tutti della loro brava chance in campionato. E quanto al mercato andrà così: dopo Ferrara e soprattutto Pordenone, in via Piave valuteranno se ci sarà ancora cammino in Coppa, verificheranno le condizioni fisiche del gruppo e specialmente le opportunità nel circuito delle trattative. Dopodichè lunedì, ultimo giorno di compravendita a Milano, decideranno eventualmente se e come intervenire con qualche ingresso e uscita mirati. Prima no, perchè al di là delle comprensibili aspettative del trainer, modificare in corsa una realtà che sta sfavillando e sfolgorando può essere persino nocivo e controproducente. Basta dare una sbirciata a ciò che sta accadendo altrove. A fischiare in Emilia è stato designato Antonio Belice, molisano di Termoli, coadiuvato dall´aretino Marco Pancioni e dall´empolese Vincenzo Orlando. Riguardo alla Spal, era stata costruita in estate con tanta prosopopea per centrare minimo i playoff per la B e ora è attardata nel mare magno di metà classifica. Ieri ha ingaggiato dall´Alessandria il terzino Papaianni, mentre in panchina è già subentrato l´ex Figline Leo Semplici per tentare una complicata rincorsa.

Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.

Ore 15.20 – Qui Guizza: cross e tiri in porta. Lavoro a parte per Thomassen e Bortot.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati divisi in due gruppi, alcuni si recano in palestra mentre altri rimangono in campo per lavorare col pallone.

Ore 14.40 – Qui Guizza: squadra in campo, a colloquio con mister Parlato.

Ore 14.30 – Qui Guizza: squadra negli spogliatoi, mentre il preparatore dei portieri Adriano Zancopè torchia già Lanzotti e Cicioni.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La vittoria di sabato contro il Trapani ha portato il Vicenza a quota 31, piena zona playoff. Pasquale Marino predica però prudenza, considerato che in B bastano due sconfitte per scivolare nelle zone pericolose. «Ci mancano 19 punti alla quota salvezza – ha sottolineato il tecnico a fine gara – il nostro obiettivo è quota 50, solo dopo, se ne avremo la possibilità parleremo d’altro». Parole che non impediscono ai tifosi di sognare. Venerdì scorso si è chiusa la campagna abbonamenti del girone di ritorno con altre 150 tessere sottoscritte che vanno a sommarsi ai 5261 di questa estate per un totale di 5411 tifosi che hanno rinnovato il loro affetto alla maglia biancorossa. Sono cifre importanti per una cadetteria che vede il pubblico del vecchio ma glorioso Romeo Menti, dopo tante stagioni condite di amarezze e delusioni in quinta posizione, dietro a piazze come Bari, Bologna, Catania, Perugia, in un calcio che, in tutte le categorie, numeri alla mano, vede però sempre più distanti i tifosi dalle gradinate per i più svariati motivi. Uno dei più ricorrenti è l’annoso problema della tessera del tifoso, un ostacolo non solo per chi non la vuole sottoscrivere, ma anche per chi decide, magari controvoglia, di aderire. Un ultras biancorosso, Paolo Frigo, mette in risalto i problemi riguardanti il normale accesso allo stadio per chi vuole tifare Vicenza. «A Vicenza ci sono quasi mille tifosi che, pur di poter seguire la squadra biancorossa in trasferta – spiega il supporter vicentino – hanno deciso di sottoscrivere la tessera del tifoso, dato che «l’away card», immediata nel rilascio e slegata dai circuiti bancari, il Vicenza calcio non ha voluto adottarla. La realtà è che sono trascorsi ormai cinque mesi dalla domanda e non abbiamo ricevuto nulla, con la conseguenza che non ci è consentito andare in trasferta. Al momento non abbiamo nemmeno capito il perché, visto che il Vicenza calcio, la banca Popolare di Vicenza e la Lottomatica si rimpallano le responsabilità di quanto sta succedendo senza che però venga trovata una soluzione». I tifosi berici, insomma, non riescono a dare supporto esterno alla squadra, ma non solo, ci sono problemi anche per i molti tifosi dell’alto Vicentino, in particolare della zona Bassanese, da Rosà a Solagna, che avendo la rivendita più vicina a Thiene, sono costretti a sobbarcarsi una sessantina di chilometri per raggiungere quella autorizzata più vicina, oppure devono acquistare il biglietto il giorno della partita al prezzo maggiorato sobbarcandosi inoltre lunghe file agli ingressi. «Le lamentele che riceviamo sono tante – conferma Angelo Barbaro consigliere del centro di coordinamento clubs biancorossi – alla società abbiamo già fatto presente che una rivendita autorizzata nel bassanese è indispensabile. Ma oltre a questo esiste il problema della tessera del tifoso che funziona a singhiozzo per chi ce l’ha, e arriva dopo mesi, a volte anche anni, a chi la chiede. Tutte problematiche che ostacolano l’accesso agli stadi della tifoseria biancorossa che, adesso che la squadra sta andando bene, vorrebbe poter tifare Vicenza anche lontano dal “Menti».