Live 24! Padova, De Poli tra colloqui e contatti: vengono poste le basi per la Lega Pro

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Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sarà Francesco Feltrin il nuovo allenatore del Mestre nella prima avventira di Serie D. All’indomani della Festa per i 90 anni del Baracca durante la quale è stata confermata l’intenzione di giocare a Mogliano la massima categoria dilettantistica è stata resa nota la decisione tecnica con un comunicato della società arancionera presieduta da Stefano Serena (con vicepresidenti Arjan Nezhaj e Luca Martignon) la quale ha ufficializzato anche l’intero organigramma societario. Francesco Martucci sarà il direttore generale e Marcello Benedetti il direttore sportivo della prima squadra e degli Juniores. Il tecnico Francesco Feltrin – alla quale sarà affidato un organico che sarà definito al più presto assieme al diesse – è stato nella scorsa stagione allenatore dell’Union Pro di Mogliano portandola al sesto posto in classifica finale con 55 punti, sarà affiancato dall’aiuto-allenatore Giancarlo Campagnola e dal preparatore dei portieri Nevio Favaro. Il Mestre come detto, giocherà inizialmente in serie D presso lo stadio Comunale di Mogliano in attesa dell’eventuale adeguamento dello stadio Baracca – da definire ancora il possibile utilizzo con Estcapital alla quale il Comune dovrebbe consegnare l’impianto – mentre la prima squadra si allenerà nei campi del centro sportivi di Zelarino.

Ore 21.50 – (La Nuova Venezia) Se questo matrimonio non “s’ha da fare” lo diranno il tempo e i risultati. Per ora, dopo l’ufficializzazione dell’acquisizione della serie D per il Mestre avvenuta il 10 giugno in occasione della ricorrenza dei 90 anni del Baracca da parte del presidente Stefano Serena, il primo a togliere “il disturbo” è stato il direttore generale dell’Union Pro, Mogliano, Alessandro Lunian il quale, chiamando in causa Freud e la famosa citazione dei “Promessi Sposi”, ha ringraziato tutto lo staff della sua ormai ex società, a partire dal “presidentissimo” Marco Gaiba e rimesso l’incarico. Assume una veste non ancora definitiva il comunicato congiunto delle società coinvolte nell’operazione che ha portato il Mestre in Serie D, Mestre, Mestrina e Union Pro. Firmato da tutti e tre i presidenti, Serena, Gaiba e Guerra vengono presentati gli organigrammi dei due sodalizi sportivi che disputeranno la prossima stagione, Mestre e Union Pro, rimanendo in qualche modo congelata la posizione della Mestrina 1929 che, nella scorsa stagione in Eccellenza, scompare dai calendari e viene sostituita dagli altri arancioneri, il Mestre. Una formazione che nel prossimo campionato di serie D, che disputerà almeno per un primo periodo a Mogliano, sarà guidata da Francesco Feltrin, allenatore dell’Union Pro Mogliano nel campionato appena concluso, coadiuvato da Giancarlo Campagnola. Preparatore dei portieri sarà Nevio Favaro e la guida degli juniores nazionali sarà assunta da Ivan Galante. Le altre formazioni del settore giovanile sia élite che sperimentali devono ancora trovare allenatore. Tre le strutture sportive che saranno a disposizione, Giacomello, Bacci e la struttura di Zelarino, con l’”affaire” Baracca ancora da risolvere. Si passa poi all’organigramma societario. Il presidente del Mestre rimane Stefano Serena, e due saranno i vicepresidenti. Arjan Nezhaj, unico testimone che rimane della Mestrina 1929 e Luca Martignon, già lo scorso anno con la stessa carica a Mestre. Francesco Martucci diventa direttore generale, mentre come diesse della prima squadra assume l’incarico Marcello Benedetti. L’Union Pro Mogliano, che disputerà l’Eccellenza, sarà guidata da un nuovo allenatore, lo stesso del Mestre della passata stagione, Luca Cammozzo. A questo punto l’ultimo capitolo che rimane da svelare sono i nomi degli arancioneri che disputeranno il prossimo campionato di serie D. «L’ossatura sarà quella dell’Union Pro che ha sfiorato i playoff», rivela Serena, «stesso gruppo, stesso mister. Per fare il salto di qualità non ci rimane che puntare a tre, quattro giocatori di categoria superiore».

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Dopo il passaggio in Commissione trasparenza il sindaco Cosolini non ha perso tempo nell’invitare a un faccia a faccia il presidente e proprietario dell’Unione Triestina 2012 Marco Pontrelli. Ieri l’incontro c’è stato in Municipio. Da una parte del tavolo c’erano Marco Pontrelli e Pangrazio Di Piero, dall’altra il sindaco Roberto Cosolini e il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic (come riferente della conferenza dei capigruppo). Dalla discussione non sarebbero emersi elementi di novità rispetto alla posizione espressa da Pontrelli in queste ultime settimane. «Dopo l’incontro di mercoledì tra la commissione e i tifosi della Triestina – dice il sindaco Roberto Cosolini – abbiamo voluto trasmettere a Pontrelli la sensazione di sfiducia dei supporter e la preoccupazione della città che rappresentiamo sul futuro della principale realtà calcistica cittadina. Pontrelli e Di Piero hanno ribadito la loro intenzione di andare avanti, con un progetto serio e solido sia sul piano sportivo che su quello finanziario. Hanno sottolineato come ci siano state delle difficoltà nel ripianare il pesante debito ereditato al quale si è aggiunta la gestione della stagione sportiva appena conclusa. Hanno voluto anche sottolineare come il loro obiettivo sia quello di risanare la situazione nel medio-breve termine. Non hanno insomma nessuna intenzione di vendere». Tra le varie incognite ancora sul tappeto resta il problema con la tifoseria con la quale la rottura è insanabile. Pontrelli e Di Piero sembrano essere convinti di poter recuperare il rapporto nel tempo. Al momento non ci sono spiragli, anzi. Ma soprattutto i vertici dell’Unione 2012 devono mettere al più presto nero su bianco quali siano le basi sulle quali si fondano le loro ottimistiche previsioni.

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Ho una sola certezza: non faremo morire ciò che abbiamo fatto nascere». Lidia Nadal suo malgrado si si trova in questi giorni, insieme al marito e presidente sacilese Paolo Presotto, al centro dell’attenzione. Le sue parole, pronunciate con orgoglio, spazzano via ogni voce di abbandono della coppia più bella del calcio nostrano. Ci sarà un ridimensionamento, ma forse riguarderà più una riorganizzazione dei costi che una vera rinuncia a tradizioni e ambizioni biancorosse. Intanto la famiglia ha incontrato Maurizio Mazzarella. L’avvocato ha portato al tavolo la sua visione del calcio moderno: pare che la scintilla sia scoccata. Ora ci sarà un nuovo meeting. FUTURO GIOVANI – Presotto e Nadal hanno atteso invano l’intervento di altri operatori sacilesi e i risultati degli appelli ai politici. «Da soli – scuote la testa la first lady – non possiamo continuare a gestire una squadra d’alto livello come negli ultimi due anni. La Sacilese 2015-16 avrà una rosa giovane, possibilimente fatta in casa, con 2-3 giocatori esperti a fare da spina dorsale. Punteremo alla valorizzazione dei ragazzi provenienti dal vivaio. Mazzarella? Ha tante belle idee. Speriamo – conclude Lidia Nadal con il pragmatismo che la contraddistingue – abbia alle spalle anche qualcono che ci aiuti, eventualmente, a metterle in pratica». RAZIONALIZZAZIONE – Solo in C e a Pordenone. Erano queste le condizioni che si era autoimposto Mazzarella per un suo rientro nel calcio. «Vero – sorride – ma sono andato a vedere un paio di partite a Sacile e ho avuto modo di parlare con Presotto e Nadal. Con loro Sacile ha conosciuto il professionismo (Seconda divisione) ed è rimasta in zona podio di Lega D. È gente fantastica, di grande umanità, che gestisce la società come fosse una grande famiglia. Non puoi non restarne affascinato. Mi sono messo a disposizione, con il mio bagaglio d’esperienza nel calcio e le mie conoscenze. I risultati ottenuti hanno avuto un costo notevole. Ora – Mazzarella sembra aver già accettato la sfida – vediamo cosa riusciamo a fare ridimensionando le spese. In momenti di crisi due cose non mancano: gli avvocati – autoironizza – e i giocatori. Non avremo difficoltà a trovare a prezzi ragionevoli quei 2-3 elementi che possano fare da chioccia ai giovani usciti dal vivaio».

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone vuole ripartire da lui, Lovisa vuole ripartire da lui, ma anche Pontrelli vuole ripartire da lui. E l’opzione è di quelle affascinanti, perché il Rocco è sempre il Rocco e chi ci ha già giocato lo sa due volte. Per questo la voce che vorrebbe Daniele Mattielig, centrocampista del Pordenone, accostato alla Triestina, è di quelle destinate a far parlare. Lovisa, da par suo, giura di averlo blindato, sia che il prossimo anno il Pordenone giochi in serie D, sia che abbia successo il ripescaggio in LegaPro. Dall’altra parte c’è il patròn della Triestina, che preme e rilascia interviste in cui dice di essere vicino al roccioso mediano di Attimis. Dall’entourage del giocatore, per ora, soltanto silenzio. Si vedrà, al momento la permanenza è più certa dell’addio. Permanenza di cui si parla in questi giorni anche a Tamai. E in questo senso sono arrivate due conferme importanti: sono ufficiali gli ok di Luca Ursella e Fabrizio Petris. La notizia, anticipata nei giorni scorsi, è stata confermata dal sito ufficiale del Tamai. Il centrocampo quindi resterà quello del 2014-15, in attesa dei fuoriquota. Il rossonero Lauro Florean è vicinissimo ad accordarsi con le Furie. Cerca sempre un portiere il Fontanafredda, mentre l’ex Sacilese Favaro è stato votato miglior estremo difensore di tutta la serie D e stasera sarà premiato a Lido di Camaiore. Ma ormai è già del Padova. Notizia dal Veneto: a iscriversi in D sarà il Mestre e non l’Union Pro.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Soccal è una realtà, Brino una possibilità concreta, Sommavilla un desiderio. Così il Belluno marcia verso il 22 luglio, giorno del raduno per preparare la serie D 2015-2016. La notizia ufficiale di ieri è che entra in società Simone Soccal. Ne avevamo scritto nei giorni scorsi: il dirigente della Dolomitica Futsal è entrato nel direttivo della società gialloblù. «Nella prossima stagione il signor Soccal ricoprirà il ruolo di responsabile di gestione – spiega il comunicato ufficiale del club – una figura nuova e che si occuperà soprattutto del controllo della gestione operativa e amministrativa della società. Una figura di collegamento quindi tra il consiglio d’amministrazione e le persone che quotidianamente operano e lavorano per la società gialloblù». «Ritengo che collaborare con l’Ital-Lenti Belluno sia una grande opportunità da cogliere, per la storia, l’importanza e il blasone di questa società – commenta Soccal -. Spero che la mia esperienza ormai più che decennale nell’ambito del calcio a 5 possa essere utile all’Ital-Lenti Belluno. Il mio ruolo nella Dolomitica sarà rivisto sulla base del nuovo impegno nel calcio a 11, probabilmente nella gestione dell’Under 21 nazionale».
IL PORTIERE – Passi avanti, passando alla squadra, per l’arrivo di Gabriele Brino. Le due parti si sono avvicinate, entro la prossima settimana verrà presa una decisione finale. Occhio però a ben tre società di altissima fascia di serie D che avrebbero contattato il portiere cercando di strappargli un «sì». Una dovrebbe essere il Delta Porto Tolle. DERBY PER GIORGIO – Il ds Fardin intanto sta cercando un giovane per il centrocampo e il nome in cima alla lista dovrebbe essere quello di Giorgio Sommavilla, classe 1996, dell’Union Ripa. Difficilmente però Renato Lauria lascerà partire il suo giocatore, a cui affiderebbe volentieri una maglia a centrocampo. Soprattutto alla luce della partenza di Nicola Tomasi, che ha scelto di andare a giocare e vivere in Piemonte, e dell’addio sempre più probabile di Sebastiano Solagna (forse al Limana di calcio a 5, come raccontiamo in questa stessa pagina). Sempre del Ripa, ma per la difesa, al Belluno potrebbe interessare pure Simone Loat (’96), così come Daniel Resenterra (’96) della Feltrese.

Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Simone Soccal entra nella dirigenza del Belluno come nuovo responsabile di gestione. Lo storico dirigente della Dolomitica, fautore due anni fa della fusione tra Canottieri e Atletico Cavarzano, ha deciso di provare una nuova avventura ridimensionando il proprio ruolo nella società di calcio a 5. Questa nuova figura all’interno del Belluno si occuperà prevalentemente del controllo della gestione operativa e amministrativa della società gialloblù, puntando a realizzare un coordinamento tra i vari responsabili della struttura. Simone Soccal sarà quindi una figura di collegamento tra il consiglio d’amministrazione e le persone che quotidianamente operano e lavorano per la società. Una figura molto simile a quella di direttore generale che è mancata in questa ultima stagione e che due anni fa era stata ricoperta da Lorenzo Cresta. Soccal dovrà coordinare i rapporti tra le persone che lavorano in campo e quelle che lavorano in società. «Per prima cosa vorrei sottolineare la mia personale soddisfazione per questa opportunità che la dirigenza ha voluto darmi – commenta Soccal – ritengo che collaborare con il Belluno sia una grande opportunità da cogliere, per la storia, l’importanza e il blasone di questa società. Spero che la mia esperienza ormai più che decennale nell’ambito del calcio a 5 possa essere utile all’ambiente. Il mio ruolo nella Dolomitica sarà quindi rivisto sulla base del nuovo impegno nel calcio a 11 e quindi la mia collaborazione continuerà probabilmente nella gestione dell’Under 21 nazionale». I compiti del nuovo responsabile di gestione saranno: fare sintesi delle varie esigenze delle aree operative societarie e riferirle al Cda, esercitare la supervisione della gestione amministrativa societaria, curare l’organizzazione di eventi collaterali in occasione delle partite di campionato al fine di aumentare l’interesse attorno all’evento sportivo e valorizzare l’immagine della società per cercare di accrescere ulteriormente il legame con la città di Belluno. A caccia di fuoriquota. Il direttore sportivo Augusto Fardin è alla ricerca di un difensore centrale giovane classe 1997, ma di questi tempi trovarlo non è facile. Nel frattempo i gialloblù hanno promesso al San Giorgio Sedico sia Lorenzo Moretti che Stefano Longo e i due giovani dovrebbero rimanere con la maglia sedicense. Se anche Francesco Posocco non tornerà al Belluno in prestito, allora la situazione fuoriquota si fa dura. Giovanni Pescosta dovrebbe rimanere in gialloblù mentre Danny Paganin, classe 1996, dovrebbe raggiungere i suoi ex compagni a Sedico. Nel frattempo la società sta ancora parlando con il portiere Gabriele Brino che ha diverse offerte. Il suo rientro alla base non è ancora certo, ma probabilmente si farà.

Ore 19.50 – (La Nuova Venezia) Panchina vacante in casa Clodiense dopo che il tecnico Andrea Pagan (nella foto) ha deciso di non proseguire più la sua collaborazione con il club granata, accettando le proposte dell’Este, compagine padovana, che milita sempre in serie D. Pagan sostituirà sulla panca giallorossa Gianluca Zattarin, che quest’anno aveva portato la squadra del presidente Renzo Lucchiari ai playoff nel girone D. L’addio di Andrea Pagan smentisce così l’intenzione di rinnovo da parte della società lagunare che, tuttavia, a giorni dovrebbe annunciare il nome del nuovo allenatore. «Credo», ha dichiarato l’ormai ex allenatore della Clodiense, « che non ci fossero più i presupposti da parte mia per una ulteriore crescita professionale. Abbiamo disputato due ottimi campionati, migliorandoci anno dopo anno e di questo devo ringraziare la società che mi ha dato l’opportunità di allenare in serie D. Tuttavia resto convinto che ripartire con una squadra ancora completamente rifatta non era affatto facile e pertanto ho deciso di accettare l’offerta dell’Este, comunicando le mie intenzioni al direttore generale della Clodiense, Mauro Gallo». Decisione che, tuttavia, ha sorpreso il presidente granata Ivano Boscolo Bielo. «Non più di una settimana fa», afferma il patron del sodalizio chioggiotto, «ci eravamo incontrati per fare il punto della situazione, vedere quali giocatori confermare e stabilire le strategie di mercato. Francamente questa decisione di Pagan per me è stata un’autentica sorpresa perchè mi sembrava abbastanza convinto a continuare con noi. Andrea ha sempre parlato con il nostro direttore, ma magari una telefonatina in questi giorni me la poteva anche fare. Noi non tratteniamo nessuno controvoglia e comunque auguriamo a Pagan le migliori fortune». Con Andrea Pagan, a Este, approda anche l’allenatore in seconda Edrik Tiozzo, mentre gli altri componenti dello staff tecnico, ovvero il preparatore atletico Dario Penzo e il preparatore dei portieri Ivano Rossetti, punteranno su altri lidi. Per quanto riguarda i giocatori, a Este dovrebbe seguire il tecnico Matteo Mazzetto, mentre anche Mastroianni, Casagrande, Piaggio e Santi sembrano avere la valigia in mano. Impazza anche il toto-allenatore ed i nomi più gettonati sono quelli di Claudio Ottoni e Franco Gabrieli.

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Certi amori non finiscono, fanno giri strani e poi ritornano. E già, potrebbe essere Antonello Venditti la colonna sonora del mercato dell´Altovicentino a sentire le voci di un rientro alla base di Roberto Rondon e Dario Sottovia, accasatisi dopo la rivoluzione pallonara dello scorso anno il primo all´Este e l´attaccante alla Sacilese. Voci, per ora, insistenti ma ancora prive di ufficialità come precisa il presidente della società Rino Dalle Rive: «Sono due dei tantissimi giocatori che ho incontrato, ma tra il dire ed il firmare ci sono molti fattori, tra cui la loro volontà. Vedremo». E sempre voci sono quelle che riguardano il tecnico. Se da una parte, infatti, è certo l´addio a Diego Zanin, che ha traghettato la squadra dall´era Cunico ai play off di serie D arenandosi alle foci del Po contro il Delta Porto Tolle Rovigo, dall´altra resta ancora da sciogliere il nodo sull´allenatore che verrà. In pole position Mauro Zironelli, ex guida dei biancorossi di Sacile negli ultimi due anni, ma per ora non ci sono neppure qui contratti firmati. Pretattica? Dubbi? In realtà tutto sembra legato agli impegni del pres che fa l´imprenditore e che deve pertanto portare avanti almeno un paio di aziende importanti. E a proposito di amori e giri strani, non sembra per ora prendere la strada di Valdagno Gustavo El Rulo Ferretti. L´attaccante, in forza questa stagione ai Biancoscudati Padova, pare infatti chiuso al centro dai riconfermatissimi Peluso e Gambino. Arrivasse pure Sottovia, con Roveretto all´esterno, il reparto offensivo dell´Alto sarebbe dunque al completo.Ripescaggi. Ripartirà dalla serie D, l´Altovicentino, ma la Lega Pro è sempre lì che strizza un occhio. Due le strade eventualmente praticabili: l´acquisizione del titolo sportivo dal Real Vicenza o il ripescaggio. Riguardo al primo, però, nessun contatto tra i due massimi dirigenti, Dalle Rive appunto e Lino Diquigiovanni. Di contro, un bagno di sangue il secondo, tra fideiussioni di 600mila euro, versamenti a fondo perduto di uguale importo per la creazione di un fondo di solidarietà per i calciatori rimasti disoccupati e la richiesta di un impianto a norma. Polisportiva? Per ora l´Altovicentino sembra più una policalciofila. In dirittura d´arrivo, infatti, l´accordo con il Carré Chiuppano di calcio a 5, neo promossa in A2. Sarà ufficializzato sabato, presente il responsabile di tutto il settore giovanile Paolo Baio. Il punto di sintesi fra le due esperienze? «I calciatori brasiliani e argentini insegneranno ai nostri ragazzi come si tratta il pallone».

Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) «Nessuna preclusione nei confronti del Pordenone, abbiamo solo applicato il regolamento». Il presidente della società cooperativa Piancavallo 1265, Piero Toffoli, che gestisce il locale impianto sportivo, interviene così sul caso sollevato dal Messaggero Veneto dopo l’intenzione manifestata dal club neroverde di rinunciare a svolgere il tradizionale ritiro pre-campionato (sarebbe stata la quarta stagione consecutiva) nella nota località montana. La vicenda è diventata di stretta attualità in queste ore, ma ha un “background” che risale ai mesi scorsi, quando un altro club, il Venezia, ha chiesto e ottenuto la disponibilità del campo di Piancavallo, proprio nello stesso periodo (l’ultima decade di luglio) che avrebbe interessato i ramarri. «Ad aprile – ha confermato Toffoli – abbiamo ricevuto la richiesta del Venezia di poter fruire della struttura per il ritiro estivo e non avendo avuto altre prenotazioni, abbiamo dato il nostro assenso di massima. Circa un mese dopo, ovvero a maggio, ci è pervenuta anche una richiesta di disponibilità da parte del Pordenone. Ma a quel punto, come vuole il regolamento, che è rimasto inalterato rispetto a quello adottato in precedenza dal Comune di Aviano, abbiamo dovuto rispondere che c’era già un’opzione in piedi e che pertanto, per un semplice motivo cronologico, avremmo dovuto dare al Venezia la priorità». Caso ha voluto che in questi ultimi giorni proprio il club lagunare, alle prese con alcune vicissitudini societarie, che potrebbero addirittura minarne l’iscrizione al prossimo torneo di Lega Pro, abbia disdettato quell’opzione, lasciando di fatto spazio all’accoglimento della richiesta del Pordenone, cui è stata comunicata la piena disponibilità dell’impianto. La società cittadina, però, nel frattempo aveva già preso in considerazioni strade differenti e pare intenzionata a percorrerle anche dopo la novità di queste ore. Tant’è che l’ipotesi al momento più probabile è che il ritiro dei ramarri stavolta si svolga in “casa”, al centro De Marchi, o comunque in una località diversa da Piancavallo. «Mi dispiace di questo intendimento – commenta Toffoli – e mi auguro che finchè ce ne sarà la possibilità, il Pordenone possa cambiare idea. Ma ribadisco che la questione è dipesa esclusivamente da una doverosa applicazione del regolamento». Un dietrofront è al momento inimmaginabile, ma in questa calda estate neroverde mai dire mai.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) È il giorno di Alessio Delpiano. Oggi il tecnico che ha accompagnato il Castiglione fino alla promozione in Lega Pro incontrerà i vertici della dirigenza aloisiana. Sul tavolo, ovviamente, il rinnovo per l’allenatore che in più di un’occasione ha ribadito la volontà di voler proseguire il rapporto con i rossoblù nonostante l’interesse di un paio di squadre di serie D (Seregno e Pergolettese su tutte): «Da parte mia sono molto fiducioso – afferma lo stesso Delpiano – e spero di trovare in poco tempo l’accordo con la società per partire con il nuovo progetto». Un progetto che Delpiano ha sposato in toto tanto da portarsi avanti con l’iter per il conseguimento del patentino da allenatore valido per la serie C. Il mister infatti ha chiuso proprio ieri la prima settimana di studio a Coverciano. Un lavoro che proseguirà fino a metà luglio: «Devo dire che è faticoso – ammette il mister – ma è anche molto interessante. C’è la possibilità di imparare tantissime cose e di confrontarsi con altri allenatori». Manca quindi il nero su bianco per il tecnico, mentre appare più scontata la conferma di Erminio Gizzarelli nel ruolo di direttore sportivo. Il dirigente bresciano non ha ancora definito con la società la sua posizione, ma in questi giorni ha già iniziato il lavoro per l’allestimento della nuova squadra. Anche per lui si tratta di un lavoro tosto, soprattutto in questa fase di mercato caratterizzata dai rinnovi e dall’osservazione delle fasi finali dei tornei Primavera e Berretti. Capitolo società. In questi giorni potrebbero venire a galla un paio di nuovi sponsor importanti che permetterebbero al club di Via Lonato di tirare il fiato e approcciare l’iscrizione alla Lega Pro con meno pressioni. Detto questo dalla stanza dei bottoni filtra ottimismo: il Castiglione non avrà un budget faraonico ma partirà regolarmente per la sua terza stagione nel professionismo.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) In cauda venenum, il veleno nella coda. Così potrebbe essere riassunto il finale notturno della riunione di mercoledì sera al ristorante Tre Re di Castellucchio, che già era stata poco entusiasmante quanto alle presenze di imprenditori mantovani pronti a sostenere la causa del presidente riconfermato Nicola Di Matteo, i soci mantovani e degli aspiranti soci di Sdl. Poco prima della mezzanotte, ampiamente fuori orario per le tempistiche dei giornali del terzo Millennio, dal clima di rassegnata solidarietà fra i protagonisti della vita dell’Acm si passava ad un’atmosfera da guerra totale, con Nicola Di Matteo pronto a sferrare un attacco feroce verso chi, a suo dire, lo ha di fatto estromesso dalla società: «Sono venuto – ha detto – questa sera ma il trattamento che i mantovani mi hanno riservato è lo stesso di quella sera contro la Pro Patria, quando a fine gara con andarono a incontrare a cena i bresciani senza avvisarmi. Stavolta sono in un angolino, non faccio polemiche, però ricordo che al Mantova io ho dato ben 600.000 euro». Comprensibilmente stupefatti, Musso e gli imprenditori bresciani lasciavano la sala; rabbiosa era la reazione di Gianbattista Tirelli, Giovanardi provava a nascondersi dietro uno dei muri della sala e Bompieri ribadiva le accuse del socio nel suo vernacolo più caliente: «Il fatto è che tu sei scappato – inveiva il vice all’indirizzo del presidente – il Mantova se ci riesce lo salviamo noi con gli amici bresciani. Tu non hai fatto altro» era il leit motiv delle accuse, mentre la sparuta presenza di industriali si eclissava era Di Matteo a far trascorrere una notte meno agitata del temuto ai suoi sodali: «Io me ne vado, ma tengo fede ai patti perchè la mia parola è una. Lunedì manderò una raccomandata con le mie dimissioni a far data dal 30 giugno, ma le mie quote passeranno di mano come promesso». Ieri pomeriggio Di Matteo ribadiva le ragioni della sua scelta: «Sono stato quasi spinto ad andare via dal comportamento dei soci mantovani, ero venuto per portare avanti un progetto che non è mai decollato. Auguro fortuna e successi alla nuova società, io quando sarà il momento cederò le quote. Ma è chiaro che sui conti non transigo, le cose devono avvenire in assoluta regolarità». I più sollevati dalla notizia erano i bresciani, con Sandro Musso che confermava la volontà di Sdl di accelerare al più presto l’intesa: «Il nostro piano – dice l’imprenditore – è stato illustrato da me e da Di Loreto, non faremo follie ma l’obiettivo lo abbiamo chiaro in mente e vogliamo raggiungerlo insieme ai soci mantovani e a chi vorrà lavorare in quest’impresa. Speriamo di raggiungere in breve tempo la firma per il passaggio delle quote, rispetto a qualche giorno fa siamo ancor più determinati a cominciare il lavoro». Dopo la consueta giornata di contatti febbrili fra le parti i soci mantovani si aggiornavano per una riunione da svolgersi nel pomeriggio di oggi, presumibilmente in sede, e nella quale stabilire (compatibilmente con la disponibilità del presidente Di Matteo e dei suoi delegati) la data dell’incontro che dovrà portare alla stipula dell’accordo per il passaggio delle quote. Da lì, ficcati davvero in un angolo i problemi che hanno fin qui contrassegnato la più lunga trattativa della storia del calcio biancorosso (che si avvia alla sua sedicesima settimana senza avere ancora raggiunto un punto fermo) sarà realmente possibile cominciare a lavorare per il futuro del Mantova 2015-2016. Anche perchè fra tredici giorni scade il termine per il pagamento degli stipendi di marzo e aprile (che superano i 430.000 euro) e il 30 dovranno essere versati i circa 200.000 euro che vanno all’Agenzia delle Entrate. Nel frattempo andrà anche cercato un allenatore e, se non è chieder troppo, bisognerà creare una squadra per provare a giocare a calcio.

Ore 17.50 – (La Provincia Pavese) Cinquantotto gol, quinto miglior bottino in assoluto della Lega Pro (solo 5 reti in meno del Foggia, primo), una batteria di giocatori offensivi che in molti club di categoria invidiano. Che cosa chiedere di più all’attacco del Pavia, certamente il punto di forza della stagione azzurra 2014-2015? Migliorare si può sempre, ma non è semplice quando si ha a disposizione gente come Ferretti, Cesarini, Soncin, Marchi e Cogliati. Eppure anche in questo reparto qualche intervento sul mercato si farà, pure in considerazione di eventuali trasferimenti degli attaccanti più appetibili sul mercato. Intanto i numeri suggeriscono che più di due terzi dei gol il Pavia li ha fatti in casa: 41 contro 17 in trasferta. E’ stata una squadra, dunque, che lontano dal Fortunati ha fatto un po’ più fatica a far valere il suo enorme potenziale offensivo, il che naturalmente può dipendere anche dall’atteggiamento complessivo. I numeri, dunque, dicono che Ferretti ha segnato 16 reti, tutte su azione, in 2.395 minuti giocati: oltre a essere il capocannoniere del girone A (con Bruno e Fishnaller, ma senza rigori), è anche quello che in rapporto ai minuti disputati ha segnato di più in tutta la Lega Pro, a parte Donnarumma del Teramo e Altinier dell’Ascoli. Ferretti ha segnato gran parte dei gol (13) in casa, e ha firmato anche 3 assist. E’ stata la migliore annata in assoluto per il bomber azzurro, quanto a realizzazioni. Così come lo è stata per Alessandro Cesarini, che con 11 reti (3 su rigore) ha toccato il record personale. A questo vanno aggiunti 9 assist e tanti rigori procurati. Delle 11 reti, Cesarini 6 le ha segnate fuori casa (con 3 rigori). Andrea Soncin, il capitano, di gol ne ha segnati 10 ma in realtà con una frequenza maggiore di Cesarini rispetto ai minuti giocati. Quattro gli assist e tre i gol fuori casa (uno su rigore). Anche a Mattia Marchi, come a Ferretti, il ritorno a Pavia ha fatto decisamente bene: 6 le reti messe e segno dall’attaccante romagnolo, di cui però 5 in maglia azzurra (pur a parità di minuti giocati in grigiorosso nella prima metà della stagione). Buona dunque la sua media, nonostante le poche partite giocate da titolare. Quattro i gol in casa e due quelli in trasferta. Infine Pietro Cogliati: 3 gol (tutti in casa) in 992’, ma con 4 assist e alcuni rigori procurati. Dunque numeri discreti, considerando anche che si tratta di un attaccante esterno. Proprio Cogliati, il cui contratto è in scadenza, rischia di non essere confermato nonostante che abbia fatto vedere dei numeri notevoli, sia pure a sprazzi, e una capacità di saltare l’uomo non comune. In definitiva, è difficile migliorare un reparto che è già di altissimo livello per la categoria. Sarebbe servita forse una maggiore capacità realizzativa nelle gare in trasferta (dove in generale il Pavia ha sofferto un po’) che avrebbe probabilmente permesso di incassare punti preziosi. Vittorie mancate che avrebbero potuto fare concludere l’annata in maniera ancora più positiva.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un’altra giornata di inutile attesa in casa Venezia. Nessun bonifico dalla Russia si è materializzato all’improvviso, anche se nessuno a dire il vero ci sperava dopo l’ultimo colloquio telefonico intercorso mercoledì tra il dg Dante Scibilia e un collaboratore del presidente Yuri Korablin. Le risposte evasive avute nella telefonata hanno gettato di nuovo un’ombra sul futuro di società e squadra. Soprattutto quelle relative alle questioni economiche, che sono poi quelle più urgenti. Lunedì il presidente Korablin si era impegnato annunciando il bonifico entro la fine della settimana, mentre mercoledì dalle parole del suo collaboratore si è capito che la somma non è ancora nelle disponibilità del presidente. «Stiamo vedendo come far arrivare i soldi, ora sentiamo i nostri soci», era stata nella sostanza la risposta, molto vaga, data dal collaboratore del patron arancioneroverde. Risposte che non possono non preoccupare la dirigenza arancioneroverde e l’intera piazza, visto che ormai mancano poco più di due settimane al termine per iscrivere la squadra al campionato. E ci sono le pendenze da saldare per presentarsi con i conti in ordine, a meno che non si accetti di incorrere in una penalizzazione. Ma se il presidente Korablin, che ha ribadito di voler andare avanti con il progetto, intende proseguire con una gestione ai minimi termini sul piano dell’investimento e sempre in bilico con scadenze e obblighi, si prospetta una stagione difficile. Prospettive che hanno già spinto Michele Serena ad accasarsi altrove (alla FeralpiSalò), ma che potrebbero indurre anche altri a fare scelte diverse. Lo stesso ds Ivone De Franceschi ha fatto intendere di essere in stand by: i rumors lo danno al Cittadella in caso di addio (probabile) del dg granata Stefano Marchetti. «Il mio contratto scade il 30 giugno – aveva detto nei giorni scorsi – lavoro per il Venezia, ma mi sto anche guardando intorno».

