Live 24! Padova, domenica atipica vivacizzata dal mercato: a centrocampo arriva Fenati

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Un’oretta di lavoro in palestra con una seduta dedicata alla forza e alla resistenza alla velocità: così si è chiusa la settimana di lavoro della Triestina prima del rompete le righe di due giorni, concesso in occasione della pausa di campionato. Gli alabardati si ritroveranno martedì, per iniziare la settimana che porta al derby con il Kras. Qualunque sarà il palcoscenico che ospiterà la partita con la squadra di Monrupino, a questo punto probabilmente un campo friulano, la squadra di Ferazzoli dovrà concentrarsi soprattutto sulla sfida del campo: qualsiasi sarà il teatro della sfida, infatti, la partita riveste un’importanza fondamentale ai fini della classifica. Sempre riguardo al derby dell’8 febbraio, va ricordato che quel giorno cade proprio l’anniversario dei tragici fatti riguardanti Stefano Furlan e i ragazzi della curva che porta il suo nome, hanno già organizzato una celebrazione per le ore 12 proprio di quella domenica, con arrivo anche di tifoserie da varie parti d’Italia. Un eventuale spostamento della partita in terra friulana, potrebbe ovviamente far rivedere anche i programmi riguardo questa iniziativa. Tornando al campo, anche ieri gli unici alabardati rimasti fermi ai box sono stati i due centrocampisti Spadari e Sittaro, il primo per un dolore a una caviglia e il secondo per un risentimento muscolare. Con questi altri due giorni di riposo previsti, si spera che entrambi possano rientrare in gruppo già ad inizio settimana. Ma ovviamente saranno giorni decisivi anche per Fiore, che per a frattura alla mano si è allenato tutta la settimana con un tutore, evitando partitelle e contrasti. C’è comunque un moderato ottimismoe sul fatto che il centrale possa essere disponibile per il derby: a quel punto farebbe coppia con Piscopo, mentre i terzini sarebbero Crosato e Celli che rientrerà dalla squalifica. Per il resto dell’undici, Ferazzoli avrà a disposizione due alternative: se davanti Milicevic tornerà ad affiancare Rocco, Manzo rifarà il trequartista e a centrocampo con Spadari e Bedin ci sarà uno tra Proia o Arvia. Se invece, come accaduto contro l’Arzignanochiampo, la coppia d’attacco sarà composta da Rocco e Manzo, spazio per tutti e quattro i centrocampisti ma con Proia schierato dietro le punte.

Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non si è giocata l’amichevole Thermal Abano e Clodiense. Approfittando della sosta del campionato la Clodiense aveva preparato l’amichevole con la squadra padovana in programma ieri mattina sul campo di Montegalda (Grisignano) ma la partita è saltata a causa del terreno ghiacciato. Sarebbe stato rischioso per i giocatori. «C’era il rischio di farsi male – è la spiegazione dell’allenatore Pagan – e quindi abbiamo preferito non giocare. Siamo in un momento cruciale del campionato e sia noi che il Thermal abbiamo preferito non rischiare qualche infortunio».
Il tecnico granata ha comunque fatto svolgere alla squadra un lavoro di potenza aerobica. La squadra si ritroverà martedì alla ripresa della preparazione in vista del prossimo impegno casalingo contro l’Union Pro. Intanto la società lagunare ha provveduto a perfezionare l’acquisto dal Venezia del giovane (’96) attaccante Nicolas Siega. «Con Santi squalificato ed Isotti ancora infortunato – abbiamo ritenuto necessario completare il reparto avanzato – ci spiega il ds lagunare Mauro Boscolo Gallo. Il ragazzo ha giocato alcune partite con il Venezia ma trovava poco spazio e visti gli ottimi rapporti tra le due società abbiamo concordato il suo arrivo a Chioggia anche per maturare».

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Niente da fare, il crociato di Ruben D’Incà è andato. Medico e ragazzo hanno deciso di provare nei prossimi giorni a fare un po’ di piscina per sondare la risposta del muscolo e dell’articolazione, ma tutto fa pensare che il destino di Ruben sia l’operazione e la lunga riabilitazione che ne consegue. Un destino che facilmente dunque priverà Roberto Vecchiato di un attaccante nonché fuoriquota fino a fine stagione e che potrebbe così da una parte lasciare spazio al giovane Paoletti, dall’altra spingere a un impiego sempre più intenso di Andrea Radrezza. Domani, dopo tre giorni di pausa, la ripresa degli allenamenti. E sabato 7 l’anticipo con il Fontanafredda: a porte chiuse o no, sarà deciso dal ricorso inviato dal club gialloblù.

Ore 21.00 – Lega Pro: il Bassano batte 1-0 il Pordenone e mantiene il secondo posto in classifica.

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) L´Altovicentino ha raccolto 45 punti in 20 gare, due in meno dei Biancoscudati Padovati. Nel dettaglio, secondo miglior attacco (40 gol), dopo la goleada a Mori che ha portato i padovani a quota 47, e seconda miglior difesa (19) alle spalle delle friulane Sacilese e Tamai (18). A tre reti dalla coppia Corbanese (Belluno) e Trinchieri (Arzichiampo) il “mago” Maurizio Peluso sembra aver perso, a 11 reti, un po´ di polverina e di smalto. Insomma, ancora una volta i numeri sono impietosi anche se in questo girone C basta una domenica storta perchè gerarchie e statistiche si sovvertano. Oggi campionato fermo per il “Viareggio”, ma alla ripresa, domenica 8 febbraio, sarà ancor più vietato sbagliare. L´avversario, infatti, è quella Sacilese che, a 36 punti, ha davvero tutto, dalle maglie biancorosse al tecnico vicentino Mirko Zironelli fino agli ex bomber Marano Sottovia e Beccaro, per guardare con occhi rapaci alla sfida contro la corazzata Altovicentino. Certo, rientrerà Giuseppe Gambino, bomber mancato come il pane nella sconfitta interna con il Kras Repen. Oddio, chi l´ha sostituito, leggi Carmine Marrazzo, le sue due occasioni da gol se l´era belle che create, ma nella prima ci aveva messo un petto di troppo Cozzolino, fermato in fuorigioco (risultato poi inesistente nelle immagini), nella seconda invece lo stesso attaccante ci ha aggiunto del suo calciando fuori una ghiotta palla sull´uscita a valanga del portiere ospite. In attesa, comunque, di scoprire se in realtà è un Alto Gambino-dipendente, il tecnico Zanin ha lavorato su gambe e polmoni.

Ore 20.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Venezia in striscia positiva da quattro giornate, con due vittorie e due pareggi, per un totale di 8 punti che hanno fruttato agli arancioneroverdi un balzo in avanti considerevole. Con 33 punti la zona playoff dista 5 lunghezze, anche se solo oggi la quarta giornata del girone di ritorno si completerà con tutte le gare e non è detto che l’Alessandia (quarta con 38 punti) resti al palo. Ma la vittoria in notturna, venerdì al Penzo, ha rilanciato senza dubbio la rincorsa della squadra di mister Michele Serena che, non a caso, al termine del match davanti alle telecamere di Raisport ha voluto ribadire che in questa corsa «ci siamo anche noi». Un concetto condiviso, sia pure con prudenza, dal ds Ivone De Franceschi: «Tenendo questa media di risultati e con queste prestazioni, è normale alzare gli occhi. Veniamo da vari problemi di infortuni e assenze, ma adesso abbiamo la rosa a disposizione, questo è positivo e i risultati arrivano». Della sfida con il Mantova, decisa dalla pennellata di Bellazzini su punizione, De Franceschi è soddisfatto a metà. «E’ positivo che abbiamo vinto, ma abbiamo un po’ rischiato — riconosce riferendosi in particolare alle due occasioni sprecate clamorosamente da Said nel finale — sono rischi dovuti ad alcune disattenzioni individuali, però l’approccio della squadra mi è piaciuto, ha sempre dato la sensazione di essere pericolosa. Dobbiamo continuare su questa strada». Venerdì non è sceso in campo Gennaro Esposito e la scelta potrebbe preludere a un ultimo movimento di mercato, da perfezionare entro la chiusura prevista per domani alle 23. Sull’esclusione il ds parla di «scelta societaria», stessa formula utilizzata per Marino, non convocato con il Pordeone e poi ceduto. Per Esposito ci sarebbe l’interessamento dell’Arezzo, mentre potrebbe tornare in arancioneroverde Daniele Giorico, che al Cagliari finora non ha trovato spazio. Ma un altro nome circolato negli ultimi giorni è quello di Gael Genevier (Lumezzane). Il mercato si muoverebbe in realtà su un doppio binario, visto che oltre ad un eventuale sostituto di Esposito, se davvero verrà ceduto, si sta cercando anche un difensore esterno. Intanto si attende per questa sera l’arrivo del presidente Yuri Korablin, assente da Venezia dal luglio scorso. Sarà l’occasione per rivedere i bilanci alla luce dei tagli e per sollecitare il pagamento degli stipendi, visto che la prossima scadenza (16 febbraio) è in arrivo.