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Ieri ci sono stati ulteriori contatti con il Bologna e con il Genoa (proprietario del cartellino) per Riccardo Improta. La situazione rimane sostanzialmente in una fase di stallo, anche perchè la società emiliana avrebbe fatto capire che la cessione dell´attaccante non sarebbe tra le sue priorità. Per quel che riguarda i giocatori in uscita, Giuseppe Figliomeni non ha ancora raggiunto l´accordo con il Latina. E a proposito di difensori, per Oualid El Hasni si è rifatto avanti il Grosseto. L´Admira Wacker si era detto interessato a Srdjan Spiridonovic; le modalità del trasferimento, però, non convincerebbero il Vicenza e a questo punto potrebbe riaprirsi la pista che porta al Messina. L´attaccante, tra l´altro, adesso sarebbe disposto ad accettare il trasferimento in Lega Pro. Anche Piergiuseppe Maritato potrebbe cambiare maglia: per il centravanti avrebbero bussato Arezzo e Salernitana. DAL CAMPO. Ripresa degli allenamenti ieri a Isola per i biancorossi. La seduta è stata diretta dal “secondo” Mezzini perchè Marino, assieme al preparatore Franzetti, era in Lega a Milano per l´incontro tra il commissario tecnico azzurro Conte e gli allenatori della serie B. Gestione differenziata dei carichi di lavoro per Brighenti, la cui presenza sabato a Terni non è comunque in dubbio. In Umbria, invece, di sicuro non ci sarà Bremec, che ha lavorato a parte per una piccola lesione al gemello mediale del polpaccio sinistro. Lavoro differenziato anche per Sciacca, alle prese con un dolore persistente all´osso scafoide del piede sinistro. Ragusa e Maritato proseguono poi il loro percorso verso il recupero. Per la giornata odierna è in programma una doppia seduta, sempre a Isola.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) La sua ultima partita con la maglia biancorossa è legata ad un brutto ricordo: il 3 novembre 2012, quando il Vicenza perse per 0-1 al Menti con il Lanciano, Davide Gavazzi si ruppe il legamento crociato anteriore destro. Da quell´infortunio, però, l´esterno lombardo non si è fatto abbattere. Dopo la lunga riabilitazione e il debutto in A con la maglia della Sampdoria, ormai da un anno Gavazzi è infatti diventato uno dei punti fermi nella Ternana che sabato al Liberati affronterà i biancorossi. Gavazzi, sabato per lei sarà ancora una partita speciale, o ha ormai superato l´emozione dell´ex all´andata? «Giocare da avversario al Menti è stato molto particolare, dopo 115 presenze in biancorosso. Ma anche stavolta non potrà essere una partita come le altre: al Vicenza io devo tantissimo, mi ha portato nel calcio che conta, quindi conservo sempre un affetto speciale per questa squadra».
All´andata la Ternana vinse per 1-0, ma nel frattempo il Vicenza è molto cresciuto. «Ho visto. Devo dire che anche all´andata soffrimmo molto, nonostante il Vicenza fosse stato appena ripescato e la squadra fosse ancora in costruzione. Secondo me si è formato un organico di ottimo livello, al quale un allenatore esperto come Marino ha saputo dare un assetto molto competitivo. Per noi sarà molto dura, ma siamo pronti». C´è qualche avversario che teme in particolare? «Mi pare di capire che sarà meglio non lasciare tirare dal limite Moretti o Di Gennaro, perché questi mica scherzano… E comunque è la squadra nel suo complesso ad essere temibile: specialmente in casa il Vicenza sta andando alla grande, ma anche in trasferta spesso ha giocato ottime partite. Ecco, noi invece magari proprio in casa finora abbiamo lasciato per strada qualche punto di troppo, nonostante il sostegno di un pubblico sempre vicino: speriamo di far meglio in questo girone di ritorno». Le due squadre arrivano a questa sfida appaiate a quota 31 punti. Voi guardate in alto verso i playoff, o in basso per la salvezza? «La salvezza prima di tutto, non c´è dubbio. Abbiamo disputato un girone d´andata tra alti e bassi; adesso veniamo da qualche risultato positivo, ma non possiamo abbassare la guardia. E poi questa settimana speriamo di poter regalare una piccola gioia al nostro allenatore Tesser, che purtroppo nei giorni scorsi è stato colpito dal grave lutto della perdita della madre». Personalmente spera di poter tornare ancora in serie A, o crede che il campionato cadetto sia più adatto a lei? «Non saprei. Sono arrivato alla Sampdoria in un momento difficile sia per il mio infortunio al crociato, sia per l´andamento della squadra. È stata una bella soddisfazione potermi mettere alla prova nella massima categoria, credo anche di aver fatto qualche discreta partita. Poi si è presentata l´opportunità della Ternana e sono felice di aver fatto questa scelta, confermata poi la scorsa estate, perché ho trovato un ottimo ambiente. Adesso sono concentrato a dare il massimo qui; se poi arriverà nuovamente la possibilità della serie A, ben venga». Anche nel Vicenza due giocatori, Ragusa e Maritato, sono reduci dallo stesso infortunio. Ha qualche consiglio? «L´unico è quello di avere pazienza, la strada del ritorno non è mai semplice. Però sono due bravissimi giocatori, quindi sono sicuro che potranno tornare a recitare un ruolo importante, magari già in questa stagione con il Vicenza». E ai tifosi biancorossi, che dopo tante delusioni stanno vivendo un periodo positivo, vuol dire qualcosa? «Li saluto e li ringrazio per come mi hanno sempre sostenuto. So bene quello che passano, perché anch´io ho sempre continuato a seguire il Vicenza da tifoso e a sperare in risultati sempre migliori. Ovvio, sabato darò il massimo per vincere, ma se a fine stagione arriverà la salvezza per entrambe le squadre, e magari anche qualcosa di più, ne sarò solo contento».

