Live 24! Padova, il riposo dei guerrieri: iniziato il break pasquale per i Biancoscudati

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Ore 21.00 – (Tribuna di Treviso) Non sarà una buona Pasqua per il Giorgione, ma la sosta capita nel momento giusto. Il brutto ko di Dro ha accentuato la crisi dei rossostellati (un punto nelle ultime 6 gare), che ora sperano di recuperare più giocatori possibili dall’infermeria. Molte assenze soprattutto in difesa, tra cui Vio, per il quale la società ha annunciato ricorso contro le 5 giornate di squalifica. A Dro è arrivata la terza sconfitta consecutiva: striscia negativa già registrata nello scorso novembre, quando Gazzola e compagni si risollevarono piegando all’Ostani proprio i trentini. La salvezza diretta è lontana 5 punti, oppure ne servono 8 di vantaggio sulla Triestina che è terzultima (ad oggi sono soltanto 4). Ma a vacillare è anche il sestultimo posto del Giorgione, visto che Dro e Kras Repen sono dietro di una e due lunghezze. Fra dieci giorni a Castelfranco arriva il Kras Repen, altro scontro playout. Per i castellani di mister Paganin seguiranno due sfide proibitive (Sacilese e Altovicentino), per poi chiudere con Montebelluna e Ripa Fenadora.

Ore 20.30 – (Tribuna di Treviso) Il recupero con il Mori diventa un passaggio cruciale del campionato del Montebelluna. Vincere significherà avere la certezza della permanenza in D. Ma non sarà l’unico obiettivo che la banda Pasa inseguirà mercoledì prossimo. La gara, sospesa domenica scorsa per l’infortunio dell’arbitro, è l’ultima valida per la classifica Giovani D Valore, la speciale graduatoria promossa dalla Lnd, che il club di via Biagi si è aggiudicato nelle precedenti due annate. Se nel recente passato è stato vincitore in scioltezza, stavolta il Monte deve sfruttare la lista del match con il Mori per avere ragione del rimontante Belluno, mentre il Mezzocorona, virtualmente retrocesso e di conseguenza non beneficiario di premi, non costituisce un problema. Come già accaduto nella gara interrotta, i montelliani dovrebbero impiegare i ’98 Cavallin, Sartori e Monachello. Ma potrebbe servire anche il ’97 Cusinato, convocato (come Manfrin e Alessio De Vido) lo stesso giorno per la prima selezione della Rappresentativa del girone C: si valuterà a inizio settimana.

Ore 20.00 – (Tribuna di Treviso) Ormai è stata ribattezzata “Zona Cattelan”: 3 dei suoi 5 gol, incluso l’ultimo alla Triestina, li ha siglati nel segmento finale. È la versione moglianese della Zona Cesarini: colpire, quando le energie degli avversari sono ormai esaurite, e decidere il risultato. Alessandro Cattelan è fra i protagonisti dell’ottimo ritorno dell’Union Pro, felicemente salvo e con l’obiettivo playoff tuttora alla portata. Giovedì ha ribaltato al 92’ il match con i giuliani, ma anche con Legnago e Ripa aveva realizzato nelle battute conclusive. «Stavolta la fortuna un po’ ci ha aiutato, ma tutto gira bene e voglio fare più gol possibili», l’avviso di Cattelan. Non ci si fascerà la testa per i playoff, ma con 5 lunghezze da recuperare in altrettante giornate si tenterà l’impresa: «Proveremo a raccogliere il massimo dei punti e vedremo cosa succederà». L’avanti di San Polo ha riassaporato sensazioni che parevano perdute: «Se resterò qui l’anno prossimo? Prima voglio finire bene la stagione, poi valuterò la proposta della Pro, cui andrà comunque il mio primo pensiero».

Ore 19.30 – (Il Piccolo) Messa di fatto in archivio la possibilità di riagguantare la salvezza senza play-out (anche perché il Tamai deve affrontare sia Mori che Mezzocorona) l’incognita è quale sarà la tenuta della Triestina nel finale di stagione. La partita di Mogliano Veneto ha messo in evidenza le caratteristiche positive dell’Unione ma soprattutto i suoi difetti. Contro i veneti la Triestina poteva vincere dopo la gemma di Proia. Ma la doppia sciocchezza di Manzo e quella dell’1-1 della difesa hanno compromesso il match. La tenuta psicofisica è un problema con cui Ferazzoli sta convivendo. La squadra in poche occasioni gioca con continuità e concede in difesa almeno due o tre black-out a partita. È conseguenza della qualità dei giocatori ma anche della mancanza di concentrazione perché molte delle reti subite sono conseguenti a calci piazzati. È difficile pensare che questi difetti, presenti anche nella nuova Unione del 2015, si possano cancellare nell’ultimo mese quando servirà mettere fieno in cascina per trovarsi in una buona posizione nei play-out. E a proposito di play-out le amnesie sono pericolosissime quando si gioca un solo match da “dentro o fuori”. Quali possono essere le cure per sbarcare il lunario nel rush finale? Se è un dato di fatto che la Triestina negli ultimi 15 turni ha sempre raccolto almeno una palla nella porta di Di Piero è evidente che la fase offensiva deve funzionare. E proprio in attacco c’è un problema. A Mogliano si è visto come l’Unione non possa fare a meno anche di un Rocco anche non brillantissimo come quello degli ultimi match. Bella scoperta, Daniele è il bomber che in tre mesi ha segnato la metà dei gol alabardati. Ma non c’è alternativa valida al monfalconese che non può sempre cantare e portare la croce. I limiti del volonteroso e giovane Giordano sono sotto gli occhi di tutti nonostante l’impegno e la dedizione. Il rapporto del tecnico e della società con Milicevic sembra piuttosto degradato. Nessuno dubita sulle malattie del croato ma negli ultimi tempi, a detta dello staff, non si sta allenando al massimo. E del resto anche quando ha giocato al top in alcune partite si è spesso defilato non partecipando alla manovra nè in fase di costruzione e figuriamoci in copertura. Del resto non è un mistero che soprattutto davanti l’organico a disposizione di Ferazzoli è corto. Molto corto dopo le partenze di Lionetti e Bez. Nel mercato d’inverno Pontrelli voleva aggiungere un altro tassello davanti (il giovane Perrotta si è subito rotto il crociato). Ma l’acquisto non è arrivato e i risultati sono in parte conseguenza di questa mancanza. A questo punto Ferazzoli deve puntare sulle potenzialità di inserimento di Bedin e Proia o su qualche sporadica giocata di Manzo e Gusella. Ma sarà sufficiente per finire in crescendo? La sensazione è che tutto dipenda dal rendimento di Rocco. Ed è un rischio.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se la partita fosse finita in parità credo che nessuno avrebbe avuto da ridire». Maurizio de Pieri ha accettato la sconfitta patita con l’Altovicentino (2-1), ma non nasconde il rammarico sul risultato finale. «È vero che le parate di Vicario ci hanno tenuto in partita – sostiene – ma sul piano del gioco eravamo riusciti a contenere l’avversario come ci eravamo preparati a fare. Sapevamo che non potevamo certo andare a Valdagno per “fare” noi la partita. Avevo impostato una squadra corta, schierando un 3-5-2, con l’obiettivo d’intercettare palla a centrocampo e poi ripartire, puntando sulla velocità dei nostri esterni». Nella ripresa i rossoneri sono passati a un più prudente 4-4-2. «Poi abbiamo pagato dazio per uno svarione difensivo – ammette -. Perdere con l’Altovicentino comunque ci sta, la differenza l’ha fatta la qualità dei singoli». Sei i fuoriquota schierati. Su tutti spicca la prestazione del portiere arrivato in prestito dall’Udinese. «Vicario con noi – conclude l’allenatore – ha fatto un campionato importante. Mentalmente è già pronto per le categorie superiori, Fontanafredda per lui è stata un’ottima palestra».

