Live 24! Belluno-Padova, -4: allenamento pomeridiano alla Guizza, si ferma Nichele

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Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Zirolandia chiude i battenti. La Sacilese resta. A tirare giù il tendone che per 19 mesi ha divertito e reso orgoglioso dei suoi beniamini il popolo biancorosso è stato lo stesso Mauro Zironelli, rassegnando le dimissioni. L’ufficializzazione è arrivata via comunicato stampa. Il tecnico vicentino, scosso dall’emozione, per il momento non ha voluto rilasciare dichiarazioni, riservandosi di tornare sull’argomento a mente più fredda. A CIEL SERENO – La società aveva percepito il malessere di Ziro, che da fine dicembre (dopo la sfoltita della rosa) sottolineava continuamente l’assenza dei tre “crociati” (Grazzolo, Grion e Piscopo) mai rimpiazzati e il pericolo di altri infortuni o squalifiche che avrebbero ulteriormente limitato il potenziale di squadra. Il tecnico ha alzato il tono in seguito alla sconfitta in casa (1-2) con il Montebelluna, sottolineando l’impossibilità di completare la panchina avendo appena 16 giocatori a disposizione, dei quali solo 12 in condizioni fisiche accettabili. «Conoscevamo – sostiene il ds Denis Fiorin – la sua preoccupazione. Il presidente Presotto lo aveva rassicurato, non ponendo obiettivi di classifica. La decisione, inutile nasconderlo, ci ha presi alla sprovvista. Abbiamo fatto di tutto per convincerlo a restare: è stato irremovibile». A guidare la squadra negli ultimi tre mesi sarà l’allenatore degli Juniores nazionali Carlo Marchetto. «Carlo – dice Fiorin – sin da quando è arrivato ha lavorato a stretto contatto con Ziro e proseguirà il suo lavoro». ZIROSTORY – Mauro Zironelli giunse al XXV Aprile nel luglio del 2013, dopo che Carmine Parlato aveva lasciato la Sacilese per approdare a Pordenone. Il candidato numero uno per la sostituzione era Fabio Rossitto, che non si accordò per mantenere la parola data all’amico e collaboratore Gigi Turci, al quale Presotto e Nadal non erano interessati. Fiorin allora tolse dal suo cilindro Ziro, esperienza in panca solo alle giovanili e all’Abano. Il coraggioso 3-4-3 presentato già in precampionato inizialmente non convinse nessuno. A parte lui, ovviamente. Poi, pian piano, l’ex fiorentino costruì Zirolandia: punti e spettacolo. Chiuse la prima stagione in biancorosso al terzo posto, per poi eliminare ai playoff anche i marziani del Marano. Su Ziro si posarono gli occhi di mezza serie D e di società importanti di LegaPro. Lui rispose «No, grazie» a tutti, per restare a Sacile e completare il percorso di crescita. Pur con un organico notevolmente ridimensionato, Zironelli è arrivato alla settima di ritorno al quarto posto (-3 dal podio) con 40 punti: 11 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte. Di più non si poteva chiedergli.

Ore 21.40 – (Messaggero Veneto) Da due mesi non era più il solito: dentro, si portava un’insoddisfazione tecnica, che lo tormentava. Così ieri ha deciso di farsi da parte. Mauro Zironelli si è dimesso dall’incarico di allenatore della Sacilese. La decisione è stata accettata dal club, che al contempo ha nominato Carlo Marchetto (tecnico della juniores) a suo successore. Il motivo del passo indietro? Zironelli voleva rinforzi, sognava il secondo posto; la proprietà – visto il momento difficile – ha preferito puntare sui giovani del vivaio. Di qui la frattura. La scelta. Il tecnico vicentino, come ogni giorno di lavoro, è sceso dalla “sua” Zanè per arrivare al XXV aprile: niente allenamento, però, soltanto la voglia di parlare con il presidente Presotto. Il numero uno biancorosso l’ha accolto e, sia pure meravigliato, ha preso atto della scelta. Da dicembre l’aria non era più la stessa: il mercato invernale aveva privato la Sacilese di molte valide alternative, rimpiazzate soltanto in parte. In questo momento, da parte della proprietà, la società biancorossa è uno degli ultimi pensieri, causa di motivi personali. L’ambizione di Zironelli è sempre però stata forte, e nel tempo si è lamentato per una rosa corta e imbottita di giovani, su cui il club puntava e punterà. Domenica, dopo il ko col Montebelluna, è sbottato. E ieri ha rassegnato la dimissioni. Spiazzati. «Decisione inaspettata»: la frase del ds Fiorin è emblematica. Zironelli ha spizzato tutti. «Non so cosa dire, non se la sentiva più di andare avanti – afferma –: lui voleva degli innesti, la società non era pronta per accontentarlo. Accettiamo e proviamo ad andare avanti». La squadra, inoltre, è rimasta di sasso. Per i giocatori Zironelli è stato un punto di riferimento, un amico e un consigliere: dei loro problemi, andava lui a discutere con la dirigenza. Ovviamente anche la proprietà non ha avuto parole: in fondo, la famiglia Presotto aveva puntato ciecamente su di lui nel 2013, “pescandolo” dall’Eccellenza e cercando di costruire assieme a lui un ciclo basato sui giovani e un calcio offensivo. Obiettivo centrato, che poteva essere portato avanti almeno sino al termine della stagione. Futuro. In fondo, questo campionato, a Zironelli non era stato chiesto nulla di specifico. L’opinione su di lui non sarebbe cambiata, in caso di chiusura negativa. E qualsiasi fosse stato l’esito le strade si sarebbero comunque divise. Il tecnico ha voluto accelerare il processo di addio. Lasciando un vuoto tecnico difficile da colmare, perlomeno nell’immediato.

Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) «Dobbiamo essere più cinici e cattivi per portare a casa qualche vittoria che dà morale. Bisogna limitare al minimo gli errori perché anche domenica su due occasioni abbiamo preso un gol mentre noi non siamo riusciti a farlo. La squadra è con l’allenatore e un gruppo così in giro non c’è. La rosa ha le qualità per uscire da questa situazione e vogliamo farlo il prima possibile». Mattia De Checchi prova a indicare la rotta per ritrovare la strada smarrita nelle ultime settimane, in cui il Ripa Fenadora ha perso cinque partite su sei. Ma si è vista una reazione e anche la squadra torna a parlare dopo il silenzio stampa di giocatori e staff tecnico durato due settimane. «Il gruppo c’è ed è un peccato che in questo periodo non si raccolga niente», evidenzia ancora il difensore centrale dell’Union. «Stiamo cercando di restare vicini e aiutarci l’uno con l’altro, sia durante la settimana e sia in partita». Non si e’ rotto niente. «La squadra è con l’allenatore», rimarca Mattia De Checchi, che sottolinea l’unione d’intenti anche con la società. La convinzione è che si superi la crisi restando compatti. «E’ un periodo difficile, ma nel calcio può capitare», aggiunge il difensore. «C’è impegno sia da parte di chi gioca e sia di chi non gioca: tutti sono sempre pronti a dare una mano a chi viene chiamato in causa. Il mister dà spazio a tutti e non c’è né nessun malumore. Siamo uniti e vogliamo riprendere a vincere. Le qualità dei giocatori ci sono e continuiamo ad allenarci bene». Fiducia da ritrovare. «L’umore è un po’ giù perché ci aspettavamo di fare almeno un punto col Kras, anche se sapevamo che sarebbe stato difficile. Comunque la squadra ha fatto una buona partita. Siamo amareggiati, ma c’è voglia di rivalsa e di riprendere a fare punti il prima possibile», dice il difensore centrale neroverde. Obiettivo tornare alla vittoria: «E’ quella che è mancata, perché sia con l’Altovicentino e sia domenica la prestazione c’è stata; e l’impegno non è mai mancato. Adesso dobbiamo ricominciare a fare punti, cosa che darà di nuovo fiducia a tutto il gruppo». Non c’e’ niente da cambiare. «Il discorso del modulo non c’entra, ma contano la voglia e la cattiveria. Non dipende neanche dal fatto che giochi uno o un altro, lo abbiamo già dimostrato. Serve la determinazione: con quella vinci a prescindere dal modulo», commenta De Checchi. «Domenica ci aspetta una partita importante (in trasferta a Montebelluna, ndr). Vogliamo scendere il campo e dare il massimo per svoltare da questo periodo». La ricetta è quella del sudore: «Andiamo avanti con il lavoro e gli allenamenti. Durante la settimana ci sono massimo impegno e dedizione, per cui la strada è giusta. Nel calcio però bisogna fare risultato».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Da metà dicembre a fine gennaio ha viaggiato al ritmo-playoff di due punti a partita (14 in 7 uscite). A febbraio, invece, il Venezia è uscito dalla retta via (un punto nelle ultime tre gare) tanto che oggi si ritrova con un margine sui playout di appena 4 lunghezze, peraltro solo virtuali contando che arriverà un -2 penalizzazione per le note inadempienze economiche cui il presidente Yury Korablin (ieri rientrato a Mosca) ha promesso di porre rimedio. «Non è il momento di fare drammi, semmai di prendere coscienza che il nostro campionato si è oggettivamente complicato – non può che ammettere il tecnico Michele Serena -. Il momento è delicato per le sconfitte con FeralpiSalò e Real Vicenza, quest’ultima arrivata dopo una settimana pesante per tanti motivi. Ad ogni modo resto ottimista e il Venezia saprà sfruttare certamente i suoi valori». Lo stesso ottimismo sarà però necessario ai giocatori, con i quali mister Serena dovrà lavorare anche da «psicologo». «Gli errori ci sono stati, è innegabile visto che tre degli ultimi 4 gol sono stati incassati negli ultimi istanti dei due tempi. Però non mi sentirete mai gettare la croce addosso a qualcuno, la squadra in quanto tale è fatta da chi gioca 90′, chi 5′ e anche da chi va in tribuna o al momento è indisponibile. Per sbagliare di meno dobbiamo innanzitutto essere più arrabbiati per la situazione in cui siamo». Numeri alla mano la media punti del Venezia di Serena è di 1.4 (24 in 17 gare), poco superiore all’1.1 tenuto da Dal Canto (10 in 9 uscite). Un peso notevole in negativo ce l’hanno senza dubbio infortuni e squalifiche. «Io faccio l’allenatore e guardo al campo, che anche nei recenti risultati sfavorevoli mi ha mostrato un Venezia sempre in partita. Le prestazioni ci sono state, l’atteggiamento è quello giusto, non voglio togliere nulla ai nostri avversari ma credo che nessuno abbia meritato fino in fondo di vincere. Sarebbero stati più equi dei pareggi, ma prendiamo atto della realtà e ci rimbocchiamo ancor più le maniche».

Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tre partite in una settimana: Monza sabato, Arezzo mercoledi prossimo al Penzo e poi Novara la domenica successiva. Tre appuntamenti cruciali per il Venezia, che deve a tutti i costi fare punti. A cominciare da sabato. «In questo momento è la partita più importante, ma solo perché è la prossima. Tutte le rimanenti lo sono allo stesso modo», dice il diesse arancioneroverde Ivone De Franceschi. Dopo le due sconfitte consecutive con FeralpiSalò e Real Vicenza, la classifica si è pericolosamente accorciata e non certo verso l’alto. «Se fino a qualche tempo fa potevamo guardare alla zona playoff per tentare una rimonta, adesso dobbiamo guardarci alle spalle e raggiungere al più presto quella quota che ci garantisca la tranquillità». A spanne, azzarda il ds, la salvezza potrebbe attestarsi intorno ai 43 o 44 punti, dieci in più di quelli attuali. Sperando che il recente cammino intrapreso dalla Giana Erminio, prima squadra invischiata nella zona playout, non si confermi tale per il resto della stagione, visto che ora ha appena quattro punti in meno del Venezia. «Abbiamo dissipato il vantaggio che avevamo. La Giana ci ha recuperato 6 punti in due partite, avendo loro vinto e noi perso». Ma anche se la situazione al momento è grigia, c’è la consapevolezza di avere le carte in regola per risollevarsi: «Tutte le sconfitte recenti sono dovute a disattenzioni nostre. Abbiamo preso gol nei minuti di recupero o su palla inattiva, non per demerito sul campo. Dobbiamo migliorare nella mentalità, essere più attenti». Ieri si è allenato a parte Giuliatto, mentre si è fermato a metà allenamento Peccarisi. Intanto il presidente Yuri Korablin è ripartito per la Russia e la società precisa che i soldi da lui versati lunedì non sono stati ancora utilizzati per coprire i contributi mancanti: «Sarà il cda – spiega il dg Dante Scibilia – a deciderne l’utilizzo, ma solo dopo che il presidente avrà versato tutta la cifra che ha promesso».

Ore 20.20 – (La Nuova Venezia) Ritorna Giuliatto, si ferma Peccarisi: il terzino ha lavorato regolarmente con la squadra, il difensore centrale a parte. Domani esame di controllo per Legati, se l’esito sarà positivo l’ex padovano potrebbe essere recuperato per la trasferta di Novara (8 marzo), se non per la successiva gara casalinga contro la Cremonese. Crescono di condizione sia Giorico che Espinal, due pedine che torneranno sicuramente utili a Serena per il centrocampo. A Monza tornerà a disposizione Tommaso Bellazzini. Nel Monza assente il difensore De Bode, squalificato.

Ore 20.10 – (La Nuova Venezia) La prima tranche in banca, l’altra o le altre in arrivo entro la metà di marzo. Con questa promessa, che aveva già anticipato alla fine della partita con il Real Vicenza, il presidente Yuri Korablin è salito sull’aereo che ieri lo ha riportato a Mosca dopo il secondo blitz a Mestre nell’arco di tre settimane dopo che per oltre sei mesi non si era più fatto vedere. «Anche nell’incontro che abbiamo avuto domenica mattina» ha confermato il direttore generale Dante Scibilia, «il presidente ha confermato che entro la metà di marzo saranno a disposizione almeno 800 mila euro per adempiere alle necessità più impellenti. Al momento è arrivato in banca il bonifico solo di una parte di questa cifra, il presidente ha ribadito la promessa che l’intera cifra sarà a disposizione entro la metà di marzo, non resta che aspettare al massimo una ventina di giorni. Naturalmente ci sono delle priorità che dovranno essere assolte e una normativa che va rispettata». Come il pagamento degli stipendi o il versamento dei contributi, e non solo. La prossima data cardine sarà il 16 aprile quando tutte le società dovranno assolvere i pagamenti relativi al bimestre gennaio e febbraio. Quanto conta il fatto che, dopo mesi di silenzio, il presidente Korablin si faccia rivedere a Mestre con maggior costanza? «Molto» osserva Scibilia, «credo sia importante per tutti, a cominciare da staff tecnico e giocatori vedere il presidente con maggior frequenza e per noi avere un confronto diretto, seppur attraverso la traduzione, faccia a faccia». In ogni caso il futuro della società arancioneroverde rimane sempre avvolto in una nebbia fitta fitta, con i tifosi comprensibilmente preoccupati in vista della prossima stagione. «Credo che adesso tutte le nostre attenzioni dovranno essere concentrate sulle prossime tre partite» ribadisce il direttore generale, «non dico che si decideranno definitivamente le sorti a livello sportivo, però i nove punti in palio tra Monza, Arezzo e Novara sono pesanti per poter affrontare l’ultima parte della stagione senza avere l’assillo di curare la classifica. Bisogna essere realisti, in questo momento il Venezia deve pensare a conquistare quei punti indispensabili per raggiungere rapidamente la tranquillità senza precipitare nell’incubo di andare in campo per evitare i playout».

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Venerdì il Real Vicenza incontrerà il Lumezzane alla ricerca della continuità di risultati. Ma la squadra bresciana fa tornare alla mente anche il recentissimo divorzio tra il Real e Michele Marcolini, esonerato a fine gennaio, peraltro suscitando le proteste dei calciatori. Marcolini, infatti, a Lumezzane ha terminato la sua brillante carriera da giocatore e nella passata stagione (2013-2014) ha iniziato quella da allenatore, per poi passare al Real Vicenza. Un attaccamento ancora visibile quello dell´ex tecnico biancorosso alla rosa del Real, ma anche i ragazzi hanno più volte sottolineato, soprattutto con il loro gesto di “scioperare”. Come guarderà a questa partita che la coinvolge particolarmente? «Con un´attenzione maggiore rispetto ad altre: i giocatori del Real li considero ancora i miei ragazzi. Sicuramente avrò un occhio di riguardo per la sfida tra Real e Lumezzane anche perchè tra le file del Lumezzane ci sono ancora alcuni dei calciatori che ho allenato nella mia prima esperienza da mister. Standoli a contare non sono pochi: circa 8-9». Un pronostico? «Non mi è mai piaciuto farli, tanto meno in questo caso. Chiaro è che i valori in campo credo siano diversi, è la classifica stessa a dimostrarlo». Per chi tiferà? Venerdì sarà un momento particolare anche per Carlini, da lei portato a Vicenza, che compirà anche gli anni… «Per Riccardo sarà sicuramente una partita particolarmente sentita e non ho dubbi che farà il meglio possibile come ha sempre fatto finora. La partita forse la vedrò da casa, sicuramente la seguirò. Per me questi ragazzi sono ancora i miei ragazzi, come ho già detto, quindi spero che possano fare il meglio, recuperare posizioni e raggiungere i playoff. Sono convinto che abbiano tutte le capacità e possibilità per farlo». Dalle sue parole, come da quelle dei giocatori, traspare un affetto palpabile. «Certo, è un affetto ricambiato. Si era creata una certa armonia nel gruppo». «Questi sono ragazzi che oltre ad avere un gran spessore tecnico hanno anche e soprattutto uno spessore umano».