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Due punti di media nelle ultime sette giornate, il Venezia ora viaggia spedito e dopo aver battuto il Mantova pensa già al bis sabato prossimo, di nuovo al Penzo, con il Como (ore 16). «Adesso stiamo viaggiando ad un passo da prime della classe – la soddisfazione del ds Ivone De Franceschi – ma i playoff sono ancora lontanissimi (-5 dal quarto posto prima delle gare odierne, ndr) e solo continuando con questo piglio potremmo rientrare del tutto in gioco». Venerdì sera la prodezza balistica di Bellazzini ha regalato una vittoria che il Mantova più volte avrebbe potuto far saltare. «Siamo stati fortunati, è vero, però altre volte in situazioni analoghe avremmo meritato di più raccogliendo invece meno del dovuto. Certe situazioni nell’arco di un campionato si compensano, il Mantova ha avuto tre nitide palle gol e due gliele abbiamo regalate noi con i retropassaggi sbagliati di Peccarisi e Sales, mentre in una è stato determinante Fortunato. Tutto ciò conferma che siamo ancora in evoluzione, ma al contempo sappiamo gestire la sofferenza e restiamo per 90′ in partita». In evoluzione è anche il calciomercato invernale che domani alle 23 chiude i battenti. Negli ultimi giorni De Franceschi ha cambiato obiettivo, abbandonando la pista dell’esterno sinistro per il 3-5-2 a favore della cabina di regia. «Si sto trattando con il Cagliari il ritorno a Venezia di Giorico (21 presenze e una rete lo scorso anno prima di infortunarsi a marzo, accostato anche al Varese, ndr) perché in mezzo al campo potrebbe darci una mano» la conferma del ds che, indirettamente, fa presagire la possibile rinuncia a capitan Esposito, lasciato in panchina contro il Mantova a favore di Scialpi che ha ritrovato una maglia da titolare dopo due mesi. «Se temo cessioni pesanti dell’ultima ora? No, come ho detto abbiamo fatto quadrare i conti per trattenere i nostri migliori elementi, siamo contenti così e non credo che all’ultimo giorno arrivi qualcuno con un milione di euro sul tavolo». Domani De Franceschi sarà a Milano per l’ultimo giorno di mercato mentre a Mestre sarà operativo il presidente Yury Korablin, il cui ritorno in città (dove manca da luglio) da Mosca è confermato verso la mezzanotte di oggi.

Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) Il Venezia sistema la pratica Mantova, ringraziando gli errori di Said sotto porta e la magistrale punizione di Bellazzini, continua l’imbattibilità nel girone di ritorno (8 punti in quattro gare) e ritorna a pensare al mercato, la cui sessione invernale chiuderà domani sera alle 23. Daniele Giorico è a un passo dal ritorno al Venezia. Il ventitreenne centrocampista di Alghero, rientrato al Cagliari all’indomani dell’infortunio al ginocchio destro che lo costrinse a chiudere anzitempo la stagione scorsa, potrebbe essere a Mestre già domani. L’accordo tra il Venezia, il Cagliari e il giocatore è stato raggiunto dal direttore sportivo Ivone De Franceschi, anche se il club isolano lo aveva promesso un paio di settimane fa al Varese in serie B: il Cagliari ha acquistato dal club biancorosso il giovane terzino Riccardo Fiamozzi, che arriverà in rossoblù a giugno, in cambio avrebbero dovuto salire in Lombardia, oltre a Giorico, anche Capello e Caio Rangel. Adesso, invece, il centrocampista sta facendo le valigie per ritornare a Nord-Est. Giorico ha smaltito l’infortunio, si è sempre allenato con il Cagliari, ma finora ha collezionato solo una manciata di presenze con la Primavera. Il centrocampista sardo si era infortunato nella gara casalinga contro la Pro Patria (2 marzo) riportando una lesione osteo-cartilaginea al ginocchio destro e il 20 marzo è stato operato dal professor Massimiliano Salvi al Policlinico di Sant’Elena Quartu con una prognosi di tre mesi per il recupero. Ventuno presenze in campionato con una rete all’attivo, al Lumezzane alla seconda giornata d’andata, e una in Tim Cup a Grosseto per il mediano isolano con la maglia arancioneroverde. L’innesto di Giorico comporterà la partenza di un centrocampista: Scialpi non può più muoversi dalla laguna, avendo già giocato in questa stagione con due squadre (34’ con il Como, contro il Matelica, e Venezia), l’obiettivo è adesso focalizzato su Esposito, che nei giorni scorsi è stato richiesto dall’Arezzo, destinazione che però non è di gradimento all’ex veronese. Sarà un caso, ma Michele Serena gli ha preferito Scialpi contro il Mantova e già con il Pordenone il capitano era partito dalla panchina, anche se in quell’occasione la versione ufficiale parlò di un attacco febbrile. E alla chiusura del mercato mancano poco più di ventiquattro ore. Qualora dovesse partire Esposito, con Espinal verso il recupero a metà febbraio, De Franceschi potrebbe ritornare alla carica anche per l’ultimo tassello, quell’esterno sulla sinistra che consentirebbe a Serena di avere con Sales un’alternativa a Peccarisi o Capogrosso nella difesa a tre.

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza sbanca il Liberati con un gol per tempo di Andrea Cocco e piomba in zona playoff. Netta la superiorità di gioco e di prestazione nei confronti di una Ternana abulica e che non ha mai dato l’impressione di poter ottenere un risultato positivo. I numeri delle ultime gare spingono il Vicenza in alto in classifica, a fronte di una difesa che subisce poco (un gol nelle ultime sei giornate, ndr ) e un attacco che ha cominciato a segnare con buona puntualità. La squadra guidata da Pasquale Marino gioca un calcio propositivo, spinta da una condizione fisica ottimale e sulle ali dell’entusiasmo dato da una serie di risultati che sono la conseguenza del lavoro di un gruppo unito e compatto. Ancora imbattuti in questo nuovo anno, i biancorossi dopo i tre gol al Trapani ne rifilano due anche alla Ternana, ma la cosa che ha più impressionato è stata la sicurezza con cui gli uomini di Marino hanno condotto la gara, passando in vantaggio appena ne hanno avuta l’occasione e poi gestendo senza affanni e difficoltà fino al raddoppio che ha chiuso il match. Molto buona la prova in difesa dell’ex Sassuolo Thomas Manfredini, chiamato a sostituire l’infortunato Brighenti; ottime quella di Camisa e Di Gennaro, con un Cocco superlativo e non solo per la doppietta segnata. Ma tutto il complesso ha risposto bene sul campo, confermando di attraversare un ottimo momento di forma, ma anche di saper sviluppare un buon calcio che sta facendo salire il Vicenza in classifica. Adesso sono otto i punti che dividono il Vicenza dal quart’ultimo posto, ma la realtà della classifica parla di una squadra al sesto posto e in piena zona playoff. Al Liberati c’è stata partita solo per i primi dieci minuti, con i padroni di casa pericolosi al 2’ con un tiro da lontano di Viola. La Ternana ci prova senza grandi risultati e il Vicenza la punisce alla prima occasione; cross basso dalla destra di Moretti, Cinelli fa velo e Cocco all’altezza del secondo palo incrocia la conclusione a rete, anticipando Fazio in ritardo sulla marcatura e battendo Brignoli. La Ternana prova a reagire ma senza trovare spazi e i biancorossi al 25’ falliscono il raddoppio; triangolo lungo Giacomelli-Cocco-Giacomelli con il bomber che mette l’ex pescarese solo davanti a Brignoli. Giacomelli però sbaglia clamorosamente calciando fuori, graziando i padroni di casa che però non hanno la forza di approffittare del regalo. In campo infatti c’è solo il Vicenza che dieci minuti più tardi, sugli sviluppi di un corner, ha un’altra opportunità con Manfredini che vede il suo tiro a botta sicura respinto da Gavazzi vicino alla linea di porta. Prima del riposo la Ternana ha un guizzo d’orgoglio con una rovesciata dell’ex Bojinov, bravo a coordinarsi per il gesto atletico che però esce di un metro alla destra del palo della porta di Vigorito. La ripresa inizia con il destro da trenta metri di Gavazzi che sorvola la porta biancorossa, ma poi c’è solo il Vicenza in campo. La squdra berica è padrona del campo, guidata da un Di Gennaro che catalizza tutti i palloni gestendoli con grande maestria. Il raddoppio arriva al 75’ ed è la logica conseguenza di una netta supremazia: Giacomelli, liberato da un passaggio di Cinelli su cui Fazio sbaglia l’anticipo, si invola sull’out di sinistra e in area mette una palla al centro per Cocco, che può appoggiare comodamente in rete a porta vuota. È il 2-0 e partita è chiusa, Vicenza in zona playoff anche se Marino continua a predicare prudenza. «Sono soddisfatto della prestazione – ha sottolineato il mister berico a fine gara – perché con questi tre punti abbiamo allungato sulle nostre rivali dirette nella lotta alla salvezza». Insomma, Marino resta con i piedi a terra e fa il pompiere ma la tifoseria sogna e a Vicenza cominciano ad essere in tanti a non credergli più.

Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Oggi e domani: sono le ultime 48 ore del mercato invernale, che, appunto, chiuderà alle 23 di domani sera. Il direttore sportivo biancorosso Paolo Cristallini ieri è stato avvistato in tribuna a Bologna, dove gli emiliani hanno pareggiato la partita (0-0) contro il Pescara. Facile immaginare il motivo del breve viaggio del diesse: il Vicenza tiene da tempo nel mirino l´attaccante esterno Riccardo Improta, che gioca in prestito proprio nel Bologna ma è un giocatore del Genoa. Improta è entrato solo a tre minuti dalla conclusione della partita, ma il Bologna, almeno a ieri sera, sembrava fermo sulla sua linea: non intende sbloccare l´attaccante. Il Genoa invece lo vuole riportare a casa perché intende poi cederlo in prestito ad una squadra in cui possa giocare ben più che a Bologna. Ormai basterà attendere poco per sapere come si chiuderà la vicenda-Improta e comunque se anche il Genoa dovesse convincere il Bologna a mollare la presa, non è poi detto che dalla Liguria la punta esterna arrivi a Vicenza, visto che ci sono diverse pretendenti. Come sempre succede, saranno decisive le ultime ore di mercato, nelle quali spesso si ribaltano pronostici e certezze del giorno prima. Il Vicenza in ogni caso tornerà alla carica per Improta fino all´ultimo, ma un paio di scelte alternative le ha. Anche se pure in questo caso non mancano le difficoltà. Ci sarebbe Juri Cisotti, 24 anni, dello Spezia. Un sondaggio il club di via Schio lo ha già fatto tempo fa, ricavandone però un rifiuto da parte della società ligure. E a quanto se ne sa questa posizione non sarebbe cambiata granchè. Piace anche Leonardo Spinazzola, 24 anni, dell´Atalanta, dove sta giocando però molto poco. Malgrado ciò, il costo dell´eventuale operazione sarebbe piuttosto sostenuto, senza contare che pure sull´attaccante di scuola Juventus c´è concorrenza. Tra oggi e domani dunque gli ultimi tentativi per la punta.