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Un Dro pasquale. Tamai e Fontanafredda ringraziano la formazione trentina, che battendo il Giorgione ha congelato la zona play-out e permesso, da un lato, ai mobilieri di guadagnare un altro punto (ora sono 5) sui castellani, sestultimi, e dall’altro di rendere ai rossoneri (che rimangono a più 6) del tutto indolore la sconfitta, oltretutto immeritata, di Valdagno con l’Altovicentino. Nessun particolare scossone nemmeno nella zona play-off, visto che nè il Belluno (Ko a Legnago) nè la Clodiense (arresasi alla capolista Biancoscudati) hanno approfittato della prima caduta della Sacilese targata Carlo Marchetto. Continuità. Dopo la vittoria scacciacrisi con l’Union Pro della settimana precedente era fondamentale non spezzare subito quella scia di entusiasmo. Il Tamai c’è riuscito, trovando un punto d’oro a Montebelluna grazie al terzo sigillo stagionale di Brustolon. Forse la squadra di De Agostini non è ancora del tutto guarita, ma questi 4 punti in due giornate hanno un effetto davvero corroborante. Dopo la sosta, Mori Santo Stefano in trasferta e Triestina in casa, prima del derby col Fontanafredda. Tre gare per chiudere il conto. Caduta “salutare”. Anche una sconfitta può aumentare la fiducia nei propri mezzi. Sembrerà paradossale, ma è cosi. La prova offerta dal Fontanafredda al cospetto dell’Altovicentino, squadra che sta viaggiando più veloce di tutte negli ultimi due mesi (6 vittorie di fila), non può che aumentare l’autostima dei ragazzi di mister De Pieri, per nulla arrendevoli al cospetto dei più quotati rivali e alla fine pure scontenti per non essere riusciti a strappare un punto che sarebbe stato più che meritato.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’Union Ripa La Fenadora getta le basi per il futuro. A prima vista potrebbe sembrare un periodo di transizione per la società presieduta da Nicola Giusti: l’obiettivo è chiudere una stagione con la salvezza diretta (attualmente l’Union è nona con 38 punti), nell’attesa di avviare i lavori per il nuovo anno. Invece il cantiere neroverde è già in opera. Il Ripa La Fenadora quindi non si ferma e riorganizzando dirigenza e squadra vuole lasciare il segno nel prossimo campionato di serie D. I GIOCATORI – Ieri abbiamo dato la notizia del primo obiettivo di mercato: Dario Sottovia, forte punta della Sacilese, 16 gol finora in campionato. Se affiancato al bomber Brotto (9 centri nonostante le svariate assenze) potrebbe dar vita a una coppia invidiabile. Sempre che Gianmarco decida di rimanere alla corte del presidente Giusti, un’opzione per il momento di difficile quotazione. I movimenti di mercato nel reparto avanzato andrebbero così a colmare le lacune lasciate dalla partenza a dicembre di Giacomo Moresco, ora al Treviso, e da quella ormai certa di Sandro Andreolla, ufficialmente ancora fermo per un problema fisico. L’ALLENATORE – Anche la panchina avrà il suo giro di valzer con la ri-partenza di Max Parteli e il ri-arrivo di Renato Lauria, decisione figlia di «accordi presi con il tecnico bellunese al momento del suo arrivo in neroverde» come spiegava il presidente tempo orsono. Il punto di domanda si ferma come una spada di Damocle sulle capacità di quello che sarà il nuovo tecnico, bravo con le giovanili, ma in prima squadra mai impegnato in serie D. LA SOCIETÀ – Domande anche sulla permanenza di Nicola Giusti alla presidenze, tema che verrà discusso a fine stagione vista la scadenza di mandato. La possibilità è che il mentore della «famiglia» Union rimanga in servizio con un altro incarico, sostituito da una persona esterna alla società. Anche il ds Alberto Faoro potrebbe rimanere ma con un altro ruolo o partire per nuovi lidi: «Esistono anche altre squadre» aveva dichiarato. Al suo posto eventualmente un professionista destinato esclusivamente a seguire la squadra e i giocatori. L’Union Ripa si rinnova quindi, ma l’ambizione sembra la stessa di questi anni impetuosi, caratterizzati da una crescita frenata soltanto da dicembre 2014.

Ore 17.50 – (Corriere delle Alpi) Nessuna apprensione in casa neroverde: «Passiamo una Pasqua tranquilla. Adesso c’è tempo per stare con le famiglie, riposare mentalmente e fisicamente in vista del rush finale», dice il vice allenatore Mauro Fin, che guarda il lato positivo del pareggio contro il Mori Santo Stefano, penultimo: «Abbiamo comunque allungato di un punto sui play-out. Adesso abbiamo 8 punti sul Giorgione. E’ stata una giornata positiva in chiave salvezza, anche se chiaramente si poteva far meglio, inutile negarlo. Con il rigore sbagliato nel finale si può parlare più di due punti persi, però ci teniamo molto stretto quello conquistato». Dopo aver ricaricato le pile, la squadra tornerà ad allenarsi martedì per preparare la trasferta con l’Arzignano. Poi arriverà al Boscherai il fanalino Mezzocorona e l’obiettivo è chiudere subito il discorso salvezza per giocarsi senza pressioni il derby e la sfida col Padova, «partite interessanti e stimolanti. Giocarle con la salvezza in tasca potrebbe essere un valore in più». COSA NON E’ ANDATO. «Siamo stati lenti nella manovra, a girare il pallone», spiega il vice di Parteli ripensando a giovedì. «Di occasioni comunque ne abbiamo avute. Abbiamo creato, è stata una partita propositiva, ma non era tanto facile trovare le distanze contro degli avversari che quando prendevano la palla dietro, calciavano direttamente avanti. Si andava male ad accorciare su questi lanci lunghi. È là che abbiamo forse più peccato». APPUNTAMENTO RIMANDATO CON LA VITTORIA IN CASA. «Avevamo preparato la partita in prospettiva dei tre punti, che non venivano da un pezzo. Volevamo tornare alla vittoria davanti al nostro pubblico, che anche questa volta è accorso numeroso e ci ha incitato dall’inizio alla fine», dice Mauro Fin, «purtroppo ci sono anche gli avversari. Anche se il Mori Santo Stefano è penultimo, è una squadra che non prendeva gol da due gare e con quella contro di noi fanno tre; quindi non è allo sbando». SLIDING DOORS. «Se il rigore di Tomasi nel finale fosse entrato, staremmo parlando di un’altra partita», commenta Fin, «adesso pensiamo all’Arzignano. Lo affronteremo con l’obiettivo di vincere e chiudere il discorso salvezza, anche se sappiamo che non sarà facile, in un campo difficile e contro una squadra quinta con 48 punti, che sta facendo bene. Comunque l’abbiamo battuta sia all’andata e sia in Coppa Italia. Chiaramente dovremo fare una grande partita».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Volenti o nolenti, il calcio lo fanno i numeri. E i numeri del Belluno, che oggi si allenerà per l’ultima volta prima di tre giorni di congedo pasquale, sono impietosi. Cessioni (Samba, Prünster), infortuni (D’Incà, Masoch, Pellicanò, Radrezza) ed episodi storti sono all’origine di questa crisi, come spesso spiegato e riconosciuto dall’allenatore Vecchiato, puntuale nell’individuazione dei motivi di un girone di ritorno sotto tono. Poi però ci sono anche le responsabilità dirette, quelle in prima persona, di un gruppo che senza dubbio ha perso la sicurezza con cui fino a dicembre ha macinato pietre. NUMERI – Il Belluno chiuse il girone di andata con 36 punti (11 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte) per una media di 2,1 punti a partita. A oggi, nel girone di ritorno, i punti sono 12 (2 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte) per una media più che dimezzata: 1 punto a partita. Emblematica soprattutto la differenza nel bilancio delle reti: all’andata il bilancio fu +14 (29 segnati, 12 subìti) nel girone di ritorno urla un -4 (18 fatti, 22 subìti). A cinque partite dalla fine insomma Merli Sala e compagni hanno subìto 10 reti in più rispetto all’intero girone di andata. Per una media gol di 0,7 reti incassate prima del girone di boa e quasi 2 a partita (1,8) dopo. Non a caso dunque il Belluno nella classifica parziale del girone di ritorno è dodicesimo, con appena sei squadre dietro di lui. Rapportando questa stagione alla scorsa, il Belluno ha già perso lo stesso numero di partite (7) e per migliorarsi, secondo obiettivo della società dopo la salvezza tranquilla, dovrà portare a casa almeno 12 punti degli ultimi 15 a disposizione. PERCHÈ? – Detto di assenze, infortuni e episodi, come mai il Belluno viaggia praticamente a velocità dimezzata? Rilassamento? Difficile. Vecchiato, confermato a inizio anno, è un perfezionista che non molla un centimetro. Idem per giocatori leader come Merli Sala, Corbanese o Bertagno. Più facilmente il Belluno sta pagando le ossa fragili della gioventù. Che con il vento in poppa è in grado di attraversare l’oceano in gondola, ma alla prima onda anomala perde la presa sui remi, e adieu. E quando costruisci un progetto – con tutti i meriti derivati – sulla gioventù, magari intaschi 15 mila euro, ma qualcos’altro, salvo miracoli, devi lasciarlo agli altri. Speriamo non i playoff.

