Live 24! Triestina-Padova, il giorno dopo: morale a mille dopo una delle vittorie più importanti della stagione

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Ore 22.30 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 59, Bologna 52, Avellino e Vicenza 49, Frosinone 48, Livorno 47, Pescara e Spezia 46, Lanciano e Perugia 43, Bari 40, Modena 38, Entella, Latina e Trapani 37, Ternana 36, Cittadella e Pro Vercelli 35, Brescia 33, Crotone 32, Catania 31, Varese 28.

Ore 22.25 – Serie B, fischio finale: Vicenza-Catania 0-0.

Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia si avvicina alle zone più tranquille della classifica pur sempre con la spada di Damocle dei punti di penalizzazione attesi per i mancati pagamenti dei contributi da parte del presidente Yury Korablin. Due scadenze non rispettate che dovrebbero essere sanzionate con altrettanti punti in meno in classifica. Ma sabato con una prova di carattere il Venezia ha ripreso la marcia vincente piegando 3-0 la Cremonese – che nella lotta per allontanare i playout è diretta concorrente – annullando così l’avvicinamento della Giana, a segno venerdì a Vicenza.
E proprio il team lombardo sarà prossimo avversario dei lagunari sabato pomeriggio a Monza. Tornando al match di sabato al Penzo va detto che, al di là del privilegio ottenuto in avvio di gara con il rigore e l’espulsione del portiere avversario (peraltro giustissime), il Venezia ha dimostrato una condizione appropriata nonostante le assenze, trovando in qualche elemento l’arma in più per sfruttare al meglio ogni opportunità. In particolare prestazione esaltante per Giuseppe Greco che ha saputo ispirare il gioco lagunare, servendo palle di buon pregio per le azioni dei compagni del reparto avanzato. Una prova che ha esaltato le capacità di velocità e opportunismo di Raimondi (autore di una doppietta) e la buona visione di gioco di Guerra. Sono stati gli attaccanti protagonisti del pomeriggio a Sant’Elena dopo che nel girone di ritorno non avevano sin qui inciso più di tanto. Ma l’apporto al successo lagunare è arrivato da tutta la squadra che ha interpretato con la giusta grinta e la necessaria concentrazione una partita che riporta morale e prospettive di serenità in casa arancioneroverde. Le ottime indicazioni ottenute sabato e il ritrovato entusiasmo non possono che giovare a un Venezia che deve preparare nella maniera migliore la trasferta in Lombardia: contro la Giana (attualmente quint’ultima e quindi ora come ora condannata ai playout) i lagunari si giocheranno una buona fetta della serenità che stanno cercando. Allontanare definitivamente le zone calde potrebbe essere determinante per iniziare a pensare al futuro.

Ore 22.00 – (La Nuova Venezia) Testa alta, fascia da capitano nuovamente sul braccio, ed Elia Legati è tornato contro la Cremonese a presidiare la difesa del Venezia. Se è vero che il cartellino rosso al portiere avversario dopo 3’ ha di sicuro agevolato la situazione, la squadra non ha concesso neppure un metro ai grigiorossi, e il reparto arretrato ha i suoi buoni meriti. «Abbiamo giocato bene e mostrato un buon calcio, con un successo che di sicuro è stato meritato» spiega l’ex giocatore del Padova, «se guardo alla mia prestazione, posso dire che le sensazioni sono state buone dopo la lunga assenza dal campo. Mi sento bene fisicamente e non ho avuto problemi a reinserirmi in squadra. Contro la Cremonese siamo stati incisivi in attacco e attenti sia a centrocampo che in difesa. Se poi gli attaccanti iniziano per primi la fase difensiva su Jadid e gli altri, tutto diventa più facile per noi che siamo dietro». Legati promuove la prestazione del gruppo e aggiunge: «Questo è lo spirito giusto, dobbiamo però migliorare la gestione della partita, nel senso che vanno sfruttate meglio le occasioni che si hanno a disposizione, e potevamo chiudere prima la partita». Sull’espulsione di Francesco Cernuto ricostruisce l’episodio così: «Si è visto che è scivolato sul pallone e ci è finito sopra. Ok, lo ha toccato con una mano, e al limite l’ammonizione ci poteva anche stare, avendo interrotto il gioco. Però, dire che si era di fronte a una chiara occasione da rete per la Cremonese mi pare eccessivo. Capogrosso era in linea con l’avversario, e comunque l’intervento di Cernuto è avvenuto ad alcuni metri dall’area di rigore e in posizione defilata. Il rosso non ci stava. Ora faremo i conti anche con questa nuova assenza. Appena si recupera un uomo, dietro se ne perde un altro. Non è semplice cambiare in continuazione, ma quest’anno va così e ci dobbiamo adattare al meglio alle emergenze». Sabato 20 tocca alla Giana, e al “Brianteo” di Monza non sarà facile. «Incontreremo una squadra che si è rinforzata durante il la sessione del mercato invernale» conclude Legati. «davanti pericolosa, un avversario da prendere con le molle. Però abbiamo visto che di partite facili non ne esistono. Se l’atteggiamento in campo sarà quello giusto, potremo centrare il risultato».

Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Il treno play-off sembra ormai andato e il Real Vicenza resta a piedi. Ma non è il solo. Il Bassano con la vittoria di ieri in casa della Torres, sale di prepotenza sull´ultima carrozza. Anche la FeralpiSalò rimane giù, solo un passetto avanti ai vicentini: i bresciani con lo 0-0 contro l´Arezzo vanno a quota 46, un punto in più del Real, ma nove in meno del Bassano. Per la promozione sembra quindi un affare a quattro: Alessandria, Novara, Pavia e Bassano, un affare ancora molto aperto. Nel limbo c´è il Como, a quota 51 che tallona i bassanesi a -4 e che potrebbe giocare qualche brutto scherzo alle prime della classe. Ma si sa, la palla è rotonda e nel calcio nulla è mai detto fino all´ultimo minuto. E allora tenere ancora vivo quel barlume di speranza, almeno fino a quando la matematica non sentenzierà giudizio definitivo, è d´obbligo. Ma prima di tutto la salvezza, perché con la sconfitta di venerdì non è ancora una certezza, anche se di fatto sembra una formalità. Però il Real non riesce ad ingranare la marcia giusta e centrare un filotto positivo che avrebbe mantenuto in corsa i biancorossi per un obiettivo storico. Certo, da matricola un campionato così è più che buono, ma a metà stagione pensare in grande non sembrava per nulla esagerato. Mentre la sconfitta di venerdì ha tagliato le ali alla squadra di Marcolini che non può più volare tanto alto. I più superstiziosi potrebbero dire è stata colpa del venerdì 13, la malasorte che ha accecato la terna su quel gol non dato a Bruno, nonostante la palla avesse oltrepassato la linea, che sarebbe valso l´1-1, mentre sulla ripartenza della Giana è poi costato lo 0-2. I più realisti, però, devono ammettere che a questo Real qualcosa ultimamente manca. La continuità. Il ritorno di Marcolini sembrava aver riportato entusiasmo e serenità. Una partita pressoché perfetta (contro il Lumezzane), un pareggio che sa di positivo (Alto Adige), ma poi arriva quella prestazione non convincente che interrompe i sogni vicentini. E questa volta contro la Giana Erminio, formazione che ha messo in difficoltà i biancorossi non con la tecnica, ma con la grinta e il carattere. «Non abbiamo giocato bene», ammette Riccardo Carlini, uno dei migliori del Real nella partita contro i milanesi, «non eravamo aggressivi e loro sono arrivati troppe volte facilmente in avanti». Dello stesso parere anche il capitano del Real Matteo Tomei: «Loro avevano più fame di noi e si è visto. La partita l´avevamo preparata bene, poi gli episodi sono andati un po´ a sfavore nostro, ma questo succede magari anche quando manca un po´ di cattiveria». Mentre guardando in avanti, verso il finale di stagione Carlini dice: «Adesso dobbiamo pensare a giocare come sappiamo fare. A essere compatti e fare delle buone prestazioni, abbiamo dimostrato che a calcio ci sappiamo giocare. Ora dobbiamo guardare partita per partita, senza l´ansia dei play-off perchè comunque sono tanti punti e mancano poche giornate, però crederci non costa nulla e lo dobbiamo fare». Crederci sì, anche perchè il Real non è l´unico a traballare, il campionato è apertissimo come dimostrano anche i risultati delle prime quattro, che qualche punticino per strada lo stanno lasciando, non chiudendo le porte alle inseguitrici.

Ore 21.20 – Serie B, fine primo tempo: Vicenza-Catania 0-0.

Ore 21.10 – (Gazzettino) Chissà quante volte sabato notte avrà ripensato a quel pallone. Correva il minuto 19 del secondo tempo e Sgrigna aveva appena scodellato un cross perfetto sul secondo palo dove Scaglia era ottimamente piazzato. Il colpo di testa del difensore, a porta praticamente vuota, è però finito sul fondo. «Ho rivisto le immagini, tante volte – racconta il giocatore granata – Ho fatto il movimento giusto, ma sono stato tratto in inganno da Cordaz, in quell’istante ho pensato che potesse venirmi incontro, chiudermi lo specchio della porta, così ho deciso di schiacciare verso il basso il pallone. Si è trattato di un attimo, purtroppo ho scheggiato il palo. A rivedere l’episodio, mi sono reso conto che potevo colpirla in qualsiasi modo e sarebbe finita dentro. Mi rammarico ancora, sapevamo tutti che la partita con il Crotone sarebbe stata difficile, poteva essere risolta da un episodio: quello capitato a me era quello buono…». Un punto con la squadra di Drago, comunque, ci può stare: «Ha una identità ben precisa: palla a terra e terzini sempre alti a spingere. Il Crotone sa mettere in difficoltà chiunque e l’ha dimostrato. Il Cittadella è stato troppo timoroso nel primo tempo, la paura di scoprirci troppo, magari ripensando alla sconfitta con l’Entella, forse ci ha condizionati, ma nella ripresa abbiamo fatto bene, le occasioni per fare gol ci sono state». Avete vinto con il Varese e pareggiato con il Crotone: dove siete “mancati” è stato nel posticipo di lunedì a Chiavari. «Sotto molti punti di vista abbiamo fatto meglio dell’Entella, ma non abbiamo concretizzato. La serie B è così, capita che la squadra che gioca bene non porta a casa punti. È un campionato strano, la classifica è molto corta, secondo me da quota 39 in giù siamo tutti in corsa per la salvezza. Basta poco per cambiare gli equilibri, si giocherà molto sui nervi da qui alla fine: ci mancano undici partite, bisogna sbagliare il meno possibile, a cominciare dalla partita di sabato a Livorno». Una cosiddetta “grande”, che non sta vivendo un buon momento. Un vantaggio? «È una squadra forte, ma se dovesse avesse avere il tifo contro, dovesse esserci contestazione dalle tribune, il Cittadella dovrà essere bravo ad approfittarne». Non solo Filippo Scaglia, anche il presidente Andrea Gabrielli ha rivisto mentalmente la gara di sabato con il Crotone: «Non è stata una partita meravigliosa, ma ce lo aspettavamo. Potevamo vincere noi, potevano farlo loro». Sabato al Tombolato due presenze inedite in tribuna: il tombolano Ennio Doris, presidente di Mediolanum, e Michele Puller, figura di rilievo del consiglio di amministrazione del Borussia Dortmund, avversario mercoledì della Juventus in Champions League. «Lui è originario di Cittadella, ma vive in Germania da 33 anni – spiega Gabrielli – Ci vediamo ogni tanto, siamo stati anche suoi ospiti a Dortmund». E del famigerato “bigliettino” trovato nell’area della panchina dell’Entella al termine della partita di Frosinone, con su scritto “pareggiamo su rigore”, cosa che poi è avvenuta? «Ho letto pure io l’accaduto. Non posso dire niente, se non che si tratta di un fatto perlomeno strano, curioso. Non ho idee in proposito. Chi sarà chiamato a indagare sulla questione, andrà sino in fondo».

Ore 20.50 – (Mattino di Padova) Che non sia stato un Citta dellabrillante, quello visto sabato al Tombolato contro il Crotone, lo si intuisce partendo da una semplice considerazione: “San Piero”, come lo ha chiamato Foscarini in sala stampa nel dopo-partita, è stato fra i migliori in campo, con almeno tre interventi decisivi e la consueta sicurezza mostrata nella gestione delle uscite. «Non sono io a dover giudicare la mia prestazione, ma nel complesso sono contento della mia prova» ammette Andrea Pierobon, «perché quando non prendi gol tieni comunque sempre viva la possibilità di portare a casa una vittoria. Certo, i tifosi si aspettavano un successo, ma noi sapevamo quanto i calabresi fossero un avversario ostico, a dispetto della loro posizione in classifica, perché sono il tipo di squadra che non lascia giocare. E comunque credo sia il caso di guardare quanto c’è di positivo: in altre occasioni una gara come questa l’avremmo persa. Il vero rammarico rimane per la sconfitta subita a Chiavari dopo una buona partita da cui non abbiamo raccolto nulla, non per quanto accaduto sabato». I risvolti negativi però restano e non possono essere ignorati: i granata chiudono i tre confronti diretti consecutivi del mese di marzo contro Varese, Entella e Crotone incamerando 4 dei 9 punti a disposizione. Un bilancio che rischia di rivelarsi magro, considerando che già dal prossimo turno il livello dell’avversario si alzerà, con la trasferta in casa del discontinuo ma quotato Livorno. Pierobon, però, professa ottimismo: «I toscani hanno indubbiamente tanta qualità ma lasciano anche giocare gli avversari, più del Crotone. Non è detto che alla fine, considerate le nostre caratteristiche, non esca una grande prestazione». La classifica, in ogni caso, è cortissima: a oggi il Citta sarebbe salvo, ma con gli stessi 35 punti della Pro Vercelli, che invece finirebbe ai playout. «Siamo sul filo del rasoio, questo sì» conferma Pierobon, «e si farà presto a scendere e a salire nelle prossime giornate. Ciò significa che dovremo andare in campo per prenderci punti dappertutto».

Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Tonino Asta, dopo la grande vittoria maturata a Sassari, analizza così la sfida contro la Torres: «Una partita dai due volti, un primo tempo dove abbiamo avuto grosse difficoltà, vuoi per il vento, vuoi per il campo bagnato, non riuscivamo a tenere palla, abbiamo rischiato molto sulle palle inattive, ma siamo stati bravi a tenere la Torres a distanza di sicurezza dalla nostra area di rigore. Nel secondo tempo invece abbiamo svoltato, giocando con personalità e creando delle ripartenze importanti che ci hanno permesso di sbloccare la partita con Pietribiasi». Asta è raggiante dopo il terzo exploit consecutivo in trasferta: «Il risultato ci premia, anche se la Torres è stata pericolosa fino alla fine e forse meritava qualcosa in più, ma non era certamente facile vincere in un campo così difficile dopo Lumezzane e Mantova». I tifosi e i giocatori della Torres hanno protestato dopo il gol di Pietribiasi, arrivato a loro dire, con un giocatore rossoblu a terra, Asta chiarisce così l´episodio: «Sia i giocatori, che Bucchi erano infuriati con l´assistente, anche se c´è da dire che l´arbitro aveva avvertito preventivamente tutti noi che avrebbe fatto giocare senza fermare il gioco dopo ogni contatto». L´allenatore del Bassano vuole rimanere coi piedi per terra nonostante una classifica che tiene ancora tutto aperto per la promozione diretta in B: «Stiamo scrivendo una piccola storia sia in Lega Pro, sia per la gente di Bassano. È incredibile l´euforia e l´aria che si respira in spogliatoio e in città, rimaniamo coi piedi per terra lottando fino alla fine, anche se ammetto che è bello lottare contro corazzate come Pavia e Novara. I progetti per questa stagione erano altri, godiamoci il momento e chissà…». L´eroe di giornata Pietribiasi, autore dell´undicesima rete stagionale, la analizza così: «Un primo tempo difficile, per via delle condizioni meteorologiche, poi una ripresa tutto cuore, condita da una grande solidità che ci ha permesso di ridurre al minimo i pericoli e di portare a casa una vittoria importantissima, dopo Lumezzane e Mantova». Anche Pietribiasi vuol rimanere con i piedi ben piantati a terra, ma sognare, a questo punto del torneo, non costa nulla: «Giochiamo e viviamo alla giornata, consapevoli di essere in alto in classifica, a pochi punti da corazzate come Novara e Pavia. Ogni partita da questo momento sarà una battaglia da vincere, sperando di poter centrare un obiettivo storico per Bassano». Infine un pensiero alla Torres, che dopo la vittoria della Giana Erminio è stata risucchiata in zona playout: «Ho visto una squadra viva, che corre, lotta su ogni pallone. Nonostante i risultati negativi dell´ultimo periodo, ha una grande rosa, e sono sicuro si possa salvare tranquillamente».

Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Terza trasferta e terza vittoria consecutiva, con vetta sempre più vicina, per il Bassano che a Sassari ottiene il massimo con il minimo sforzo e si bea con le porte della pole position oramai spalancate. Per i giallorossi veneti tre punti di platino per come si era messa la partita. La Torres, infatti, ha giocato, si è prodigata sudando le proverbiali sette camicie per tirare fuori dal cilindro il classico coniglio. Nulla da fare. Contro un Rossi in queste condizioni sarebbe servito un cannone per batterlo. Invece i rossoblù dall´artiglieria leggera sono riusciti soltanto a far prendere qualche spavento al numero uno giallorosso e ad una difesa che ha resistito a stento alle folate dei sardi. Null´altro. Il Bassano, viceversa, si è difeso quando serviva con le unghie e con i denti, realizzando il gol partita con il “solito” Pietribiasi (undicesimo gol per lui) dopodichè si è difeso con grande mestiere senza, cioè, mai ritrarsi completamente nel proprio fortino. La Torres ha ripreso a martellare negli ultimi 12-13 minuti ma non è riuscita a pareggiare. Merito, senz´altro, di un Bassano equilibrato e ben messo in campo, saggio e sapiente al tempo stesso, capace di tenere lontani i pericoli nell´infuocato finale. Torres a becco asciutto e veneti in paradiso. Si comincia con un equilibrio totale. La Torres pressa e riparte, il Bassano cerca la precisione. Al 16´ Cerone indirizza per Migliaccio, stacco di testa e palla sul fondo. Due minuti e la partita si vivacizza. Scotto appoggia all´indietro per Cerone che dai 25 metri prova il tiro, palla alta. La Torres ci crede, i giallorossi fanno sfogare l´avversario. Al 21´ clamorosa occasione per i rossoblù con un contropiede velocissimo tre contro uno con Imparato che si fa bloccare il tocco da Cenetti ultimo baluardo prima di Rossi e così l´azione sassarese sfuma. Al 24´ ancora Torres con un miracolo di Rossi su tiro all´incrocio dei pali dello scatenato Cerone. Si gioca nella metà campo veneta. Rossi esce a valanga (25´) per frenare una mischia in area giallorossa. Poi Asta chiede ai suoi di rallentare il ritmo e chiudere bene sui portatori di palla avversari. Per diversi minuti la partita resta in equilibrio. Al 38´ Iocolano sporca i guanti di Testa con un tiro ben calibrato a cui il portiere rossoblù oppone i pugni. La Torres torna in attacco ed al 43´ Cerone serve Barbuti, pronto il tiro con palla di poco alta. Nella ripresa esce Stevanin, entra Cattaneo, Testa manifesta tutta la sua insicurezza, già mostrata nel primo tempo in un paio di occasioni, facendosi sfuggire il pallone su un cross da destra, ma Pietribiasi non ne approfitta. Una chance per Imparato prima del gol, a sorpresa, del Bassano. Furlan crossa da destra per l´incornata vincente di Pietribiasi ed il silenzio tombale dell´Acquedotto che poi protesterà perché un giocatore sassarese era rimasto per terra e l´arbitro aveva deciso di far continuare ugualmente l´azione. Bucchi cambia, dentro Maiorino e Minarini, serve un po´ per riprendersi ai sardi. Al 33´ Cafiero, di testa, costringe Rossi a volare sotto l´incrocio per salvare il risultato. Veneti all´attacco con Cenetti in area sarda, la difesa ribatte. Al 41´ Testa ferma un tiro di Davì. Due minuti dopo Cenetti prova il capolavoro balistico dai 40 metri, palla alta di poco. Nel finale ancora Torres all´attacco, il Bassano, però, non molla un millimetro. La squadra giallorossa si difende con le unghie e con i denti portando a casa un risultato prezioso per la sua classifica che, da ieri sera, è ancora più bella.

Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) Un sospiro di sollievo anche per mister De Pieri, dopo tre ko consecutivi e la scivolata a ridosso dei playout. «Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra – esordisce il tecnico -. È stata una grande prova di forza di tutto il gruppo, soprattutto mentale: non era facile riprendersi dopo tre sconfitte di fila e senza il nostro capitano (Malerba, ndr), in una gara così delicata. Sono tre punti fondamentali, che ci permetto di preparare senza troppe pressioni il derby con la Sacilese. Il gol subito all’inizio della ripresa poteva essere un colpo pesante, invece ci siamo chiusi bene, Vicario non ha corso pericoli e in ripartenza abbiamo chiuso i giochi». Sulla sponda carsolina, amaro il pensiero di mister Zlogar: «Siamo tornati in campo nella ripresa con grande cattiveria – afferma -, trovando subito il gol per accorciare le distanze. Poi abbiamo spinto, ma senza riuscire a pungere in zona gol. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche, l’obiettivo salvezza è ancora alla nostra portata».

Ore 19.50 – (Messaggero Veneto) È stato il colpo del mercato estivo, il fiore all’occhiello del nuovo Fontanafredda. Era quindi l’uomo chiamato a prendere per mano la sua squadra nel momento di maggior difficoltà dall’inizio del campionato. Dopo tre sconfitte consecutive con la scivolata a solo due lunghezze dai playout, e dopo un digiuno personale di due mesi, Lauro Florean si è ripreso lo scettro, scrivendo (quasi) da solo la storia della delicatissima sfida con il Kras. Due gol e altre magie da togliersi il cappello, così la squadra di De Pieri può respirare a 4 lunghezze dalla zona rossa. Il Kras perde ancora e rimane terzultimo. Per salvarsi servirà cambiare registro oltre la metà campo. La posta in palio alla vigilia era altissima: il Fontanafredda caduto a due passi dalla sestultima, il Kras a caccia dei tre punti per sperare di avvicinarsi alla quota salvezza, con la rivalità sportiva tra pordenonesi e carsolini montata nelle ultime stagioni di Eccellenza a fare da cornice. Il primo squillo è dei padroni di casa, al 16’ Nastri raccoglie una respinta dopo un piazzato di Florean, e dal limite fa partire un destro che termina la sua corsa vicino all’incrocio. Sull’onda della precedente occasione, i rossoneri sbloccano la gara. È il 21’, Alcantara si accentra da sinistra e pesca il taglio di Florean, che fulmina Mosetti in uscita. La sberla fa male al Kras, che resta al tappeto e subisce il colpo quasi da ko dieci minuti dopo. Punizione dal limite, Roveredo disegna una foglia morta che scavalca la barriera e s’insacca a fil di palo. Al 41’ la prima grande chance ospite: Babichau disegna una punizione al veleno dalla trequarti, non tocca nessuno, il pallone si stampa sul palo pieno. Segnali di cedimento nella retroguardia rossonera (priva di Malerba), che diventano crepa al 1’ della ripresa. Rabbeni crossa dalla banda sinistra, Knezevic si stacca dalla marcatura di Frison e sale in cielo battendo Vicario. L’inerzia si sposta dalla parte dei carsolini, che premono per riportarsi in equilibrio. La supremazia territoriale è evidente, ma i palloni in zona Vicario faticano ad arrivare. De Pieri ridisegna il suo centrocampo, muovendo Tonizzo in cabina di regia, scalando Tellan a sinistra. Al 28’ Florean regala un cioccolatino a Cao, treno instancabile sulla corsia destra, che spara addosso a Mosetti in uscita. Si aprono le praterie in ripartenza. Su una di queste (32’), Tellan pesca sul filo del fuorigioco Florean: l’ex Pordenone supera in velocità Boskovic e calcia, Mosetti respinge, il 10 recupera ancora e fa partire un missile sul primo palo. Niente da fare questa volta per l’estremo di Zlogar: il 3-1 sigilla il match.

Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Il tormento è finito. Sotto gli occhi di diversi addetti ai lavori. In tribuna a vedersi il Ripa Fenadora, c’era anche Antonio Tormen, ex tutto del Belluno: da allenatore a direttore sportivo e ultimamente a responsabile del settore giovanile gialloblù, ma con il rapporto in scadenza, dal momento che Ivan Da Riz sta per ereditare la sua scrivania. Il diesse neroverde Alberto Faoro non è preoccupato, da verificare cosa ne pensa il collega del Tamai: «Non so cosa succederà alla fine del campionato», frena Faoro, «può darsi che io rimanga oppure no. Credo non ci saranno problemi, nel momento in cui il nostro presidente Nicola Giusti non si muoverà dal suo posto, come tutti ci auguriamo. Diversamente bisognerebbe vedere. Non dovessi trattenermi, dopo diversi anni con questa società, è chiaro che mi piacerebbe conservare la categoria, che poi è quella che conosco meglio, almeno da un paio d’anni a questa parte». Meglio godersi la vittoria, in altre parole: «L’abbiamo aspettata per parecchio tempo e finalmente è arrivata. Merito dei ragazzi e del mister, ci mancherebbe. L’auspicio è che il nostro campionato prenda una piega diversa, anche se ormai dobbiamo puntare alla salvezza diretta, approfittando anche di un calendario migliore, rispetto ad altre concorrenti. Penso anche al Tamai, che ha un cammino senz’altro più complicato del nostro. Pensiamo a noi stessi, comunque, e a cominciare una serie positiva, che ci permetta di arrivare al più presto all’obiettivo che ci siamo prefissati».

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) «Maste» gol. Un pallone un po’ masticato quello partito dal piede di Matteo Mastellotto, ma in fondo per il Ripa Fenadora conta solo che sia andato dentro, gabbando il lungo Peresson. La moviola del bomber di giornata: «Brotto mi ha dato una gran palla e obiettivamente non l’ho calciata benissimo. Ma alla fine questa è stata la chiave del successo. Colpendola sporca, sono riuscito a ingannare il loro portiere, concretizzando la nostra superiorità. Fino a quel momento, avevamo fatto meglio di un Tamai in difficoltà almeno quanto noi e altrettanto motivato». Se l’Union giocasse sempre in questa maniera, non avrebbe tanti problemi a bazzicare una zona più tranquilla della classifica. A parte il fatto che una stagione di traverso può anche capitare, dopo una collezione di successi: «Siamo rimasti sul pezzo per tutto l’incontro e davvero non potevamo non conquistare una vittoria indispensabile. Tre punti fondamentali non soltanto per la nostra classifica, ma anche per il morale. Ci volevano, con la speranza che chiudano definitivamente questo periodo e ci lancino verso un momento migliore». Mastellotto aveva sempre fatto il centrocampista. Quest’anno si è trasformato in attaccante e accetta volentieri suggerimenti da Brotto. Tra i due c’è un simpatico rapporto: «È senz’altro più bravo di me, tanto è vero che mi ha fatto un passaggio veramente bello e impossibile da non concretizzare. Mi piacerebbe vederlo in qualche categoria superiore, perché credo che avrebbe tutte le qualità per affrontarla, allo stesso tempo me lo tengo stretto, perché per la nostra squadra è un elemento indispensabile. È rientrato e, guarda caso, siamo tornati alla vittoria».

Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Volume Max. Cantano tutti nello spogliatoio del Ripa Fenadora, dopo aver annegato di abbracci l’allenatore Massimiliano Parteli. Il testo è meglio lasciarlo immaginare, perché ci sono anche dei bambini all’ascolto, ma dipinge lo stato d’animo della squadra, dopo una vittoria strameritata contro una diretta concorrente alla salvezza senza i play off. Il tecnico feltrino può tirare un sospirone: «Sono molto contento della partita che abbiamo giocato. L’avevamo preparata bene e, in campo, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, non solo mettendo in difficoltà il Tamai, ma anche evitando di concedergli particolari occasioni da gol. Non abbiamo mai rischiato e anche questo è molto importante». Ma si continua a fare un po’ di fatica sotto porta, anche per la mancanza di una vera prima punta, come poteva essere Moresco: «Non nascondo che abbiamo avuto anche un po’ di fortuna, perché il diagonale di Mastellotto è stato qualcosa di chirurgico. Non ha colpito benissimo la palla, ma è andata bene cosi, perché credo che un tiro dritto per dritto sarebbe stato controllato da un portiere con il fisico di Peresson». Non sono sfuggiti gli abbracci da parte dei giocatori, alla fine di una quindicina di giorni difficile, con l’esonero dopo il pari di Montebelluna e poi il reintegro, al posto di Lauria: «Non ho mai avuto dubbi sui ragazzi. Senza distinzioni. Siamo sempre rimasti molto uniti, ecco perché non devono sorprendere assolutamente i festeggiamenti fatti insieme. Ripeto: senza distinzione. Dico la verità». La convalescenza di Andreolla continua e la prognosi indica direttamente il 30 giugno, ma ieri non c’erano nemmeno Antoniol, Solagna, Pellizzer e Sommavilla, mentre il Tamai doveva rinunciare all’ex capitano del Belluno, Brustolon. I tre punti raccattati nel paese dei mobilifici può essere la svolta tanto aspettata: «Gli ultimi due mesi non sono stati facili, tenuto conto del fatto che la nostra ultima vittoria risaliva allo scorso 4 gennaio. Qui è andata bene, ma adesso vediamo di continuare con la stessa voglia, la stessa applicazione. Ci attendono degli altri incontri molto impegnativi che dobbiamo affrontare con lo stesso impegno e magari anche un po’ più di concretezza».

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Avrebbe preferito non parlare con i cronisti al termine della partita. Poi Stefano De Agostini ci ripensa, torna sui suoi passi ed esprime tutta la delusione per un verdetto maturato al termine di una prestazione «imbarazzante». Com’è nel suo stile, però, non si nasconde dietro la classica foglia di fico. «Non abbiamo proprio giocato. Non abbiamo fatto nulla – allarga le braccia l’allenatore delle Furie – per evitare questa sconfitta. Sono senza parole perché è stata una prestazione imbarazzante». Come dargli torto, quando il portiere dell’Union Ripa non ha nemmeno toccato palla. «Venivamo da due prestazioni non certo buone – rincara la dose -. Ciò che mi preoccupa maggiormente è che la squadra non risponde più alle sollecitazioni. Dopo una settimana a provare e riprovare tattiche e schemi, arriva la domenica e ti ritrovi con giocatori che vanno per conto loro. Se continueremo a giocare così, la strada per la salvezza diventerà tutta in salita».

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Una sfida da vincere si trasforma in un’agonia. Prestazione imbarazzante del Tamai, che perde in casa con l’Union Ripa e, complice gli altri risultati, riduce a un solo punto il vantaggio sulla zona spareggi. Era uno scontro diretto, questo, visto che, come le “furie rosse”, anche i bellunesi non avevano mai vinto nel girone di ritorno. Gli ospiti, dunque, svoltano, lasciando i mobilieri in preda di una crisi sempre più profonda. Tre punti soltanto in 9 gare del girone di ritorno: «Gara sconcertante» – la definisce il tecnico De Agostini, che stavolta viene espulso per un diverbio col massaggiatore ospite. Il trainer ha ragione. Novanta minuti, nessun tiro in porta: De Carli finisce senza voto, l’esatto contrario di Peresson che, recuperato dopo l’infortunio, mette pezze qua e là e salva la baracca. Come al 12’, all’alba del match, quando respinge un bel tiro di Tibolla in area dopo scambio di Brotto. Sul prosieguo dell’azione, Dassiè calcia alto, ma poco importa: il Tamai comincia male. Gli manca Davide Furlan, Brustolon e Kryeziu, ma le assenze non possono essere un alibi. Il Ripa è privo di Antoniol, Solagna, Pellizzer e l’ex Andreolla eppure gioca. Anzi, procura grattacapi col più giovane in campo, la punta classe ’97 Savi: l’under, dal limite, si gira al limite ma calcia fuori. Il Tamai non c’è, il Ripa tiene il campo e sfiora il gol al 38’: Petris salva sulla linea un’inzuccata di De March. Nella ripresa il ritornello è lo stesso. Così, dopo un intervento di Peresson al 2’, che devia in corner un tentativo di Savi, arriva il gol. Brotto al limite allarga sulla destra per Mastellotto, che segna di destro. Tamai sotto, giusto così. La reazione non c’è, anzi, il Ripa legittima il vantaggio colpendo al 34’ un palo con Malacarne su punizione. Nel girone d’andata, il Tamai era a un passo dai play-off. Ora, invece, lotta per sopravvivere.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il gran gol in rovesciata dell’attaccante classe ’95 ex Belluno Samba Sadio nel finale del primo tempo aveva illuso il Montebelluna di poter vincere anche il derby di ritorno dopo il 2 a 0 dell’andata ed invece nella ripresa è arrivata la rimonta dei padroni di casa. Quanto brucia fare una prodezza del genere e alla fine perdere la partita? «Purtroppo il mio bel gol non è servito per portare punti in classifica. Nel primo tempo avevamo in mano la partita e dovevamo vincerla a tutti i costi. Nella ripresa invece siamo rimasti quasi subito in inferiorità numerica e da lì la partita è cambiata, rimane tanto rammarico ma ormai è andata come è andata». Il suo allenatore ha giudicato eccessiva l’espulsione di Fabbian, lei dal campo come l’ha vista? «Il mio compagno ha sbagliato, ha preso due ammonizioni che poteva evitare. È entrato un po’ troppo duro sull’avversario, l’avevamo anche avvisato di evitare entrare rischiose visto che era già ammonito ed invece non so cosa gli sia passato per la testa in quel momento». Con 36 punti in ogni caso la salvezza è alle porte, è d’accordo? «In effetti per noi in classifica non cambia molto ma vogliamo comunque salvarci il più presto possibile. Per quello ci tenevamo a vincere anche questo derby e invece torniamo a casa con 0 punti in una partita che potevamo vincere. Ci brucia parecchio ma ormai non possiamo farci niente, voltiamo pagina e pensiamo alla prossima partita in casa contro la Triestina».

