Live 24! Clodiense-Padova, il giorno dopo: Biancoscudati battuti 2-1 dalla Piovese

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Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un Venezia ancora sotto shock benedice Simone Guerra per l’ulteriore piccolo passo verso la matematica salvezza. L’incornata vincente dell’attaccante piacentino ha firmato l’1-1 con il Lumezzane, terzo pareggio di fila del team arancioneroverde, in serie positiva da 4 gare (6 punti) e rialzatosi seppur con qualche affanno dopo l’harakiri di Bergamo. «Quello col Lumezzane è un buon punto, il vero grande rammarico è per la vittoria gettata via in casa dell’AlbinoLeffe – l’analisi del 25enne salito in laguna a gennaio dal Matera – Sembra ancora impossibile esser usciti dal campo con un 3-3, dopo aver avuto tre gol di vantaggio, una realtà con cui abbiamo dovuto fare i conti». Non bastassero le scorie di quella “virtuale” sconfitta, col Lumezzane tutto si è complicato dopo una decina di minuti. «L’1-0 bresciano è stato casuale, un pallone lanciato verso la nostra area infilatosi non si sa come all’incrocio dei pali. Psicologicamente una vera mazzata, a punire il nostro inizio un po’ sottotono. Per fortuna alla mezzora Giorico ha messo sul secondo palo un pallone perfetto, mentre lo vedevo arrivare mi ripetevo ’stavolta non puoi sbagliare’ e in effetti ho trovato un colpo di testa vincente». Terza rete in arancioneroverde per Guerra, pesante tanto quanto la doppietta con cui un mese prima aveva firmato il 2-1 di Monza. Un sigillo utile anche per dimenticare il turbolento finale con l’AlbinoLeffe con il difensore avversario Moi a prenderlo di mira. «Diciamo che tra noi c’era qualche vecchia ruggine, risalente al 2011/12 quando con lo Spezia soffiammo la promozione in serie B al suo Siracusa. Cose che capitano, a me interessa solo aver finalmente centrato il bersaglio al Penzo dopo averlo solo sfiorato contro la Cremonese». Fino a domani i lagunari si allenano al Taliercio con la testa già al derby di Bassano del 12 aprile. «Siamo fiduciosi, sia il Bassano sia il Pavia lottano per la B e dovranno giocare a viso aperto, quindi avremo delle chance. Manca poco per essere del tutto al riparo dai playout, restano 5 gare e cercheremo lo scatto decisivo».

Ore 22.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tre pareggi nelle ultime tre giornate, sei punti nelle ultime quattro. Il Venezia procede piano ma continua ad avanzare verso quella quota tranquillità che, con 44 punti, ormai è dietro l’angolo. L’ultimo pari, quello di mercoledì al Penzo con il Lumezzane, ha portato un buon punto soprattutto pensando a come si stava mettendo il match. «Abbiamo pagato l’ultimo quarto d’ora con l’AlbinoLeffe e poi quel gol subito da Fortunato — ricorda il ds Ivone De Franceschi — mi aspettavo che sul piano psicologico avremmo sofferto quanto vissuto sabato scorso». Il riferimento va al rocambolesco 3-3 con cui il Venezia ha pareggiato una partita che sembrava già vinta, subendo tre gol negli ultimi quindici minuti. Partendo con quel fardello il gol preso mercoledì pomeriggio da Fortunato, che ha valutato male la traiettoria di un tiro-cross, poteva rappresentare il colpo del ko, almeno nella testa dei giocatori. «Abbiamo giocato in una condizione difficile da questo punto di vista, poi i ragazzi sono stati bravi a reagire. Dopo quell’inizio a handicap non era certo facile. Ci prendiamo questo punto e stacchiamo la spina. Da martedì penseremo al Bassano». La squadra si allenerà oggi e domani mattina, poi riposerà a Pasqua e Pasquetta per iniziare da martedì l’avvicinamento al derby di domenica. «Una partita difficile ma che noi andremo a giocare come abbiamo sempre fatto. Questa squadra ha affrontato sempre tutti a viso aperto, è nelle sue caratteristiche. E poi è una squadra che ha valore, l’ha dimostrato in molte occasioni». A penalizzare il gruppo di mister Serena le tante assenze dovute a infortuni, forfait dell’ultimo momento e le immancabili squalifiche. «Spero che domenica prossima siano assenti solo gli squalificati, perché significherebbe aver recuperato i vari acciaccati». Bellazzini si sta trascinando un’infiammazione ossea piuttosto fastidiosa. Lo stesso Peccarisi ha un guaio al ginocchio che gli consente di giocare con il contagocce. E poi ci sono i vari influenzati: Greco mercoledì ha giocato ma non si era allenato per una forma influenzale e Capogrosso era in campo con la febbre.

Ore 22.10 – (La Nuova Venezia) Con la politica dei piccoli passi, il Venezia si sta avvicinando al traguardo. Anche perché dopo il quarto d’ora da incubo vissuto sabato a Bergamo, non era semplice ritrovare la strada giusta dopo aver incassato il gol di Alimi in apertura. Terza rete in arancioneroverde per Simone Guerra, dopo la doppietta di Monza e al primo centro a Sant’Elena. «È stato un gol pesante, importante per come si era messa la partita», ha sottolineato Simone Guerra, «siamo stati bravi a recuperarla ed è stato fondamentale acciuffare il pareggio prima dell’intervallo». Venezia imbattuto da quattro giornate che però ha messo in fila tre pareggi consecutivi con Giana Erminio, Albinoleffe e Lumezzane, tutte squadre in lotta per evitare i playout. «Con il Lumezzane era fondamentale non perdere dopo quanto accaduto a Bergamo, è un punto prezioso», ha spiegato Simone Guerra, «ci stiamo avvicinando alla zona tranquilla. Noi non corriamo forte, ma nemmeno le altre che sono dietro hanno cambiato ritmo e le partite sono sempre meno». Ieri mattina sgambata al Taliercio dopo il turno infrasettimanale. Primo gol al Penzo per Simone Guerra. «Devo ringraziare l’assist di Giorico, quel pallone aspettava solo di essere deviato in porta». Giorico che salterà per squalifica, alla pari di Sales, la prossima partita. Venezia che adesso punta sul derby di Bassano, in programma domenica 12 aprile. «Troveremo una squadra competitiva che punta alla promozione diretta», ha concluso l’attaccante piacentino, “e che quindi giocherà a viso aperto, come piace a noi che invece troviamo qualche difficoltà in più contro formazioni che si chiudono». Pulcini. I pulcini dell’Unione Venezia parteciperanno al torneo internazionale Universal Cup che si disputerà a Forte dei Marmi da oggi fino a lunedì 6 aprile. La squadra classe 2004 è stata inserita nel girone H insieme ad Ajax e Accademy Montignoso. Sono 48 le squadre presenti, oggi gli arancioneroverdi giocano sul campo Magazzeno 2 al Lido di Camaiore (ore 16.25) contro l’Accademy Montignoso, domani sfida all’Ajax sul campo di viale Kennedy (ore 15.30) sempre al Lido di Camaiore. Sono 48 le squadre al torneo internazionale “Universal Cup”, tra cui Inter, Sampdoria, Chelsea, Juventus, Lokomotiv Mosca, Benfica, Roma, Fiorentina, Milan, Paris Saint German. La vincente del girone del Venezia affronterà la vincente del girone con Atalanta, Livorno e Astrea. «È motivo di grande soddisfazione dare la possibilità ai nostri ragazzi di confrontarsi con alcune delle realtà calcistiche provenienti da paesi diversi», sottolinea Mattia Collauto, responsabile del settore giovanile, «in questo modo contribuiamo ad arricchire il percorso formativo dei nostri ragazzi».

Ore 21.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Al di là di come finirà la splendida rincorsa del Bassano a quella che sarebbe, di fatto, la seconda promozione consecutiva con il sogno della B mai così a portata di mano, c’è un gioiello giallorosso ormai stabilmente in vetrina che ha attirato le attenzioni di diversi club di categoria superiore. Quanto sta facendo Simone Iocolano, sontuoso anche a Como, a segno con l’ennesimo gol pesantissimo e pronto a regalare altre prodezze da qui al termine della regular season, è sotto gli occhi di tutti: «Il Como è un’ottima squadra – sorride il diretto interessato dopo il sesto successo consecutivo dei giallorossi – ed è sicuramente diversa da quella affrontata nell’andata, grazie anche all’ottimo lavoro di mister Sabatini. Ci hanno messo in difficoltà ma abbiamo tenuto duro e siamo riusciti a ottenere una vittoria importantissima. Altre volte ci è capitato di giocare meglio ma non ottenere punti, questa vittoria ce la teniamo stretta. Io sono contento di come sto giocando ma prima viene la squadra. Vogliamo giocarci ogni partita restante come una finale: daremo il massimo e poi vedremo. Non so se riusciremo ad arrivare primi, posso garantire è che noi tutti non ci tireremo indietro». Intanto ieri il Novara ha pareggiato 0-0 a Bergamo con l’AlbinoLeffe e ha raggiunto in testa i giallorossi a quota 64.

Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Gaudeamus igitur. Bassano azzecca una sestina vincente che sembra un jackpot: 6 vittorie di fila in C1, oggi Lega Pro unica che dir si voglia, i virtussini non le avevano mai messe in fila. Asta sfonda il primato di Jaconi di 3 anni fa, una cinquina felice e vincente che propiziò la larga salvezza da matricole al debutto in terza serie. La differenza è che quella era una formazione arcigna e ferrigna, brutta, sporca e cattiva e in stile sudore e lacrime. La creatura modellata da don Tonino invece, veleggia e spumeggia, è un frizzantino tutto bollicine che produce calcio effervescente che però non evapora mai, nemmeno nei giorni più grami. A Como ha avuto solo il torto di non chiudere la faccenda quando ha avuto due golosissime chance di archiviare a contesa nel primo tempo (Pietribiasi e Furlan in società per lo 0-3 e il prode Cenetti a divorarsi l´1-3 allo scadere). E pazienza se i lariani recriminano per il penalty mancato al minuto 94: la netta impressione è che quel rigore ci fosse esattamente come era farlocco il tiro dal dischetto assegnato all´undici del lago per accorciare l´1-2, apparso più fallo di confusione che altro. E in questo senso i conti tornano. Non solo: il metro arbitrale di Illuzzi è stato certamente coerente: simulazione comminata a metà ripresa a Cattaneo, idem per Ganz sull´azione incriminata, ergo il parametro di giudizio utilizzato è stato analogo. Semmai è curioso come il primo sicario dei lombardi sia stato Luca Cattaneo, comasco di Porlezza, cresciuto e svezzato nel vivaio del Como, il popolare Veleno che in estate era rimasto a spasso, congedato dal Savona e arpionato con la pesca più brillante della stagione da Werner Seeber e che da queste parti è risorto: prima tra i professionisti viaggiava alla media di un gol a campionato, a Bassano ha toccato l´altra sera quota 7, record in carriera (il suo high era stato 6 in serie D), sette sigilli (più quello di Coppa Italia al Menti col Vicenza) combinati con una manciata di assist incisivi e decisivi. Al Sinigaglia ha bollato un gol da deliro (bolide al volo sul palo opposto) dinanzi ai familiari in tribuna, in primis la sorella Samantha sua prima tifosa. «In questo stadio oltre alla trafila delle giovanili ho debuttato tra i pro con la maglia del Como e segnare qui ha sempre un sapore speciale anche se non ho rivincite da prendermi con nessuno – argomenta Veleno – andare a bersaglio attaccato a casa e vincere è una gioia smisurata, credetemi. La verità è che noi stiamo semplicemente vivendo un sogno che vogliamo prolungare il più a lungo possibile. Lasciamo stare i risultati degli altri, il futuro dipende solo da noi. Ora break pasquale e sotto alla prossima col Venezia il 12 al Mercante. La caccia ai 3 punti riparte». Non spezzate l´incantesimo.

Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Difficile, se non impossibile, trovare motivazioni in un momento tanto avanzato del campionato senza che in palio ci sia sostanzialmente più nulla da centrare. E così nel primo tempo del Menti pressoché deserto, il Real Vicenza non riesce a costruire neppure una palla gol, se si eccettua un’azione degna di nota solo al 23’ quando Gomes De Pina, l’unico a tentare qualche giocata importante ma davvero impreciso e addirittura goffo nella circostanza, non riesce a ribadire in gol a due passi da Benassi la respinta del portiere toscano sulla bella torsione di Bruno. Ed è proprio il capocannoniere del campionato con 16 gol, prima della partita di ieri, che gioca con la voglia di chi ha ancora qualcosa da chiedere all’attuale stagione. Per il resto siamo alla noia più assoluta, senza che accada praticamente nulla da segnalare sui taccuini. Marcolini torna al consueto e collaudato 3-5-2, preferendo proprio Gomes a Bardelloni e Margiotta come partner di Bruno e sostituendo l’assente Dalla Bona in regia con Pavan. Capuano schiera un modulo ancora più prudente, con sei centrocampisti e con un baricentro bassissimo. Insomma, se non siamo all’antitesi del calcio, ci siamo abbastanza vicini, considerato che per sessanta minuti non accade nulla o quasi. Poi i due allenatori, stimolati forse dalla voglia di cambiare qualcosa nell’andamento del match, modificano qualche pedina sullo scacchiere. Esce Gomes ed entra Bardelloni al 15’, poi dentro anche Ungaro per l’impalpabile Sandrini per alzare il baricentro. Il primo cartellino giallo arriva addirittura al 30’ del secondo tempo, comminato a Bonvissuto. Significativo per capire la tranquillità pressoché soporifera del match, che si trascina a sbadigli senza aver nulla o quasi più da dire. E il surreale silenzio che accompagna la partita fino alla scadere è il segnale di una stagione che troppo presto si è chiusa nella maniera che nessuno voleva. Quel meraviglioso girone d’andata della squadra biancorossa meritava certamente qualcosa di meglio, non certo gli esoneri e i ritorni che, di fatto, non hanno avuto altro risultato concreto che disorientare una squadra che fin lì funzionava bene.

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) «Un punto in più in classifica, alla fine rimane solo questo», il commento di Marcolini a fine partita. Un Marcolini soddisfatto della prestazione dei suoi che con cinque assenze pesantissime hanno saputo tenere botta contro una squadra che si è rivelata, come da pronostico, ostica da affrontare. «Non hanno mai indietreggiato, ero convinto che sarebbe stata una partita difficile anche dal punto di vista tecnico perchè loro si difendono molto e noi siamo riusciti ad avere lo stesso tre o quattro occasioni da gol contro la nessuna palla arrivata al nostro portiere. Sarei stato più contento se avessimo vinto, questo è ovvio, però credo che anche i ragazzi che hanno giocato meno abbiano dato oggi (ieri per chi legge, ndr) una bella risposta. Anche per il futuro c´è da essere contenti». Un punto che sta stretto al Real visto in campo, che fin dai primi minuti ha fatto la partita, senza concedere ai suoi avversari l´opportunità di presentarsi pericolosamente dalle parti di Tomei. Un Real che tiene dentro anche in classifica l´Arezzo di Capuano, «venuto qua chiaramente per pareggiare e che soffrendo parecchio è riuscito ad ottenere quello che voleva», secondo Marcolini. «Oggi sono contentissimo, visto la nostra età media, soprattutto di come l´hanno affrontata. Loro hanno grande esperienza, sono tutti giocatori navigati di C e molto fisici. Ma i ragazzi si sono comportati molto bene. Stiamo parlando di una partita in cui loro non si sono mai visti nella nostra area. Tutti hanno risposto molto bene». Promosso a pieni voti dal suo mister il Real dei giovani, anche Gomes che tra i suoi è stato quello più pericoloso con due palle gol ghiottissime, anche se non facili. «Mi dispiace», il commento del portoghese, «l´importante per una punta è fare gol, speriamo arrivi alla prossima».