Ore 17.00 – (Corriere delle Alpi) Beccato Beccaro. Il Belluno sta già pensando anche al prossimo campionato di serie D. Nelle ultime ore, una cena a tre in un ristorante cittadino, alla quale hanno partecipato da una parte del tavolo il mister gialloblù Roberto Vecchiato e il fedelissimo mediano Simone Bertagno e dall’altra un possibilissimo rinforzo: l’attaccante della Sacilese, Marco Beccaro. Il trio ha giocato insieme nel Real Vicenza, ma stavolta non si sono ritrovati solo perché sono rimasti amici. L’interesse nei confronti del classe 1989 transitato nel frattempo anche per il Marano non è freschissimo e Vecchiato l’ha confermato una volta di più. Operazione possibile. Il direttore sportivo Augusto Fardin, che quella sera non c’era fisicamente non si tira indietro: «È uno di quei giocatori che indubbiamente ci interessano, dal momento che cerchiamo un attaccante che possa fare sia la prima che la seconda punta, come Gianmarco Brotto del Ripa Fenadora oppure Federico Furlan del Tamai. In altre parole, sia in grado di sostituire Simone Corbanese, in caso di squalifica. Conosciamo bene Beccaro a sappiamo che verrebbe volentieri da noi: era disponibile già la scorsa estate, ma alla fine non se n’era fatto niente. È un ragazzo alla nostra portata, anche dal punto di vista economico e sa una cosa fondamentale: il Belluno è una società, che rispetta gli impegni presi in estate. Magari il rimborso spese può non essere pari ad altre offerte della stessa categoria, ma è matematico che arrivi. Qui siamo in una piazza appetibile anche per questo». Il destino di Radrezza. Da verificare cosa succederà al gemello storico di Corbanese. Andrea Radrezza ha fatto l’impossibile per recuperare dall’infortunio a quel ginocchio capriccioso, ma non è ancora quello di una volta: «Non l’ho quasi mai visto, purtroppo», allarga le braccia Fardin, «pertanto non so cosa succederà, al di là del nostro interessamento per Beccaro». Il rigore di Legnago. Nel Veronese, il secondo stop di fila, dopo quello interno e ancora più rocambolesco, proprio con la Sacilese: «Non avevo mai visto una massima punizione, come quella concessa per un presunto fallo di Di Bari su Zerbato. Incredibile. Ad ogni modo, non molliamo di sicuro: sappiamo che sarà dura ripetere i play off di un anno fa, anche per i tanti infortuni, ma dobbiamo provarci, a cominciare dal prossimo incontro con l’Altovicentino».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) A Dario Sottovia piace anticipare i tempi. Non solo in campo come giovedì, quando ha collezionato due gialli e il rosso conseguente in trequarti d’ora, lasciando i compagni in difficoltà, ma pare anche nelle trattative di mercato. L’Union Ripa ha messo occhi e mani sul bomber attualmente in biancorosso per sostituire Giacomo Moresco che ha abbandonato i neroverdi a dicembre. I contatti sarebbero già avviati e le probabilità di arrivare a una conclusione positiva piuttosto alte. Come ha preso la cosa la Sacilese, che ha rilanciato Sottovia? Dopo una stagione disgraziata a Marano (17 presenze e 3 soli gol), il bomber di Camposampiero ha trovato al XXV Aprile l’ambiente adatto per rivalutarsi. «Ultimamente – dice Denis Fiorin – non è che mi piaccia tanto. Con il Fontanafredda si è beccato un giallo sciocco, che l’ha costretto a saltare il Belluno. Al rientro con l’Arzichiampo si è fatto cacciare. In 11 contro 11 non avremmo mai perso. Sapevamo che sarebbe stato difficile – Fiorin riprende la soffiata che arriva da Belluno -, tenere a Sacile alcuni dei nostri seniores». A questo punto – quello del ds è più che un avvertimento -, visto che Dario sembra “distratto”, potremmo decidere di far giocare uno dei nostri giovani, favorendo l’interesse della società rispetto a quello del giocatore». La Sacilese avrà 10 giorni per ripensare alla sconfitta inattesa con i vicentini e per prepararsi al big match di Padova del 12.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Non fa male la caduta della Sacilese in casa con l’Arzichiampo. Ma ora bisognerà attendere il verdetto del giudice sportivo, che in base a quanto scriverà l’arbitro, potrebbe squalificare Sottovia, protagonista di una vivace protesta dopo essere stato espulso, per più di una giornata. Mancherà, e molto, nell’impegno sulla carta proibitvo in programma dopo la sosta allo stadio Euganeo di Padova. Ma potrebbe mancare ancora di più con Giorgione (in casa) e Clodiense (in trasferta), quando probabilmente si deciderà la volata per il terzo posto.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per il Venezia si è rivelato tutt’altro che da buttare il tirato 1-1 di mercoledì col Lumezzane. Il pareggio in rimonta del Penzo, infatti, è stato «valorizzato» dallo 0-0 della FeralpiSalò a Monza, risultato che ha consentito a Legati e compagni di conservare un confortante +8 sulla zona playout a cinque giornate dal termine. Il tutto mentre la Giana Gorgonzola andando a vincere a Mantova ha inguiaiato ulteriormente un Monza che non vince da 17 partite: in coda intanto il Pordenone ha lasciato l’ultimo posto alla Pro Patria. In casa arancioneroverde il tecnico Michele Serena pensa alla trasferta di domenica 12 aprile (ore 18) a Bassano, sul campo della co-capolista (assieme al Novara) reduce da sei vittorie consecutive. La speranza è di recuperare al meglio Bellazzini ma anche Scialpi, quest’ultimo alla luce dell’assenza per squalifica al Mercante del regista Giorico (Esposito invece non è nemmeno stato convocato per scelta tecnica col Lumezzane). In difesa non ci sarà Sales, quindi Serena dovrà adattare qualcun altro fuori ruolo essendo già finito il campionato di Giuliatto. Intanto il giudice sportivo ha inflitto un’ammenda di 1000 euro per i cori dei tifosi contro la Lega Pro. Infine fissata Venezia-Pavia per sabato 18 aprile alle 15. A riposo la prima squadra a trascorrere la Pasqua in campo saranno i Pulcini arancioneroverdi impegnati a Forte dei Marmi (Lucca) nell’Universal Cup, prestigioso torneo internazionale che vede al via anche Inter, Sampdoria, Chelsea, Juventus, Lokomotiv Mosca, Benfica, Roma, Fiorentina, Milan, Paris Saint German e Ajax. Oggi (ore 15.30) i classe 2004 affrontano i pari età dei «lancieri» olandesi, dopo aver debuttato vittoriosamente ieri (4-0) con l’Accademy Montignoso. L’Universal Cup prevede decine di partite anche il giorno di Pasquale e si concluderà il lunedì di Pasquetta.

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Senza la penalizzazione in arrivo (sentenza giovedì 9 aprile), il Venezia potrebbe dormire sonni tranquilli, nonostante i tre pareggi consecutivi. Otto punti di vantaggio sul quint’ultimo posto, occupato dal Monza, a cinque giornate dal termine sembrano comunque sufficienti con altre cinque squadre (Cremonese, Mantova, Renate, Giana e Torres) a fare da cuscinetto. Sapendo anche che se il Venezia ricevesse più avanti un secondo punto di penalizzazione, il Monza ne riceverebbe prima altri due. Il Venezia proverà a uscire indenne dalle prossime due sfide con Bassano e Pavia (a proposito si giocherà sabato 18 al Penzo alle ore 15), ma avrà poi a disposizione la trasferta di Sassari e il match casalingo con la Pro Patria per sistemare i conti prima del viaggio ad Alessandria. Calendario temibile sulla carta, ma sono soprattutto le squalifiche a pesare (a Bassano mancheranno Sales e Giorico) e i tanti giocatori in diffida che complicano terribilmente il compito di Michele Serena che ha fuori gioco Giuliatto, Carcuro, Hottor e Raimondi per infortunio. Se il Venezia non corre a velocità supersonica (6 punti nelle ultime 4 partite), chi sta sotto fa ancora peggio visto che solo Giana Erminio (8 punti) e Cremonese (7) hanno fatto meglio degli arancioneroverdi che hanno alle loro spalle Arezzo (4), Mantova (4), Alto Adige (3), Torres (3), Monza (3) e Renate (2). Venezia che dovrà misurarsi solo con la Torres tra le squadre sottostanti in classifica, il calendario del Monza (che nel 2015 non ha ancora vinto) presenta difficoltà superiori con Alessandria, Arezzo e Pro Patria in trasferta, Pordenone e Bassano al Brianteo. Con Michele Serena in panchina il Venezia ha conquistato 34 punti in 24 partite, ottavo posto parziale alle spalle di Novara (51), Alessandria (48), Bassano e Pavia (44), Como (37), Feralpisalò e Mantova (36), ma nel girone di ritorno ha perso solo in tre occasioni con Feralpisalò (1-2), Real Vicenza (1-2) e Novara (0-3), mentre nel girone d’andata aveva chiuso con 10 sconfitte, mettendo insieme 19 punti in 14 partite a fronte dei 25 conquistati nelle prime 19 gare. E la politica dei piccoli passi è confermata dai 7 pareggi del girone di ritorno, mentre nella prima parte del campionato il Venezia aveva impattato solo a Pordenone. Multa. Venezia multato di 1.000 euro per “cori offensivi verso le istituzioni calcistiche”, mentre il diesse Ivone De Franceschi, espulso al quarto d’ora della ripresa per proteste, ha ricevuto solo l’ammonizione, va in diffida anche Zaccagni.

