Verona-Chievo, pestaggio pre-derby. Il Questore sicuro: “Prenderemo i responsabili”

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«Nel giro di una settimana li prenderemo tutti». Sono arrivati e hanno colpito in pochissimi minuti, ma hanno lasciato dietro di loro diverse tracce. E il questore Danilo Gagliardi fa capire chiaramente che i responsabili dell’aggressione pre-derby avranno presto un nome e un cognome. «Sono stati particolarmente ingenui», rivela Gagliardi.
UN PESTAGGIO FRA GIOVANISSIMI. Gli inquirenti confermano quanto si diceva già nel pomeriggio di domenica al Bentegodi. Gli aggressori non fanno parte dei gruppi «storici» dei tifosi dell’Hellas. Si tratterebbe di ragazzi molto giovani che hanno pensato così di acquistare popolarità nel mondo ultras. Provocando invece, da quanto trapela, la rabbia della tifoseria orgnizzata. Tutti sotto i trent’anni anche gli aggrediti: una quindicina di componenti del «Gate 7», un gruppo poco allineato con la «filosofia Chievo» (se ne parla nell’articolo a fianco, ndr) che, poco dopo le nove, stava preparando i propri striscioni nel parcheggio del Palasport. Forse la soffiata sulla loro presenza è arrivata da uno dei bar del quartiere. La spedizione punitiva si è consumata nel giro di pochissimi minuti. Diversi i contusi, ad avere la peggio un sostenitore del Chievo, che si è preso una cinghiata in testa: due punti di sutura e dieci giorni di prognosi. All’arrivo delle forze dell’ordine gli aggressori si erano già dileguati. «Pensavano di potersi travisare con un paio di occhiali e un cappuccio», spiega il Questore, «abbiamo elementi che ci consentiranno nel giro di una settimana o al massimo dieci giorni di individuare questi personaggi dalle capacità intellettive che definirei non molto spiccate. Ingenui e sciocchi. E mi fermo qui».
«NESSUNA PREMEDITAZIONE». L’orario inconsueto (si era a oltre tre ore dalla partita) aveva fatto pensare a diverse ipotesi: dalla resa dei conti all’attacco premeditato. Gagliardi però lo esclude: «Credo sia stato tutto casuale, una cosa estemporanea». Di sicuro non c’era alcuna avvisaglia. Se l’anno scorso la polemica sul prezzo dei biglietti e le dichiarazioni forti dei due presidenti avevano fatto temere incidenti, per questa stracittadina il clima sembrava particolarmente tranquillo. «Non ci aspettavamo scontri. non c’era tensione prima della partita». Il giudizio sul gesto dei (pseudo)tifosi è netto: «Il loro è stato un segnale di grande stupidità».
DENTRO LO STADIO. Prima del derby l’aggressione, dopo il match la lite verbale fra tre giocatori del Chievo e un gruppetto di tifosi del Verona. Durante i novanta minuti le forze dell’ordine non hanno segnalato particolari disordini, anche se alla nostra redazione è arrivata la denuncia di un sostenitore clivense. «In tribuna est», si legge nella missiva del signor Giacomo, «otto-dieci tifosi dell’Hellas hanno iniziato a schernirci, bestemmiare, sputare e lanciare bicchieri di birra sia vuoti che pieni verso di noi. In tribuna ci sono famiglie con bambini e persone anziane. La società», prosegue la let, «e i responsabili degli steward organizzino meglio la supervisione dell’ordine, si vadano a vedere i filmati e si denunci questa gentaglia». Accesi battibecchi fra i sostenitori delle due squadre si sono registrati anche in tribuna ovest.

Fonte e foto: l’Arena




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