Ore 13.00 – (Gazzettino) «Ci siamo salutati e stretti la mano. Poi mi ha fatto i complimenti per la vittoria di sabato ad Avellino». Claudio Foscarini ieri mattina era a Milano per la riunione voluta dal ct della nazionale Antonio Conte, che dopo essersi confrontato con gli allenatori della serie A ha voluto incontrare anche quelli del campionato cadetto. Per il Cittadella c’era anche il preparatore Andrea Redigolo. «Il calcio italiano – sottolinea Foscarini – sta vivendo un momento delicato, difficile. Conte ha fatto una riflessione generale sulle problematiche attuali del mondo del pallone. Dopo gli allenatori di serie A ha discusso con noi della B, in settimana sarà a Coverciano per incontrare i tecnici delle formazioni Primavera». I tasti “dolenti” toccati sono tanti. «Rispetto al calcio europeo in Italia siamo indietro. Da noi i risultati contano tantissimo, a scapito magari della programmazione. Conte ha auspicato una rivisitazione della parte tecnica, il ripristino del modello italiano che conosciamo bene e che ha raccolto grandi risultati nel passato». Ecco quindi dove lavorare. «Bisogna trasmettere ai giocatori la cultura del sacrificio. Se ti alleni bene e intensamente puoi reggere la concorrenza delle squadre straniere, che hanno un passo diverso dal nostro. Poi c’è la necessità di investire di più nei settori giovanili, lavorando in sinergia con la scuola, non in concorrenza. All’estero calcio e scuola vanno di pari passo, a braccetto». A proposito di giovani, è appena stato convocato il granata Djibril Nasif, attaccante degli Allievi nazionali, nel Torneo dei Gironi che vedrà la Nazionale under 16 impegnata a Coverciano dal 30 gennaio al 1 febbraio. Un altro motivo di orgoglio per il Cittadella. «Magari da noi non si raggiungeranno risultati appariscenti, ma tutte le squadre giovanili stanno portando avanti un ottimo lavoro – spiega ancora Foscarini – A Milano per esempio ho incontrato diversi osservatori che sabato erano a Cittadella a seguire la nostra Primavera con il Milan. Il settore giovanile granata sta crescendo, bene, in sordina forse, ma c’è un grosso lavoro oscuro alla base». Vedremo quindi qualche giovane della Primavera lanciato in prima squadra? «Spesso e volentieri durante l’emergenza del Cittadella ho chiamato qualche ragazzo della Primavera, allenata da Giacomin che conosco benissimo e con il quale c’è grande collaborazione. Magari non da subito, ma in prospettiva qualche elemento interessante c’è, da crescere sul piano caratteriale e nella personalità».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) «Ho saputo che avrei giocato solo nella riunione tecnica prima della partita, sabato mattina». Federico Gerardi, tra i protagonisti della prima vittoria esterna stagionale del Cittadella, ad Avellino, conferma quanto Foscarini aveva lasciato intuire: il tecnico granata vuole tenere tutti sulla corda. Tanto in porta, dove il ballottaggio tra Pierobon e Valentini ha l’aria di voler proseguire a lungo, quanto nel reparto offensivo. L’accoppiata Stanco-Gerardi nell’undici iniziale ha stupito più di qualcuno. Anche lei? «Francamente no. Negli allenamenti svolti in settimana l’allenatore aveva più volte mischiato le carte, schierando assieme anche me e Francesco. E poi, per caratteristiche tecniche, ci completiamo: lui è una seconda punta che svaria molto s e riesce a tenere corta la squadra, mentre io, con questa formula, posso giocare più vicino alla porta, dove mi esprimo al meglio. Credo si sia visto». Al di là dei singoli, è stato l’atteggiamento a essere diverso, rispetto al primo tempo con il Modena. «Concordo, anche se io stesso ho difficoltà a spiegare certi nostri passaggi a vuoto. Stavolta invece abbiamo