Live 24! Padova-Dro, -4: infortunio per Emil Zubin, ma è solo contrattura

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Ore 22.20 – (Trentino) Loris Angeli è un combattente vero. Di quelli che non mollano mai. Il giorno dopo la sconfitta, la più pesante nel punteggio dell’intera stagione, contro l’Arzignanochiampo, il presidente gialloverde rilancia e carica l’ambiente: «Ci salveremo, ne sono sicuro». Tutto è ancora possibile: il Dro ha 26 punti, è quartultimo in classifica in compagnia della Triestina, a -4 dal Giorgione e a -5 dal Tamai, che nel girone di ritorno non ha mai vinto e sta attraversando una crisi profonda di risultati. I playout sono sicuri, visto che Mori e Mezzocorona sono a distanza siderale, ma i droati possono ancora evitare gli spareggi, visto che devono affrontare ancora tutte le dirette rivali. Dopo la proibitiva trasferta nella “tana” della capolista, i gialloverdi si giocheranno la permanenza in categoria nelle sfide contro Giorgione (2 aprile), Triestina (12 aprile), Legnago (26 aprile) e Kras Repen (3 maggio). Nel mezzo un altro impegno interno, contro la Clodiense e alla fine la sfida alla Sacilese. Sette “battaglie”, quattro delle quali davanti al pubblico amico anche se, nel caso del Dro, parlare di “fattore campo” risulta quantomeno strano. «Infatti – spiega Angeli – e, proprio per questo, voglio utilizzare le colonne del Trentino per fare un appello alla popolazione di Dro e della Busa: venite al campo ad incitare la squadra perché abbiamo bisogno del sostegno del pubblico per riuscire ad andare oltre quelli che sono i nostri limiti. I giocatori, lo staff tecnico e la società stanno facendo l’impossibile per mantenere la categoria, ma ci serve anche un grande supporto esterno per colmare il gap con altre squadre che, organici alla mano, hanno qualcosa in più rispetto a noi». L’anno scorso aveva chiesto alla squadra di “lottare e retrocedere più tardi possibile”, adesso l’obiettivo è dichiaratamente la salvezza, passando anche attraverso i playout. «Sì certo. Rispetto al passato campionato abbiamo cercato di migliorare le cose. Mi sono esposto in prima persona e, come ho sempre fatto, mi assumo e mi assumerò la responsabilità di tutti gli errori. Però sono straconvinto che questa squadra abbia tutte le carte in regola per restare in serie D. E io voglio a tutti i costi mantenere la categoria, per me, per i ragazzi, per il movimento calcistico trentino. Se dovremo disputare i playout lo faremo e, a quel punto, mi auguro che di disputare lo spareggio a Oltra con due risultati su tre a disposizione. Possibilmente evitando la Triestina». Dal 2 aprile in poi non potrete più sbagliare nemmeno un colpo. «Il nostro “vero” campionato inizierà in quella data. Quattro sfide dirette più altre due dalle quali dovremo comunque raccogliere qualche punto. Sarà il momento del “dentro o fuori”, a partire dalla sfida interna contro il Giorgione». Gli arbitri non vi hanno certo dato una mano, anzi. «Mi limito a quest’affermazione: sento dire che, alla fine del campionato, episodi positivi e negativi si compensano. Mah…». Insomma presidente, lei non ha dubbi: il Dro resterà in serie D? «Lo sottoscrivo ancora una volta. L’anno scorso, se fosse andata male, ero pronto a chiedere il ripescaggio. Adesso voglio salvarmi sul campo per disputare ancora questo splendido campionato».

Ore 22.00 – (Il Piccolo) «Parlerò con la squadra, nello spogliatoio, guardando negli occhi ogni singolo giocatore per capire dove realmente vogliamo andare». Dopo tre sconfitte consecutive il presidente del Kras Repen Goran Kocman ha terminato la pazienza. Il ko casalingo con il Mori Santo Stefano è stato un evento traumatico del tutto inatteso per la società di Monrupino. Ma ciò che ferisce di più il presidente biancorosso sono le critiche piovute domenica contro Radenko Knezevic: «Non voglio entrare nel merito della questione, dico solo che c’è troppa gente che parla a sproposito». Sul difficile momento dei biancorossi interviene con tono battagliero il dirigente responsabile della Prima squadra carsolina Tullio Simeoni: «E’ interesse di tutti non rovinare quanto fatto sino ad ora. Il Kras è alla sua terza esperienza in serie D, e in questa categoria ci vuole assolutamente rimanere, questo deve essere chiaro, a tutti». Arrabbiato, ma sempre lucido nella sua analisi, Simeoni non ha ancora digerito il ko contro il Mori, né soprattutto le critiche a Knezevic. «Sono state critiche ustionanti, direi irrispettose – tuona Simeoni -. Knezevic ha sempre dimostrato il suo attaccamento a questa società.È anche grazie a lui se il Kras per la terza volta nella sua storia è in serie D». «A questa squadra servono cori di incitamento, non persone che gettano benzina sul fuoco, fermo restando che sono il primo a dire che ogni singolo giocatore dovrà d’ora in poi tornare a mettere tutto quello che ha per ottenere questa salvezza». L’incontro tra Kocman e i giocatori si preannuncia caliente. Anche perché se in questa prima parte del girone di ritorno il Kras aveva abituato ad un gioco che sembrava davvero far sperare l’incredibile rimonta per la salvezza diretta, le ultime tre gare con zero punti all’attivo hanno gettato una nuova ombra sui biancorossi.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) La Triestina riparte da Montebelluna per un rush finale con alcune certezze e parecchie incognite. Nel bicchiere mezzo pieno c’è la capacità della squadra (ormai consolidata) di saper rimontare anche quando la situazione sfavorevole appare ormai irreversibile. Questo significa che il gruppo ha buona tenuta nervosa e discreta resistenza atletica. A questo c’è da aggiungere che il gioco, anche se nel primo tempo impreciso e sotto ritmo, nella seconda parte della gara è stato più fluido rispetto alle ultime esibizioni e si è sviluppato su trame con palla a terra. Il punto conquistato è una goccia nell’oceano di punti che l’Unione è chiamata a fare nelle prossime sette gare (non meno di 14-15) per tentare di salvarsi senza i play-out ma il pareggio ottenuto fa morale. Proprio sul piano psicologico la squadra ha fornito una risposta coerente rispetto a quanto successo nel corso della scorsa settimana. I giocatori, dopo un timido tentativo di protesta per gli stipendi arretrati non ricevuti, hanno accettato le condizioni dettate da Pontrelli (che in Veneto non c’era) e che non sembrano piacere per niente ai tifosi. I supporter se ne dovranno fare una ragione perché gli alabardati, assieme a Ferazzoli, hanno scelto con coraggio (e forse incoscienza) di andare avanti a qualunque condizione fino a maggio per salvare la serie D. Come si è visto a Montebelluna, e anche prima, l’impegno della squadra c’è e l’applauso dei tifosi anche. L’atteggiamento di questi ultimi e le relative conseguenze sarà tutto da valutare quando inevitabilmente ci sarà qualche colpo a vuoto. E a proposito di risultati è altrettanto chiaro come Proia e compagni siano costretti a vincere e parecchio nell’ultimo scorcio di campionato. Stanno andando bene da dicembre in poi ma il gap accumulato nei primi mesi è una zavorra che ancora non sono riusciti a scrollarsi dalle spalle. Comunque, calendario alla mano, il destino dipende ancora dagli alabardati sperando ovviamente che le avversarie dirette facciano qualche passo falso di troppo. Sul piano tecnico, in questo momento e con questi uomini, Ferazzoli ha portato il suo gruppo a livello anche superiore per esempio al Montebelluna che di punti in classifica ne ha 12 più dell’Unione. Con quello che ormai c’è in casa il tecnico ha buone alternative a centrocampo, una difesa che un paio di occasioni a partita le concede e un attacco, che senza Rocco o con il monfalconese in calo di condizione, non riesce a concretizzare il lavoro della squadra. C’è poco da fare, oltre al bomber, la Triestina ha un mezzo attaccante Milicevic e qualcuno che può proporsi come Manzo, Aquilani e Gusella. Troppo poco ma così è. Un aiuto sta arrivando dal centrocampo, grazie agli inserimenti di un indomabile Proia, e qualche apporto è arrivato negli ultimi mesi su calci piazzati da Piscopo e Fiore. Tutti contributi che finora sono stati sufficienti a perdere pochissime partite. Ma ormai servono le vittorie. Adesso il gioco si fa duro. Ferazzoli lo sa. Società e tifosi gli diano una mano.

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La strada per la salvezza è sempre più in salita. Che fosse difficile riprendersi dal periodo negativo lo si sapeva, ma che le difficoltà sul percorso fossero così tante forse nemmeno all’Union Ripa La Fenadora, nona con 36 punti, se lo immaginavano. Al suo quarto risultato utile consecutivo, la squadra neroverde allenata da Max Parteli mantiene il passo verso quei 40 punti che tutti indicano come quota salvezza e nel 2-2 di domenica con l’Union Pro, squadra 4 punti avanti, si rivede anche lo zampino di Gianmarco Brotto a secco dal 30 novembre scorso. Tutto bene? No. Brotto viene oltremodo punito con un rosso forse eccessivo, era rientrato da poco da una squalifica di due giornate e la società spera ora in un solo turno, e l’Union trova la salita ancora più aspra.