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Pareggio a reti inviolate tra Real e Arezzo. Si comporta bene il Real dei giovani, con una tribuna affollata dai più esperti. Positivo l´atteggiamento degli uomini di Marcolini che ancora una volta però non riescono a trovare la via del gol. Un punto comunque buono per questo Real ormai fuori dai giochi per i play-off, ma che tiene sotto l´Arezzo. Un Arezzo che ha pensato più a difendersi al Menti, senza dare tante preoccupazioni a Tomei e ai suoi. Tanti i giocatori aretini che per gran parte della gara hanno giocato dietro la linea della palla difendendo con i denti il pareggio. Inizio blando per entrambe le formazioni che nel primo quarto d´ora si studiano senza affondare il colpo. Intorno al 20´ sale in cattedra il Real Vicenza e prova a spingere. La prima conclusione pericolosa è infatti dei vicentini: al 17´ gran palla di Malagò che serve Gomes in profondità. Il portoghese va al tiro: potente, ma fuori dallo specchio della porta difesa da Benassi. Al 32´ l´unica chiara occasione da gol del primo tempo ed è biancorossa: Lavagnoli dalla bandierina per Bruno che di testa la gira verso la porta, ma Benassi la respinge in tuffo. La parata del portiere aretino diventa un assist per la testa di Gomes, ma il portoghese a pochi metri dalla porta manca clamorosamente l´1-0. Subito dopo altro cross dalla destra del solito Lavagnoli per Bruno, l´attaccante vicentino tra due difensori non ci arriva e la palla arriva tra i piedi di Gomes che non riesce però a controllarla. Poche altre emozioni se non una punizione dalla tre quarti dell´Arezzo, la chiama Tomei ma scivola e lascia la porta completamente sguarnita. Sono gli uomini di Marcolini a fare la partita, ma non riesce però a trovare il gol. Partono in avanti i biancorossi con una palla di Vannucci per Bruno che si gira bene e va al tiro, bloccato da Benassi. Al 20´ ha un´altra occasione per Gomes che va in velocità a Villagatti, ma il suo tiro è debole. Sul finale si infiamma il Real: al 43´ occasionissima per Bruno lanciato in profondità da Lavagnoli. L´attaccante la gira al volo e la palla finisce sul fondo. Un minuto dopo azione dei vicentini con Bardelloni che serve Ungaro sulla destra e mette in mezzo per Bruno. La conclusione del numero 9 è potente, ma fuori misura.

Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ sempre caldo il fronte societario con le trattative intavolate per acquisire il Vicenza. In fase più avanzata la contrattazione portata avanti da uno studio di intermediazione milanese in rappresentanza di una cordata degli Emirati Arabi. Il leader del gruppo si troverebbe in Canada per impegni di lavoro ma tra gli appuntamenti segnati nel suo taccuino ci dovrebbe essere anche quello con l’advisor del Vicenza, Ippolito Gallovich, per reperire l’offerta ufficiale intesa ad acquistare società e centro tecnico. Molto più indietro è invece la trattativa imposta dal presidente di Finalfa Srl, Sergio Cassingena, con un gruppo di imprenditori vicentini che, dopo l’incontro di mercoledì sera, hanno deciso di affidare al dg biancorosso, Andrea Gazzoli, la comunicazione di quanto è avvenuto negli incontri svolti fin qui. «Essendo stato invitato a partecipare all’incontro tra imprenditori vicentini che stanno valutando l’acquisizione di quote del Vicenza, ho ricevuto dagli stessi l’incarico di far loro da portavoce — precisa in una nota il dirigente berico — preciso che è stata ribadita da tutti i partecipanti la volontà di procedere nell’analisi di fattibilità visto l’interesse che i presenti riservanoverso i colori biancorossi. Tali imprenditori intendono continuare la loro fase di valutazione e non avendo ad oggi sottoscritto nessun impegno, desiderano per il momento mantenere il riserbo sui propri nominativi.Il gruppo procederà con ulteriori incontri a breve nell’analisi appena iniziata».

Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un punto nell’uovo di Pasqua che fa classifica. Il Vicenza pareggia nel turno del giovedì Santo e manca l’obiettivo di portarsi a -1 dal Bologna, seconda forza del campionato che mercoledì sera è stata superata dal Carpi. Nella notte del Piola c’è comunque qualcosa da recriminare per gli uomini di Pasquale Marino, in un pareggio tutt’altro che scialbo. Tante le occasioni da entrambe le parti, con la Pro che sbaglia anche un rigore e i biancorossi che colpiscono quattro legni. Il terreno di gioco dei bianconeri si conferma uno dei più ostici di tutta la serie B, motivo valido per guardare al bicchiere mezzo pieno. Fino a questo punto del torneo i piemontesi nel loro fortino sono stati superati solo da Pescara e Cittadella. Prima del match Marino è costretto a cambiare la regia. Con Di Gennaro relegato in tribuna per una squalifica, il tecnico siciliano sceglie di schierare Moretti nella zona nevralgica del campo. Il modulo resta il classico 4-3-3, con il tridente formato da Cocco punta centrale e il duo Laverone-Giacomelli sugli esterni. Ragusa parte dalla panchina. In casa bianconero l’unico dubbio riguardava Coly che alla fine si prende il posto da titolare al centro della difesa. I padroni di casa approcciano meglio al match e già dopo novanta secondi sfiorano il vantaggio. Una discesa sulla sinistra di Fabiano non viene arginata, il cross al centro è di quelli invitanti ma Marchi cicca la deviazione di pochi centimetri. Buon per il Vicenza che non è costretto a giocare con un gap iniziale così pesante. Prima della partita gli inservienti bagnano abbondantemente il sintetico del Piola e i biancorossi (ieri sera in divisa blu) ci mettono qualche minuto per capire velocità e traiettorie della palla. Bisogna aspettare il 10’ per il primo squillo di marca vicentina. La Pro Vercelli è in inferiorità numerica per un infortunio a Fabiano e i berici ne approfittano per aprire uno squarcio nella difesa piemontese con un assolo di Sbrissa. Il giocatore entra in area e fa partire un sinistro che si stampa sul palo, con Russo battuto. L’occasione sveglia la squadra di Marino che comincia a macinare gioco. Al 18’ è Moretti a fallire clamorosamente la seconda palla gol del match. Cocco gli serve un assist a centro area, l’inserimento dell’ex Padova è perfetto, ma il tiro è tanto brutto da terminare fuori di parecchi metri. Due minuti e si fanno vedere i padroni di casa con Marchi di testa, che da calcio d’angolo mette fuori di poco. La Pro Vercelli ha raccolto nel suo fortino gran parte dei suoi punti stagionali e nella prima frazione la squadra di Scazzola si dimostra difficile da colpire: lascia pochi spazi e sfrutta la buona vena di Ronaldo per ripartire. Da segnare sul taccuino anche la terza importante occasione della frazione, con un assolo di Cocco abile a superare Ronaldo con un doppio palleggio e a far partire un missile che Russo respinge all’incrocio. Al 40’ l’episodio più importante: Brighenti in scivolata tocca con la mano un cross di Germano, l’arbitro Mariani indica il dischetto. Penalty alquanto dubbio, che neanche la moviola chiarisce. Dagli undici metri si presenta lo specialista Marchi il cui tiro centrale e potente si stampa sulla traversa. Vigorito si salva ed esultano i 200 sostenitori giunti dalla città del Palladio. Il primo tempo si chiude senza altri acuti. A inizio ripresa è la sfortuna ad accanirsi sui vicentini. Cinelli con un tiro a giro obbliga russo al volo plastico, sulla respinta Laverone è defilato ma colpisce ugualmente centrando il palo, la sfera balla sulla linea di porta senza che Cocco la metta dentro. Da mangiarsi le mani e non solo, visto quello che succede poco dopo. Il cronometro segna il 14’ quando Ronaldo pennella a centro area un cross, Marchi surclassa Brighenti con uno stacco imperioso e trafigge Vigorito. Il Vicenza sembra subire il colpo ma è bravo a non capitolare. Serve un episodio per raddrizzare la gara e questo arriva al 24’: Cinelli calcia dal limite, Cosenza tocca di mano e l’arbitro concede il secondo rigore della gara. Sul dischetto si presenta Cocco che spiazza Russo. E all’ultimo secondo una punizione di Moretti colpisce ancora la traversa, sulla respinta Laverone centra il palo. Da non credere. Va comunque bene così, il Vicenza si gode una Pasqua da terza forza del torneo.

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) C´è stata un´altra riunione che ha coinvolto, oltre a rappresentanti della proprietà e della società, alcuni componenti del gruppo degli imprenditori vicentini che hanno dichiarato la loro disponibilità a discutere dell´acquisto di quote del Vicenza Calcio da Finalfa, la finanziaria che controlla la quasi totalità delle quote del club. Sugli sviluppi cui ha portato tale riunione, ieri è stata diffusa una nota ufficiale da parte del direttore generale di via Schio Andrea Gazzoli, che tuttavia precisa di parlare non nella sua veste di dirigente ma di portavoce designato del gruppo dei vicentini interessati al progetto. Ecco il testo della nota di ieri: «Informo – dice Andrea Gazzoli – che, essendo stato invitato a partecipare all´incontro tra imprenditori vicentini che stanno valutando l´acquisizione di quote del Vicenza Calcio, ho ricevuto dagli stessi l´incarico di far loro da portavoce. Autorizzato ad utilizzare a tal scopo il sito ufficiale della società, preciso che è stata ribadita da tutti i partecipanti la volontà di procedere nell´analisi di fattibilità visto l´interesse che i presenti riservano verso i colori biancorossi. Tali imprenditori intendono continuare la loro fase di valutazione e non avendo ad oggi sottoscritto nessun impegno, desiderano per il momento mantenere il riserbo sui propri nominativi. Il gruppo – conclude la nota firmata da Andrea Gazzoli – procederà con ulteriori incontri a breve nell´analisi appena iniziata». Non sono emerse novità nel frattempo sul fronte dell´altra trattativa aperta, quella che hanno condotto il presidente Tiziano Cunico e l´advisor Ippolito Gallovich con investitori stranieri.

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Quattro legni per il Vicenza che alla fine si deve accontentare del pareggio che gli va senza dubbio stretto. Di sicuro la grinta non manca ai biancorossi che anche a Vercelli hanno lottato fino all´ultimo secondo e il tecnico Marino a fine partita sottolinea subito la bella prestazione dei suoi giocatori: «Hanno dato il massimo ed hanno creato occasioni su occasioni, cercando fino all´ultimo di fare gol». Solo la sfortuna vi ha tolto i tre punti. «Credo ci sia poco da dire in giornate così, ma mi conforta la prestazione dei miei che è stata sempre in crescendo, abbiamo tenuto sotto controllo la gara e poi abbiamo pure aumentato il ritmo, perchè volevamo vincere ed è questa la mentalità che mi piace vedere, insomma posso solo ringraziare i miei ragazzi perchè ancora una volta hanno dimostrato di essere maturi». Un pareggio importante dopo lo stop col Carpi. «Sì, ci siamo rimessi in cammino dopo quella che fino ad ora è stata l´unica sconfitta subita nel girone di ritorno». L´importante è giocare bene perchè alla lunga questo paga. «Intanto ricordiamo che la Pro Vercelli è una squadra forte, tanto che sul suo terreno non sono passate in tanti. Ovvio che dopo quanto abbiamo fatto sul campo ora c´è amarezza, perchè non siamo stati di certo fortunati, poco da fare a volte ci sono periodi che crei meno e fai gol, stavolta non voleva proprio andare dentro, perchè abbiamo creato davvero tante occasioni. Ma ripeto la cosa importante è che la squadra non rinuncia a giocare e lo fa con determinazione, si deve continuare su questa strada». Mancava Di Gennaro ma a partita finita si può dire che la squadra non ne ha risentito più di tanto. «Sono tanti mesi che lavoriamo assieme e durante la settimana alterniamo i giocatori nelle varie situazioni e infatti sia Sbrissa che Vita hanno dato un ottimo contributo». Lei sta centellinando il ritorno di Ragusa. «Spero di recuperarlo al più presto, ma non è facile per nessuno dopo tanti mesi lontano dal campo trovare subito la forma, ci arriveremo però». La prossima partita sarà un´altra gara durissima. «Sì ci aspetta una partita molto delicata con l´Avellino che ha un punto solo meno di noi, sarà un´altra battaglia e dovremo prepararla assai bene».

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Legnati. Cos´altro puoi dire quando prendi quattro pali e non vinci? Certo, la Pro Vercelli ha gettato alle ortiche un rigore (finito sull´asta; e dove sennò, in una serata che avrebbe fatto la gioia di… mastro Geppetto?). Ma l´errore dal dischetto non cambia il giudizio su una partita che il Vicenza avrebbe meritato di vincere e non c´è riuscito. Non c´è riuscito per una dose enorme di sfortuna e per qualche errore di mira. Ed è un peccato, perché con i risultati di giovedì e ieri sera i tre punti avrebbero consentito di muovere un gran passo in avanti in graduatoria. Dal passo in avanti (mancato) al passo indietro. Indispensabile per capire un po´ di cose. Cominciamo da Ettore Marchi, sfortunatissimo uomo simbolo della Pro Vercelli. Quello del centravanti piemontese è un nome ben noto dalle nostre partiti. Perché? Beh… Lega Pro/1: Pro Vercelli-Vicenza 1-1. Gol di Ettore Marchi. Lega Pro/2: Vicenza-Pro Vercelli 1-1. Gol di Ettore Marchi. Serie B: Vicenza Pro Vercelli 2-1. Gol di Ettore Marchi. E poi ieri succede quel che succede: il bomber calcia un rigore sulla traversa, segna un bel gol e nel finale, dopo un contrasto con Brighenti, cade e si frattura radio e ulna del braccio sinistro. Una disdetta, anche perché l´infortunio non arriva per colpa del difensore biancorosso (Marchi, in sostanza, si fa male in caduta). La faccenda, però, ha generato un certo nervosismo (di cui riferiamo a parte). Utilissime, al proposito, le parole del d. g. Andrea Gazzoli che a fine gara ha pensato bene di stemperare gli animi. «Un grande in bocca al lupo a Marchi – ha detto – e a tutta la Pro Vercelli». I piemontesi hanno perso un bomber dal 17 gol, il Vicenza ha pareggiato grazie al suo uomo di 16 reti, Andrea Cocco, che con freddezza ha trasformato un rigore concesso per fallo di mano di Cosenza su una conclusione di Cinelli. Uomini dal gol facile a segno e fine della storia? Ma neanche per idea. La storia deve ancora cominciare. E comincia, manco a dirlo, con il legno del baby Sbrissa. Poi Moretti, che proprio nel match d´andata aveva liquidato la Pro con una doppietta, calcia a lato da ottima posizione. Finita? Ma no, perché poco dopo Cocco aspetta troppo e Coly recupera. Ma il vero Cocco si vede al 35´ con uno splendido controllo e un gran tiro da fuori neutralizzato dall´ex Russo. La Pro Vercelli non sembra in grado di ribattere. Gioca con il 4-5-1, mette in campo le armi dei poveri, Di Roberto se ne sta acquattato sulla fascia destra a fare il quinto di centrocampo… Eppure, vedi com´è bizzarro il calcio, nei minuti finali del primo tempo i padroni di casa vanno a tanto così dal vantaggio. La palla buona ce l´ha Marchi dal dischetto ma è la traversa (ormai si rischia di essere noiosi… ) a dirgli di no. In ogni caso, rigore o non rigore, se i primi 45´ si fossero chiusi con il Vicenza avanti di due gol non ci sarebbe stato nulla da dire. L´inizio del secondo tempo conferma quanto visto nella prima metà dell´incontro. Il Vicenza preme, ma è impreciso e perseguitato dalla sfiga. La riprova arriva dopo appena 2´ con un altro legno, stavolta di Laverone. Forse non è serata… E la sensazione si conferma al quarto d´ora, quando Marchi porta in vantaggio la Pro Vercelli. Meriti di vincere e rischi di perdere… Ma per fortuna il Vicenza ha cuore. Non si piega sotto i colpi della malasorte, reagisce, si guadagna un rigore e rimette in equilibrio il risultato. A quel punto prova pure a vincere, ma se nel finale di legni ne prendi due nella stessa azione (prima la punizione di Moretti e poi l´intervento di Laverone) vuol dire che le cose dovevano andare così. Dispiace. Servivano… dei legnetti per togliersi in fretta dalla bocca i fastidiosi residui di Lasagna. Ma quattro in colpo solo… Un record. Di cui il Vicenza avrebbe fatto volentieri a meno.

