Live 24! Padova, cda con sorpresa: quattro giocatori a Piazzola, tra loro Altinier

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «La Sacilese era in difficoltà e io conoscevo imprenditori croati che volevano entrare nel calcio triveneto». Così Maurizio Mazzarella dopo il comunicato della Sacilese che restituiva (o semplicemente lasciava) la gestione delle cose sportive biancorosse a Denis Fiorin. «Un’operazione – vuole sottolineare l’avvocato – senza nessun vantaggio economico per il sottoscritto». Ora può succedere che proprio l’ideatore resti escluso. Succederà se i croati e Presotto-Nadal il 23 luglio, data del prossimo incontro, inizieranno «la possibile forma di collaborazione» indicata nel comunicato stampa. «Forse potranno trovare un accordo economico, ma personalmente – storce la bocca Mazzarella – penso che non se ne farà nulla. In ogni caso, essendo un’operazione al di fuori delle cose di calcio, non riscuoterebbe il mio interesse. Sarei comunque contento di avere aiutato Presoto e Nadal e di aver fatto loro capire la società può essere gestita a costi nettamente inferiori a quelli delle passate stagioni. Io – rivela l’avvocato – inizialmente avevo pensato a una squadra con Rossitto in panca e, fra gli altri, Fissore, Faloppa e Maccan in campo, un paio di buoni centrocampisti e tanti giovani da lanciare». E se dovesse risutare inutile anche l’ultimo incontro? «Potrei “dirottare” gli amici croati altrove – risponde Mazzarella -. Durante l’ultima visita li ho portati a vedere lo stadio Tognon di Fontanafredda e ne sono rimasti affascinati».

Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’avevamo scritto: lui sa qualcosa che gli altri, evidentemente, non sanno. Lui è Denis Fiorin, che anche nel momento più caldo della trattativa fra Presotto-Nadal e i croati di Mazzarella, dal Canada dove si trova in vacanza, aveva postato su Facebook: «Leggo divertito le ultime notizie riguardanti la Sacilese. Tante parole per descrivere il futuro di questa società che male si adattano a una famiglia, a un gruppo di lavoro, ad atleti che più che a parlare pensano a fare, spesso in silenzio, al di là di tutto e al di sopra delle chiacchiere. State pronti per la prossima stagione – conclude Fiorin – e sempre forza Sacilese». Quel qualcosa è prima di tutto il rapporto che c’è fra Gianpaolo Presotto e il ds, quasi un figlio adottivo. Ma è anche il modo in genere che la coppia Presotto-Nadal ha di gestire la Sacilese, considerata la loro famiglia allargata. Cuore e testa, mix micidiale che disorienta l’interlocutore dall’altra parte del tavolo delle trattative. RINVIO – «Le parti hanno deciso di reincontrarsi nelle prossime settimane, al fine di consentire ai rispettivi professionisti incaricati di definire una possibile forma di collaborazione. Nell’attesa, la società rimane saldamente nelle mani della famiglia Presotto, che ha già provveduto all’iscrizione della prima squadra al campionato di serie D 2015-16 e che nei prossimi giorni si attiverà per la composizione della rosa e del relativo staff tecnico». Così si legge nel comunicato ufficiale dell’ufficio stampa della Sacilese datato 9 luglio. In altre parole: la trattativa è ancora in piedi, ma la squadra la facciamo noi. Anzi, Fiorin. Il ds ha già «ingaggiato» Bisioli, che come avevamo segnalato si aggirava per uffici e spogliatoi del XXV Aprile proprio mentre era in corso l’ultima (in ordine di tempo) sessione della trattativa, e ha già «fermato» i giocatori chiave della ricostruzione post Zirolandia. VELENI – Dal comunicato in poi nessun post di Fiorin su Fb. Prima ds e avvocato si erano scambiati frecciate al curaro attraverso i mezzi stampa. L’avvocato aveva definito Fiorin «bravino, ma pur sempre un