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Appuntamento con il ritorno alla vittoria in casa rimandato, ma quarto risultato utile consecutivo e giocatori in forma. «La squadra sta bene e lo ha dimostrato», dice il preparatore atletico del Ripa Fenadora Graziano Santomaso. Aspetto non secondario, visto che il calendario riserva due partite in cinque giorni con la trasferta di domenica con il Fontanafredda e il turno infrasettimanale di giovedì 2 aprile con il Mori Santo Stefano, prima di Pasqua. La squadra è in forma. «Aldilà delle vicissitudini che sono capitate, non abbiamo avuto uno scarso rendimento. Le prestazioni ci sono sempre state e le ultime due partite sono confortanti ancora di più», osserva il preparatore. «La squadra si è espressa bene per tutti i 90′ non c’è nessun tipo di preoccupazione sulla tenuta atletica. Mancano sette gare alla fine e stando così adesso, non ci sono problemi». Due gare ravvicinate. «L’importante è che i ragazzi recuperino bene dopo ogni partita», spiega Santomaso. «Ora c’è solo da continuare a gestire le energie. Non c’è nessuno in ritardo di condizione, ma Brotto non riesce a trovare continuità: dopo due settimane di squalifica (anche con l’influenza), a Tamai aveva fatto fatica e domenica aveva ricominciato a dare continuità, riuscendo anche a sbloccarsi al gol. Peccato per l’espulsione che lo ferma di nuovo, speriamo solo per una giornata». Situazione infermeria. «Abbiamo ai box Ponik per una botta rimediata col Tamai. Non sembrava niente di che, non dovrebbe esserlo ma deve assorbirsi l’ematoma al ginocchio», spiega Santomaso. Da due settimane è fermo Frangu: «Ha passato quindici giorni con una forte emicrania. Ha fatto tutti gli accertamenti, con visite specifiche e forse la causa sta in una tensione del collo». Le condizioni del terzino sono in aggiornamento, mentre Tibolla ha recuperato dal fortissimo colpo subito a Tamai. È stato tenuto precauzionalmente fuori domenica con l’Union Pro dopo assere stato fatto rientrare con calma. Poi c’è Antoniol che ha una piccola frattura al setto nasale, postumo della gara con la Triestina. La domenica successiva era squalificato ed è a posto. Si è allenato regolarmente e al massimo giocherà la prossima con una maschera protettiva al volto, ma probabilmente non ce ne sarà bisogno. Buone sensazioni. C’è ottimismo in casa Union dopo il pareggio di domenica: «Un punto che aumenta la striscia di risultati utili consecutivi, arrivata a quattro, ottenuto contro un’avversaria ostica e ben preparata», il commento della società sul sito internet. «Un punto anche che consente di allungare verso zone di classifica più tranquille, in attesa delle due fondamentali partite contro Fontanafredda e Mori Santo Stefano».

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) C´è digiuno e digiuno. Si può dire che Federico Marchetti sia stato messo a dieta forzata per 126 giorni. Tanto è passato prima che l´attaccante dell´Arzignanochiampo tornasse al gol. L´ha fatto domenica, nello stellare 1-5 rifilato al Dro. Prima, c´era riuscito in campionato solo altre due volte, l´ultima delle quali proprio un girone fa contro il Kras, prossimo avversario in calendario. Vedi com´è strana la vita. A dire basta al gol, un infortunio rimediato nel derby del 7 dicembre contro l´Altovicentino. Uno scontro di gioco, duro, che nei giorni a seguire è stato catalogato come “strappo di circa dieci centimetri al vaso mediale del quadricipite”. Più che le parole, rendono meglio le immagini: 40 giorni abbondanti a camminare sulle stampelle. Con la paura pronta a bussare sulla spalla: “Forse non potrai più giocare a calcio”. Bam. Esami su esami. Federico esce dal derby con una vistosa fasciatura alla gamba destra. «Parlando con Mario, il nostro medico, inizialmente sembrava fosse solo una brutta botta – racconta Marchetti -. E infatti, proprio per questo abbiamo optato per la fasciatura. Ma la sera stessa, una volta tolto il bendaggio, avevo un grosso ematoma all´altezza del ginocchio». Ed è solo l´inizio. A fatica si tiene il conto delle ecografie che seguiranno. «Già il giovedì dopo l´infortunio era stata fatta la diagnosi». Nel primo mese e mezzo di riposo forzato, si sono aggiunte anche tre risonanze magnetiche. E all´ultimo controllo, il responso che non t´aspetti: lo strappo era diminuito di un solo centimetro. «Nel giro dei tanti medici che mi hanno visitato, qualcuno mi ha anche detto che forse non potevo più giocare. Lì per lì mi sono detto: forse è meglio che non pensi più al calcio. Ma dai miei genitori e la mia fidanzata Sara a tutto lo staff dell´Arzichiampo, tutti continuavano a ripetermi che ce l´avrei fatta». Sensazioni. Il brutto è stato subito. «Per le prime tre settimane ho dormito sì e no tre ore a notte. Il ginocchio era talmente gonfio che non riuscivo a stare sdraiato. L´unica cosa che mi faceva sentire meglio era muovermi, e quindi camminavo avanti e indietro per casa». Nel mezzo, poi, non c´era più nemmeno il tempo di pensare ai “se” e ai “ma”. «Ho iniziato a fare terapie tre volte a settimana, e a questo univo il lavoro con il nostro preparatore atletico Paolo Guderzo». Finalmente, all´ennesima ecografia di controllo, lo strappo si era ridotto a un centimetro e mezzo. «Quando più tardi mi hanno dato il definitivo via libera, sapevo che sarei tornato a giocare ma mi chiedevo se sarei tornato ad avere la stessa velocità e la stessa elasticità muscolare». Paure che sono volate via quindici giorni fa, quando Marchetti è rientrato in campo a partita in corso con il Legnago. «Al momento della sostituzione ero talmente concentrato che non pensavo alla paura di prendere un´altra botta. Ma ero emozionato come se fosse la mia prima partita. Sentire l´applauso di tutto il pubblico mi ha fatto venire la pelle d´oca». Un´emozione che Federico condivide con tutti. «Seguire la squadra a ogni trasferta mi è stato di grande aiuto, i compagni mi hanno fatto sentire sempre parte del gruppo e con loro il mister e il presidente». Marchetti ne ha per tutti. Avversari avvisati.

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Altro che clasico. Il ritorno del Fontanafredda al XXV Aprile dopo 12 anni meritava ben altra interpretazione. Di entrambe. Della Sacilese che è pur sempre terza in classifica e degli stessi rossoneri, che a conti fatti sono stati comunque più intraprendenti dei cugini. Invece poche occasioni (una della Sacilese, opera di Stiso), una e mezza (traversa di Ortolan e diagonale fiacco di Florean) per il Fontanafredda. Più dello spettacolo vale la ragion di Stato. NO RISK – Gianpaolo Presotto e Giampietro Bertolini a fine gara, hanno raggiunto gli spogliatoi insieme, entrambi sorridenti. «Per me – spiega il presidente del Fontanafredda – è stata una soddisfazione accompagnare la squadra al XXV Aprile dopo tanto tempo e tornare a casa imbattuto. Non solo – aggiunge, ancor più sorridente -: abbiamo fatto bella figura e guadagnato un altro punto salvezza». Domenica al Tognon arriverà l’Union Ripa. Il collega Presotto si è consolato registrando la quarta gara senza prendere gol della sua Sacilese. Zirolandia si è trasformata nel bunker di Marchetto, di gran lunga miglior difesa del girone con soli 21 gol incassati (Padova e Altovicentino sono a 27). SALTA IL CONFRONTO – È stizzito invece Denis Fiorin, che guarda già allo scontro di sabato (anticipo) a Belluno. «Sottovia (16 gol) si è beccato un giallo – si spiega il ds – per una protesta sciocca. Era in diffida e salterà il confronto con Corbanese (19), capocannoniere del girone. Già era fuori Beccaro. Dovremo fare l’attacco con i ragazzini». Guardando ai numeri della difesa, Fiorin sorride: «Questa poi, giocando quasi sempre con il 3-4-3, non me la sarei mai aspettata. Siamo come il Barca – scherza -: ci difendiamo attaccando».

Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) Bunker Sacilese. Quarta partita consecutiva senza prendere gol, per la squadra di Carlo Marchetto. Ora è record stagionale. Nessuno, nemmeno Padova e Altovicentino, è riuscito sinora a fare meglio. Il derby con il Fontanafredda non ha regalato reti, pertanto ha lasciato solo sulla carta il proposito liventino di centrare il poker di vittorie (dopo quelle con Mori, Tamai e Mezzocorona), ma ha consacrato la difesa guidata da Ricky Baggio, che non prende gol da oltre 360 minuti ed è sempre di più la migliore del torneo con 21 gol subiti (seguono con 27 le due battistrada). Nuovo primato. In precedenza erano stati Altovicentino e Tamai a fregiarsi della porta per più tempo inviolata. Entrambe le squadre dalla quinta all’ottava giornata senza gol al passivo. Ma alla nona arrivarono da un lato il Montebelluna (4-2) e dall’altro la Sacilese (sconfitta 2-1, ma in gol con Grion) a interrompere la serie d’oro. Nella porta mobiliera c’era Peresson, superato dal collega liventino Favaro. Niente supersfida. Il terzo posto della squadra di Marchetto poggia su solide basi. Ma sabato, in anticipo (inizio alle 15), tornerà in pericolo, perchè i biancorossi si recheranno sul campo del Belluno, capace di recuperare in extremis un punto a Chioggia e rimanere a due passi dal podio. In vista della delicata sfida di sabato, la Sacilese dovrà fare a meno del suo principe del gol, quel Dario Sottovia ammonito nel finale del derby di domenica scorsa e ora costretto, causa recidiva, a saltare la supersfida con il “Cobra” Corbanese, capocannoniere della squadra di Vecchiato e dell’intero campionato. Progressi e rimpianti. Il Fontanafredda può sì brindare al buon punto conquistato sul campo della Sacilese. Ma a conti fatti le occasioni migliori sono capitate proprio ai rossoneri: chissà, con un pizzico di freddezza in più, si poteva “chiudere” il discorso salvezza. Questione, viceversa, ancora apertissima per il Tamai, sempre a un solo punto dalla zona play-out. Ma la sconfitta di Valdagno con l’Altovicentino ha tutto un altro sapore rispetto ai precedenti tre ko. La squadra di De Agostini ha sfiorato l’impresa, passando in vantaggio con Federico Furlan (tornato al gol dopo due mesi), e sfiorando anche dopo la rimonta dei padroni di casa il meritato pareggio. Di contorno qualche decisione arbitrale non proprio benevola. Domenica Fontanafredda in casa con l’Union Ripa e Tamai con l’Union Pro. Due sfide importantissime, in cui i rimpianti sarà meglio lasciarli agli altri.