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Vacanze pasquali tranquille per il Real Vicenza. Dopo il pareggio (0-0) ottenuto giovedì nella partita contro l´Arezzo, due allenamenti di scarico per gli uomini di Marcolini nelle giornate di ieri e oggi. Poi una breve pausa e si tornerà in campo martedì per preparare l´impegnativa trasferta di domenica. Intanto la gara contro l´Arezzo ha dato conferma al mister biancorosso di poter contare anche sui più giovani. Con Dalla Bona, Quintavalla, Polverini, Cristini e Piccinni in tribuna, i “baby” biancorossi hanno lottato con una formazione arrivata al Menti per ottenere un pareggio. A cercare il pelo nell´uovo nella prestazione del Real, ancora una volta si può recriminare su quel gol che non arriva. Almeno quattro le occasioni nitide. Zero su quattro quelle trasformate. D´altronde abbattere la barricata dell´Arezzo di Capuano non era cosa semplice. I migliori tra i biancorossi gli esterni del classico centrocampo a cinque schierato da Marcolini: Diego Vannucci e Luca Lavagnoli. «La strada è quella giusta – commenta Lavagnoli – certo dispiace non essere riusciti a buttarla dentro. Noi abbiamo avuto quattro, cinque occasioni molto buone contro neanche una o forse una per loro. Siamo soddisfatti della nostra partita, l´abbiamo interpretata bene. Sapevamo che l´Arezzo è squadra molto brava a difendersi e pericolosa sulle palle inattive, il fatto che non sia mai riuscita a metterci realmente in difficoltà dimostra il valore della nostra prestazione». Un Arezzo che, a detta di Capuano, «imbruttisce i suoi avversari» e al Menti questo è riuscito ai toscani solo in parte. «Ce lo aspettavamo – continua Lavagnoli – il mister ci aveva detto chiaramente che poteva essere una partita brutta. E così è stato, come all´andata. Noi abbiamo cercato di girare la palla il più velocemente possibile per “tirarli fuori”: ma avevano due linee davanti all´area e non era facile. Credo che l´abbiamo fatto anche bene, lo testimonia, come ho già detto, le palle gol che siamo riusciti a creare. Resta un po´ di rammarico certo, volevamo portare a casa la vittoria e c´erano i presupposti per farlo». Nota positiva, le prestazioni dei più giovani: Beccaro e Solini, fatta eccezione per qualche piccola incertezza, sono riusciti a dare solidità e tranquillità alla retroguardia biancorossa. E a centrocampo buona la partita di Sandrini e Pavan. «Sono soddisfatto – dice Nicola Pavan – «sostituire Dalla Bona è impossibile. Ma ho cercato di farlo nel migliore dei modi: dando una mano dietro e quando possibile facendo girare palla velocemente. Giocare vicino a uno come lui è un vantaggio, però sono contento perchè non abbiamo sfigurato e sul piano del gioco siamo stati superiori noi».

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Il calendario fissa il prossimo match domenica 12 nel derbino interno col Venezia alle 18, ultimo match della giornata. E scendere in pista sapendo che conoscere i risultati delle concorrenti non è mai un bene, genera un surplus di pressione, specie se dietro rimontano. Tuttavia la vera giornata che può sparigliare le carte è venerdì 10, la data da segnare in rosso sul calendario. Quel pomeriggio infatti è atteso il verdetto sul caso Novara, due imputazioni racchiuse eccezionalmente in un solo fascicolo per le quali il club piemontese potrebbe rischiare una penalizzazione da 2 a 6 punti, a norma di regolamento. Ma il sodalizio biancazzurro e il suo legale di punta, l´avvocato Cesare Di Cintio, sono già al lavoro non solo per ridurre al minimo gli effetti della penalità ma addirittura per azzerarla e tramutarla se possibile solamente in un´ammenda pecuniaria. Perchè è chiaro che anche 2 o 3 punti comminati al Novara sbilancerebbero la lunga volata promozione, ed è il motivo per cui tanto Asta che la società e i giocatori continuano a ribadire che il destino è in mani proprie. Considerazione condivisibile, anche se è giusto rimarcare che al momento, se la classifica si confermasse così il 10 maggio, sarebbero i novaresi a salire in B per il computo degli scontri diretti a favore. Ecco perchè l´esito giudiziario di venerdì prossimo ha una valenza chiave nella bagarre per la serie cadetta: già due punti sottratti all´undici di Mimmo Toscano finirebbero col tracciare il solco nella corsa al piano di sopra. E intanto Simone Iocolano parla da capitano. Poche parole ed estrema aderenza alla realtà. Nessuno nell´habitat Bassano fa quattro passi sulle nuvole, il primato condiviso non incide sulla concentrazione. «A Como siamo stati concreti e poco male se non c´è stata brillantezza lungo tutto l´arco della gara – dice Ioco – sicchè è un bottino che ci teniamo stretto eccome. La verità è che la nostra forza è il gruppo anche se può apparire una banalità, ma è davvero così. Con uno spogliatoio come questo non hai paura di affrontare nessuno e vai a fare la guerra con tutti. Ora viviamo un match alla volta ma guai se ci facessimo assillare dal peso del risultato. Concentrati ma col sorriso in campo e i conti li tiriamo solo alla fine». Nel frattempo il giudice sportivo ieri pomeriggio ha fermato per un turno il difensore Sales e il centrocampista Giorico del Venezia che quindi salteranno il duello del velodromo. Tra i virtussini nessuno stop ma diffida per il portiere Rossi che va ad ingrossare la lunga lista dei sanzionati, i quali al prossimo cartellino resteranno fermi un giro. Una cosa è certa: questa è la Pasqua più dolce nella storia della Bassano del pallone.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per ritrovare una partita in cui il Vicenza ha colpito quattro pali si deve tornare indietro di quasi trent’anni, al 30 novembre del 1986 quando al Menti il Pescara di Galeone si impose per 3-1 con un tripletta di Rebonato. Fu una stagione sfortunatissima per i biancorossi, che alla fine retrocessero in serie C1 che invece vide il Pescara, ripescato in estate proprio dalla terza serie, vincere il campionato di serie B e in un anno solare arrivare in serie A. La stessa cosa potrebbe accadere anche al Vicenza che, dopo essere stato ripescato in estate, adesso ha concrete possibilità di essere promosso nella massima serie. «A due mesi dalla fine del campionato sono discorsi che noi all’interno dello spogliatoio non vogliamo fare, perché finora abbiamo sempre pensato ad una partita alla volta e continueremo su questa strada — sottolinea Andrea Cocco, autore a Vercelli della rete del pareggio — di sicuro non molleremo niente e giocheremo su tutti i campi per ottenere il massimo. Per questo dopo Vercelli siamo un po’ delusi: abbiamo perso due punti perché la nostra prestazione è stata importante sia dal punto di vista del gioco che del carattere messo in campo. Abbiamo costruito tante azioni da gol, nel primo tempo abbiamo sbagliato troppo, poi è mancata un po’ di fortuna, visto che abbiamo colpito quattro pali, a testimonianza che stavolta siamo stati proprio sfortunati». Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Pasquale Marino, che non è contento del risultato ma è invece soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi. «Abbiamo fatto una buona gara, creando tanto e rischiando poco — precisa il tecnico biancorosso — abbiamo colpito qualche palo di troppo, ma a me interessa che i ragazzi ci abbiano provato fino alla fine. I tre punti non sono arrivati, ma quando si gioca così alla squadra non si può che fare i complimenti, e incitarla a continuare su questa strada. Venerdì sera al Menti ci aspetta una gara importante per il nostro futuro, perché l’Avellino è con noi nelle zone alte e batterlo darebbe ancora maggior convinzione ad un gruppo che, partita dopo partita, dimostra la sua compattezza e la sua forza». Guardando la classifica, la prima cosa che salta all’occhio è che in soli tre punti ci sono sette squadre, con il Bologna a quota 56, tre più del Vicenza, che non può certo stare tranquillo soprattutto dopo la netta sconfitta subita a Carpi. «Al momento l’unica posizione che pare inattaccabile è la prima e la conseguente promozione in serie A del Carpi — spiega Alessandro Dal Canto, ex allenatore di Padova, Vicenza e Venezia — poi per quanto riguarda la seconda promozione diretta e le sei squadre che disputeranno i playoff, è tutto ancora da decidere». E Dal Canto dipinge anche un parallelo tra i rossoblù e i biancorossi. «Il Bologna ha un organico con singoli molto forti ma raramente ha dato l’idea di essere squadra, mentre per il Vicenza è quasi l’esatto opposto con una rosa formata per larga parte da giocatori che dovevano disputare la Lega Pro, ma che hanno dimostrato di essere un gruppo solido e di gran carattere. Doti che in serie B sono importanti e considerando che il Vicenza gioca molto bene fanno sperare in un finale di campionato che possa regalare ai tifosi biancorossi una grande gioia».