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’attaccante Alessandro Cattelan conferma il suo momento d’oro segnando il secondo gol consecutivo, terzo nelle ultime 4 partite, tra l’altro a una sua ex squadra. Come commenta questa preziosa vittoria? «È stato un derby duro che poteva sbloccarsi solo con degli episodi. Nel primo tempo Sadio ha fatto un gran bel gol in rovesciata mentre nella ripresa siamo stati anche fortunati che loro sono rimasti in 10 e noi siamo riusciti a ribaltare bene la partita. A volte serve anche un pò di buona sorte per vincere e questa volta ci è andata bene». A 39 punti si può fare qualche pensierino in più della salvezza ormai in cassaforte? «Prima pensiamo a raggiungere la salvezza matematica e a quel punto ci guarderemo intorno puntando se possibile a qualcosa in più. Se arriveranno i playoff bene altrimenti saremo contenti lo stesso perché l’obiettivo principale sarà stato raggiunto». Mister Pasa l’ha accusata di parlare troppo in campo e di avere poco rispetto degli avversari, come replica? «Queste sono cose che devono rimanere in campo. Se devo ribattere in modo molto moderato rispondo che forse è meglio guardarsi intorno e vedere chi ha parlato di più. Io tra l’altro non ho riferito nessuna frase a loro quindi se la sono presa per niente, anzi siamo noi che abbiamo solo subìto per tutta la partita le provocazioni dei giocatori del Monte che in campo ci possono anche stare però poi andare a dire agli altri che parlano troppo non mi pare proprio il caso».

Ore 18.35 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Giorgione Calcio 2000, in programma domenica 22 marzo alle 14.30. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12 di domenica 22 marzo. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.00. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084. – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665. – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805. – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171. Per informazioni – Mail – biglietteria@biancoscudatipadova.com Tel. 049 604498.

Ore 18.30 – (Tribuna di Treviso) Pasa mastica amaro. Un primo tempo dominato e il secondo regalato totalmente con l’espulsione di Fabbian che ha regalato praterie all’Union Pro. «L’espulsione ha cambiato la partita – racconta Pasa, espulso a sua volta – e in maniera radicale. Noi abbiamo giocato bene e controllato la partita per tutto il primo tempo andando meritatamente in vantaggio». Poi qualcosa si è rotto e il Montebelluna è uscito dal campo… «Non si trattava di un fallo cattivo, era un contrasto duro ma normale; l’arbitro non doveva estrarre il secondo giallo. Da quel momento abbiamo perso il controllo della partita. Siamo rimasti in gara fino al pareggio, poi, una volta superati, ci siamo gettati in avanti lasciando a loro il contropiede aprendoci alla loro manovra anche con la linea a 3 dietro». Partita equilibrata, fino al gol di Cattelan. «Fino a quel momento giocavamo alla pari anche con un uomo in meno, poi siamo crollati. Tenevamo molto a questa partita ma sapevamo che loro erano in salute. Sono contento siano salvi anche per l’amicizia che mi lega a Feltrin, noi faremo i punti che contano nelle prossime gare». L’espulsione? «Sono stato espulso per aver richiamato al rispetto Cattelan che aveva sfottuto la panchina e il sottoscritto».

Ore 18.20 – (Tribuna di Treviso) Un Feltrin euforico racconta negli spogliatoi una partita dai due volti ma preziosissima ai fini della salvezza. «Gara da due facce – esordisce– loro meglio nel primo tempo e noi nel secondo. Abbiamo adottato lo stesso modulo di domenica scorsa ma abbiamo faticato a ripartire e sbagliato molto davanti. Poco precisi in fase di finalizzazione e a centrocampo nella costruzione del gioco». Gli avversari avevano chiuso in avanti. «Il Montebelluna ha fatto bene nei primi 45’ e hanno trovato il gol alla fine per una nostra disattenzione; con Zanette fuori per infortunio, Alvise Nobile ha lasciato libero Savio dalla marcatura». Dopo l’espulsione tutto è cambiato. «Siamo ripartiti più aggressivi con il baricentro più alto e ci sono stati di aiuto l’espulsione e il loro calo di rendimento». Nonostante la vittoria, alcune mancanze. «Abbiamo sbagliato alcune rifiniture e troppi passaggi ma abbiamo fatto un passo in avanti e ci siamo avvicinati al nostro traguardo». Un proposito per il prosieguo del campionato. «Non dobbiamo mollare e poi potremo pensare a divertirci. Nemmeno noi pensavamo di arrivare a 39 punti a 8 dalla fine. Unico neo le tante ammonizioni, forse l’arbitro è stato un po’ troppo fiscale.

Ore 18.10 – (Tribuna di Treviso) Minuto di raccoglimento per la scomparsa del giovane arbitro Luca Colosimo, morto in un tragico incidente stradale in Piemonte e squadre subito a darsi battaglia. In palio 3 punti fondamentali per rinsaldare il posto in classifica e restare a ridosso della zona play off, il più lontani possibile dalle zone calde. Il Montebelluna gioca un bel primo tempo; domina, chiude in vantaggio e si suicida dopo 10’ del secondo tempo. Fabbian rimedia il secondo giallo, lascia i suoi in inferiorità numerica e il Montebelluna sparisce lasciando gioco e campo al Mogliano che pareggia, sorpassa e chiude i conti vendicando la sconfitta dell’andata. Primi 10’ di studio da parte delle due compagini che giocano prevalentemente a centrocampo con i portieri mai impegnati. La prima vera occasione è degli ospiti con Garbuio che da fuori tenta il tiro di destro ma il pallone è calciato troppo debolmente per impensierire Noè. Leggermente meglio, comunque, il Montebelluna che cerca di giocare in scioltezza riuscendo a bloccare sul nascere le iniziative moglianesi. La risposta dei padroni di casa arriva al 23’ con Cattelan che prova il gol da fuori area ma manda la palla abbondantemente sopra l’incrocio alla destra di Baù. Alla mezz’ora punizione da ottima posizione per Cattelan ma il suo tiro rasoterra è troppo centrale. L’Union sembra svegliarsi e inizia a pressare alto: il Montebelluna soffre e sbanda in difesa ma si tratta di un fuoco di paglia. Al 35’ Garbuio prova su punizione sfruttando anche il vento a favore; la palla supera la barriera ma Noè è sicuro sul suo palo. Quasi allo scadere della prima frazione il Montebelluna sblocca meritatamente la partita. Cross di appoggio di testa di Garbuio, Savio, di prima intenzione va in rovesciata e schiaccia la palla a terra sul palo alla sinistra di Noè ormai battuto. Gran gol e partita che cambia al 44’ del primo tempo. Feltrin alza il baricentro già all’inizio della seconda frazione. Fuori Alvise Nobile, autore di una prova opaca, e dentro Casarotto per spingere di più. La mossa sembra funzionare e l’Union prova subito a mettere in carreggiata la partita. Nei primi 10’ della seconda frazione Casarotto, Nobile e Saitta ci provano da fuori e con azioni combinate. Al 12’ Baù deve compiere un autentico miracolo per mandare in angolo un tiro di Saitta destinato all’incrocio opposto. Ancora Saitta impensierisce la difesa con un tiro cross che Baù lascia sfilare vicino al palo. Il tiro era ben indirizzato ma il forte vento condiziona le traiettorie. In 10 contro 11 l’Union diventa padrone del campo e arriva al pareggio con Cattelan che si fa trovare pronto in area su un pallone vagante. Tiro di prima intenzione deviato da un difensore in disperato tentativo di allontanare e Baù battuto. 1 a 1 al 27’ st. È solo il preludio della rimonta. Ormai in possesso del centrocampo la squadra di Feltrin macina gioco e al 32’ colpisce con Nobile di testa che raccoglie sul secondo palo un cross di Niero dalla sinistra. Vantaggio meritato e sorpasso per i padroni di casa. Il Montebelluna si butta in avanti e lascia praterie al contropiede avversario. Ancora Nobile si smarca bene e tenta la conclusione da fuori mandando alto. Al 37’ st Visinoni chiude la partita. Manovra avviata da Busetto che apre a destra per Cattelan che mette in mezzo, sul pallone si avventa Nobile che non controlla ma, nell’errore, manda fuori tempo Baù. Per l’accorrente Visinoni appoggiare a porta vuota è un gioco da ragazzi. Passano solo 2’ e Visinoni va vicino alla doppietta personale con un preciso diagonale che sfiora il palo. Il Montebelluna non molla e cerca di accorciare le distanze, ma nonostante i buoni propositi i ragazzi di Pasa non si avvicinano mai alla porta. Per l’Union 3 punti preziosissimi.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Anche Andrea Moretto così come il mister Andrea Pagan nel dopo partita sottolinea come oggi sia mancata quella «cattiveria» agonistica che invece ha messo in campo il Giorgione. «Noi abbiamo giocato con meno ritmo rispetto al Giorgione – attacca Moretto prima di entrare negli spogliatoi – soprattutto nel primo tempo abbiamo sofferto la loro corsa, effettivamente loro correvano più di noi ed è per questo che non siamo riusciti ad essere pericolosi. Poi nella ripresa siamo cresciuti senza però essere in grado di affondare i colpi». Merito della difesa avversaria ? «Non solo direi, anche il loro attacco ha fatto un gran partita, hanno sempre corso e cercato di pressarci anche quando avevamo noi il pallone, costringendoci così a giocare in maniera non ottimale. Forse non hanno avuto tantissime occasioni da gol ma dal punto di vista della corsa davvero hanno inciso molto sull’economia del gioco del Giorgione». Dopo questo pareggio nella vostra testa che obiettivo ci si pone ? «Abbiamo già una buona classifica ma non dobbiamo mai abbassare la guardia, il primo obiettivo è quello di migliorare in questo girone di ritorno il bottino di punti fatto nell’andata (26 punti) e quindi c’è anche la possibilità di giocare per i play off, sarebbe un bel traguardo per una squadra che era partita per salvarsi. Comunque non dobbiamo montarci la testa o rilassarci altrimenti rischiamo di fare delle partite come quella di oggi dove ci manca quel pizzico di grinta in più per vincere».

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Se devo essere sincero oggi mi aspettavo qualcosa di più ma il punto va comunque bene». Non si nasconde Andrea Pagan nel dopo partita, la sua squadra ha fatto un passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni ma c’era anche un avversario ben determinato da affrontare in campo. «Oggi il Giorgione era davvero determinato ed aggressivo – aggiunge il mister della Clodiense – era difficile superarli, si tratta di una squadra che ha lottato con il coltello tra i denti e noi forse non abbiamo avuto la stessa cattiveria agonistica e anche quel ritmo che abbiamo avuto in altre partite». C’è stato un pò di rilassamento dopo i recenti risultati positivi? «Può anche essere che i ragazzi abbiano un pò rifiatato ma comunque oggi loro hanno avuto solo un’occasione nel finale quando hanno sfruttato un nostro errore. Non voglio sminuire la prova degli avversari ma effettivamente i loro cinque minuti finali sono stati frutto più che altro di alcune nostre leggerezze». E per il futuro ? «Dobbiamo ritornare ad avere quello spirito che c’è stato sino a domenica scorsa, oggi dopo questo pareggio vedo i ragazzi delusi come ci fosse stata una sconfitta questo significa che vogliono raggiungere certi obiettivi, che c’è ancora la voglia di migliorare e di fare bene in ogni partita a partire dalla prossima domenica. Se vogliamo arrivare a certi traguardi, come possono essere i play off, bisogna giocare alla “morte” in ogni partita».

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Gianmarco Vio è stato uno dei migliori in campo, rientrato al centro della difesa dopo la sfortunata prestazione di Trieste il giovane ex Padova ha saputo controllare al meglio gli attaccanti della Clodiense. «Sì, buona partita anche se effettivamente cercavamo la vittoria – attacca Vio nel dopo gara – loro sono un’ottima squadra e lo si è visto in campo, una squadra che ti concede poco e che arrivava da un ottimo periodo di forma, noi cercavamo di riscattarci dopo le due sconfitte consecutive e direi che ci siamo riusciti sotto il profilo del gioco mentre per i punti un po’ meno». Nel finale però avete sfiorato la vittoria. «Si, abbiamo avuto delle ottime occasioni con Stefano Bizzotto, peccato perché forse la vittoria ci stava tutta e ci serviva pure. Comunque è stata una partita davvero tirata per 90 minuti e l’aver spinto anche nel finale dimostra che la squadra è in salute e può continuare a cercare dei risultati positivi anche nelle prossime partite». Domenica andrete contro la capolista. «Sappiamo che all’Euganeo sarà durissima ma dopo questa partita siamo consapevoli anche delle nostre forze, abbiamo riconquistato quella fiducia che forse si poteva perdere dopo le due sconfitte consecutive contro Triestina e Belluno, ora stiamo meglio!».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) «Bene sia per il punto ottenuto che per la prestazione». È un Antonio Paganin soddisfatto quello che accoglie il pareggio raccolto in casa contro la Clodiense. «Contro un’ottima squadra che si trovava in ottimo momento di forma abbiamo dimostrato che siamo in salute – continua il mister del Giorgione – ho visto i miei ragazzi molto concentrati ed infatti non abbiamo quasi mai subito il gioco degli ospiti, il pareggio è giusto ma le occasioni migliori per segnare le abbiamo avute noi, soprattutto nel finale quando Bizzotto per poco non ci regalava la vittoria, ma va bene così». Una prova diversa rispetto a quella di domenica scorsa? «Non direi, se non per il risultato! Questa era la stessa partita che stavamo facendo anche contro il Belluno, lì però l’espulsione di Bevilacqua ha cambiato gli equilibri in campo perché altrimenti poteva andare a finire in maniera ben diversa. Oggi (ieri, ndr) comunque abbiamo concesso davvero poco, quasi niente, ad una squadra che ricordo è l’unica squadra imbattuta del girone di ritorno, una squadra ben quadrata messa in difficoltà dal Giorgione». Fiducioso per il futuro e la partita di domenica a Padova? «Direi di sì, stiamo bene fisicamente perché abbiamo lavorato a fondo proprio per dare “benzina” a questa squadra che ora si sta ricompattando e sta crescendo in vista del finale del campionato. Domenica andiamo a Padova ma siamo consapevoli delle nostre forze».