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Brucia ancora il pareggio (2-2) che e è scaturito domenica tra Clodiense e Belluno. E ancora di più non si capisce come possa essere successo che la Clodiense, in vantaggio di due gol e con il Belluno in inferiorità numerica per l’espulsione del suo difensore centrale, abbia avuto un calo così evidente, si sia liquefatta lasciando campo e spazio per l’inimmaginabile pareggio (comunque meritato) della squadra ospite. «La delusione è ancora tanta – confessa il giorno dopo Andrea Pagan – Non riesco ancora a capire, a trovare le motivazioni di quel crollo. E pensare che per oltre un’ora la mia squadra ha giocato molto bene, dimostrandosi superiore al Belluno. Poi l’episodio del 2-1 ha cambiato la partita. È capitato anche a noi di giocare certe partite in inferiorità numerica e l’atteggiamento era quello di sfruttare le palle inattive ed è quello che ha fatto il Belluno». Il tecnico granata non addossa le colpe solo ai giocatori che sono mancati in alcuni contropiedi ed hanno difettato di cattiveria agonistica. «Anch’io ho le mie responsabilità – dice Pagan – perché non sono riuscito ad infondere loro, in quei frangenti, tranquillità, a tenerli sulla corda. Ci servirà da lezione per il futuro. Non bisogna però dimenticare e buttare all’aria il salto di qualità di questa squadra che sta facendo un grande campionato, al di sopra di tutte le aspettative. Ora vogliamo riscattarci e domenica a Trieste abbiamo l’occasione per farlo, anche se non sarà facile». Intanto in città cresce l’attesa per la prossima gara casalinga contro il Padova in programma giovedì 2 aprile al «Ballarin» con inizio alle ore 17. Dalla città del Santo è previsto l’arrivo di molti tifosi patavini che però non si sa se il vetusto stadio comunale chioggiotto sarà in grado di ospitarli. Come è noto (oltre all’assenza della copertura della tribuna centrale) risultano inagibili le due gradinate dietro le porte. Erano in programma lavori di restauro ma società ed Amministrazione Comunale si palleggiano le responsabilità. E intanto lo stadio cade a pezzi.

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Pari e futuro meritato. Augusto Fardin inizia la settimana di Belluno-Sacilese parlando del pareggio di Chioggia, dei giocatori del domani e dell’obiettivo gradito per le ultime sette partite dell’anno. «Il gol di Mosca è stato senza dubbio uno dei più importanti dell’anno – conferma il direttore sportivo gialloblù – per la classifica, per il morale e perché i ragazzi se lo meritavano. Dopo una buona prestazione e dopo essere stati penalizzati non poco dagli episodi, il pareggio era sacrosanto». Ora però è già tempo di pensare a un altro match infuocato: l’anticipo con la Sacilese. «È da settembre che fanno il campionato su di noi: bisognerebbe chiedergli perché, ma parlano sempre di noi. Sarà per i tanti ex, sarà per la partita persa a tavolino… Certo anche noi ci teniamo a vincerla. Ovvio, si gioca sempre per vincere, ma insieme al derby questa è una di quelle partite con un quel po’ di gusto in più». Terzi, quarti o quinti: qual è l’obiettivo più alla portata? «Noi proveremo ad arrivare terzi (ora i gialloblù sono quarti, a -2 dalla Sacilese e a +2 sulla Clodiense, ndr), ma la cosa non ci toglie il sonno, ve l’assicuro. L’importante è arrivare ai playoff, se poi ci si arriva da quinti tanto meglio per le casse: una o due partite in più da giocare». Come si batte la Sacilese allora? «Con pazienza, gioco e corsa. Loro hanno giocatori che possono vincerla da soli, ma all’andata questo onore toccò a Corbanese. Speriamo si ripeta… Noi ci teniamo a far bene e fare bene, per quanto mi riguarda, significa non perdere». Il girone di ritorno si sta dimostrando tostissimo. «In parte è vero, in parte è anche dovuto ai tanti infortuni e alle varie squalifiche. D’Incà, Pellicanò, Masoch, Radrezza poi Pauletti che doveva sostituire Samba e lo stiamo curando dalla pubalgia… Non se ne può più». A proposito di D’Incà: il prossimo anno non sarà più un fuoriquota. «Vero, ma per quanto mi riguarda rimane. Ha dimostrato di essere un giocatore di categoria e si merita di rimanere a Belluno». Altri giovani del futuro? «Non dimentichiamoci di quelli che abbiamo in giro: Longo, Moretti e Schiocchet hanno tutte le carte per fare lo stesso percorso di Pescosta, che si sta rivelando il miglior ’96 del girone nel suo ruolo. L’obiettivo sarà allungare di altri due uomini la rosa». Mancano sette partite: quanti punti la farebbero sorridere? «Tredici o quattordici. Che non sono pochi». Sabato alle 14.30 al polisportivo si andrà a caccia dei primi tre.

Ore 19.10 – Sembra meno grave del previsto l’infortunio occorso ad Emil Zubin: l’ecografia da poco effettuata avrebbe evidenziato una contrattura. Scongiurate, dunque, lesioni o stiramenti; le sue condizioni verranno comunque rivalutate nella giornata di domani

Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Un pareggio che soddisfa mister Vecchiato. Il Belluno ha conquistato un punto importante sul campo della Clodiense, in un match condizionato dalla doppia ammonizione di Sebastiano Sommacal, che ha dovuto lasciare i compagni con un uomo in meno dal 40′ del primo tempo. «Il primo cartellino giallo non esiste – commenta serenamente il tecnico – l’errore dell’arbitro è stato lì, perchè sul secondo possiamo discuterne. Ma il primo non c’era proprio. L’espulsione ha cambiato la partita. Il pareggio mi soddisfa? Dopo l’espulsione assolutamente si». Una partita che il Belluno fino a quel momento aveva giocato alla pari contro la formazione di Chioggia, ribattendo colpo su colpo e rendendosi pericoloso. «Ho visto un primo tempo equilibrato. Noi ci siamo fatti vedere con due buone occasioni di Miniati e Pescosta, mentre la Clodiense aveva più campo, ma si è resa pericolosa solamente con un cross sbagliato andato sulla traversa». Con un uomo in meno l’inizio del secondo tempo è stato un incubo. Il Belluno ha subito due reti. «Sono stati 15’ molto brutti, ci voleva un altro tipo di prestazione – spiega Vecchiato – il primo gol è arrivato per una palla che è rimasta troppo in area, il portiere non è uscito, il difensore non ha spazzato, e alla fine l’hanno buttata dentro. Sul secondo la punizione è passata tra la barriera e chi stava uscendo sulla palla. Sotto di due gol e in dieci uomini la situazione si è fatta dura, nei minuti successivi abbiamo sbagliato tanti palloni e fatto diversi falli ma pian piano ci siamo ripresi». Ci pensa sempre il “Cobra”. Simone Corbanese ha messo a segno il diciannovesimo gol stagionale, che lo tiene saldamente alto alla testa della classifica marcatori. Quando c’è bisogno non fallisce mai. «Il bel gol di Simone è stata la svolta. Da quel momento è stata un’altra partita. Abbiamo rischiato qualche contropiede ma è normale, pechè volevamo il pareggio. Il 2-1 ci ha dato fiducia e abbiamo sfiorato il 2-2 con Posocco. La squadra ha tirato fuori nel finale tanto cuore e un gran carattere ed è andata bene con il gol di Mosca». Sabato c’è la Sacilese. Il Belluno nell’anticipo non avrà lo squalificato Sebastiano Sommacal e gli infortunati Ruben D’Incà e Paolo Pellicanò. Andrea Radrezza è in dubbio e il tecnico non è ottimista. «Non penso ci sarà – conclude Vecchiato – per sabato ci aspetta una bella partita, ma non è ancora decisiva, perché comunque vada dopo mancheranno ancora sei gare. Purtroppo non ci arriviamo come all’andata (tra infortuni e cessioni, ndr) ma vogliamo tenere duro. L’Arzignano? Può rientrare sicuramente nella corsa play off».

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) FISCHI E FIASCHI – Ancora terne disattente. A Sacile, D’Angelo ha allontanato dalla panca De Pieri per un insulto pronunciato da Vendrame (massaggiatore). Inutili le spiegazioni. A Valdagno, D’Ambrogio ha fischiato un fuorigioco inesistente al Tamai in contropiede 4 contro uno perché non si è accorto della presenza di un vicentino 6 metri almeno (vedi la foto in alto a destra, ndr) davanti ai rossi. DI NUOVO FURIE – «Era il 90′ – racconta Stefano De Agostini – e potevamo pareggiare. Già in precedenza, sull’1-0 per noi, l’arbitro aveva trasformato un rigore a nostro favore in una punizione dal limite». Resta la sconfitta (1-2), quarta consecutiva, ma resta pure la soddisfazione di aver fatto paura all’Altovicentino. «Sì – annuisce De Agostini -, siamo di nuovo Tamai. Splendido il gol di Federico Furlan che ci aveva portato in vantaggio. Alla fine, sull’1-1, siamo stati ingenui. Stavamo bene, abbiamo provato a vincerla e siamo stati puniti. Da domenica, in casa con l’Union Pro Mogliano, bisognerà tornare a far punti».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Korablin dà ossigeno alle finanze societarie e il Venezia paga in anticipo stipendi e (per ora) metà contributi, gettando le basi per evitare la terza penalizzazione stagionale. Il suo ritorno in città non è ancora fissato in agenda, tuttavia da Mosca il patron Yury Korablin sta dando seguito a quanto assicurato al Penzo il 22 febbraio scorso, vale a dire che la crisi di liquidità sarebbe stata superata entro metà marzo con il versamento di 800 mila euro nelle casse del club arancioneroverde. «L’aspetto positivo è che dalla Russia stanno continuando ad arrivare periodici versamenti – sottolinea il dg Dante Scibilia -, con un po’ di ritardo rispetto a metà marzo ma comunque in netto anticipo rispetto alla scadenza del 16 aprile». Entro quella data il Venezia dovrà pagare solo i contributi del mese di febbraio, mentre quelli di gennaio al pari degli stipendi e delle ritenute del primo bimestre del 2015, sono già stati saldati. «Rispetto ai mesi scorsi siamo in vantaggio e con un altro piccolo sforzo sistemeremo anche il resto» il velato ottimismo di Scibilia, fiducioso quindi che la società lagunare possa finalmente tornare a rispettare le scadenze imposte dalla Lega Pro, dopo aver invece parzialmente steccato quelle del 16 febbraio e del 16 dicembre quando Korablin era riuscito a pagare solo gli stipendi ma non i contributi. Inadempienze per le quali il Venezia è stato deferito – al momento solo per la prima data – e che comporteranno un -2 in classifica, anche se la lentezza della giustizia sportiva non dà ad oggi la certezza che entrambi i punti saranno scontati nell’attuale campionato. Intanto ieri il tecnico Michele Serena ha diretto il primo allenamento in vista della trasferta di sabato a Bergamo con l’AlbinoLeffe (ore 19.30). Lo 0-0 di Gorgonzola con la Giana ha lasciato in eredità l’infortunio di Raimondi che sarà ai box per un mese a causa di una lesione di 2 centimetri all’adduttore destro. Lavoro differenziato per Espinal e Peccarisi, Bellazzini è tornato in gruppo mentre Esposito è ko con la gastroenterite.