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Non solo legni. Il dopo-gara di Vercelli, dove il Vicenza s´è visto sbarrare la strada verso il successo dalle parate super dell´ex portiere Russo e soprattutto da quattro pali, è stato anche più movimentato della partita. Con la differenza che non c´era un arbitro a distribuire cartellini o rigori, ma adesso potrebbe anche intervenire la procura federale. Abbiamo riferito già ieri della tensione, a dir poco, scoppiata in un imprevisto faccia a faccia tra dirigenti delle due società, ora i contorni dell´episodio sono stati meglio ricostruiti. Dunque il presidente del Vicenza Tiziano Cunico, finita la partita, se ne stava tranquillo davanti alla porta dello spogliatoio biancorosso, con Marino e Cristallini. Di fronte, alla fine di un corridoio, c´è la porta dello spogliatoio della Pro Vercelli. Da lì è uscito un dirigente del club piemontese (poi ricnosciuto come il presidente Massimo Secondo) che s´è messo a urlare rivolto a Cunico. Il quale capisce bene solo una frase: «Ogni volta ce ne rompete uno». Il riferimento è evidentemente al grave infortunio subìto giovedì sera da Marchi (ne avrà per tre mesi) e a quello occorso a Ronaldo nella gara d´andata al Menti. Peccato che in ambedue i casi, in realtà non ci siano state responsabilità da parte dei giocatori biancorossi. In ogni caso Cunico lascia il corridoio degli spogliatoi per dirigersi in uno spazio aperto adiacente, sempre dentro lo stadio e poco dopo vede di nuovo la stessa persona, insieme ad altre tre-quattro. Gli si fa incontro per spiegare che gli dispiaceva per Marchi ma che non c´era stata cattiveria nell´intervento del giocatore del Vicenza e che s´era visto bene che l´attaccante della Pro s´era infortunato ricadendo male a terra. Secondo e chi era con lui però non ascoltano neppure ciò che vorrebbe dire Cunico ma riprendono a inveire. Sembra che volino insulti, spintoni e non solo, certo è che devono intervenire gli steward per evitare altri guai. Episodio davvero poco edificante a dir poco, nel quale è stato coinvolto il presidente del Vicenza. «Sono molto dispiaciuto – ha detto ieri Tiziano Cunico – a dire il vero non ricordo benissimo cosa sia successo, perché è stato un momento di grande concitazione, mi sono ritrovato attorniato da tre-quattro persone. Di sicuro ho ricevuto una spinta e un calcio, se poi mi hanno preso per i capelli non so dire. Ricordo perfettamente che ci accusavano di avergli rotto un giocatore ogni partita. Sono dispiaciutissimo per Marchi – ha spiegato ancora Cunico – ma s´è visto benissimo che si è fatto male cadendo a terra. Per me c´era qualcos´altro dalla partita dell´andata, quando io però non ero allo stadio». In effetti alla fine della gara al Menti con la Pro Vercelli fra Secondo e in quel caso Dario Cassingena la discussione, diciamo così, era stata molto vivace, erano volate anche parole grosse. «Sono cose brutte – ha detto ieri Cunico – sono stati bravi gli steward e per fortuna la cosa non è degenerata. Spiace poi che tutto questo sia successo proprio nella giornata dedicata al fair play. Mi auguro che il buon senso prevalga, che si sia trattato di un episodio, sia pure deplorevole, dettato dal nervosismo per l´infortunio subìto da Marchi a cui tutta la nostra società augura una pronta guarigione». Chiuso l´episodio, in attesa di eventuali provvedimenti disciplinari che potrebbero scattare in caso di intervento da parte della procura federale, il Vicenza riprenderà a preparare la prossima partita, in casa contro l´Avellino venerdì 10 in anticipo alle 20,30. Il primo degli scontri diretti che attendono i biancorossi da qui alla fine del campionato: nelle ultime tre giornate toccherà anche a Spezia, Livorno e Frosinone. Tutte le partite saranno importanti, ma queste, a cominciare appunto dall´Avellino, anche di più nella rincorsa al sogno biancorosso.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Curva sud già esaurita, la “febbre” biancorossa resta sempre alta anche se nelle ultime due partite la squadra ha raccolto un solo punto. Ma le prestazioni offerte sia contro la capolista Carpi che a Vercelli autorizzano in effetti i tifosi a cullare il sogno-promozione. A 8 giornate dalla fine la volata promette emozioni a non finire ed è un momento che i tifosi biancorossi aspettavano da tempo, dopo troppe stagioni deludenti. Venerdì 10 aprile al Menti arriverà l´Avellino, che insegue ad un solo punto in classifica. Scontro diretto importante dunque, all´inseguimento del Bologna, che per ora non ha certo blindato il secondo posto e che giocherà la prossima gara in casa di un Brescia rilanciato nella corsa alla salvezza dalla vittoria a sorpresa sul campo del Pescara. Dopo il record stagionale di presenze stabilito in occasione del big-match con il Carpi, quando il Menti ha fatto registrare il tutto esaurito, si annuncia un altro bel pieno per venerdì sera. E fra l´altro proprio in questi giorni la capienza ufficiale è salita a 12.124 posti. I biglietti per la gara con l´Avellino (è un anticipo del turno e quindi l´inizio è fissato alle 20,30) sono in vendita nelle rivendite ufficiali, nei punti Listicket e anche in modalità online sul sito del Vicenza (www.vicenzacalcio.com, sezione biglietti gara).