dipendente, non un interlocutore». Fiorin aveva risposto ricordando i suoi trascorsi: «due terzi posti, gli allenatori lanciati, i giocatori ceduti ai professionisti, i tornei vinti». Dopo il comunicato solo silenzio da Fiorin. Perché rischiare di compromettere tutto con un commento sbagliato? D’altra parte però non è immaginabile che Maurizio Mazzarella possa accettare di non avere voce nella politica societaria e soprattutto nella composizione della prima squadra? Infatti l’avvocato sembra considerare la trattativa chiusa. Almeno con lui come intermediario. SITUAZIONE – La proposta iniziale dei croati prevedeva l’acquisizione del 50% delle quote della società, con la gestione del settore giovanile ancora in mano a Presotto-Nadal. Nel secondo l’attuale proprietà avrebbe proposto la cessione dell’intero pacchetto, mantenendo però ugualmente la supervisione del vivaio, grazie a una sponsorizzazione. Nell’ultimo si sarebbe invece parlato di una sorta di collaborazione economica, da definire, con l’attuale proprietà che dovrebbe comunque rimanere con i suoi uomini a gestire il tutto. Questa è comunque una ricostruzione semplificata della trattativa basata su mezze parole pronunciate da una sola delle due parti, quella guidata da Mazzarella. Presotto e Nadal si sono limitati a confermare i colloqui e a definire «seria» la controparte, prima di affidare il loro pensiero ufficiale al comunicato riportato. Cosa succederà ora? Intanto Presotto ha iscritto la squdra alla Lega D. Fiorin rientrerà questa settimana e finalizzerà le operazioni di mercato. Il 23 luglio le parti dovrebbero incontrarsi di nuovo. Con Mazzarella o senza? Sarebbe un colpaccio se il cuore di Presotto e le capacità manageriali di Lidia Nadal ottenessero il massimo (collaborazione economica croata), sacrificando il minimo (gestione a Fiorin). Senza il «disturbo» dell’avvocato.

Ore 22.00 – (Messaggero Veneto) Il primo atto della nuova stagione è stato completato. Tutte le squadre della Destra Tagliamento si sono regolarmente iscritte alla serie D. Sacilese, Fontanafredda e Tamai hanno adempiuto senza problemi agli oneri relativi alla formalizzazione dell’iscrizione, con tanto di versamento dei 50 mila euro necessari fra tassa e fideiussione. Intanto, a tenere banco sono principalmente la vicende relative alla cessione della Sacilese alla cordata di imprenditori croati di cui tanto si è parlato. Qui Sacilese. Nulla di fatto nell’incontro di giovedì sera fra le parti: l’attuale proprietà, presieduta da Gian Paolo Presotto, e i potenziali acquirenti, rappresentati dall’avvocato pordenonese Maurizio Mazzarella, si sono concessi dell’altro tempo per riflettere, nonché per consentire a chi di mestiere di esaminare gli incartamenti relativi alla pratica di cessione. Nessuno, da ambo le parti, si è sbilanciato, ma le sensazioni emerse sono state marcate da un discreto ottimismo. In una nota, tuttavia, l’attuale dirigenza ha fatto sapere che provvederà essa stessa all’allestimento dello staff tecnico e del parco giocatori, indipendentemente da quelli che saranno gli sviluppi successivi. In altre parole, sarà ancora il ds Denis Fiorin a occuparsene, malgrado il suo ruolo sia sempre più messo in dubbio alla luce della cessione. Tornando alla rosa, quello biancorosso sarà senz’altro un team giovane, con qualche leader per assicurare l’amalgama adeguata a un campionato perlomeno tranquillo. In difesa, sarebbero vicini Giacomini (’90), ex Sanvitese e Tamai, nonché Canzian (’91), ai box per infortunio, fino a tre anni fa alla Spal in C1. A centrocampo, poi, si valuta l’ingaggio di Stentardo (’84) del Treviso, mentre il nome caldo per l’attacco è Cacurio (’88), proveniente dal Thermal Abano. In uscita, sempre più forti le voci che