Ore 17.20 – (Tribuna di Treviso) Subito in infermeria. Eberle ha preso una botta al ginocchio, ma non dovrebbe essere niente di preoccupante; Episcopo ha il sacchetti del ghiaccio in testa, sotto c’è un bernoccolo, ma passerà. Gli chiediamo come sta. «Ho un bernoccolo, magari è la volta che metto la testa a posto… A parte gli scherzi, stiamo bene, i risultati non ci danno ragione, ma a livello di gioco siamo su una buona strada. Si poteva anche vincere, vorrà dire che andremo a Padova a fare il colpaccio. In fondo è nelle nostre corde, l’abbiamo fatto l’anno scorso a Pordenone e quest’anno con l’Altovicentino». Aspettando per domenica prossima un’altra puntata degli “Epi Days”, sentiamo cos’ha da dirci il mister ospite Pagan. «Per com’è andata mi tengo stretto il pareggio. Giorgione ottima squadra, ha avuto anche nel recupero un paio di momenti in cui poteva far gol, nati però da errori difensivi nostro. Loro forse avevano più fame di noi». Clodiense che finora nel girone di ritorno non ha mai perso. Paganin è contento della prestazione dei suoi e guarda con fiducia al futuro. «Abbiamo fatto bene, Clodiense squadra molto tosta, ricordiamo che ha imposto il pari a Padova e Altovicentino. Delle due squadre quella che ha più da recriminare siamo noi, ma possiamo guardare avanti con fiducia: la basi ci sono, stiamo seminando e il raccolto arriverà. Abbiamo fatto bene sia oggi con una squadra difficilissima, che con il Belluno, nonostante il risultato, in inferiorità numerica per gran parte della gara». Il Giorgione appare in ripresa atletica, i palloni vengono domati con più lucidità, si commettono meno errori, i riflessi sono più pronti. «A breve cambieranno le temperature e credo che la nostra squadra si farà trovare in buona condizione. Dopo la trasferta di Padova avremo alcune partite che potrebbero essere decisive per noi e ci stiamo arrivando in buona forma psico fisica. Ho fiducia in questa squadra, sia nel breve che nel lungo periodo».

Ore 17.10 – (Tribuna di Treviso) Una dimostrazione di ottima sufficienza per il Giorgione e di mediocre eccellenza per la Clodiense. Ne vien fuori uno 0 a 0 che più 0 a 0 non si può per 90′, con i brividi concentrati tutti nel recupero, quando Stefano Bizzotto, subentrato a Episcopo, ha un paio di occasioni, di cui una colossale, per far pendere l’ago della bilancia dalla parte del Giorgione. La cronaca degli episodi rilevanti di questo incontro si riduce alle poche righe di cui sopra (si potrebbero segnalare un paio di bei tiri da fuori ospiti e un paio di affondi rossostellati con Epsicopo e Gazzola a voler fare i pignoli), meglio, così abbiamo l’occasione per fare il punto della situazione e analizzare il momento tecnico-tattico e fisico della squadra di Paganin. E cerchiamo di spiegare perchè abbiamo giudicato questa partita del Giorgione ottima in un quadro di sufficienza. Il quadro è di sufficienza perchè fiammate vere e proprie, a parte il momento caldo nel recupero, non ce ne sono state: giocate sopra le righe non se ne sono viste, ma nemmeno sotto. Di ottimo in questo quadro apparentemente piatto, c’è che il Giorgione non ha praticamente commesso errori in particolare in difesa, grazie a una prestazione molto attenta e concreta dei centrali Vio e Fontana, sorretti ai lati da Eberle e Maran, oltre all’interdizione di Giacomazzi e Vigo davanti alla difesa. Restano le difficoltà a trovare le via della rete, con Gazzola che fatica a tornare decisivo; Episcopo e Podvorica sono buone spalle ma non sono attaccanti dal piede caldo e da doppia cifra. Baggio, del gruppo quello cui prudono maggiormente i piedi, continua a non incontrare i favori di Paganin, mentre Mattioli pare in ripresa. Questa squadra, per trovare le fiammate e rompere l’appiattimento da centrocampo in su, ha bisogno di giocare e far girare palla, soprattutto in verticale. Ma per farlo ha bisogno di condizione fisica. E qui troviamo un altro spunto per alimentare ottimismo. Per la prima volta dalla sosta di Natale, il Giorgione ieri è apparso veramente in crescita di condizione fisica. Bene negli anticipi, pochi errori in fase di palleggio e appoggio, vari momenti di lucidità nel cercare e trovare la giocata precisa, Clodiense (quinta non a caso con ambizioni in ascesa) che conseguentemente, venuta a Castelfranco per mordere, si è ritrovata infilata una museruola. Paganin ha in qualche modo confermato che conta di avere il Giorgione a posto di gambe e di testa per la parte cruciale del torneo, con il cambio delle temperature. Dopo Padova, 3 scontri fondamentali: Legnago, Dro e Kras Repen. Fine inverno ancora complicato, ma inizio primavera di cauto ottimismo.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Paolo Beggio lo dice chiaro e tondo, a fine partita. «Dovevamo non perdere». E quindi, si può dire che la missione è compiuta. Ha ragione il tecnico dell´Arzichiampo, perché un risultato negativo avrebbe fatto ripiombare la squadra nella “crisetta” di un girone fa. «Volevamo cambiare il finale del film visto all´andata». «È stata una gara sofferta come me la immaginavo – dice -, perché il Legnago è una squadra di qualità con giovani interessanti. Infatti, ancora mi chiedo come possano essere in quella posizione di classifica». Ma l´applauso più grande Beggio lo riserva al suo staff: «Era difficile tirare fuori ancora tutte queste energie dopo la gara contro il Padova, se ci siamo riusciti è merito anche del nostro preparatore Paolo Guderzo».

Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Missione compiuta. Spauracchio scacciato. Però, che fatica. Paolo Beggio aveva ragione: è bugiarda la classifica di questo Legnago, che è squadra tosta, infarcita di giovani di qualità e gioca senza paura. E quindi, è più che buono il punticino portato a casa dall´Arzignanochiampo. Con il rigore realizzato ieri, Trinchieri raggiunge quota 15 gol in campionato: praticamente la metà di quelli realizzati dall´intera squadra (33). Dire che l´attaccante argentino sia decisivo, sembra fin troppo poco. Ecco quindi che la Banda Beggio aggiunge un altro mattoncino nella sua personale scalata, arriva in quota a 39 punti e comincia a respirare aria di salvezza. Anche perché sono 9 i punti di distacco dall´ultima squadra a oggi invischiata nella zona playout, il Giorgione. Beggio rispetta le idee coltivate in settimana e sceglie il piano B, preferendo il ´96 Crestani in coppia con Trinchieri e facendo così rifiatare il coetaneo Urbani. A centrocampo, invece, Tecchio riprende la sua maglia da titolare dopo i due turni di squalifica. Ma la notizia più bella della giornata è certamente il rientro in campo di Federico Marchetti, a distanza di 98 giorni dall´infortunio rimediato nel derby contro l´Altovicentino. «Il suo ritorno ha dato morale a lui ma soprattutto all´intera squadra, perché sappiamo quanto possiamo contare su Federico», dirà Beggio a fine partita. SUBITO SOTTO. L´inizio, però, ha il sapore della beffa. Perché il Legnago certo non ha paura, e già al 4´ il cross di Valente assomiglia più a una conclusione che finisce sul fondo. L´Arzichiampo risponde creando come sa fare: Fracaro confeziona l´assistenza per Carlotto, ma la sua conclusione termina di poco fuori. Ma è proprio quando la Banda Beggio è all´attacco che il Legnago colpisce. Valente lancia il contropiede, Fioretti raccoglie, mira il palo e imbuca lo 0-1 (8´). La doccia è freddissima e la squadra di Orecchia prosegue. Dall´Amico prima sventa una punizione, poi salva in corner la conclusione di Zambrano. Ma l´Arzichiampo stavolta non soffoca. E a prenderlo per mano ci pensa Carlotto, prima con un calcio piazzato (26´), poi lanciando Trinchieri che però conclude a lato (38´). Il ritmo non cambia nemmeno dopo il té, e l´Arzichiampo macina gioco prima con un pregevole uno-due tra Fracaro e Trinchieri (5´), poi con un tiro in mischia di Simonato (7´). Ma l´occasione più ghiotta capita sui piedi del solito Carlotto che al 20´ vede il suo tiro cross salvato sulla linea da Cybulko. È qui che Beggio decide di giocarsi il tutto per tutto. Dentro anche Draghetti, e avanti tutta. Sarà proprio lui a procurarsi il rigore, due minuti più tardi. E al 30´, dal dischetto, Trinchieri fissa il risultato sull´1-1 finale.

Ore 16.40 – (Trentino) Mastica amaro, anzi amarissimo, a fine gara l’allenatore droato Stefano Manfioletti. «E’ un gran peccato – queste le parole del tecnico gialloverde – aver subito il pareggio ad un quarto d’ora dalla fine e in questo modo. La squadra ha disputato un’ottima partita, sia in fase di possesso che quando si trattava di difendere: siamo stati attentissimi e precisi, sia con la difesa a quattro che con il modulo a cinque e il Belluno ha trovato il pareggio su di un episodio quantomeno dubbio. Il pallone stava uscendo in fallo laterale, i giocatori avversari non hanno minimamente protestato nell’occasione e, invece, il direttore di gara ha deciso di fischiare il rigore. Anche all’andata, purtroppo, era andata così (e poi Corbanese ammise che il penalty non c’era, ndr). Ripartiamo dalla prestazione. Se poi voglia dirla tutta al danno si aggiunge anche la beffa visto che, in occasione del calcio di rigore, è stato ammonito Bazzanella: il giocatore era diffidato e, al pari di Colpo (anch’egli sanzionato ieri con un cartellino giallo, ndr), sarà squalificato domenica prossima».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il girone di ritorno è sempre più difficile: la regola aurea di Simone Bertagno. Il metronomo del Belluno ieri ha dovuto agire molto più vicino alla sua area e cercare palla indietro, per trovare maggiore spazio di manovra contro una squadra chiusa. «Il girone di ritorno è sempre così – sentenzia Bertagno -. Le squadre hanno bisogno di punti e si chiudono. Noi, peraltro, non siamo in un momento felice. Perché la coperta è corta e siamo poco brillanti. Però non possiamo regalare gol come oggi (ieri, ndr). Se vai sotto, poi diventa difficilissimo recuperare. In questo periodo, è necessario vivere sulle poche occasioni create e non far segnare gli altri. Dobbiamo resistere. E soprattutto dobbiamo continuare a tenere d’occhio i playoff: brucerebbe non arrivarci».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Meno tecnica e meno cinismo: uguale pareggio. Anche l’1-1 contro il Dro diventa normalità, in assenza di due caratteristiche fondamentali del Belluno. «Per il resto, dobbiamo migliorare» dice Ivan Merli Sala. Il difensore ieri ha recitato da protagonista. Ha cercato e conquistato il rigore che ha permesso a Corbanese di pareggiare i conti. Ma al di là della soddisfazione per aver fatto sentire la sua presenza nell’area avversaria, Merli Sala mastica amaro per il contropiede che ha consentito al Dro di passare in vantaggio. «Dobbiamo essere più svegli. Subìre una ripartenza simile non va bene. In ogni caso, con una partita in salita e con la poca brillantezza di questo periodo, ci teniamo stretto il pari». Il centrale fissa l’obiettivo a breve: far passare indenne il periodo fino a Pasqua, e poi ricominciare a macinare gioco, come il Belluno sa fare. «Dobbiamo far passare questo mese e poi cercare di arrivare il meglio possibile in classifica – prosegue Merli Sala -. Siamo ancora in corsa per tutto. Dobbiamo non accontentarci dei punti che abbiamo in questo momento».

Ore 16.10 – (Corriere delle Alpi) Pareggio in rimonta. Mister Vecchiato, nonostante il misero punto conquistato, fa i complimenti alla sua squadra e sottolinea che queste partite si possono anche perdere. Non è stato un match bellissimo quello visto al Polisportivo, il gol subito dopo pochi minuti ha messo in difficoltà la squadra bellunese, che ha dovuto impegnarsi non poco per acciuffare un pareggio. La rete del Dro dopo 7′ ha lasciato perplesso il mister gialloblù che vuole rivedere le immagini per capire bene cosa sia successo: «Quando subisci gol ci sono sempre delle responsabilità», commenta mister Vecchiato, «in questo caso la palla è entrata in rete davvero piano, pensavo ci fosse stata una deviazione ma ho bisogno di rivedere l’azione per capire come sono andate le cose». Il Belluno sta facendo molta più fatica nella seconda parte di stagione tra squalifiche, infortuni e cessioni. Tutto questo però non deve essere un alibi. «È troppo facile parlare di assenze», continua Vecchiato, «è vero che non abbiamo una rosa di venticinque giocatori, ma chi sta giocando, sta sempre dando il massimo. Siamo in pochi e questo è un dato oggettivo, di conseguenza siamo una squadra totalmente diversa rispetto a quella di novembre. La Sacilese ci ha superato? In questo momento sono più forti di noi, non ho nessun problema a dirlo, a novembre probabilmente non lo erano. Nonostante tutto, nel girone di ritorno abbiamo perso solo due partite e una di queste era con il Padova. Facciamo più fatica a vincere perché non si possono più correggere le partite in corsa. Anche oggi in panchina avevo molti giovani e cinque di questi sabato hanno giocato 90′ con la juniores». «Cosa mi aspetto ora? Intanto di recuperare Yari Masoch e Paolo Pellicanò, poi guardiamo anche alla classifica “Giovani d valore” in cui siamo in corsa per una buona posizione». Un Belluno giovanissimo. Oltre a Davide Canova, alla sua seconda partita da titolare in serie D, mister Vecchiato ha fatto esordire anche il giovane promettente Jacopo Paier, anche lui classe 1998.

Ore 16.00 – (Corriere delle Alpi) Un Belluno decimato dalle assenze conquista un punto in casa contro il Dro. Nonostante tra le due squadre in classifica ci fosse un divario di quasi venti lunghezze, i gialloblù sono riusciti a portare a casa un solo punto, rimontando il vantaggio iniziale dei trentini. Il Dro è passato dopo 7’ con il contropiede orchestrato da Cicuttini e finalizzato dal giovane Proch. Sotto di una rete, la banda di Vecchiato non si è risparmiata, trovando il pareggio al 75′ con il calcio di rigore guadagnato da Merli Sala e trasformato da Simone Corbanese. Ma in campo non si è vista la squadra brillante ammirata nel girone di andata, complici le numerose assenze tra infortuni e squalifiche. Mister Vecchiato è costretto a lasciare in tribuna Mosca, oltre agli infortunati Mascoh, D’Incà e Pellicanò. Posocco, dopo l’attacco influenzale di venerdì, non è nemmeno convocato e quindi le scelte per il tecnico sono quasi tutte obbligate. Tra i pali c’è Solagna mentre la difesa è composta da Pescosta e Pagan sugli esterni e Merli Sala e Sommacal al centro. A metà campo Bertagno va in cabina di regia supportato da Miniati e dal giovane Canova, classe 1998, che inizia da titolare per la seconda volta in questa stagione. Davanti Corbanese e Radrezza guidano l’attacco, alle loro spalle c’è Duravia. Mister Vecchiato in panchina ha Di Bari e Schincariol, entrambi classe 1995, i restanti sono tre 1997 e due 1998. La partita comincia subito in salita per il Belluno che dopo soli 7’ va sotto. Cicuttini si invola in contropiede, la difesa gialloblù si fa trovare scoperta, e il numero nove trentino serve in mezzo Proch che non colpisce bene la sfera, ma prende in controtempo Solagna che va giù troppo presto e si fa scavalcare dalla palla. Capitan Radrezza protesta a lungo per un fallo di mano di un difensore che avrebbe dato il via all’azione del Dro, ma l’arbitro non ascolta ragioni e convalida la rete. Sotto di un gol il Belluno prova a reagire, ma la banda gialloblù non dimostrano la solita manovra fluida. Il primo sussulto dei padroni di casa arriva al 25′ con la bella giocata di bomber Corbanese che difende palla e spara dalla distanza, ma Bonomi in due tempi riesce a fermare la conclusione. Nel finale Radrezza libera in area ancora il numero nove gialloblù, che in girata da pochi passi non trova la porta. Il primo tempo si conclude con i trentini in vantaggio e con un Belluno non brillante che in 45’ non si è mai reso veramente pericoloso. Nel secondo tempo i padroni di casa cambiano marcia e mettono sotto assedio il Dro. Mister Vecchiato dopo una manciata di minuti richiama Canova e butta nella mischia Di Bari che va al centro della difesa, a sinistra scala Sommacal e si sposta in avanti Pescosta. Al 59′ Duravia crossa in area e Sommacal si avventa in acrobazia, ma il difensore gialloblù viene disturbato e non riesce ad inquadrare la porta. Una manciata di secondi dopo è Miniati ad avere una buona occasione, ma il tiro, nonostante la buona posizione, non inquadra la porta. La squadra gialloblù fatica a trovare il guizzo vincente che però arriva alla mezzora su calcio di rigore. Bazzanella spinge in area Merli Sala che finisce a terra e l’arbitro assegna il penalty ai gialloblù. Dal dischetto il “Cobra” non sbaglia e tocca quota diciotto reti in stagione. Nel finale il neo entrato Bortolotti scalda i guantoni a Solagna, che respinge come può il missile sparato dalla distanza. Sul capovolgimento di fronte il neo entrato Pajer ci prova di testa ma senza spaventare Bonomi.