messo in pratica esattamente la partita che avevamo preparato. Volevamo rimanere compatti e colpire l’Avellino con le nostre ripartenze, perché sapevamo che al Partenio sarebbe stato difficile spuntarla con una partita diversa». Un’idea di gioco che si è potuta sviluppare anche grazie al dinamismo di Kupisz. «Si è inserito subito bene in questo gruppo. Ha corsa, velocità e prima ancora che a tirare pensa a offrire assist ai compagni, favorendo noi attaccanti». Contro il Trapani, però, ci saranno per forza novità, dato che sia lei che Rigoni sarete squalificati. E, dopo le tre scoppole che han preso a Vicenza, c’è da immaginare che i siciliani arriveranno al Tombolato furenti. «E noi dovremo esserlo più di loro, indipendentemente da chi andrà in campo, perché abbiamo più bisogno di punti». Vi siete fatti tabelle di marcia? «No e per un motivo semplice: raramente si è vista una classifica corta come quella della serie B di quest’anno. Siamo in zona retrocessione, ma appena con due punti in più, quelli che avremmo potuto conquistare battendo il Modena, saremmo già fuori dalla zona playout. Un paio di vittorie in più e ci troveremmo addirittura a portata di playoff. Per questo non ha senso guardarla». I biglietti. Disponibili i tagliandi per la gara in programma sabato alle 15. Come sempre sono acquistabili sul circuito TicketOne o direttamente nella sede della società di via Ca’ dai Pase, con orari 9-12.30 e 15-18.30. Sabato la sede rimarrà aperta dalle ore 9 alle 11.30. I botteghini dello stadio saranno aperti dalle 13.30.

Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) Dopo un lunghissimo inseguimento, finalmente Claudio Foscarini può festeggiare la prima vittoria esterna della stagione. Che coincide con l’abbandono dell’ultimo posto in classifica. Il successo di Avellino, poi, potrebbe modificare qualche strategia di mercato. Federico Gerardi sembrava avere la valigia in mano ma, a sorpresa, Foscarini lo tolto dalla naftalina e spedito in campo addirittura dal primo minuto. L’ex centravanti della Reggina ha risposto presente, segnando un calcio di rigore e offrendo una prestazione positiva. Che fare ora? L’ipotesi era di trovargli una collocazione e magari di inserire un altro attaccante in rosa dopo Francesco Stanco (le voci più insistenti ipotizzavano Rabusic del Verona via Perugia), ma la situazione potrebbe essere cambiata. E intanto dal Chievo potrebbe arrivare un altro rinforzo dopo Tomas Kupisz. Si tratta di Thomas Mangani, centrocampista di origini francese che può giocare come mezzala e come centrale.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Juniores Nazionali. Ancora una trasferta amara nel girone C per l’Este, che lontano da casa ha raccolto un solo punto: classica la vittoria dell’Atletico Montichiari (2-0). Nel girone D copione simile alla scorsa settimana per la Biancoscudati Padova che in vantaggio con Materazzo rimane in dieci per l’espulsione per fallo su chiara occasione da gol di Condino e si fa raggiungere dal Tamai (1-1) vedendo ridotto a tre lunghezze il suo vantaggio dalla seconda, l’Union Ripa la Fenadora. Sempre più appassionante il girone G con la ex capolista Alma Juve Fano che viene scavalcata al primo posto dal Delta Porto Tolle e raggiunta al secondo dall’Atletico San Paolo che sfrutta la trasferta sul terreno del Ribelle imponendosi all’inglese (2-0). Dopo un primo tempo a reti inviolate i gialloblù, seppure in dieci per l’espulsione di Salvò, passano in vantaggio con Scale e raddoppiano con Segalina. Turno di riposo per l’Abano mentre il Thermal Abano Teolo scivola in casa contro un roccioso Castelfidardo (1-0). Il prossimo turno si giocherà il 7 febbraio poiché la prossima settimana è prevista per tutti i gironi una giornata di riposo. GIRONE D: Biancoscudati Padova-Tamai 1-1; Triestina-Mezzocorona 0-2; Giorgione Fontanafredda 3-0; Dro-Ripa La Fenadora 2-3; Sacilese-Montebelluna 2-2; Kras Repen-Union Pro 3-2; Belluno-Mori 1-0. Classifica: Biancoscudati Padova 37, Union Ripa 34, Giorgione 32, Mezzocorona 30, Triestina 24, Fontanafredda e Sacilese 23, Mori 19, Tamai e Kras Repen 17, Union Pro e Montebelluna 16, Dro 12, Belluno 8.