vedono Beccaro (’89) lontano da Sacile. Infine la panchina, dove calano vistosamente le quotazioni di Fabio Rossitto in favore di Luca Lugnan: è l’ex tecnico degli allievi dell’Ancona, ora, a contendere il ballottaggio con il favoritissimo Vinicio Bisioli (ex Abano). Qui Tamai. Le “furie rosse” hanno pressoché messo a posto la casella dei fuoriquota, assicurandosi le prestazioni dei due classe ’97 Bignucolo e Concas, rispettivamente, un difensore e un centrocampista, reduci da un’ottima stagione con le Berretti di Pordenone e Spal. Nelle ultime ore pare essersi concretizzata anche l’operazione Diaw (’92): l’ex punta della Virtus Corno sarebbe il rincalzo pressoché definitivo per l’attacco, orfano delle partenze di Zambon (’88, al Fontanafredda) e di Furlan (’86, al Lia Piave): vinta, così, la concorrenza di Ufm e Fontanafredda. Qui Fontanafredda. Sfumato l’affare Diaw, i rossoneri non sono certo rimasti a guardare. Nessun’operazione in entrata, negli ultimi sette giorni, i veri colpi sono le conferme di De Martin, Zorzetto e quell’Alcantara che tanto piaceva nientemeno che all’Altovicentino. All’appello ora mancano un attaccante e un difensore. In uscita Facca (’95) e Rosa Gastaldo (’93), che restano al Cordenons e alla Sanvitese, mentre manca solo la firma del giocatore per il passaggio di Cao al Sesto.

Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Primi? Perché no. Nicola Calcagnotto non è tornato a Belluno per partecipare. È tornato per vincere. Che la società non possa permettersi una Lega Pro non lo mette in dubbio, ne è cosciente e non sogna oltre ciò che è lecito. Ma vincere si può sempre vincere. Così, a poco più di una settimana dal raduno e dall’inizio della sua seconda volta in gialloblù, il centrale di Roberto Vecchiato prepara le valige infilandoci dentro un anno di esperienza in più, avvisa i compagni e insieme allo zaino si carica in spalle senza alcun timore l’eredità di un certo Ivan Merli Sala. «Il Belluno ha indubbiamente perso un gran giocatore e io sono qui per sostituirlo – assicura Calcagnotto -. Responsabilità? Ci sono, indubbiamente, ma non mi spaventano di certo anche perché potrò contare su un reparto che mi sembra già solido e sull’avere al mio fianco un compagno prezioso come Sommacal. Possiamo fare bene, molto bene». Cosa non ha funzionato in Lega Pro? «È stata una stagione sfortunata. Per me e per come è andata a finire la società. Avevo tre anni di contratto, quindi più possibilità di giocarmi la categoria, ma a un tratto le cose sono cambiate e il resto è storia. Una cosa è certa, tra i professionisti conto di tornarci, anche se so che con il Belluno è difficile. Ne riparleremo a fine campionato». L’obiettivo ancora una volta sarà migliorarsi, sapendo che la Lega Pro oggi non fa per il Belluno. O meglio non fa per le sue casse. «Chiaro. Significa che dovremo fare almeno 60 punti, che sono tanti ma è ciò a cui dobbiamo puntare. Per quanto riguarda la Lega Pro sappiamo quale sia la realtà dei fatti, ma ci sono sempre i playoff e l’alta classifica». Economie a parte, credi il Belluno potrebbe farcela? «A vincere il campionato? Perché no. Mi sembra che un colosso come poteva essere l’anno scorso il Padova non ci sia più, dunque perché non puntare al primo posto? Certo, ci sarà un Altovicentino che si preannuncia tosto e anche la Triestina credo sarà molto pericolosa, ma il Belluno ha dalla sua un gruppo coeso, in larga parte confermato (a parte Merli e Radrezza) e indubbiamente forte. Dunque guardiamo in casa nostra e vedrete che potremo giocarcela con chiunque, togliendoci grosse soddisfazioni». Quando è nata la possibilità di tornare? «In primavera, ma sapendo che prima bisognava capire come sarebbe andata a finire con il Real