Ore 19.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nessuno si vuole arrendere. Anche se il primo posto dista quattro punti, anche se davanti non c’è più solo una squadra, bensì tre (Alessandria, Pavia e Novara), a Bassano non si sventola alcuna bandiera bianca. Sabato al Mercante c’è il Novara e la volontà è quella di ricominciare, di vincere e di rimettersi in corsa per la promozione diretta in serie B. Nonostante non ci sia alcun obbligo e nonostante a inizio stagione gli obiettivi fossero diversi, al quartier generale giallorosso c’è una gran voglia di rivincita dopo il ko di Arezzo. «Non credo vi sia alcun calo — ringhia il portiere Gianmaria Rossi — davanti a noi ci sono tre squadre costruite per vincere questo campionato. Noi siamo partiti a fari spenti, stiamo però lottando per arrivare fino all’ultima giornata a giocarci qualcosa di importante. Questa squadra scende sempre in campo dando il massimo, cercando di buttare sempre il cuore oltre l’ostacolo. Sabato ci aspetta una sfida importante in ottica alta classifica. Vogliamo conquistare tre punti per rimanere agganciati alla vetta, non sarà facile ma siamo due squadre che giocano un buon calcio, mi aspetto una bella partita». Il portiere giallorosso è una delle colonne di una squadra che sta stupendo tutti. E che non si arrende nemmeno di fronte a situazioni avverse e a qualche arbitraggio che ha fatto storcere il naso. Certo, dietro il calo evidente (di risultati) delle ultime settimane c’è dell’altro, ma il contorno non aiuta: «Ci stiamo giocando molto — sospira Rossi — non ci vogliamo nascondere, però anche domenica ci è stato negato un rigore e purtroppo non è il primo episodio contro che subiamo. I tifosi sabato devono starci vicino, è uno dei momenti chiave della stagione». Sabato Antonino Asta dovrà far fronte a un’assenza molto pesante, per quanto attesa. Dario Toninelli dovrà marcare visita causa squalifica e non sarà semplice sostituirlo contro una delle squadre più forti della categoria.

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Nonostante un inverno da cinquanta sfumature di grigio che ha sbiadito il cammino del Bassano, Gianmaria Rossi para anche le perplessità. «Non parliamo di calo perchè non c´è alcuna flessione – chiarisce all´istante – diciamo invece che davanti abbiamo tre squadre costruite appositamente per salire in B e vincere il campionato. Noi siamo partiti a fari spenti eppure siamo ancora in scia e vogliamo arrivare alla volata per giocarci qualcosa d´importante. Il Novara è rivale di categoria superiore che ti procura mille motivazioni e una carica speciale. Aldilà delle defezioni, sabato (alle 16, ndr) tireremo a vincere per restare agganciati al treno delle migliori. Sono contento poi perchè il Novara, a dispetto dell´Arezzo, è una formazione che ti affronta a viso aperto senza tatticismi o ostruzionismo. Presumo si giocherà a calcio e non a calci come domenica scorsa, credo che ne guadagnerà solo lo spettacolo. È vero – incalza il portiere virtussino – è un periodo che non riusciamo a raccogliere quanto meritato e il calcio prodotto. In Toscana come minimo un punto ci stava tutto e ci avrebbe permesso di viaggiare più vicini alla cima».Tuttavia ha un particolare da mettere in piazza il numero uno giallorosso. «Noi non ci siamo mai lamentati sinora per una questione di stile e correttezza, ma forse è giunta l´ora di sottolineare anche noi taluni episodi e di uscire sul giornale: ad Arezzo ci hanno negato un rigore gigantesco sull´1-0 per un braccio aperto di Guidi plateale, due penalty evidenti e di analoga dinamica come quelli che hanno ignorato contro Alto Adige e Real Vicenza. O quello non visto a Pavia. Dieci giorni fa con la Cremonese il gol regolare a un minuto dalla fine tolto a Maistrello che ci avrebbe regalato il successo, per non commentare altri torti palesi a inizio campionato. Iniziano a diventare tanti e a pesare troppo. Ma ora testa al Novara confidando che la gente ci stia vicino come sempre». Il Bassano che perde in un colpo solo tre pedine del mosaico (lo squalificato Toninelli e i fratturati Maistrello e Bizzotto) ritrovando almeno il recuperato Ingegneri, se non altro non dovrà incrociare il bomber del Novara, Corazza, appiedato dal giudice sportivo.

Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ il cannoniere del Vicenza con 11 gol e venerdì sera tornerà a guidare l’attacco biancorosso, dopo l’attacco febbrile che lo ha costretto alla panchina a Bari e al forfait contro il Crotone. Andrea Cocco è pronto alla sfida al vertice contro il Bologna, anche se come tutti in casa Vicenza tende a minimizzare. «Andremo a Bologna per cercare di ottenere un risultato positivo — sottolinea il centravanti sardo — ma non parliamo di scontro playoff perché il nostro obiettivo era e rimane la salvezza. Raggiunta quella ne riparleremo ma intanto l’obiettivo sono i 50 punti». Cocco aveva scelto Vicenza anche in Lega Pro, a gennaio il Pescara lo ha cercato ma lui non ha mai pensato di lasciare la maglia biancorossa. «Sono contentissimo della scelta fatta in estate, mi trovo troppo bene a Vicenza. Città e tifoseria fantastica e poi c’è mister Marino, che sa tirare fuori il meglio da tutti noi. Stiamo facendo bene e senza dubbio gran parte del merito è del nostro allenatore». Le cose vanno come nemmeno Cocco avrebbe potuto sperare, anche se la stagione era cominciata nel peggiore dei modi. «Ad agosto papà se n’è andato — spiega il centravanti sardo — è successo tutto in due mesi, un tumore al polmone me l’ha portato via. Quando faccio gol lo saluto indicando il cielo, le mie reti sono per lui che da lassù mi sta vicino e mi aiuta in ogni momento». Di gol finora Cocco ne ha già segnati 11, ad uno dal suo record di 12 ottenuto nella stagione 2011-2012 quando indossava la maglia dell’Albinoleffe. «Segnare al Dall’Ara sarebbe bello, ma l’importante sarà che il Vicenza centri un risultato positivo, poi chi la butterà dentro non è importante. Sappiamo che la partita è molto sentita tra i nostri tifosi e che ci seguiranno in tanti, per cui siamo carichi e vogliosi di fare bene». Quella di venerdì sera contro il Bologna è l’appuntamento sportivo che concentra tutta l’attenzione della tifoseria vicentina che pare invece quasi disinteressata alla trattativa in corso per la cessione della società berica. Una contrattazione, per la verità, che sembra ben lontana da una possibile conclusione positiva. I legali dello studio milanese che rappresentano il gruppo straniero interessato al Vicenza, si sono aggiornati venerdì scorso con i vertici di via Schio, ma dopo i consueti controlli dei numeri, dei conti e della gestione della società attuale, non si è ancora passati al «faccia a faccia» tra i protagonisti della trattativa, cioè tra chi comanda da una parte e dall’altra e può dire si o no senza dover attendere l’approvazione di chi occupa la stanza del comando. La tifoseria biancorossa, per altro già alle prese nel passato con una serie di trattative partite e mai andate a chiusura, attende di saperne di più. Ma tra i supporters vicentini sono in molti a prevedere un altro nulla di fatto. Intanto, occhi puntati su Bologna: sono più di mille i supporter biancorossi pronti ad invadere con il loro entusiasmo il Dall’Ara.

Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) La spinta dei tifosi sarà fondamentale venerdì sera (alle 21) per il Vicenza. E la spinta, stando ai numeri raccolti nella giornata di ieri, non mancherà. Verso Bologna, infatti, viaggeranno circa 15 pullman. Significa che almeno 700 persone seguiranno la squadra di Marino al Dall´Ara sulle ali dell´entusiasmo dopo la quinta vittoria di fila. Molte persone, poi, si muoveranno con mezzi propri per raggiungere il capoluogo emiliano. Dei circa 15 pullman che presumibilmente si metteranno in viaggio, 8 sono stati formati dal Centro di coordinamento, 2 partiranno dal Basso Vicentino, 2 dovrebbero fare riferimento all´Euforia biancorossa di Montecchio Maggiore. Per quel che riguarda la Curva Sud non è ancora disponibile un dato preciso. Il Vicenza contro il Bologna potrà quindi contare su numerosi tifosi pronti ad incitare a gran voce la squadra. La quota di partecipazione (viaggio e biglietto per la partita) richiesta dal Centro di coordinamento è di 25 euro. La partenza è fissata alle 17.30 di venerdì dal piazzale del Menti (ritrovo alle 17). Poichè alle 19.30 si disputerà la gara Real Vicenza-Lumezzane, il Centro invita coloro che parteciperanno alla trasferta a non parcheggiare nel piazzale dello stadio. Per prenotazione si può chiamare la sede del Centro allo 0444-513655 dalle 9,30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. I biglietti sono acquistabili fino alle 19 di domani. Stesso limite massimo anche per chi intendesse ricorrere ai punti vendita del circuito Lottomatica (12 euro+prevendita). I tagliandi del settore ospite non saranno in vendita il giorno di gara e non sono attive particolari promozioni. GIUDICE SPORTIVO. Non ci sono squalificati nelle file di Bologna e Vicenza. Gastaldello,contrariamente a come sembrava, non è tra i diffidati e quindi sarà della partita. Questi gli altri provvedimenti. Due turni a Falletti (Ternana) e Pasquato (Pescara). Un turno a Grossi (Lanciano), Catellani e Luna (Spezia), Schiattarella (Bari), Arini (Avellino), Balasa e Matute (Crotone), Bentivoglio (Brescia), Cionek (Modena), Meccariello e Vitale (Ternana), Sforzini (Virtus Entella). Tra i tecnici, un turno a Loseto (Bari). Ammende a Bari e Spezia (3mila euro) e Pescara (2mila euro)

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Ieri nella partitella in famiglia al Morosini la formazione delle “seconde linee” era infoltita di ragazzi della Primavera. Oltre ad alcuni giocatori infortunati ed acciaccati, infatti, Marino non aveva a disposizione i tre giovani biancorossi convocati con le rappresentative nazionali. Alessio Vita ha giocato proprio ieri pomeriggio a Kostrena gli ultimi dieci minuti nell´amichevole finita 0-0 tra l´Under 21 della Croazia e la nazionale B Italia. Vita ha risposto alla convocazione del ct Massimo Piscedda come sostituto di un altro biancorosso, Leonardo Spinazzola, precauzionalmente rimasto a Vicenza per un affaticamento muscolare che pare sulla via della piena soluzione (l´esterno ieri si è allenato regolarmente). Oggi invece Giovanni Sbrissa giocherà con l´Under 19 a Genzano contro la Georgia, mentre Andrea Petagna scenderà in campo a Montelupo Fiorentino con l´Under 20 contro il Qatar. I tre saranno comunque a disposizione per la trasferta di Bologna, dove con ogni probabilità siederanno in panchina.

Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Dentro Cocco, fuori D´Elia. Il Vicenza che affronterà il Bologna nell´anticipo di lusso venerdì sera alle 21 si presenterà al Dall´Ara con due variazioni rispetto alla formazione che ha battuto il Crotone al Menti, conquistando la quinta vittoria consecutiva. Partitella anticipata. Dato l´impegno di campionato anticipato, Pasquale Marino ha già fatto disputare ieri pomeriggio la partitella in famiglia al Morosini, che in genere caratterizza l´allenamento del mercoledì. Sul terreno di gioco di Isola Vicentina, sferzato dalla pioggia e da un vento gelido, i giocatori biancorossi si sono affrontati per una prima mezz´ora su campo intero, mentre nella seconda parte dell´allenamento Marino ha alzato i tempi di esecuzione comprimendo di metà lo spazio a disposizione. Cocco recuperato. La notizia più confortante (e comunque attesa) per i tifosi biancorossi è la presenza in campo di un Cocco a pieno servizio, finalmente in forze dopo la febbre che lo ha debilitato praticamente per l´intera scorsa settimana. Dopo avere ceduto per due partite il posto da titolare al giovane Petagna, quindi, il capocannoniere del Vicenza spera di tornare protagonista nel prestigioso confronto diretto in zona playoff che attende il bomber e i suoi compagni a Bologna. Staffetta D´Elia-Garcia. Per un attaccante ristabilito, va purtroppo registrata l´assenza di un difensore che stava entrando in piena forma. Come si temeva, infatti, l´infortunio muscolare accusato da D´Elia nei minuti conclusivi contro il Crotone si è rivelato essere una lesione all´adduttore lungo della gamba destra. Ci vorranno un paio di settimane prima che il terzino campano possa tornare a disposizione. Al suo posto, quindi, ritroverà una maglia da titolare per la prima volta nel 2015 Pol Garcia Tena: il difensore catalano, ex Barcellona, aveva giocato l´ultima volta dall´inizio prima di Natale contro lo Spezia, quando era stato espulso, e sarà quindi particolarmente motivato a farsi trovare pronto alla chiamata per provare a sovvertire le gerarchie interne. Di Gennaro a parte. Oltre a D´Elia e al lungodegente Sciacca, sempre in gestione personalizzata in palestra, l´altro giocatore che ieri non ha disputato la partitella con i compagni è stato Di Gennaro, sostituito da Alhassan. Il regista biancorosso ha comunque corso senza problemi a bordo campo, seguendo un allenamento personalizzato finalizzato a fargli affrontare la sfida di Bologna nelle migliori condizioni dopo la botta alla caviglia rimediata contro il Crotone. Nessun problema invece questa settimana per Thomas Manfredini, che dopo un riscaldamento a parte si è unito ai compagni per la partita, formando l´ormai consueta coppia titolare di centrali difensivi assieme a Brighenti. Ragusa cresce. Mentre Cocco è l´attaccante già ritrovato, ce n´è un altro che continua a migliorare nella propria condizione. Anche ieri infatti Antonino Ragusa ha giocato la partitella con i compagni, tra l´altro intensificando i ritmi di gioco e l´intensità dei contrasti. L´orizzonte del rientro per l´attaccante ex Genoa non sembra ormai così lontano, e i coraggiosi tifosi presenti ieri a bordo campo hanno avuto modo di scaldarsi almeno l´animo vedendolo scattare sul filo del fuorigioco e segnare un gol dei suoi a Vigorito. La formazione. Proprio Vigorito, stando alle indicazioni di ieri, dovrebbe essere confermato come portiere titolare anche a Bologna. Questa la probabile formazione di partenza per venerdì sera al Dall´Ara, a meno che Marino non abbia qualche ripensamento negli ultimi due allenamenti al centro tecnico Morosini (oggi pomeriggio e domattina): Vigorito; Sampirisi, Brighenti, Manfredini, Garcia Tena; Moretti, Di Gennaro, Cinelli; Laverone, Cocco, Giacomelli.

Ore 17.50 – (Gazzettino) Mai come quest’anno l’influenza ha bersagliato la squadra granata. «È un fenomeno abbastanza generalizzato – osserva il preparatore atletico Andrea Redigolo- e possiamo fare poco o niente per contrastarlo. La nostra rosa quest’anno è stata colpita a scaglioni». Tutte influenze brevi, ma con tante variabili nei sintomi e negli effetti su due filoni prevalenti: uno respiratorio e uno intestinale. Le cause possono essere individuate nelle repentine variazioni climatiche fra caldo e freddo con esposizione a pericolosi colpi d’aria in particolare quando si è sudati. La prevenzione e i rimedi vanno dall’abbigliamento adeguato all’isolamento del soggetto colpito appena manifesta i primi sintomi, dall’arieggiare gli spogliatoi alla disinfezione accurata di borracce e strumenti di uso corrente. Ieri pomeriggio è rientrato, lavorando a parte, l’ultimo giocatore rimasto vittima dell’influenza, Antonio Barreca: «Ho avuto i sintomi la notte dopo la partita con il Bologna. Sono rimasto fermo con la febbre e ora riparto». Alessandro Sgrigna, Alessandro De Leidi e Tomasz Kupisz invece sono stato costretti a saltare la sfida con i felsinei. «Venerdì sera – spiega il nazionale polacco – mi è venuta la febbre. Per me è una cosa rara perchè l’ultima volta risale a quattro anni fa». «Ho avuto due giorni di febbre – racconta De Leidi – con uno stato di apatia e mal di testa». Daniel Cappelletti l’aveva avuta pochi giorni prima: «Era accompagnata con raffreddore e me la sono tenuta due giorni». Filippo Scaglia aggiunge: «Dopo la partita a Vercelli ho avuto tosse e raffreddore per due giorni». Andrea Paolucci ha fatto il bis: «La settimana scorsa mi sono venuti febbre, tosse e mal di gola. Un mese prima invece febbre e effetti intestinali». Andrea Pierobon l’ha “programmata” per bene: «Due giorni con vomito dopo l’amichevole con la Primavera del Chievo. Per fortuna eravamo nella sosta invernale». La più curiosa però è quella di Francesco Stanco: «Febbre alta a Modena il giorno della firma con il Cittadella. Si è protratta per tre-quattro giorni».

Ore 17.30 – (Mattino di Padova) Alla fine, nemmeno Busellato è partito per la trasferta in Croazia della B Italia, per la quale era stato convocato assieme a Barreca. Il centrocampista ha rinunciato alla convocazione a causa di un fastidio al ginocchio che lo costringe a lavorare a parte. E a parte ha lavorato pure il terzino sinistro, che sta smaltendo l’influenza. L’unico assente ieri, proprio a causa del virus, era Donazzan. Nessuno squalificato. 14 i giocatori squalificati dal giudice sportivo per il prossimo turno. Come previsto non sono state comminate sanzioni ai giocatori granata mentre al Lanciano, prossimo avversario del Cittadella, mancherà il centrocampista Paolo Grossiper doppia ammonizione. I biglietti. I tagliandi per la trasferta di sabato sono acquistabili nei punti vendita del circuito Go2. Queste le rivendite più vicine: Ecs Tabaccheria Edicola – via Borgo Bassano 51, a Cittadella e Tabaccheria Polizzotto – via Montà 157, a Padova. Il prezzo del biglietto, a tariffa unica, è di 8 euro più diritto di prevendita.

Ore 17.20 – (Mattino di Padova) Toh, chi si rivede. Filippo Lora è di nuovo al Tombolato, con un mese di anticipo rispetto al previsto. E la speranza è che il calvario di questo ragazzo sfortunato, che nel giro di un anno ha messo a segno una doppietta per niente invidiabile lesionandosi prima il ginocchio destro e poi quello sinistro, sia sul serio terminato. Il sorriso timido che i tifosi granata hanno imparato a conoscere, gli zigomi arrossati dal vento, Filippo ha ripreso a correre. «E» spiega, «se tutto procederà come spero, nel giro di un mese potrò riaggregarmi al gruppo, anche se sarà bene non affrettare ulteriormente i tempi». La sua ultima partita risale allo scorso 28 ottobre, 1-1 col Livorno: 58 minuti e l’uscita dal campo in barella. Poi cos’è successo? «Poi c’è stata l’operazione al crociato anteriore e il periodo di riabilitazione al Centro Isokinetic di Bologna. Nelle prossime settimane dovrò concentrarmi sulla parte atletica, lavorando in palestra alla mattina e correndo, seguito dal professor Redigolo, al pomeriggio». Cosa le è mancato di più in questo periodo? «Potrà sembrare banale, ma anche, semplicemente, non poter toccare la palla e respirare l’aria dello spogliatoio. In questi mesi ho capito quanto importante sia il calcio per la mia vita e, in un certo senso, ho imparato a vedere le cose in modo diverso. Posso dire che questa esperienza mi ha fatto crescere come uomo». Fortuna non era da solo. «No, e infatti il calore delle persone care mi ha aiutato. La mia famiglia, la mia fidanzata Anna, la società, i compagni, che sono venuto a veder giocare ogni volta che potevo, tutti mi sono sempre stati vicini». La sua assenza è coincisa col momento peggiore della stagione. Che idea si è fatto della situazione del Citta? «Ho sempre pensato che quello che semini alla fine lo raccogli. Per questo non ho mai perso la fiducia in questo gruppo, perché so come lavora e quanto impegno riversi in campo ognuno dei ragazzi. I risultati positivi dovevano tornare e ora la sconfitta col Bologna non deve incidere sul morale: ce la siamo giocata contro una delle squadre più forti». Intanto, lì dietro, c’è una vera e propria ammucchiata intorno a quota 30. «Conoscendo un po’ la serie B, questa classifica corta non mi stupisce. Nella lotta per la salvezza sono coinvolte squadre blasonate come Catania, Brescia e Modena, che forse hanno qualità tecniche superiori alle nostre. Ma poi ognuno mette in campo le sue armi e noi, con la determinazione e la compattezza che abbiamo ritrovato, possiamo farcela». Nell’auguro di Lora manca il suo ritorno in campo entro fine stagione. Lo spera la società, lo sperano tutti.