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) A Stefano Giacomelli è mancato solo il gol. Il piccolo fantasista biancorosso a Terni è stato protagonista di una prova generosa e positiva, contribuendo alla vittoria del Vicenza anche con l´assist per il raddoppio di Cocco. Giacomelli, seconda vittoria di fila e altra ottima partita del Vicenza. «Siamo contenti, perché abbiamo davvero disputato una gran partita. Ancora una volta la squadra ha creato tanto e non ha subìto gol: è il segno che giochiamo in maniera molto compatta, difendendo in undici dietro la linea della palla, mentre in fase offensiva tutti i giocatori sono coinvolti nel creare l´azione d´attacco». Peccato per la ghiotta occasione da gol che ha sciupato. «Purtroppo non riesco a segnare, la foga di buttarla dentro sembra essere più forte di me… Quel bel triangolo con Cocco mi ha liberato davanti al portiere: invece di chiudere la conclusione, ho cercato il colpo d´esterno. Vorrei spaccare il mondo, segnare sempre, però sotto rete in questo momento non riesco a concretizzare. L´importante è continuare a creare le occasioni, poi sono sicuro che il gol arriverà, ma devo senz´altro migliorare in questo aspetto». Si è rifatto con l´assist al bacio per il secondo gol di Cocco. «Infatti quello per me è stato importante come un gol. Ovvio, da attaccante mi manca la rete personale, ma se continuo ad essere utile alla squadra e ai compagni in altro modo sono comunque soddisfatto. E mi ha fatto molto piacere che il tecnico Marino abbia sottolineato il mio impegno anche se non riesco a segnare». A 34 punti, in piena zona playoff, si parla ancora di salvezza? «Certo, perché ne mancano ancora 16: prima facciamoli, poi magari ci divertiremo E io conto di esserci, perché non mi muoverò certo da Vicenza per mia volontà: è da giugno che qualcuno scrive che sono inadeguato alla serie B, che la società mi vorrebbe vendere, ma la verità è che io qui sto benissimo e sto facendo di tutto per dimostrare il mio impegno sul campo».

Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Debutto positivo per Thomas Manfredini che alla fine della sua prima gara in biancorosso racconta: «In settimana il tecnico mi aveva chiesto come stavo e io gli avevo detto che avevo buone sensazioni e che mi sentivo bene, per questo avevo dato la mia disponibilità, ma solo al mattino ho saputo di giocare». Lei è giocatore di grande esperienza e lo si è visto. «Era un anno che non facevo una gara ufficiale ma mi pare sia andata bene e non solo a me ma a tutta la squadra. Abbiamo dimostrato anche qui a Terni che in questo campionato ci stiamo bene, tanto che il nostro portiere non ha fatto parate mentre noi siamo stati molto pericolosi. È stata una bella vittoria e da qui bisogna ripartire perché las erie B è un difficile». A suo avviso dove può arrivare questo Vicenza? «Io sono qui solo da tre settimane ma ho trovato un gruppo unito, in cui c´è voglia di fare bene e la consapevolezza che l´obiettivo è la salvezza dopo anni difficili. Però è anche vero che stiamo dimostrando di saper fare le partite, insomma i presupposti ci sono ma si deve continuare ad avere la giusta concentrazione».  Il gruppo sta dimostrando di essere di buon valore. «Ma credo che la società abbia puntato proprio su questo sapendo che la serie B è un campionato lungo e faticoso e dunque ha cercato anche di avere una rosa con alternative valide. E in organico ci sono giovani che a mio avviso avranno un futuro roseo, certo qualcuno a volte resta fuori ma l´importante è dare sempre il massimo». A che punto è la sua condizione? «Io devo ringraziare il Vicenza perchè mi ha dato l´opportunità di rimettermi in gioco dopo un anno particolare, nel corso del quale sono state dette tante cose. Di sicuro io avevo voglia di ripartire e la categoria per me non è stato un problema, anzi, io la mia serie A l´ho trovata qui. Mi piace dire che già in estate il Vicenza mi aveva cercato, ora voglio non solo il mio rilancio ma quello di tutta la squadra e dell´ambiente, che lo merita visti i suoi trascorsi in serie A»

Ore 17.50 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che è stato definito il passaggio in Biancoscudato del centrocampista classe 1995 Giovanni Fenati. Fenati arriva a Padova dalla Sampdoria a titolo temporaneo. Giovanni Fenati è nato il 16/09/1995 a Genova, ed ha iniziato la stagione tra le fila dell’A.S. Lucchese Libertas 1905 (Lega Pro Girone B).

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Dopo la vittoria sul Trapani s´era detto che sì, va tutto bene ma che andrebbe meglio se segnassero anche gli attaccanti. Detto fatto: Andrea Cocco fa salire il Vicenza sull´ottovolante. La doppietta firmata a Terni dal centravantidei biancorossi regala altri tre punti alla squadra di Marino che si assesta in piena zona playoff, mentre l´attaccante raggiunge quota otto gol in classifica marcatori. Cocco, vittoria e doppietta, complimenti: la partita perfetta. «Grazie. Sono molto contento per la prestazione e la doppietta, soprattutto perché ha portato punti pesanti alla squadra. Credo che vadano fatti i complimenti a tutti i miei compagni, perché tutti noi oggi abbiamo disputato una partita di alto livello». Due gol, dopo un errore sotto rete con il Trapani. Si è rifatto con gli interessi? «Oggi ci tenevo molto, perché con il Trapani avevo davvero sbagliato un gol abbastanza clamoroso. Stavolta sono riuscito a capitalizzare gli ottimi passaggi dei miei compagni, che mi hanno messo nelle condizioni ideali per fare gol. Per il resto, ho provato a svolgere al meglio il lavoro sporco, cercando di tenere più palloni possibile e giocare di sponda per far salire la squadra. Mi sembra che sia andata bene, visto che abbiamo creato anche altre occasioni da rete e la vittoria è sicuramente meritata». Lei è arrivato a quota 8 in classifica marcatori: il suo obiettivo personale della doppia cifra è ormai vicino. «Eh, ma se arrivo a dieci prima della fine del campionato mica mi voglio fermare, anzi. Lo stesso discorso deve valere per la squadra. Continuiamo a rimanere concentrati per tagliare il traguardo dei 50 punti che valgono la salvezza, però non è che adesso che ne mancano relativamente pochi, questi ultimi siano più facili da conquistare: per riuscirci dobbiamo continuare ad affrontare ogni partita con questo spirito, correndo dall´inizio alla fine e sacrificandoci tutti insieme». Sembra che in questo gruppo si sia creato uno spirito molto positivo. È così?
«Sicuramente, e credo che sia questo il fattore più importante che ci sta portando a costruire un certo tipo di risultati. Ci divertiamo tra di noi in allenamento, in spogliatoio c´è sempre un clima molto unito e sereno, e in questo modo si può lavorare al meglio. Non ci resta che proseguire lungo questa strada, e a fine campionato vedremo dove saremo arrivati».

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Non si può dire che sia una novità, perché si tratta della quinta sconfitta casalinga stagionale, ma malgrado ciò il ko interno fa male, anche se è commentato con obiettività e senza dimenticare l´autocritica dall´allenatore degli umbri. Attilio Tesser non ci gira intorno, la prestazione dei suoi uomini deve essere subito archiviata: «Abbiamo fatto poco e niente – ammette il tecnico della Ternana nel dopo gara – e riesco a salvare solo il primo quarto d´ora di gioco. Poi siamo andati sotto e non ci siamo più ritrovati. Devo però riconoscere anche i pregi degli avversari – continua Tesser – perché il Vicenza ha meritato la vittoria senza ombra di dubbio. Mi rammarica aver incassato lo svantaggio su un nostro errore ma comunque poi non è stato fatto nulla da parte nostra per raddrizzare la gara». La disamina di Tesser entra poi nel dettaglio: «Ho messo in campo la squadra più offensiva possibile – sottolinea – ma dopo lo svantaggio il Vicenza si è difeso con ordine e non siamo stati più in grado di impensierirli. Di fronte avevamo una squadra che attua molto bene la fase di non possesso e che può contare su un elemento come Manfredini che sa come guidare i propri compagni». Il tonfo con i biancorossi brucia ma proprio per questo Tesser invita a voltare subito pagina: «Dopo questo scivolone – conclude l´allenatore rossoverde – abbiamo l´obbligo di risollevarci. Già con il Brescia ci attende una sfida durissima nel prossimo turno. Rinforzi? Dal mercato – risponde senza girarci attorno – non arriverà granchè. La società mi ha fatto capire che non sarà possibile fare determinati movimenti, anche se mi aspetto almeno un innesto».