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Se non altro, uno dei tanti dubbi che da mesi aleggiano intorno alla vicenda-San Paolo è stato chiarito: il prossimo presidente si dovrebbe chiamare Dirk e non Kirk. Professore universitario olandese, più o meno settant’anni, moglie che parla italiano, domenica mattina si è palesato alla squadra riunita a pranzo. D’un tratto Fabio Barbin, autoproclamatosi contatto tra l’Italia e la società olandese che lo scorso 13 dicembre ha firmato con il presidente Giuseppe Tramonti una dichiarazione d’intenti per il passaggio delle quote, ha invitato i giocatori a non alzarsi da tavola. Ha tira fuori il telefonino dalla tasca e acceso il vivavoce. «Il mio nome è Dirk«, ha esordito la persona all’altro capo del telefono. «Presto sarò il vostro presidente». Poche parole in un italiano incerto, ma tanto è bastato. Dirk ha poi proseguito in inglese facendosi aiutare dalla moglie che ha tradotto in italiano. Promessa. «Se vi chiedono di me, dite pure quello che è accaduto, che mi sono presentato», ha aggiunto. «Fabio Barbin mi ha coinvolto in questo progetto. Verrò in Italia il prima possibile, appena gli impegni di lavoro me lo permetteranno. So che aspettate i soldi degli stipendi, conosco la vostra situazione: state tranquilli che tutto dovrebbe sbloccarsi, li avrete entro questa settimana». Si capisce che in mano ha una lista di nomi: legge quello dell’allenatore, poi quello del capitano, quindi quelli di tutti i giocatori ricevendo un saluto in risposta da ognuno di loro. Poi ha esclamato: «So che avete una partita difficile, come quella che c’è qui ad Asterdam oggi tra Ajax e Feyenoord: cercate di vincerla». Svolta. Il resto è cronaca sportiva: il Delta Porto Tolle è caduto all’Euganeo, e in spogliatoio è arriva un’altra telefonata: «Bravi», ha esclamato Dirk, raccogliendo l’urlo dei giocatori. «Sicuramente ha fatto piacere», spiega il giorno dopo mister Vito Antonelli, l’unico che, un mese e mezzo fa, era riuscito a parlarci prima di domenica, «Adesso però aspettiamo i fatti: i giocatori parlano quotidianamente con me, e io sono pronto ad ascoltare i loro problemi. Problemi che ogni giorno aumentano e ormai sono al limite: non percependo stipendio da mesi, hanno dovuto usare i loro risparmi, chi è fuori di casa ha delle spese che fa fatica a sostenere. Speriamo tutti che presto ci sia una svolta positiva».

Ore 11.20 – (Gazzettino) «È la nostra speranza – afferma Bonetto – Speriamo che la situazione del vecchio Padova venga risolta e di poterci appropriare con l’aiuto dell’amministrazione comunale del logo e del nome del Calcio Padova 1910. È un dossier sul quale contiamo moltissimo, dipende dall’evoluzione della situazione del vecchio Padova». Al riguardo, ecco le parole dell’assessore allo sport Cinzia Rampazzo: «Aspettiamo entro fine febbraio gli sviluppi legati alla vecchia società e poi cercheremo di trattare. Stiamo valutando che tipo di proposta fare per recuperare il più possibile, non solo il marchio». Insomma, un’ipotesi tutt’altro che remota che garantirebbe una continuità con il passato. Fermo restando che nel cuore di tutti i tifosi il sentimento d’amore per il Biancoscudo è indelebile, che si chiami Biancoscudati Padova o Calcio Padova 1910.