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Si gioca sul filo del punto. E proprio per questo nulla è deciso, ad eccezione di una promozione diretta in serie A che il Carpi si è meritato sul campo e che a questo punto ha blindato con i suoi 15 punti di margine sulla terza posizione che in questo momento è occupata dal Vicenza. Ma se il Carpi ha già un piede e mezzo in A, la seconda promozione diretta è tutta da assegnare e più ancora i posti dal terzo all´ottavo che danno diritto a disputare i playoff con in palio l´ultimo biglietto utile per la categoria superiore. Intanto c´è da dire che il 14 aprile deve essere giocata la partita Frosinone-Latina (vincendo la squadra di Stellone farebbe il sorpasso sui biancorossi in terza posizione). E poi in generale la classifica è davvero molto corta. Tra il Bologna secondo a 56 e il Perugia ottavo a 50 il margine è di appena due partite e il Vicenza nel mezzo è terzo a 53. Numeri che dicono bene come sia tutto in gioco, dalla promozione diretta ai playoff. E siccome la lotta per evitare i playout vede racchiuse in un punto 7 squadre, in aggiunta alle ultime tre, è chiaro che parlare di 8 finali da qui alla fine del campionato non è solo un modo dire. Questa è la B, che regala sempre il brivido dell´incertezza e della possibile sorpresa fino all´ultimo. Sarà importante il calendario, anche se fra scontri diretti e sfide con chi deve salvarsi non c´è gara che non nasconda rischi: basti pensare nell´ultimo turno alla vittoria del Brescia, dato ormai per spacciato, sul campo del Pescara invece lanciatissimo. Il Vicenza dovrà affrontare da qui alla fine Avellino, Varese, Entella e Frosinone in casa; Cittadella, Brescia, Spezia e Livorno in trasferta. Il conto alla rovescia è cominciato e una cosa è certa: sarà una volata emozionante.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Stefano Marchetti non usa mezzi termini: «È stata una delle più brutte giornate da quando sono a Cittadella». Il direttore generale è dispiaciuto e deluso per la sconfitta di Latina, uno scontro diretto che ha lasciato il segno. «Se uno deve scrivere una pagina nera per raccontare il periodo che stiamo vivendo, penso non possa trovare di peggio: gol annullati a noi e convalidati agli altri perlomeno dubbi, per questione di centimetri. Infortuni a raffica tutti nello stesso reparto, risultati delle dirette avversarie di classifica che vincono contro le prime del girone. Sembra un thriller confezionato da un maestro del genere». Ripensando alla partita persa di giovedì, viene da strapparsi le vesti. «Il dramma è proprio questo – prosegue Marchetti – Abbiamo regalato tre punti disputando una grande partita, siamo riusciti a farci del male da soli. I gol non li ha fatti il Latina, ce li siamo confezionati noi». L’autorete di Signorini ha fatto da spartiacque tra un’ora di ottimo Cittadella e il resto della partita: «Il suo è stato un infortunio, frutto anche di una condizione fisica ben lontana dalle migliori. Purtroppo non c’erano alternative: non abbiamo voluto rischiare Scaglia, Camigliano aveva la spalla lussata e Pellizzer era a casa. Non do alcuna colpa a Signorini, non abbiamo perso per il suo autogol». Il Cittadella sembra colpito dal malocchio: «Da Livorno in avanti abbiamo perso Scaglia e Pellizzer, quindi Camigliano che si è lussato due volte la spalla. A Latina abbiamo accentrato Cappelletti e inserito Pecorini che ha accusato i crampi all’inizio del secondo tempo, poi lo stesso problema l’ha avuto De Leidi. Incredibile». Il diggì granata ripensa agli “sfortunati” episodi capitati nelle ultime due partite e schiuma rabbia: «Per il Cittadella si guarda un piede, Dellafiore mi sembrava ben al di là di tutti ma il suo gol è stato dato per buono. Due diverse interpretazioni che ci sono costati punti pesanti. Potevamo avere tutta un’altra classifica, ma così non è». Dopo il 3-2 Marchetti è stato espulso (inibito fino al 15 aprile per un epiteto insultante a un assistente): «Ho chiesto al guardalinee se fosse proprio certo della posizione regolare del giocatore del Latina. C’era lì il quarto uomo, che mi ha detto di lasciare il campo. Quelli in panchina non possono più dire niente, non mi va nemmeno di fare ulteriori commenti». Nel finale è stato espulso anche Camigliano (squalificato per tre turni). «Non ho visto quello che è successo. Non lo giustifico ma diciamo che ha le attenuanti del caso. È entrato in un contesto particolare, con la spalla che gli faceva male». Bisogna guardare avanti, con due partite complicatissime con Carpi e Vicenza: «Staccare la spina non può che farci bene. Questo è un gruppo importante, serio, che ha un grande attaccamento alla maglia. I giocatori a Latina hanno dato tutto, il Cittadella riesce a mettere sotto gli altri ma sbaglia nei particolari che fanno la differenza e qui dobbiamo migliorare. Io ho tanta fiducia nel gruppo». Che dovrebbe riavere Rigoni, Scaglia e Pellizzer per la prossima gara. «Non parlo più, ogni volta che mi illudo di recuperare qualcuno resto deluso».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Quando si dice: oltre al danno la beffa. Il Cittadella non solo torna dalla trasferta di Latina con una sconfitta che, obiettivamente, non meritava, ma anche con le tre giornate di squalifica comminate a un Agostino Camigliano avventato fin che si vuole, ma certo non violento nell’occasione della sua espulsione, e ora accusato “di aver colpito volontariamente un calciatore della squadra avversaria con una gomitata al volto”, come si legge nel comunicato diramato ieri dal giudice sportivo Emilio Battaglia. In più c’è l’inibizione a svolgere ogni attività in seno alla Figc fino al 15 aprile per il direttore generale Stefano Marchetti, “per avere contestato platealmente l’operato arbitrale rivolgendo un epiteto insultante ad un assistente”. «Sul cartellino rosso a Camigliano non mi esprimo, perché ero già stato allontanato dal campo e non ho visto quello che è accaduto: valuteremo se fare ricorso. Sull’episodio che mi riguarda dico che sono stato cacciato semplicemente perché mi sono alzato dalla panchina. Ma ormai non si può più fare nemmeno questo», sbotta Marchetti, rientrato a Cittadella nel primo pomeriggio di ieri assieme alla squadra, dopo la notte trascorsa in terra pontina. «Non ho offeso nessuno né protestato vivacemente: mi sono semplicemente limitato a dire al guardalinee: sei sicuro che non sia fuorigioco?, in occasione del gol del 3-2. Soltanto questo. Ma il rammarico è forte per un altro motivo». Ovvero? «Perché per la seconda volta consecutiva non abbiamo vinto una partita che avevamo dominato. Purtroppo non chiudiamo mai le gare quando dobbiamo farlo. E anche questo deve servirci da lezione: se non vai sul 2-0 non puoi sentirti tranquillo, l’episodio sfavorevole può sempre capitare». Signorini, autore dell’autogol che ha rimesso in gioco i pontini, non va criminalizzato, ma forse non era il caso di rimandarlo in campo in uno scontro così delicato, visto che non giocava dallo scorso 13 ottobre. «Non sarebbe entrato se non ci fossimo trovati in totale emergenza: Pecorini accusava i crampi e doveva uscire, e non volevamo rischiare né Scaglia, col rischio di una ricaduta dopo l’infortunio, né lo stesso Camigliano, che doveva essere titolare ma che giovedì mattina avvertiva ancora dolore alla spalla. Poi anche lui è entrato solo per i crampi di De Leidi». C’è il rischio di un contraccolpo psicologico dopo questo ko? «Perdere in questo modo fa male. Ma proprio la qualità della prestazione deve farci capire che, se siamo al 100%, possiamo giocarcela con tutti, pure con il Carpi capolista, che troveremo alla ripresa. E poi con il Vicenza. Ora abbiamo dato riposo a tutti e ricominceremo gli allenamenti a Pasquetta. Spero che questi giorni servano a ricaricare i ragazzi».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Quanto è orgoglioso di questo Padova? «Più passano le settimane e più mi rendo conto di avere costituito un gruppo importante con gente seria che si è calata con umiltà nella realtà in cui siamo caduti per cercare di raggiungere un risultato bello, che speriamo si confermi nelle prossime settimane. Oggi c’è soddisfazione, ma non è completa. Dobbiamo mantenere viva la concentrazione, l’impegno e l’umiltà e lottare fino all’ultima giornata». Anche se, avendo il Padova otto punti di vantaggio sull’Altovicentino a cinque partite dal termine, i festeggiamenti potrebbero scattare prima. «Speriamo, ma gli imprevisti sono sempre dietro all’angolo». La Pasqua è alle porte, cosa si sente di dire ai tifosi? «Faccio loro gli auguri. Poi anche a Chioggia, dove potevano esserci problemi per diversi motivi organizzativi, ho visto che hanno tenuto un comportamento esemplare e ne siamo orgogliosi». Cosa farà in questi giorni di festa? «È un periodo che sono un po’ stressato tra il lavoro e queste ultime giornate di campionato. Farei volentieri un viaggio, ma sarebbe ugualmente stressante, e quindi preferisco rimanere a casa».