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto) Un calvario che pareva senza fine. Infiammazione al tendine, anzi no, peggio: infiammazione all’osso del ginocchio, uno di quegli infortuni difficilissimi da individuare e, soprattutto, da curare. Alla fine Andrea Schenetti è uscito da un tunnel da incubo. Senza sapere come sarebbe finita, senza sapere che dopo tanti sforzi e tante ricadute, finalmente adesso la strada è in discesa. Per lui e anche per il Cittadella. «Non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione del genere – ammette l’esterno granata – è stato un calvario, tante volte mi sono chiesto quando sarebbe finito, perché non si riusciva a capire come uscirne, in quale modo sarebbe stato possibile porre fine ai miei dolori. All’inizio pareva fosse un’infiammazione al tendine, ma il guaio non si risolveva in nessun modo, si cercava una soluzione e non si trovava. Il momento più brutto è stato dopo la partita di Varese. Fui convocato e il peggio sembrava alle spalle, giocai mezzora ma alla fine mi faceva un male terribile. E da quel momento in poi è iniziata un’altra corsa a ostacoli». Schenetti non si è mai arreso, poi sono spuntati due plantari che gli hanno dato sollievo in un primo momento, fino a quando il dolore non è scomparso del tutto: «E pensare che avevo iniziato molto bene il campionato – sospira – con un paio di buone partite. Quello che conta è che il peggio sia alle spalle. Sono tornato ad allenarmi e sabato ho giocato con il Bologna per la prima volta da titolare dopo quattro mesi». Il destino (l’influenza che ha colpito Kupisz) gli ha dato una mano e sul campo Schenetti ha offerto una prestazione più che discreta considerata la lunga assenza: «E’ andata abbastanza bene – sorride – anche se non giocavo da mesi e non potevo essere al top. Adesso arriva la primavera e credo che la strada possa essere libera da ostacoli. Certo, c’è più concorrenza, ma quella è positiva. C’è da salvare il Cittadella, prima di tutto. Il resto viene dopo».

Ore 16.40 – Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino” dal ds biancoscudato Fabrizio De Poli: “Nichele? Ha sentito allungarsi un muscolo vicino al ginocchio, adesso ci accerteremo sull’entità del problema. Ferretti? Ha una lesione di un centimetro al bicipite femorale della coscia destra. Nei prossimi giorni faremo una risonanza magnetica a tutta la coscia per vedere se ci sono tracce di vecchie cicatrizzazioni. I tempi di recupero? Direi minimo tre settimane… Era fisicamente a posto, tanto che sabato si era allenato per tutta la seduta calciando anche i rigori! Zubin? Ha ancora una lesione di mezzo centimetro. Adesso lavorerà a parte, e poi venerdì farà un’altra ecografia. Busetto? Credo che lavorerà a parte ancora per una quindicina di giorni”.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: consueta partitella del mercoledì “Under” contro “Over”.

Ore 15.50 – Qui Guizza: problema fisico per Matteo Nichele, che lascia il campo con una vistosa borsa del ghiaccio sul ginocchio destro.

Ore 15.30 – Qui Guizza: terapie per Ferretti.

Ore 15.10 – Qui Guizza: provati i primi schemi.

Ore 14.50 – Qui Guizza: riscaldamento, corsa a parte per Busetto e Zubin.

Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento odierno.

Ore 14.10 – Ci viene comunicato che l’allenamento pomeridiano si terrà alla Guizza.

Ore 13.40 – Giudice Sportivo: una giornata di squalifica per Davide Sentinelli, che domenica ha collezionato l’ottava ammonizione stagionale. Nessuna sanzione o squalifica per il Belluno.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Campo in sintetico di via Vermigli, ieri pomeriggio. L’Atletico San Paolo si allena sotto gli occhi di Vito Antonelli e di Maurizio Tubaldo, il vice, ma il clima è cupo. I gialloblù nel frattempo hanno perso due giocatori importanti della rosa, i quali non si sono più presentati: l’attaccante Davide Matteini e il portiere Nicolò Rosiglioni, ufficialmente infortunato, che era tornato due campionati fa, dopo aver rescisso con il Bassano. Gli altri sono rimasti, ma sino a quando?

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Nel frattempo, l’allenatore Damiano Longhi è stato esonerato, sostituito da Vito Antonelli (che ha sposato una cugina di Barbin), e il gruppo vive in una sorta di “limbo” calcistico, fra risultati (pochi) positivi e (molti) negativi, sino a scivolare (domenica scorsa, battuto 3-1 dal Jolly & Montemurlo) ancora in fondo alla graduatoria. Qualcosa si muove intorno ai soci e ai simpatizzanti per cercare una via d’uscita credibile – il San Paolo conta su un settore giovanile invidiabile, con oltre 250 ragazzini e una ventina di squadre impegnate nei vari campionati – ma senza riscontri concreti. Il motivo? Quel preliminare d’intenti sottoscritto a dicembre da Barbin e Tramonti non è chiaro: gli olandesi, ove mai esprimessero l’intenzione di acquisire il club gialloblù, avrebbero la possibilità di far valere il documento in qualsiasi momento, anche a mesi di distanza? Il presidente scrive, il 14 febbraio, due raccomandate a Barbin, una a titolo personale e l’altra a nome della società, dal contenuto inequivocabile: o l’opzione di acquisto viene esercitata entro 7 giorni (scadenza il 21), oppure lo stesso Tramonti e Agostini si sentiranno liberi da vincoli e potranno cercare altre soluzioni per scongiurare il patatrac. Giocatori e fornitori. Alla lettera non segue alcuna risposta da parte di Barbin: salvo sorprese, gli olandesi in questo momento sono fuorigioco. E il futuro? Il quadro d’insieme è a tinte fosche: occorrono 100 mila euro per pagare i giocatori (i quali avanzano i rimborsi di ottobre, novembre, dicembre, gennaio e febbraio) e altri 40 mila, o forse di più, per saldare i conti con i fornitori, fra cui, tanto per citarne uno, c’è l’azienda Cavinato di Teolo, che ha garantito sempre i pullman per il trasporto delle squadre, e che da sola vanta crediti per 9.000 euro. Tonicello ha rinunciato. Roberto Tonicello, ex vice-presidente del Dolo ed ex ds del Treviso, che aveva invitato giocatori, allenatori e proprietà a cena nelle scorse settimane, proponendosi come soggetto interessato a dare una mano, insieme ai genitori di alcuni ragazzi del vivaio, si è nel frattempo fermato di fronte alla mancata chiarezza registrata nelle presunta intesa fra olandesi e Tramonti. Morale: è certo che al termine del campionato in qualche modo si arriverà, ma con una squadra demotivata e costretta a vivere di speranze, vale a dire augurarsi che spunti un benefattore in grado di salvare la baracca, e con essa il titolo. Il settore giovanile da solo. Agli oltre 250 ragazzini gialloblù penserà invece Fabio Luise, responsabile del settore giovanile, che insieme ad alcuni genitori ha aperto un conto corrente presso una banca assicurando la copertura delle spese per le squadre minori. Se non altro, su questo fronte si può tirare un sospiro di sollievo, ma la domanda viene spontanea: chi gliel’ha fatto fare, a Tramonti e soci, di imbarcarsi in simile avventura dopo l’esperienza choc del passato?