Ore 19.37 – Qui Piove di Sacco: termina l’amichevole, Piovese-Padova 2-1.

Ore 19.12 – Qui Piove di Sacco: problema al ginocchio per Dovico, che è costretto a lasciare il campo. A causa della mancanza di sostituti Cicioni indossa la maglia numero 11 e si piazza in attacco al fianco di Pittarello, mentre Lanzotti torna in porta.

Ore 18.52 – Qui Piove di Sacco: inizia la ripresa. Nel Padova Cicioni e Babolin subentrano a Lanzotti e Vanegas, con quest’ultimo che viene portato in ospedale per accertamenti dopo un colpo al costato.

Ore 18.42 – Qui Piove di Sacco: fine primo tempo, Piovese-Padova 2-1.

Ore 18.32 – Qui Piove di Sacco: la Piovese torna in vantaggio, a segno Deinite. 2-1.

Ore 18.23 – Qui Piove di Sacco: pareggio dei Biancoscudati, a segno il giovane Marco Dovico con un preciso colpo di testa su assist di Dené. 1-1.

Ore 18.14 – Qui Piove di Sacco: Piovese in vantaggio con un gran gol a giro di Roberto Morandi. 1-0.

Ore 17.57 – Qui Piove di Sacco: inizia l’amichevole.

Ore 17.50 – Qui Piove di Sacco: in programma tra dieci minuti l’amichevole tra Piovese e Padova. Questa la formazione dei Biancoscudati: Lanzotti; Vanegas, Canton, Mbengue, Zecchin; Mattin, Materasso; Dené, Aperi, Dovico; Pittarello. In panchina i soli Cicioni e Babolin, già in vacanza i restanti membri della rosa.

Ore 17.40 – (Gazzettino) Sarà una Pasqua amara per il Cittadella, sconfitto e superato dal Latina al termine di una gara piena di colpi di scena. In controllo assoluto per 60 minuti, nell’ultima mezz’ora di gioco la truppa granata subisce la rimonta e il sorpasso della squadra laziale. Due novità nella formazione ipotizzata alla vigilia, con Foscarini che accentra Cappelletti in difesa e inserisce Pecorini sulla corsia di destra: evidentemente né Scaglia e né Camigliano – entrambi acciaccati – offrivano le necessarie garanzie. In mediana Benedetti è preferito a Busellato, confermata la coppia d’attacco Gerardi-Stanco. Comincia benissimo il Cittadella, che dopo neanche tre minuti costruisce la prima occasione: sponda di Gerardi e sinistro dal limite di Kupisz che chiama l’ex Di Gennaro alla spettacolare deviazione in angolo. Subito dopo cross sul secondo palo di Kupisz per il sinistro di Minesso, alto sulla traversa. Il Cittadella è vivo e comanda il gioco, con il Latina che entra nell’area granata solo al 13′, la conclusione di Bidaoui è stoppata da Cappelletti. Al secondo tentativo, la compagine di Foscarini passa in vantaggio: incursione di Minesso in area e appoggio sul primo palo per Gerardi che gira di sinistro nell’angolino. Tutto davvero bello. I granata – per l’occasione in maglia grigia – tengono bene il campo e riescono a tenere gli attaccanti di casa lontano dall’area di Pierobon, mai operoso nei primi 45 minuti. Di Gennaro, invece, è ancora chiamato in causa da Paolucci al 42′, la conclusione è respinta a terra dal portiere. Si rientra negli spogliatoio tra i fischi dei tifosi del Latina, evidentemente delusi dal risultato e dalla prestazione dei propri beniamini.
Al rientro in campo ci si attende la reazione del Latina, invece il primo sussulto è del Cittadella, al 2′: Gerardi si gira al limite dell’area e calcia alto. Foscarini toglie Pecorini, ammonito, e inserisce Signorini che va a fare coppia con De Leidi, Cappelletti torna a fare il terzino. Proprio Signorini la combina grossa al quarto d’ora: nel tentativo di anticipare Doudou tocca verso la propria porta, Pierobon è sorpreso e non può evitare il gol. Subìto il pareggio il Cittadella soffre, e ci vuole un grande intervento di Pierobon a respingere la conclusione ravvicinata di Sowe. Il portiere però non può fare niente sul gran destro di Bidaoui (20′) che si infila sul secondo palo. Il Latina, che per un’ora non ha mai calciato in porta, in cinque minuti ribalta il risultato. Incredibile. Foscarini corre ai ripari inserendo Sgrigna per Minesso, e proprio dai piedi dell’attaccante romano nasce il pareggio del Cittadella. Punizione dalla trequarti, in scivolata Stanco impegna Di Gennaro bravo a respingere, ma non a evitare il tocco sottomisura di Kupisz: 2-2 e tutto da rifare. Alla mezz’ora gran botta dal limite di Ristovski, Pierobon blocca in due tempi. Fuori anche De Leidi – crampi – e dentro Camigliano. Al 32′ il Latina passa nuovamente in vantaggio: colpo di testa di Crimi e tap-in vincente di Dellafiore. Il diggì Marchetti protesta per un presunto fuorigioco e viene allontanato. Il Cittadella non ne ha più, e si deve arrendere. Cartellino rosso a Camigliano all’ultimo recupero per una gomitata a Talamo.

Ore 17.30 – (Gazzettino) Cittadella dai due volti. Sinteticamente si potrebbe dividere la partita tra prima e dopo l’ingresso in campo di Signorini. Il difensore con un clamoroso e sfortunato autogol spiana la strada alla rimonta del Latina, fino a quel momento praticamente nullo. I granata hanno la forza per agguantare il 2-2 ma dopo il nuovo vantaggio dei padroni di casa non riescono più ad inseguire il pareggio. Tante assenze, diversi giocatori finiscono con i crampi, diversamente da quelli del Latina che avevano saltato l’ultimo turno di campionato, avendo così tutto il tempo per preparare lo scontro diretto. Foscarini alla vigilia l’aveva detto chiaramente, anche per questo il Latina partiva certamente avvantaggiato rispetto alla sua squadra. «Non è corretto saltare partite in questo momento – ribadisce il concetto l’allenatore a fine partita – Nel finale abbiamo avuto problemi di crampi e infortuni, non voglio trovare giustificazioni perché il gol ce lo siamo fatti da soli». Anche il tecnico sottolinea il Cittadella dai due volti, prima e dopo l’autogol di Signorini: «La partita è cambiata lì. Abbiamo buttato un risultato consolidato fino ai primi 15 minuti del secondo tempo. Quel gol ha cambiato letteralmente la partita, dispiace perché avevamo fatto bene, mettendo in difficoltà il Latina». Il Cittadella si è nuovamente complicato la classifica: «Dopo i risultati di questa sera credo che per salvarci serviranno più di 50 punti».

Ore 17.20 – (Mattino di Padova) Che beffa. Il Cittadella finisce per perdere una gara che sembrava poter controllare in tutta tranquillità. Canovaccio chiaro, quello scritto da Foscarini per i suoi uomini: sorprendiamo i pontini con una partenza a mille, cerchiamo subito il gol e poi impostiamo il gioco come meglio sappiamo fare, chiusi in difesa e pronti a ripartire. E tutto è filato secondo i piani fino alla sciagurato autogol dell’1-1, nato da un’incomprensione tra Signorini e Pierobon. Da lì la partita ha cambiato faccia, con gli ospiti che hanno perso la lucidità che aveva caratterizzato la prima parte del match allo stadio Francioni di Latina. Ed è un passo falso che proprio non ci voleva, perché rispinge indietro i granata, ora all’immediato ridosso della zona playout, con gli stessi 39 punti di Crotone e Pro Vercelli che, a oggi, finirebbero a giocarsi lo spareggio. Ancora una volta quella che doveva essere la giornata dell’attesa svolta si chiude nel peggiore dei modi. E con davanti gli impegni con Carpi (sabato 11 aprile) e Vicenza (venerdì 17) non c’è da essere allegri. Primo tempo a senso unico. Subito un paio di sorprese nelle formazioni iniziali. Nell’undici di casa un problema di natura muscolare ferma Alhassan, mentre Viviani rimane fuori per il turno di squalifica che avrebbe dovuto scontare nel derby col Frosinone rinviato domenica scorsa. Nel Cittadella, in difesa Foscarini non rischia Scaglia, che pure aveva portato con sé per tutelarsi, accentrando Cappelletti e inserendo Pecorini a destra. Come previsto, Gerardi vince il ballottaggio con Sgrigna in attacco. E la mossa pare rivelarsi vincente: il numero 9 granata sblocca la partita con un sinistro di controbalzo con l’interno del piede, su assist di Minesso, al 20’. Proprio la vitalità sulle corsie laterali all’inizio premia la formazione padovana, che spesso arriva sul fondo, e non è un caso che proprio dall’incursione di un’ala, Kupisz, giunga la prima occasione da gol, con una conclusione da fuori area che costringe subito Di Gennaro, ex di turno, a distendersi alla sua sinistra. Un dato basta da solo a chiarire come trascorrono i primi 45’: gli ospiti vanno al tiro in sei occasioni, il Latina non impegna una volta che sia una Pierobon. Tant’è che Iuliano impiega appena 37’ minuti per operare la prima sostituzione, togliendo dal campo Ammari per inserire un’altra punta, Mangni, optando per uno spregiudicato 4-2-4. Che pasticcio, Signorini. E la ripresa riparte con lo stesso copione e Gerardi, sempre lui, che si gira al limite dell’area ed esplode una conclusione mancina che sibila sopra la traversa. Poi succede l’inaspettato: il terribile pastrocchio difensivo combinato da Signorini, appena entrato, che nel tentativo di anticipare Mangni, beffa Pierobon regalando l’1-1 al Latina. Davvero sfortunato il difensore, che non giocava un match ufficiale dallo scorso 13 ottobre a Varese: col senno del dopo viene da chiedersi se sia stato opportuno reinserirlo in un momento così delicato. Il Citta accusa il colpo e cade in bambola. Prima Pierobon è costretto a uscire alla disperata salvando di piede su Sowe, poi a completare la frittata arriva il sorpasso firmato Bidaoui, che ribalta tutto con un piatto destro che si infila sul palo opposto: primo gol in campionato per il giocatore del Latina. Kupisz illude. Ma questo Citta non demorde. E raggiunge il pari sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti battuto da Sgrigna. Stanco, sotto rete, costringe Di Gennaro alla respinta corta, si avventa sul pallone Kupisz che segna a porta vuota: la sua seconda rete stagionale dopo quella all’esordio. Poi, prima che il Citta possa riprendere fiducia ecco l’angolo dalla destra al 77’: Crimi colpisce da distanza ravvicinata sovrastando Benedetti e Dellafiore ne approfitta realizzando un comodo tap-in, tra le proteste della panchina granata: il dg Marchetti reclama il fallo sul suo centrocampista. È il 3-2 finale e costa il sorpasso in classifica dei pontini. Non sarà una Pasqua serena in casa granata.

Ore 17.10 – (Mattino di Padova) «La partita è cambiata lì, abbiamo buttato una gara che tenevamo in mano», commenta amareggiato Claudio Foscarini riferendosi all’autogol dell’1-1. «Dispiace perché sino a quel momento ci eravamo comportati molto bene, mettendo in difficoltà il Latina. E in più i risultati delle dirette concorrenti sono deleteri». Sino a quell’episodio la squadra era piaciuta al tecnico del Cittadella: «Abbiamo disputato un grande primo tempo, era una delle migliori prove in trasferta. Ci hanno penalizzato gli infortuni: abbiamo dovuto ridisegnare tutta la linea difensiva». Poi Foscarini torna sulla polemica legata al maggiore riposo di cui ha goduto il Latina, dopo aver saltato il derby col Frosinone. «Ho già detto che non è corretto saltare partite in questo momento. Vedo sempre un dispendio di energie notevole, quando si gioca a distanza ravvicinata. Conosco questo campionato, recuperare 3-4 giorni in più è determinante. Nel finale abbiamo pagato, il Latina era più pimpante. Non so quanto questa freschezza abbia coinciso con i nostri errori. Abbiamo avuto problemi di crampi e infortuni, anche se non voglio trovare giustificazioni perché il gol ce lo siamo fatti da soli».

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto) Il Cittadella esce beffato dalla sfida salvezza con il Latina e così si fa scavalcare in classifica proprio dalla squadra di Mark Iuliano. Dopo essere passato in vantaggio al 20’ del primo tempo grazie al gol di Gerardi, pasticcia nella ripresa e subisce un micidiale 1-2 nel giro di cinque minuti. Ma quando sembra riuscire ad agguantare almeno il pareggio, grazie al gol di Kupisz, subisce il terzo gol del Latina che decide il risultato e lascia i granata a mani vuote. Peccato, perché il Cittadella aveva iniziato bene, dominando e trovando occasioni. Il primo guizzo è infatti granata, al terzo minuto: un gran sinistro di Kupisz dal limite obbliga Di Gennaro a distendersi in tuffo e deviare. Risponde dieci minuti dopo la squadra di casa con Bidaoui che entra in area, ma il suo tiro viene stoppato sul nascere da Cappelletti. Il gol del vantaggio nasce da un’incursione sull’out sinistro di Minesso che salta la difesa e mette in mezzo: raccoglie Gerardi, girando con il sinistro un diagonale imprendibile. I granata si chiudono per difendere il risultato, intanto il Latina cambia assetto, vuole essere più pericoloso davanti con l’innesto di Magni. Nel finale il Cittadella sfiora il raddoppio con il tiro al volo di Paolucci respinto dal portiere. La ripresa si apre con un’azione solitaria di Bidaoui che entra in area ma viene chiuso dalla difesa granata. La squadra di casa cerca il pareggio ed è ancora l’ex Crotone al 9’ a rendersi pericoloso con un tiro dalla distanza, che esce di poco. E il gol che impatta il risultato arriva, su un pasticcio della difesa: Signorini chiude male su Mangni, non si capisce con Pierobon e tocca il pallone indirizzandolo in porta. I granata sono storditi, il Latina prende coraggio e uno scatenato Bidaoui dall’out sinistro scaglia il diagonale del vantaggio. Il Cittadella soffre, si riprende dallo choc e riesce a pareggiare: Stanco batte la punizione, Sgrigna gira in porta e sulla ribattuta del portiere si inserisce Kupisz di testa. Il Latina non ci sta, continua ad attaccare e il tiro di Bruscagin da fuori quasi sorprende Pierobon. Il pari è in bilico e dura appena cinque minuti. A condannare il Cittadella è una palla inattiva sulla quale si avventa lo specialista Dellafiore. Nel finale il Latina sfiora il poker con il contropiede di Angelo, mentre viene espulso Camigliano per una gomitata. Per il Citta una serata da dimenticare.