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Splende il sole, ma sul Venezia solo nuvoloni nerissimi, a meno di venti giorni dall’iscrizione alla Lega Pro. Korablin, che anche ieri non si è fatto vivo con Scibilia, ma in questo momento sono in pochi che scommetterebbero sulla presenza dell’FBC Unione Venezia, che ha lasciato cadere anche l’opzione sul ritiro estivo a Piancavallo. Intanto, il diesse Ivone De Franceschi è dato a Cittadella come possibile sostituto del dg Stefano Marchetti, in procinto di accasarsi al Carpi in serie A. VeneziaUnited. Tradizionale appuntamento di fine stagione, questa sera, per VeneziaUnited, in collaborazione con Volta-Pagina Centro Stampa: il Man of the Match dell’ultimo campionato è risultato il portiere Stefano Fortunato, già accasatosi all’Arezzo. La premiazione inizierà alle 18.30 nella sede di Volta-Pagina, in via Beccaria 6, a Marghera. Assieme a lui, VeneziaUnited premierà come Leone dell’Anno, Michele Serena. Il premio a Michele Serena, andato alla Feralpisalò, “vuole essere un ringraziamento doveroso a un figlio della nostra comunità che, prendendosi sulle spalle con grande umiltà il vessillo arancioneroverde, ha saputo esserne un fiero portabandiera in una stagione tribolata più fuori che in campo”.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Giorni roventi in casa Diquigiovanni. Rovente, non tanto la temperatura, ma il clima che si respira. Le scadenze incombono sul presidente biancorosso. L´ultima data utile per l´iscrizione alla Lega Pro è il 30 giugno. E l´unica strada che Diquigiovanni è disposto a percorrere per continuare la sua attività è quella che conduce a Treviso, o meglio al Tenni, dove il club vicentino vorrebbe trovare rifugio e calore, quel calore che il Menti non ha saputo dargli. Un cammino lungo e tortuoso, iniziato ormai un mese fa. Tante voci, l´accordo ormai era cosa fatta. Ma un imprevisto ha fatto sbandare il patron vicentino. Proprio all´entrata della città della Marca, il sindaco Manildo ha eretto un muro. Il primo cittadino trevigiano ha detto no al progetto di Diquigiovanni. Temporalmente, siamo agli ultimi giorni di maggio. Poi la conferenza stampa dell´imprenditore. E la presentazione del nuovo Acd Treviso, che hanno fatto presagire un nuovo percorso per la società biancorossa. Quello che puntava dritto alla chiusura. Ma Diquigiovanni non si è dato per vinto e negli ultimi giorni pare abbia trovato una scorciatoia che lo conduce dritto alla città della Marca. E Manildo, forse condizionato dalla netta spaccatura della sua gente tra chi è pronto ad accogliere il Real e chi non ne vuole sapere, sembra che un sentiero per Diquigiovanni l´abbia riaperto. Tra le file della società biancorossa è tornato un po´ di ottimismo. Ottimismo che non si può ancora definire realtà. Ci va cauta la figlia dell´imprenditore Barbara Diquigiovanni: «Qualche segno positivo lo abbiamo riscontrato, ma forse, anche per scaramanzia, non possiamo ancora parlare di qualcosa di tangibile. Noi abbiamo scadenze da rispettare e entro lunedì al massimo dobbiamo avere una risposta che sia definitiva». C´è ancora da aspettare qualche giorno, dunque, per capire la conclusione di questa telenovela che ha tenuto con il fiato sospeso. Continui colpi di scena, ma ora siamo giunti agli episodi finali. Sarà un happy ending per Diquigiovanni?

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In attesa di novità sul fronte societario, da ieri c’è almeno una certezza (quasi) granitica riguardo al futuro prossimo del Vicenza. E riguarda il ritiro estivo, che si svolgerà sì in Cadore ma non a Domegge. L’accordo con il Consorzio Cadore e Dolomiti e il club biancorosso per svolgere la preparazione estiva a San Vito, dove si sarebbe dovuta accasare la Salernitana, è stato raggiunto ieri. Nella scelta pare abbia svolto un ruolo determinante il timore di contatti tra tifoserie: il Padova, infatti, alloggerà nella vicina Pieve di Cadore più o meno nello stesso periodo riservato alle fatiche estive del Vicenza e alla fine si è deciso di evitare possibili incidenti. San Vito, infatti, dista una ventina di chilometri da Pieve, ben di più degli appena sei chilometri del tragitto Pieve-Domegge. Certo, il rischio di possibili contatti non è azzerato, ma quantomeno è stata trovata una soluzione che ridimensiona il pericolo scontri. Il Vicenza aveva visionato nelle passate settimane Nevegal e Domegge, senza tuttavia trovare un accordo con entrambe le destinazioni. In un caso il problema erano le strutture giudicate non adeguate alle esigenze, in un altro caso le complicazioni erano più di una. Ora è spuntata la soluzione giusta e definitiva, visto che San Vito offre tutte le strutture richieste e il cambio in corsa con la Salernitana è stato effettuato senza troppi problemi. Il club campano di Claudio Lotito, che avrebbe dovuto disputare pure un’amichevole col Padova nell’ultima settimana di luglio, a questo punto potrebbe virare su Sappada o sulla stessa Domegge. Se così sarà l’amichevole col Padova verrà confermata e potrebbe aggiungersene in carnet pure una seconda, proprio con il Vicenza.

Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La risposta di Pasquale Marino all’offerta del Vicenza calcio è arrivata ieri mattina, ma non è stata quella che la società berica e la tifoseria biancorossa speravano. Il tecnico di Marsala ha deciso di tornare ad allenare il Catania, una decisione maturata con qualche titubanza ma che probabilmente l’ormai ex allenatore del Vicenza aveva preso da alcuni giorni. L’addio alla maglia biancorossa e il saluto alla tifoseria, che l’ha acclamato per il lavoro svolto e per i risultati ottenuti, è arrivato tramite il profilo Facebook dello stesso Marino. «Spiegare è difficile — ha scritto il tecnico — dire grazie un po’ più semplice. Devo dirlo alla società Vicenza che ha creduto in me, mesi fa, incondizionatamente e questo non lo dimenticherò mai. Devo dirlo ai giocatori del Vicenza che hanno dato l’anima, e io con loro. Devo dirlo alla città di Vicenza, che non conoscevo, e adesso amo. Devo dirlo ai tifosi del Vicenza che l’ultima partita non ho salutato per “paura” di crollare ed emozionarmi». Un Marino che anche nei saluti conferma come la sua idea di lasciare Vicenza sia maturata tempo fa, e che le proposte della società berica che gli aveva confezionato su misura un ricco triennale l’abbiano solo fatto riflettere un po’. «Avevo deciso di lasciare dopo Vicenza-Pescara, dopo l’eliminazione, dopo l’amarezza — spiega Marino — e invece ho ascoltato le idee e le proposte di un gruppo di lavoro fantastico del Vicenza. Ho riflettuto, barcollato, pensato e ripensato. E credo che chiudere qui sia la cosa migliore, perché quello che abbiamo fatto è straordinario, è talmente bello che non voglio correre il rischio neanche per un solo istante di rovinarlo. Non so se è la cosa giusta, forse sarà quella sbagliata, ma ho deciso così. Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore. Adesso torno a casa». Marino quindi lascia: resta solo da capire se il Vicenza, essendo il tecnico di Marsala sotto contratto con la società biancorossa fino al giugno del 2016, chiederà una sorta di «indennizzo» al Catania per liberare l’ormai ex allenatore biancorosso, oppure se risolverà il contratto in maniera amichevole e consensuale. In ballo ci potrebbe essere la posizione del centrocampista Federico Moretti, al Vicenza in prestito con diritto di riscatto proprio dalla società siciliana, un giocatore che però Marino stima e che probabilmente vorrà avere a disposizione nell’organico rossoazzurro. Quello che è certo è che adesso il Vicenza deve trovare un altro allenatore con una prima lista di nomi che comprende Attilio Tesser, voluto fortemente da Sergio Cassingena ma che ha già raggiunto un accordo di massima con l’Avellino, l’ex allenatore dell’under 21 Devis Mangia e l’ex tecnico del Livorno Carmine Gautieri. Nelle ultime ore è stata valutata anche la posizione dell’ex allenatore del Cittadella, Claudio Foscarini, mentre sono in ascesa le azioni del tecnico del Bassano Antonino Asta che, qualora la società giallorossa non ottenesse la promozione in serie B, lascerà la compagine guidata dalla famiglia Rosso. Ma, dopo le dimissioni di Tiziano Cunico dalla carica di presidente, in via Schio c’è da trovare una soluzione anche a questo vuoto nell’organigramma societario. La candidatura di Alfredo Pastorelli, presidente di Vi.Fin, poteva essere la soluzione che accontenta tutti, ma il presidente di «La Colombo Finanziaria» pare orientato, almeno per il momento, a non assumere la massima carica della società biancorossa. L’alternativa, qualora Pastorelli confermasse la sua volontà di non accettare la carica di presidente — a conferma che la trattativa tra i vertici di Finalfa e i soci della Vi.Fin è ancora lontana da un’intesa che sia di comune gradimento — la si dovrà cercare all’interno del cda biancorosso, in cui l’attuale amministratore delegato Dario Cassingena e il consigliere Antonio Mandato potrebbero essere i primi candidati. Ma non è da escludere anche che la scelta cada sull’attuale vice presidente Gian Luigi Polato che per sei mesi, a cavallo tra il 2008 e il 2009, ha già ricoperto la massima carica della società. Ora non resta che aspettare per avere le risposte.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) A distanza di 24 ore dalle dimissioni l´ormai ex presidente Tiziano Cunico decide di rilasciare questa intervista che vuol essere un saluto, un film a ritroso di questa sua avventura biancorossa durata 12 anni. E forse c´è anche la necessità di qualche precisazione.Allora come si sta da ex?«Per ora sono gratificato dalle tantissime testimonianze d´affetto – racconta Tiziano Cunico – che ho ricevuto, e non solo dai tifosi, significa che a livello umano ho seminato bene e questo non è poco».In effetti, nel breve comunicato dove annunciava le dimissioni, in pratica ha ringraziato solo i tifosi.«Perchè ritengo che comunque il Vicenza non sia di chi rappresenta la proprietà ma appunto dei tifosi, quindi mi sono sentito in dovere di ringraziarli. Ciò non toglie che i miei saluti non vadano anche a tutti quei dirigenti che mi hanno permesso di vivere un´esperienza così bella anche se tra luci e ombre, di sicuro in questi due anni da presidente ho cercato di condurre la barca con umiltà e coerenza».Cosa non è andato in questi dodici anni?«Ho sempre pensato che questa società abbia vissuto troppi cambiamenti, troppe uscite e ritorni, e questo ha dato poca stabilità. Ecco, io mi sono preoccupato di essere invece un punto di riferimento e di equilibrio».Questa sua avventura biancorossa ha avuto varie fasi.«Sì, la prima è durata cinque anni quando sono stato consigliere e poi vicepresidente con la delega a Isola Vicentina che ho infatti diretto in tutti sensi, la seconda fase riguarda il mio allontanamento all´epoca della presidenza di Danilo Preto, in quell´occasione mi fu chiesto di dare le dimissioni e restai fuori dalla società per circa due anni e infine la terza dove all´inizio sono stato solo un consigliere e poi, quando andò via il presidente Massimo Masolo, gli subentrai».Qualche rammarico in particolare?«Due: quello di non essere riuscito a vendere al società e quello recente di non essere riuscito a regalare la promozione in serie A ai tifosi, sia chiaro avrei dato in ogni caso le dimissioni».Vendita società: come mai non ci è riuscito pur girando il mondo? Lei peraltro ha sempre negato che fossero i debiti lo scoglio maggiore.«Perchè in linea di massima si era trovato il modo di gestirli e infatti sia col gruppo svizzero che con l´arabo non sono stati lo scoglio, il fatto è che quando si cercava di chiudere pesava molto la situazione difficile del calcio italiano, insomma all´inizio c´era grande curiosità perchè magari mettevi sul piatto i due palloni d´oro, i tanti anni in A, ma poi quando prendevano informazioni sul movimento l´interesse scemava, con gli svizzeri è andata proprio così».Torniamo alle sue dimissioni, nel comunicato lei ha parlato dei suoi impegni di lavoro, ma era noto che da mesi con gli altri dirigenti eravate come separati in casa.«Che i miei impegni di lavoro siano tanti è vero. Detto ciò, per onestà devo ammettere che da quando si è deciso di non proseguire la trattativa araba, perchè si stava prolungando oltre i tempi prefissati, e si è partiti con l´opzione B, portata avanti direttamente da Sergio Cassingena, in contemporanea mi è stato chiesto di lasciare la delega alla vendita e da allora non ho quasi più avuto rapporti con gli altri dirigenti. Mi è stato fatto capire a chiare lettere, insomma che non rientravo nei piani futuri».Perchè non ha dato le dimissioni allora?«Ho valutato questa ipotesi, ma poi proprio per non creare confusione, così come rimasi quando uscimmo dai playoff per la serie B, ho deciso, pur masticando amaro, di restare per non rompere gli equilibri».Lei non è più presidente, esce anche dal c.d.a, ma ha pur sempre delle quote del Vicenza calcio, giusto?«Le mie quote sono all´interno del pacchetto che fa capo a Finalfa e le metto a disposizione del presidente Sergio Cassingena, insomma esco del tutto».Il momento più brutto di questi 12 anni?«Purtroppo sono tre a livello umano: l´incidente drammatico a Julio Gonzalez, la morte di Eugenio Bortolon a Parma, non si può perdere la vita per una partita di calcio e infine la morte di Piermario Morosini a cui ero legato da profondo affetto. Invece a livello sportivo, che conta meno, senza dubbio le retrocessioni.Momenti più belli?«Il primo campionato di Gregucci perchè con lui si è instaurato un rapporto molto bello, quindi la grande emozione dell´ultimo ripescaggio, eravamo dietro a tante società e poi cadevano una dietro l´altra, fino a momento in cui solo noi avevamo le carte in regola per essere ripescati, gioia pura infine questi playoff che ci hanno fatto sfiorare il grande sogno».Siamo ai saluti. Come vede il futuro del Vicenza?«Posso solo augurare ogni bene e spero che l´iniziativa di questi imprenditori che si sono avvicinati si faccia sempre più concreta, però i risultati raggiunti sul campo quest´anno devono essere il punto di partenza, così come sono convinto che Paolo Cristallini, che a mio avviso è stato ingiustamente criticato perchè ha sempre dovuto fare il mercato con meno di poco, riuscirà a fare bene anche quest´anno, per me oggi è uno dei migliori direttori sportivi che ci sono sulla piazza».

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Alla fine è andata come doveva andare: Pasquale Marino non è più l´allenatore del Vicenza. L´atto conclusivo del lungo addio del tecnico si è consumato nella mattinata di ieri. Marino ha salutato, ha ringraziato ed è salito su un aereo per la Sicilia. La destinazione finale è Catania: lì firmerà un contratto che lo legherà alla società etnea, intenzionata a ridare l´assalto alla serie A dopo le delusioni della stagione da poco conclusa. A nulla, quindi, sono serviti gli sforzi fatti dal Vicenza per convincere Marino a restare. Il club di via Schio, secondo quanto si è appreso, avrebbe proposto all´allenatore un contratto triennale e un´offerta economica superiore di alcune decine di migliaia di euro a quella che avrebbe presentato il Catania. Il Vicenza, poi, avrebbe fatto il possibile per supportare un progetto tecnico in linea con le aspettative di Marino.Il saluto. Ora vanno sistemati alcuni dettagli. Che poi tanto dettagli non sono: Marino deve rescindere il contratto che lo lega al Vicenza per un´altra stagione, il Catania a suo volta deve sciogliere il legame con Dario Marcolin, che ufficialmente è ancora l´allenatore rossoblu. Entrambe le cose si faranno, ma saranno necessari alcuni passaggi che potrebbero anche non essere così automatici. Nel frattempo Marino, entrato nel cuore dei tifosi biancorossi dopo un campionato comunque indimenticabile, ha affidato a Facebook il saluto a Vicenza e ai vicentini: «Spiegare – si legge nel suo profilo – è difficile. Dire grazie un po´ più semplice. Devo dirlo alla società Vicenza che ha creduto in me, mesi fa, incondizionatamente e questo non lo dimenticherò mai. Devo dirlo ai giocatori del Vicenza che hanno dato l´anima, e io con loro. Devo dirlo alla città di Vicenza, che non conoscevo, e adesso amo. Devo dirlo ai tifosi del Vicenza che l´ultima partita non ho salutato per “paura” di crollare ed emozionarmi. Avevo deciso di lasciare dopo Vicenza-Pescara, dopo l´eliminazione, dopo l´amarezza. E invece ho ascoltato le idee e le proposte di un gruppo di lavoro fantastico del Vicenza Calcio. Ho riflettuto, barcollato, pensato e ripensato. E credo che chiudere qui sia la cosa migliore, perché quello che abbiamo fatto è straordinario, è talmente bello che non voglio correre il rischio neanche per un solo istante di rovinarlo. Non so se è la cosa giusta, forse sarà sbagliato, ma ho deciso così. Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore. Adesso torno a casa. #forzalane».Il futuro. Ora il Vicenza deve trovare un allenatore. Chi sarà l´erede di Marino? Chi guiderà i biancorossi nel prossimo campionato? La situazione, al momento, appare decisamente fluida. La società di via Schio aveva puntato su Attilio Tesser, ma l´ex tecnico della Ternana andrà ad allenare l´Avellino. Circolano poi i nomi di Carmine Gautieri e Devis Mangia, ma nessuno di questi due profili sembra convincere in maniera completa la dirigenza di via Schio. Un´altra indiscrezione conduce a Tonino Asta, allenatore del Bassano. Il discorso, però, al momento è quasi inaffrontabile perchè il club giallorosso domenica giocherà la partita della vita con il Como e in riva al Brenta, giustamente, al momento si pensa solo a quello. Non va comunque trascurato il fatto che ad Asta ha fatto un pensierino anche il Novara. È girato anche il nome di Mimmo Di Carlo, ma non sembra proprio che la pista che porta all´ex biancorosso sia percorribile.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Oggi – “finalmente”, verrebbe da aggiungere – sapremo se le strade di Stefano Marchetti e del Cittadella si separeranno oppure no. Il presidente Andrea Gabrielli voleva un colloquio con il suo direttore generale, e ieri sera i due interessati hanno cenato assieme: «piatto» principale, il futuro di Marchetti. Quest’ultimo ieri era in sede a Cittadella, un’ordinaria giornata di lavoro, ma ha evitato qualsiasi commento o confronto con gli organi di stampa. C’è il massimo riserbo sulle sue intenzioni, con il Carpi – l’altro contendente nella vicenda – che deve a sua volta decidere il nome del successore del ds Giuntoli, «promesso» al Napoli che oggi dovrebbe annunciarlo ufficialmente. Bonacini, presidente del Carpi, spera ancora in un ripensamento dell’attuale dirigente, eventualità questa assai remota, ecco allora che la società emiliana da tre giorni sta sondando il terreno alla ricerca del successore. Oltre a Marchetti, che si è confrontato con Bonacini in un colloquio che ha lasciato «sensazioni positive», il Carpi ha sentito Sogliano e Perinetti, ma entrambi sembrano avere pretese non in linea con la politica societaria. Sullo stesso piano di Marchetti, o appena più staccato nelle preferenze, c’è Giancarlo Romairone, dirigente ex Spezia: per la poltrona dirigenziale del Carpi sono loro due in lista. Ma torniamo a Stefano Marchetti: cos’avrà detto ieri sera al presidente Gabrielli, che vuole annunciare il nome del direttore generale entro la settimana? La conferma di Marchetti era cosa fatta appena una settimana fa, stava già lavorando per programmare la prossima stagione sportiva, con la ripartenza dalla Lega Pro. Le ragioni del «lascio Cittadella» sono soprattutto due: il doppio salto di categoria, il Carpi è neo promosso in serie A, sarebbe una nuova, esaltante sfida per Marchetti, che di sicuro avrebbe anche un contratto economicamente più vantaggioso. Le ragioni del «resto a Cittadella» sono pure due: fare un «salto» in una nuova realtà che non si conosce potrebbe essere molto rischioso per il dirigente, poi Marchetti se in tutti questi anni avesse pensato al lato economico più che ad altro, avrebbe lasciato la piazza granata già da qualche anno. Resta o se ne va? Ancora qualche ora di attesa…