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dopo il punto conquistato a Gorgonzola contro la Giana, il Venezia è tornato al lavoro per preparare la trasferta di sabato contro l’Albinoleffe. Da registrare l’infortunio ad Andrea Raimondi, che ha una lesione all’adduttore di due centimetri e rimarrà fuori un mese. Ma ieri è arrivato un importante segnale dalla Russia: il pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio, in largo anticipo sulla scadenza. Una boccata di ossigeno per la società e un’iniezione di fiducia per i giocatori, anche se ancora una volta al pagamento mancano parte dei contributi. Di fatto il presidente Yuri Korablin ha versato stipendi e ritenute d’acconto dei due mesi di gennaio e febbraio, i contributi di febbraio ma non quelli di gennaio. Stando così le cose, anche alla prossima scadenza il Venezia rischia un punto di penalizzazione (anche se questo potrebbe arrivare a campionato concluso) ma la speranza nella sede di via Torino è che nelle prossime tre settimane arrivi da Mosca la parte rimanente. «E’ comunque un buon segnale — commenta il dg Dante Scibilia — e c’è ancora tempo prima della scadenza». Il fatto che il flusso di denaro da Mosca non si sia interrotto, anche se somministrato con il contagocce, viene considerato positivamente dalla dirigenza. E questo nonostante nell’ultima visita in laguna il presidente Korablin avesse promesso di versare tutto il dovuto nel giro di poche settimane, all’incirca entro metà marzo, promettendo altresì una nuova visita veneziana a stretto giro di posta. Ad oggi il presidente non si è visto, ma ha assolto a una parte degli impegni. Restano sempre i contributi pregressi da versare e su quelli la società confida in una rateizzazione. E ci sono i punti di penalizzazione in arrivo: dopo il deferimento per la prima scadenza (quella del 16 dicembre riferita agli stipendi di settembre-ottobre) si attende entro la fine del mese la penalità. Poi toccherà a quella riferita alla scadenza del 16 febbraio.

Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Il presidente Yury Korablin ha provveduto al pagamento degli stipendi dei giocatori e dei tesserati di gennaio e febbraio, al versamento delle ritenute relative ai due mesi in questione e al pagamento dei contributi del mese di gennaio. Mancano da saldare i contributi del mese di febbraio, ma il Venezia ha tre settimane di tempo per la scadenza di metà aprile. Un segnale che forse il periodo peggiore, a livello finanziario, della stagione è alle spalle, anche se i problemi rimangono. E che alla resa dei conti i punti di penalizzazione rimarranno solo due, se il secondo arriverà prima del termine del campionato. Tappa importante in settimana per il Venezia con l’udienza a Roma per rispondere del primo deferimento arrivato, quello relativo al mancato versamento di ritenute e contributi relativi ai mesi di settembre e ottobre 2014. La società sarà rappresentata giovedì 26 marzo dall’avvocato Gianmaria Daminato davanti ai membri della Sezione Disciplinare del Tribunale Nazionale Federale, dopo che il 4 marzo il Procuratore Federale, su segnalazione della CoViSoc, aveva fatto scattare il deferimento del presidente Korablin, quale rappresentante legale pro-tempore del club e il Venezia per responsabilità diretta. Sul campo, intanto, la squadra di Michele Serena si sta avvicinando alla quota salvezza e i quattro punti incamerati contro Cremonese e Giana Erminio mettono gli arancioneroverdi quasi con le spalle al sicuro avendo conservato sette lunghezze sul quint’ultimo posto. Ne mancano altri quattro-cinque per non correre rischi, anche se sarà fondamentale farne sabato a Bergamo contro l’Albinoleffe e poi nel turno infrasettimanale al Penzo contro il Lumezzane. Fondamentale visto che nelle ultime cinque partite il Venezia dovrà andare a Bassano e Alessandria, oltre a ospitare il Pavia, ovvero tre delle quattro squadre in corsa per promozione diretta e playoff, oltre a Torres e Pro Patria. Dovrà intanto fermarsi per almeno quattro settimane Andrea Raimondi a causa dell’infortunio muscolare occorsogli a Gorgonzola nel corso del riscaldamento: l’esame a cui si è sottoposto l’attaccante ha evidenziato una lesione di un paio di centimetri all’adduttore della coscia destra, Raimondi tornerà per le ultime due-tre partite di campionato. Espinal e Peccarisi si sono allenatati a parte, la gastroenterite ha colpito questa volta Esposito, mentre tornano a disposizione dopo avere scontato la squalifica sia Cernuto che Zaccagni, in gruppo dopo aver saltato Cremonese e Giana Erminio anche Tommaso Bellazzini, lavoro differenziato per Carcuro e Hottor.

Ore 17.20 – Stando alle prime notizie Zubin avrebbe sentito una fitta alla parte posteriore della gamba ed a breve effettuerà un’ecografia per verificare l’entità del problema.

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.55 – Qui Guizza: problema fisico per Emil Zubin, che lascia il campo visibilmente alterato e tirando una manata ad una porta da calcio.

Ore 16.50 – Qui Guizza: partita finale “Under” contro “Over”.

Ore 16.30 – Qui Guizza: si reca negli spogliatoi Salvadori, che ha effettuato lavoro a parte.

Ore 16.10 – Qui Guizza: tornano in campo Nichele e Amirante, che disputano la partitella a campo ridotto con sponde.

Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro atletico. Si recano invece in palestra Cunico, Bortot, Mazzocco, Nichele e Amirante.

Ore 15.30 – Qui Guizza: scendono in campo i Biancoscudati, inizia l’allenamento.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati ancora negli spogliatoi a colloquio con mister Parlato.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) All´andata al Menti era finita 3-0 per i biancorossi grazie ad una partita praticamente perfetta e i gol di Bardelloni, Malagò e Bruno che avevano lanciato il Real Vicenza in testa alla classifica. Ma domenica sarà tutta un´altra storia. La situazione del Real è tranquilla. Un settimo posto che, da matricola, è un risultato di tutto rispetto. Però ripensando a quel 16 novembre dopo la partita contro il Novara, quando i vicentini si erano ritrovati in cima alla graduatoria (grazie anche ai rinvii di altre gare, ma pur sempre primi), qualche rimpianto potrebbe esserci. I numeri parlano chiaro: se a fine 2014 il bottino del Real nell´attuale stagione era di otto vittorie, otto pareggi e solo due sconfitte, nel 2015 i dati dicono solo tre vittorie, cinque pareggi e cinque sconfitte. Una calo ci sta, certo, è fisiologico per tutte le squadre nel corso dell´annata calcistica, ma ad oggi questo calo sta durando un po´ troppo. E, a sette partite dal termine, per rimanere aggrappati al sogno domenica bisogna andare a vincere nel fortino azzurro. Un´impresa non da poco: il Novara, primo in classifica, venderà cara la pelle. E poi al Piola gli uomini di Toscano hanno dato prova di essere quasi infallibili: dodici vittorie, tre pareggi e una sconfitta con 32 reti fatte e 8 subite. I biancorossi, smaltita la delusione del pareggio dal sapore amaro di Cremona, ha ripreso ieri gli allenamento e ci sono buone notizie per Marcolini: in difesa rientra Piccinni che sabato ha scontato il turno di squalifica e anche Polverini, fermo per una contrattura ad una coscia da più di una settimana. Ieri il difensore biancorosso ha ripreso ad allenarsi regolarmente con il gruppo. Dovrebbe quindi tornare disponibile il terzetto difensivo composto da Carlini, Polverini, Piccinni che ha dimostrato finora di essere quello che dà maggiore solidità e certezza al Real.

Ore 14.40 – Questo il messaggio apparso sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook unitamente alla condivisione dell’articolo da noi realizzato su Clodiense-Padova: “Ribadiamo il concetto già espresso in altre occasioni. Non trasformiamo il loro problema in un nostro problema… TUTTI PRESENTI CON OPPURE SENZA BIGLIETTO! Il sostegno alla squadra per il raggiungimento del nostro obiettivo è più importante delle loro problematiche”.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Attenti, sta arrivando il Bassano. Basta farsi due conti per scoprire che, nel campionato in cui per andare ai playoff bisogna arrivare quarti, con la penalizzazione del Novara in arrivo ai piedi del Grappa il primo posto è da considerare tutt’altro che un sogno. Al momento la classifica racconta che il Novara è primo a quota 60, che Pavia e Alessandria si sono fatte bloccare sul pari e che inseguono a quota 59 e che il Bassano è a 58. Sabato al Mercante c’è Bassano-Alessandria, uno scontro diretto che potrebbe far decollare definitivamente in orbita serie B i giallorossi, dopo le quattro vittorie consecutive ottenute nelle ultime settimane. «Dove arriveremo non lo so — sorride Antonino Asta — creiamo e facciamo gioco divertendoci, senza l’assillo del risultato. Stiamo facendo qualcosa di fantastico, ci aspettano sette finali e proveremo a giocarci le nostre chance per regalare un sogno ai tifosi e alla città. E’ bello sapere che sabato una corazzata come l’Alessandria verrà qui a giocarsi qualcosa d’importante con noi». Ieri Stefano Pietribiasi, uno dei punti di forza dello scatenato Bassano, è stato ospite di Cafè 24 e ha raccontato il gran momento della squadra: «C’è tantissimo entusiasmo attorno a noi — ha spiegato — e siamo consapevoli che la serie B potrebbe anche non essere un sogno così impossibile da raggiungere. Dopo aver perso in casa col Novara nessuno avrebbe creduto a questa rimonta, invece adesso siamo qui ad aspettare la partita di sabato con la consapevolezza di poterci giocare molto in 90 minuti. È bello poter vivere tutti assieme questo sogno».