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Perché da parte loro c’è un po’ di reticenza? «No, ma prima di esporsi uno ci pensa bene. Noi abbiamo lanciato delle proposte e loro ci stanno riflettendo». Parliamo comunque di una partecipazione minoritaria nell’assetto del club, con lei e Bonetto sempre al timone? «Sì, l’obiettivo potrebbe essere questo. Io e Bonetto rappresentiamo l’inizio di un percorso e dobbiamo comunque mantenere la direzione con una presenza importante». I vostri interlocutori sono padovani? «Ci sono padovani e anche non padovani, però è gente che conosciamo bene e che può dare determinate garanzie». Passando al successo con la Clodiense, come sempre Bergamin era al fianco della squadra al “Ballarin”. «È una vittoria che ci dà soddisfazione dato che era una partita da temere anche alla luce dell’andata. Abbiamo trovato le nostre difficoltà, ma l’abbiamo chiusa nel primo tempo. Mentre nella ripresa un pizzico di nervosismo ci ha impedito di giocare come sappiamo, però abbiamo contenuto bene l’avversario e alla fine vinto con merito».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Di pari passo con la squadra, che anche nella vittoria a Chioggia ha confermato il suo strapotere, non è un segreto che da qualche tempo lo stato maggiore biancoscudato stia portando avanti sotto traccia contatti che potrebbero riservare novità sul fronte societario in vista di un approdo in Lega Pro. Anche se per le eventuali comunicazioni bisognerà attendere il ritorno dell’amministratore delegato Roberto Bonetto dagli impegni di lavoro in Indonesia. «Tornerà alla fine della prossima settimana – spiega il presidente Giuseppe Bergamin – e in quella successiva potrebbe essere messa all’ordine del giorno qualche comunicazione. Vediamo se possono essere soci, sostenitori o qualcosa altro, è un po’ difficile identificare la formula in questo momento, la vedremo con i nostri interlocutori». Quindi si tratta di più di un soggetto. «Sì, ci sono persone che si stanno affezionando a questa nostra iniziativa e speriamo di riuscire a coinvolgerli, anche se non è semplice».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Tornando alla partita, avete dato una dimostrazione ulteriore di grande forza. «Sì, la squadra ha fatto una grande partita, tanto più che la Clodiense veniva da tredici risultati utili di fila. Nel primo tempo non c’è stata partita, poteva finire tre-quattro a zero. Nella ripresa non ho potuto sinceramente vedere molto dal tunnel». L’obiettivo Lega Pro è sempre più vicino. «Va dato merito alla società, al tecnico e alla squadra di aver fatto davvero le cose per bene, anche se non è ancora finita. Essere confermato l’anno prossimo? Intanto concentriamoci al meglio per le ultime cinque gare di campionato, poi di sicuro sarebbe un sogno restare a Padova».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Ho sbagliato a farmi innervosire, sono rammaricato». Daniel Niccolini torna sull’episodio che gli è costata l’espulsione nell’avvio di ripresa con la Clodiense e che lo costringerà a saltare per squalifica quanto meno il prossimo appuntamento con la Sacilese. «Santi mi è venuto addosso dandomi un calcetto e ho risposto con un buffetto, una cosa da poco. Solo che lui è andato dal guardalinee, il quale non ha visto niente e non sapendo cosa fare ha buttato fuori prima Sentinelli e poi me su segnalazione dell’avversario». Tra l’altro era appena stato ammonito. «A mio avviso il primo cartellino giallo non c’era, pensavo che l’arbitro mi ammonisse per la seconda volta e invece ha tirato fuori il cartellino rosso diretto. Mi dispiace avere lasciato i compagni in difficoltà per quasi un tempo, per fortuna abbiamo portato a casa il risultato».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Sgambata con la Piovese per i pochissimi biancoscudati rimasti in città, dato che Parlato aveva promesso di concedere un giorno di vacanza in più per la Pasqua se la squadra avesse centrato l’en-plein con Giorgione, Dro e Clodiense. All’amichevole hanno partecipato solo Lanzotti, Cicioni, Mattin, Denè, Aperi e Pittarello e un gruppetto di juniores. A segno nel primo tempo Morandi e Deinite per la Piovese e momentaneo 1-1 di Dovico, che nella ripresa è uscito per infortunio: Lanzotti è tornato tra i pali e Cicioni è andato in attacco. Da registrare l’infortunio a Vanegas (botta al costato) portato in ambulanza al pronto soccorso. Intanto Parlato, che ha dedicato il successo alla figlia Vittoria che ha compiuto 11 anni, ha rivolto un messaggio ai tifosi: «Auguro loro di passare una Pasqua serena. Il mio e il vostro pensiero è di arrivare fino in fondo per andare a prenderci quello che tutti vogliamo».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Passi pure lo speciale duello con se stesso e tra le due squadre del suo presente e recente passato. Da giovedì pomeriggio Carmine Parlato è l’allenatore con la media-punti più alta d’Italia, dalla Serie D in su. Perché col pareggio ottenuto nel turno prepasquale contro il Palestrina, la Lupa Castelli Romani, capolista del girone G, si è fermata a 70 punti in 29 gare giocate (2,41 punti a partita). il Padova (2,48 a gara) è riuscito a mettersi dietro anche il Rimini (2,33) e pure il Carpi, primo in Serie B con una media di 2,00 punti a partita, e la Juventus che invece si “ferma” a 2,39. E i tifosi, a Chioggia, hanno già cominciato a chiedere a squarciagola anche il Tricolore dilettanti, che verrà assegnato a campionato concluso con la poule tra le vincitrici dei nove gironi. Dopo averlo vinto l’anno scorso, Parlato ci riproverà. E se dovesse farcela di nuovo, anche per lui compiere il salto in Lega Pro sarebbe il giusto premio: «Ho lasciato la Serie C da allenatore nel 2007, dopo aver fatto tre anni nella vecchia C/2 tra Rovigo e Valenza. Ai ragazzi dico sempre di porsi un obiettivo: a me sarebbe piaciuto confrontarmi con altri colleghi in un campionato più importante».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Era semplicemente impensabile perché il 5 agosto siamo partiti per il ritiro praticamente senza i palloni», ricorda il tecnico biancoscudato, «È una cosa che mi gratifica molto, che non avrei mai pensato di poter ottenere. I record sono sempre esistiti per essere battuti, ma ora possiamo dirlo: quest’anno abbiamo fatto meglio». Due punti di vantaggio rispetto ad allora, e pure tre gol segnati in più. Poco male che quel Pordenone avesse una retroguardia nettamente più stabile. «La mia priorità, quest’anno, era vincere il campionato, e anche se fossi arrivato primo con 50 punti sarebbe andata bene. Abbiamo cercato di ricreare dal nulla i presupposti per far emozionare questi tifosi». Il paragone. Difficile dire quale delle due squadre sia più forte: il Pordenone dello scorso anno, che a questo punto della stagione era dietro di due lunghezze rispetto al Marano, vinse le ultime 5 gare chiudendo a 85 punti ed andando poi a stravincere la poule scudetto cucendosi il tricolore sul petto. Il Padova di oggi avrà anche subito parecchi gol in più, ma può amministrare otto punti di vantaggio. «Sono due ambienti e due situazioni imparagonabili, anche se vissute in un campionato simile con un duello a due squadre a contendersi la stagione. Se c’è una cosa che il Padova ha in più, questi sono i tifosi, e fidatevi che è un dettaglio che fa un’enorme differenza: l’onda che c’è a Padova si mangerebbe molte tifoserie di Serie B».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Quanto valgono i tre punti di Chioggia? Sul lato pratico, molto: significano aver dato una poderosa spallata all’Altovicentino, che non sperava altro se non in un passo falso dei biancoscudati su uno dei campi più difficili di questa stagione. Dal punto di vista psicologico, invece, hanno permesso di abbattere due barriere che ad inizio stagione erano insormontabili. Con la vittoria sulla Clodiense, Carmine Parlato ha battuto se stesso, superando addirittura la quota del Pordenone dei miracoli di una stagione fa. E nel contempo è diventato pure l’allenatore con la media punti più alta d’Italia, dalla Serie A alle serie D: tra i nove gironi di quarta serie, i tre di Lega Pro, più Serie A e B, nessuno ha fatto meglio. Finalmente davanti. Potrà sembrare un dato di poco conto: per il Padova schiacciasassi di quest’anno poteva sembrare una formalità frantumare l’ultimo record. «Era semplicemente impensabile», ammette invece Carmine Parlato, che su entrambe le stagioni ha messo la sua firma. Alle ventinovesima giornata, l’anno scorso, il Pordenone cadde rovinosamente in casa col Giorgione, e si fermò quindi a 70 punti in classifica, con cinque gare ancora da giocare. Con i tre punti di due giorni fa, in riva alla Laguna, i biancoscudati hanno raggiunto quota 72, superando, per la prima volta dall’inizio del campionato, la quota parallela della squadra friulana della passata stagione.