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto) Si sono incontrati ieri sera e l’incontro senza alcun dubbio avrà un effetto dirompente. In un senso o nell’altro. Fra Stefano Marchetti e Andrea Gabrielli il rapporto è sempre solido e la decisione del dg non troverà spiazzato l’imprenditore padovano. A ieri tutte le indicazioni raccolte propendevano per una fumata bianca più che possibile (ma non ancora certa) con il Carpi. Mentre Gabrielli e Marchetti, però, non hanno rilasciato dichiarazioni prima della cena serale, avvenuta secondo alcune fonti alla pizzeria Marechiaro di via borgo Treviso, a parlare è stato il vicepresidente Giancarlo Pavin. E non sono state parole di circostanza, nel senso che leggendo fra le righe si intuisce come l’addio di Marchetti sia un’eventualità assai concreta. «L’ho visto stamattina (ieri per chi legge, ndr ) e non aveva ancora deciso – spiega Pavin – entro la fine della settimana saprete tutto. Quello che dovrà dire lo dirà a Gabrielli quando si vedranno, ma se dovesse lasciare il Cittadella non si farà trovare impreparato. Se fossimo rimasti in B sarebbe stato più facile trattenerlo, adesso diventa tutto molto più difficile perché le possibilità che ha sono concrete. La scelta è sua, se dovesse rimanere vorrebbe dire che il Cittadella per lui è qualcosa di unico e insostituibile, ma ognuno di noi nella sua professione aspira al meglio. Mi pare logico e umano. Il sostituto eventuale? Come ho detto non ci faremo trovare impreparati, le soluzioni eventualmente ci sono. Non c’è solo un nome in ballo, più di qualcuno al momento è in standby in attesa che la cosa si chiarisca». Zocchi e De Franceschi sono fra i papabili, ma potrebbero spuntare altre soluzioni. E dalla scelta del ds dipenderanno a catena tutte le altre caselle. Allenatore, rosa, collaboratori. Dopo l’addio di Claudio Foscarini, dunque, la possibilità che saluti anche l’altro grande protagonista dell’epopea granata degli ultimi anni ci sono. E non sono mai state così concrete.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Aria di addio? Stefano Marchetti pare essere sempre più vicino all’accordo con il Carpi. Bonacini, presidente della società modenese neopromossa in Serie A, sta sondando anche altre piste, ma il nome del direttore generale granata risulta in pole position rispetto a quelli degli altri candidati Bonato (il quale nelle scorse ore ha lasciato il Sassuolo e potrebbe inserirsi nella corsa prepotentemente), Sogliano, Perinetti, Angelozzi e Romairone. Dopo il colloquio avuto con il patron emiliano mercoledì pomeriggio, ieri sera Marchetti ha incontrato Andrea Gabrielli in una pizzeria della zona. Bocche cucite al momento da parte dei diretti interessati, ma è chiaro che entro poche ore si saprà qualcosa di più. Sicuramente entro il fine settimana. Ne è convinto anche Giancarlo Pavin, che ieri mattina ha incrociato il d.g. nella sede della società. «Fossimo rimasti in Serie B, sarebbe stato un altro discorso, ma oggi non è così scontato che rimanga», ammette il vicepresidente. «È chiaro che Stefano è combattuto tra l’amore per questa società e la possibilità di lavorare in A. È un professionista molto stimato e le “sirene” ci sono. Quel che posso dire è che, se rimarrà, il Cittadella sarà ben contento di proseguire il suo cammino con lui. Se non sarà così, le persone in grado di inserirsi bene in questa società ci sono e non saremo presi alla sprovvista. Il presidente Gabrielli sa come muoversi e lo stesso Marchetti darà sicuramente una mano alla dirigenza per individuare il suo eventuale successore, che sarà una figura adatta a quella che è la realtà del Cittadella, con le caratteristiche morali e professionali che ci hanno sempre contraddistinto». Tra i candidati a prendere il suo posto, in prima fila al momento c’è Moreno Zocchi, amico di Marchetti, che avrebbe suggerito il suo nome a Gabrielli. Un’altra ipotesi porta invece a Ivone De Franceschi, oggi diesse all’Unione Venezia, il quale, raggiunto telefonicamente, smentisce di essere stato contattato. Va da sé che un divorzio con il direttore nativo di Fontaniva avrebbe probabilmente ripercussioni pure sui giocatori, a partire da quelli più quotati. È il caso, ad esempio, di Sgrigna, sotto contratto con il Cittadella per un altro anno e che si è detto pronto a rimanere anche in Lega Pro ma che è molto legato a Marchetti: senza di lui, che l’ha fortemente voluto sotto le Mura, è tutto da vedere se il fantasista romano, che piacerebbe al Padova, accetterà di rimanere. È un discorso che vale in misura simile per altri big della rosa della stagione appena conclusa, da Gerardi a Coralli, solo per restare al reparto avanzato. Di sicuro sarebbe comunque andato via Barreca, per rientrare al Torino, proprietario del suo cartellino, dove però difficilmente rimarrà: lo ha richiesto Stellone al Frosinone per completare la sua linea difensiva. Il nome di Claudio Foscarini è stato invece accostato nelle scorse ore al Modena, anche se è lo stesso ex tecnico granata a spiegare: «Sarei contento di andarci, ma non mi ha ancora contattato nessuno in maniera ufficiale».

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’appuntamento è al quartier generale della Diesel. Conferenza stampa molto attesa, quella del presidente del Bassano Stefano Rosso, che ha voluto caricare l’ambiente in vista della finale di ritorno in programma domenica al Mercante contro il Como. Un appello alla città e ai tifosi, perché sostengano la squadra: «L’idea — spiega Rosso — è quella di un appello alla città perché diventi ancor più giallorossa di quanto non lo sia già. Qualsiasi cosa che possa richiamare i nostri colori va bene, anche una bandiera dell’Asiago hockey domenica al Mercante. Abbiamo bisogno di tutti: i ragazzi se lo meritano, hanno fatto una stagione straordinaria». La sconfitta dell’andata a Como con due gol di scarto è stata una sorpresa per tutti. Solo contro il Venezia in campionato si era fatto così male. «Forse all’andata le assenze hanno pesato — riconosce Rosso — ma non è questo il reale motivo della sconfitta. Col Venezia forse abbiamo fatto ancora peggio, ma adesso dobbiamo pensare di andare avanti e abbiamo l’obbligo di crederci fino alla fine. Il calcio mi ha sempre stupito in mille maniere e, spesso, questa squadra quando sembrava spacciata ha tirato fuori il meglio di sé». E intanto Bassano sembra essersi risvegliata dopo anni di torpore. «Due anni fa quando annunciai il nostro disimpegno — sorride Rosso — sapevo che questa piazza avrebbe avuto e ha tuttora le potenzialità per decollare. C’è una società seria che ragiona in maniera aziendale, si va avanti con una linea comune e le pressioni non sono eccessive. Per questo siamo rimasti qui». Ci sono tante richieste per i giocatori più rappresentativi: Iocolano, Bizzotto, Grandi e Pietribiasi su tutti e ovviamente per Antonino Asta, che a fine stagione potrebbe anche lasciare. «Mi fa piacere che allenatore e giocatori siano richiesti — dice Rosso — vuol dire che è stato fatto un buon lavoro. I progetti che hanno successo sono quelli che vanno a lungo termine. Con Asta, indipendentemente da come finirà la stagione, i rapporti non si guasteranno: con lui la chiarezza non è mai mancata». E poi ancora, sui risultati: «Più che le dimensioni — sottolinea — contano le persone. Carpi e Frosinone dimostrano che se c’è un progetto fatto di piccoli passi si va lontano. E Chievo, Cittadella e Bassano dimostrano che si può proporre un modello di calcio diverso, il tempo dei mercenari sta finendo». E sul derby col Vicenza: «Mi sembra che non ce lo vogliano far fare – sorride – l’anno scorso li abbiamo battuti in Coppa Italia e poi li hanno ripescati…».