Ore 15.50 – (Trentino) «Sfortuna durante tutto l’anno» analizza il tecnico del Mezzocorona Luca Lomi. «Infortuni di Baltieri, Misimi, Cristanelli e tutte le altre cose di cui eravamo a conoscenza hanno compromesso il tutto. Abbiamo comunque fatto un buon primo tempo, poi dopo l’uno a zero qualcosa è cambiato. Brutta metamorfosi tra primo e secondo tempo, in cui siamo stati davvero troppo brutti. La settimana scorsa mi sono preso le mie responsabilità, questa volta è diverso. Oggi (ieri, ndr) siamo sembrati davvero allo sbando». Con l’infortunio di Folla nel finale di primo tempo e Fochesato squalificato, Luca Lomi ha dovuto reinventare l’intero pacchetto arretrato. Il mister conclude parlando dell’ottimo debutto dal primo minuto del classe 1997 Marco Osti. «È un ragazzo davvero interessante – dice il tecnico -. Ha dimostrato che può starci, e ha fatto una buona partita. Ha qualità tecnica e corsa, fisicamente si deve ancora fare, perché chiaramente è molto giovane. Ha una ottima personalità».

Ore 15.40 – (Trentino) Sacilese troppo forte, il Mezzocorona crolla quattro a zero. Primo tempo in cui la formazione rotaliana gioca una buona gara, ma bomber Sottovia al 35′ rompe gli equilibri, e nelle ripresa i friulani dilagano, con il numero 9 che realizza un poker di reti. Primi minuti di gioco piacevoli, anche se di occasioni da rete ce ne sono davvero poche. Entrambe le formazioni giocano bene palla a terra e la prima conclusione della gara arriva al 16′, dopo una bella azione nello stretto degli attaccanti friulani, con Spagnoli che calcia dal limite dell’area di rigore, ma un difensore devia in angolo. Al 19′ ancora Sacilese in avanti con Sottovia che si gira bene, ma spara addosso a Zomer che blocca. Gli ospiti, in virtù anche del loro terzo posto in classifica, alzano i ritmi e si fanno vedere dalle parti di Zomer con maggiore frequenza, ma il Mezzocorona è ben messo in campo, e in un modo o nell’altro copre bene gli spazi. Fino al 35′, quando Sottovia porta avanti i suoi. Spagnoli, con un filtrante millimetrico, taglia la difesa dei rotaliani e mette Sottovia davanti alla porta, con il numero 9 bravo nel battere Zomer con un diagonale preciso. Al 43′ i ragazzi di Luca Lomi si rendono pericolosi: bella azione personale di Caridi che libera il classe 1997 Osti che, dai venti metri, lascia partire un bel destro che finisce sopra la traversa di poco. La ripresa vede l’immediato raddoppio della Sacilese. Mboup calcia da posizione defilata, Rossi devia e spiazza Zomer, con Sottovia a mettere in rete da pochi passi. Al 48′ la reazione del “Mezzo” è affidata a Osti, davvero buona la sua prestazione, che calcia dalla distanza, ma Favaro blocca. Al 53′ Peressini dai venti metri ci prova con il destro, ma l’estremo difensore di casa para in due tempi. Al 56′ Zomer si esalta: prima Sottovia arpiona un pallone nel cuore dell’area di rigore e spara con il destro, il portiere del “Mezzo” respinge, sulla ribattuta Beccia calcia a botta sicura, ma ancora il numero 1 mette in angolo a mano aperta. Tre minuti dopo, però, Zomer non può nulla su bomber Sottovia che, a porta vuota, insacca uno splendido suggerimento di Mboup. Il Mezzocorona dopo il terzo gol subito non ha più la forza di reagire, e al 63′ Boscolo di rende pericoloso con un tiro dai 25 metri, ma il pallone termina a lato. Al 68′ si vedono in avanti i padroni di casa: Rizzi scende bene sulla sinistra, serve Bentivoglio che gira il pallone per Caridi che calcia dal limite dell’area, ma il pallone sorvola la traversa di poco. La Sacilese dilaga: al 74′ Caridi perde un brutto pallone nella propria metà campo, Stiso serve lo scatenato Sottovia che con il mancino batte Zomer con una bordata sul primo palo. Nel finale la terza forza del campionato va vicina al quinto gol, ma la difesa si salva in un modo o nell’altro. Da segnalare negli ultimi minuti il debutto tra i pali del Mezzocorona di Elmar Filippi, classe 1998.

Ore 15.30 – (Trentino) Rilassato, piuttosto fatalista, ma nel contempo moderatamente soddisfatto il mister vicentino, Diego Zanin: «Avendo sbloccato la partita e raddoppiato nei primi dieci minuti, l’incontro s’è incanalato sui giusti binari. A seguire, ho chiesto ai ragazzi di provare alcune soluzioni tattiche che abbiamo studiato in allenamento per verificare se adatte nel prosieguo del campionato. Il distacco dal Padova c’impone di vincere sempre; ma per cercare di provarci dobbiamo essere sempre presenti sul pezzo. Ecco, col Mori lo siamo stati, ma il difficile deve ancora arrivare». Il collega Davide Zoller precisa: «Una gara difficile. Abbiamo cercato di onorarla cercando di giocare la palla, anche se l’avversario è di categoria superiore. I due gol iniziali potevano preludere ad una goleada ma questa non si è concretizzata perché i ragazzi si sono ricompattati, hanno provato qualche ripartenza interessante, ed hanno limitato i danni. Ora, finito il ciclo terribile, incontreremo squadre, più abbordabili, con le quali auspico sapremo giocare, come in passate occasioni, alla pari».

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Tutto troppo facile per l´Altovicentino che fa un sol boccone del Mori e continua la sua corsa. È durata poco la sfida, finita 3-0 per i vicentini e decisa praticamente nel primo quarto d´ora. La chiave della vittoria dei ragazzi di Diego Zanin sta tutta nell´avvio decisivo e nel buon impatto con la gara. «Sapevamo di trovare un Mori Santo Stefano chiuso e con una difesa difficile da scardinare – ha analizzato al termine della partita il tecnico dell´Altovicentino – ma l´avvio è stato ottimo e così siamo riusciti a mettere la gara sui nostri binari dopo soli undici minuti di gioco».
Zanin si dice contento soprattutto per la prova dei suoi in mezzo al campo, anche se muove comunque un appunto alla squadra. «Sono soddisfatto della prestazione dei nostri centrocampisti – ha detto -, sia in fase difensiva che offensiva, ma più in generale il 3-5-2 sta continuando a rispondere bene e ci permette di supportare al meglio le nostre punte». «Forse avremmo potuto cercare subito, e con maggior decisione, la terza rete per stare più tranquilli nel corso della ripresa – ha concluso Zanin -, ma abbiamo rischiato poco e soltanto su alcune palle inattive».

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Terzo successo consecutivo per l´Altovicentino. La partita contro il fanalino di coda Mori Santo Stefano, infatti, dura poco meno di un quarto d´ora, il resto della gara è pura accademia per i ragazzi di Diego Zanin. L´Altovicentino parte a razzo e dopo appena 4´ il risultato si sblocca. Il lungo lancio di Logofatu scavalca Dossi, Burato addomestica la sfera e serve l´accorrente Pozza che di prima intenzione trafigge Rossatti. I moriani non si scuotono e quattro giri di lancette più tardi Cozzollino fa da torre per Gambino che gonfia nuovamente la rete, ma l´arbitro annulla per fuorigioco. Il raddoppio dei veneti è rinviato soltanto di 3´ e giunge sugli sviluppi di un corner dalla sinistra. Burato trova la testa di Di Girolamo che sul primo palo anticipa Sceffer e costringe Rossatti a raccogliere per la seconda volta il pallone in fondo al sacco. Alla prima proiezione offensiva, però, i tricolori di casa potrebbero riaprire il match. La punizione di capitan Cristelotti giunge a Prünster che in spaccata spedisce a lato. La formazione di Zanin non si scompone, ma al 21´ deve già operare la prima sostituzione con Pignat che prende il posto dell´infortunato Brancato. Resta, però, un buon momento per i locali. Al 23´ è Deimichei a non deviare un piazzato di Cristelotti e 60″ più tardi è Concli a lamentarsi per un presunto tocco di mano commesso da Gritti. La differente qualità fra le due squadre emerge evidente al 25´ quando Gambino, Cozzolino e Burato costruiscono una bella azione in velocità che non sortisce gli effetti sperati. Alla mezz´ora tocca al Mori dover usufruire del primo cambio, poi al 35´ è Ricci a sfiorare il gol della domenica con un corner velenoso che sbatte sull´incrocio dei pali. I moriani si fanno vedere con i tentativi dalla distanza di Eisenstecken e Cristelotti, poi prima dell´intervallo è ancora l´Altovicentino a sfiorare il terzo gol con Cozzolino (uscita tempestiva di Rossatti) e Gambino (mezza rovesciata a lato). La ripresa inizia con un gol annullato a Deimichei per offside, poi la contesa scorre senza sussulti e con i tricolori abili a far scattare la trappola del fuorigioco. Al 20´ Gambino non monetizza una bella assistenza di Pignat, ma la terza rete è rinviata solo di tre minuti. Gambino soffia la sfera a Parise e dal limite dell´area batte un Rossatti non esente da colpe. Alla mezz´ora la matricola di Zoller si lamenta per un contatto in area veneta, ma Deimichei rimedia solo un “giallo” per simulazione. Le emozioni nella ripresa giungono con il contagocce e prima del triplice fischio c´è poco da segnalare. Al 35´ Ricci non concretizza una bella serpentina di Pignat e poi al 42´ Sceffer appoggia a Deimichei che da posizione defilata non trova la porta.

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Gentili e Vigorito in vantaggio su Camisa e Bremec. Marino ha deciso la formazione da contrapporre questa sera al Catania, ma se dal centrocampo in su è tutto molto chiaro, nelle retrovie un paio di dubbi precedono la gara. E neanche la rifinitura è servita a fare chiarezza. In questi giorni sono salite le quotazioni di Gentili per affiancare al centro della difesa Brighenti, vista l´assenza per infortunio di Manfredini, alle prese con il recupero dalla piccola lesione al retto femorale sinistro. Potrebbe quindi toccare al difensore toscano vestire la maglia da titolare, con capitan Camisa che si accomoderebbe così in panchina. In porta Marino può scegliere tra Vigorito e Bremec e nonostante il secondo abbia dato grandi risposte al suo rientro contro il Pescara, il tecnico biancorosso sembrerebbe orientato ripresentare Vigorito, che è tornato ad allenarsi regolarmente con la squadra dopo il problema al ginocchio. Se Marino schiererà Vigorito e Gentili, il reparto arretrato sarà completato da Sampirisi a destra, Brighenti al centro e dal rientrante D´Elia a sinistra. Confermato il centrocampo con Moretti, Di Gennaro e Cinelli, l´attacco presenta una sola variazione: Petagna al posto di bomber Cocco squalificato. Laverone e Giacomelli agiranno come di consueto sulla destra e sulla sinistra. Dopo un intero girone, torna tra i convocati Ragusa. Davvero una bella notizia per il Vicenza e i tifosi biancorossi che tanto l´hanno aspettato dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, subìta proprio nella gara d´andata con il Catania a fine ottobre. L´attaccante, che nelle idee di Marino deve tornare a respirare l´aria del campo e delle gare ufficiali, potrebbe andare in tribuna ma vederlo in panchina non è escluso, perché nelle ultime settimane ha fatto registrare enormi progressi.

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza arriva alla gara di stasera contro il Catania (inizio alle 20,30) nel vero senso della parola sulle ali dell´entusiasmo dei suoi tifosi che ieri mattina, come scriviamo a parte, hanno voluto stringersi attorno alla squadra e al tecnico. Altro segno di buon auspicio la convocazione di Ragusa che lo stesso tecnico Marino ha così spiegato: «Per festeggiare: si fece male a Catania e lo riportiamo dentro al gruppo col Catania, deve ancora lavorare ma è giusto che cominci a respirare l´aria frizzante del ritiro, di sicuro sta facendo grandi progressi». Parliamo di formazione: tra Bremec e Vigorito chi giocherà? «Stanno tutti e due bene». L´altra volta, quando Bremec aveva recuperato dall´infortunio, alla domanda su chi avrebbe schierato tra i due lei rispose: e perchè non dovrei confermare Vigorito? «Sono situazioni diverse, quella risposta non c´entra nulla con oggi, poi al di là della condizione bisogna valutare tutto, l´importante è non avere problemi nel ruolo». Non ci sarà Cocco squalificato: un´assenza molto pesante in attacco. «Lo so, anzi è andato anche avanti molto con la diffida, sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto. Chiaro che sta dimostrando di essere in grande condizione e poi ha senza dubbio più esperienza di Petagna, però il ragazzo quando ha giocato, come a Bari, ha fatto gol e col Crotone si è impegnato molto: mi auguro ripeta quelle prestazioni». L´entusiasmo sale tra i tifosi biancorossi che sono venuti numerosi ad incitarvi. «Siamo contenti di quanto è successo, è stato bello e da qui alla fine cercheremo di dare altre soddisfazioni». Giocare in casa con questi tifosi è un bel vantaggio. «Certamente sì e lo è già stato, perchè nelle difficoltà hanno incoraggiato i ragazzi e questo si è sentito, noi siamo contenti anche di aver riportato tanto entusiasmo». Veniamo al Catania: naviga in brutte acque e non ha mai vinto una gara fuori casa. «Però l´ultima partita a Modena ha fatto molto bene, prima a Bari ha pareggiato ed è stato raggiunto solo all´ultimo, quindi è una squadra in crescita. I suoi due attaccanti (Calaiò e Maniero) hanno segnato 30 gol, ma poi ci sono altri giocatori di qualità e infine a gennaio il Catania ha preso più di qualche elemento che si adatta meglio alla categoria e in precedenza proprio questo, per me, era stato uno dei problemi della squadra». Lei siciliano… «Stabilito che ormai il Catania l´ho affrontato già diverse volte, è chiaro che è stato un bel periodo e poi mi ha dato la possibilità di arrivare in serie A, ma il mio pensiero oggi è solo per il Vicenza». Se ripensa ai suoi due anni da tecnico del Catania qual è il primo pensiero che le viene in mente? «Quando decisi di andare a Udine le mie due figlie me ne dissero di tutti i colori, si erano molto legate alla squadra, anche perchè quando giocavamo in casa venivano sempre allo stadio e per farmi cambiare idea mi facevano sentire i Cd con le canzoni del Catania». Torniamo al presente: i risultati delle altre partite della giornata sono favorevoli al Vicenza. «Ma l´importante è che facciamo bene noi altrimenti vanifichiamo tutto». Certo però se gli altri rallentano è meglio… «Questo sì, ma quelle sotto camminano, come il Perugia, il Lanciano, il Pescara che hanno vinto, io guardo tutta la classifica». Il Catania ha una coppia d´attacco formidabile con Calaiò e Maniero, ha studiato qualche contromisura? «Il nostro gioco non si basa sull´avversario di turno, cerchiamo di portare avanti una nostra identità, però è chiaro che quando si incontrano giocatori di questo spessore si deve fare molta attenzione, non lasciar loro molto spazio e non attaccare in modo scriteriato». Come lei spesso dice: ci vorrà pazienza? «Sempre, perchè se ci piglia la frenesia di far gol e cominciamo a buttare qualche palla o a forzare qualche giocata perdiamo quello che ci ha consentito di portare a casa tanti buoni risultati. Insomma, dovremo essere capaci di lavorare ai fianchi l´avversario fino a quando non si troverà lo spiraglio giusto».

Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Un altro buon mattoncino verso la salvezza. Lo 0-0 casalingo con gli emiliani dell’Imolese avvicina l’Abano al traguardo finale. L’analisi della gara è affidata al direttore sportivo Andrea Maniero. «Non è stata una partita bellissima – afferma a caldo l’ex attaccante di Padova e Portogruaro – Le due squadre hanno comunque lottato su ogni pallone e penso che il pareggio sia il risultato più giusto». Ad impreziosire il pomeriggio termale ci hanno pensato i Pulcini 2004, riusciti nell’impresa di aggiudicarsi il prestigioso torneo di Arco primeggiando davanti ad altre 63 squadre. Un altro risultato di spicco per il sempre florido settore giovanile aponense. Per chiudere, una notizia già ufficiale: il derby di campionato con l’Este del prossimo turno si giocherà in anticipo alle 14.30 di sabato.