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La gara successiva i Biancoscudati faranno visita al Legnago, che gioca le proprie partite casalinghe allo stadio Sandrini, messo a norma per ospitare 2152 spettatori. Dovesse essere una partita decisiva, è probabile che si pensi anche a un eventuale cambio di sede, con Rovigo ipotesi da tenere in considerazione. Andando a scorrere il cammino di Padova e Altovicentino, quasi sempre speculare, l’ipotesi più probabile è però quella che le distanze rimangano di otto punti per altre due gare, rendendo decisiva la terz’ultima giornata, il 26 aprile. Il Padova a quel punto potrebbe festeggiare battendo in casa il Kras Repen, senza nemmeno guardare a quello che fa la squadra di Zanin, impegnata a Castelfranco con il Giorgione. Rimandare ulteriormente la festa sarebbe un problema, più che altro di ordine pubblico, visto che il 2 maggio il Padova giocherà a Feltre (dove lo stadio è omologato per massimo mille posti) contro il Ripa. Prima dell’auspicabile passerella finale nello scontro diretto.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ancora otto punti e il Padova potrà avere la matematica certezza della promozione in Lega Pro. A dir la verità ne potrebbero bastare anche cinque, a patto che tre arrivino dallo scontro diretto con l’Altovicentino, in programma all’ultima giornata, il 10 maggio allo stadio Euganeo. Ma quello che squadra e società vogliono fortemente evitare, è proprio arrivare all’ultimo turno con i giochi ancora aperti. Vale a dire con l’Altovicentino a distanza di tre o meno punti, considerato comunque che, in caso di arrivo alla pari in classifica, si giocherebbe uno spareggio. Cinque giornate al termine e un vantaggio di otto punti da gestire, conservare, o meglio incrementare per chiudere i conti il prima possibile: questa la missione biancoscudata. Una giornata cruciale sarà la prossima, il 12 aprile: il Padova affronterà la Sacilese, terza, all’Euganeo, mentre l’Altovicentino farà visita a un Belluno in crisi (scivolato in tre giornate dal terzo al sesto posto), ma che sul proprio campo ha perso soltanto tre volte. Se le distanze tra prima e seconda dovessero restare invariate, dalla settimana successiva in poi ogni partita potrà essere quella buona per brindare al trionfo.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La Piovese batte i Biancoscudati Padova. Nell’amichevole di ieri pomeriggio a Piove di Sacco, agli ordini di Parlato (che ha dedicato il successo di Chioggia alla figlia Vittoria per il suo undicesimo compleanno) erano più i ragazzi della juniores in campo che non quelli della prima squadra. Tre quarti dei giocatori erano già in minivacanza, e torneranno martedì per la ripresa degli allenamenti. Alla fine l’hanno spuntata i padroni di casa per 2-1 grazie alle reti di Morandi e Deinite, oltre alla rete biancoscudata di Dovico. Nel primo tempo attimi di tensione per il giovane Vanegas, giocatore della juniores biancoscudata, portato al Pronto soccorso di Piove dopo un una dolorosa gomitata al costato che non ha comunque causato problemi di rilievo, mentre nella ripresa, con l’infortunio di Dovico e nessun sostituto, è stato il portiere Cicioni a subentrare in attacco, senza fortuna.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) «Sarebbe assurdo buttare via quello che abbiamo fatto sinora. Siamo vivi e sappiamo gestire le partite nel modo migliore, siamo cresciuti sotto il profilo della qualità complessiva e della capacità di interpretare i vari momenti della gara. Insomma, l’AltoVicentino non ci fa paura: abbiamo otto punti di vantaggio e sappiamo di avere in mano il nostro destino». Il calendario, dopo la Sacilese, è in discesa con tre squadre che non hanno più nulla o quasi da chiedere al campionato (Legnago, Kras Repen e Ripa). Poi lo scontro diretto dell’ultima giornata, all’Euganeo, con l’AltoVicentino che si spera sia inutile. Brilla, in queste settimane che conducono al rettilineo finale del campionato, la stella di Nicola Petrilli, decisivo come nessun altro all’interno della rosa. Un centrocampista con i fiocchi, capace di scardinare con colpi di qualità le difese. «Ho già giocato in Lega Pro e in serie B con il Crotone — dice — mi piacerebbe tornare tra i professionisti con questa maglia, perché abbiamo fatto qualcosa di eccezionale fin qui. Ho sempre detto che questa squadra non c’entra nulla con la serie D. Vogliamo chiudere in bellezza e per farlo non ci resta che vincere gli ultimi impegni». Manca poco, anzi pochissimo. Difficile ricordare una Pasqua migliore di questa.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E’ fatta? Non proprio ma siamo sulla strada giusta. Il Padova vola e si gode una Pasqua che più bella e serena non si potrebbe, con il piglio di chi sa di avere in mano il proprio destino. Pensa al futuro, ma non troppo, perché mancano cinque partite: c’è lo scontro diretto con l’AltoVicentino all’ultima giornata, bisogna ancora affrontare la Sacilese terza forza del campionato e c’è un avversario diretto che continua a vincere. Quella contro il Fontanafredda è stata la sesta vittoria consecutiva della squadra allenata da Diego Zanin, ma il Padova riesce a fare anche meglio. Il blitz di Chioggia è stato il trionfo della solidità e dell’intelligenza, un 2-0 degno di una grande squadra, che resiste nel momento di maggiore sofferenza nel primo tempo. Poi aggredisce, morde e colpisce, per gestire e difendere, infine, quello che ha raccolto. Due lampi in due minuti e tanti saluti alla quarta forza del campionato. Dietro le quinte, senza darlo a vedere, si lavora per il futuro e per irrobustire la società, in modo da farsi trovare pronti per la Lega Pro. In campo e fuori, invece, i piedi sono ben piantati a terra. L’unico a sbilanciarsi un po’ è Davide Sentinelli, che potrebbe concludere nella maniera migliore il suo nono campionato da protagonista: «Sarebbe il nono campionato vinto — sorride il difensore biancoscudato — e penso che ormai soltanto noi possiamo perderlo».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Da valutare soltanto se verrà creata una srl (società a responsabilità limitata), una spa (società per azioni) o una snc (società in nome collettivo), ma tutto sommato si tratta di formalità giuridiche che ai tifosi interessano molto poco. Definito anche l’accordo con il Credito Sportivo con un nuovo immobile fornito da Diego Penocchio in garanzia dopo il rifiuto del primo presentato, sono arrivate tutte le firme necessarie ad autorizzare ufficialmente la liquidazione. Qualcuno si è giustamente chiesto perché mai il sindaco Massimo Bitonci abbia accettato il termine del 30 settembre come partenza dei pagamenti per il rientro del credito di 320mila euro vantato dal Comune nei confronti della vecchia proprietà. Detto che 150mila euro verranno pagati a rate e il rimanente con la restituzione di memorabilia, marchio e denominazione, il tribunale in questi casi si prende quattro mesi di tempo per autorizzare le procedure necessarie a verificare che gli accordi tra le parti siano corretti. Tutto bene, dunque. Finalmente.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) E dall’uovo di pasqua spunta… il Calcio Padova. L’ad dei Biancoscudati, Roberto Bonetto, aveva annunciato novità dopo le festività e, in effetti, proprio in questi giorni si è compiuto un passaggio fondamentale per affrontare il prossimo campionato recuperando 105 anni di storia calcistica padovana. L’avvocato Simone Perazzolo, infatti, ha completato il cambio di denominazione del vecchio Calcio Padova Spa in vista della messa in liquidazione, ormai imminente. Essendo la società tornata in bonis , non ci sarà neppure bisogno di ricorrere all’articolo 182bis della nuova legge fallimentare, che regola la ristrutturazione del debito. L’attuale partita iva del Calcio Padova andrà a morire, mentre il cambio di nome della vecchia società permetterà ai Biancoscudati Padova, in vista dell’ormai quasi sicuro ritorno nel professionismo, di recuperare il marchio storico e di chiamarsi nuovamente Calcio Padova.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentesima giornata, domenica 12 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora, Belluno-AltoVicentino, Clodiense-Legnago, Fontanafredda-Union Pro, Giorgione-Kras Repen, Mezzocorona-Montebelluna, Mori S. Stefano-Tamai, Padova-Sacilese, Triestina-Dro.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 72, AltoVicentino 64, Sacilese 53, Clodiense 49, ArziChiampo e Belluno 48, Union Pro 41, Legnago 39, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda 36, Tamai 35, Giorgione 30, Dro 29, Kras Repen 28, Triestina 26, Mori S. Stefano 15, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventinovesima giornata: AltoVicentino-Fontanafredda 2-1, Dro-Giorgione 3-1, Kras Repen-Mezzocorona 7-0, Legnago-Belluno 3-2, Montebelluna-Tamai 1-1, Sacilese-ArziChiampo 0-2, Union Pro-Triestina 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mori Santo Stefano 0-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 3 aprile: la Piovese batte 2-1 in amichevole un Padova in formazione rimaneggiata.




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