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Il San Paolo, anzi l’Atletico San Paolo per restare alla denominazione ufficiale di quest’anno, rischia un nuovo fallimento. Ultima insieme al Formigine, a quota 24 punti, nel girone D della serie D, la seconda società calcistica di Padova si ritrova con le casse vuote e una situazione che per molti versi rispecchia quanto successo, in serie A, al Parma: giocatori e tecnici senza stipendio (da versare sotto forma di rimborso-spese) da cinque mesi, più una serie di fornitori non pagati e che stanno già bussando alla porta di via Canestrini. Servono almeno 150.000 euro per evitare un crac che cancellerebbe definitivamente il club di via Canestrini dalla geografia del pallone, visto e considerato che l’attuale San Paolo è sorto sulle ceneri del precedente, fallito l’anno scorso, sempre in serie D. Le raccomandate a Barbin. Per comprendere come si sia giunti a questo punto, di quasi non ritorno, bisogna fare un passo indietro e andare proprio alla conclusione del torneo 2013/14. A giugno il San Paolo viene dichiarato fallito dal Tribunale di Padova dopo un’istanza presentata dall’ex direttore tecnico del settore giovanile Renato Candier, che reclama dei soldi pattuiti e non versatigli. Il presidente Paolo Rebellato si mette d’accordo con Giuseppe Tramonti (che poi lo rileverà nella carica) e con Agostino Fanton (amministratore) per (ri)comprare il titolo sportivo, ovviamente cambiando nome (da San Paolo ad Atletico San Paolo): la cifra sborsata è di 68.800 euro (a cui si aggiungono i 19 mila di iscrizione e i 31 mila di fidejussione, messi tutti da Lucio Milani). La nuova società è così costituita: 98% delle quote in mano a Tramonti, il restante 2% ad Emiliano Agostini. Si riparte, dunque, dalla stessa categoria, ma a dicembre, poco più di due mesi fa, il team manager Fabio Barbin, referente in Italia di una holding olandese sconosciuta, firma con Tramonti una dichiarazione d’intenti per il passaggio delle quote al gruppo orange, annunciandone tra fine anno e i primi di gennaio la presentazione ufficiale, presidente compreso (si sa solo che è un professore universitario che si chiama Dirk e che ha una settantina d’anni). I giocatori vengono tranquillizzati, i soldi ci saranno presto e tutti riceveranno le necessarie garanzie per approdare senza problemi a fine stagione. Da allora ad oggi, invece, non succede nulla, le parole volano via come il vento e si delinea uno scenario simile a quello del Parma: degli olandesi non c’è traccia, Barbin si dimette in polemica con la squadra, che nel frattempo ha emesso un duro comunicato, e la situazione torna a farsi delicata, perché non ci sono soldi e perché alcuni giocatori non ci stanno più.

Ore 12.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Una domenica fuori dalla norma. Andrea Radrezza è bellunese d’adozione e padovano di nascita. Praticamente l’impersonificazione del big match di domenica pomeriggio, quando al polisportivo si scatenerà un Belluno-Padova che promette fuochi d’artificio. «Sarà bellissimo, una grande emozione – assicura il centravanti gialloblu tornato titolare domenica scorsa dopo un anno e il lungo infortunio al ginocchio – al Padova sono cresciuto, ho imparato tanto, ho giocato una finale scudetto con la Berretti e ci sono nato. Trovare ora quei colori e quella città come avversari sarà sicuramente stimolante». Cosa dobbiamo aspettarci? «Per cominciare un migliaio di tifosi in più sugli spalti. Ma non solo; sarà una domenica speciale, diversa dal solito, fuori dalla norma. Giocare davanti a 2/3 mila persone ha tutto un altro sapore, un pubblico così ti dà tantissimo, tutto. E visto che in casa ci siamo noi dev’essere un’arma in più per noi». Sarà, soprattutto, una partita tostissima. «Certo. Sono lontani 13 punti, sono fortissimi e in palio ci sarà tanto. Anche noi però vogliamo portare a casa qualcosa. Ad esempio fare punti e bella figura davanti ai nostri tifosi e avvicinarci ulteriormente al secondo posto. Il mister è preparatissimo e in settimana sicuramente ci preparerà ruolo per ruolo». Non credi che l’Altovicentino si stia rivelando meno inarrivabile di quanto sembrasse? «È vero. È e resta una corazzata, ma sinceramente nemmeno io mi aspettavo un calo così. Sono finiti a 10 punti dal Padova e a solo 3 da noi. Insomma sono lì; noi però, pur puntando al loro posto, dobbiamo pensare a noi stessi. Con l’obiettivo di chiudere la stagione più in alto possibile». E se il primo gol di Radrezza post-infortunio arrivasse contro il Padova? «È un sogno. E i sogni talvolta si avverano». Chissà quante dediche pronte… «Tante, ma ne basterebbe una: a me stesso».

Ore 12.10 – (Corriere delle Alpi) Alla ripresa degli allenamenti Vecchiato ha potuto contare sul rientro del terzino Paolo Pellicanò che domenica contro l’Arzignanochiampo era stato costretto alla sostituzione per un attacco influenzale. Rimane ancora tutta da valutare invece la situazione di Yari Masoch, che si era fermato venerdì scorso . Il centrocampista agordino si è stirato i tendini e i legamenti peroneali e sta procedendo con le terapie per tentare un recupero miracoloso. Difficile in questo momento capire se Masoch potrà esserci oppure no per il big match contro il Padova. «Le sensazioni in questo momento sono così così», commenta il centrocampista gialloblù , «sto meglio e spero di esserci domenica; ma è ancora presto per dirlo». Il resto della truppa si è allenato regolarmente ad esclusione ovviamente di Ruben D’Incà, operato due settimane fa al crociato che guarderà la sfida con il Padova dalla tribuna. Ritornano disponibili invece dopo il turno di squalifica Ivan Merli Sala e Giovanni Pescosta. Attesi duemila tifosi. Contro il Padova il Belluno attende al Polisportivo un pubblico numeroso pronto ad invadere le tribune gialloblù. A Padova sono stati inviate 950 prevendite, 800 biglietti e 150 ridotti e in settimana bisognerà capire se ci sarà bisogno di mandarne ancora. Per far fronte all’arrivo di duemila tifosi, tra padovani e bellunesi, la Questura di Belluno dovrebbe chiudere al traffico via Ceccati per far entrare dall’ingresso secondario i tifosi biancoscudati.

Ore 12.00 – (Corriere delle Alpi) Belluno-Padova, il match delle polemiche. Come in occasione della sfida d’andata, anche stavolta la partita si gioca parallelamente anche sui social network. E se allora i tifosi padovani si erano infastiditi per le dichiarazioni che i giocatori del Belluno rilasciavano in settimana e che sostenevano di voler andare senza paura all’Euganeo, adesso sono biglietti e pannelli anti portoghesi a farla da protagonista. Il tutto è iniziato già giovedì, con la pubblicazione dei prezzi del match e la contestazione dei 15 euro del tagliando intero. Da “montanari” a “siete come i vicentini” (in riferimento al fatto che anche l’Altovicentino aveva, in occasione della sfida con i patavini, alzato il prezzo), non sono mancate le critiche alla società gialloblù per la brutta idea, secondo i tifosi biancoscudati, di spremerli, sapendo che comunque domenica saranno tanti. Non bastasse, anche l’iniziativa partita dal super tifoso Mirco Barp di installare un pannello “anti portoghesi” e sostituire tutta la rete oscurante che si era distrutta con il maltempo, è stata vista come un affronto. Tra simpatiche proposte di noleggiare una gru fino all’idea, non molto supportata a dir la verità, di stare fuori tutti assieme, i supporter patavini hanno voluto ricordare a dirigenza e pubblico che ci vorrebbe più rispetto per una squadra e una tifoseria storica. Peccato solo che la nuova rete anti curiosi non sia stata installata appositamente per il match di domenica, come ricorda qualche tifoso bellunese intervenuto nella sterile discussione, ma si tratta di una cosa permanente che andava fatta da tre anni. Non bastasse questo, anche le dichiarazioni di Simone Corbanese domenica sulla voglia di dimostrare che il risultato dell’andata fosse in realtà bugiardo, sono state viste come una mancanza di rispetto e non come in realtà andrebbero interpretate, ossia la voglia di un capitano di regalare a tutto il suo pubblico una giornata da ricordare. Non solo polemiche poco edificanti, comunque, nella partita che si gioca su Facebook e alla quale, va detto, i tifosi bellunesi non partecipano molto numerosi. Ci sono anche scambi d’opinione su quali siano i locali da frequentare per il pre-match e il terzo tempo, richieste che abbondino allo stadio panini con il pastin e anche qualche luogo da visitare, nella città che per qualche ora sarà invasa da circa mille padovani. Il vero senso del calcio, insomma, specie considerando che la categoria in questione non è altro che la serie D. Dal canto loro i tifosi bellunesi attendono solo che arrivi l’ora di un match che, oltre ad essere molto atteso per i numeri di presenze che farà registrare, può anche dare uno scossone importante al campionato del Belluno che, al momento, vive una fase di stalla, con i tanti pareggi dell’ ultimo periodo.

Ore 11.40 – (Gazzettino) «Avevamo apprezzato Petkovic, Busetto e Degrassi, tutti e tre si sono fatti male e chi li ha sostituiti ha dato le stesse garanzie». Tecnico e direttore sportivo hanno il contratto in scadenza a giugno. «Quando una persona lavora bene e i risultati arrivano, va da sè che le scelte siano abbastanza facili. Il pensiero è quello di una loro conferma, ma c’è da sedersi e analizzare prospettive e progetti che vanno condivisi». Avete ancora il piano A e il piano B per il futuro del Padova? «Proprio qui sul mio tavolo ho il foglio con scritto A e quello B da analizzare in settimana. Nessuno dei due è stato buttato». I risultati positivi possono favorire l’ingresso di nuovi soci? «Con la piazza così partecipe dovrebbe esserci analogo interesse su tale fronte, ma non è matematico. Siamo in fase preliminare, sono in corso contatti con persone e aziende che con umiltà e passione possano condividere questa filosofia apprezzata dalla città». E presto torneranno logo, titolo sportivo e storica denominazione. «Devono arrivare senza conflitti o polemiche, ma in maniera naturale, per mettere una pietra sopra alla coscienza di tutti».