Ore 16.40 – (Trentino) La barca sta affondando. In terra friulana il Mezzocorona incassa una sonora sconfitta per mano del Kras Repen, che non fa sconti alla squadra gialloverde. Il 7 a 0 finale la dice lunga sull’andamento del match con i rotaliani presentatisi all’appuntamento con un organico ridotto all’osso e rimpinguato da Juniores (quattro classe ’97, ovvero Clementi, Luci, Osti e Albenberger, sono scesi in campo dal primo minuto) e, addirittura, da un paio di giocatori degli Allievi. La squadra è partita ieri mattina alle 8 alla volta di Monrupino (360 chilometri da Trento) e ha potuto affrontare la trasferta solamente grazie alla “buona volontà” di Lorenzo Laner, titolare della ditta Fersina Tour che, come si suol dire, si è “messo una mano sul cuore” e ha portato i gialloverdi in Friuli senza ovviamente alcuna garanzia riguardo al pagamento del dovuto. Senza Lomi e il suo “vice” Fadda, entrambi rimasti in Alto Adige per motivi lavorativi (come dargli torto: da mesi non percepiscono i rimborsi spese), è toccato ad Amedeo Cerbaro, allenatore della squadra juniores, guidare la squadra. Il “Mezzo”, ormai abbandonato a se stesso (dal presidente Alberto Grassi nessuno, staff tecnico e giocatori, ha notizie da settimane), ha lottato con le unghie e con i denti e, per venticinque minuti, ha retto all’impatto con i friulani. Poi, dopo la rete messa a segno al 27’ da Knezevic, è venuta meno la tensione e i giovani rotaliani (nove under più Rossi, classe ’92, e Caridi, classe ’93 nell’undici titolare) hanno inevitabilmente mollato la presa. Il capitano di casa segna su assist di Del Nero, poi arriva il raddoppio (al 36’) a firma di Rabbeni con un destro all’incrocio dei pali e, prima del riposo, il Kras Repen va in gol per altre due volte con Spetic (azione personale) e Knezevic, che allo scadere batte lincolpevole Clementi da distanza ravvicinata. Nella ripresa la musica non cambia: Corvaglia assiste Rabbeni che insacca di sinistro al 65’, poi c’è gloria anche per Babichev, dopo un’altra pregevole giocata di Corvaglia. Il “Mezzo” rompe l’assalto friulano con un tiro del bomber Bentivoglio che si stampa sulla parte inferiore della traversa, ma subito dopo arriva il 7 a 0 dei carsolini con Rabbeni che firma la personale tripletta e si porta a casa il pallone. Poi c’è solamente spazio per il triplice fischio e per il lungo viaggio di rientro verso il Trentino della truppa gialloverde, giunta alla quinta sconfitta di fila, la settima nelle ultime otto partite. A questo punto viene da domandarsi: perché Lomi e i giocatori dovrebbero ancora scendere in campo con il rischio di andare incontro a batoste come quella di ieri a fronte del totale disinteresse da parte di chi, a suo tempo, aveva garantito rimborsi spese regolari sino a fine stagione? Ma soprattutto: perché la squadra è stata iscritta al campionato di serie D anche se non c’erano le risorse economiche per arrivare nemmeno a metà stagione? E perché a dicembre, quando la situazione era già compromessa, i giocatori non sono stati ceduti o svincolati, come qualcuno tra gli ex dirigenti aveva proposto? Misteri.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Dovevamo fare i 3 punti. Nel calcio si dice sempre che bisogna, bisogna, bisogna, ma ci sono anche gli avversari e stavolta sono stati bravi. Demerito nostro perché potevamo fare qualcosa in più, ma il Mori è venuto qui con serenità a giocare la propria gara». Massimiliano Parteli archivia il pareggio con un leggero amaro in bocca: «Il risultato non soddisfa perché volevamo vincere, ma se guardiamo l’andamento della partita ci è andata anche bene in alcuni frangenti. Siamo stati lenti, soprattutto nel far girare palla durante il primo tempo, e anche poco determinati nelle occasioni chiave della partita». Il tecnico prosegue poi analizzando le opportunità da rete: «Ci sono state due o tre occasioni che loro non hanno sfruttato e che potevano complicare molto la nostra gara. Ci teniamo il punto che ci permette di allungare sulla zona playout. Questa era l’occasione giusta per staccarsi definitivamente e forse chiudere il discorso salvezza». L’Union ha faticato molto e Parteli non lo nasconde: «Abbiamo trovato difficoltà soprattutto nel gioco e non me le aspettavo. Merito agli avversari che ci hanno messo in difficoltà molte volte». Il tecnico termina il suo intervento parlando dell’espulsione di De March: «È stata affrettata, forse voleva compensare il rigore e il rosso per proteste al Mori. L’arbitro ha visto così, accettiamo le sue decisioni. Ma non voglio pensare a chi non potrà giocare, solo a chi sarà a disposizione, di domenica in domenica, per centrare risultati positivi».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il bicchiere è mezzo pieno. Con questa filosofia lo 0-0 fra Union Ripa e Mori Santo Stefano diventa un ottimo pareggio. Ma se è vero che ogni punto è importante, una vittoria con la penultima, in casa, avrebbe aiutato molto di più la classifica e il morale. Così non è stato, anche per un rigore sbagliato a 12’ dalla fine. A prendere in mano le redini sono gli ospiti, grazie a Tisi, senza però rendersi pericolosi, mentre i neroverdi si fanno vedere con Malacarne: la sua conclusione è fuori, poi Simone crossa e recrimina per un fallo di mano di un difensore trentino. E il paradosso è che da questa azione deriva un altro cartellino giallo: lancio lungo per Tisi, il pallone viene fermato da De March con un braccio. Gli ospiti invocano l’espulsione, per chiara occasione da gol negata dal tocco irregolare del difensore neroverde. I trentini esibiscono un bel gioco senza però creare disagi alla porta difesa da De Carli mentre la sveglia per Poli la suona Solagna. Il pallino è ancora del Mori: l’ex Belluno Prustner e Dal Fiume arrivano in ritardo su un pallone favorevole, un rinvio corto della difesa di casa favorisce il tiro di Deimichei, deviato da Antoniol senza sorprendere De Carli. Sul fronte opposto Poli prima ferma una conclusione di Sommavilla e poi anticipa il volo solitario verso la rete di Solagna, che si allunga troppo il pallone. Un’occasione più che ghiotta. Poco dopo la mezz’ora Solagna viene atterrato in area da Dal Fiume, ma l’arbitro non concede il penalty. In chiusura Tisi costringe De Carli alla parata (in angolo). La ripresa non riserva emozioni per oltre 20 minuti, cioè fino a quando De Carli si impone con un doppio intervento. L’Union ci prova con Savi (alto poi), poi il Mori si procura tre angoli consecutivi, trovando sempre De March pronto alla ribattuta (la terza volta su un tiro a colpo sicuro di Concli). A 8’ dal termine ecco la possibile svolta. Prustner atterra Solagna in area, l’arbitro assegna il rigore ai padroni di casa scatenando le proteste ospiti che costano il rosso a Dal Fiume. È il 38’ quando Tomasi tenta la trasformazione facendosi però ipnotizzare da Poli. E il tap-in di Gjoshi termina alto. A 2’ dal 90’ arriva l’espulsione per doppia ammonizione di De March. Finisce 0-0: l’Union non trasforma la volontà in punti.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il tecnico Paganin non smarrisce l’idea e la speranza di potersi salvare. «Sconfitta amara decisa dagli episodi. Purtroppo non siamo stati fortunati, ma adesso l’obiettivo è ricaricare le pile dopo la sosta pasquale e battere il Kras, così torneremo di nuovo in una posizione di classifica migliore». Contro il Drò, i suoi ragazzi non sono riusciti a marcare Donati: «Ottimo giocatore. Ma il primo gol è arrivato su rigore, il fallo di braccio di Fontana, ci poteva stare: il suo movimento faceva troppo volume. Sul secondo ha raccolto la respinta del portiere, complice anche il forte vento. Ma non voglio trovare alibi: salvo i primi 25′, dopo il rigore ci abbiamo capito poco, e soprattutto troppo presto è arrivato il 2-0». Baggio ha trovato un gol fantastico: «Peccato perché sul 2-1 ho creduto in un pari; abbiamo avuto un paio di buone occasioni, una soprattutto con Gazzola, ma poi anche qui la fortuna ha dato una mano al Dro». Il tecnico allude allo strano rinvio del portiere del Drò che ha consentito a Donati di spiazzare il pallone e a Cicuttini di insaccare il 3-1.

Ore 16.00 – (Trentino) «Oggi dovevamo solo vincere per rimanere agganciati ai playout e continuare a sperare di poter avere il match decisivo in casa. Ci siamo riusciti e sono contento. Dico bravi a Donati, Cicuttini e a tutti i miei ragazzi. Fortunatamente si sono messi a segnare nel momento in cui avevamo bisogno». Loris Angeli ha guardato la partita con la stessa agitazione di un leone in gabbia, continuando a fare dentro e fuori dalla sala stampa. Troppo importante l’esito della sfida con il Giorgione per le sorti del suo Dro. «Era un risultato scontato – ha spiegato il presidente droato a fine match – nel senso che dovevamo e potevamo soltanto vincere. Già il pareggio avrebbe rappresentato un risultato difficile da gestire mentre se avessimo perso saremmo andati a sette punti proprio dal Giorgione e il nostro campionato sarebbe finito lì. Ma non abbiamo ancora concluso nulla, bisogna continuare così, ad incominciare dalla prossima partita. Andremo a Trieste con l’obiettivo di conquistare qualche punto. Ora abbiamo in mano il nostro destino».

Ore 15.50 – (Trentino) Il Dro vince la prima delle sei finali che lo dividono dalla conquista della tanto agognata salvezza. La squadra del presidente Loris Angeli, ieri, aveva un solo obiettivo in testa e lo ha raggiunto da squadra matura, dimostrando di meritare la permanenza nel massimo campionato nazionale dilettanti. Il successo sul Giorgione, al di là del risultato abbastanza ampio, consente ai droati di piombare in classifica a ridosso proprio della squadra veneta e quindi di contenderle quel sestultimo posto che vorrebbe dire playout con la “battuta” a favore, ovvero con il vantaggio di potersela giocare fra le mura di casa. Ad oggi, però, neppure la salvezza diretta è preclusa. La cronaca. Pronti, via e sono subito gli ospiti a guadagnare centimetri sul campo. Nel quarto d’ora iniziale la difesa del Dro balla e in almeno un paio di occasioni gli ospiti assaporano il gusto del gol: all’11’ Gazzola crea scompiglio in area ma sul suo tiro ci mette lo zampino capitan Ischia, che aggiusta le cose, e al 16′ ancora Gazzola duetta con Mattioli ma i due sprecano. La prima sortita in avanti del Dro arriva al 20’ con Chesani e Donati che triangolano alla perfezione ma al momento di dare l’assalto finale perdono palla. Pericolo scampato, il Giorgione si butta di nuovo a caccia del gol e alla mezz’ora è Podvorica che tira a lato. Il Dro soffre ma il calcio è bello proprio perché è imprevedibile e così, nel loro momento peggiore, i padroni di casa passano in vantaggio: Proch apre a Cremonini che crossa dentro per Donati il quale fa da sponda a Bazzanella che calcia sicuro trovando, però, il braccio di Fontana. Per l’arbitro è rigore che Donati, al 31’, realizza. La partita cambia volto. Il Dro acquista sicurezza e si impadronisce del campo. Al 39’, da una rimessa laterale, nasce il raddoppio: Adami calcia in porta, il portiere respinge centralmente innescando l’incursione di Donati che la ricaccia in rete. Neanche il tempo di gioire che il Giorgione accorcia: il neoentrato Baggio rende merito al suo cognome trovando lo spazio per un tiro da fuori che trafigge Bonomi. Allo scadere Proch si mangia il gol della sicurezza. La ripresa inizia con il rientro anticipato negli spogliatoi di mister Manfioletti, causa proteste. Al 23′ Bonomi rinvia di piede calciando lungo, Donati la prolunga di testa servendo Cicuttini che parte lasciando sul posto i suoi marcatori e s’invola verso il gol che mette fine all’incontro, anche se sul finale sempre Cicuttini s’inventa un paio di assist che non trovano concretizzazione.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Per Daniele Pasa il risultato è tutto sommato giusto. «Loro avevano iniziato meglio, sbloccando il risultato quasi subito, poi noi l’abbiamo ripresa bene con il gol di Nicoletti – le parole dell’allenatore -. Direi che dopo una prima frazione sostanzialmente equilibrata, nella ripresa abbiamo fatto noi la partita. È comunque un punto importante, che ci avvicina ancora al traguardo». È mancata un po’ di lucidità sottoporta. «Le occasioni le abbiamo avute. Però bisogna tenere conto che Peresson, il portiere del Tamai, è bravo ed esperto. Peccato perché loro nella ripresa sono calati molto. Se avessimo fatto un altro gol la partita si sarebbe chiusa. Adesso andiamo a giocarci il recupero a Mori, mi auguro di conquistare la vittoria che ci manca».

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna impatta con il Tamai e deve rinviare ancora una volta l’appuntamento con la vittoria in casa, che manca ormai da 40 giorni. L’1 a 1 ottenuto contro i friulani costituisce comunque un risultato da non disprezzare, e che consente ai biancocelesti di avvicinare ancor di più il traguardo della salvezza. Sotto di un gol, la squadra di Pasa ha avuto il merito di non disunirsi agguantando il pareggio prima dell’intervallo grazie alla marcatura di Nicoletti, al suo battesimo del gol con la maglia del Monte. Subito un brivido in avvio per i biancocelesti. Al 2′ Guzzo e Rigo non s’intendono, Sellan si inserisce poi la palla schizza sulla traversa ed infine sul fondo. Il Monte prova a rendersi pericoloso con un’incursione di Garbuio stoppata in angolo, poi però le “furie rosse” riprendono a macinare gioco. Rigo è attento nello sbrogliare in un paio di occasioni, poi al 20′ è addirittura miracoloso nel togliere dal sette una punizione calciata con estrema precisione da Dal Bianco. Ma il vantaggio friulano è soltanto rinviato di poco. Al 22′ angolo alla destra della porta di Rigo, palla in mezzo e Brustolon lasciato libero ha tutto il tempo di colpire ed infilare l’estremo di casa. Severgnini, Bressan e Guzzo vengono ammoniti nel breve lasso di cinque minuti dal fiscalissimo direttore di gara, poi ancora Rigo si erge a protagonista. Al 27′ il portiere del Monte nega il raddoppio avversario, opponendosi con i pugni alla staffilata al volo di Pavan. Dopo la mezzora si assiste al risveglio di Nicoletti e compagni. Angolo di Perosin, la palla dopo un batti e ribatti arriva a Giglio che si coordina, Peresson vola e manda in angolo. Passano i minuti ed i biancocelesti creano un’altra opportunità con Garbuio, palla al liberissimo Sadio che si fa ipnotizzare da Peresson calciandogli addosso. Quando il tempo sta per scadere arriva il pareggio. Nicoletti avanza e poi fa partire un missile da oltre venti metri che lascia di sasso Peresson. Dopo l’intervallo il Monte accelera subito con Perosin, che al 5′ va via sulla sinistra e scodella in mezzo per l’accorrente Sadio, la cui battuta è fiacca. Le squadre si controllano e soltanto al 35′ c’è da registrare un’altra opportunità. Palla filtrante in area, Masiero tocca per Giglio che solo davanti a Peresson si fa deviare in angolo la conclusione. Nel finale ci prova ancora Sadio da fuori, il suo tiro termina però alto.