Vicenza». Ti hanno cercato anche altre società? «Sì. Noale, Campodarsego, Abano, Montebelluna, Triestina… Ma non ho mai avuto dubbi, nemmeno uno: in serie D la mia scelta era il Belluno. Una società seria, in cui si sta bene e ambiziosa». Come è stata l’accoglienza? «Ottima. Mister, ds e presidente mi hanno detto che sono felici di riavermi. E anche che dovrò ripetere quanto fatto la prima volta, se non migliorarmi. Poi ho sentito Mosca, Masoch, il Cobra… Tutti felici di rivedermi». Corbanese lo conosci già, ma Acampora? «No, ma l’ho marcato proprio con la maglia del Belluno. Mi dicono essere forte. In quanto al Cobra parlano i numeri: è uno dei migliori attaccanti della serie D». Cosa porti con te? «Un anno in cui sono cresciuto molto, giocando con giocatori esperti che hanno giocato a ottimi livelli. Le motivazioni invece sono le stesse identiche di due estati fa, quando arrivai la prima volta. D’altronde quando me ne andai lo dissi: questo non è un addio, è un arrivederci».

Ore 21.10 – (Alto Adige) Tra pochi giorni (giovedì è previsto il raduno in sede) l’Alto Adige darà il via alla propria sedicesima stagione tra i professionisti. Un appuntamento che, stando ai programmi, avrebbe dovuto essere quello della promozione in serie B. Presidente Baumgartner se potesse riavviare la bobina rifarebbe ancora quell’annuncio? «Sì, certamente – afferma deciso il massimo esponente biancorosso – per centrare un obiettivo non basta solo studiarlo a tavolino ma ci vuole anche il concorso di altre componenti come la fortuna. Ci siamo andati vicini e questo vuol dire che ci abbiamo provato e ci proveremo ancora. La serie B però non è il nostro unico obiettivo. Settore giovanile, Centro sportivo e stadio Druso sono ulteriori argomenti forti del nostro programma che stiamo portando avanti ottenendo ottimi risultati». L’Alto Adige parte per la nuova avventura con quanti soldi nel portafoglio? «Lavoriamo sempre con lo stesso budget che va dai tre milioni ai tre milioni e mezzo di euro. Con questo viene alimentata l’intera azienda Fc Südtirol, composta anche da 80 collaboratori e 250 calciatori del settore giovanile». A quanto ammonta il tesoretto affidato al ds Piazzi per l’allestimento e la gestione della prima squadra? «Abbiamo destinato la metà del budget, quindi all’incirca un milione e settecento mila euro». Si sperava di poter alzare l’asticella del budget vendendo i pezzi pregiati. Un tesoretto che però è servito a pagare pesanti sanzioni comminate per inadempienze amministrative… «È vero – ammette il presidente – negli anni Duemila ci sono stati dei problemi ancora in fase di definizione. Sono situazioni che bisogna inevitabilmente affrontare». I soldi da spendere non sono tanti, questo vuol dire che sarà allestita una rosa di medio profilo. «Non direi. Sarà una squadra più esperta, solida e infarcita di giovani locali. Sono sicuro che alla fine riusciremo a formare un team interessante, competitivo e sostenuto da grande entusiasmo». Già, l’entusiasmo. Componente abbastanza rara nella passata stagione. «Sarà il nostro acquisto più importante. Nella passata stagione è venuto a mancare molto presto, condizionato da quella fase negativa che ha portato al cambio degli allenatori». D’accordo per la fortuna e l’entusiasmo, ma i soldi sono fondamentali e bisogna farsi venire anche qualche idea, visto che anche quelli dei privati, cioè gli sponsor, in giro ce ne sono sempre di meno. «Penso che una fetta importante potrebbe essere quella dei diritti televisivi. La proposta è di poter arrivare a distribuire un milione a testa ad ogni società di Legapro mentre attualmente viene distribuito solo il sei per cento (23-24 milioni di euro, ndr) dell’intera torta da dividere tra tutte le società».

