Belluno, Vecchiato: “Siamo terzi, eppure è il momento più delicato da quando sono qui. Ma senza le 12 palle gol sbagliate o i 3 rigori regalati…”

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Fonte: Gazzettino, edizione di Belluno

La serie D è ormeggiata al Torneo di Viareggio, sul comodino c’è un contratto con il Belluno fresco di rinnovo per la stagione 2015/2016 e la truppa è a riposo da tre giorni. «Esatto, tre giorni liberi – conferma il mister gialloblù Roberto Vecchiato – d’altronde stiamo facendo così bene… (ride, ndr)». Mister, è o non è il momento più delicato da quando è qui? «Me lo sono chiesto anche io e la risposta che mi sono dato è “sì”. Sì, ma siamo terzi. Sono arrivato, mi hanno detto “salvati” e siamo arrivati quarti; in estate abbiamo cambiato molto, ci siamo detti “salviamoci tranquillamente” e ora siamo terzi dietro a Padova e Altovicentino. Insomma, credo ci siano squadre più infastidite di noi». Però i pochi punti fatti nel 2015 sono pochini? «Sì, e quelli persi con Mezzocorona, Union Pro e Mori mi danno molto fastidio. Mi dà molto fastidio perdere avendo sbagliato 12 palle gol o avendo regalato 3 rigori». Qual è la sua analisi? «Stiamo raccogliendo poco, vero, e non è un momento eccezionale. A Montebelluna però abbiamo fatto molto bene, con il Mori per un’ora non c’è stata partita e a Conegliano non meritavamo di perdere, visto pure che il gol di Merli Sala era regolare. A Mezzocorona male, lo ripeto, abbiamo regalato due rigori e un gol. Avremmo però potuto vincerla giocando male: perché gli altri ci riescono e noi no?». Questione di testa dunque? «Di sicuro non fisica, vista la rimonta di Tamai. Bisogna continuare a trovare stimoli, non si può essere stanchi di essere felici, no?! Ricevere elogi deve far star bene, non sentirsi belli e fine. Ognuno deve trovare dentro di sé l’orgoglio, un po’ di sano protagonismo o piccoli obiettivi personali. Dal punto di vista tecnico invece vorrei che si spingesse di più sul nostro gioco, sia con sia senza palla». I numeri che fanno suonare l’allarme sono quelli di una difesa non più a tenuta stagna. «La difesa ha subìto molto, ma con il Mori abbiamo sbagliato davvero 12 palle gol, potevamo vincere 6 a 2. Certo è che se in venti giorni regali tre rigori e tre espulsioni… Leggero appagamento, questione psicofisica, meno attenzione. Ricordate pure però che ora le partite si sono fatte molto più difficili. La disperazione sportiva fa molto e anche chi ci è davanti se ne è accorto. Detto questo, e detto che bisogna ricominciare a correre, il fatto di essere ancora terzi deve farci capire che questo è un momento bello da vivere, ci deve essere gioia ed entusiasmo». In momenti così un leader come Merli Sala quanto conta? «Ivan ha un’altissima cultura del lavoro. Si allena sempre al massimo e il suo esempio spesso serve molto di più di qualsiasi parola. Ha la mentalità di chi ha vissuto il calcio ad alta intensità e in più crea gruppo, divertimento, empatia. Ma questa è squadra piena di esempi positivi, quotidiani, e che lavora bene. Insomma, sono convinto che le critiche ci stiano tutte, ma ora vi faccio io una domanda: pensavate che non ci sarebbe mai stato in due anni un momento difficile? Io sono innamorato dei miei giocatori, ma non siamo il Real Madrid».




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