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza mette in scena a Terni la gara quasi perfetta, dando vita ad una prova senza sbavature e giocata con grande personalità in tutte le zone del campo. Conclusione: una vittoria netta che porta i biancorossi a 34 punti in classifica, dunque a soli 16 dalla famosa soglia che dovrebbe dare la salvezza tranquilla. Perfino il tecnico Pasquale Marino, di solito piuttosto misurato e cauto, questa volta sottolinea, appena finita la partita, tutta la sua soddisfazione: «Sono contento perchè la prestazione è stata positiva nel suo insieme – ha spiegato – e perchè abbiamo dimostrato di avere personalità cercando di giocare sempre la palla, infine abbiamo pure creato molto». Alla fine al posto di Brighenti ha deciso di schierare Manfredini in coppia con Camisa al centro della difesa. «È un giocatore che non si discute, in questi giorni ha lavorato bene e se entra in forma non possono esserci dubbi su di lui, un elemento del suo livello quando non è al massimo della condizione sa lo stesso gestirsi bene. E poi lui è bravo pure in fase di impostazione e questo è un valore aggiunto per come giochiamo noi, visto che cerchiamo di partire con l´azione fin dalle retrovie». Alta nota positiva è stato vedere la squadra continuare ad attaccare anche dopo essere passata in vantaggio. «Stiamo acquisendo la giusta mentalità e i ragazzi cominciano a crederci e a prendere consapevolezza nei loro mezzi e dunque cercano di giocare: a mano a mano che passa il tempo è anche ovvio che migliorino». Andando sui singoli, la prova di Cocco stavolta è stata quasi perfetta e non solo per i due gol che ha segnato, insomma è un giocatore che sta diventando molto importante. «Ma io l´avevo detto anche la scorsa settimana quando, anche se non aveva fatto gol, era stato importantissimo per la nostra manovra e avevo sottolineato che era stato bravo il portiere del Trapani nell´occasione in cui Andrea aveva tirato in porta da distanza ravvicinata. Stavolta si è rifatto in pieno. E poi lui oltre a fare la fase di possesso palla si sacrifica perchè va a pressare e se ce n´è bisogno a volte rientra nella nostra metà campo per dare una mano: insomma è un generoso». Ultime ore di mercato e lei anche giovedì ha sottolineato che si aspetta un rinforzo per l´attacco. «Mi aspetto qualcosa sì, ma deve essere pure chiaro che chi viene deve sapere che si inserisce in un gruppo che sta facendo molto bene e dunque dovrà sudare, qui non c´è nessuno che molla, anzi tutti sorprendono di gara in gara per la voglia che mettono in campo e per questo io credo sia giusto fare pochi innesti ma mirati».

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) A Roma hanno fatto il presidente alla quarta votazione, qui s´è fatto il ministero degli in… Terni al terzo risultato utile consecutivo. E la politica di medio termine autorizza a sorridere perchè i numeri parlano chiarissimo: sesto posto (in piena zona playoff) in compagnia del Lanciano, seconda vittoria di fila, un solo gol al passivo nelle ultime sei gare. Cifre da applausi, ma che da sole non bastano a raccontare di un Vicenza da urlo. Sì, perchè per mettere in gabbia delle Fere (così i tifosi della Ternana chiamano i loro beniamini) serviva una partita di spessore. Fatta da uomini veri, di quelli che quando serve sanno stringere i denti. Uomini veri come Laverone. Che aveva una caviglia grossa così. Ma poco importa. Non fa male se il Vicenza chiama. E questa è la prima sorpresa di giornata. L´esterno destro stringe i denti e scende in campo. L´altra mossa inaspettata di Marino è l´inserimento del primo minuto di Thomas Manfredini. Beh, inaspettata fino a un certo punto, visto che al posto di Brighenti o giocava lui o si dava spazio a Gentili. Il tecnico ha optato per il nuovo arrivato al debutto e il campo gli ha dato ragione. Manfredini ha messo al servizio della squadra esperienza, tempismo e anche capacità di salire, andando a formare con un monumentale Camisa una coppia centrale quasi insuperabile. Spiace solo che per il capitano, ammonito, scatti la squalifica. Marino, quindi, si affida al consueto 4-3-3. Detto della difesa, detto di un centrocampo ormai collaudato in cui Moretti e Di Gennaro hanno imparato a non pestarsi i piedi, davanti Cocco ha giocato una partita eccezionale: due gol, assist, cross, lavoro sporco per la squadra… Da applausi. E dire che si giocava in casa di una squadra temibile, con gli stessi punti del Vicenza, che all´andata aveva espugnato il Menti. Ma i biancorossi, nel frattempo, sono cresciuti enormemente. In qualità e in personalità. Ormai sono consapevoli del loro valore e questo dà la possibilità di fare varie cose, di cui due sono particolarmente importanti: cercare comunque di imporre il proprio gioco e e sfruttare gli errori degli avversari. Quel che piace di questo Vicenza, al riguardo, è che cerca comunque di fare la partita, non di cucirla addosso all´avversario. Tesser schiera un 3-5-2? Non importa, si gioca e si segna. La Ternana cerca di rientrare in partita passando al 3-4-1-2? Meglio ancora, si raddoppia. Questa è quella che si definisce personalità. Si diceva poi della capacità di sfruttare gli errori avversari. Non è da poco e non è da tutti. Prima di Natale erano gli altri a ringraziare il Vicenza degli sbagli dietro (a Chiavari, per dirne una, ricordano i biancorossi come grandi benefattori…). Ora pare che il vento abbia cambiato direzione. La difesa della Ternana fa una fesseria? Bene, Cocco non perdona. E la squadra continua a giocare, chiudendo il primo tempo con un vantaggio prezioso. Nella ripresa il copione non cambia. Il Vicenza continua a manovrare. A creare. E puntuale arriva il raddoppio. E – inevitabile conseguenza – giunge la vittoria. Giusta, giustissima. Ora la domanda è: si può pensare in grande, magari anche grazie all´aiutino di mercato? La risposta è sì, ma anche no. Che vuol dire? Vuol dire che i piedi devono rimanere piantati saldamente a terra e che non si deve dimenticare da dove si arriva, da che situazioni e da che sofferenza. La salvezza deve rimanere il faro e il traguardo principe. Ma se poi… Ma se poi si guarda indietro negli anni si scopre che l´ultimo Vicenza a violare il Liberati era stato quello di Pablito nella stagione ´76-´77. Ora fermiamoci perchè si rischia la blasfemia. Ma lo spazio per un sorriso, dopo tanti anni di bocconi amari, finalmente c´è.

Ore 16.10 – L’ultimo tassello del puzzle biancoscudato. A poco più di trenta ore dalla chiusura ufficiale della finestra del mercato di riparazione di gennaio il Padova piazza il colpo che mette la parola fine alla propria campagna acquisti: i Biancoscudati si sono difatti assicurati le prestazioni di Giovanni Fenati, centrocampista classe 1995. Cresciuto nel settore giovanile della Sampdoria, che ne detiene il cartellino (era uno dei punti di forza della Primavera blucerchiata nella scorsa stagione), Fenati arriva dalla Lucchese. La formula del trasferimento è il prestito secco.

Ore 16.00 – Mercato Padova, nuovo acquisto per i Biancoscudati: è Giovanni Fenati, centrocampista classe 1995 scuola Sampdoria.

Ore 15.30 – Lega Pro: termina 1-1 la sfida tra Pro Patria e Real Vicenza, in rete l’ex biancoscudato Aladje Gomes De Pina.Ore 15.10 – (Gazzettino) Dopo il primo successo in trasferta il Cittadella ha infranto un altro tabù. Ovvero vincere due partite di fila. A regalare i tre punti ai granata è stato sul finire del primo tempo un rigore trasformato da Coralli. La squadra di Foscarini ha poi controllato abbastanza agevolmente la reazione del Trapani e anzi nel finale ha mancato il colpo del ko dopo che i siciliani sono rimasti prima in dieci (espulso Scozzarella) e poi in nove (rosso a Pagliarulo). Due provvedimenti inevitabili per il metro di arbitraggio scelto dal pordenonese Ros, che ha dispensato ammonizioni al minimo contatto (alla fine saranno addirittura tredici). Scavalcati in classifica Crotone ed Entella, il Cittadella può ora affrontare con il morale alto le prossime due trasferte consecutive, a Pescara e Vercelli. Unica nota stonata l’indolenza di Sgrigna, entrato alla mezz’ora della ripresa e protagonista di giocate irritanti. Senza contare che a fine gara, mentre i suoi compagni festeggiavano in mezzo al campo la vittoria, se n’è andato a testa bassa in spogliatoio. Probabilmente il giocatore non ha gradito le ultime panchine, ma lo spirito granata richiede ben altro. La grande applicazione del Trapani nel pressing e nella copertura degli spazi ha creato più di qualche difficoltà al Cittadella nello sviluppo del gioco. E le occasioni da gol sono arrivate con il contagocce. Pericoloso (8’) un destro dal limite di Busellato respinto fortuitamente da un difensore: l’azione è nata da una sovrapposizione a destra di Cappelletti su Kupisz. Micidiali sulla corsia opposta le accelerazioni di Minesso, spesso fermato con il fallo dagli avversari. Prima dell’episodio del rigore, per due volte Paolucci ci ha provato dalla distanza senza però inquadrare lo specchio della porta. Al 42’ la svolta della partita. La carambola seguita a una punizione di Minesso ha liberato in area il generosissimo Stanco, trattenuto per la maglia da Caldara. Fallo evidente e rigore inevitabile. Sul dischetto si è presentato Coralli che ha cancellato gli ultimi due errori dagli undici metri con una trasformazione perfetta sotto l’incrocio. Prima dell’intervallo, un destro radente di Basso è stato neutralizzato da Pierobon e una giocata aerea di Minesso ha messo i brividi a Marcone. La ripresa si è aperta nel segno del Trapani, che ha avanzato il proprio baricentro nel tentativo di acciuffare il pareggio. Quando poi Boscaglia ha inserito Malele al centro dell’attacco, passando al 4-2-4, la spinta degli ospiti si è fatta più pressante. Attentissima in queste fasi la linea difensiva granata, che non ha concesso quasi nulla agli avversari. Le due espulsioni (entrambe per doppio giallo) di Scozzarella e Pagliarulo hanno finito per disinnescare le velleità offensive dei siciliani e così il Cittadella, non sfruttando un paio di ripartenze che meritavano una sorte migliore, ha tagliato felicemente il traguardo.