Ore 11.10 – (Gazzettino) In base a questo programma di rientro, ai giocatori tesserati nella passata stagione sarebbe corrisposto il 50 per cento di quanto dovuto, mentre i dipendenti amministrativi dovrebbero essere liquidati per intero. E nel piano di rientro sarà incluso anche l’accordo tra il vecchio club e l’ex direttore generale Sottovia, in base al quale è previsto che quest’ultimo percepirà il 60-70 per cento delle spettanze dovute. Senza dimenticare, tra l’altro, che il Padova 1910 potrà beneficiare di rateizzazioni nel saldo dei debiti previdenziali e dei debiti nei confronti dell’erario. L’esito della vicenda giudiziaria è cruciale anche per sbloccare un’altra partita, quella relativa alla restituzione del logo e della denominazione sociale del vecchio Padova. E in tale senso andrebbe anche la volontà dell’ex patron Cestaro. Eventualità che sarebbe accolta a braccia aperte dall’attuale dirigenza biancoscudata guidata dal presidente Giuseppe Bergamin e dall’amministratore delegato Roberto Bonetto che dopo aver fondato i Biancoscudati Padova, garantendo l’esistenza di una squadra di calcio che rappresenti la città, sono pronti alla possibilità di chiamarsi Padova 1910 a partire dalla stagione 2015-2016.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Dopodomani compirà 105 anni e per il Calcio Padova 1910 sarà un compleanno diverso da quello a cui era stato sempre abituato. Sulla carta è ancora vivo, ma ormai il suo nome circola solo nelle aule di tribunale. Dai campi di calcio è sparito per le note vicissitudini dell’estate scorsa, un epilogo che ancora oggi intristisce e mette malinconia. Sentimenti che con ogni probabilità proverebbe anche Giorgio Treves dé Bonfili, fondatore insieme a cinquanta soci dell’Associazione Calcio Padova: era appunto il 29 gennaio 1910 quando si ritrovarono al bar Borsa in piazzetta delle Garzerie per dare alla luce la società, della quale fu eletto presidente proprio Treves dé Bonfili. Oltre un secolo di storia se ne è andato in frantumi, ma tutto lascia pensare che il vecchio Biancoscudo non fallirà. Stando alle indiscrezioni degli ultimi giorni, infatti, entro fine febbraio il tribunale potrebbe dare il via libera all’omologazione del concordato in base a un piano di ristrutturazione del debito che avrebbero definito i legali del presidente Diego Penocchio e quelli del suo predecessore Marcello Cestaro.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ripresa degli allenamenti oggi alle 14.30 al Geremia. Sarà anche l’occasione per fare il punto sugli acciaccati. Thomassen ha superato il problema al soleo e dovrebbe gradualmente riaggregarsi ai compagni, per Petkovic sarà decisiva la risonanza di controllo all’adduttore fissata per giovedì: anche se dovesse arrivare il semaforo verde, il portiere serbo sarà comunque reinserito in maniera graduale. Intanto, sul fronte del mercato il Padova avrebbe già messo le mani su un centrocampista che rientra negli under. «È un ragazzo classe 1995 con il quale abbiamo l’accordo – spiega il diesse De Poli – ma prima, per questioni regolamentari, deve essere trovata una squadra a Bruzzi». Quest’ultimo, infatti, non si allena più con i biancoscudati, ma fino a che non accetta una nuova destinazione proposta dal Livorno (proprietario del cartellino) continua a risultare nei ranghi del Padova. E visto che c’è un tetto massimo di otto prestiti per ciascun club di serie D, per prendere il centrocampista deve essere liberato il posto occupato da Bruzzi. Sul fronte della struttura organizzativa, invece, il club sta lavorando per coprire le caselle lasciate vuote dalle partenze di Noventa (marketing) e Cavazzana (scouting).

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Quindi è un caso che il Padova prenda gol da dodici partite consecutive? «Dobbiamo fare meglio. Ma credo che non sia solo colpa del portiere o dei difensori». Il presidente ha lasciato intendere che c’è stato qualche piccolo malumore da parte di chi non è sceso in campo. Le risulta? «No. Se c’è la fiducia da parte dell’allenatore e della società, credo che sia questo il premio più importante per un giocatore. Serve l’intelligenza di mettersi a disposizione della squadra, e ogni tanto di accettare la panchina». Tra una settimana chiude il mercato: ci saranno altri colpi? «Se riusciamo a sistemare il discorso-Bruzzi potremmo cercare un centrocampista. Se accetta una nuova destinazione, bene, altrimenti torna da noi». Cosa significa tornare in testa della classifica? «Alla fine, visto quello che è successo nell’ultimo mese, rimane sempre più valida la tesi secondo cui dobbiamo concentrarci su di noi: consapevoli che non possiamo mollare».