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Pareggio a reti inviolate e un punto a testa nella sfida del girone D di serie D tra l’Abano di Massimiliano De Mozzi e l’Imolese di Attilio Bardi. Un risultato che rispecchia perfettamente quanto visto allo Stadio delle Terme di Monteortone in un pomeriggio fatto di tanti sbadigli e poche emozioni: inevitabile lo 0-0 finale, che porta comunque in dote ad entrambe le squadre un punticino prezioso in chiave-salvezza. La cronaca. Appena il tempo di prendere posto in tribuna che gli ospiti fanno subito vedere le streghe ai tifosi locali con il giovane esterno destro Marco Senese, che con un velenoso diagonale dal cuore dell’area centra in pieno il palo: sulla sfera si avventa come un falco Luca Carnesecchi, il cui tap-in vincente viene però annullato dall’arbitro per evidente posizione di fuorigioco (4’). L’Imolese carica a testa bassa, affidandosi alle geometrie dell’ottimo fantasista mancino Simone Tonelli e allo strapotere atletico del centravanti Giovanni Kyeremateng. Sono sempre i romagnoli infatti a pungere e alla mezzora è Thomas Ragazzini a divorarsi il gol del vantaggio sparando alle stelle di collo sinistro solo davanti alla porta. L’Abano stenta ad organizzare una valida reazione e in avanti l’inedito tandem offensivo Massimiliano Giusti-Enrico Bortolotto fatica a trovare un varco buono. La musica non cambia nella ripresa, con i padroni di casa attenti soprattutto a non scoprirsi e gli ospiti figli del «vorrei ma non riesco». Ne esce così un secondo tempo davvero anonimo, dove l’unico vero brivido lo regala quasi allo scadere ancora l’ariete romagnolo Kyeremateng, che cerca senza fortuna il jolly con una sassata dalla lunga distanza (87’). L’Abano controlla con ordine e senza grossi affanni e il risultato non cambia più. Finisce 0-0 e per i neroverdi termali la certezza matematica della permanenza in categoria è sempre più vicina. Non male per una neopromossa che in più di un’occasione ha dimostrato con i fatti di potersela giocare ad armi pari anche con le corazzate del girone.

Ore 14.00 – (Gazzettino) Quelli guadagnati contro il Fiorenzuola sono tre punti d’oro, che serviranno a consolidare il terzo posto in classifica. «Ho visto un grande spirito da parte dei ragazzi e un ottimo atteggiamento – conferma Gianluca Zattarin, allenatore dei giallorossi – La squadra ha messo la giusta intensità durante il primo tempo e potevamo chiuderla subito se avessimo fatto anche il terzo gol, ma alla fine va bene anche così perché non abbiamo mai sofferto. L’importante – continua il tecnico – era non prendere gol e ci siamo riusciti. Loro erano decimati, certo, ma noi avevamo fuori giocatori del calibro di Bonazzoli, Rubbo e Beghetto, per non parlare del fatto che Rondon non si è mai allenato per tutta la settimana». Ora l’Este è chiamato a difendere il terzo posto nell’anticipo di sabato, quando giocherà ancora in casa contro l’Abano. «Dobbiamo recuperare forze e giocatori – conclude Zattarin – È necessario preparare molto bene questo derby. Il nostro obiettivo è restare più in alto possibile in classifica da qui alla fine del campionato».

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Una pratica chiusa in venti minuti. Due gol, due a zero. Il risultato perfetto per l’Este, che doveva rompere la “battibilità” cronica della porta difesa da Lorello (16 partite), ormai abituato a raccogliere in fondo alla rete il golletto della domenica, nella buona e nella cattiva sorte. Una condanna, invece, per il Fiorenzuola, costretto a guardare il tabellino con meno soddisfazione, tra la completa mancanza di idee e una salvezza matematica non ancora raggiunta. In effetti, la formazione di Mantelli (rimaneggiata per le numerose assenze) non fa gli straordinari per sporcare la maglietta bianco-crociata dell’estremo di casa, che può dedicarsi così alla recita del Te Deum alle prime sbavature dei colleghi. Non sbagliano nulla Rondon e Turea, i due marcatori della domenica: il fantasista di Malo, con il diciassettesimo gol stagionale, ricorda a tutti di non essere solo un ottimo rifinitore, mentre l’esterno moldavo, in giornata di grazia, dimostra di non indossare la maglia da titolare per caso. La prima rete arriva al 10’, dopo un tentativo dalla distanza di Coraini: Rondon, però, infila Comune all’altezza dell’area piccola, sfruttando una sponda di testa di Lelj propiziata da una fiondata da rimessa laterale di Favaro. Passano 9’ e arriva pure il raddoppio. C’è di mezzo sempre Rondon, che indovina un cross per Turea che, prima litiga col pallone, poi tira qualche sportellata al diretto marcatore e infine insacca con un rasoterra. Il 2-0 non accontenta i ragazzi di mister Zattarin, che sfornano azioni d’attacco come pagnotte: al 26’ non si concretizza il triangolo fra Turea, Lelj e Rondon, mentre il traversone di Mario (28’) ispira l’inserimento ma non la mira di Coraini, che spedisce a lato di testa. Il solito Rondon impegna Comune sul finire del primo tempo, ma il portiere del Fiorenzuola para come può. C’è più Fiorenzuola e meno Este nella ripresa, anche se i rossoneri corteggiano l’area di rigore con tanto fraseggio e pochi affondi. L’ingresso in campo di Bernardelle (al posto di Coraini), ringalluzzisce il collettivo giallorosso: il «baby» dal ciuffo mesciato svaria su tutto il fronte d’attacco e si fa vedere per ben tre volte (75’,79’ e 86’) in area avversaria, seminando il panico in un momento di stanca generale. Il 3-0 non arriva ma l’Este si accontenta. Cambia poco, però, in classifica, perché Rimini e Correggese sono ancora là, rispettivamente a 14 e 5 punti di distacco.

Ore 13.40 – (Gazzettino) «Questa squadra è stata lasciata completamente sola al suo destino. Anche all’interno della società ormai non c’è più nessuno che ci aiuta». Sono le durissime parole del tecnico Vito Antonelli nel dopo gara. Una denuncia forte che rende ancora più duri i contorni della crisi che sta vivendo il San Paolo. «Oggi (ieri, ndr) non mi sono stati mandati giocatori della squadra juniores e in panchina avevo ragazzi con la febbre che sarebbero dovuti rimanere a casa e invece ho dovuto farli venire lo stesso. A questo punto ci riteniamo soli in mezzo al mare nel provare a vincere questa battaglia, non c’è aiuto da parte di nessuno». Neanche del presidente Tramonti (in biglietteria prima del match) o del direttore generale Cresta? «Non ho più notizie di Cresta da un po’ di tempo, non si vede più e non so dove è. Quando dico che siamo al buio significa che la squadra è lasciata al proprio destino. Però tra di noi c’è compattezza e proviamo a salvarci: se dovessimo riuscirci, sarebbe un miracolo sportivo. Non prendiamo soldi, nessuno ci dà una mano anche all’interno del club. Non vengono mandati giocatori dalla juniores, una cosa che non si è mai sentita in giro. Ho convocato giocatori che non sono venuti, è una cosa molto grave. Sarebbe da dimettersi perché le cose vanno fatte come dico io, però vado avanti e resto qui per questi ragazzi che se lo meritano tantissimo». Sulla gara sottolinea: «È un pareggio che può sembrare poco, ma per me recuperare una partita così è comunque un punto che alla fine può essere importante. Perderla sarebbe stata una mazzata, spero di fare risultato pieno da altre parti. Dopo essere andati sotto immeritatamente, siamo stati bravi a reagire subito e a trovare il gol. E abbiamo anche provato a vincerla». Ecco l’allenatore ospite Mario Vittadello: «C’è un po’ di amaro in bocca, per l’ennesima volta abbiamo preso un gol che non si può assolutamente subire. A tratti facciamo bene e a tratti siamo contratti per la situazione che stiamo vivendo e non è facile interpretarla». Meglio il primo tempo: «Sicuramente e bisognerebbe capitalizzare quello che si costruisce. Abbiamo avuto due-tre situazioni importanti e non le abbiamo concretizzate, è un po’ di partite che paghiamo queste situazioni. Dobbiamo fare meglio quello che stiamo facendo. Ma mi tengo questo pareggio che serve forse più a noi che a loro».

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) La paura fa novantesimo e partorisce un pareggio nel derby tra pericolanti. Tra Atletico San Paolo e Thermal Abano esce un 1-1 ansiolitico, depresso, sedato ed a rischio rimborso nel primo tempo dove nulla accade se non nell’istante finale, quando Cacurio mette a segno il rigore del momentaneo vantaggio aponense. Eppure, nonostante le grigie vicissitudini domenicali, i concomitanti risultati delle concorrenti in classifica (sconfitte per Fidenza e Formigine, pareggio per Romagna Centro) fanno accendere un cero a San Paolo ed aggiungono frizzantezza alla Thermal poiché la classifica si accorcia e legittimerebbe teorie di salvezza nemmeno tanto ardite. L’Atletico, in ultima posizione non più solitaria, raggiunge il Formigine a 25 punti, mentre la Thermal (27) accorcia sul Fidenza (29). Ci spera l’Atletico che, tristemente abbandonato dai piani alti, si serra a falange accanto a Vito Antonelli. Per la prima volta in stagione, tuttavia, lo spogliatoio sbotta e per bocca dello stesso mister e del capitano, Caco, infuocano gli uffici di via Canestrini. Ci spera anche la Thermal, che gode di una società solida che si affida all’esperienza di Vittadello ed alla classe di Cacurio. La partita. Come previsto, il primo tempo è di ignavia dantesca, l’arbitro Guida deve fischiare un paio di volte senza motivo per segnalare la propria presenza agli osservatori, mentre i portieri, per rispetto verso gli spettatori, dovrebbero pagare i dieci euro di biglietto. Il primo tiro, al 34’, è di Cacurio in azione solitaria, ma per compiere dispetti a Savi ci vuole sempre qualcosa in più. L’azione sblocca almeno parzialmente l’andazzo, al 39’ Sambugaro illumina lo stadio e Marcolin con un assist riveriano, ma Merlano spegne tutto in uscita. Poco prima del tè, Caco (ammonito) manda per le terre Ragusa, è il rigore più pesante della stagione. Cacurio tramuta l’onere in onore battendo Savi. Al pronti via della ripresa, pareggiano i locali con un’azione insistita: Marcolin crossa, Merlano spazza l’area in modo asmatico, la sfera capita sul piede di Caco che a botta sicura esalta il riflesso di Merlano, Mascolo però è in agguato e decide per un pallonetto che lemme lemme supera almeno quattro teste e decreta l’1-1. Raggiunto il pareggio, all’Atletico vengono i cinque minuti e mette alle corde i termali con le volate di Lombardo e la regia elitaria di Sambugaro. È però un fuoco fatuo che muore alla cacciata di Caco per il secondo giallo (presunto fallo su Cacurio). Difficile affermare per chi è il bicchiere mezzo pieno, di certo i tabellini dagli altri campi strappano almeno mezzo sorriso.

Ore 13.10 – (Il Piccolo) Stavolta, a dispetto del paròn, hanno vinto i migliori. Ma il punteggio è troppo pesante per quel che ha mostrato la Triestina. I biancoscudati sono solidi e da categoria superiore. La Triestina, anche quella sconfitta nel derby, non è da zona play-out. Ecco perché se è naturale la festa dei patavini sotto la Trevisan sono altrettanto meritati gli applausi della Furlan agli alabardati. Come all’Euganeo lo scenario non è certo da serie D: poco meno di un migliaio di ultras da una parte, altrettanti triestini sull’altro fronte a fronteggiarsi in campo a suon di tifo e di sfottò (fuori qualche scontro prima del match). In campo soprattutto nel primo tempo il Padova ha dimostrato di essere la capolista indiscussa pur con un atteggiamento compassato come piace al suo tecnico Parlato. Ma nella ripresa e in particolare nel finale, con uno schieramento tattico più offensivo, la squadra di Ferazzoli ha fatto tremare la porta veneta. Gli ospiti non hanno rubato ma il 2-2 ci poteva stare (Zubin ha realizzato il 3-1 nel recupero e in probabile fuorigioco). Forse Ferazzoli, scegliendo di schierare di fatto cinque difensori (con Celli e Crosato ai lati), ha osato troppo poco. Ma l’assenza di Piscopo non è stata ininfluente sulla scelta. Vero è che nella ripresa con l’inserimento di Milicevic per Antonelli (anche ieri impreciso) e poi di Giordano per un Manzo claudicante le certezze della capolista hanno cominciato a scricchiolare. Ad ogni modo un punto sarebbe servito alla Triestina più per la statistica (a prolungare la striscia di imbattibilità) che alla classifica. Con Giorgione e Legnago che non hanno vinto la zona salvezza è a cinque punti. Punti che la Triestina può rosicchiare se continua con le prestazioni degli ultimi tempi. Con tre centrali (Giannetti, Antonelli e Fiore) nei primi minuti si capisce che l’Unione può tamponare ma non offendere. E poiché è piuttosto arduo tenere l’onda d’urto del Padova, che è come un caterpillar, al 20’ arriva il vantaggio. Non è una manovra ma una conclusione da quasi trenta metri di Petrilli che infila il suo destro sull’angolo lontano di un Di Piero forse non posizionato al meglio. E lo stesso portiere dopo 10’ combina un pasticcio (svirgolata di piede) che Amirante cicca in malo modo a porta vuota. Sarebbe stata la pietra tombale sul match dell’Unione. Pericolo scampato e prima vera occasione (in precedenza solo una punizione di Manzo deviata in angolo da Petkovic): Rocco semina il panico a sinistra e crossa per Arvia che però non riesce a deviare di testa. Troppo poco per non ritrovarsi sotto al cospetto di cotanto avversario. Giocatori negli spogliatoi e in campo ci vanno i bambini della scuola calcio: applausi per tutti anche dai patavini e iniziativa che sarebbe opportuno ripetere. Ferazzoli, come spesso gli accade, cambia assetto. Un uomo in più di peso davanti (Giordano) e a destra inserimento di Milicevic. Lasciano la contesa Manzo e Antonelli. Nemmeno il tempo di assestarsi e il Padova colpisce per la seconda volta. Cross da sinistra di Petrilli, Amirante “spizza” al centro dell’area e sul secondo palo interviene il bravo Ilari che insacca (10’). La sensazione è che la partita sia finita e invece dopo solo due minuti la Triestina accorcia. Proia pennella una punizione dalla trequarti destra, portiere e difesa non sono impeccabili e la leggera deviazione di Giannetti è vincente. A centrocampo Mazzocco, Segato e Cunico cominciano ad essere imbrigliati da Arvia e Bedin ma soprattutto, grazie alle sportellate di Giordano, Rocco trova più spazi. Il match si vivacizza (entra anche Zubin), Amirante di testa colpisce la parte alta della traversa ma Rocco risponde: palla rubata al portiere in uscita e diagonale da posizione molto decentrata e palla fuori di un soffio. È il miglior momento dell’Unione. Giordano non impatta bene di testa un cross di Crosato, poi su traversone di Gusella la deviazione di Rocco accarezza la traversa (26’). Parlato aggiusta la squadra con l’ingresso di Sentinelli. E i biancoscudati riescono a rispondere ma su Amirante Di Piero si supera. Rocco fallisce una buona occasione per il pari e poi Zubin, alle spalle di tutti, chiude i conti. Peccato, ma non sono queste le partite che la Triestina deve vincere. Da qui in avanti non si possono sbagliare gli scontri salvezza. Ammesso che questo possa bastare per salvare la D.