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Ritenta, sarai più fortunato. Come gli incarti delle gomme americane di quando si era bimbi, al terzo tentativo di crapa, quel cabezòn di Iocolano ha fatto centro. Naturalmente ha imbucato il più difficile fallendo quelli apparentemente più semplici. Una sequenza di capocciate che lui rivive così. «Sul primo assalto ho proprio avuto paura di andare a schiantarmi contro il palo – racconta – sicchè ho chiuso gli occhi e sulla traversa in pieno ho mandato a sbattere la palla, sempre meglio della mia faccia. Nella seconda chance, invece, l´ho sbucciata angolando male», magari rallentata, aggiungiamo noi, dalla maxi chioma afro che Ioco sfoggia meglio di un certificato di origine controllata. «Sulla terza però no – riattacca Simone – su quell´ennesimo cross pennellato da Cattaneo ho preso d´anticipo il difensore bruciandolo sul tempo e indirizzando sfera sull´angolo lontano. La vera pecca semmai è che potevamo e dovevamo chiudere prima la faccenda senza tenere in vita la Pro Patria così a lungo. Di buono però c´è che nessuno dei quattro diffidati è stato ammonito e ora arriviamo al braccio dei ferro con l´Alessandria sabato al Mercante (alle 15, ndr) con grande energia ed entusiasmo per una sfida che può garantirci ancora più slancio a patto di approcciarla senza ossessioni o obblighi di sorta». Al momento del cambio, il capitano è stato investito da oltre un minuto di applausi scroscianti dell´intera tribuna centrale. «Sono emozioni che restano dentro, fondamentalmente perchè inattese e non te l´aspetti – ammette il ricciolone giallorosso – è una stima che mi riempie di orgoglio e che voglio ripagare con una dedizione totale per questa maglia e per chi ci vuole bene». Contro i grigi si rivedrà Bizzo Bizzotto al centro della retroguardia.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Inizia una settimana importante per le trattative in corso sulla cessione del Vicenza. Nella tarda serata di ieri lo sbarco in Italia dei vertici della cordata estera, guidata da un imprenditore del Qatar, che dovrebbero fare prima tappa a Milano presso la sede dello studio legale che li rappresenta, e poi a Vicenza per incontrare i vertici della società e l’advisor Ippolito Gallovich. Dopo ripetuti controlli sui numeri e sui bilanci del Vicenza calcio, l’arrivo in Italia di chi occupa le stanze dei bottoni, sulla carta potrebbe portare entro una decina di giorni ad una definizione, positiva o negativa, della contrattazione. Dalle poche indiscrezioni un’intesa di massima dovrebbe essere stata raggiunta, accordo che prevede anche l’inserimento del centro tecnico di Isola Vicentina che gli investitori stranieri vorrebbero inserire nell’operazione dell’acquisto della società berica. Facile immaginare che la bozza preveda una doppia soluzione, in caso di permanenza in serie B e qualora si concretizzasse la promozione in serie A. Molto più indietro è la trattativa impostata da Sergio Cassingena, presidente di Finalfa srl che nei giorni scorsi ha incontrato alcuni imprenditori vicentini con cui si è iniziato a intraprendere un dialogo per verificare le possibilità di entrare nella società attuale. I nomi anticipati nei giorni scorsi (Alfredo Pastorelli, Alberto Stella, Massimo Masolo, Lino Chilese e Alberto Morato), trovano conferme da più parti, mentre pare che le parti al momento sarebbero molto lontane e un’intesa sarebbe difficile anche perché la cordata potrebbe essere formata da altri componenti e trovare un’intesa che accontenti tutti pare impresa complicata. Per terminare la stagione serve un milione e mezzo e questa sarebbe stata la richiesta fatta dal presidente di Finalfa al gruppo vicentino.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Undicesimo risultato utile consecutivo, terza piazza solitaria e secondo posto, che vale la promozione in serie A diretta, ad un solo punto. Dopo la vittoria a Modena, il Vicenza di Pasquale Marino si prepara al big match in programma sabato (ore 18) al Menti contro la capolista Carpi. Contro la squadra guidata da Castori, la società biancorossa ha deciso che gli unici abbonamenti validi saranno quelli sottoscritti per il girone di ritorno, tutti gli altri spettatori dovranno pagare il biglietto d’ingresso. Una sorta di «giornata biancorossa» che non ha certo frenato la corsa al tagliando, visto che già ieri pomeriggio i biglietti di curva sud erano esauriti ed era molto limitata la disponibilità del settore distinti. Considerato che la capienza attuale del Menti è attualmente di circa 11.500 posti e che circa duemila di questi sono riservati ai tifosi ospiti in gradinata nord, è facile prevedere che al big match assisteranno circa diecimila tifosi. E molti dovranno restare fuori a causa della limitata capienza, ridotta negli ultimi anni per problemi di sicurezza. «Purtroppo è possibile che stavolta ci sia il tutto esaurito e che in molti restino fuori — spiega il dg Andrea Gazzoli — ma la situazione è questa fino alla fine del campionato, nulla possiamo fare. Il settore riservato agli ospiti ha regole precise da rispettare, con un settore vuoto per parte, quindi i tifosi delle nostre avversarie devono per forza andare in gradinata nord anche se arrivano in numero ridotto. Non è agibile nemmeno l’ex curva Azzurra per problemi ai gradoni che hanno bisogno di manutenzione, quindi aumentare la capienza per questa partita non è possibile». Contro il Carpi il pubblico biancorosso farà comunque, come sempre del resto, la sua parte; ma anche i ragazzi di Pasquale Marino sono pronti a cercare la vittoria sulla capolista, che non perde in trasferta dal 12 ottobre 2014 quando fu sconfitta ad Avellino. E gli amiliani non subiscono gol dalla trasferta di Lanciano. Numeri che parlano da soli e che confermano come il Carpi sia squadra solida e quadrata: avversario, se possibile, ancora più temibile considerato che sabato scorso è rientrato anche Jerry Mbagoku, bomber biancorosso con 13 gol. «Che siano forti non lo scopriamo certo oggi — spiega Antonio Cinelli — scenderemo in campo con rispetto verso i nostri avversari, ma senza alcun timore reverenziale perché ritengo che abbiamo dimostrato di saper lottare ad armi pari con tutti. La permanenza in serie B è stata centrata, ora non ci resta che continuare così, preparando una partita alla volta». Il che non significa affatto rilassarsi, anzi. «Mancano dieci gare alla fine — scandisce il mediano del Vicenza — e le giocheremo come fossero altrettante finali: per noi e per i nostri tifosi daremo tutto per ottenere il massimo».

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Cinelli, ma quanto corre? Mai pensato alla StrAVicenza? «Manca solo quella… », risponde il centrocampista con una gran risata. Ma poi si fa serio. Perchè è vero che in mezzo al campo non si risparmia nessuno. Ma si cerca anche di costruire. Perchè c´è qualità, e Antonio Cinelli ne è consapevole. «In effetti – sottolinea – fraseggio e possesso palla sono dei punti di forza per noi. Giocando così otteniamo dei risultati, però è chiaro che tutto questo è dispendioso dal punto di vista fisico». E magari i tre pareggi che hanno preceduto la trasferta di Modena si possono spiegare così… «Sicuramente le partite a distanza ravvicinata creano più problemi a chi cerca di creare gioco. Chi si affida ai lanci lunghi spende meno. Ma noi ormai abbiamo trovato una nostra identità e credo che sul campo si veda». La corsa resta comunque un elemento molto importante, soprattutto per lei. O no? «Certo, io devo correre. Ma lo faccio volentieri, perchè so che i compagni lo fanno con me. Ci aiutiamo sempre in campo e questo è importantissimo. Nello specifico, poi, io avevo bisogno di trovare continuità e lo sto facendo grazie alla squadra». Ecco, a proposito di squadra: a Modena dopo il gol avete avuto una reazione proprio da squadra. Non vi siete innervositi e avete cominciato a giocare… «Diciamo che il gol a freddo ci ha svegliati. E abbiamo reagito da grande squadra». Grande? «Sicuramente viva. Un gruppo che non muore mai. Abbiamo creato gioco e abbiamo segnato due gol. Poi, inevitabilmente, abbiamo rischiato qualcosa, ma ci sta quando cerchi di fare le partite». I rischi in realtà sono stati minimi. Anche se forse evitabili…
«Analizzando sommariamente la gara posso dire che abbiamo disputato un primo tempo molto importante e poi, nella ripresa, abbiamo completato il sorpasso. Dopo una sforzo così può succedere che ci si abbassi, ma nel complesso la situazione è stata gestita bene». Anche a Modena c´è stato un gran seguito di tifosi… «Sì, sembrava di essere in casa! Tutto questo ci fa molto piacere, però bisogna dire che il pubblico ci segue e ci incita da anni, ha fatto sentire il suo sostegno anche nei periodi più difficili, anche in Lega Pro». Il Vicenza è a un punto dal Bologna secondo in classifica. Quali obiettivi si possono fissare adesso? È lecito sognare? «Io non fisserei obiettivi anche perchè… a mano a mano che li fissiamo li asfaltiamo! Avanti così, settimana dopo settimana, cercando di ottenere il massimo da ogni gara». E sabato sarà big match con il Carpi… «Sarà una gara difficile, anche perchè loro corrono. Proprio come noi. Penso che si assisterà a una partita bellissima, con una gran cornice di pubblico. E io sono ottimista perchè la nostra mentalità è quella giusta». Parliamo un po´ dei singoli. Cocco è rientrato e si è dimostrato subito decisivo… «Lui è un giocatore veramente importante per noi, ha dei colpi che risolvono le partite. Era da anni che in questa squadra si sentiva il bisogno di un attaccante del genere». E visto che si parla di attaccanti, ha visto che razza di gol ha segnato Giacomelli? «Bellissimo, davvero. Sono particolarmente contento per lui perchè, al di là della rete, è uno che corre, rientra e lavora molto per la squadra. Meritava un premio del genere». Tra l´altro Giacomelli, come lei, è uno che a Vicenza c´era quando le cose non andavano bene… «Ma sì, posso davvero dire che sognavamo un periodo del genere. E speriamo che duri il più a lungo possibile». È passato un girone dalla gara interna con il Modena, che ha rappresentato probabilmente il momento più brutto di questa stagione. Cos´è cambiato da allora? «Quella fu una gara sfortunata. Io non c´ero perchè ero squalificato e comunque le assenze erano tante. Da allora sono successe tante cose, è arrivato un altro allenatore… ». Ecco, Marino: ormai è entrato nel cuore dei tifosi, a fine gara gli ultras lo volevano sotto la Curva… «L´allenatore sta dando tanto a questa squadra, ci aiuta con semplicità e passione. È davvero bravo». Il campionato si avvia alla fase conclusiva: ci saranno scontri diretti in casa e poi le due insidiose trasferte conclusive con Spezia e Livorno. Quand´è che si potrebbe decidere il destino del Vicenza? «Io non credo che ci saranno partite decisive. Ci sarà da faticare contro ogni avversario, ma abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti». E intanto lei continua ad indossare la fascia di capitano… «Mi fa molto piacere, però il capitano è Camisa. In sua assenza sono contento di avere questa fascia al braccio».