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Non abbiamo pregiudizi e pensiamo alla loro buona fede. Il condizionamento psicologico vale più a livello di Juventus che di Padova». Per il patron dell’Altovicentino i biancoscudati sono decisamente superiori alla sua squadra. «L’unica volta che ho visto all’opera la squadra vicentina è stato nello scontro diretto e in quella occasione si può quantomeno dire che non eravamo inferiori, come poi il campionato ha dimostrato». Così sulle belle parole spese su Parlato e Cunico. «Oltre alle doti tecniche, all’allenatore riconosco la capacità di gestire il gruppo, tenerlo compatto di fronte alle sue scelte, non certo facili, e fare sì che a livello fisico e mentale chi gioca meno sia sempre pronto. Il capitano è un valore aggiunto in termini di qualità tecniche e carisma in campo e fuori». Quale è l’aspetto che finora l’ha maggiormente sorpresa in positivo? «Non avrei immaginato di essere adesso in una simile posizione. Ci sono meriti nostri e demeriti di chi insegue. E quando c’è stata qualche difficoltà o qualche infortunio, Parlato e De Poli sono stati bravi a correggere subito la situazione. Hanno visto giusto anche a gennaio e con i giovani, non facili da individuare perché sono sempre un’incognita».

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Se mi trovassi nei panni del presidente Dalle Rive sarei in una situazioni psicologica non felice. Al di la della rivalità, sul piano umano sono dispiaciuto per lui, viste le tante risorse che ha messo per la squadra». Solidarietà tra presidenti, quella manifestata da Giuseppe Bergamin in risposta all’intervista rilasciata ieri al Gazzettino dal suo collega dell’Altovicentino. Ma su altri punti le opinioni non sempre coincidono. Come ad esempio sull’affermazione che il Padova sarà promosso in Lega Pro al 95 per cento. «Dal mio punto di vista – replica il presidente biancoscudato – sono calcoli che lasciano il tempo che trovano. Siamo avvantaggiati, ma prima di fare valutazioni aspetterei le prossime tre o quattro partite, tutte con avversarie attrezzate e che ci aspettano al varco». Poi aggiunge: «L’entusiasmo e le aspettative della piazza fanno pensare che siamo sulla buona strada e per certi versi fanno bene, ma possono pure essere compromettenti. Vediamo di combattere la nostra battaglia domenica a Belluno con la voglia delle altre gare». L’altro elemento su cui Bergamin non concorda con Dalle Rive è l’idea che gli arbitri inconsciamente favorirebbero il Padova perché più forte. «Noi mai giudichiamo le loro decisioni e non sempre ci sono state favorevoli».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Solo una mezz’ora di corsa lenta, ieri pomeriggio all’Appiani alla ripresa della preparazione, per Gustavo Ferretti dopo il nuovo stop di domenica scorsa per il solito fastidio al flessore della gamba destra. «Se corro più forte – spiega – sento ancora il muscolo contratto». In serata è stato sottoposto a una nuova risonanza. E così il bomber argentino ha replicato alla dichiarazione di Dalle Rive, suo presidente un anno fa al Marano, secondo cui non può disputare più di 15 gare a stagione: «Nello scorso torneo ne ho giocate il doppio, in quello prima 17, ma la media è sempre tra 25 e 30». Anche per Zubin corsa nel pomeriggio e risonanza in serata, nel suo caso per avere il via libera al rientro in gruppo. E ieri si è rivisto in campo pure Busetto dopo l’infortunio al legamento, anche nel suo caso solo per lavoro atletico. Oggi doppia seduta, domani alle 15 amichevole a San Giorgio delle Pertiche con l’Ardisci e Spera. Due variazioni di programma infine per le prossime sfide del Padova. Quella all’Euganeo con il Dro del 29 marzo sarà anticipata a sabato 28 (ore 15) con diretta su Raisport; la trasferta con la Clodiense di giovedì 2 aprile (settimana di Pasqua), inizierà alle 17 anziché alle 15.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Sono 950, di cui 800 interi e 150 ridotti, i biglietti del settore ospiti messi a disposizione del Padova per la partita di domenica a Belluno. I tagliandi, maggiorati nell’importo rispetto alle precedenti gare, costano 15 euro, quelli ridotti, per donne e ragazzi tra dodici e diciotto anni, 10. Da domani saranno acquistabili in città ai botteghini sud dell’Euganeo, aperti fino a venerdì dalle 15.30 alle 18.30 e sabato dalle 10 alle 12.30, sempre che nel frattempo non vadano esauriti. Visto il momento di grande entusiasmo che si sta vivendo all’ombra del Santo e l’importanza della sfida, quest’ultima ipotesi è tutt’altro che remota e dunque con ogni probabilità non mancheranno i tifosi che si procureranno il prezioso tagliando domenica direttamente allo stadio Polisportivo. Quasi esauriti (restano pochi posti per il secondo, prenotabili ai numeri 329-424.64.40 e 338-457.86.66) i due pullman organizzati dall’Aicb che partiranno alle 9.45 dal capolinea del tram alla Guizza, con tappa all’Euganeo, lato ovest, alle 10. Si muoveranno con mezzi propri i ragazzi della Fattori. Il Belluno potenzierà il servizio allo stadio, con una trentina di volontari in più.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Il piano di ristrutturazione dei debiti del vecchio Padova sembra ormai destinato verso una soluzione positiva. Dopo gli accordi raggiunti con l’avvocato Grassani e con la società di Broker vicentina Ni.Pa srl, che hanno permesso il ritiro delle rispettive istanze di fallimento portando la vertenza in ambito stragiudiziale, sarebbe stata trovata, sia pure non ancora formalizzata, la quadratura del cerchio sull’importo intorno ai due milioni di euro che la vecchia proprietà doveva al Credito Sportivo, l’istituto che finanzia le attività sportive – non necessariamente solo per l’impiantistica – per somme anticipate nella passata stagione. Come noto, Andrea Valentini, amministratore delegato nella gestione Penocchio, è stato in passato presidente dell’istituto. Grazie a tale accordo verrà dunque superata la soglia del 60% dei creditori, richiesta perché sia valido il concordato stragiudiziale disciplinato dall’articolo 182 bis della legge fallimentare. Il via libera all’operazione dovrà essere omologato da un giudice e renderà più facile la via perché l’attuale Padova possa riappropriarsi per la prossima stagione dello storico logo, della denominazione e del titolo sportivo.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «Confermo, non abbiamo vinto un bel niente. Questa settimana ci prepariamo come le altre: che si sia vinto, perso o pareggiato, al martedì si riprende in mano la scheda, si tira una bella riga su quel che è stato e si pensa a ciò che arriva subito dopo». Però il presidente dell’Altovicentino, Dalle Rive, ha dichiarato la resa. Lei ci crede? «La sua è stata una frase di circostanza: credo si auguri che il Padova cali il ritmo per permettergli di rosicchiarci qualche punto. Fa parte del gioco, ma non m’interessano le dichiarazioni degli altri, mi preoccupo solo dei miei e dell’ambiente. Non voglio fare il presuntuoso, non lo sono mai stato checchè si dica in giro che Carmine Parlato non voglia prendersi responsabilità né meriti e che da adesso in avanti debba solo gestire al meglio il vantaggio acquisito. Se c’è qualcuno che la vede così, venga in campo al martedì, venga a vedere il campionato e le difficoltà che potremmo trovare se pensassimo di aver già vinto: se in tre partite il Padova scivola e loro vincono, ci ritroviamo ad un punto di distanza. Ho detto tutto».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Come mai questa scelta? «Perché andrebbe ad influire sull’andamento emotivo dei ragazzi, ci faremmo del male da soli: da responsabile del gruppo chiedo che non se ne parli più. La realtà dice che siamo a +10? Bene, tutti contenti. Ma continuiamo a stare a +10, psicologicamente parlando. La coscienza di aver già mezza vittoria in tasca non facilita il nostro lavoro, da oggi pomeriggio osso in bocca, calci nel sedere e pedalare». In sostanza, continuare a rimarcare il vostro vantaggio metterebbe ancor più sotto pressione la squadra? «Ci mancherebbe! Noi stiamo bene, ma vogliamo cercare di focalizzarci solo sulla domenica. L’obiettivo è fare più punti possibili da qui a maggio, mi sembra naturale, ma solo quando arriveremo al traguardo che tutti ci siamo prefissati potremo parlarne. Da quando siamo passati in testa, abbiamo subito cominciato a fare calcoli e conti: purtroppo nel calcio conti se ne possono fare, ma solo alla fine». Da adesso in poi, quindi, come si comporterà? «Non mi sentirete mai dire che è fatta, tanto meno a febbraio. Non è fatto un bel niente, mancano tantissime partite e per non distogliere la squadra dall’obiettivo finale, e quindi dall’impegno settimanale, da oggi in poi non risponderò più a domande se il Padova abbia già vinto il campionato o meno».