Ore 21.00 – Nomi confermati, ma non ufficializzati. Come da noi anticipato nell’ultima ora sono quattro i giocatori giunti a Piazzola sul Brenta per trovare l’accordo col Padova: si tratta di Christian Altinier, Marcus Diniz, Fabiano Medina da Silva e Andrea Zaffagnini. Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino”, “Gazzettino” e “Telenuovo dal ds biancoscudato Fabrizio De Poli: “Nuovi acquisti? Non ci sono ancora le firme, ma se sono qui vuol dire che c’è la volontà delle parti di chiudere l’accordo anche se visto quanto successo negli ultimi giorni sempre meglio aspettare che venga messa tutto nero su bianco. Ribadisco però che se sono qua vuol dire più che qualcosa… I tifosi chiedono acquisti perché mancano cinque giorni alla partenza del ritiro? Ne mancano più di quaranta alla fine del calciomercato…”.

Ore 20.45 – Tris servito. Dopo Christian Altinier altri tre giocatori sono arrivati a Piazzola sul Brenta, dove è ancora in corso il cda biancoscudato: si tratta di Marcus Diniz (nella foto scattata dalla nostra redazione), Fabiano Medina da Silva ed Andrea Zaffagnini (nell’ultima stagione a l’Aquila), tutti e tre difensori. Il Padova potrebbe dunque inserire un trittico di nuove pedine per la retroguardia: attese novità a breve, continui aggiornamenti live dalla nostra redazione, presente a Piazzola insieme ai colleghi di “Mattino”, “Gazzettino” e “Telenuovo”.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) La rabbia e l’amarezza per il verdetto beffardo di Matera che ha fatto svanire il sogno della B non sono state ancora smaltite del tutto. Si comprende, quindi, la grande voglia di ripartire e di rifarsi con gli interessi dei veterani Soncin e Ferretti. Andrea più Andrea, la coppia d’attacco che con i suoi gol ha contribuito a trascinare il Pavia fino al penultimo atto della corsa play off, promette un’altra stagione prolifica. «Le sensazioni sono molte buone – dice Soncin – nel gruppo c’è la consapevolezza di poter fare benissimo, lo zoccolo duro è rimasto è da parte di tutti c’è la volontà di riacciuffare quello che la scorsa stagione è sfuggito di mano all’ultimo istante. La concorrenza là davanti non mi preoccupa, nè mi spaventa, a questi livelli per salire in alto serve tanta gente buona. Marcolini? Si capisce che ha una grande voglia di fare bene». Ferretti condivide l’ottimismo del gemello: «La squadra era già forte lo scorso anno, i nuovi innesti hanno accresciuto ulteriormente la qualità. A Pavia sto bene, sono felice di essere rimasto. Marcolini mi piace, sembra uno di noi giocatori ma ha già fatto capire di aver il piglio e l’energia necessari. Io titolare? Sarà il mister a valutare e a decidere, in attacco siamo tutti giocatori affidabili, con esperienza di categoria». Tra i volti nuovi, c’è quello di Alessandro Marchi, 25enne centrocampista centrale ex Cremonese che ieri ha raggiunto il ritiro di Varzi. «L’ambiente è ottimo, il gruppo mi sembra assolutamente all’altezza rispetto alle ambizioni societarie. Le rivali? L’Alessandria si è mossa bene sul mercato, nel lotto delle pretendenti alla promozione ci metto anche il Brescia se non verrà ripescato e poi il Bassano, reduce da un buon campionato e che vorrà ripetersi, anche se il budget per quanto mi risulta è stato un po’ ridimensionato. Prevedo, comunque, un torneo molto equilibrato».