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) La curva Nord scordatevela. In tanti, ma davvero tanti, in questi giorni di passione biancorossa che divampa, ci hanno chiesto perché non si possa aprire il settore opposto alla Sud, o almeno una porzione, visto che in genere i tifosi ospiti in arrivo restano ben lontani dai 1.300 posti di capienza. Da Carpi sono annunciati 200-300 supporter, il che vuol dire che mille posti resteranno vuoti, persi. Ma non è possibile “recuperarli” per i tifosi del Vicenza, che in queste ore stanno dando vita ad un corsa al biglietto, considerato che sabato la super-sfida con la capolista Carpi è fuori abbonamento e quindi tutti dovranno acquistare il tagliando. «La normativa – spiega Andrea Gazzoli, direttore generale del Vicenza – prevede chiaramente che non deve esserci possibilità di contatto tra le due tifoserie e nel nostro stadio l´unico settore che risponde alle esigenze è la curva Nord e siamo obbligati a riservarla tutta ai tifosi ospiti, tanti o pochi che siano». Vengono in mente gli altri “spicchi” del Menti: la curva Azzurra, la tribuna-famiglia, la “curvetta” (da 900 posti) fra Distinti e Nord: non potrebbero essere sistemati lì i tifosi della squadra avversaria? «No – risponde Gazzoli – perché quelli sono settori per i quali non c´è l´agibilità e servono lavori di riqualificazione già peraltro all´ordine del giorno con il Comune proprietario dell´impianto». C´è anche da dire che in tante stagioni di sofferta serie B o anche l´anno scorso in Lega Pro problemi del genere non si ponevano proprio, anzi. Le uniche occasioni in cui lo stadio si riempiva era per gli scontri-diretti in chiave-salvezza. Adesso è tutto diverso e il Menti rischia di essere davvero troppo piccolo da qui a fine maggio. In definitiva quanto tiene oggi lo stadio? «11.500 posti» certifica Gazzoli. E cioè, tolti i 1.300 “inamovibili” della Nord, 10.200 per i cuori del Lane.

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) La carica dei 10 mila. La sfida al Carpi capolista si giocherà in un Menti pieno e caldo come non mai: i dati relativi alla vendita dei biglietti per la supersfida di sabato (fischio d´inizio alle 18) già ieri sera davano per vicina quota 8000, con la Curva Sud esaurita dal primo pomeriggio. Chi vorrà aggiudicarsi un biglietto per assistere all´attesissimo incontro di cartello, quindi, farà bene ad affrettarsi, perché di questo passo è altamente probabile che il “tutto esaurito” si raggiunga al massimo in un paio di giorni. Sud esaurita. Come ampiamente prevedibile, il primo settore del Menti ad esaurire la disponibilità è stato quello della Sud: 3.738 tagliandi bruciati già nel primo pomeriggio di ieri. Considerando l´impossibilità di mettere a disposizione dei tifosi biancorossi la Nord, non resta che prendere in considerazione i Distinti (ancora circa 1.500 biglietti a disposizione sui 4.220 totali) o la Tribuna (circa 800 i tagliandi ancora non acquistati, su una capienza complessiva di 2.316 posti). Code alle rivendite. La scena si ripete identica da lunedì in tutte le rivendite aperte a Vicenza e in provincia: tifosi in coda anche per diversi minuti, pur di riuscire ad ottenere il sospirato tagliando. Anche perché – è bene ricordarlo – la partita contro il Carpi è la seconda, e ultima, non compresa nell´abbonamento, quindi anche i titolari della tessera stagionale hanno dovuto acquistare il biglietto per avere un posto assicurato. «C´è un afflusso sempre costante, si vede che i tifosi non si vogliono assolutamente perdere questa partita – confermano dal bar Aphrodite di Malo, una delle rivendite -. Quando, a partire da ieri pomeriggio, abbiamo spiegato che non era più possibile avere un biglietto per la Curva, praticamente tutti hanno deciso di prenderlo per i Distinti: si fa un piccolo sacrificio economico, piuttosto che restare a casa». Assalto al Centro. Letteralmente presa d´assalto la biglietteria del Centro di Coordinamento allo stadio, come riferisce Angelo Barbaro: «Tantissime persone si sono messe ordinatamente in coda fin dalle 9 e mezza del mattino, siamo stati costretti a chiudere la porta d´ingresso e fare i biglietti attraverso la grata come una volta, e non è mancato qualche momento di tensione – racconta -. In particolare alcuni abbonati pretendevano di avere garantito il loro posto abituale, ma questo non è più possibile, perché la prelazione è finita la scorsa settimana. Anche gli abbonati, quindi, devono accontentarsi degli ultimi posti disponibili, o in alternativa se ne devono stare a casa». Numero sbagliato. La “febbre” del biglietto ha coinvolto – suo malgrado – anche un privato cittadino di Torri di Quartesolo, il cui numero di telefono per errore è stato indicato sulla locandina della partita, pubblicata anche sul sito del Vicenza, come quello della tabaccheria Sella di corso San Felice, una delle rivendite. «Mi hanno telefonato decine di tifosi chiedendomi informazioni sui biglietti, ma io non ne so niente! Chissà che arrivi questa benedetta partita e poi sia finita…». Per la cronaca, il numero errato è quello che, dopo il prefisso 0444, inizia per 58, mentre il numero corretto della ricevitoria è 0444287918.

Cicioni papàOre 12.40 – La redazione di PadovaGoal si congratula col portiere biancoscudato Cristian Cicioni e con la moglie Gabriella per la nascita della loro figlia Kelly, avvenuta ieri pomeriggio!