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il martedì, alla ripresa degli allenamenti dopo la vittoria sul Fontanafredda e il vantaggio sulla seconda allargatosi addirittura a dieci lunghezze, cosa pensi di trovare all’Appiani? Aria di festa, sorrisi e pacche sulle spalle? Nemmeno per sogno. A Carmine Parlato, paradossalmente, tutta questa situazione e l’euforia scatenatasi in città nelle ultime 48 ore stanno cominciando a stare sulle scatole. Sembra quasi nervoso, il tecnico del Padova, e, una volta avvicinato, esprime chiaro e tondo il suo pensiero: «Lo affermo una volta per tutte», esordisce, parole decise e voce ferma, «il mio obiettivo, da adesso sino alla fine del campionato, sarà quello di giocare le partite domenica dopo domenica, senza guardare mai più la classifica. L’ho già detto alla squadra: faremo in modo di stare concentrati di settimana in settimana senza interessarci a ciò che dicono gli altri, a ciò che scrivono i quotidiani. Se non ci concentrassimo sull’obiettivo, la nostra strada diventerebbe un saliscendi a livello morale e di testa, che ci porterebbe solo a fare confusione. Quindi, lo ribadisco: non entrerò mai più nel merito della classifica, né degli 8, 10 o 15 punti di vantaggio sulle inseguitrici».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex Marano Gustavo Ferretti: «Non me l’aspettavo, lui è uno che non molla facilmente, quindi non vorrei che fosse una dichiarazione scaramantica o un modo per farci stare un po’ più tranquilli e abbassare la guardia. Ma noi siamo consapevoli che non possiamo farlo, dobbiamo ancora vincerne tante e alzeremo il bicchiere solo quando sarà fatta matematicamente. Il Padova non deve mollare, e nemmeno loro lo faranno. Mi metto dall’altra parte: se fossi un giocatore dell’Altovicentino non butterei l’asciugamano bianco sul ring, ma terrei botta finchè la matematica non mi condanna». La squadra. Ieri sera lo stesso Ferretti e Zubin si sono sottoposti all’ecografia di controllo per verificare il decorso dei rispettivi guai muscolari. Oggi si saprà se per il “Rulo” si tratta di una semplice contrattura e se l’attaccante sloveno avrà il “via libera” per riprendere ad allenarsi con i compagni. Ieri, intanto, all’Appiani si è rivisto anche Fabio Busetto, che ha ricominciato a correre dopo l’infortunio al legamento collaterale del ginocchio. Oggi doppia seduta, sempre all’Appiani, per i biancoscudati, che domani alle 15 affronteranno nella classica amichevole del giovedì l’Ardisci e Spera (Prima Categoria) a San Giorgio delle Pertiche, campo di via Zuanon.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Conoscendo il personaggio, finchè la matematica non gli darà torto non mollerà di un centimetro, anzi…». Le dichiarazioni di resa di Rino Dalle Rive non convincono coloro che negli anni hanno imparato a conoscerlo da vicino. È il caso di Marco Cunico, che se da un lato si aspettava certe parole, dall’altro non ci casca: «Normale che il suo stato d’animo non sia positivo, si trova più indietro di quanto lo era stato nelle ultime due stagioni», rileva il capitano biancoscudato. «Però è una persona molto emotiva, ci sta che a caldo, nel momento dello sconforto, si sia lasciato scappare questi giudizi. Ma dopo queste parole, la prossima partita difficilmente la sbaglieranno: adesso l’Altovicentino ha un calendario molto più facile del nostro, se fossi dall’altra parte non mi sentirei già sconfitto».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Due variazioni attendono il Padova a marzo. La gara casalinga con il Dro della 28ª giornata si giocherà sabato 28 marzo, anticipata di un giorno per la diretta televisiva di Rai Sport, con inizio alle 15, orario che sarebbe entrato in vigore proprio la domenica in concomitanza con l’ora legale. La giornata successiva, invece, ovvero il turno pre-pasquale che andrà in scena giovedì 2 aprile, vedrà i biancoscudati a Chioggia contro la Clodiense: la gara inizierà alle 17 invece che alle 15.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Clamorose dimissioni in casa Sacilese. Mauro Zironelli ha deciso di lasciare la guida della squadra, reduce dalla sconfitta interna (1-2) di domenica con il Montebelluna. «La società», si legge nella notaufficiale apparsa sul sito, «seppur a malincuore, ha accettato la scelta del tecnico, ringraziandolo per la professionalità e l’umanità dispensate in queste quasi due stagioni ricche di soddisfazioni e caratterizzate dal terzo posto della scorsa stagione, dalla partecipazione agli ottavi di finale dei playoff nazionali di categoria, e dalla quarta posizione attuale, con la bellezza di 106 punti conquistati complessivamente». Il nome del sostituto ancora non c’è, ma dovrebbe essere ufficializzato oggi. Intanto, scatterà domani la prevendita dei mille biglietti riservati ai tifosi biancoscudati per la sfida di domenica contro il Belluno: il costo di ogni tagliando è di 15 euro (10 per i ridotti) e ogni tifoso potrà acquistare 15-20 biglietti al massimo. I botteghini del park Sud dell’Euganeo apriranno, fino ad esaurimento scorte, con questi orari: domani, giovedí 26, dalle 15.30 alle 18.30; venerdí 27 dalle 15.30 alle 18.30; sabato 28 dalle 10 alle 12.30.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Cosa non le piace del nuovo calcio? «E’ un calcio di personaggi squallidi e di gente senza scrupoli che pensa solo a gonfiarsi il portafoglio. Sul campo, poi, la qualità è talmente scadente che se togliessi il pallone nelle categorie inferiori alla serie A, nessuno se ne accorgerebbe. Corrono tutti, ma di qualità non ce n’è più». Il Padova è scomparso nello scorso luglio dal calcio «pro». Che idea si è fatto della vicenda? «Non conosco tutte le storie che ci sono dietro quello che è successo. Dico solo che finché c’è stato Cestaro non ci sono stati problemi, quando è andato via è crollato tutto». A Parma sta succedendo qualcosa di simile… «A Parma sono convinto che a Ghirardi abbiano fatto il gioco delle tre carte e che alla fine gli sia sfuggito tutto di mano. E torniamo al discorso che ho fatto prima». Possiamo definirlo un calcio senz’anima? «Il mio calcio è quello di Baresi, Gascoigne, Di Livio, Nunziata, Roberto Baggio. Quello di George Best, magari quello mio. Ma di gioia, allegria e di un attimo di follia sinceramente non ne vedo più». Padova e la sua tifoseria hanno riscoperto l’entusiasmo, con 6000 tifosi per una partita di serie D. «Ai miei tempi non è stato così. La città era depressa, c’era una cappa di delusione incredibile dopo la retrocessione in C2, allo stadio venivano in pochi. Li abbiamo riportati a tifare con i risultati». E di questa società che cosa ne dice? «Che i risultati non arrivano mai per caso. Quindi…».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Non guarda una partita (in tv e dal vivo) da due anni: «E ne vado fiero, questo non è il mio calcio. Il calcio dei Balotelli e dei Cassano tenetevelo voi…». Spulciando gli almanacchi, del resto, sembra passata una vita. Da «quel» calcio, quello di Felice Centofanti, classe 1969, che nel 2002-2003, da difensore con licenza di colpire a rete, faceva impazzire con i suoi gol una città depressa dopo la retrocessione in C2. Protagonista assoluto della promozione dalla C2 alla C1 (15 reti in 30 partite), Centofanti su un campo di calcio era quello che George Best definiva «gioia, allegria e un attimo di follia». Sportivamente si pensava sarebbe stato il punto più basso della storia del Padova e invece, purtroppo, tempo di avanzare di un decennio o giù di lì e l’incubo è riapparso. Persino peggiore. Retrocessione, scomparsa dal calcio professionistico, ripartenza da zero e dai campi della serie D per ritrovare l’orgoglio perduto. Squadra nuova, società nuova, giocatori nuovi. Di uguale, rispetto al passato, ci sono solo i tifosi, che non hanno mai fatto mancare il proprio appoggio alla squadra. Centofanti, segue ancora il Padova? «Come spiegavo, non guardo più una partita in tv o dal vivo da due anni. E sono fiero e orgoglioso della mia scelta, anche perché questo calcio non mi manca per nulla. Ma per il Padova un’eccezione la faccio volentieri». Mai tornato a Padova? «A Padova e soprattutto ad Abano Terme, dove ho abitato per cinque anni, ho lasciato tanti amici, per questo ci ritorno non appena posso. Per quanto riguarda la squadra, le partite non le guardo ma sono informatissimo e i risultati li conosco molto bene. E sono convinto che il Padova tornerà in Lega Pro».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiquattresima giornata, domenica 1 marzo ore 14.30): Arzichiampo-Clodiense, Belluno-Padova, Fontanafredda-Legnago, Mezzocorona-Dro, Montebelluna-Union Ripa La Fenadora, Mori S. Stefano-Sacilese, Tamai-Kras Repen, Triestina-Giorgione, Union Pro-AltoVicentino.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 56, AltoVicentino 46, Belluno 43, Sacilese 40, Clodiense 38, ArziChiampo 37, Montebelluna 35, Union Pro 33, Fontanafredda e Tamai 31, Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 29, Legnago 23, Kras Repen 22, Dro e Triestina 21, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventitreesima giornata: AltoVicentino-Triestina 2-3, Belluno-ArziChiampo 1-1, Clodiense-Mori S. Stefano 3-1, Dro-Tamai 1-1, Giorgione-Mezzocorona 2-1, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora 1-0, Legnago-Union Pro 2-4, Padova-Fontanafredda 2-0, Sacilese-Montebelluna 1-2.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana,, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 24 febbraio: primo allenamento settimanale all’Appiani per i Biancoscudati, si rivede Busetto che lavora a parte con Ferretti e Zubin.




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