Tamai, De Agostini: “Vorrei vincere a Padova, ma non vivo di sogni. E non sono qua per la tappa, ma per il Giro d’Italia…”

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Fonte: Gazzettino, edizione di Pordenone

Cosa attende il Tamai, appena sorpassato dal Fontanafredda in classifica? La prima in classifica, niente di meno. In casa dei biancoscudati la squadra di De Agostini proverà a curarsi il «mal di pareggite». Quei sintomi esternati nelle ultime tre gare, che hanno consuntivato un raccolto di un singolo punto rispettivamente con Clodiense, Belluno e Giorgione. Opposto allo schieramento di Carmine Parlato, il Tamai tenterà il colpaccio esterno. La società, a cui ci si può rivolgere per i posti ancora liberi, ha organizzato un pullman per i tifosi al seguito. Mister De Agostini, soffrite di pareggite acuta? «Non sarebbe male continuare anche domenica prossima. Ci vantiamo di avere la miglior difesa del campionato. Mettiamoci nelle condizioni di fare le cose migliori. Nel 2015 non abbiamo mai perso, la squadra è solida, forse non sarà la più bella. Se penso, però, che abbiamo giocato contro avversarie di rango, sono soddisfatto. Chiaro che si punta sempre al massimo, ma abbiamo pareggiato con squadre forti. Solo nell’ultima gara abbiamo creato poco, nelle altre è mancato davvero solamente il gol. I ragazzi hanno capito che per raccogliere punti devono fare un certo tipo di calcio, creando ripartenze più che dettare il ritmo di gioco». La capolista rappresenterà una buona cura stimolante? «Indubbiamente, andiamo con grande rispetto da loro. Siamo in una bella situazione di classifica e proviamo ad andare a divertirci, giocando allo stadio Euganeo che chissà quando mai ci ricapiterà». Niente la impensierisce dell’ultimo periodo? «Sono sereno e parto dal presupposto che voglio la squadra con una sua identità. Adesso l’identità c’è. Non mi preoccupo, perché ho una coppia in avanti da 17 gol fatti, il centrocampo è solido e la difesa è la migliore». Per domenica prossima se lo concede un pronostico o un sogno? «Pronostico no, il sogno è quello di andare là a vincere. Ma non vivo di sogni. Non sono qua per la tappa, ma per il Giro d’Italia. Voglio arrivare bene alla fine, obiettivo 40 punti. Questo campionato insegna che, quando ti rilassi, pigli le bastonate. Voglio che a maggio qualcuno mi dica “hai fatto bene”. Voglio essere la squadra brava “alla fine”, non “del momento”. Come diceva un mio vecchio allenatore, il conto dopo il caffè».




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