Ore 12.30 – (Gazzettino) Con la serie A ferma per gli impegni della Nazionale, la dodicesima giornata di ritorno del campionato cadetto si disputerà domenica: in programma Cittadella-Ternana, altra partita-chiave sulla via che conduce alla salvezza. Per i granata un giorno in più di riposo: la squadra si ritroverà oggi pomeriggio per la ripresa degli allenamenti, con il programma che prevede domani la doppia seduta. Kupisz – non convocato per Livorno – rientrerà in gruppo, mentre saranno da valutare le condizioni di Scaglia, uscito sabato per un problema all’adduttore. Il difensore sta meglio e si augura non si tratti di un problema grave: «Ho avvertito un indurimento e mi sono fermato subito. Non mi fa così male, le sensazioni sono positive, anche il medico appariva fiducioso quando sono uscito dal campo a Livorno. Sarà comunque necessario un esame per stabilire l’esatta entità dell’infortunio». Non ci sarà Camigliano, impegnato da domenica nell’Under 20 che giovedì giocherà a Lecco contro la Svizzera nel torneo “Quattro Nazioni”. E oggi ci saranno le delibere del giudice sportivo: atteso lo stop di Benedetti che era in diffida ed è stato ammonito nell’ultimo turno. LE GIOVANILI. Gli allievi nazionali si arrendono 1-0 al Bologna che si porta ad una lunghezza dai granata. Niente punti anche per gli allievi professionisti che in casa franano contro l’abbordabile Real Vicenza (3-1), salvando l’onore nel finale con la rete di Graishta. Pareggio in trasferta per i giovanissimi sperimentali sul terreno del Don Bosco Sandonà: 2-2, ancora una doppietta per Pasinato.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Fresco papà di Angelica, fratello “d’arte” di Luca e leader in campo. Ma è un’espressione, quest’ultima, che preferisce evitare, «perché non devo essere io a definirmi leader, casomai i miei compagni». Che lo si chiami o no in questo modo, è evidente che con Nicola Rigoni in mediana il Cittadella è un’altra squadra. Basta raffrontare la prestazione offerta dai granata a Livorno con le difficoltà avute nell’organizzare la manovra appena una settimana prima, contro il Crotone, quando lui era assente per l’influenza. La sua è la funzione “lavatrice”: riceve o recupera palloni sporchi e li trasforma in passaggi puliti. Si riconosce nel ruolo di uomo d’ordine? «Cerco di dare il meglio di me e anche di farmi sentire con i compagni più giovani dando loro indicazioni, ma credo che i leader in questo gruppo siano altri, giocatori più esperti come Pierobon, Coralli, Sgrigna e Pellizzer. E comunque so di dover crescere anche sotto a questo aspetto». Magari ascoltando le indicazioni di suo fratello Luca, che gioca nel Palermo. «Beh, se lui gioca in serie A e io in B qualche motivo c’è. Forse, tecnicamente, Luca ha meno qualità di me, ma è maturato calcisticamente prima e, da quel punto di vista, sì, è uno che ha personalità». Vi telefonate spesso? «Sì, ma non parliamo quasi mai di calcio, preferiamo confrontarci sulla nostra vita privata. Poi è chiaro che se lui vince io sono contento, e lo stesso accade per Luca se vinco io». L’esperienza per alzare lo sguardo sul campionato, comunque, non le manca: il Citta ha 38 punti ed è a 12 lunghezze da quota 50, ritenuta la soglia di sicurezza per salvarsi. Basteranno 4 vittorie in 10 partite? «È una stagione strana, questa, sia ai piani alti, dove, tolto il Carpi, sono tutte lì, sia a quelli bassi, con sette squadre raccolte in tre punti, ma penso che alla fine arrivare a 50 sarà sufficiente. Per noi farà da spartiacque la prossima partita con la Ternana, che ad oggi sarebbe l’ultima squadra a finire ai playout: abbiamo due lunghezze di margine e se la battiamo le portiamo a cinque. Una vittoria ci consentirebbe di guardare al prosieguo della stagione con più serenità». C’è un po’ di rammarico se ripensa al vostro cammino? «Ce n’è, eccome! Se pensiamo a dove eravamo alla fine del girone d’andata, sembra impossibile essere risaliti così in alto, ma io dico che era difficile spiegarsi quell’ultimo posto, non la posizione attuale. Sarebbe potuto essere un campionato diverso per noi». Nelle prime 11 partite del girone di ritorno avete raccolto gli stessi punti di tutto il girone d’andata. Cos’è scattato? «Più di tutto è stato importante risolvere i problemi che avevamo sugli esterni, che sono fondamentali per il nostro 4-4-2: per metà stagione abbiamo potuto contare sul solo Minesso, con l’arrivo di Kupisz e Bazzoffia abbiamo finalmente potuto sviluppare il gioco come volevamo». A dicembre è diventato papà della piccola Angelica. Com’è cambiata la sua vita da quel momento? «Io e Sabrina, la mia compagna, siamo felicissimi. Non so se questa esperienza mi ha fatto maturare come uomo, ma di sicuro sento di avere addosso maggiori responsabilità. Ciò che mi auguro, ora, è di saper essere un bravo papà».

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Il successo di Livorno ha un’importanza incalcolabile. Tre punti in trasferta contro una delle favorite per la promozione rappresentano una formidabile spinta per il Cittadella per chiudere il campionato blindando l’ennesima salvezza. Sabato contro la Ternana l’obiettivo è vincere ancora per staccarsi ulteriormente dalla zona pericolo. «Non so se è la vittoria della svolta — sorride Claudio Foscarini — so che da qui alla fine abbiamo dieci spareggi da vincere e che dovremo dare tutto per arrivare al traguardo. La classifica è molto migliorata, ma un paio di passi falsi possono farti scivolare all’indietro». Apprensione parzialmente rientrata, intanto, per quanto riguarda le condizioni di Filippo Scaglia, uscito anzitempo nel corso del primo tempo a Livorno. Il difensore, secondo i primi accertamenti, si è procurato una contrattura all’adduttore: non dovrebbe essere niente di serio. Prossimo al rientro in gruppo Kupisz, che dovrebbe lavorare con i compagni già oggi alla ripresa degli allenamenti. Sarà squalificato Benedetti per cumulo di ammonizioni dopo il giallo rimediato al Picchi. Al suo posto pronto Paolucci.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Combatte l’Este nel girone C, ma incassa un’altra sconfitta, seppure di misura, con il Castiglione (3-2): nel prossimo turno i giallorossi saranno impegnati nel derby a Legnago. Nel girone D, a tre giornate dal termine della regular season, sono sette i punti di vantaggio della Biancoscudati Padova sul Giorgione. Biancoscudati Padova che chiude facilmente la pratica Belluno con le reti di Minozzi, Mbengue e Denè permettendosi anche il lusso di fallire un calcio di rigore con Marcandella. Giornata positiva nel girone G per l’Atletico San Paolo che incrementa il vantaggio sulla seconda, il Delta Porto Tolle, portandolo a cinque lunghezze. I gialloblù vanno a vincere con un inusuale 7-3 sul campo del Bellaria: cinquina nel primo tempo grazie alle reti di Faggin, Guariento, Segalina e doppietta di Dechechi, poi nella ripresa fissano il risultato Zambolin e ancora Faggin; unico rammarico il cartellino rosso rimediato da Pigozzo nel finale di partita. Ritorna a mani vuote da Rimini l’Abano (3-1) che naviga tranquillo a centro classifica. GIRONE D: Tamai-Union Pro 2-1; Fontanafredda-Montebelluna 0-1; Mori-Union Ripa 3-2; Giorgione-Dro 3-0; Mezzocorona-Sacilese 2-3; Triestina-Kras Repen 1-2; Belluno-Biancoscudati Padova 0-3. Classifica: Biancoscudati Padova 55, Giorgione 48, Mezzocorona e Sacilese 42, Union Ripa 37, Montebelluna 34, Triestina e Fontanafredda 30, Mori 29, Tamai 28, Union Pro 27, Kras Repen 24, Dro 14, Belluno 9.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Nuovo turno infrasettimanale, domani pomeriggio (ore 14.30, tranne Mezzolara-Imolese, programmata per le 17), nel girone D della serie D, dove andrà in scena la 31ª giornata. L’Este terzo in classifica sarà impegnato a Fidenza, contro un avversario impelagato nella zona playout e distante solo tre lunghezze dalla salvezza diretta. Partita non facile, dunque, per gli uomini di Zattarin, così come è tosto l’impegno che attende l’Abano – per l’ultima volta allo stadio delle Terme, che sarà poi chiuso per rifare il manto erboso in vista del torneo internazionale di fine aprile – contro il Fiorenzuola, tre punti appena sotto i neroverdi di De Mozzi. Nella zona bassa della graduatoria, i rischi maggiori sono per la Thermal, in trasferta nella tana del Piacenza, che si trova appena dietro l’Este e spera nel sorpasso a danno dei giallorossi. Spareggio fra le ultime due della graduatoria, invece, all’Euganeo, dove l’Atletico San Paolo, fanalino di coda, ospiterà il Formigine, che lo sopravanza di un punto, al penultimo posto. I gialloblù di Antonelli saranno privi di Alberto Zurlo, il quale, essendo stato ammonito domenica a Correggio ed essendo diffidato, è stato squalificato ieri dal giudice sportivo per una giornata.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Dipendesse da lei? «Voglio tornare in alto e farlo in questa piazza che è ambiziosa come me». Come mai un giocatore con le sue qualità non gioca in altri palcoscenici? «Lo fa per la piazza. Tra la possibilità di giocare in Lega Pro per salvarmi con le unghie e il poter vincere in serie D con il Padova ho scelto appunto di poter vincere con i biancoscudati e strappare la riconferma. Ritornare nei professionisti in una piazza del genere sarebbe come fare la serie B. Anche in Lega Pro il Padova non lotterà per una salvezza tranquilla, sarà un progetto importante per tornare quanto prima in cadetteria». SQUADRA. Contrattura con una piccola lesione. È il responso dell’accertamento clinico effettuato ieri da Bortot, uscito anzitempo domenica per un problema ai flessori: difficilmente sarà a disposizione per l’anticipo di sabato con il Dro. Anche Salvadori si è sottoposto a un controllo per un fastidio al tallone. Quasi certamente Cunico sarà costretto a dare ancora forfait, mentre Parlato conta di recuperare Mazzocco.