Ore 15.20 – (Il Piccolo) Sperava di poter passare una Pasqua più serena Giuseppe Ferazzoli, e di fatto fino a due minuti dalla fine la sua Triestina aveva i tre punti in tasca, la speranza ancora intatta di conseguire l’insperata salvezza diretta, il morale alto. Sono invece bastati 300 secondi per catapultare l’Alabarda al terzultimo posto, la peggior posizione in chiave play-out. Il tecnico, oltre che per l’inferiorità numerica, esprime l’amarezza per il modo in cui sono state incassate le reti. «L’espulsione sicuramente ha inciso, giocare con l’uomo in meno è sempre complicato. Dispiace, il gol del pareggio che hanno fatto se lo sono meritato. Abbiamo pagato la stanchezza, ma se c’è una cosa che mi dispiace è prendere gol sul secondo palo da una rimessa laterale. Sono errori a ripetizione, dovuti a diversi fattori ma non può mancare la cattiveria. Gli spareggi play-out ormai sono quasi una certezza, spero che i miei ragazzi capiscano che non possiamo mancare in concentrazione. Peccato perché in parità numerica stavano facendo bene». Troppo pesanti le assenze davanti. «L’assenza di Rocco sicuramente di più, Milicevic ultimamente non sta facendo bene». Come affrontare le ultime cinque partite? «Nel complesso l’impegno dei ragazzi è massimale, questa è stata una partita strana. Prendiamo troppi gol, sistematicamente su calci da fermo. Lavoreremo ancora di più, ma già lo sanno: le situazioni di allenamento non sono mai veritiere come quelle che capitano la domenica. facciamo errori che non si possono fare e che non puoi prevedere in allenamento. In questi casi conta la scaltrezza del giocatore, la cattiveria che forse in questo momento manca. Ripeto, ci può stare anche il fattore stanchezza fisica, ma dopo Pasqua abbiamo il dovere di rifarci. La classifica non è buona, siamo scivolati di nuovo al terzultimo posto, ma dobbiamo conquistare almeno la miglior posizione possibile in chiave play-out. Non voltiamoci indietro, dobbiamo remare tutti dalla stessa parte e salvarci».

Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’allenatore Francesco Feltrin si gode la vittoria anche se ammette che la sua squadra poteva fare di più: «Abbiamo fatto fatica a vincere perché non siamo stati tanto brillanti. Potevamo fare sicuramente meglio. Alla fine però siamo stati bravi a continuare a cercare il gioco allargando sugli esterni per sfruttare la superiorità numerica, quindi alla fine ci teniamo stretti questi 3 punti che significano per noi salvezza matematica o quasi. Dopo la sconfitta di domenica a Tamai tutto sembrava perso e invece adesso ci troviamo di nuovo a 5 punti dal Belluno. Vogliamo arrivare più in alto possibile: gli obiettivi dobbiamo crearceli noi. Sono contento per il gol di Palmieri che è un ragazzo serio che si sta allenando molto bene e merita questo premio». Lo stesso Davide Palmieri, autore del gol che ha dato vita alla rimonta, fatica a contenere l’emozione a fine partita: «Per me è il primo gol in Serie D e ci tengo a dedicarlo a mio papà Mauro che viene sempre a sostenermi – commenta il centrocampista classe ’96 al primo anno a Mogliano -. È stato importante crederci fino alla fine non mollando mai. Dopo un primo tempo sottotono siamo cresciuti, spesso entriamo in partita nel secondo tempo». I playoff sono un obiettivo realistico? «Il Belluno è a 5 punti e noi continuiamo a credere nella rimonta visto che dobbiamo ancora affrontarli in casa. La salvezza ormai l’abbiamo conquistata con largo anticipo e adesso proveremo a toglierci qualche altra soddisfazione».

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro trova nell’uovo di Pasqua la bella sorpresa di 3 punti d’oro e ormai insperati visto che a 3′ dal 90° l’Unione Triestina era ancora in vantaggio. Poi nel rocambolesco finale è arrivato il micidiale uno-due di Palmieri e Cattelan che ha permesso all’ riscattato la sconfitta di Tamai. Con questa vittoria l’Union sale a quota 43 e, a salvezza ormai acquisita, si avvicina alla zona playoff (5 punti dal Belluno). La partita di ieri è stata tutt’altro che spettacolare con gli ospiti che dopo il vantaggio lampo di Proia al 5′ hanno rinunciato a giocare arroccandosi in difesa. I trevigiani però, dopo un primo tempo sterile, nella ripresa se non altro hanno dimostrato buona volontà sfruttando l’uomo in più e venendo premiati nel forcing finale. Al 5′ ospiti già avanti. Proia controlla palla al limite dell’area e fa partire un gran sinistro che si insacca all’incrocio alla destra di Noè. L’Union fatica a costruire gioco non riuscendo mai ad innescare le punte Comin e Cattelan. Al 25′ ci prova Serena con un sinistro da fuori area ma la conclusione si perde alta. Al 29′ alabardati vicini al raddoppio: sull’angolo di Manzo, Bedin ruba il tempo a tutti e di testa incorna a fil di palo. Dopo 4′ Manzo commette un fallo ingenuo a centrocampo su Casarotto e rimedia la seconda ammonizione con conseguente doccia anticipata. Pur con l’uomo in più per il resto del primo tempo i biancoblu non riescono mai a concludere in porta. In avvio di ripresa Feltrin si gioca subito il jolly inserendo la terza punta Andrea Nobile al posto del centrocampista Appiah e la manovra offensiva risulta da subito più efficace. Al 1′ Fiore pasticcia da ultimo uomo salvandosi con una svirgolata in corner. Dalla bandierina Comin mette in area per Busetto che gira di testa mettendo di poco sul fondo. Al 5′ Andrea Nobile crossa dalla sinistra per Cattelan che di testa mette sul fondo. Al 13′ solita punizione velenosa di Furlan per l’incornata di Busetto che sfiora il palo. Al 20′ Comin ci prova con un bel destro da fuori ma la porta triestina rimane stregata. Al 36′ Nobile sgomma sulla destra e crossa basso per Serena che con il piattone sfiora il palo. Al 42′ lo stesso Serena mette la palla sul dischetto direttamente da rimessa laterale, Cattelan la spizza di testa per Palmieri che con un bel diagonale pareggia. A questo punto la Pro ci crede e al 47′ completa il sorpasso: Fuxa imbuca in area per Nobile, botta di destro deviata da Di Piero sulla traversa e facile tap-in di testa di Cattelan a porta sguarnita.

Ore 14.50 – (Corriere delle Alpi) «Purtroppo perdiamo la partita per un rigore che possiamo proprio dire ridicolo. Al momento ho anche pensato che ci avesse fischiato fallo a favore, dato che Di Bari era in anticipo sul loro giocatore». Ha il sorriso amaro di chi sa di aver appena subito un torto grande come un casa mister Vecchiato. I suoi ragazzi avevano regalato un tempo al Legnago, poi però hanno reagito con carattere sfiorando anche il colpo della vittoria e nessuno avrebbe pensato di uscire senza punti da questa sfida. «Ci siamo arrabbiati, anche perché era una partita che nel secondo tempo meritavamo di vincere. Dobbiamo accettare il momento e gli episodi e anche rammaricarci per aver regalato due gol a loro, che comunque ci hanno messo in difficoltà dietro». Quella dei gol subiti sta diventando una costante per quella che, a fine girone d’andata, era la miglior difesa del girone e una delle migliori di tutta la serie D. «Abbiamo sofferto i loro attaccanti che sono forti, però se c’era qualcuno che avrebbe meritato di vincere quelli siamo noi, anche perché loro nel secondo tempo non hanno mai avuto di fatto occasioni. Bisogna anche ricordarci che il Legnago era partito con l’obiettivo dei play-off». I numeri però iniziano a diventare brutti per il Belluno; due sole vittorie nel girone di ritorno e anche la zona play-off, che sembrava ormai conquistata, ora è in bilico per l’Arzignano che dietro non molla. E alle porte c’è la sfida con l’Altovicentino, ormai rassegnato al secondo posto, ma molto in forma. «Credo serva reagire con lucidità e con il lavoro. Mi dispiace per i ragazzi che non meritavano questa sconfitta. La situazione non è drammatica, siamo pur sempre quinti. Diciamo che è più scomoda se dobbiamo darle un aggettivo». Da capire anche come verrebbe presa un’eventuale esclusione dai play-off, dopo un campionato sempre giocato su ottimi livelli. «Noi siamo partiti per salvarci tranquilli. Siamo stati a ridosso delle prime per tanto tempo e comunque anche oggi siamo ancora in zona spareggi. Non succede niente se arriviamo sesti, ma noi lotteremo fino alla fine per stare nelle prime cinque. Purtroppo ora c’è un insieme di episodi sfortunati e anche qualche nostra colpa, se si può parlare di colpe per una squadra quinta in classifica».

Ore 14.40 – (Corriere delle Alpi) Pasqua amara. Non passerà certo una bella festività la squadra gialloblù, battuta 3-2 a Legnago e al secondo ko consecutivo. Ma il Belluno ha di che rammaricarsi; con sé stesso, per i primi due gol regalati alla formazione veronese e con il direttore di gara, che inverte un fallo di Zerbato su Di Bari regalando così ai biancoblù il rigore della vittoria. In mezzo un primo tempo un po’ sottotono della squadra di Vecchiato, con l’eccezione del gol di Sommacal, e una ripresa in cui, oltre alla marcatura di Mosca, i gialloblù sfiorano almeno in tre occasioni il vantaggio. Però il finale non cambia e adesso servirà una svolta nei risultati, per non mettere a rischio la zona play-off dopo, per qualche mese, essere stati vicini anche alle primissime posizioni. C’è da riscattare l’anticipo avaro di soddisfazioni con la Sacilese, nella bella giornata che bacia lo stadio Sandrini. Qualche novità nelle formazioni in particolare con Schincariol che torna tra i pali, Di Bari al centro con lo spostamento di Sommacal a destra e l’avanzamento a metà campo di Pescosta. Non c’è invece Masoch come titolare. Di fronte pero c’è un Legnago in forma e che mette subito alle corde la difesa bellunese, che soffre terribilmente il duo d’attacco Bernardes-Valente. Logica conseguenza l’immediato vantaggio quando il cronometro segna il sesto: conclusione di Valente, respinta di Schincariol sui piedi del brasiliano che non può sbagliare. Il Belluno è frastornato, ma prova comunque un’azione in ripartenza che manda al tiro Miniati. Tra un’incursione e l’altra dell’attacco veronese, sventate sempre con difficoltà, arriva il pareggio; angolo preciso di Mosca e al quarto d’ora Sommacal ristabilisce la parità. Potrebbe essere il gol che toglie le certezze ai veronesi che invece si riversano subito in avanti e vanno di nuovo avanti: cross di Zerbato, velo di Adriano e botta sicura di Valente, liberissimo in area, a battere Schincariol. A metà campo il Belluno è troppo fragile e lascia troppo spazio ai giocatori di Orecchia, così che la difesa viene messa costantemente a dura prova. Provvidenziale, per fare un esempio, il salvataggio di Mosca su Rivi dopo l’ennesima galoppata di Valente sulla destra della retroguardia. Buon per Corbanese e compagni che arrivi l’intervallo dove per forza scocca qualcosa perché da subito si vedono i cambiamenti. Tattici, con lo spostamento di Sommacal sulla fascia di sinistra e l’inversione di ruolo tra Mosca e Pescosta, e di atteggiamento con il Legnago che, come il Belluno nel primo tempo, esce poche volte dalla sua area. C’è poi anche l’ingresso in campo di Radrezza che rileva uno spento Miniati. Mosca comincia a macinare chilometri e, oltre ai suoi pericolosi cross, si conferma bomber; è il 56’ quando Duravia gli regala un super cross da spingere in rete da pochi passi. È solo Belluno in questo momento in campo e poco dopo la grande chance capita sui piedi di Radrezza che missila verso la porta di Cybulko, bravissimo a distendersi a deviare alla sua sinistra. Tre giri di lancette e lo stesso numero esce malissimo sul cross di Mosca, Duravia si coordina ma da buona posizione manda alle stelle. In una delle poche incursioni offensive veronesi arriva però l’episodio chiave; Di Bari è in anticipo su Zerbato dentro l’area ma sulla spinta del numero sette sul centrale gialloblù entrambi cadono: tutto buono per il guardialinee, ma non per il direttore di gara, che indica il dischetto. Veementi i 2’ di protesta dei giocatori e della panchina con anche l’allontanamento del dirigente Longo. Il penalty di Friggi è perfetto. Poi ci sarà solo un colpo di testa fuori di un niente di Masoch, poco prima del tripice fischio.

Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Nell’uovo c’è la prima sconfitta dell’era Marchetto: a decretarla è l’Arzichiampo, che si conferma micidiale in trasferta, dove è imbattuto da oltre quattro mesi. Per la Sacilese, che aveva raccolto 13 punti nelle ultime 5 partite, tuttavia, è un ko indolore (in ottica terzo posto), viste le contemporanee cadute di Belluno e Clodiense. Decisiva sulla bilancia del match la contestata espulsione di Sottovia prima dell’intervallo. Solo nella ripresa, infatti, i gol della formazione di Beggio (ieri sostituito in panchina dal vice Giordani, a causa di un lutto familiare). Prima del via Marchetto costretto a rinunciare anche a Manucci (attacco influenzale), oltre agli squalificati Beccaro e Baggio. Difesa inedita, con Mboup centrale, Craviari e Peressini ai lati. La prima sortita è di marca vicentina, con Simonato che dai 20 metri manda la sfera sull’esterno della rete. Pronta la replica della Sacilese, con Beccia che dalla sinistra innesca Sottovia: colpo di testa che termina alto non di molto. E’ la volta dell’ex Fracaro, che al 22′ impegna severamente Fracaro con una punizione dal vertice destro dell’area. La gara vive una fase di stanca sino al rovente finale di tempo. Al 38′ occasionissima per la Sacilese con Spagnoli, che servito da Sottovia entra in area e una volta a tu per tu col portiere non riesce a inquadrare la porta. Prima della pausa ecco la svolta del match: Sottovia si becca due gialli (il primo all’apparenza ingiusto) in rapida successione e viene espulso. Reazione nervosa dell’attaccante liventino nel raggiungere gli spogliatoi. Nella ripresa, parte di nuovo forte l’Arzichiampo: cross di Vignaga, testa di Trinchieri e palla di poco alta. Quindi il gol, che arriva con la Sacilese in 9, visto che l’azione parte con Mboup a bordo campo per rimettersi una scarpa. Marchetti approfitta del buco centrale e scarica un destro potente alle spalle di Favaro. Sacilese al tappeto? No. La squadra di Marchetto ha una reazione d’orgoglio e sotto di un gol e di un uomo sfiora più volte il pareggio. Al 14′ una punizione di Boscolo costringe Dall’Amico alla presa a terra. Al 26′, gran diagonale dalla destra dell’area del giovane Stiso: il gol sembra cosa fatta, ma il palo interno smoza l’esultanza biancorossa. Alla mezz’ora altra chance, con un piazzato potente di Spagnoli. A spegnere ogni residua speranza liventina ci pensa l’ex Pordenone, Trinchieri, che deposita da pochi passi un traversone di Urbani.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Alessandro Cortesi al rientro in campo e vicino al gol al 49´ della ripresa. «Di solito prima di Pasqua faccio sempre gol. Noi ci crediamo, è un gruppo fantastico. E amo Pozza alla follia». Simpatia tutta emiliana. Palla a Gambino, “Terminator” lo chiamavano a Brindisi. «Vicario, assieme a Dini del Rimini, è il miglior portiere della serie D. Qui ho già fatto 10 reti, il mio record è di 21 a Brindisi e Gaeta. Ho girato tanto mio malgrado, tra crisi economiche delle società e iscrizioni all´ultimo momento, il rimpianto è Teramo, ma qui faremo qualcosa di importante. Vedremo che succederà con i primi caldi, quando le gambe si fanno pesanti». Chiusura al tecnico Diego Zanin: «È un risultato di squadra, i friulani sono tignosi, attaccati alla maglia, ma noi abbiamo saputo essere equilibrati anche nel 3-4-3. Ora recuperiamo energie».