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Alla vigilia del match, Parlato aveva sbottato dicendo: “Chi dice che siamo indietro di condizione fisica non capisce nulla di calcio”. Secondo lei a chi si rivolgeva? «Non lo so. Però in linea di massima sono d’accordo. Analizzando le partite solo contro il Montebelluna ho visto un Padova non al top. Domenica avevamo una buona gamba, siamo tornati a correre bene, quindi il problema non può essere di natura atletica. Per parlare di crisi fisica serve una valutazione basata su almeno quattro o cinque gare storte». Quale può essere stato il problema, quindi, contro il Montebelluna? «Abbiamo cambiato concetti di gioco e venivamo da due sconfitte di fila. Il risvolto psicologico può averci un po’ rallentato». Cosa dire, invece, di una difesa che non si è ancora dimostrata imperforabile? «Sul secondo gol del Mori abbiamo commesso un errore, dovevamo essere messi meglio per non subire un contropiede. Forse è stata proprio la voglia di fare gol a spingerci troppo avanti».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Una prova di forza a Rovereto e un grosso ringraziamento al Kras Repen. Nello spazio di 90’ il Padova ha ritrovato se stesso, è tornato a segnare e si è persino ripreso la testa della classifica, grazie al gentile omaggio dell’Altovicentino, caduto in casa contro la formazione del Carso. A seguire i biancoscudati contro il Mori, domenica c’era anche il direttore sportivo Fabrizio De Poli: «Li ho visti davvero bene», spiega. «Siamo partiti col piglio giusto, potevamo fare gol con Cunico già in avvio, poi quando siamo andati in vantaggio l’espulsione ha complicato i piani del Mori, la gara è stata in discesa. Abbiamo giocato in superiorità numerica per un’ora, ma dovevamo fare comunque più attenzione perché non possiamo prendere gol ogni domenica. Da questo punto di vista dobbiamo migliorare, e il mister lo sa». Secondo lei la mini crisi è definitivamente alle spalle? «Credo che di mini crisi non ce ne siano mai state: a Valdagno abbiamo fatto un’ottima partita, sbagliando l’approccio solo contro l’Union Pro. È stato grave, ma se capita solo una volta ci può stare. Dobbiamo restare umili perché sono proprio le cadute di tensione a portarci a non essere determinati».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il campionato si ferma, il Padova no. In corrispondenza del Torneo di Viareggio domenica prossima la serie D osserverà un turno di sosta e tornerà in campo solo domenica 8 febbraio. Non i biancoscudati, attesi tra undici giorni alla sfida dell’Euganeo con il Tamai, che si ritroveranno questo pomeriggio alla Guizza per la ripresa degli allenamenti agli ordini di Carmine Parlato. Non ci sarà Filippo Pittarello, che già da ieri è a Spoleto al raduno della rappresentativa Lnd che prenderà parte proprio alla Coppa Carnevale sfidando le migliori formazioni Primavera italiane ed estere.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Non è un record, ma ci va davvero vicino. Mori-Padova, seppur da prendere con le molle viste la categoria e la differenza di valori in campo (la società trentina quest’anno ha una gestione che costa complessivamente circa 150 mila euro contro i 2 milioni dei biancoscudati…), passerà a suo modo agli annali. Il 6-2 con cui Cunico e compagni hanno infatti espugnato il campo del Mori rappresenta un unicum nella storia del calcio padovano: dagli anni Trenta in poi, quando hanno cominciato a prendere il via i campionati di calcio come oggi li conosciamo, mai il Padova aveva segnato sei reti in trasferta. Carmine Parlato dovrà però accontentarsi del record di vittorie consecutive ottenuto a inizio stagione: il primato assoluto infatti appartiene ancora a Ferruccio Hellmann. Nella stagione 1931/32, in serie B, il Padova riuscì ad infilarne addirittura sette al Parma: era la venticinquesima giornata, finì 1-7 con i gol biancoscudati dei Gravisi (una doppietta a testa per i due fratelli Giovanni e Valerio), Frossi, Foni e Perazzolo (la partita venne disputata sul neutro di Vicenza). Una vittoria a suon di gol (appunto, ben sette) che per il momento rimane la più larga della storia biancoscudata. Parlato si è avvicinato di molto, ma non è riuscito a prendersi quest’altro primato. Ma ci sono molti altri casi in cui i biancoscudati sono riusciti a segnare sei gol tra le mura amiche. Il più recente è del 2008: all’ultima di campionato il Padova sconfisse all’Euganeo la Cavese per 6-4 con le reti di Varricchio (tripletta), Rabito (doppietta) e Muzzi. Gli altri diciotto precedenti si perdono nella notte dei tempi, e vedono l’Appiani sempre protagonista: nella stagione 31/32 i biancoscudati rifilarono sei gol a Parma, Verona e Udinese, e ben sette a Parma (in trasferta) e Atalanta.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In ogni caso si continua a trattare e un’ipotesi da non trascurare è quella che il Comune possa concedere uno sconto a Penocchio e Cestaro, in cambio della cessione di marchio e coppe. Se tutto, quindi, filasse liscio, la prossima estate il vecchio “biancoscudo” farebbe nuovamente capolino sulle maglie della squadra. E il nome? In questo caso la strada più semplice per tornarsi a chiamare Calcio Padova, sarebbe quella che il vecchio Acp di Penocchio cambiasse nome di iscrizione alla Figc, scegliendo ad esempio un nome generico, prima di chiudere i battenti. In questo caso, sempre la prossima estate, Bergamin e Bonetto potrebbero tranquillamente cambiare denominazione alla società. Concordato. Entro l’11 febbraio il Calcio Padova dovrà presentare il proprio piano di rientro. Potrebbe anche esserci una nuova piccola proroga, ma da quanto filtra la società ha compiuto notevoli passi avanti e sta trovando l’accordo con i creditori. Verbalmente quasi tutti hanno accettato il concordato al 50% e i legali hanno già ricevuto i primi assensi scritti. I debiti verranno pagati in due o tre rate nei prossimi due anni. A quel punto sarà rateizzato anche il debito con l’erario, che di conseguenza, visto che i tesserati hanno accettato la riduzione dello stipendio mancante, si abbassa.