Ore 10.40 – (Gazzettino) L’altro ieri al momento della sua sostituzione ha ricevuto uno scroscio di applausi. «Mi sono venuti i brividi. Quando senti la gente di una piazza come Padova che ti applaude è un’emozione che altri campi non ti danno. Giocando poco a inizio stagione volevo dimostrare che posso stare benissimo in questa squadra per dare una mano a vincere il campionato». Al riguardo avete otto lunghezze di vantaggio sull’Altovicentino a sette giornate dalla fine. «È tutto nelle nostre mani, solo noi possiamo perdere il campionato. Adesso dobbiamo fare bottino pieno con il Dro e poi con la Clodiense. Loro secondo me non le vincono tutte, ma pensiamo a noi e a chiudere il discorso il prima possibile per sprecare meno energie mentali e per divertirci nel finale di stagione». Ha già iniziato a parlare con la società del suo futuro? «Non ho parlato con nessuno. Pensiamo a chiudere questa pratica che è più importante, e se la società deciderà di tenermi o meno lo vedremo più avanti. Credo di aver dimostrato di poter stare in una categoria superiore dato che ho fatto sempre la Lega Pro e questa è la mia prima esperienza in serie D. Se sarò confermato, ben venga».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Ha spaccato subito la partita con il Giorgione segnando dopo sessanta, primo sigillo per lui tra l’altro all’Euganeo. E come se non bastasse ha scodellato un assist al bacio per il raddoppio di Zubin recuperando una palla quasi impossibile a fondo campo. Nicola Petrilli si è confermato domenica tra i grandi protagonisti del Padova che vede sempre più vicino l’approdo alla Lega Pro. «Era fondamentale sbloccare la gara il prima possibile per incanalarla nella direzione voluta. Sono contento per il gol che in casa mi mancava (cinque segnati in trasferta, ndr) e per l’assist a Zubin: lui l’ha fatto a me e io l’ho ricambiato. È più facile esprimersi con giocatori del suo calibro, ha esperienza e una visione di gioco come pochi altri». Già due domeniche fa Petrilli aveva lasciato il segno con un eurogol nella vittoria con la Triestina. «Avevo visto di avere spazio davanti a me e ho provato, trovando un grande gol. Anche in quell’occasione ho sbloccato la partita, e vincere a Trieste non è da tutti».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E forse anche per questo motivo Niccolini, la scorsa estate, non ha avuto dubbi ad accettare la chiamata della Biancoscudati dopo aver vinto il campionato con il Pordenone: «Non è stata una scelta facile, avrei voluto difendere la categoria conquistata in neroverde. Ma vedendo come si stava mettendo la situazione a Pordenone, quando sono stato contattato dal Padova, pensando a storia e tifo biancoscudati, ho accettato di tornare in D». Il difensore, a tal proposito, ha un sogno non troppo lontano: «A Pordenone, dopo la vittoria del campionato, è stato sfasciato tutto e le cose non sono andate molto bene. Sarebbe bello riuscire a fare la Lega Pro a Padova portando questo gruppo e questo entusiasmo. Ma intanto pensiamo a portare a casa questo campionato, poi ci sarà tempo per parlarne». Mancano ancora sette partite e Niccolini teme molto il prossimo impegno di sabato contro il Dro. «Non sarà facile, i trentini hanno assoluto bisogno di punti per evitare i playout. Verranno a difendersi, tutti dietro la linea della palla, e sarà dura. Non mi fido, anche perché sono reduci da una brutta sconfitta (5-1 in casa contro l’Arzignano, ndr) e vorranno rifarsi».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Da ventenne di belle speranze a veterano della categoria. Con un filo conduttore comune. C’è qualcosa di speciale che lega l’avventura biancoscudata di Daniel Niccolini al suo inizio di carriera. Il difensore toscano, infatti, nella stagione 2002/03 ha giocato in serie C/2 nella Florentia Viola, vale a dire la squadra di Firenze rimessa in piedi dalla famiglia Della Valle dopo il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori. Lo stesso percorso seguito in questa stagione dalla Biancoscudati Padova di Bergamin e Bonetto. «Vedo tantissime analogie», confessa Niccolini. «La Fiorentina era fallita ed è ripartita dalla quarta serie, proprio come il Padova. Le difficoltà erano le stesse, forse all’epoca anche maggiori. Arrivai a Firenze dopo Ferragosto, e non c’era nemmeno il materiale sportivo per allenarsi. Il calore delle due piazze è lo stesso, anche se Firenze ha un bacino d’utenza diverso. Ma in entrambe le città i tifosi hanno reagito alle sventure con grande entusiasmo. Dal punto di vista del campo, la Florentia non partì bene e per vincere il campionato dovemmo compiere una grande rimonta, a Padova invece le cose si sono messe subito sui giusti binari».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In mezzo al campo, infine, la situazione non è mutata: Cunico per tutta la settimana seguirà il proprio programma personalizzato per smaltire la botta al ginocchio rimediata giovedì scorso, ma difficilmente potrà essere della gara contro i trentini, mentre maggiore ottimismo si respira per Mazzocco, che ieri pomeriggio ha svolto lavoro atletico in piscina ma potrebbe farcela a rimettersi dal problema alla caviglia patito sabato durante la rifinitura. Nella peggiore delle ipotesi, Parlato potrà comunque contare su Fenati, che contro il Giorgione ha mostrato le sue qualità. Occhio alle ammonizioni. Si va verso le ultime gare di campionato, la volata finale che deciderà chi tra Padova e Altovicentino riuscirà ad ottenere la promozione in Lega Pro. D’ora in avanti, vista l’importanza della posta in palio, i biancoscudati dovranno stare attenti non solo agli avversari, ma pure a se stessi: sono ben sei, infatti, i giocatori attualmente in diffida e che, in caso di ulteriore ammonizione, incapperebbero nella squalifica. Si tratta dei tre terzini “under”, Degrassi, Salvadori e Bortot, del centrocampista Nichele e degli attaccanti Ferretti e Amirante.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tommaso Bortot, che domenica aveva dovuto abbandonare il campo dopo soli 18 minuti per un fastidio muscolare, ieri pomeriggio ha effettuato l’ecografia di controllo per verificare l’entità del problema: i medici hanno riscontrato una contrattura al flessore con, sembra, anche una piccola lesione. Il che significa che per sabato, cioè tra quattro giorni, il giovane terzino giunto in prestito dal Bassano potrebbe anche non riuscire a recuperare. Non si tratta comunque di un problema di grave importanza, al massimo dovrebbe tenerlo fuori una decina di giorni. La questione, ben più seria, è che anche Salvadori ieri pomeriggio si è sottoposto ad esami per verificare la natura di un dolore al tallone emerso nel corso della gara di domenica: da questo punto di vista la sua situazione è vista con maggiore ottimismo, non dovrebbero esserci ostacoli in vista di sabato. Ma se anche lui dovesse dare forfait, allora sì per Parlato ci sarebbero dei bei grattacapi: a quel punto il tecnico dovrebbe affidarsi a Degrassi a sinistra e affidare l’out opposto a Busetto – che sta bene, ma non sembra ancora in grado di sostenere una partita – o ad un “senatore”, variando così l’impostazione stessa del suo 4-2-3-1.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Nemmeno un giorno di pausa, nemmeno un momento per riprendere fiato: archiviata nel migliore dei modi la sfida con il Giorgione, con la contestuale 21ª vittoria stagionale, il Padova ieri è tornato subito in campo alla Guizza: sabato, alle 15, il Dro sbarca all’Euganeo per la seconda gara consecutiva tra le mura amiche della squadra di Parlato, anticipata di 24 ore per venire incontro alle esigenze di Rai Sport, che trasmetterà la gara in diretta televisiva. Per chi ha giocato domenica c’è stato un semplice lavoro di scarico muscolare in piscina, mentre tutti gli altri sono scesi regolarmente in campo. Con un orecchio sempre teso all’infermeria, che all’improvviso si è riempita. Quattro dubbi. La situazione per il mister non si è fatta rosea nelle ultime 48 ore. Due giocatori domenica non sono scesi in campo – Cunico e Mazzocco – e vanno monitorati, altri due contro i trevigiani hanno detto la loro – Bortot e Salvadori – ma ne hanno subìto le conseguenze. È soprattutto la situazione di questi ultimi a finire maggiormente sotto la lente d’ingrandimento, soprattutto per lo status di “under” dei terzini e la mancanza di ricambi sulle corsie esterne.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Come a dire: più si va avanti e più le difficoltà aumentano. Come per esempio bisognerà risolvere il problema del campo di allenamento, perché la società non è soddisfatta della Guizza per una serie di ragioni e nella prossima stagione vuole cambiare. In città le strutture all’altezza sono poche, la soluzione Bresseo non esalta ma è anche l’unica, alle giuste condizioni economiche, a poter offrire qualche garanzia: «Stiamo lavorando sulle infrastrutture — conferma Bonetto — vedremo cosa fare con Bresseo e come comportarci per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività settimanale». Nel frattempo il direttore sportivo Fabrizio De Poli è rientrato da un lungo viaggio di lavoro tra Brasile e Paraguay: «Ho in mano i nuovi acquisti per il prossimo anno — scherza — in realtà pensiamo solo a questo campionato, per tutto il resto ci sarà tempo e modo di approfondire». Allo studio collaborazioni con due club sudamericani ancora da definire: «Stiamo seminando per il futuro — spiega il presidente Giuseppe Bergamin — diciamo che il pensiero va anche sul lavoro in prospettiva, sperando di concludere positivamente questa stagione che ancora non è terminata. Certo, passano le giornate e il distacco sull’AltoVicentino per fortuna rimane inalterato…».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Uno sguardo al presente e uno, comprensibilmente, al futuro. Nessuno vuole dirlo a voce alta, ma la Lega Pro è sempre più vicina e il Padova sente ormai di essere quasi arrivato al traguardo. Il successo 4-2 sul Giorgione non fa una grinza, domenica prossima all’Euganeo arriva il Dro ed è un’altra partita alla portata, in cui i tre punti potrebbero arrivare senza troppi problemi. Nel frattempo l’ad Roberto Bonetto guarda avanti, senza fare il passo più lungo della gamba. «In caso di promozione in Lega Pro — spiega — le cifre da mettere sul piatto saranno sensibilmente diverse ma posso tranquillizzare tutti: Io e Bergamin siamo pronti ad andare avanti da soli, se non arriveranno forze nuove avremo la possibilità di reggere anche la Lega Pro. Stiamo lavorando su tre o quattro dossier per eventuali nuovi soci: aspettiamo dopo Pasqua e poi speriamo che il campionato sia chiuso e di poter ragionare avendo la certezza della categoria in cui saremo». E Bonetto aggiunge: «Sappiamo che arriverà anche il momento delle critiche — sottolinea — fanno parte del gioco, sappiamo di doverle fronteggiare ma abbiamo le spalle larghe e personalmente so cosa significa tollerarle».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventottesima giornata, sabato 28/domenica 29 marzo ore 15.00): ArziChiampo-Kras Repen, Belluno-Sacilese (sabato 28 marzo, ore 15.00), Fontanafredda-Union Ripa La Fenadora, Giorgione-Legnago, Mezzocorona-AltoVicentino, Mori S. Stefano-Montebelluna, Padova-Dro (sabato 28 marzo, ore 15.00), Tamai-Union Pro, Triestina-Clodiense.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 66, AltoVicentino 58, Sacilese 50, Belluno 48, Clodiense 46, ArziChiampo 42, Union Pro 40, Montebelluna 37, Union Ripa La Fenadora 36, Fontanafredda 35, Legnago 33, Tamai 31, Giorgione 30, Dro e Triestina 26, Kras Repen 25, Mori S. Stefano 14, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventisettesima giornata: AltoVicentino-Tamai 2-1, Clodiense-Belluno 2-2, Dro-ArziChiampo 1-5, Kras Repen-Mori S. Stefano 0-1, Legnago-Mezzocorona 2-0, Montebelluna-Triestina 1-1, Sacilese-Fontanafredda 0-0, Union Ripa La Fenadora-Union Pro 2-2.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 23 marzo: Biancoscudati subito al lavoro dopo la vittoria col Giorgione, ma is fermano anche Bortot e Salvadori.




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