Ore 14.50 – (Gazzettino) «Con il Trapani erano importanti i tre punti per la classifica e per dare continuità al successo di Avellino». Queste le prime parole del tecnico Claudio Foscarini, che continua: «Abbiamo centrato il nostro obiettivo e dobbiamo proseguire il nostro percorso, anche altre concorrenti hanno vinto». Sette punti in tre partite sono tanta roba. «Abbiamo cambiato registro e mettiamo in campo un’altra mentalità, agevolati anche da qualche innesto che sta svolgendo un lavoro notevole, aiutando la squadra anche nella fase difensiva. Dopo la sosta siamo ripartiti con un gruppo più tonico e compatto avendo anche la possibilità di più scelte. L’importante è non mollare. Unico appunto che mi sento di fare è quello di diventare più cinici in fase di finalizzazione». Sulla partita con il Trapani, aggiunge Foscarini: «Abbiamo svolto un grande lavoro soprattutto a centrocampo e nella fase difensiva annullando la pericolosità che di solito il Trapani sa esprimere». Due gol subiti in tre gare e il Cittadella che per la seconda volta non prende gol. Riprende il tecnico granata: «Pierobon garantisce molta sicurezza e sa guidare con impareggiabile saggezza e esperienza la difesa, ma ora la rosa consente più scelte, mentre nei mesi scorsi fra squalificati e infortunati abbiamo vissuto momenti di difficoltà. Anche la maggiore competitività interna è una risorsa che favorisce i risultati». Non c’è però rosa senza spine e il minor spazio a qualcuno può essere duro da digerire. Basta guardare come è rientrato negli spogliatoi Sgrigna al fischio finale. Foscarini coglie l’osservazione: «Ogni medaglia ha anche il suo rovescio e questo è un aspetto che sta a me gestire. Ben venga comunque la competizione, io confido in Sgrigna che per noi è un giocatore importante e avrà i suoi momenti in cui ci darà una mano». Mattia Minesso è rientrato dopo l’influenza confermandosi in buona forma. Per fermarlo gli avversari hanno sudato le fatidiche sette camice incorrendo anche in ammonizioni e espulsioni. «Sto bene e voglio continuare. Ci aspettavamo un Trapani contratto dopo tre sconfitte consecutive. Creare gioco è diventato difficile in una partita maschia con l’arbitro che è ricorso spesso alle sanzioni per tenerla in pugno. Noi abbiamo fatto qualcosa in più di loro e si poteva andare all’intervallo sul 2-0 se io avessi sfruttato meglio la deviazione di testa. Nella ripresa il Trapani ha cercato di pareggiare e la partita si è aperta. Potevamo segnare ancora, ma siamo comunque stati bravi a tenere il gol di vantaggio».

Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Paganini non ripete, il Citta invece sì. Riempita la casella delle affermazioni esterne con la scorribanda della scorsa settimana ad Avellino, gli uomini di Foscarini sfatano anche il secondo tabù stagionale, infilando due vittorie di fila, impresa che, sin qui, non era mai riuscita. Ma forse, il dato più importante, è quello relativo alla ritrovata compattezza difensiva: per la seconda volta in questo campionato capitan Pellizzer e compagni hanno chiuso una partita senza subire gol. L’unico precedente è lo 0-0 di La Spezia, che risaliva allo scorso 6 dicembre. Proprio sulla solidità della retroguardia il Cittadella ha edificato il suo successo, concedendo al Trapani, squadra che solitamente sei o sette occasioni a incontro riesce a costruirle, la miseria di una sola palla gol, peraltro scialacquata malamente da Basso a fine primo tempo con una conclusione centrale comoda da bloccare per Pierobon.Merito dei quattro difensori, certo. Ma merito anche di un centrocampo concreto, aggressivo su Scozzarella e soci e sempre pronto a raddoppiare sul portatore di palla avversario. È stata una prestazione da serie B, quella offerta dai granata: poco spettacolo, è innegabile, ma tanta corsa. E l’emblema è probabilmente Stanco, non un fenomeno, ma un giocatore già fondamentale per i meccanismi offensivi della squadra, decisivo per il movimento offerto e per come si è guadagnato il rigore (decisivo) poi trasformato da Coralli. Campionato riaperto. Fosse terminata oggi la stagione, il Cittadella sarebbe costretto a giocarsi la salvezza attraverso i playout con il Varese, che lo affianca a quota 26 punti. Un bel passo avanti, rispetto alla situazione di qualche turno fa, anche se il quadro, dopo due vittorie consecutive, sarebbe potuto essere pure migliore. Già, perché se i granata hanno ripreso a correre, le dirette rivali non stanno a guardare. Il Latina batte 3-2 il Livorno, il Brescia fa suo lo scontro diretto con l’Entella senza troppe ambasce, imponendosi per 3-0, il Catania regola il Perugia per 2-0 e il Varese va addirittura a espugnare il campo del Lanciano per 2-1. A voler tirare le somme si può dire che la giornata si chiude allargando la lotta per non retrocedere almeno fino a tutte le squadre che stanno a quota 30 punti. Dal Modena al Perugia, dal Bari allo stesso Trapani, che al Tombolato ha subìto la quarta sconfitta in successione, nessuno è davvero al sicuro. Un caso Sgrigna? Un capitolo a parte nella disamina di Cittadella-Trapani lo meritano poi la terna arbitrale e, ahinoi, Sgrigna. Sulla prova offerta dal signor Ros di Pordenone occorre dire che ha distribuito i cartellini gialli applicando un metro tutto sommato omogeneo. Ma quando una partita termina con 12 ammonizioni e due espulsi è chiaro che evidentemente il controllo del gioco è sfuggito a chi doveva governarlo. Sul rigore concesso a Stanco c’è da dire che l’attaccante è stato abile a procurarselo, perché probabilmente ha ingigantito gli effetti della trattenuta sulla sua maglia, che comunque c’era. Sempre per quanto riguarda gli episodi, c’è anche da annotare un fuorigioco fischiato a Coralli che non doveva essere sanzionato, col numero 7 che si involava verso la porta avversaria. E c’è pure una punizione al limite non concessa al Trapani per un evidente fallo su Basso. Ma, appunto, più che sugli episodi, l’insufficienza all’operato del direttore di gara è motivata dal modo in cui ha gestito il confronto. L’altra nota negativa riguarda Sgrigna, entrato al posto di Coralli nella fase finale. A occhio stare in panchina gli pesa, perché da uno come lui, e per giunta “fresco” rispetto al resto della truppa, ci si sarebbe attesi un apporto ben diverso alla manovra. A fine partita, poi, l’attaccante romano è uscito abbastanza frettolosamente dal rettangolo di gioco. Forse è solo un’impressione. Certo è che in questo momento, con questa situazione di classifica, le esigenze del gruppo devono venire prima di eventuali malumori personali.

Ore 14.10  – (Mattino di Padova) «Era un’occasione importante e l’abbiamo sfruttata. Peccato solo per i risultati delle nostre concorrenti, che hanno vinto quasi tutte. Io però vedo una squadra più tonica e, d’altra parte, in spogliatoio ci eravamo detti che bisogna cambiare registro, altrimenti si retrocede. L’unica cosa che ci è mancata, e che ci era mancata anche ad Avellino nello scorso turno, è il cinismo per chiudere prima la partita». È un Foscarini sereno, quello che commenta la gara vinta sul Trapani, e l’occasione è propizia anche per togliersi i classici sassolini dalla scarpa. «Qualche critica in questo periodo non mi è piaciuta, perché chi le fa non sembra conoscere come lavoriamo in questa società. Non ero scarso prima, non sono un fenomeno adesso, ora ho solo una rosa più ampia, che mi permette di operare delle scelte». Inevitabile soffermarsi sui singoli. «Il lavoro che fa oggi Stanco mi ricorda quello di Djuric lo scorso anno: è un giocatore che ci dà molto sotto il profilo della quantità. Pierobon? In certi momenti dà sicurezza e guida con esperienza la difesa, ho bisogno di questo tipo di apporto. Sgrigna? Immagino che non sia contento di stare fuori, ma la competizione ci sta. E io confido tantissimo in lui: in altre occasioni ha risolto le partite, e penso ad esempio alla gara col Catania, sicuramente avrà modo di farlo pure in futuro». Ovviamente diverso l’umore di Roberto Boscaglia, tecnico dei siciliani, usciti dal campo tra le contestazioni dei loro tifosi. «Il termine vergogna non lo accetto, si può dirlo a me ma non ai ragazzi, che hanno dato tutto. Abbiamo fatto un solo tiro in porta? Beh il Cittadella non ne ha fatti tanti di più e il rigore che ha deciso la gara è stato molto cercato da Stanco».

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto) Era un’occasione da sfruttare ad ogni costo. Alla resa dei conti, la sentenza del Tombolato è chiara: missione compiuta, altri tre punti in cassaforte e salvezza ora decisamente più vicina. Il Cittadella batte il Trapani con il minimo sforzo: 1-0 firmato Coralli su calcio di rigore e tanti saluti a un avversario in piena crisi d’identità e che, senza Mancosu, perde gran parte delle proprie potenzialità offensive. Foscarini sceglie Coralli accanto a Stanco ed esclude ancora Sgrigna (che a quanto risulta e vedendo gli sbuffi durante il riscaldamento prima di entrare in campo non l’ha presa bene), alla seconda panchina consecutiva. A centrocampo ritrova spazio Minesso e Benedetti si accomoda accanto al tecnico. Paolucci viene schierato interno ma la manovra per almeno 40 minuti produce poco o nulla. Nella desolazione generale al 41’ la partita si sblocca. Ping-pong in area, Caldara tocca forse con il braccio ma sicuramente trattiene Stanco: fatto sta che Ros concede il penalty senza pensarci troppo. Sul dischetto si presenta Coralli, che la piazza all’incrocio con una trasformazione perfetta e sigla il suo ottavo gol stagionale. Poco prima lo stesso Ros aveva fermato un’azione del Trapani in area granata per un infortunio occorso a Pellizzer, scatenando le proteste dei tifosi siciliani. Senza dimenticare le proteste al 45’ per una trattenuta di Cappelletti su Basso che dal vivo pare esserci mentre il replay lascia più di qualche dubbio. Va anche sottolineato che il Trapani senza Mancosu (Corvia, Caputo e Sansovini sul taccuino del ds Daniele Faggiano) è davvero poca cosa e l’unico tiro nello specchio arriva al 46’, in pieno recupero, quando Basso si libera al tiro e Pierobon blocca a terra senza alcun problema. Nella ripresa si riparte con due ammonizioni a Barreca e Scozzarella e con un Trapani che continua a palesare una pochezza offensiva disarmante. Nemmeno l’ingresso di Malele produce effetti, fino al 31’, quando Pagliarulo si fa cacciare per doppia ammonizione. Boscaglia, inspiegabilmente, sotto di un gol anziché giocarsela toglie l’unico attaccante (Abate) inserendo un difensore (Perticone). Al 33’ Kupisz tenta l’eurogol di tacco su cross (in rovesciata!) di Scaglia, ma il pallone termina di pochissimo a lato. E, tanto per non farsi mancare nulla, si fa cacciare pure Scozzarella. Finisce con qualche sofferenza ma la vittoria era l’unica cosa che contava. E alla fine è arrivata.

