Vicenza, Pastorelli chiede di spalmare l’Iva dovuta allo stato in 20 anni

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Questo l’articolo pubblicato oggi sul Giornale di Vicenza in cui si appoggia e, anzi, si loda, la richiesta di Alfredo Pastorelli, presidente di Vi.Fin, la finanziaria che supporta il Vicenza, di spalmare l’Iva dovuta allo stato in 20 anni

 

“Alfredo Pastorelli (foto Giornale di Vicenza), presidente di Vi. Fin, la finanziaria che supporta il Vicenza, chiede di poter spalmare l´Iva su un periodo di 20 anni. Ragionamento di comodo? Neanche per idea. Percorso imprenditoriale sensato, piuttosto. Perchè il calcio professionistico, mai dimenticarlo, se non vuole soffocarsi con le sue stesse mani deve seguire le regole delle altre imprese. Si sta parlando di Spa, mica di gruppi di amici che nel tempo libero condividono una passione. Cominciamo – solo per fare un esempio – da un dato di Equitalia del luglio dell´anno scorso, quando si parlava di boom di rateizzazioni: 156 mila richieste in trenta giorni, con una media settimanale pari a circa il doppio di quella dei primi sei mesi dell´anno. All´epoca erano attive 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi. Il 76,9% delle rateizzazioni riguardava persone fisiche, mentre il restante 23,1% società e partite Iva. Questa è vita normale, queste sono storie di tutti i giorni. Ma il calcio… Nossignori, il calcio non è un´altra cosa. L´esempio degli esempi? La Lazio di Claudio Lotito, che a suo tempo trovò un accordo senza precedenti per far fronte al suo debito fiscale: 140 milioni di euro da pagare in 23 anni inclusi gli interessi. Ecco, a fronte di tutto questo cosa volete che sia la proposta di Pastorelli, presentata ieri in anteprima sulle pagine del nostro giornale? Riassumiamo. L´Iva pagata dal Vicenza è di circa 1 milione e 800mila l´euro l´anno, divisa in rate di circa 450mila euro da pagarsi ogni tre mesi. Tutto questo dovrebbe durare per cinque anni e la proposta di Pastorelli è di estendere il periodo a vent´anni, in modo da ridurre il costo dell´Iva a circa 400mila euro l´anno. È così sbagliato pensare a liberare delle risorse che potrebbero essere particolarmente utili, per la gestione sportiva e non solo? No, davvero, comunque la si pensi su questa società e sul calcio in generale. Non va dimenticato, del resto, che quando la Fiorentina fu costretta a chiudere e a ripartire dalla C2 i crediti vantati dall´erario e dagli enti previdenziali ammontavano ad oltre 20 milioni. Certo, in quel crac le problematiche erano ben altre e le situazioni non sono neanche lontanamente paragonabili. Ma la memoria, si sa, aiuta ad essere elastici. E viceversa”.




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