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) «L’obbligo di vincere è una motivazione in più, non un peso che fa tremare le gambe». Michele Marcolini, nuovo tecnico del Pavia, ha ben chiara in mente la mission affidatagli dalla società azzurra, quel traguardo della promozione in B obiettivo dichiarato della stagione 2015-2016 dopo la beffa dell’eliminazione col Matera all’ultimo respiro dei supplementari nella semifinale play off. Il giovane allenatore – compirà 40 anni il prossimo 2 ottobre – approdato al Fortunati dopo l’esperienza vicentina, crede fortemente nella filosofia del lavoro e del sacrificio. E’ lui a tirare il gruppo che suda sul perfetto rettangolo verde del «Carlo Chiappano» di Varzi. Terzo giorno di ritiro, volti un po’ affaticati anche se un tuffo nella vicina piscina al rompete le righe del primo allenamento domenicale basta per ricaricare le pile. Nel pomeriggio, dopo il pranzo collegiale all’agriturismo Cà de Figo, seconda fatica quotidiana«Sono soddisfatto – sottolinea il mister, ex mediano di Chievo e Atalanta – siamo qui da poco, ma le impressioni sono subito positive. L’approccio è stato quello giusto da parte di tutti, nessuno si è presentato in cattive condizioni atletiche e questo è importante». Rosa ormai completa o attende qualche altra mossa dal mercato? «Il gruppo che ho a disposizione è di prima qualità, poi il ritiro serve apposta per valutare il materiale umano ed eventualmente intervenire al momento opportuno per fare qualche aggiustamento. Ma adesso è presto, siamo soltanto nella fase iniziale, ci sarà tempo e modo per riflettere insieme alla dirigenza». Le crea pressione il fatto di dover rispondere con i risultati alle ambizioni societarie? «No. Peserebbe di più avere un gruppo di minore qualità e dover comunque ottenere dei risultati. Questa squadra è forte, c’è davvero tutto per puntare al massimo». Come giocherà il suo Pavia? «Il modulo di base sarà il 3-5-2, i ragazzi hanno già cominciato ad apprendere i fondamentali del mio modo di vedere il calcio. Questo, però, non significa essere ancorati a un’unica concezione tattica, non escludo modifiche anche a partita di corso e di fronte a necessità particolari. Ma l’idea di fondo è quella, il mercato è stato impostato proprio per assecondarla e costruire un gruppo in grado di esprimersi al meglio con questa visione tattica». C’è ancora molta incertezza sulla composizione dei gironi di LegaPro. Ma un’idea sulle potenziali rivali immagino se la sarà fatta. «E’ ancora un po’ presto per esprimersi. Di certo tra le concorrenti ci sarà l’Alessandria, reduce da una buona stagione e che ha fatto un mercato importante». Il pubblico del Fortunati potrà essere l’arma in più? «Me lo auguro. Vedo tanto entusiasmo attorno a noi, ho percepito che sarà proprio così dopo che la società si è impegnata per allestire una rosa in grado di ambire ai piani altissimi. La spinta dei tifosi è importantissima, giocare davanti a una buona presenza sugli spalti può darti la giusta carica. Ora starà a noi, con i risultati conseguiti sul campo, mantenere e se possibile accrescere la fiducia e la passione della gente. Ce la metteremo tutta».