Ore 13.20 – (Gazzettino) «State a casa se non credete nel progetto». Non è piaciuta a Fabio Barbin, referente del gruppo olandese che dovrebbe rilevare il San Paolo, l’iniziativa dei giocatori che sono senza stipendio da tre mesi e che venerdì hanno rilasciato un comunicato nel quale affermano che «la squadra non garantirà il proseguimento degli allenamenti settimanali per mancanza di fondi», fermo restando che «nella speranza di una soluzione positiva e immediata, la squadra cercherà insieme all’allenatore una soluzione per il prosieguo della stagione». «Ho chiamato venerdì il capitano – racconta Barbin – e gli ho urlato quello che penso. Dato che in questi mesi non hanno capito lo stato delle cose e che la società è in stand by, gli ho detto che se ne stiano a casa. Cosa hanno ottenuto? L’effetto sicuro è che da venerdì ho interrotto qualsiasi tipo di dialogo con la squadra, i loro comportamenti non sono più un mio problema. Nell’attuale società sono solo il team manager, anche se in realtà il mio ruolo in questo periodo è stato quello di fare lo psicologo per tirarli su. Sono intermediario di un acquirente potente che vuole trasformare una società dilettantistica in società professionistica, e d’ora in avanti mi preoccupo solo di portare il gruppo olandese. Al campo tornerò quando l’operazione sarà conclusa e la musica cambierà: a fine mese gli stipendi saranno dimezzati per ogni mosca che vola storta». Aggiunge: «Ho dato l’anima per quattro mesi, il gruppo olandese lo porterò in fondo perché sono una persona che quando prende un impegno, lo rispetta. Qualcuno pensa che sia una bufala: ma per quale motivo avrei dovuto perdere quattro mesi della mia vita?». Intanto, il presidente Giuseppe Tramonti si sta muovendo in un’altra direzione per trovare risorse economiche. «I giocatori sono preoccupati e dispiaciuti. Il loro è stato un segnale alla società per trovare alternative se questi famosi olandesi non mantengono le promesse fatte. Tra domani e martedì parlerò con alcune persone che sembrano intenzionate a darci una mano, cercheremo di trovare una soluzione». Crede ancora nel gruppo olandese? «Non posso dire che non ci credo più, ma non ci sono più i tempi per aspettarlo. È dal 30 settembre che doveva arrivare: se lo fa entro domani bene, altrimenti se trovo un’alternativa con gente seria la sposo».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Paolo Baron dal titolo “Dimissioni legittime per chi vive in un mondo normale”) In un mondo normale le promesse si mantengono, soprattutto se si tratta di stipendi. Sappiamo, però anche che il mondo del calcio normale non lo è, ma è mosso da regole tutte sue. Tuttavia, in un mondo normale si dimette chi non tiene fede ai patti, non chi protesta contro chi ha ragione. Dunque, il team manager Barbin avrebbe fatto bene a dimettersi perché finora i suoi ragazzi non hanno visto i soldi promessi. Non per scagliarsi contro giocatori che hanno solo palesato le proprie difficoltà economiche.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Lo strappo della squadra un primo suo effetto l’ha sortito. Al San Paolo, dopo il comunicato dei giocatori, che stanchi di una situazione d’incertezza che perdura ormai da mesi hanno voluto dire la loro, la situazione sta precipitando. «Da questo momento io non sono più il team manager della prima squadra», annuncia Fabio Barbin, che è anche l’intermediario tra l’Italia e la nuova proprietà olandese. «Quello della squadra è un gesto che offende l’impegno e le parole spesi finora da seri professionisti. Siamo stati presi in giro sui giornali, abbiamo convissuto con una società nella quale qualcuno ci ha remato contro, abbiamo visto giocatori parlare a destra e a manca. Per quel che mi riguarda, lascio l’incarico di team manager e da oggi in poi mi impegnerò solo per portare qui la nuova cordata olandese. I giocatori hanno ritenuto opportuno andare a fare pubblicamente le loro rimostranze: non entro nel merito della questione, ma penso che gesti come questo potrebbero tramutarsi in un boomerang». Dall’Olanda, nel mentre, tutto tace: «Non li ho avvisati (il professor Dirk e soci ndr)di ciò che è accaduto», conclude Barbin. «Se l’avessi fatto probabilmente in dieci minuti ci avrebbero dato il benservito. Da questo momento in poi al campo di allenamento non mi vedranno più: quando la società olandese si sarà insediata, ritornerò al centro sportivo ma stavolta in veste di rappresentante della proprietà. E allora il decalogo da seguire sarà ben diverso». Da parte sua, l’attuale proprietà si astiene dall’entrare nel merito: «Prendiamo atto del gesto della squadra e delle dimissioni di Barbin», il commento telegrafico del direttore generale Lorenzo Cresta. Adesso bisogna però proseguire la stagione sperando nella salvezza. In che modo, non è dato ancora saperlo: «Ho già vissuto situazioni simili quando ero giocatore», le parole dell’allenatore, Vito Antonelli, «Da parte mia devo star vicino alla squadra, massima disponibilità a capire le loro difficoltà. Ho letto il comunicato, ritengo abbiano utilizzato toni civili: hanno voluto dare un segnale, manifestare la loro situazione di difficoltà, e da un certo punto di vista li capisco».

Ore 12.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tra campo, mercato, sogni di gloria e necessità di far quadrare i conti societari in tempi che non autorizzano follie economiche o spese pazze, il Bassano si prepara oggi alle 18 ad affrontare il Pordenone al Mercante. Il Bassano tiene la seconda posizione con 41 punti e l’ultima della classe non può e non deve far paura, ma nelle ultime settimane i rapporti di forza sono cambiati e i friulani guidati da Fabio Rossitto non sono più la squadra materasso del girone d’andata che pareva rassegnata alla retrocessione. Anzi, dimostrano di volersi battere fino alla fine per la salvezza e si sono rinforzati con l’ingaggio di Franchini e Panzieri dal Venezia. Ecco perché Antonino Asta, non è un mistero, si sarebbe aspettato una sessione invernale ben diversa dall’immobilismo (o presunto tale fino a quando non suonerà definitivamente il gong di domani sera alle 23) della dirigenza, che non ha acquistato nessuno nonostante le richieste dell’allenatore giallorosso. Il quale aveva lasciato intendere in conferenza stampa all’inizio di gennaio di aspettarsi rinforzi, magari uno per reparto considerata la classifica che tiene tuttora il Bassano in corsa per il primo posto. Concetto poi lasciato volutamente sfumato in un successivo momento, cercando di concentrarsi maggiormente sull’aspetto agonistico e strettamente tecnico. Considerato, poi, che quest’anno i playoff allargati rendono ulteriormente più complicato l’approdo al piano più alto tramite gli spareggi promozione, ecco che le richieste di Asta paiono giustificate. Uno sforzo supplementare (basterebbero un paio di ritocchi, non certo rivoluzioni all’interno della rosa) potrebbe garantire al Bassano ulteriore linfa a un gruppo già di per sé competitivo, ma che deve fare i conti con un Pavia che già partiva con i favori del pronostico e che ha guadagnato ulteriore credito dopo gli ultimi aggiustamenti. C’è poi la questione Nolè, al momento ancora in sospeso. Il Crotone ci continua a provare, il Bassano per ora ha detto «no», la panchina di otto giorni fa contro la Giana Erminio ha alimentato qualche comprensibile equivoco nell’ambiente. Adesso bisogna solo aspettare, perché fra oggi e domani qualcosa sicuramente cambierà nella stagione giallorossa. E sul mercato occhio alle sorprese, soprattutto quando di mezzo ci sono un ds navigato come Werner Seeber e un tecnico vulcanico come Antonino Asta. Intanto, però, ci sono questi tre punti da agguantare.