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopodomani i tifosi del Padova festeggeranno un compleanno un po’ anomalo. Ma sarà molto probabilmente il primo e ultimo celebrato sotto l’effige della Biancoscudati Padova. Le ultime notizie, infatti, parlano chiaro: il vecchio Calcio Padova Spa è vicino all’accordo di concordato con i creditori e entro il prossimo 11 febbraio dovrebbe presentare il proprio piano di rientro, evitando in questo modo il fallimento. Allo stesso tempo sono già state avviate le trattative per agevolare il passaggio del marchio e del nome alla nuova società di Bergamin e Bonetto. E proprio in questo senso sono arrivate delle novità nelle ultime ore. «Stiamo lavorando assieme al Comune. La nostra intenzione è quella di appropriarci del vecchio logo e del nome Calcio Padova e credo che nelle prossime due o tre settimane possano arrivare novità sostanziali». Le parole sono dell’amministratore delegato della Biancoscudati Roberto Bonetto, che non intende sbottonarsi oltre. Oltre al logo, la Biancoscudati vuole acquisire anche i vecchi trofei e nelle scorse settimane sono state fatte ulteriori perizie sul valore delle coppe detenute dal Calcio Padova. Come trapelato il mese scorso, Diego Penocchio aveva proposto all’amministrazione comunale di restituire il marchio in cambio dell’azzeramento dei debiti (il Comune di Padova avanza 300mila euro), ma il sindaco aveva rispedito al mittente l’offerta.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Dicono che il diretto interessato l’abbia presa «bene». Era successo lo stesso a Salvatore Amirante, a cui non era bastata una doppietta all’esordio per strappare la riconferma. «Sapevo sin da quando sono arrivato a Padova che ci sarebbe stata tanta concorrenza – ammette l’ex attaccante della Lavagnese – ovvio che chi sta in panchina rosica, ma per la promozione serve il contributo di tutti. Siamo in tanti, Zubin e Ferretti sono due signori centravanti, io qualche gol l’ho fatto e spero di farne altri». Zubin a 37 anni è forse all’ultimo anno ad alti livelli, eppure pur di giocare si è persino sacrificato come trequartista: «Mi adatto e cerco di fare tutto quello che dice Parlato – sorride Emil – ma questo gol è stata una bellissima emozione». E se si aggiunge che hanno segnato pure Aperi e Petrilli e che a disposizione ci sono Cunico e Ilari, ecco che fare la scelta migliore può diventare un problema. Anche per un tecnico eccellente come Parlato.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il punto di forza, e un potenziale problema allo stesso tempo. Possibile? Possibilissimo, se in rosa hai tre centravanti di razza, ne puoi far giocare soltanto uno su tre e se ne metti due rischi di scombinare gli equilibri della squadra che ha esterni in grado di fare la differenza. Padova avanti tutta: batte il Mori Santo Stefano, torna in vetta prima della pausa e vede segnare gli attaccanti, che timbrano con regolarità svizzera. Non Gustavo Ferretti, escluso per la prima volta per scelta tecnica dall’inizio della stagione nonostante il gol al Montebelluna. Ci pensano Emil Zubin, alla sua prima volta in maglia biancoscudata e Salvatore Amirante, che fa persino meglio e fa doppietta, la seconda dopo quella all’esordio al Ripa La Fenadora.
Insomma, il trionfo dell’abbondanza, ma anche l’oggettiva difficoltà a gestire un reparto offensivo extralarge. «Ma l’esclusione di Ferretti a Rovereto – precisa subito Carmine Parlato – non significa assolutamente nulla. Non è una bocciatura e il “Rulo” è sempre nei miei pensieri, statene pur certi».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventunesima giornata, domenica 8 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Mezzocorona, Belluno-Fontanafredda, Clodiense-Union Pro, Dro-Montebelluna, Giorgione-Mori S. Stefano, Kras Repen-Triestina, Legnago-Union Ripa La Fenadora, Padova-Tamai, Sacilese-AltoVicentino.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 47, AltoVicentino 45, Belluno 38, Sacilese 36, Clodiense 33, ArziChiampo 32, Fontanafredda 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 29, Montebelluna e Union Pro 28, Giorgione 23, Dro e Legnago 19, Kras Repen 18,Triestina 16, Mezzocorona 10, Mori Santo Stefano 8.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventesima giornata: AltoVicentino-Kras Repen 0-1, Fontanafredda-Giorgione 2-1, Mezzocorona-Belluno 3-1, Montebelluna-Legnago 2-2, Mori S. Stefano-Padova 2-6, Tamai-Clodiense 0-0, Triestina-ArziChiampo 2-2, Union Pro-Dro 1-0, Union Ripa La Fenadora-Sacilese 1-2.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 26 gennaio: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria col Mori santo Stefano ed il ritorno in vetta




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