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Presidente Stefano Rosso, per rovesciare lo 0-2 di Como occorre domenica la partita perfetta…«Il risultato dell´andata è troppo punitivo, non è da noi prendere una rete come il secondo gol. Ad ogni modo raramente la nostra squadra ha fallito due partite di fila, questo è un gruppo speciale sia nel bene che nel male: possiede valori particolari e nelle difficoltà si esalta, mostrando di che pasta è fatto. Ho incontrato i giocatori, forse hanno ancora addosso qualche scoria di garauno ma stanno tramutando l´amarezza e la frustrazione in rabbia e determinazione per ribaltare il verdetto».Bassano sta rispondendo alla grande, lo stadio è praticamente esaurito un altra volta…«La risposta della gente è stata eccezionale una volta di più. Il Mercante strapieno, le code alle prevendite, è quello che abbiamo sempre inseguito. Ora più che mai possiamo dire che questa è la squadra della città. Anche nel club c´è una compagine societaria solida e forte, quattro nuovi partner sono entrati dall´inizio dell´anno e si sta lavorando per allargare ulteriormente la base degli investitori, ma siamo felici di questo percorso poiché ci rapportiamo con imprenditori che condividono la nostra stessa mentalità di fare azienda e questo ci gratifica enormemente. Non solo: pure con la municipalità si è instaurato un clima di collaborazione positiva e una chimica proficua che intendiamo implementare. Domenica sera, per dire, è in carnet una festa in piazza con la squadra, che si vinca o che si perda, perchè questa rimarrà un´annata memorabile».L´ambiente pare bello carico…«Lo è e spero che lo sia sempre di più. Chiedo a chi non verrà allo stadio di colorare Bassano di giallorosso in questi giorni, una sciarpa o una bandiera esposta nelle case o alle finestre, un qualunque vessillo coi nostri colori sulle auto, i motorini o le biciclette. Facciamo sentire ai ragazzi che li spingiamo a un exploit che avrebbe un sapore leggendario. Perchè vedete, noi, tutti noi, abbiamo vinto a prescindere da quello che accadrà dopodomani: ci siamo avvicinati al Bassano quasi vent´anni fa per evitare che sparisse il settore giovanile con una funzione prettamente sociale ed educativa con la formazione maggiore che era in Eccellenza. Ora siamo qui a giocarci la B con una percezione del Bassano sul territorio e all´interno della comunità che è totale. Questo è un epilogo comunque vincente che qualunque risultato col Como non potrà spostare. Io sono stato prima giocatore nel vivaio virtussino, quindi tifoso e ora presidente, son quasi trent´anni che ci sono dentro e vi assicuro che un´eccitazione simile non l´avevo mai avvertita, si respira un´energia unica che ci ripaga da qualunque sforzo».E lunedì cosa accadrà?«Indipendentemente dal ballottaggio promozione il nostro futuro è tracciato. Proseguiremo nella programmazione almeno a medio termine cercando di alzare sempre l´asticella degli obiettivi anche se non è semplice. Ma quella di Bassano è una realtà modello in un calcio altrove pieno di problematiche di ogni tipo. E in ogni caso, sia chiaro, non intendiamo minimamente continuare a recitare da mosca bianca in un mondo di caproni neri. Ora il nostro focus chiama il braccio di ferro col Como, ma dalla prossima settimana tuteleremo i nostri interessi ovunque facendo pesare la nostra situazione e una gestione da sempre sana, pulita e cristallina».E dire che un paio di anni fa eravate sul punto di mollare…«Poi i risultati galvanizzanti sul campo e l´entusiasmo tanto della gente che delle forze economiche e produttive, nonché di quelle istituzionali ci hanno fatto cambiare felicemente idea».Presidente, come finisce domenica?«Ci proviamo e ci crediamo. Abbiamo tutti i numeri per girare la corsa alla B. Proviamoci e crediamoci tutti».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Sono sempre più insistenti le voci relative a un ingresso di Stefano Zarattini nel San Paolo, tanto che oggi potrebbe esserci l’incontro decisivo davanti al notaio. Il patron della Luparense calcio a 5 sarebbe pronto a tuffarsi nel calcio a 11 rilevando la prima squadra sanpaolina, che è appena retrocessa in Eccellenza, e che andrebbe a giocare a San Martino di Lupari. Stando alle indiscrezioni Zarattini avrebbe già individuato il binomio al quale affidare il nuovo progetto tecnico: si tratta del direttore sportivo Alberto Briaschi, nell’ultimo scorcio di stagione al Thermal, e dell’allenatore Daniele Pasa, nell’ultima stagione al Montebelluna e con un passato nel Padova sia da giocatore e sia come vice allenatore di Dal Canto.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Il primo acquisto del mercato dell’Este (Serie D) sarà Matteo Mazzetto. Il colpo è ancora in canna, sia chiaro, ma il «pezzo da novanta» annunciato dal patron Renzo Lucchiari a margine della presentazione del nuovo allenatore Andrea Pagan dovrebbe essere proprio il centrocampista offensivo della Clodiense. Le conferme non mancano, e l’affare sarebbe già bello che fatto: Pagan così porterebbe via un “fedelissimo” alla sua ex squadra, con la quale Mazzetto (27 anni) ha disputato un’ottima stagione, impreziosita da 7 gol in 33 presenze. Il mediano ha già una bella carriera alle spalle: cresciuto nel Rovigo, squadra della sua città d’origine, Mazzetto ha concluso la trafila delle giovanili a Venezia e Padova, prima di esordire in Serie D con la maglia del Belluno nel 2007. L’approdo nei professionisti è arrivato l’anno successivo, a Lanciano, agli ordini di Eusebio Di Francesco, attuale tecnico del Sassuolo. Ha vestito poi le maglie di Potenza, Val Di Sangro, Vibonese (Lega Pro), Trento (Serie D) e Virtus Vecomp (ancora in Lega Pro). Il giocatore era già stato corteggiato dall’Este qualche anno fa, ma le offerte dai “pro” erano risultate (ovviamente) più allettanti. Stavolta la firma dovrebbe essere imminente. Nel frattempo, lo stesso Pagan sta iniziando i colloqui con i giocatori più rappresentativi dell’ultima gestione Zattarin: sembrano scontate le riconferme di Lorello e Lelj, mentre Rondon firmerà a breve con l’Altovicentino del patron Rino Dalle Rive, che pare stia preparando un vero e proprio blitz per assicurarsi un posto in Lega Pro. Una chiamata dalla terza serie l’aspetta pure Rubbo. In caso contrario resterebbe volentieri in giallorosso. Tra i giovani, dovrebbero essere riconfermati Turea, Mario, Scotton, Favaro e Coraini.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Nella definizione della rosa 2015-2016 il diesse si sta muovendo avendo come riferimento il modulo 4-2-3-1. Tenendo naturalmente conto dei fuoriquota under 21. «Noi puntiamo a tesserarne otto per accedere al massimo dei contributi. Oltre ai portieri, cerchiamo giovani che ricoprano il ruolo di difensori laterali, difensore centrale e centrocampista. Al 90 per cento non saranno inseriti nel reparto offensivo».  Discorso a parte per i giovani classe 1996, tra i quali in organico ci sono Pittarello, Busetto e Vanzato. «Dobbiamo ancora parlare con loro, ma rientrano come giovani di serie che possono essere contrattualizzati come addestramento tecnico, e non vanno nella lista dei 24 giocatori». Lo stesso vale per Bortot, classe 1997, ma in questo caso dipende da cosa deciderà di fare il Bassano che è proprietario del cartellino.

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Ho visto qualche giocatore interessante, ma non è facile ad arrivarci. È anche vero che in un calcio nel quale non ci sono soldi, il peso del Padova arriva già dalla piazza. E la serietà della nostra società è l’aspetto che può fare la differenza». Da oggi il direttore sportivo tornerà a lavorare sui biancoscudati in odore di conferma, ossia Petkovic, Cunico, Ilari, Petrilli, Aperi, Amirante e Dionisi. «Inizierò a prendere appuntamenti per un incontro. C’è già la loro disponibilità a rimanere, ma dobbiamo trovare l’accordo economico». Altro giocatore sul quale la società vorrebbe ancora puntare è Mazzocco, anche se in questo caso sarà decisivo capire gli sviluppi societari del Parma che ha il cartellino del centrocampista. «Noi abbiamo già detto al ragazzo che vorremmo tenerlo con noi, e lui sarebbe contento di rimanere». Restano in forse Niccolini, Thomassen, Segato e Zubin.

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Sono abituato a dire le cose in faccia alle persone e a non farlo pubblicamente, tanto più se sono nostri giocatori». Fabrizio De Poli replica così alle parole rilasciate da Nichele sul Gazzettino di ieri che sulla sua mancata conferma aveva dichiarato «la scelta tecnica ci sta, ma l’impressione sin dall’inizio era che qualcosa di me non andasse al diesse. Un mese e mezzo fa ero nella lista stilata con i giocatori confermati, poi è cambiato qualcosa». Proprio De Poli è rientrato ieri quasi all’alba con Parlato dalla due giorni in Liguria per seguire da vicino la Final Eight del campionato Primavera, e nel pomeriggio ha incontrato i cronisti all’Euganeo.