Ore 11.50 – (Giornale di Vicenza) Compresso tra la necessità del bottino serale (alle 18 col Pordenone al Mercante) e le esigenze del mercato coi due partenti Tonon e Munarini da sostituire lunedì, Tonino Asta si sforza di gestire l´emergenza, quello di un calo di rendimento da un mese a questa parte che, salvo la parentesi di 8 giorni fa con la Giana, è in flessione più del dato occupazionale in Italia. «Io lo considero un rallentamento fisiologico – spegne ogni allarme don Tonino – semmai l´aspetto singolare che abitualmente in questi casi ci sono 3 o 4 titolari più in difficoltà di altri e allora inserisci le cosiddette seconde linee e vai tranquillo. Qui invece il calo è generalizzato e riguarda anche i rincalzi, un appannamento più emotivo che fisico che tuttavia disturba, pure se a Monza otto giorni fa abbiamo offerto segnali di risveglio». Sì, ma a Ferrara in Coppa, il Bassano si è accartocciato nuovamente. «Di sicuro siamo in convalescenza – riconosce il demiurgo virtussino – ma vedrete che stando tutti compatti e uniti ne verremo fuori, non ho dubbi. Mercoledì siamo stati stranamente opachi e spenti, ora dovremo ricominciare a mordere tornando a vincere i duelli individuali e arrivando sul pallone prima degli altri, quello che è mancato in Emilia». Approfondisce l´analisi il trainer. «Ci sono frangenti delicati in una stagione e questo, senza voler caricare la vigilia di pressioni inutili e gratuite è uno di quei momenti. Allora è indispensabile elevare il livello del carattere e del temperamento rispetto alla qualità, perchè oggi loro la metteranno giù dura: il Pordenone che sembrava spacciato è rinato in ottica salvezza, ha ricucito lo strappo, ha mutato non solo giocatori rinforzandosi un bel po´, ma proprio atteggiamento e spirito. Non mollano nulla, battagliano in ogni angolo e se loro combatteranno col sangue agli occhi su ogni azione, noi dovremo avere la bava alla bocca dall´inizio alla fine. Scordiamoci il successo in Friuli, ora è una formazione differente, rigenerata da Rossitto e che ad esempio domenica con la Feralpi avrebbe meritato di vincere in 10 contro 11 e non solo di pareggiare». C´è spazio per un riferimento flash all´ipotesi rinforzi («La società e il digì Seeber sono al lavoro – ammette – anch´io lunedì sera ci conto per chiudere la quadra della rosa, ma teniamo attenzione e concentrazione sul Pordenone, al mercato pensiamoci da domani…»). Anche se poi fa garbatamente notare come là davanti Pavia, Novara e Alessandria si stiano tutte rinforzando parecchio. Meglio indirizzarsi sull´ipotetico assetto: Toninelli ha recuperato dall´affaticamento muscolare che l´ha tolto di mezzo con la Spal, stanno tutti benino pure se non benone e Asta si trascina dubbi e ballottaggi. «In retrovia c´è una maglia sola tra Semenzato e Stevanin e così tra centrali e terzino destro sono tutti in lizza. In mediana Cenetti ha speso molto sinora e potrei inserire Davì e anche dalla cintola in su se la giocano Furlan e Cattaneo. Vediamo». Nel Pordenone il general manager è l´indimenticato Marcelino Mateos, ma Bassano non può mica mostrare il cuore di panna.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Che sia stata una settimana «particolare» è sotto gli occhi di tutti e i motivi sono abbastanza evidenti e alla luce del sole. Che pure la Pro Patria — avversario oggi alle 12.30 per il lunch-match del girone A di Lega Pro — abbia avuto giorni turbolenti è un altro dato di fatto indiscutibile. Al quartier generale del Real Vicenza la tensione, dopo l’esonero di Michele Marcolini e l’arrivo di Paolo Favaretto, è ancora evidente e come reagirà la squadra oggi pomeriggio è un mistero bello e buono. Favaretto ha lavorato tentando di isolarsi rispetto a quanto accaduto nelle ultime ore e il fatto di aver incassato la promessa d’impegno della squadra dopo la lettera dei giocatori pro-Marcolini è un punto di partenza importante per il tecnico veneziano. «Non ho dubbi sulla professionalità della squadra — spiega il neo allenatore — e il fatto che abbiano speso parole importanti per Marcolini dimostra quanto contino i valori umani in un gruppo sano come quello che ho trovato. Hanno anche specificato che garantiranno il massimo impegno e questo è un altro punto fermo su cui non avevo dubbi. Ai ragazzi ho chiesto una reazione. È indiscutibile che sia stata una settimana molto agitata, però è altrettanto vero che in questi casi magari sul campo cerchi di buttarti alle spalle i giorni precedenti, facendo una grande prestazione. Sono convinto che oggi sarà così». È indubbio che il crocevia odierno sia di quelli che possono cambiare una stagione ed è comprensibile che Favaretto giochi a carte coperte. Il Real con 34 punti è momentaneamente uscito dalla zona nobile dei playoff e le ambizioni biancorosse devono essere ora rilanciate. Quindi rifinitura blindata, modulo coperto, scelte altrettanto segrete, così come del resto accade a Busto Arsizio: «Almeno per una settimana andrà così — spiega il tecnico veneziano — preferisco giocarmela con questo piccolo vantaggio. O meglio, in effetti giocheremo ad armi pari visto che anche la Pro Patria ha appena cambiato allenatore. Non sono e non sarò mai un dogmatico, io valuto il materiale umano che ho a disposizione e poi decido di conseguenza. Sono a Vicenza perché sono convinto di poter fare qualcosa di importante, il valore complessivo della squadra è buono e penso che i playoff siano un obiettivo alla portata». Non resta che aspettare i 90’ di gioco, sul campo di una squadra che divide con il Pordenone l’ultimo posto. I tre punti, va da sé, sono alla portata dei vicentini.

Ore 11.00 – (Giornale di Vicenza) Paolo Favaretto chiede una cosa al Real Vicenza: «reagire». Profilo basso, pensiero solido. Il nuovo tecnico biancorosso, alla vigilia del lunch match contro la Pro Patria, non ha fatto molti giri di parole ed è andato dritto al punto: «Più che dire come sta la squadra, parlerei della partita che ci attende. Tutti noi ci aspettiamo una reazione dopo una settimana difficile». Cominciata con l´esonero a sorpresa di Michele Marcolini, è proseguita con l´annuncio della nuova guida tecnica e lo “sciopero” deciso dai giocatori. Una settimana difficile per tutti, Favaretto compreso. L´allenatore ha avuto pochi giorni per lavorare e preparare la partita ma ha insistito sul compito che il Real Vicenza, che non vince da cinque partite, dovrà svolgere oggi a Busto Arsizio. «La reazione dobbiamo averla tutti quanti per superare il momento. Ci aspetta una gara difficile perché la Pro Patria, al di là di tutti i problemi e della posizione in classifica, domenica scorsa meritava di vincere 5-1, cosa che poi non è accaduta. Ma questo per dire che non sarà facile affrontarli; vivono un buon momento a livello psicofisico. Voglio una gara maschia, intensa da parte della mia squadra». La settimana è stata particolare per il Real Vicenza, ma vogliamo parlare della Pro Patria? È cambiato il presidente (da Pietro Vavassori all´ex vicepresidente della Reggiana, Carlo Filippi), e ieri anche l´allenatore. Sulla panchina dei “tigrotti” è arrivato Marcello Montanari al posto di Marco Tosi: si tratta del quarto avvicendamento sulla panchina bianco-blu in questa stagione. La situazione non è delle migliori neppure sul campo, visto che contro il Real mancheranno per squalifica Giampaolo Calzi e Matteo Serafini, due che fanno metà squadra da soli. «Ma loro – ha avvertito Favaretto – avranno grandi motivazioni per dimostrare qualcosa al nuovo tecnico». Sulla sponda opposta, una notizia buona e una cattiva. Dario Polverini, grande ex di turno, amatissimo dagli ex tifosi, rientrerà dopo il lungo infortunio muscolare che l´ha tenuto fuori due mesi. Favaretto potrà quindi schierarlo al centro della difesa con a destra, probabilmente, Daniel Beccaro, e a sinistra Matteo Piccinni. E Riccardo Carlini? Niente da fare per il difensore genovese che non sarà disponibile per una lieve distrazione all´adduttore. Si tratta di una grave perdita dal momento che Carlini era sicuramente uno dei giocatori più in forma. Favaretto non ha fornito suggerimenti in merito al sistema di gioco che adotterà. «Non voglio dare vantaggi agli avversari e poi voglio anche capire come giocheranno loro». Con ogni probabilità sarà ancora un Real Vicenza all´antica con il 3-5-2 lasciato in eredità da Marcolini. Qualcosa cambierà in difesa per l´assenza di Carlini, mentre a centrocampo dovrebbe essere confermata la solita linea con il varesino Daniele Dalla Bona, altro ex di turno, nel ruolo di play. Davanti, l´ex Monza Margiotta è in vantaggio sugli altri attaccanti per affiancare Bruno.