Ore 20.00 – E finalmente sembra a un passo il colpaccio tanto atteso. Cristian Altinier è vicino alla firma di un contratto triennale con il Padova. Un vero e proprio blitz, quello del club biancoscudato, che è davvero a un passo dall’ex attaccante dell’Ascoli, 17 gol nell’ultima stagione in maglia bianconera. Il suo agente Sergio Lancini è stato ricevuto in gran segreto a Piazzola sul Brenta in occasione del cda del Calcio Padova che ha ratificato ufficialmente l’ingresso dei tre nuovi soci, Massimo Poliero, Walter Tosetto e Giampaolo Salot. Altinier all’uscita – nella foto scattata dalla nostra redazione a Piazzola – ha precisato di non aver ancora firmato (“Ho buone sensazioni, ma aspettiamo”) ma anche che domani sono attese novità importanti e il nero su bianco. Sarebbe il primo vero colpo firmato Fabrizio De Poli dopo le delusioni incassate in questi giorni.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Si apre oggi una settimana cruciale, nelle intenzioni dei dirigenti biancorossi, per completare la rosa da mettere a disposizione di mister Maspero sin dall’inizio del ritiro. All’appello mancano le conferme di capitan Matteo Paro e Raggio Garibaldi, l’ingaggio di un paio di giovani promesse e soprattutto l’arrivo di una punta che faccia coppia in prima linea con Valerio Anastasi. Per questo ruolo, non è stata ancora abbandonata la pista Cristian Altinier, anche se il ritorno dell’attaccante in biancorosso resta difficile. Il Mantova quindi cerca in parallelo delle alternative e fra queste c’è il 27enne Giuseppe Torromino (15 reti nel Grosseto nell’ultimo torneo), che però Juric porterà in ritiro con il suo Crotone per valutarlo. Detto del colpo ancora da mettere a segno, va aggiunto che a completare il parco attaccanti potrebbe essere il 18enne Giuseppe Panico, che il Mantova ha chiesto al Genoa in virtù dei buoni rapporti esistenti, che porteranno anche al ritorno in prestito all’Acm del difensore Todisco. Panico ha giocato la scorsa stagione nella Primavera rossoblù e ha collezionato anche un’apparizione in serie A. Restando in tema di giovani, in riva al Mincio approderà anche il 20enne centrocampista Mattia Lombardo (figlio del pluriscudettato Attilio), in prestito dalla Pro Vercelli. Lombardo nell’ultimo torneo ha totalizzato 16 presenze in Lega Pro fra Cremonese e Pontedera. La giornata odierna dovrebbe essere quella buona per l’ufficialità della permanenza in biancorosso di Matteo Paro. Il capitano, accompagnato dal suo procuratore, sarà infatti oggi nella sede della Sdl per incontrare il presidente Sandro Musso. Salvo sorprese, dal faccia a faccia scaturirà l’attesa fumata bianca. Un paio di giorni in più dovrebbero invece servire per riabbracciare Silvano Raggio Garibaldi, che sta trattando la rescissione del suo contratto con l’Entella. Domani dovrebbe arrivare anche il via libera per il difensore Elia Legati, che ha già un’intesa con l’Acm ma sta aspettando di conoscere il destino del Venezia (con ogni probabilità il club lagunare non sarà iscritto alla Lega Pro) per considerarsi libero. Restano poi da mettere nero su bianco – ma vengono considerati già fatti – gli accordi per il tesseramento del 19enne portiere Pierpaolo Boccanera e per quello dell’ex biancorosso Samuele Sereni.

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sono sempre più flebili le possibilità di vedere il Real Vicenza ai nastri di partenza della prossima LegaPro. Crescono sempre di più, invece, quelle di un approdo nella squadra di casa (lui è di Pordenone) di Matteo Tomei. Il portiere ha mandato messaggi d’amore al suo ex club («Il mio cuore è a Vicenza, speriamo in una buona notizia»), ma dalla città del Palladio arrivano notizie di tutt’altro tenore. Il Real è a un passo dalla sparizione, così per Tomei si apre la porta dei ramarri. La sensazione è che tutto si possa decidere a partire da oggi. Ma se dovesse arrivare Tomei, che fare con Careri? Al momento sembra improbabile una convivenza tra i due portieri «vecchi», e solo un sacrificio economico da parte del numero uno bolognese potrebbe far trovare la quadra. Altrimenti – è questa la voce – precedenza a Tomei. Aria di ufficializzazione invece per Vicario, Valente e Talin e di conferma per il giovane Buratto.