Ore 11.10 – Qui Piazza Cavour: in corso presso il ristorante PePen la presentazione di “Ho scoperto Del Piero”, libro di Alberto Facchinetti (Edizioni InContropiede) sulla storia di Vittorio Scantamburlo.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Controllo della gara e seconda rete al 16′: è bravo Busetto sulla sinistra a calibrare la palla per Faggin che colpisce al volo di potenza. Poi solo il caldo ha fiaccato la resistenza dei biancoscudati che hanno condotto in porto l’importante risultato che vale la finale di sabato alle ore 11 sempre sullo stesso terreno di Camaiore contro la vincitrice dell’altra semifinale tra San Cesareo e Scandicci ancora ferma sullo zero a zero. Da registrare che gli ospiti non hanno mai impegnato Vanzato. Questa la formazione del Padova: Vanzato, Bortot, Busetto, Fanelli (st 10’Giuliato), Mbengue, Canton, Babolin, Faggin (st 20’Mituku), Dovico (42’Callegari), Materazzo, Pittarello. In panchina: Bisogni, Militello, Kabbouri, Duru, Marcandella, Olivieri. All. Grandini.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Continua il momento magico della Biancoscudati Padova, dopo la vittoria della prima squadra in serie D ora anche lo scudetto del campionato nazionale juniores è a portata della società padovana. Al comunale di Camaiore la formazione di Grandini ha confermato la solidità del reparto difensivo che non subisce gol da cinque gare e poi cinicamente ha calato una doppietta ad inizio secondo tempo. Qualche occasione non limpida nella prima parte della gara con le squadre che si studiano a vicenda anche se la Biancoscudati Padova appare più solida e propositiva. Ad inizio ripresa la svolta con la prima rete al 2′: dopo un possesso palla continuato da destra a sinistra la sfera arriva a centro area a Materazzo che riesce a calciare di sinistro in mezzo a tre avversari e a superare il portiere brianzolo.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Si intitola «Ho scoperto Del Piero» il libro di Alberto Facchinetti (edizioni In contropiede) dedicato a Vittorio Scantamburlo, il talent scout biancoscudato che ha lanciato nel professionismo oltre settanta calciatori. Oggi alle 11 alla pizzeria Pepen la presentazione, alla presenza del protagonista, che da poco ha compiuto 85 anni e che mercoledì era presente alla festa del settore giovanile del Padova, e di alcuni ex calciatori. La prefazione è stata scritta dallo stesso Del Piero che, nel ricordare il giorno in cui Scantamburlo lo ha visionato a San Vendemiano nel 1987, aggiunge: «In tanti campi di provincia ci sono giovani che aspettano l’occasione che ho avuto io. Non tutti potranno fare la stessa strada, ma sarebbe bello che Vittorio Scantamburlo fosse preso come esempio da tanti, perché farebbe bene al calcio e a chi lo ama».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Quanto ai nuovi innesti, i nomi di “peso” circolano ormai nell’ambiente da diversi giorni. Pietro Arcidiacono e Neto Pereira sono gli obiettivi numero uno per il reparto avanzato, mentre per la difesa il primo nome della lista di De Poli è il brasiliano Markus Diniz (svincolato, ex Lecce). A centrocampo piace Carlo De Risio, classe ’91, di proprietà del Benevento. Riconoscimenti. «La cosa importante, in un mercato nel quale ci sono tantissimi giocatori ma pochissimi soldi, è che il nome del Padova è ancora uno dei più appetiti in giro», conclude De Poli, raccontando i giorni di spedizione in Liguria. «Moltissimi procuratori ci hanno avvicinato: Padova, soprattutto per l’importanza della piazza, parte avvantaggiata rispetto a molte altre squadre». Intanto, questa sera ai Lidi di Camaiore il neo-biancoscudato Alessandro Favaro, in arrivo dalla Sacilese, verrà premiato dalla Lega Dilettanti come il miglior portiere dell’intera Serie D appena conclusa.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Noi seguiremo la linea che ci permetterà di avere l’intero contributo», spiega De Poli. «Tessereremo 8 giocatori giovani, con la possibilità comunque di farne giocare altri se nati dal 1996 in su, in quanto “giovani di serie”. In linea di massima, è probabile che i giovani siano ripartiti tra i ruoli di difesa e centrocampo, mentre in attacco vorremmo affidarci ad elementi esperti». Considerato che i due portieri, Favaro e Petkovic, rientrano nella categoria under, ne rimangono altri sei da piazzare in altri ruoli: quattro terzini (due per corsia, uno potrebbe essere Bortot) e due centrocampisti. «E poi vedremo anche come muoverci con Busetto, Vanzato e Pittarello: essendo tutti ’96, possiamo tenerli e farli giocare senza la necessità di inserirli in lista, dovremo decidere anche con loro cosa fare». Infine, il “nodo” Mazzocco: «Abbiamo comunicato al procuratore che vorremmo tenerlo, e ci è stato risposto che il ragazzo rimane ben volentieri. Ora resta da capire cosa succederà a Parma».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «A tutti e sette, in via informale, abbiamo riferito che è nostra intenzione confermarli: sappiamo che anche da parte loro c’è la volontà di rimanere, ma adesso dovremo sederci attorno ad un tavolo e trovare per ognuno l’accordo economico». In linea di massima, è ipotizzabile che molti di questi firmeranno un contratto di una sola stagione, al massimo con opzione per la successiva. Ma non ci sono solo questi con cui discutere: Nicola Segato, Dan Thomassen, Daniel Niccolini ed Emil Zubin potrebbero rientrare comunque nel progetto, anche se società e allenatore stanno ancora valutando il da farsi nei loro confronti. La strategia. Successivamente, archiviata la pratica dei rinnovi, arriverà luglio e con esso la possibilità di sottoscrivere i contratti veri e propri e di acquisire giocatori da altre società. Due giorni fa, con un apposito comunicato, la Lega Pro ha ufficializzato quanto si era ipotizzato nelle scorse settimane: ogni squadra dovrà comporre una rosa di massimo 24 giocatori, e nel caso voglia ricevere i contributi di Lega dovrà avere tra questi almeno da 5 a 8 (o più) giocatori under 21.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Non ho parlato ancora con nessuno, ma da domattina (oggi, ndr) comincerò seriamente i giri di telefonate tra giocatori e procuratori. Innanzitutto, partirò dagli agenti di chi nelle nostre intenzioni sarà riconfermato». Archiviata la due-giorni in Liguria, nel corso della quale ha avuto modo di seguire insieme a mister Carmine Parlato le migliori formazioni Primavera italiane impegnate nelle finali scudetto, il direttore sportivo del Padova Fabrizio De Poli è tornato ieri al lavoro in sede, all’Euganeo. Da questa mattina i cellulari cominceranno a squillare sul serio: sul tavolo ci sono le proposte di contratto per i 7 biancoscudati in odore di riconferma, gli appuntamenti da prendere per i colloqui con gli altri 4 sui quali si sta ancora ragionando, oltre, ovviamente, gli obiettivi di mercato in entrata. Primi passi. Il ds contatterà i procuratori dei primi sette, quelli sui quali la società ritiene a tutti gli effetti di dover puntare anche nella prossima stagione: Marco Cunico, Nicola Petrilli, Marco Ilari, Salvatore Amirante, Sebastiano Aperi, Lazar Petkovic e Matteo Dionisi.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «La sua presenza ci ha fatto onore e ci ha portato fortuna», ha esultato a fine gara il tecnico Gualtiero Grandini. «Siamo contenti, abbiamo meritato questa finale e adesso ci giochiamo il tutto per tutto». L’allenatore ha fatto i conti anche con un po’ di stanchezza dei suoi, risparmiando qualcuno non al top. «Giunti a questo punto della stagione, dobbiamo preservare le energie e adesso abbiamo meno di 48 ore per prepararci. Manca sono l’ultimo sforzo, sarebbe un peccato, come si suol dire, arrivare a Roma e non vedere il Papa. In ogni caso siamo orgogliosi di quanto fatto. Ad inizio stagione non si pensava che potessimo vincere nemmeno il girone e adesso siamo in finale nazionale». Padova: Vanzato, Bortot, Busetto, Fanelli (30’ st Giuliato), Mbengue, Canton, Babolin, Faggin (20’ st Mituku), Dovico, Matterazzo, Pittarello. A disposizione: Bisogni, Militello, Kabbouri, Callegari, Duru, Marcandella, Olivieri. Allenatore: Grandini. Reti: 2′ st Matterazzo, 16′ st Faggin.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ad un passo dal sogno. La Juniores biancoscudata batte 2-0 il Seregno nella semifinale scudetto e si qualifica per la finalissima, in programma domani alle 11, a Camaiore, contro il San Cesareo, che ha battuto ai rigori lo Scandicci nell’altra semifinale. Sembra inarrestabile il cammino dei ragazzi di Grandini, che hanno piegato meritatamente e senza soffrire troppo, la formazione lombarda, una delle più accreditate alla vittoria finale, dopo aver chiuso il proprio girone con 22 successi, 4 pareggi e 0 sconfitte. Il Padova, però, si è dimostrato più forte e ancora una volta ha mantenuto la porta inviolata. Dopo un primo tempo equilibrato, i Biancoscudati si sono imposti nella ripresa, andando a segno già dopo 2’ grazie a Matterazzo, abile a concludere a rete dopo una mischia. Il raddoppio è arrivato al 16′ con Faggin, che ha battuto il portiere con un tiro di prima intenzione da centroarea. Il tutto per la gioia del presidente Bergamin, che, come promesso, ha raggiunto lo stadio di Camaiore e tornerà anche domani, molto probabilmente con i soci Bonetto e Poliero, per la finalissima.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Da Varese, intanto, arrivano segnali di disgelo con Neto Pereira e Zecchin . Il capitano è stato convocato in sede la prossima settimana e potrebbe anche restare, soprattutto se la società dovesse confermare di aver risolto i propri problemi. Stesso discorso per Zecchin, che però ha la facoltà di rescindere dal contratto in essere col club lombardo in caso di retrocessione. Gli altri nomi in ballo sono i soliti: difficile Diniz (Lecce), da valutare più avanti Genevier , Giannone e Troiano , sempre caldo De Risio (Benevento), possibile Fabiano (Martina), in canna Arcidiacono , il cui entourage spinge per Padova nonostante le offerte ricevute e il pressing del Matera, possibile Bizzotto (Bassano), difficile Iocolano (Bassano). Infine Sgrigna : se Marchetti lascerà Cittadella, le possibilità che il fantasista romano lasci la città murata per prendere la direzione di Padova si impennano. Non resta che attendere, senza trascurare la pista Erpen , che piace sia dal punto di vista tecnico che umano.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Per loro vale un discorso a parte — evidenzia il ds — perché i 1996 sono considerati “giovani di serie” e quindi possono essere precontrattualizzati come “addestramento tecnico” così da averli a disposizione pur non risultando tra i 24 della rosa». De Poli ha fatto il punto anche sull’attuale rosa, confermando che la posizione di Emil Zubin è ancora da valutare, così come quelle di Niccolini , Thomassen e Segato . Quanto a Zubin , Carmine Parlato vorrebbe tenerlo, la società era di altro avviso ma per andare incontro alle richieste dell’allenatore ha offerto al centravanti il minimo federale più bonus legati a gol e presenze. Zubin in linea di massima ha detto di sì, tenendo però una porta aperta in caso di arrivo di offerte più allettanti, economicamente o tecnicamente. E una prima offerta da Trieste è arrivata. Un’operazione che potrebbe, a certe condizioni e con certe garanzie, anche andare a segno. Zubin è originario di Capodistria e la prospettiva di tornare vicino a casa non lo lascia indifferente, al di là delle dichiarazioni ufficiali che vanno in senso opposto. Insomma, Padova sì, ma solo se la concorrenza non gli recapita una proposta più allettante.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il ritorno dal viaggio in Liguria del duo De Poli-Parlato per le finali Primavera porta con sé una serie di indicazioni importanti sul mercato del Padova. Che viaggia di pari passo fra necessità di irrobustire la rosa e, nel contempo, di acquistare otto giovani. A questo proposito arrivano anche le prime notizie sui baby innesti. Il ds Fabrizio De Poli ha messo gli occhi su due ragazzi della Primavera del Verona: il primo è un nome già trattato nello scorso inverno, ossia Enrico Bearzotti , esterno classe 1996 con un passato nel Pordenone. Il secondo è una new entry assoluta e si tratta di Alberto Tentardini , classe 1996, che può essere impiegato come esterno sinistro basso, oppure sempre come esterno nel 3-5-2. Per entrambi De Poli approfondirà il discorso a stretto giro di posta, per entrambi ci sono buone possibilità di arrivare alla fumata bianca. Sempre sul fronte giovani, De Poli ha parlato di Busetto , Vanzato e Pittarello.

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 11 giugno: gli Juniores Nazionali biancoscudati battono 2-0 il Seregno e volano in finale della poule scudetto, dove affronteranno il San Cesareo.




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