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Penso che questa sia principalmente la festa dei tifosi che si tramandano questa passione – commenta Parlato – e noi siamo orgogliosi di parteciparvi». «Oggi si festeggia e non si ricorda un compleanno – dichiara l’assessore allo sport Cinzia Rampazzo – e questo grazie al sindaco Bitonci, a Bergamin e Bonetto, alla squadra e allo staff e ai tifosi, vicini nella gioia e nel dolore». «Avere tanta gente al nostro fianco – aggiunge Edoardo Bonetto – ci dà forza negli inevitabili momenti di difficoltà». Dal padre Roberto un appello: «Per rendere ancora più forte la società e proseguire nel segno della padovanità, serve qualche altro imprenditore». «La storia siamo noi – concludono gli ultras – e abbiamo voluto che non finisse». In mattinata la squadra ha svolto l’ultima seduta settimanale a cui seguiranno due giorni e mezzo di riposo. Mancava ancora il giovane Filippo Pittarello, impegnato con la rappresentativa di serie D al Torneo di Viareggio, che ieri nell’amichevole vinta per 6-0 con gli allievi della Ternana ha realizzato una tripletta. Un gol anche per Coraini dell’Este.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Quest’ultimo non ha voluto mancare all’appuntamento, con una toccata e fuga da San Marino, dove ora gioca. «Appena ho saputo di questa iniziativa – racconta Cuffa tra una pacca sulle spalle, una foto e un autografo – non ci ho pensato un attimo. Il legame con i tifosi padovani è forte e seguo sempre le vicende della squadra». E si è parlato pure di un suo possibile ritorno a Padova. «C’è stato un approccio, ma per la regola degli under non è stato possibile. Se potevo restare a luglio? Non era un problema, ma non ci sono stati contatti e nel frattempo stavo chiudendo con il Matera». Andrea Cano vive a Torreglia e nel frattempo si è ritirato, ma il richiamo del biancoscudato non la lascia insensibile: «Con l’Union Ripa sono andato per la prima volta in curva, una bella emozione». Con in testa lo striscione “105 anni di storia, continuerà in eterno la nostra storia” il corteo dei tifosi si è poi spostato in piazza Garzeria, dove è nato il Padova. «Speriamo questa volta non arrivi la multa» scherza Bergamin quando si accendono i fumogeni.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Tifosi, società, giocatori, vecchie glorie e autorità, tutti insieme per celebrare i 105 anni del Padova in un clima di grande serenità e con il sorriso sulle labbra. In circa un migliaio si sono ritrovati ieri pomeriggio in piazza Cavour per questo evento voluto dai ragazzi della Fattori, ma che ha coinvolto tutta la tifoseria, a partire dallo storico presidente Aicb Mario Merighi, consapevole che solo qualche mese fa si è rischiato di non potere più festeggiare questo compleanno. C’erano il presidente Giuseppe Bergamin, accompagnato dalla moglie Giovanna, l’amministratore delegato e il vicepresidente Roberto ed Edoardo Bonetto, il tecnico Parlato, il preparatore dei portieri Zancopè, il diesse De Poli e i giocatori Petkovic, Mattin, Aperi e Thomassen, con in braccio il figlio Cristian. Acclamatissimi i vecchi biancoscudati, tra gli altri Longhi, Simonini, Pellizzaro, Ottoni, Montrone a Bergamo, senza dimenticare Andrea Cano e Mattia Cuffa, i giocatori più amati del recente passato.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tra un intervento e l’altro, i cori a risvegliare il centro storico dello shopping. Poi, l’intervento dell’assessore allo sport Cinzia Rampazzo: «Io non vedo una piazza che ricorda un vecchio compleanno, io vedo una piazza che lo festeggia. Noi, intanto, stiamo facendo il possibile per riportare a casa lo Scudo e regalare una nuova curva all’Euganeo». Infine, l’appello di Roberto Bonetto: «Per fare un Padova forte serve l’aiuto di altri imprenditori come noi. Si facciano avanti, perché vogliamo far tornare grande questa squadra il prima possibile». Di fronte alla folla, l’intero stato maggiore biancoscudato: il presidente Bergamin, il vice Edoardo Bonetto, il diesse De Poli con Carmine Parlato e i giocatori al seguito: Thomassen, Aperi, Mattin e Petkovic. Partono i cori contro Penocchio, alcuni contro Zanonato. La vera protagonista è però la storia. I testimoni. A rappresentarla c’erano loro, gli ex del passato. Franco Gabrieli, Angelo Montrone, Claudio Ottoni, Fulvio Simonini, Adriano Zancopè, Andrea Bergamo, Emanuele Pellizzaro. E poi loro due, gli ex più recenti, Andrea Cano e Matias Cuffa. Quelli più acclamati, fotografati da una tifoseria che ha saputo rinnovarsi, attirare nuove leve e nuove simpatie, affezionate ai giocatori che hanno fatto grande il Biancoscudo negli ultimi anni. Una tifoseria che, sciarpe al cielo, è tornata a riprendersi la sua squadra.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alle 17.15 il corteo s’è messo in moto. Di fronte ai mille, un lungo striscione: «105 anni di gloria, continuerà in eterno la nostra storia». Tutt’intorno i padovani dello struscio e dello shopping del sabato pomeriggio lungo Liston incuriositi. Poi il via ai cori, l’accensione dei fumogeni: «Gloria al Calcio Padova!», hanno urlato i tifosi, prima d’intonare il «Ma quando torno a Padova», l’inno d’ordinanza che è risuonato in tutte le vie circostanti. C’era aria di festa, un bel clima d’unione. I metri per arrivare a destinazione erano pochi: da piazza Cavour, il corteo si è fermato in piazzetta Garzeria, poche decine di metri più in là. E tutti, sistemati quasi ad emiciclo, si sono posizionati rivolti ai palazzi che, centocinque anni fa, videro nascere la società. Le parole. «L’ultima volta che ci siamo ritrovati qui abbiamo posto la prima pietra per la costruzione di una nuova società, chiedendo l’impegno di tutti i padovani e del sindaco», le parole dei capi della Tribuna Fattori, «Ai giocatori di adesso, non chiediamo subito la Lega Pro: a noi basta che, come state facendo, usciate dal campo con la lingua sotto le scarpe». Erano in tanti, i ragazzi della Fattori, ma con loro c’era pure l’Aicb: «Hanno cercato di cancellarci, ma la storia del Padova non morirà mai», ha detto Alberto Farisato. «Noi tifosi abbiamo lottato per risorgere, perché questa città ama questa squadra».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Centocinque anni fa, negli stessi luoghi nasceva una squadra destinata a far sognare una città, un intero territorio. Nove mesi fa, a camminare lungo quelle strade e di fianco a quei palazzi, c’erano duemila persone arrabbiate con una proprietà che, poche settimane più tardi, non avrebbe iscritto la squadra, uccidendo un sogno durato 104 anni. Ieri, lungo il Liston e di fianco al Pedrocchi, c’erano mille tifosi in festa. Perché a distanza di 105 anni dalla nascita del Calcio Padova 1910, la sensazione è stata che si sia giunti a un momento di svolta. Il vecchio Biancoscudo, calcisticamente calpestato e umiliato, tra pochi mesi potrebbe ritornare a nuova vita. Perché il cuore dei tifosi non ha mai dimenticato quella maglia. La festa. Si sono radunati così, dopo giorni di tam-tam su internet, uniti dalla passione e dalla voglia di celebrare il compleanno della loro squadra. In piazza Cavour, sede del ritrovo, c’erano supporter di ogni età: da quelli storici dell’Appiani ai reduci dell’ultima serie A, dalle nuove leve dell’Euganeo ai più piccoli, trascinati dalla voglia di tifare dei genitori. Nel bel mezzo della folla, il chiosco dell’associazione Padovanità: appese alle pareti le maglie storiche della società, da quella rossa di Massimiliano Rosa, alla gialla fosforescente dell’ultima partita di Lega Pro, che regalò alla squadra di Sabatini la promozione in B.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il successo della manifestazione è stato reso tale non solo dalla partecipazione di tantissimi supporter, giovani e meno giovani, ma anche dall’intervento di molti ex calciatori rimasti nel cuore della gente. Tra cui, ad esempio, Matias Cuffa e Andrea Cano, Angelo Montrone e Franco Gabrieli, Claudio Ottoni e Lele Pellizzaro, Fulvio Simonini e Andrea Bergamo. «Tra qualche mese, speriamo di regalare una grande gioia a questi tifosi — le parole del mister della Biancoscudati, Carmine Parlato, che ha sfilato insieme ad alcuni suoi giocatori (Lazar Petkovic, Dan Thomassen, Atai Najafi Mattin e Sebastiano Aperi) — la strada, però, è ancora molto lunga. Quindi, piedi per terra». Oggi, intanto la serie D osserverà un turno di riposo. Per difendere il primo posto riconquistato con la vittoria a Rovereto di domenica scarsa, l’undici padovano tornerà in campo domenica prossima 8 febbraio allo stadio Euganeo contro le «furie rosse» del Tamai. L’unico obiettivo è la Lega Pro, intanto la storia continua.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E, in particolare, ottimista: «Tutto dipende dal buon senso di alcune persone – ha premesso l’imprenditore di Villafranca – ma spero e credo che, molto presto, potremo riappropriarci del nome e del simbolo che ci spettano. Al più tardi, entro l’inizio della prossima stagione». Dando retta ai ben informati, però, novità positive in tal senso potrebbero arrivare a brevissimo. Forse già nella settimana entrante. Il corteo di ieri, che per circa un’ora e mezza ha letteralmente paralizzato la via pedonale tra piazzetta Garzeria e piazza Cavour, proprio di fronte al Caffè Pedrocchi, è stato organizzato dagli ultras della Tribuna Fattori ma condiviso da tutte le anime del tifo padovano. Una coesione che da tempo non si vedeva. «Tutto ciò è paradossale — ha sorriso Giorgio Ferretti, presidente dell’Aicb — è stato necessario ripartire dalla serie D per riportare tanto entusiasmo attorno alla squadra… Un entusiasmo che, ogni giorno di più, sembra finalmente coinvolgere tutta la città. E’ dai campionati giocati in C2 (annate 1999-2000 e 2000-2001, ndr ) che non notavo una passione del genere. Come si dice? Non tutti i mali vengono per nuocere».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il lungo striscione srotolato in piazzetta Garzeria, nel cuore del centro cittadino, lì dove il biancoscudo prese vita il 29 gennaio 1910, riassume alla perfezione il senso profondo dell’iniziativa. «105 anni di gloria: continuerà in eterno la nostra storia». E poi cori, fumogeni, sciarpette al collo, bandiere al vento, tanta birra e altrettanto vin brulé. Tutto ciò proprio nell’ultimo sabato di saldi, con un fiume di gente, nonostante il freddo, a caccia dell’affare. E con i negozi e con i bar, da Prato della Valle a piazza Garibaldi, zeppi come non mai anche in questi tempi di crisi. Oltre mille tifosi, nel tardo pomeriggio di ieri, hanno affollato prima il Listòn e poi le osterie del Sotto Salone per festeggiare, appunto, i 105 anni di storia dell’Associazione Calcio Padova 1910. E poco importa se, dopo il crac della società, scomparsa dai radar del calcio nazionale il 15 luglio scorso, la squadra sia dovuta ripartire dalla serie D e con un nuovo nome, Biancoscudati Padova. In proposito, tra un brindisi e l’altro e con a fianco l’ad Roberto Bonetto, il presidente Giuseppe Bergamin è stato molto chiaro.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventunesima giornata, domenica 8 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Mezzocorona, Belluno-Fontanafredda, Clodiense-Union Pro, Dro-Montebelluna, Giorgione-Mori S. Stefano, Kras Repen-Triestina, Legnago-Union Ripa La Fenadora, Padova-Tamai, Sacilese-AltoVicentino.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 47, AltoVicentino 45, Belluno 38, Sacilese 36, Clodiense 33, ArziChiampo 32, Fontanafredda 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 29, Montebelluna e Union Pro 28, Giorgione 23, Dro e Legnago 19, Kras Repen 18,Triestina 16, Mezzocorona 10, Mori Santo Stefano 8.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventesima giornata: AltoVicentino-Kras Repen 0-1, Fontanafredda-Giorgione 2-1, Mezzocorona-Belluno 3-1, Montebelluna-Legnago 2-2, Mori S. Stefano-Padova 2-6, Tamai-Clodiense 0-0, Triestina-ArziChiampo 2-2, Union Pro-Dro 1-0, Union Ripa La Fenadora-Sacilese 1-2.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 31 gennaio: giornata di grandi festeggiamenti per i 105 anni del Calcio Padova, mentre dal mercato si attende un nuovo centrocampista.




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