Ore 13.00 – (Il Piccolo) Incolpevole sui gol, Nicholas Di Piero più volte ha sventato le reti che avrebbero permesso ai patavini di chiudere anzitempo i giochi al “Rocco”. Ad eccezione di alcune sbavature con i piedi, Di Piero si conferma tra i pali una certezza per la Triestina e nella sua analisi si legge un filo di rammarico per un pareggio che la formazione alabardata ha cercato fino a oltre il novantesimo. «Siamo rimasti in partita fino alla fine, il Padova è partito con maggior aggressività e ha sbloccato il risultato con un gran bel gol. Nel secondo tempo siamo partiti bene, e con un pizzico di fortuna in più il pareggio si poteva acciuffare». Il Padova aveva il pallino del gioco, soprattutto nel primo tempo si è mostrato spietato con due tiri e un gol. Il calendario però ora è in discesa… «Sapevamo le difficoltà che avremmo incontrato in questa partita, ma ci restano ancora tante partite e i punti a disposizione sono molti. Le future avversarie sono tutte alla nostra portata». Modulo tattico rivisto all’inizio in funzione della squalifica di Piscopo e del valore dell’avversario. Avete accusato in parte un approccio diverso rispetto le altre partite di questo 2015? «Nel primo tempo siamo partiti male, abbiamo sofferto il loro centrocampo e il loro gioco in fase offensiva, mentre nella ripresa abbiamo cercato di fare noi la partita mettendoli sotto negli ultimi venti-venticinque minuti». Ottimista per lo spicchio finale di campionato? «Abbiamo già affrontato le prime quattro della classifica, ci resta solo la Clodiense tra le primissime, quindi concentriamoci sulle restanti partite, e facciamo più punti possibili».

Ore 12.50 – (Il Piccolo) Alla terza consecutiva da titolare Giannetti ha provato l’emozione per il primo gol in maglia alabardata. Il gol che ha riacceso le speranze tuttavia non è risultato sufficiente agli alabardati per raccogliere il punto sperato contro il Padova. Il difensore centrale alabardato sottolinea lo spirito battagliero dell’Unione. «Ci abbiamo provato e ci siamo battuti fino alla fine, anche se il risultato non ci ha premiato. Avremmo meritato qualcosina di più, il 2-2 nel finale ci stava tutto e invece siamo stati beffati da una rete che a mio avviso è maturata in posizione di fuorigioco. E’ andata così, il nostro morale resta alto lo stesso, c’è tanta fiducia e quindi guardiamo avanti tutti assieme». Resta la soddisfazione di aver tenuto testa alla capolista fino alla fine… «Avevamo avuto una prova del nostro attuale valore già con la vittoria sul campo dell’Alto Vicentino, ma in realtà anche all’andata pareggiando proprio con il Padova. Possiamo giocarcela con tutti, il nostro è un buon organico. Il cuore non ci manca, ci battiamo ogni domenica e sappiamo che possiamo fare punti ovunque, a cominciare da domenica prossima». Oggi siete usciti alla distanza, nel primo tempo vi sentivate in difficoltà? «Noi giochiamo sempre per vincere, il mister ci ha dato anche per questa partita l’input giusto, ma davanti avevamo un grande avversario con ottimi giocatori. Ci stava di soffrire un po’ all’inizio della gara, nella ripresa siamo usciti fuori. E’ andata così, ma abbiamo dimostrato che la squadra c’è». Avete protestato in alcune occasioni, un fallo su Giordano, l’ultimo gol in posizione dubbia e altre situazioni. Impressioni dal campo? «Non mi piace parlare degli arbitri, ma sembra ogni domenica che ci sia un conto in sospeso con la Triestina. Pensiamo a noi, a fare il nostro con più punti possibili e conseguire questa benedetta salvezza».

Ore 12.40 – (Il Piccolo) Una Triestina a due facce, impaurita nel primo tempo, aggressiva e frizzante nella ripresa: è la prestazione alabardata che hanno visto tutti dagli spalti, e sulla quale non può che concordare anche Giuseppe Ferazzoli nell’analisi del match: «Abbiamo sprecato un tempo per entrare in partita: nella prima frazione siamo stati troppo timorosi e abbiamo sbagliato tanti passaggi, poi l’abbiamo giocata bene con intensità e senza timori. E devo dire che alla fine avremmo meritato anche il pareggio, anche se non bisogna togliere i meriti al Padova che è la squadra più forte del girone. Onore ai miei ragazzi anche per aver tenuto testa fino alla fine». Naturalmente il discorso non può che andare all’assetto tattico scelto dal tecnico all’inizio: una difesa a tre che con il Padova a schiacciare l’Unione si è trasformato troppo spesso in un 5-3-2 che copriva bene, ma non permetteva di ripartire: «Era una partita che temevo – ammette il mister – non ho paura a dirlo, e ho cambiato assetto come l’hanno cambiato tante squadre quando hanno incontrato il Padova. Non mi andava di concedere campo a Ilari e Petrilli. E devo dire che dietro abbiamo tenuto abbastanza bene, il problema era che non riuscivamo ad offendere, non ci siamo mai proposti». Ferazzoli però afferma di non avere nessun rimpianto su questa scelta iniziale: «Per i motivi che ho detto, credo che rifarei le stesse scelte. E poi va ricordato che è vero che la squadra ha fatto una grande ripresa, ma questo succede spesso dopo che prendiamo uno schiaffone. Certo, è stato un brutto primo tempo, ma nel secondo abbiamo fatto una buona partita, tenendola in bilico fino alla fine e, ripeto, meritando anche il pareggio. Ricordando sempre che il Padova è squadra forte e solida, la migliore della categoria». Manzo alla vigilia aveva avuto un problema alla caviglia, ma è stato rischiato lo stesso: «Non era al meglio – dice Ferazzoli – ma ha detto che se la sentiva, ne abbiamo parlato assieme e si è deciso così. Il problema è che non ha trovato la giusta posizione in campo, ha sbagliato anche i calci da fermo ed evidentemente non era la sua giornata». Il tecnico alabardato chiarisce comunque che questa sconfitta non ferma la rincorsa alabardata alla salvezza: «Dispiace perdere, ma anche per i risultati delle altre è cambiato poco o niente. Non dobbiamo demoralizzarci o abbatterci, avevamo contro i più forti e abbiamo tenuto loro testa, questo episodio negativo non va a intaccare nulla, nemmeno il morale. Ora dobbiamo ripartire: siamo ancora in piena lotta per la salvezza e possiamo arrivarci se siamo convinti di avere i mezzi giusti per raggiungere l’obiettivo».

Ore 12.20 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “E’ il momento di chiudere i giochi”) Contava vincere e l’obiettivo è stato raggiunto. Oltretutto non era per nulla scontato visti gli ottimi risultati conquistati dalla Triestina nel nuovo anno (tre vittorie e sei pareggi). Ma qualche brivido di troppo il Padova poteva risparmiarlo ai suoi splendidi tifosi. Riavvolgiamo il nastro della partita. Fino al 2-0 i biancoscudati hanno tenuto il campo con disinvoltura, favoriti anche dallo straordinario gol di Petrilli che ha mandato all’aria i piani difensivi degli alabardati. Quando però la partita sembrava in pieno controllo, la squadra ha concesso agli avversari di dimezzare lo svantaggio e si è pericolosamente disunita, mettendo a repentaglio la vittoria. Emblematiche le scelte tattiche di Parlato: dopo il gol della Triestina l’allenatore è passato a un più offensivo 4-3-1-2 (Zubin al fianco di Amirante con Petrilli trequartista) nel tentativo di trasmettere ai giocatori un segnale di forza. Della serie: invece di gestire il 2-1 andiamo a cercare la rete della sicurezza. Vista però la giornata di scarsa vena degli attaccanti e le sofferenze nella fase di non possesso, l’allenatore è corso ai ripari inserendo un difensore in più (Sentinelli). E il gol di Zubin nel recupero ha disinnescato ogni timore. Gli otto punti di vantaggio sull’Altovicentino a otto giornate dalla fine danno sempre grande tranquillità e fiducia. Senza contare che il Padova è ora atteso da due gare di fila all’Euganeo. Non resta che completare l’opera.

Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 5.5; Bortot 6.5, Thomassen 6, Niccolini 6, Salvadori 6; Segato 6, Mazzocco 6; Ilari 6 (Zubin 6), Cunico 6 (Dionisi 6.5), Petrilli 7 (Sentinelli sv), Amirante 5.5.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Fino all’intervallo la Triestina non crea pericoli a parte un’incursione in area di Rocco che mette il panico sulla sinistra, ma nessun compagno sfrutta il suo servizio. Dall’altra parte è Amirante a non trovare in tre occasioni nell’arco di pochi minuti il raddoppio, due volte mancando l’impatto con la palla e scivolando sul più bello al 30′ quando c’è da ribadire la sfera nella porta sguarnita dopo uno sciagurato retropassaggio di Celli a Di Piero. Nella ripresa Ferazzoli cambia due uomini e schiera il tridente, ma l’inerzia della gara non cambia. All’11’ arriva così il raddoppio di Ilari che trova la porta in spaccata dopo un cross di Petrilli sfiorato di testa da Amirante. Come dopo il primo gol, la Triestina ottiene subito una punizione, ma questa volta riesce a capitalizzarla, con Giannetti che sul secondo palo di punta trova la porta e riapre la gara. Parlato getta nella mischia Zubin e Dionisi al posto di Cunico e Ilari, optando per il 4-3-1-2 con Petrilli trequartista. In sequenza il Padova sfiora il tris con Amirante (girata alta) e Zubin che sbaglia mira dopo una papera di Di Piero. Non hanno poi fortuna i tentativi di testa dei due, in particolare quello di Amirante che colpisce la parte alta della traversa su cross di Dionisi. Gli errori offensivi della formazione di Parlato danno coraggio agli avversari alla ricerca di un pareggio che avrebbe il sapore della beffa per il Padova. Tremano così i mille tifosi biancoscudati fino alla fine, in particolare quando Rocco, a porta vuota per un’errata uscita di Petkovic, sfiora il palo (26′) e quando centra la parte alta della traversa sugli sviluppi di una punizione fotocopia di quella del gol (38′). Entra un altro difensore (Sentinelli per Petrilli) e in contropiede il Padova spreca ancora, ma a tempo scaduto Zubin trova la rete della tranquillità.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Meritata, ma sofferta fino alla fine, per l’incapacità di chiudere la gara e per qualche indecisione in retroguardia. Poco importa, la vittoria numero venti della stagione ottenuta a Trieste, contro un avversario imbattuto nel 2015 e con alle spalle una striscia positiva di nove gare, è pesante da ogni punto di vista e permette di mantenere il vantaggio di otto lunghezze sull’Altovicentino che supera agevolmente il Mori Santo Stefano.
Parlato ripropone l’undici di partenza delle ultime due gare, con Thomassen preferito a Sentinelli al centro della difesa e con Amirante che in avanti vince il ballottaggio con Zubin, sostenuto alle spalle dal terzetto Ilari-Cunico-Petrilli nel consueto 4-2-3-1. I padroni di casa rispondono con una inedita difesa a tre e con due esterni impegnati soprattutto in copertura, puntando in attacco sulle capacità in fase finalizzativa dell’ex Thermal Daniele Rocco, autore di dieci reti in dodici partite. Di fronte a un avversario così coperto, il Padova, pur tenendo saldamente le redini del gioco, fatica a sfondare, anche per le scarse sovrapposizioni sulle fasce di Bortot e Salvadori. Dopo un tentativo di Segato, al 10′ Cunico pesca in area Ilari, spinto alle spalle da Celli, ma l’arbitro lascia correre. Serve un’invenzione per sbloccare il risultato e ad accendere la luce ci pensa al 20′ Petrilli, fino a quel momento in ombra. L’ex Martina riceve palla sulla sinistra poco oltre la linea di centrocampo, se la porta sul destro accentrandosi e da trenta metri fa partire una potente e precisa conclusione che s’insacca all’incrocio dei pali alla sinistra di Di Piero. Un gol di grandissima fattura. Immediata, ma isolata, la replica giuliana con una punizione Manzo dal vertice destro dell’area che trova pronto Petkovic a mettere in angolo. Ancora protagonista poco dopo Petrilli, ma il suo tiro dal limite viene respinto dall’estremo avversario.

Ore 11.40 – (Gazzettino) La parola ai giocatori. Così Nicola Petrilli descrive il suo splendido gol: «Ho visto che avevo un po’ di spazio per andare al tiro, ho impattato bene la palla e il fatto di avere segnato in un derby così sentito è stato ancora più bello. La dedica è per la mia cuginetta Cloe, oltre che per questi tifosi che nulla hanno a che fare con la serie D». Marco Ilari ha raddoppiato nella ripresa, ma a inizio gara ha protestato per un fallo da rigore su di lui non concesso: «La classica azione in area in cui ero riuscito a infilarmi, tra il terzino, che mi ha spinto, e la porta. Per fortuna poi abbiamo comunque indirizzato la gara nel modo giusto. Qui si è respirata aria di calcio vero, in uno degli stadi più belli d’Italia». Così infine Emil Zubin, autore del terzo gol che ha messo al sicuro la vittoria: «Potevamo chiudere la gara prima, ma va bene anche se si è fatto in pieno recupero. La Triestina non ha mai mollato e noi abbiamo dimostrato nuovamente che siamo superiori a tutti, ma finché la matematica non ci dà ragione non possiamo stare tranquilli».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Il tecnico poi spiega i cambi nel secondo tempo: «Volevo dare più fisicità in avanti al fianco di Amirante, mentre Dionisi forniva gamba e corsa a centrocampo nei momenti di maggiore sofferenza. Poi ho inserito Sentinelli perché facevamo fatica sulle palle inattive». Non manca una dedica e un ulteriore pensiero per il popolo biancoscudato. «Questa vittoria è per mia mamma Teresa che compie gli anni. Quanto ai tifosi, sono stati da brividi. Hanno fatto due ore di auto in mille per sostenerci, non finirò mai di ringraziarli per la mano che ci danno. Da parte nostra l’unica cosa da fare è portarli dove vogliono arrivare». E a proposito di tifosi, il presidente Giuseppe Bergamin chiude la querelle con il collega triestino per il caro biglietti: «Era giusto prendere posizione e tutelarli dopo quanto già successo in altre gare esterne. Venerdì ho un po’ litigato con il patron della Triestina, ma la sera stessa siamo diventati amici. I tifosi anche questa volta si sono dimostrati calorosi ed emozionanti e la squadra li ha ripagati con una vittoria meritata e fondamentale per l’obiettivo. Si è un po’ sofferto, forse i ragazzi si sono dimenticati che la gara andava chiusa e che serviva più di attenzione, ma il successo è meritato. Otto punti di vantaggio sulla seconda con otto gare da giocare sono un bel bottino. Ora va capitalizzato al massimo il doppio turno casalingo».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Nessuno nell’anno nuovo era riuscito a sconfiggere la Triestina, reduce da nove risultati utili di fila. Ecco perché il fatto di avere sofferto per portare a casa tre punti d’oro non toglie una virgola alla soddisfazione di Carmine Parlato. «Non era scontato questo successo – esordisce il tecnico biancoscudato – e abbiamo fatto un’ottima partita sotto l’aspetto dell’attenzione, tenendo botta all’avversario». Una gara dai due volti nel suo copione: «Nel primo tempo abbiamo gestito bene certe situazioni. Nella ripresa loro spingevano maggiormente, cercando più la profondità e meno la manovra. Un po’ abbiamo sofferto, ma non ho visto grandi parate. Forse abbiamo rischiato di complicarcela da soli sull’uscita di Petkovic, ma i ragazzi hanno dimostrato grande carattere e forza. Alla fine, ed è quello che conta, i tre punti sono a casa». E il Padova si conferma ancora più efficace nelle gare esterne. «Lo dicono i numeri, ma non in questo primo tempo. Con la Triestina schierata a cinque dietro, c’erano pochi spazi per Petrilli e Ilari. In queste situazioni occorre essere più veloci nel cambio di marcia e quando questo è avvenuto siamo riusciti a segnare».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Qualche momento di tensione prima della gara, con gruppetti delle due tifoserie che si sono ritrovati l’uno contro l’altro. È successo a poco meno di un’ora dal fischio d’inizio nella zona dietro alla curva Furlan, settore che ospita tradizionalmente i sostenitori di casa. Gli ultras biancoscudati coinvolti erano una trentina, ma l’immediato intervento delle forze dell’ordine ha evitato che la cosa degenerasse. Per effetto di un fumogeno gettato nella collinetta circostante hanno inoltre preso fuoco un albero e le sterpaglie attorno. Sono dunque intervenuti i vigili del fuoco per domare l’incendio. Da Padova sono arrivati mille tifosi, forse anche qualcuno in più, con cinque pullman e in auto. Da categoria superiore il colpo d’occhio della curva Trevisan in cui campeggiava uno striscione per ricordare Linda Scattolin, la triatleta padovana scomparsa l’altro giorno in Sudafrica a seguito di un incidente stradale. Sugli spalti è stato vero derby, come ai tempi in cui le due contendenti militavano in categorie più prestigiose. Caloroso il sostegno su entrambi i fronti e senza sosta il botta e risposta tra le due tifoserie, storicamente rivali. A fine gara, vista l’importanza della posta in palio e il nome dell’avversario sconfitto, la passerella della squadra è stata doppia, con i tifosi padovani che hanno richiamato una seconda volta i giocatori quando stavano per entrare negli spogliatoi. Nessun problema di ordine pubblico all’uscita dallo stadio.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Otto partite ancora da disputare. Niente conti, ma il traguardo è vicino”) Per carità, niente è impossibile, ma sembra molto, molto difficile che Zanin e i suoi giocatori riescano a centrare un en plein del genere. Non perché non siano in grado di provarci, quanto per gli scogli da superare che li attendono, ben diversi dal Mori ultimo in graduatoria di ieri. Allora, vogliamo e possiamo essere ottimisti o il nostro è un delitto di lesa maestà, a meno di due mesi dalla conclusione della stagione? L’ottimismo è legato a doppio mandata alla fiducia che il gruppo trasmette all’esterno, soprattutto dopo un derby complicato come quello del “Nereo Rocco”. Anche quando, appunto, si complica la vita da solo – indipendentemente dalla qualità di un avversario che, come punti raccolti nel girone di ritorno, sarebbe terzo – il Padova trova (quasi) sempre il modo per uscirne al meglio e mantenere stabile il timone sulla rotta stabilita. A tratti, ieri, non ci è piaciuto granchè, ma è anche vero che bisogna tener conto di chi trova davanti a sè, e la Triestina dei primi 45’, impaurita e bloccata, ha chiuso ogni spazio sulle fasce e in mezzo ai nostri. Poi, giocoforza, è stata costretta a cambiare il suo assetto, si è fatta più intraprendente e ha messo alla frusta la capolista, il cui peccato di superficialità in occasione del 2-1 può essere accettato, guardando all’esito finale, con un sorriso, ma non oltre. I “difettucci” del girone d’andata avrebbero dovuto essere già eliminati da tempo. Dove non arrivano i singoli, comunque, ci pensa il collettivo: forte, compatto e solido. E questo Padova può davvero regalarci la gioia più bella: fare centro al primo anno di una nuova vita.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Otto partite ancora da disputare. Niente conti, ma il traguardo è vicino”) Nel segno dell’8. Un numero che piace sempre di più al popolo biancoscudato, perché otto restano i punti di vantaggio sull’unica concorrente diretta per il salto fra i professionisti e perché otto sono ancora le partite da affrontare da qui al 10 maggio, quando la serie D emetterà i suoi verdetti. Di queste, come sottolineavamo ieri, 5 saranno all’Euganeo e 3 in trasferta, sui campi di Chioggia, Legnago e Pedavena (o Belluno?). A precisa domanda, nel dopo-derby, ieri Parlato si è un po’ nascosto, ma ha rivelato: «Ho un punto in meno rispetto all’anno scorso», riferito ovviamente al quadro delineatosi dopo 26ª giornata. Il suo Padova di oggi è decollato da tempo verso l’olimpo della categoria, mentre il suo Pordenone di ieri conquistò la Lega Pro con una rimonta sensazionale, recuperando ben sei lunghezze al Marano di Dalle Rive e superandolo sul filo di lana all’ultima domenica, il 4 maggio 2014 (battuto l’Este 2 a 1, mentre i vicentini non andarono oltre l’1 a 1 a Monfalcone). Il tecnico biancoscudato, scaramantico com’è, non vuole sentir parlare di calcoli o tabelle, anche se tutto, in termini numerici, procede per il meglio. Eppure, a fare un po’ di conti, è matematico che, se si arriva a quota 80, il torneo è vinto. Ciò significa che mancano 17 punti, avendone oggi Cunico & C. 63 in cascina: con 6 successi (su 8) si andrebbe persino oltre. Certo, bisognerebbe pure ipotizzare che l’Altovicentino le azzecchi tutte, compresa la sfida diretta dell’Euganeo che il calendario ha posizionato proprio il 10 maggio, raggiungendo in questo modo quota 79 (oggi ne ha 55).