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Numeri. Il nove, la maglia di Gambino; poi il 21, il risultato finale (letto complessivamente) ed il minuto delle due marcature di casa, il quattro, le doppiette del bomber siculo quest´anno; e per finire sei, le vittorie consecutive, e 10 e 15, i punti di vantaggio su Sacilese (terza) e Clodiense (quarta). Così, alla prova del nove, la formazione di Zanin fa tombola consolidando la seconda piazza play off ed incrementando il distacco dalle dirette inseguitrici. Non male, considerando anche il sortilegio dell´1 e del 18, ovvero, rispettivamente, il numero di maglia e l´età del fenomenale Guglielmo Vicario, portiere di proprietà dell´Udinese «già pronto – parola di mister De Pieri – per categorie più importanti». Al Fontanafredda la personalità fa 90, ovvero il decennio nel quale sono nati tutti i suoi giocatori tranne Malerba e dopo 30″ De Martin ci prova da fuori. Al 5´ Cozzolino s´invola sulla sinistra, ma trova il portiere a fare muro. Dal corner, palla a Gambino e conclusione radente a centro area, ma Vicario è un ragno velocissimo. Il tempo di un tiro “sporco” di Nastri a centro area e di un colpo di testa di Pozza, che arriva il gol: cross di Ricci, Cozzolino buca ma Gambino di piatto insacca. Al 26´ ancora Cozzolino in fuga per 50 metri ma Vicario c´è. Al 31´ Gargiulo inventa una rovesciata alla Piola che manca il bersaglio di poco. Il pari arriva poco dopo la mezzora, al 35´: Di Girolamo sbaglia l´uscita a centrocampo, ed Ortolan, servito da Gargiulo, disegna una parabola imprendibile per Logofatu. Nel finale Pozza da due passi colpisce di testa, Vicario è strepitoso. Nella ripresa entra Peluso e la palla viaggia più bassa e veloce. All´11 paratone di Vicario sul tiro dal limite di Peluso, poi al 16´ il giovane friulano è miracoloso nel colpo di reni che toglie la palla dalla rete e strozza il grido di Ricci. Vicario viene graziato per una uscita fuori area con le mani, ma al 21´ nulla può sullo stop a seguire e piatto chirurgico da due passi di Gambino. Pozza si carica la squadra sulle spalle ed inventa un pressing coast to coast da kamikaze giapponese, ma Bertozzini blinda la vittoria salvando sulla linea di testa il pallonetto di Grotto da due passi. I tre punti sono salvi. Minuto 37, altro numero da non dimenticare in questa giornata.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Il Thermal soffre, ma torna alla vittoria e si rilancia nella corsa salvezza. Decide la sfida un sigillo di Bolchi, complice la deviazione di Loiodice. Tre punti d’oro per i bianconeri che spezzano una striscia nera di tre sconfitte di fila conquistando il primo successo fuori casa della stagione. Una boccata d’ossigeno per la classifica dato che il Thermal aggancia il San Paolo a quota 30 punti condividendo ora l’ultima poltrona utile per i play out. L’exploit nello scontro diretto con il Ribelle vale anche il primo acuto con Pedriali alla guida della squadra. Nel 4-2-3-1 si rivede Banzato schierato terzino destro, mentre Bolchi e Vitagliano formano la cerniera in mezzo al campo, e il trio Cacurio, Franciosi e Lucon agisce alle spalle di Sabbion. Dopo un inizio incoraggiante la squadra perde le misure e finisce per soffrire le iniziative dei romagnoli. Moretti chiama all’intervento Merlano, qualche istante più tardi Nocciolini colpisce di testa sul cross di Burnelli e la sfera scheggia la traversa. Il Thermal deve stringere i denti in questa fase della gara, con i padroni di casa che in altre due circostanze non inquadrano la porta, mentre Merlano deve metterci una pezza sull’angolo di Nocciolini. Prima dell’intervallo si vede anche il Thermal con Cacurio che serve Bolchi, la conclusione è alta. In avvio di secondo tempo subito un cambio per il Thermal: Lucon (problema alla caviglia) lascia il posto a Celi. E poco più tardi Sadocco accusa un problema al flessore e viene rimpiazzato con Cassese. Subito un brivido con Montin che salva sulla linea il tentativo di Niccolini, ancora pochi istanti e Russo costringe Merlano alla deviazione in angolo. Il Ribelle continua a spingere e Merlano si esalta ancora con un doppio intervento evitando il gol a Moretti. I padovani provano ad alleggerire con un rasoterra centrale di Vitagliano, ma la svolta arriva pochi minuti più tardi con il sigillo che vale la vittoria. La firma è di Bolchi con una conclusione che trova la deviazione di Loiodice. A questo punto la squadra trova ulteriore fiducia e non concede più niente al Ribelle, mentre nel finale il tentativo di Cacurio è deviato in angolo dal portiere. Soddisfatto il tecnico Massimo Pedriali: «Il merito della vittoria è dei ragazzi. Dopo il gol si è vista in campo tutta un’altra squadra. È stata una partita sofferta, ma è importante essersi sbloccati, è quello che ci voleva. Ho visto i ragazzi contenti dopo la gara, avevano bisogno di ritrovare la fiducia».

Ore 13.40 – (Gazzettino) Secondo 0-0 in pochi giorni per il San Paolo (terzo risultato utile di fila) che consente di fare un altro passettino in classifica pur restando molto delicata. Davanti all’Imolese i gialloblù giocano una gara generosa, anche se producono poco palesando più di qualche difficoltà in attacco. Una sola occasione da gol su palla inattiva nel primo tempo con Villatora che da pochi passi non inquadra la porta. San Paolo con il 4-4-2: Sambugaro e Longhi perni in mezzo al campo, mentre Caco agisce come spalla di Mascolo nel reparto avanzato. Partenza soft dei gialloblu, con iniziativa costantemente nei piedi dei romagnoli, anche se in realtà il ritmo non decolla. Il primo sussulto arriva quando Senese mette in moto sulla destra Buonaventura, cross in mezzo e tempestiva la lettura di Masiero a liberare su Tattini. Qualche istante più tardi Savi è costretto all’uscita bassa su Tonelli (assist di Buonaventura). Ma la vera occasione è di marca sanpaolina e matura in occasione del primo angolo: battuta corta con Mascolo che pennella sul secondo palo dove Villatora tutto solo di testa alza incredibilmente la mira a due passi dalla porta. Il “filo” del primo tempo vede ancora la truppa di Antonelli aspettare gli avversari, per poi cercare di ripartire, anche se ci riesce di rado. Così su un errore di Longhi che sbaglia la misura del passaggio a metacampo, riparte l’Imolese con Savi che sventa su Buonaventura. Passano due minuti e il portiere padovano deve smanacciare un sinistro da posizione defilata di Tonelli. Mentre poco dopo la mezz’ora Selleri pesca l’inserimento in area di Carnesecchi che sbaglia tutto al volo con il sinistro in corsa da posizione vantaggiosa. Prima dell’intervallo si rivede anche il San Paolo, con due gol annullati per fuorigioco nello spazio di pochi minuti: prima tocca a Mascolo su assist aereo di Veronesi, poi a Marcolin dopo due tentativi in serie di Mascolo (il primo su punizione dal limite). L’ultimo spunto della frazione fa correre invece un brivido ai gialloblu: sugli sviluppi di un lancio lungo centrale la difesa resta ferma in attesa di un fuorigioco che non arriva, Savi «buca» l’uscita alta su Buonaventura che tocca di testa al limite dell’area, per fortuna del San Paolo la sfera si spegne sul fondo. In avvio di ripresa stessi interpreti, però con Caco e Marcolin che si scambiano la posizione. La squadra alza leggermente il baricentro e prova a fare qualcosa in più. Anche se ad andare al tiro sono gli ospiti con Buonaventura. È in contropiede, nato da un corner ospite sbagliato, che il San Paolo riesce a rendersi insidioso: Caco imposta per Marcolin che arriva stanco alla conclusione dopo una galoppata da area ad area, il diagonale mancino termina a lato. Ancora una fiammata di casa. Questa volta su rilancio del portiere Marcolin lavora un buon pallone per Mascolo, il mancino non crea problemi a Bracchetti. Si arriva così al finale senza ulteriori sussulti. Tutto sommato un punto che lascia ancora sperare nella salvezza.

Ore 13.30 – (Gazzettino) Sul campo di Este (allo stadio delle Terme sono in corso i lavori di rifacimento del manto erboso) l’Abano porta a casa un punto fondamentale per tenere il passo del gruppone che insegue i play off, ma un gol-fantasma fa inviperire i neroverdi. I locali vanno in vantaggio al 23′. Bruinier pesca Tagliavini, che dimostra di avere le doti del bomber d’area: il giovanissimo attaccante, all’esordio da titolare, stoppa e si gira in un fazzoletto mettendo alle spalle del portiere una sassata imprendibile. Nella prima frazione non si vede molto altro, se non qualche sgroppata di Bandaogo e una botta dalla lunga distanza di Bortolotto allo scadere. L’episodio che rovina la giornata ai ragazzi di De Mozzi arriva al 35’. Rossi Chauvenet abbranca la sfera sull’inzuccata morbida di Formuso, ma l’assistente segnala che la parata è avvenuta dentro la porta. L’estremo aponense sostiene di aver fermato il pallone a braccia tese e quindi ben oltre la stessa, però il direttore di gara non vuol sentire ragioni e assegna la rete fra le proteste dei neroverdi. Poco dopo l’arbitro ne combina un’altra, cacciando Palmieri – entrato da 7 minuti – per una situazione poco chiara sulla mediana. La superiorità numerica ridà fiato all’Abano, che ci prova sino al triplice fischio finale. A tempo quasi scaduto Barichello devia da buona posizione un corner di Da Ros, ma la sfera sibila a pochi centimetri dal palo. «La partita ci è stata rubata – si rammarica un furioso Massimiliano De Mozzi – In due anni che sono ad Abano non ho mai parlato degli arbitri, ma ora non posso stare zitto. Sul gol assegnato al Fidenza assistente e arbitro hanno combinato davvero qualcosa di grosso. Non so neppure perché succedano cose del genere, non diamo fastidio a nessuno, né in classifica e neppure nei toni».

Ore 13.20 – (Gazzettino) L’Este sente aria di festa e torna alla vittoria dopo tre pareggi a reti inviolate. L’undici di Zattarin travolge il Bellaria Igea Marina a Santarcangelo di Romagna e fa un favore all’Abano in ottica play off: i giallorossi dimostrano di avere superato il periodo di scarsa vena realizzativa e rifilano addirittura quattro sberle ai padroni di casa, che pure non sono certo una formazione da prendere sottogamba. Quando gli atestini decidono di cambiare ritmo, però, non ce n’è per nessuno e la giornata di grazia di un Rondon d’altra categoria non fa che rendere le cose più complicate per gli avversari, che a tratti appaiono nettamente inferiori ai giallorossi. I veneti iniziano subito bene e dopo 10 minuti si portano già in vantaggio: Rondon calcia dal limite una delle sue punizioni magistrali, il portiere respinge di pugno e Lelj di prima trova un gran gol all’incrocio dei pali. La risposta del Bellaria arriva al 15′ con un tentativo di Forte che sfiora il palo, ma l’Este dà l’impressione di poter gestire agevolmente la gara. Al 26′, infatti, l’estremo casalingo esce dall’area piccola per anticipare di pugno Fyda in posizione molto pericolosa e la sfera arriva sui piedi di Rondon. Il fuoriclasse giallorosso non ci pensa su e lascia partire una sventola da 30 metri che si insacca in rete. I locali tentano ancora di far male ai padovani con una doppia bordata di Camporesi, che alla mezz’ora prima prendere in pieno la traversa e poi manda la sfera alle stelle sulla ribattuta. La ripresa si apre sulla falsariga del primo tempo e i ragazzi di Zattarin chiudono la pratica dopo appena due minuti. Rondon batte dal corner, Lelj fa la sponda per Tessari e questi infila un colpo di biliardo dove Foiera non può certo arrivare. Poco dopo arriva anche il gol della bandiera per i padroni di casa, che accorciano le distanze con Varrella al termine di un’azione rocambolesca. Lorello esce infatti in presa comoda, la sfera gli scivola dalle mani e vola dritta sul piede del difensore, che piazza la zampata da due passi. A ristabilire le distanze pensa infine il solito Rondon, che al 21′ viene servito alla perfezione da Beghetto. L’esterno lascia tutti sul posto, vola sulla trequarti e mette in mezzo un assist-bomba per il compagno, che batte l’incolpevole Foiera. «Era un periodo che sugli episodi non ci girava tanto bene, ma io sono sempre stato tranquillo – ammette Gianluca Zattarin – l’importante era dare continuità ai risultati. Abbiamo fatto una bella partita sotto l’aspetto dell’intensità e non abbiamo mai rischiato nulla. Era una gara davvero molto importante per noi».

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non c’ è soddisfazione a fine partita nelle dichiarazioni di Riccardo Santi: «Potevamo fare di più, nel primo tempo siamo entrati in campo meno convinti rispetto ai nostri avversari e questo ci dispiace veramente. Siamo andati ugualmente vicini al gol però loro – sicuramente la miglior difesa del campionato – ci hanno contrastato con più rabbia in ogni zona del campo». Abbiamo visto qualche colpo proibito: «Io ho preso un pugno da Niccolini ed ho spiegato all’arbitro che il protagonista non era stato Sentinelli inizialmente sanzionato». Nonostante la loro situazione di inferiorità numerica avete giocato a briglie sciolte solo nel finale: «Siamo stati troppo timorosi». Rammarico anche per capitan Davide Boscolo Berto: «Abbiamo sofferto in due occasioni nei primi minuti nei quali ho murato le loro conclusioni, non siamo riusciti ad esprimere il nostro gioco perchè siamo stati pressati. Abbiamo avuto poi i due minuti fatali e abbiamo subìto i gol: abbiamo commesso degli errori». La Clodiense è squadra giovane, però è mancato qualche cosa secondo te per pareggiare? «Ci è mancata la giusta cattiveria, dovevamo essere meno belli ma più concreti; loro hanno avuto più corsa e in campo si sono messi meglio di noi. Le raccomandazioni di Andrea Pagan erano state chiare: avremmo dovuto cercare di giocare il nostro calcio, rimanendo tranquilli per subire il meno possibile, purtroppo non abbiamo saputo sbollire le pressioni». Ugualmente soddisfatto il presidente Ivano Boscolo Bielo: «Stiamo disputando una buona stagione ed abbiamo ricevuto i complimenti del presidente Bergamin, ora pensiamo alla volata play-off».

Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Stadio stracolmo come da tempo non si vedeva. Festa sugli spalti (per quelli di fede biancorossa) ma la Clodiense, seppur sconfitta, esce a testa alta dal confronto con la capolista Padova. Mister Andrea Pagan però non è di buon umore. «Non c’è il rammarico per il risultato perché perdere con il Padova ci sta – analizza l’allenatore della Clodiense – ma per non essere stati capaci di giocare come sappiamo. Siamo stati troppo frenetici insistendo con palle lunghe. Però usciamo a testa alta. La gara è stata maschia ma non cattiva. Noi potevamo fare meglio, specialmente evitando di prendere due gol in due minuti. È stato un mezzo suicidio. Nel finale abbiamo anche giocato con quattro attaccanti ma non siamo riusciti a metterli in difficoltà. Ripeto, non sono deluso dalla sconfitta ma per quel poco che abbiamo fatto». Forse l’importanza della gara ha messo qualcuno in soggezione. «Sicuramente alcuni nostri giovani non sono abituati a giocare con tanto pubblico – prosegue Pagan – e non dico che in alcuni momenti erano terrorizzati ma sicuramente poco sciolti. Comunque anche il Padova ci temeva, visti i festeggiamenti a fine partita. Io sono contento dei miei, anzi orgoglioso per quello che hanno fatto finora. Non dimentichiamo che eravamo partiti per conquistare la salvezza ed ora ci troviamo al quarto posto. Oggi però non abbiamo giocato come sappiamo e questo è il rammarico maggiore».

