AltoVicentino, Dalle Rive: “La sconfitta col Kras Repen brucia ancora. Zanin? Deve modificare qualcosa ma sono soddisfatto. E porterei a Valdagno…”

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Fonte: Giornale di Vicenza

«Il mondo dopo il 2008 è cambiato. Oggi non ci si può fermare all´Italia». La foto ufficiale con la squadra, poi via a Milano, dove lo aspetta l´ennesimo aereo. Francia, Germania, Est Europa: Rino Dalle Rive va dove lo portano gli affari. Imprenditore, prima di tutto? «Anche nel calcio. È la mia passione, non il mio giocattolo, e la scelta di rilanciare il settore giovanile è stato il primo passo. Quando sono arrivato a Marano i risultati non erano esaltanti e così, per alzare il livello, ho puntato ad uno staff tecnico di qualità. Questo consente di creare giocatori in casa e di migliorare i costi di gestione. Il nostro vivaio è di prim´ordine, ricordo Pettinà, un ragazzone che gioca terzino sinistro e che abbiamo ceduto all´Inter. Ne sentirà parlare». Dalla Berretti alla prima squadra, passando per il Vicenza. E pronto? «Tutti sanno che a me piace vincere e sono orgoglioso dei 4 campionati vinti sul campo. La sconfitta contro il Kras Repen brucia ancora, non facciamo un campionato qualsiasi, ce la stiamo giocando con il Padova per la Lega Pro». Stavolta niente premio partita? Sappiamo che li ha elargiti anche dopo passi falsi. «Stiamo parlando di ragazzi, con loro ci vuole poco bastone e tanta carota. Ho preferito un confronto serrato, spiegando che ci è mancata l´umiltà». Cosa la ferisce di un suo giocatore? «La mancanza di riconoscenza. Ci sono calciatori che abbiamo trattato come figli ma non si fanno mai sentire, neppure per gli auguri di Natale. Questo mi amareggia, ma forse il calcio è anche questo». Enrico Cunico? «Ha fatto cose importanti, penso di aver un buon rapporto. Può succedere di lasciarsi». Il giocatore che porterebbe a Valdagno? «Il sogno? Uno Zubin giovane. E anche un Cunico giovane». C´è una specie di formula che gira nei discorsi di molti tifosi: “Tanto paga Dalle Rive”. Sorride, prende fiato e, con arguzia risponde: «“A no so mia un cojon”. Abbiamo creato una struttura professionistica, messo a disposizione del tecnico Zanin, che ne è rimasto colpito, macchinari di prim´ordine, chi lavora per noi viene pagato puntualmente – e chi bazzica queste categorie e questo mondo sa cosa significa – però il progetto Altovicentino ha bisogno di altri imprenditori. Una società che vive su un unico nome è destinata a scomparire. La mia ambizione è lasciare qualcosa di importante nel territorio. Mi fa piacere che molti mi fermino e mi ringrazino per aver ridato un futuro calcistico a Valdagno, ma da solo non posso farcela. Le prime somme le tirerò alla fine della stagione». Ma davvero il Vicenza è un sogno passato? «Secondo me, gli attuali proprietari non vogliono vendere. Per rilevare la società e fare bene ci vogliono almeno dieci persone con capacità economiche importanti». Chiudiamo con il mister, Diego Zanin. «È arrivato pochi giorni prima della gara col Padova. Ha collezionato 3 vittorie, con qualche ombra, però ci ha messo professionalità ed entusiasmo. Anche lui deve modificare qualcosa, ma sono soddisfatto. Sotto il profilo umano spiace per come si è messo il dicembre scorso, ma è calcio»




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