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 5.5; Bortot 6, Thomassen 7.5, Niccolini 6.5, Salvadori 6; Segato 6, Mazzocco 7; Ilari 6.5 (Zubin 6.5), Cunico 6 (Dionisi 6.5), Petrilli 7 (Sentinelli sv); Amirante 6.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Potrebbe essere il colpo del ko, ma passano appena due minuti e la Triestina rientra in partita. Il calcio di punizione di Proia dalla trequarti trova la zampata di Giannetti che anticipa tutti e beffa Petkovic, realizzando il 2-1. La partita si fa apertissima, al 16’ Amirante ha la palla buona, si gira in area ma calcia alto. Anche Parlato decide di cambiare assetto, passando al “4-3-1-2”, con l’inserimento di Zubin e Dionisi per Ilari e Cunico. Più corsa a centrocampo ma anche più peso in area, e i risultati si vedono a cavallo del 20’, quando prima Zubin anticipa il portiere ma calcia a lato, poi Amirante scheggia la traversa di testa su cross di Dionisi. Il Padova paga la colpa di non aver chiuso la partita e con il passare dei minuti il forcing della Triestina si fa incessante. Al 26’ Petkovic imita, sciaguratamente, il collega giuliano, sbaglia il rinvio e regala palla a Rocco, che s’invola verso la porta, salta anche il numero 1 ma si defila e calcia in diagonale fuori di pochissimo. Dieci minuti dopo è Milicevic di testa a sfiorare il palo, quindi al 38’ sembra di assistere al replay del gol alabardato, ma la punizione di Gusella attraversa tutta l’area e, picchiando per terra, scheggia la traversa. Il Padova soffre come quasi mai gli era successo in stagione, anche quando passa a cinque dietro con l’ingresso di Sentinelli. I minuti finali sono tesi, Amirante e Dionisi non riescono a sfruttare due buone occasioni in contropiede, fino al 47’, quando Zubin, su assist dello stesso Dionisi, cala il tris facendo esplodere la festa biancoscudata.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) La rete spezza l’equilibrio iniziale e la Triestina nei minuti successivi sembra accusare il colpo. A parte una punizione a giro di Manzo al 22’, sventata da Petkovic, gli alabardati barcollano, il Padova potrebbe affondare ma spreca in un paio di occasioni la palla del 2-0. Al 24′ Petrilli calcia ancora da fuori trovando l’opposizione di Di Piero, mentre 6’ dopo lo stesso estremo difensore di casa commette uno svarione clamoroso, lisciando il pallone su un retropassaggio e spalancando la porta ad Amirante. Il centravanti ligure, però, ha un attimo di esitazione, perde il tempo per calciare, poi scivola e non riesce ad approfittarne. Scampato il pericolo, la Triestina si risistema ma non trova mai l’occasione per pungere. Gol e sofferenza. Per questo ad inizio ripresa il tecnico Ferazzoli cambia faccia ai suoi, inserendo dal primo minuto Giordano e Milicevic per Manzo e Antonelli, abbandonando il “5-3-2” per un più spregiudicato “4-3-3”. Tuttavia il calcio, molto spesso, è un gioco elementare. Se ci si scopre, si rischia, e il Padova piazza il raddoppio all’11’. Petrilli lavora un pallone sulla sinistra, crossa a rientrare con il destro, Amirante la spizza di testa e sul secondo palo si avventa Ilari, che segna in spaccata.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Vittoria tanto sofferta quanto importante. Il Padova espugna Trieste, si conferma in testa alla classifica a + 8 sull’Altovicentino e adesso può sfruttare le due partite casalinghe per provare a mettere in ghiaccio il primato ad otto giornate dalla fine. Al termine di un derby aperto e vibrante i Biancoscudati possono esultare e tirare un sospiro di sollievo, dopo aver dominato la scena per un’ora, prima del ritorno veemente della Triestina, che nel finale ha sfiorato il pareggio, arrendendosi solo nel recupero al terzo gol di Zubin. Magia Petrilli. Per la terza volta consecutiva Parlato conferma la stessa formazione della settimana precedente. Sentinelli non è ancora al top e così al centro della difesa si sistema l’ex Thomassen, mentre in attacco Amirante vince il ballottaggio con Zubin. L’inizio di gara rispecchia le attese della vigilia. È il Padova a tenere palla e a cercare il varco giusto, mentre i padroni di casa si chiudono bene e provano a colpire di rimessa. I ritmi sono abbastanza alti, lo stadio è uno dei più belli d’Italia e le due tifoserie si sgolano per sostenere le proprie squadre (oltre ad offendersi a vicenda). Insomma, la cornice è tutto fuorché di serie D. Il Padova, però, nei primi minuti fatica ad arrivare sul fondo, ma basta una giocata da campione per cambiare le carte in tavola. È il 20’ quando Petrilli prende palla sulla trequarti, avanza e lascia partire un destro spettacolare dai 25 metri che s’insacca sotto l’incrocio. Gol stupendo, festeggiato sotto la curva biancoscudata.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Nella ripresa ha cambiato modulo tre volte, come mai? «Dopo 10’ non c’era fluidità nel giro-palla, volevo un Padova che aggredisse di più e che cercasse subito Amirante, al quale serviva come il pane il supporto di un uomo come Zubin. Quindi ho tolto Ilari, perché necessitavo di un interno di centrocampo con più gamba come Dionisi, e Cunico, che invece era già stato ammonito. L’arbitro l’aveva un po’ preso di mira, non volevo che ci scappasse il secondo “giallo”. Nel finale ho messo anche Sentinelli, mi sono voluto difendere». È contento al cento per cento della partita dei suoi? «Il gol della Triestina è una situazione della quale parleremo, con un po’ più di lucidità sarebbe finita diversamente, ma quando c’è un parapiglia dentro l’area non è mai facile: prendere un gol in quella maniera non è mai bello, ma può capitare». E l’atmosfera le è piaciuta? «È sempre bello e difficile giocare qui, io mi auguro per il Padova, per i nostri tifosi e per la città che si possa tornare al più presto nel calcio che conta, e lo auguro anche alla Triestina. È stata una grande vittoria: la dedico a mia mamma, che proprio oggi (ieri, ndr) compie gli anni».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non è stata affatto una passeggiata, comunque. Questo perché non è stato un Padova preciso come al solito? «Sotto il profilo dell’attenzione abbiamo tenuto botta abbastanza bene. Nei primi 45’ abbiamo gestito come si deve la situazione, nella ripresa invece loro hanno cominciato a spingere maggiormente, guardando più alla profondità che alla manovra, ci hanno messo un po’ in difficoltà, ma nel complesso i pericoli maggiori ce li siamo creati da soli, vedi l’uscita di Petkovic e il tiro susseguente di Rocco sul quale abbiamo soffiato tutti perché il pallone uscisse dallo specchio della porta». Da fuori è sembrato che i più in difficoltà, all’inizio, fossero Ilari e Petrilli, nonostante siano stati proprio loro a timbrare le prime due reti… «Se è accaduto, non è stato certo perché non fossero in giornata. La Triestina aveva impostato la partita sin dall’inizio su una difesa a 5 molto bassa, avevano superiorità dietro e non concedevano spazi. Petrilli è stato bravo a trovare un eurogol, nell’unico spazio che gli hanno concesso si è accentrato e ha indovinato l’incrocio, poi nel secondo tempo è stata tutta un’altra partita».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sofferta come non mai. Da brividi, come raramente era accaduto sin qui. Meravigliosa, perché arrivata in uno stadio d’altri tempi e davanti a due tifoserie di un’altra categoria. Triestina-Padova passerà alla storia, forse, soprattutto per questo: per un’atmosfera unica e che mai, in questa stagione, si era vista intorno al campo. Dentro al rettangolo verde, invece, i biancoscudati hanno sudato le proverbiali sette camicie per aver ragione degli alabardati. «Scommetto che da qui in avanti ci saranno ben poche squadre capaci di vincere a Trieste», esordisce dopo il match Carmine Parlato per rimarcare la prova dei suoi. «Abbiamo affrontato una Triestina in palla, ma enormi meriti vanno anche alla mia squadra, perché venire qui al “Rocco” e vincere in questo modo significa aver fatto davvero un’ottima partita. I ragazzi hanno dimostrato grande carattere, grande forza, e la cosa più importante è che i tre punti siano arrivati».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Un pensiero alla famiglia anche per Marco Ilari: «Dedico il gol a loro e sono felice di aver segnato in questo stadio. La partita è stata tirata, era importantissimo vincere per mantenere l’Altovicentino a distanza». Nella gara di Ilari, oltre al gol, c’è spazio anche per un occhio nero: «Frutto di uno scontro fortuito con Amirante nel primo tempo. Ma diciamo che si è fatto perdonare con la spizzata di testa che mi ha portato al gol». La terza rete, invece, è opera di Emil Zubin: «Potevamo chiudere prima la gara, ma l’importante era vincere», rileva l’ex Pordenone. «Abbiamo dimostrato un’altra volta che siamo superiori. Non siamo ancora tranquilli, dobbiamo continuare senza lasciare punti per strada». Mastica amaro l’ex Matteo Bedin: «Per me è stata un’emozione diversa dalle altre, peccato per il risultato, se avessimo pareggiato non ci sarebbe stato nulla da dire. Ma certi errori con il Padova li paghi. A Trieste sto bene, speriamo di salvarci e nel frattempo continuerò a fare il tifo per i Biancoscudati».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Ha seguito la partita come al solito da solo, in alto, soffrendo le pene dell’inferno negli ultimi minuti: «Non mi aspettavo di patire così tanto dopo il 2 a 0», confessa il presidente Giuseppe Bergamin. «Abbiamo preso gol in maniera un po’ strana, e non avendo chiuso la partita siamo andati un attimo in confusione. Ma contava portarla a casa, e abbiamo mostrato mestiere ed esperienza». Il patron regala l’ultima battuta sul “Nereo Rocco”: «Bellissimo, non c’ero mai stato e mi piacerebbe avere a Padova un impianto del genere». Stadio e ambiente da categoria superiore, per la gioia di Nicola Petrilli, autore del gol che ha aperto la partita: «In alcuni stadi si trova l’adrenalina che altrove non si riesce ad avere, io so cosa posso dare sotto pressione e per questo sono contento. I nostri tifosi ci tenevano molto, il valore della vittoria è doppio». La dedica era attesa da una settimana, visto che contro l’Arzignano Petrilli indossava una maglietta per dare il benvenuto a Chloe: «La figlia di mia cugina che è appena nata. Ci tenevo molto a segnare per lei».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Attimi di tensione un’ora circa prima del fischio d’inizio del match. Una quarantina di tifosi, metà padovani e metà triestini, ha infatti rischiato il contatto nella via antistante la curva Furlan, roccaforte del tifo alabardato. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine sembra che i padovani, posteggiate le auto nelle vicinanze del settore loro riservato, si siano incamminati a piedi dalla parte opposta: l’incontro tra le due fazioni avrebbe portato ad un fitto lancio di bottiglie e di un paio di fumogeni, uno dei quali ha anche dato fuoco ad una siepe a bordostrada. L’intervento dei Carabinieri è servito a calmare la situazione, con i due gruppetti che non sono comunque mai arrivati al contatto fisico.

Ore 08.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventisettesima giornata, domenica 22 marzo ore 14.30): AltoVicentino-Tamai, Clodiense-Belluno, Dro-ArziChiampo, Kras Repen-Mori S. Stefano, Legnago-Mezzocorona, Montebelluna-Triestina, Padova-Giorgione, Sacilese-Fontana fredda, Union Ripa La Fenadora-Union Pro

Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 63, AltoVicentino 55, Sacilese 49, Belluno 47, Clodiense 45, ArziChiampo e Union Pro 39 Montebelluna 36, Union Ripa La Fenadora 35, Fontanafredda 34, Tamai 31, Giorgione e Legnago 30, Dro 26, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.36 – Serie D girone C, i risultati in tempo reale della ventiseiesima giornata: ArziChiampo-Legnago 1-1, Belluno-Dro 1-1, Fontanafredda-Kras Repen 3-1, Giorgione-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Sacilese 0-4, Mori S. Stefano-AltoVicentino 0-3, Tamai-Union Ripa La Fenadora 0-1, Triestina-Padova 1-3, Union Pro-Montebelluna 3-1.

Ore 08.34 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.32 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 15 marzo: il Padova espugna il “Nereo Rocco” battendo 3-1 la Triestina.




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