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) L’onda biancoscudata invade la laguna chioggiotta sin dalle prime ore del pomeriggio. Forse qualcuno è arrivato già al mattino e molti, di certo, si fermano a riempire i ristoranti di zona. Vittoria condita con una sana mangiata di pesce: il massimo per un padovano. I parcheggi, già un’ora e mezza prima, danno l’idea della scampagnata. Padova-Chioggia, tratta abituale delle domeniche estive padovane, stavolta diventa, dopo quasi 40 anni, un lungo serpentone per seguire una partita di calcio. Non c’è confusione, anche se la sensazione è che i tifosi bianscudati siano in numero superiore rispetto ai fatidici 480 biglietti messi a disposizione. Arriva anche qualcuno senza l’agognato tagliando, ma fuori dello stadio restano sì e no una trentina di persone. La tribuna est diventa una succursale della tribuna Fattori. Un piccolo bar improvvisato, all’angolo con la gloriosa ma chiusa curva sud, fa affari d’oro. In tribuna non c’è posto manco per uno spillo. Un mito del calcio locale come Franco Cerilli, si adopera nel commento tecnico per la diretta di Telenuovo: chissà se avrà tifato per i colori granata che lo hanno lanciato o se avrà avuto qualche sussulto al cuore ai gol biancoscudati. Le squadre entrano in campo accolte da una sciarpata di stampo anglosassone nella gradinata est. I cori si sprecano e la sonorità dell’impianto chioggiotto fa sembrare che gli spettatori siano molti di più. Ai gol si accendono anche un paio di torce ma nessuno ci fa caso. “Non sarete mai soli”, in stile Anfield e soprattutto “Venezia stiamo arrivando”, si canta a fine gara.

Ore 12.20 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Di fronte a questa squadra non c’è avversario che tenga”) Ormai è un conto alla rovescia. Superato di slancio l’ostacolo Clodiense, i biancoscudati hanno infatti la strada spianata verso la Lega Pro. Resta solo da capire quale sarà la domenica dei festeggiamenti, visto che l’Altovicentino non molla di un centimetro. Eccezion fatta per l’espulsione di Niccolini, la truppa di Parlato ha disputato una partita quasi perfetta. Ottimo l’approccio, azzeccata l’interpretazione tattica (spazi chiusi, pressing immediato sui portatori di palla avversari, pronte ripartenze con lanci a scavalcare la metacampo) e micidiale l’uno-due nel finale di primo tempo che ha messo in ginocchio gli avversari. Una nota di merito in più a Ilari che nell’inedito ruolo di trequartista ha inizialmente faticato a trovare le giuste misure, ma che non appena ha avuto l’occasione di lasciare il segno è entrato di prepotenza nella partita. La ripresa, come detto, è stata condizionata dal cartellino rosso rimediato ingenuamente da Niccolini. Ma anche in inferiorità numerica il Padova ha saputo gestire la gara con il piglio della prima in classifica, limitando al massimo i rischi. Chapeau.

Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6; Busetto 6.5, Sentinelli 6.5, Niccolini 5, Salvadori 6; Segato 6.5, Mazzocco 6; Dionisi 7, Ilari 7.5, Petrilli 7 (st 10′ Thomassen 6.5); Amirante 6.5 (st 34′ Zubin sv).

Ore 12.00 – (Gazzettino) E lo stesso avviene al 34′ sulla conclusione a al volo a botta sicura di Ilari, ribattuta da Boscolo Berto a chiudere un’azione ben impostata da Segato. In mezzo l’unico brivido, casuale ma decisamente intenso, per i numerosi tifosi del Padova presenti: punizione rasoterra in profondità di Casagrande, la palla filtra tra le gambe di più giocatori e dopo un tocco di Santi centra il palo. Nel finale di tempo la svolta del match con due reti di pregevole fattura. Al 41′ Ilari da fuori area apre sulla destra per Dionisi sul cui cross rasoterra Petrilli anticipa il diretto marcatore e trova lo spiraglio giusto. Due minuti e arriva il bis, con un lancio dalle retrovie di Dionisi per Amirante che si allarga e serve Petrilli. Ilari riceve palla da quest’ultimo supera un primo difensore con una veronica, dribbla il secondo e insacca all’incrocio dei pali. Da applausi. Gara virtualmente chiusa, con una ripresa in cui i veneziani provano a chiudere i biancoscudati nella propria trequarti, ma Segato e colleghi non corrono alcun rischio e si difendono con ordine nei tanti palloni che spiovono in area. Potrebbe complicare le cose l’espulsione di Niccolini, per una manata a Santi, con l’incerto arbitro Parrella che, su segnalazione dell’assistente Meloni, inizialmente assegna il rosso a Sentinelli. La Clodiense inserisce la terza punta più un trequartista, Parlato risponde gettando nella mischia Thomassen al posto di Petrilli. Il Padova regge con sicurezza l’urto, correndo un unico pericolo a tempo scaduto con il nuovo entrato Siega che calcia clamorosamente fuori a due passi dalla porta. Poi la festa biancoscudata puuò iniziare.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Un passo da gigante verso la Lega Pro. La sfida sul campo della Clodiense era considerata una tappa fondamentale, forse decisiva, in ottica promozione e il Padova, con il piglio delle grandi e con un terribile uno-due poco prima dell’intervallo, ha fatto suo un match sempre saldamente in pugno, nonostante l’inferiorità numerica per buona parte della ripresa, con Petkovic praticamente mai impegnato, il tutto contro una delle formazioni più in forma del girone, imbattuta da tredici partite. Il vantaggio nei confronti dell’Altovicentino, che ha superato in extremis il Fontanafredda, resta sempre di otto lunghezze, ma adesso il traguardo è ancora più vicino, con una gara da giocare in meno. Assenti gli infortunati Bortot e Cunico, oltre allo squalificato Nichele, Parlato getta nella mischia dopo tre mesi di stop per l’infortunio al legamento collaterale Busetto, schierato nel quartetto difensivo, e Dionisi alto a destra, con Ilari accentrato nel ruolo di trequartista alle spalle di Amirante. Riparte dalla panchina Zubin. La gara non regala in avvio grandi emozioni, ma si gioca a ritmi frenetici, con un centrocampo sempre affollato, situazione che rende difficile per entrambe le contendenti la manovra palla a terra. In un simile quadro, il Padova punta soprattutto sui lanci dalla mediana di destra per Amirante, limitato con difficoltà dagli incerti centrali di casa. Proprio con queste modalità arrivano i maggiori pericoli per la porta di Tiozzo. Al 7′ l’attaccante colpisce male su servizio di Busetto, poi è Petrilli a sbagliare la mira due volte a cavallo del quarto d’ora. Ancora Busetto al 23′ lancia Petrilli, appoggio per Amirante, ma il suo tiro viene respinto da un difensore.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Anche Marco Ilari, autore della rete del raddoppio, si sofferma sulle caratteristiche della Clodiense: «Sapevamo che affrontavamo una buonissima squadra, la gara è stata dura e l’abbiamo trasformata in una grande festa vincendo attorniati da una bella cornice di pubblico. Per noi è stato importantissimo aggredire e limitare i loro impostatori di gioco». E ora cosa succede?: «Ci godiamo la Pasqua e poi penseremo alle ultime cinque partite che mancano, non dobbiamo mollare il passo per cercare di chiudere prima possibile il discorso». Quindi racconta il suo gol: «Sono riuscito a liberarmi degli avversari con due finte, poi ho cercato l’angolo lontano e mi è andata bene. Per noi era importante chiudere il primo tempo in vantaggio di due gol per poi poter gestire il secondo». Il tecnico Carmine Parlato è particolarmente felice per una vittoria ottenuta su un campo temuto: «La Clodiense veniva da tredici risultati utili consecutivi ed è una squadra che ha praticato del bel calcio. Noi abbiamo il merito di non averli fatti giocare e di avere spento le loro fonti: li abbiamo aggrediti con i tempi giusti». Cosa è successo in occasione del cartellino rosso a Niccolini? «Non ci ho capito molto… Mi dispiace perchè si è verificato per un niente, tante volte se ci sono ripicche tra i giocatori sarebbe meglio non intervenire in maniera così drastica per non rovinare partite che sono divertenti». Il Padova ha giocato a viso aperto. «Abbiamo preparato bene la partita, però i ragazzi hanno interpretato il tutto ancora meglio della mia strategia tattica: sono stati veramente bravi. Ora ci godiamo la Pasqua e poi pensiamo alla Sacilese. Di questa gara sottolineo la nostra pressione: di tutti i centrocampisti e di chi ha lavorato davanti. Ho a disposizione molti giocatori forti, che stimo, e che non vogliono mollare mai».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Molta soddisfazione a fine partita per il presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin che arriva in sala stampa accompagnato dal presidente lagunare Ivano Boscolo Bielo: «Faccio i complimenti alla Clodiense alla quale auguro di trovare la giusta corrispondenza di pubblico perchè è una società che se lo merita, il prossimo anno dovrebbero avere 1.500 tifosi al seguito. Noi siamo contenti perchè temevamo questa partita. Ora dobbiamo però pensare già alla prossima gara perchè la lotta è ancora dura e non è ancora finita, vogliamo mantenere i nervi saldi per poter conseguire quel traguardo che città e pubblico meritano». Nicola Petrilli ha realizzato la rete che ha rotto l’equilibrio della gara: «È stato importante andare in gol perchè quando si gioca con squadre così attrezzate non si deve avere nessuna sbavatura. Volevamo guadagnarci una Pasqua tranquilla ed abbiamo dimostrato di essere i più forti». I tuoi gol portano anche fortuna, sempre. «È vero, se apro le marcature poi si vince. Spero però di non fermarmi ora perchè vogliamo festeggiare il prima possibile». Rispetto all’andata avete imbrigliato meglio la Clodiense. «Loro erano timorosi forse a causa delle pressioni esterne, però noi siamo stati superiori nella lettura del gioco: la vittoria è meritata ed è fondamentale per pensare in tranquillità alla Sacilese».

Ore 11.20 – (Gazzettino) È doveroso partire dalle cose più importanti. A Chioggia tutto funziona al meglio sul fronte dell’ordine pubblico, non si registrano incidenti o tafferugli e le carenze dello stadio vengono superate dalla buona organizzazione predisposta dalla società di casa e dal buon senso delle autorità di pubblica sicurezza che fanno entrare una sessantina di tifosi padovani che non erano riusciti ad acquistare il biglietto, sistemandoli in una delle curve chiuse al pubblico. Prima, durante e dopo la gara tra i circa seicento sostenitori biancoscudati si respira il consueto clima della festa, con variazioni sul tema legate al bel colpo d’occhio fornito dalla laguna sullo sfondo e, sul piano più strettamente calcistico, con una gioia crescente per una promozione che, superato anche questo ostacolo, pare sempre più vicina. Sciarpate, cori contro i cugini neroverdi («Venezia stiamo arrivando») e un incessante sostegno per tutta la gara, caratterizzano il pomeriggio al “Ballarin”. Niente screzi verbali con il pubblico di casa e le vibranti proteste sulle controverse decisioni arbitrali lasciano poi lo spazio alla passerella finale della squadra.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Uovo e colomba più che meritati. A fine aprile la festa all’Euganeo?”) Dopo il gustoso panettone di Natale, ecco uovo e colomba pasquali che appagano il palato dei tifosi. Sì, stiamo arrivando, come cantano i ragazzi della “Fattori”, in Lega Pro, traguardo comunque importante per una realtà calcistica come la nostra, costretta a ripartire dalla serie D dopo lo scempio compiuto dagli avventurieri arrivati da fuori regione (ai quali si è aggiunto il cavalier Marcello Cestaro, con le sue scelte infelici), capaci di cancellare in un sol colpo 105 anni di storia del glorioso Biancoscudo. Ogni tanto – si dice – fa bene un bagno di umiltà e la gente di Padova, dopo aver ingoiato il rospo dell’umiliazione peggiore (sparire dal professionismo), è ripartita con la convinzione di poter risorgere e tornare ai livelli che merita la sua fede. Ci sta riuscendo, la meta è vicina, ed è giustificabile la soddisfazione che si respira dopo ogni partita vinta dalla squadra di Parlato. Ventitrè volte su 29, cose da marziani! D’accordo, è quarta serie, ma ripensando ai giorni tristi e sconcertanti di un’estate fa bisogna ammettere che la risposta arrivata dal campo, per un club ripartito da zero in tutto (mai dimenticarlo!), è stata superiore a qualsiasi ottimistico pensiero. I meriti sono enormi, aggiungendoci, come mastice fondamentale per la buona riuscita dell’impresa, la compattezza di un ambiente che ha remato tutto dalla stessa parte, abbattendo persino la diffidenza di chi, per timore o semplice voglia di andare controcorrente, era scettico, e che alla fine ha dovuto ammettere che la Biancoscudati Padova è la squadra più forte del girone. Il conteggio alla rovescia segna – 5, perché sono solo 5, di cui tre in casa, le partite che restano da qui al 10 maggio. Quando stapperemo lo champagne già in frigo? Fra una ventina di giorni, è l’ipotesi più probabile, contro il Kras Repen. Il 26 aprile potrebbe scattare la grande festa e auguriamoci di vedere quel giorno un Euganeo pavesato come ai bei tempi, perché Bergamin e Bonetto, De Poli, Parlato e il suo staff, i collaboratori, ma soprattutto la squadra, dovranno essere applauditi e celebrati da un’intera città e provincia, resuscitate a vita nuova. In attesa della data fatidica, tralasciando di parlare dell’arbitro Parrella, il peggiore di un bel pomeriggio vissuto in riva alla laguna, consentiteci una considerazione finale su Chioggia e le sue strutture sportive, nella fattispecie lo stadio Ballarin. Terreno di gioco a parte, è un impianto fatiscente, lasciato nel degrado, come se fosse un corpo estraneo alla città. Se l’immagine di un polo turistico-balneare si dovesse misurare anche dalla sensibilità dei suoi amministratori verso lo sport e ciò che vi ruota attorno, non c’è dubbio che ne uscirebbe fortemente compromessa. La disorganizzazione toccata con mano ieri ne è l’esempio concreto: una figuraccia in piena regola, perché si poteva benissimo intervenire per tempo sulle due curve, chiuse per inagibilità, invece di rimpallarsi le responsabilità, Comune da una parte e società granata dall’altra. Chioggia merita ben altro, così la sconfitta è stata duplice: in campo e fuori.

Ore 10.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6; Busetto 6.5, Sentinelli 7, Niccolini 5, Salvadori 6; Segato 7, Mazzocco 5.5; Dionisi 7.5, Ilari 7, Petrilli 7 (Thomassen 6.5); Amirante 6.5 (Zubin sv).

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Passano meno di due minuti e il Padova raddoppia: Tiozzo perde palla a centrocampo su pressione di Dionisi, Amirante può partire in contropiede e allargare a sinistra per Petrilli, l’esterno serve centralmente Ilari, ma proprio quando l’azione sembra perdere vigore e la Clodiense sta rientrando in difesa, il numero 10 s’inventa un gol bellissimo. Entra in area con una finta, supera Casagrande con una veronica (la cosiddetta “ruleta” che aveva reso famoso Zidane) e piazza il pallone all’incrocio. In dieci. Il doppio colpo tramortisce i padroni di casa, risvegliati solo da ciò che accade all’8′ della ripresa: Niccolini viene ammonito a centrocampo e subito dopo dà una manata a Santi. Ma, prima che riprenda il gioco, l’assistente Meloni richiama l’attenzione dell’arbitro Parrella. È successo qualcosa davanti all’area biancoscudata e così il direttore di gara estrae il cartellino rosso davanti a Sentinelli. Ma il capitano non ci sta, si mette le mani nei capelli e inizia a protestare in modo veemente, seguito da quasi tutti i compagni. In effetti c’è stato uno scambio di persona, dopo un minuto l’arbitro si corregge ed espelle Niccolini, reo di aver colpito Santi a gioco fermo. Parlato, così, sostituisce Petrilli per inserire Thomassen, passando al “4-4-1”. Nonostante l’inferiorità numerica e una gara sempre più nervosa, il Padova regge bene, non riesce a pungere in contropiede, ma rischia solo allo scadere, quando Siega conclude a lato da due passi. Ma ormai era già partita l’ennesima festa biancoscudata.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Dopo una prima occasione pericolosa griffata Santi, fermato per fuorigioco a due passi dalla porta, il Padova prende in mano il pallino del gioco. La gara si sviluppa a ritmi alti, al 9′ Amirante riesce a liberarsi, ma invece di avanzare verso la porta calcia debolmente dal limite. I Biancoscudati giocano bene, la Clodiense si difende ma fatica a rendersi pericolosa. Segato, reduce dal cambio al 3′ contro il Dro, è un gigante in mezzo al campo, smista il gioco che è un piacere e i quattro davanti s’intendono bene. Petrilli, su cross di Busetto, ci prova al volo, al 14′, ma colpisce l’esterno della rete, quindi è Amirante a trovare il varco giusto, calciando però su Boscolo Berto proteso in scivolata (23′). I padroni di casa si rivedono dalle parti di Petkovic solo alla mezz’ora, facendo correre però un lungo brivido lungo la schiena ai tifosi biancoscudati: la punizione rasoterra di Casagrande è lenta ma insidiosa, passa in mezzo a una selva di gambe e, sfiorata da Santi, sbatte contro il palo, alla destra di Petkovic. Intanto il Padova continua a spingere e, proprio prima dell’intervallo piazza il doppio colpo del ko. Splendida l’azione che al 41′ è orchestrata da tutti e quattro gli uomini offensivi: Amirante fa da sponda per Ilari, che controlla e serve in profondità Dionisi, il cross basso dell’esterno trova l’inserimento di Petrilli che da due passi batte il portiere.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il Padova supera anche l’insidioso scoglio di Chioggia e adesso vede avvicinarsi sempre più l’approdo in Lega Pro. Allo stadio “Ballarin” finisce 2-0 per i Biancoscudati, che raccolgono la quarta vitoria consecutiva contro la Clodiense, restando a + 8 in testa alla classifica nei confronti dell’Altovicentino (vittorioso 2-1 con il Fontanafredda) a cinque giornate dal termine. Una gara dominata nel primo tempo e risolta dai gol di Petrilli e Ilari, prima di una ripresa controllata a denti stretti, complice la controversa espulsione di Niccolini all’8′. Colpo di coda. Parlato non regala sorprese e conferma l’undici ipotizzato alla vigilia. Con Cunico e Bortot ancora ai box e Nichele squalificato, Busetto rientra dal primo minuto, a distanza di due mesi e mezzo dall’infortunio al ginocchio. Il giovane (tra l’altro ex) si piazza nel ruolo di terzino, con Dionisi davanti a sé e Ilari come trequartista centrale, nel classico “4-2-3-1”. Lo stadio è gremito forse anche oltre la capienza autorizzata di 880 posti, al punto che qualche tifoso del Padova, per non sovraccaricare la gradinata, si piazza nella curva sud, ufficialmente inagibile. La Clodiense in campionato sta volando (unica squadra imbattuta nel 2015 e quarto posto solitario), ma non ha l’appoggio dei suoi tifosi più “caldi”, entrati in contestazione dopo il cambio di denominazione della società.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Stringendo Dionisi e Petrilli nella loro metà campo, li abbiamo costretti a giocare sugli esterni e questo ci ha permesso di ripartire. Siamo stati molto bravi a non farli giocare, e infatti non si sono viste azioni manovrate come quelle a cui la Clodiense ci aveva abituato, e direi che il principio tattico è stato azzeccato». Al di là del 2-0, non è stata una gara semplice… «Per niente. Ricordiamoci che venivano da 13 gare utili, e non perdevano qui, davanti ai loro tifosi, da ancora più tempo. La nostra è stata una gara perfetta sin dall’inizio, abbiamo tolto tutti gli spazi alla Clodiense e siamo ripartiti bene con gli attaccanti. L’intera squadra ha lavorato in maniera intelligente, è stata sveglia sugli accorgimenti che avevo chiesto e ci ha messo grande determinazione. Il 2-0 è strameritato, e persino in inferiorità numerica li abbiamo contenuti senza rischiare quasi nulla». Cos’è successo sull’espulsione di Niccolini? «Non è riuscito a vedere l’arbitro, figuratevi il sottoscritto! Sul momento non riuscivo a capire cosa avesse deciso: aveva espulso Sentinelli, il quale però in quel momento stava parlando con l’arbitro di un fallo a centrocampo. Alla fine è stato espulso Niccolini, e da quanto mi è stato detto c’è stata qualche scaramuccia con un attaccante (Santi, ndr)». Ritiene eccessivo il nervosismo nel finale? «Non direi, è stata una partita maschia. In alcune circostanze capita che serva la giusta determinazione ma anche maggiore lucidità e calma nel valutare le situazioni. Anche se non sempre è facile».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La festa esplode sotto la tribuna biancoscudata: i giocatori si raggruppano, tutti abbracciati a favore di macchina fotografica, davanti ai loro supporters che cantano a squarciagola la loro gioia. Scene già viste sui campi di calcio, ma che solitamente si verificano solo alla conquista di un trofeo, di un campionato, di una coppa. Il Padova ancora non può stappare le bottiglie, ma la sensazione, dopo la vittoria sul campo di una Clodiense che non perdeva in campionato dal 14 dicembre, è che ormai davvero il più sia fatto. Mancano solo tre vittorie: 9 punti, e poi la festa sarà totale. Per una squadra che con quella di ieri, di vittorie, finora ne ha ottenute 23, dovrebbe trattarsi di un ultimo sforzo, imparagonabile a quanto compiuto sinora. Eppure lui, Carmine Parlato, da quell’orecchio non ci sente per niente: «Le nostre possibilità di raggiungere il traguardo da oggi sono ancora più alte, ma non è finita», sottolinea il tecnico biancoscudato. «Questa vittoria vale tantissimo, perché venire a vincere in questo stadio non è cosa da tutti i giorni. Contro una squadra che sta bene fisicamente e gioca un bel calcio, siamo scesi in campo con una consapevolezza da grande squadra, e ci siamo fatti valere. È un grandissimo risultato, che dedico a tutti i nostri tifosi, che sono stati con noi con il cuore e con la testa, per la passione e il sostegno continuo con cui ci accompagnano. Buona Pasqua a loro, e a tutta la città». Visto com’era stata presentata la Clodiense, il primo tempo del Padova è andato anche oltre le sue aspettative? «Diciamo che l’abbiamo letta in maniera perfetta. Ho voluto mettere gente dinamica, come Busetto e Dionisi, e un giocatore che sotto l’aspetto qualitativo, di dinamicità e in fase di finalizzazione fosse molto forte, e questo è Ilari».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Nonostante tutto il Padova ha resistito anche in dieci, portando a casa una vittoria fondamentale. «Siamo forti, mentre loro si sono dimostrati più bravi a parole che nei fatti. Erano in un momento di grazia, ma il nostro periodo è formidabile, anche in fase difensiva. Adesso riposiamo e ci concentriamo sulla Sacilese, una partita quasi decisiva». Marco Ilari non sta nella pelle dopo lo splendido gol segnato: «Rete bella ed importante, l’ho cercata ed è venuta bene. Amirante mi ha detto anche che si era smarcato nell’occasione, ma io ho guardato solo la porta. Poi volevo gioire con tutti i tifosi e mi sono arrampicato sulla rete, il bello del calcio è proprio riuscire a far felice così tanta gente». Nicola Petrilli, invece, ha una dedica speciale e malinconica: «Il gol segnato è dedicato a mia nonna, mancata proprio la scorsa notte. Vittoria importantissima, sentivamo molto la partita, ora vogliamo chiudere presto la stagione».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In una partita dominata dal Padova, e che spinge i Biancoscudati sempre più su, verso la vittoria del campionato, i giocatori faticano a trattenere la gioia negli spogliatoi. Tanta felicità che annacqua anche il nervosismo della ripresa, dovuto all’espulsione di Niccolini, con l’arbitro che inizialmente aveva estratto il cartellino rosso in faccia a Davide Sentinelli. Proprio lo stesso capitano spiega cos’è successo: «L’assistente ha richiamato l’arbitro dicendo che io avevo dato uno schiaffo a Santi, e così il direttore di gara mi è venuto incontro e mi ha espulso. Non ci potevo credere, visto che, mentre l’assistente si sbracciava, io stavo parlando proprio con l’arbitro. Ho protestato, ma il direttore di gara non si ricordava, finché il suo collaboratore (Meloni di Pordenone, ndr) non si è corretto. Ma scambiare un giocatore con un altro vuol dire non essere in partita e infatti dopo questo episodio ha perso la bussola, non riuscendo a gestire la gara come aveva fatto egregiamente nel primo tempo».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Non le mandano a dire in società alla terna arbitrale per quanto accaduto nei primi minuti della ripresa. «Durante una partita ci sono milioni di episodi del genere, sia il guardalinee che l’arbitro l’hanno valutata in maniera errata», spiega il vicepresidente Edoardo Bonetto in riferimento al “rosso” sventolato a Niccolini. «Anzi, dopo cinque minuti ci sarebbe stata anche un’espulsione per un loro difensore per fallo da ultimo uomo su Ilari. L’errore è loro, ma l’ingenuità è nostra: non dovremmo innervosirci e complicare queste partite. Per il resto abbiamo fatto una grandissima prestazione su un campo molto difficile, soprattutto nei primi 45’». Intanto, la settimana prossima potrebbe essere decisiva per il futuro societario del Padova, visto che dopo Pasqua, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi e visto l’imminente ritorno dell’amministratore delegato Roberto Bonetto dall’Indonesia, si dovrebbero sbloccare le trattative per l’ingresso di nuovi soci: il presidente Bergamin ci ride sopra, ma tutti, soprattutto in viale Rocco, attendono con impazienza nuovi sviluppi.

Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic S.V.; Busetto 7, Sentinelli 6.5, Niccolini 5, Salvadori 6; Segato 6, Mazzocco 6; Dionisi 7, Ilari 7.5, Petrilli 7.5 (Thomassen 6.5); Amirante 6.5 (Zubin S.V.).

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nella ripresa arriva un’espulsione che potrebbe cancellare le certezze maturate dai biancoscudati: all’8’ l’arbitro prima espelle Sentinelli, poi cambia idea dopo essersi reso conto di aver sbagliato persona. Successivamente caccia Niccolini e ammonisce Sentinelli che protestava per lo scambio di persona. Parlato toglie allora Petrilli e inserisce Thomassen per gestire l’inferiorità numerica. Il direttore di gara, dopo l’errore rimediato in extremis non riesce più a gestire la partita, che gli sfugge di mano. Non si contano i falli invertiti, le segnalazioni sbagliate e tante altre piccole sbavature non decisive, certo, ma che lasciano perplessi. Sul taccuino, però, un segnale più di ogni altro: Petkovic non deve effettuare nemmeno una parata. Un segnale chiaro, inequivocabile, di quanto il Padova voglia fortemente la vittoria. Nel finale un solo brivido, con Siega che al 49’ manca il 2-1 da pochi passi. A onor del vero, però, non ci sono particolari rischi e il Padova difende con ordine e tenacia il successo che voleva alla vigilia. Fanno 72 punti con 23 vittorie, tanto di buono da conservare da agosto fino ad aprile. Ora il rettilineo finale, per chiudere alla grande una stagione da incorniciare.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Forse non bello ma tremendamente solido e cinico: quanto basta per scrollarsi di dosso l’incubo della serie D, perché questi sono altri tre passi verso la Lega Pro. Il Padova soffre, sbuffa, traballa, poi mette il turbo e in due minuti blinda un successo che vale oro sulla strada della promozione. A Chioggia finisce 2-0, l’AltoVicentino batte il Fontanafredda per 2-1 ma rimane a -8 in classifica e a questo punto l’obiettivo è davvero vicino. L’inizio è particolarmente complicato, perché la Clodiense pressa alto e a centrocampo ci sono diversi errori in appoggio di Segato e Mazzocco. Dopo appena due minuti Pellizzer va vicino al vantaggio, ma l’arbitro segnala un fallo in attacco, poi il Padova esce finalmente dal guscio. La migliore occasione biancoscudata arriva al 14’, quando Petrilli tenta il tiro al volo su pallone impennato a centro area e la sua battuta termina sull’esterno della rete. Amirante si muove molto e al 26’ ha la palla buona, ma viene stoppato in extremis, poi quattro minuti dopo la Clodiense colpisce un clamoroso palo con Santi, che anticipa tutti deviando sul legno la punizione di Casagrande. Sembra che il primo tempo possa concludersi sullo 0-0, ma nel finale di frazione ecco i fuochi d’artificio: al 42’ sblocca Petrilli, al termine di un’azione da manuale con un colpo di tacco, meno di due minuti più tardi è Ilari a sigillare il 2-0 quasi allo scadere del tempo.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) C’è tanta soddisfazione nel dopogara, fra i giocatori del Padova. Che festeggiano un successo preziosissimo, come sottolineato da Davide Sentinelli: «Ormai ci siamo – spiega il centrale – non butteremo via quello che abbiamo fatto in questa meravigliosa stagione. Manca poco, quella di oggi era una partita difficilissima e abbiamo vinto con pieno merito. Lo scambio di persona sull’espulsione? L’arbitro ha sbagliato, mi ha confuso con Niccolini, poi ha corretto la sua decisione. Da quel momento in poi ha perso un po’ di serenità». Raggiante Carmine Parlato: «Abbiamo compiuto un passo in avanti importantissimo. Questa era una partita complicata, l’abbiamo giocata in modo perfetto, da grande squadra». Ieri intanto, novità importanti da Palazzo Moroni, dove si è riunita la giunta comunale. La proposta di costruire una nuova curva, di fatto avvicinando la sud a bordocampo, è stata approvata ufficialmente. Bocciato l’emendamento del Pd che chiedeva di sostituire i 250 mila euro destinati al rifacimento del complesso di viale Nereo Rocco con una manutenzione straordinaria degli impianti sportivi di quartiere.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentesima giornata, domenica 12 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora, Belluno-AltoVicentino, Clodiense-Legnago, Fontanafredda-Union Pro, Giorgione-Kras Repen, Mezzocorona-Montebelluna, Mori S. Stefano-Tamai, Padova-Sacilese, Triestina-Dro.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 72, AltoVicentino 64, Sacilese 53, Clodiense 49, ArziChiampo e Belluno 48, Union Pro 41, Legnago 39, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda 36, Tamai 35, Giorgione 30, Dro 29, Kras Repen 28, Triestina 26, Mori S. Stefano 15, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventinovesima giornata: AltoVicentino-Fontanafredda 2-1, Dro-Giorgione 3-1, Kras Repen-Mezzocorona 7-0, Legnago-Belluno 3-2, Montebelluna-Tamai 1-1, Sacilese-ArziChiampo 0-2, Union Pro-Triestina 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mori Santo Stefano 0-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 2 aprile: il Padova batte 2-0 la Clodiense e mantiene gli otto punti di vantaggio sull’AltoVicentino.




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