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Re Mauro può aprire il suo forziere e cominciare a contare gli euro necessari a ricomprarsi il castello di LegaPro, perso sotto le sassate (8 in due scontri) dei monzesi. Domani sapremo quante società la Covisoc avrà “tagliato” definitivamente dalla Terza serie e quanti posti saranno disponibili per i ripescandi. Scadranno infatti alle 19 i termini per la presentazione dei ricorsi dopo il primo parere negativo dato dall’ordine di controllo del 3 luglio. Una decisione importantissima per quei sodalizi, come il Pordenone, che sono in lista di attesa per la presentazione della domanda di ripescaggio. LA SITUAZIONE – A rischio esclusione dalla C sono il Benevento (che non aveva presentato la fideiussione di 400 mila euro, ma che ha allegato alla domanda assegni circolari per un valore analogo), l’Ischia (che nel frattempo però ha cambiato proprietario), La Lupa Castelli Romani (situazione grave a 48 ore della scadenza), il Martina Franca (ormai alla frutta), la Paganese (quote societarie sequestrate dal Tribunale), il Pisa (che però nel frattempo avrebbe perfezionato le pratiche fideiussorie), il Real Vicenza (saltato anche il trasferimento a Treviso), la Reggina (sentenza di fallimento prevista per il 25 agosto), il Savona (pagati gli stipendi arretrati, non ancora accesa la fideiussione), il Varese (sempre più vicino a ripartire dall’Eccellenza), il Venezia (messo in vendita a Yury Korablin, pare con 2 milioni di “buco” da sanare) e la Vigor Lamezia (che avrebbe però già depositato la fideiussione mancante il 3 luglio). Le posizioni peggiori dovrebbero essere quindi quelle di Lupa, Martina Franca, Real Vicenza, Reggina, Varese e Venezia. Sei posti, che si andrebbero ad aggiungere ai 3 già disponibili (il Monza è fallito, mentre Castiglione e Grosseto non hanno neppure presentato la domanda), riducendo a 51 (su 60 previste) le poltrone occupate. Poi bisognerà vedere quali decisioni verrano prese sulle società coinvolte nel giro delle gare truccate, che potrebbero liberare altri posti. RIPESCANDI – Tutto può succedere in questa calda estate che, dopo il «bananagate» di Tavecchio e gli insulti sessisti del dimissionato Belloli ci ha già regalato lo scandalo Dirty Soccer, la «resa» di Macalli e addirittura il rinvio a giudizio del ct azzurro Conte. Anche la riduzione d’ufficio dei gironi da 20 a 17 squadre. Difficile però che il commissario di LegaPro, Tommaso Miele, tradisca la sua filosofia e il suo passato da revisore dei conti e chiuda le porte della serie C a società con i bilanci a posto, come il Pordenone di Lovisa e l’Altovicentino di Dalle Rive. Che oltretutto (rispetto ad altre come il Gubbio, che considerano la supertassa un insulto alla povertà) hanno dichiarato di essere disposte a pagare i 500 mila euro a fondo perduto pur di riguadagnare (o guadagnare) il professionismo. La Lega con i conti in discussione (per non dire in rosso) ha bisogno di rastrellare tutto quello che può. MERCATO – Una volta avuta conferma del ritorno fra i professionisti, gli uomini di mercato del Pordenone di Bruno Tedino potranno chiudere le trattative che hanno condizionato al ritorno in C. Il forziere di re Mauro dovrà restare ancora aperto.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Si apre un’altra settimana di attesa per il Pordenone. Su più fronti. Quello federale, per cercare ulteriori riscontri alle speranze di ripescaggio e quello interno, con una campagna acquisti che inevitabilmente non è ancora decollata, a causa dell’incertezza sulla categoria in cui militerà la prossima stagione la formazione neroverde. Ripescaggio. Notizie e sensazioni contrastanti. All’organico del prossimo torneo di Lega Pro mancano 5 squadre, ormai già certe dell’esclusione, mentre altre potrebbero aggiungersene nel corso della settimana. Ben 12 quelle alle quali la Covisoc venerdì scorso ha negato la licenza nazionale per aver presentato la domanda di iscrizione in maniera incompleta, ovvero senza la fideiussione di 400 mila euro. Avranno tempo sino a domani alle 19 per fare ricorso. Quindi la Commissione di vigilanza darà il proprio parere, che la Figc adotterà nella decisiva seduta di venerdì, nella quale finalmente si conoscerà la lista ufficiale delle società ammesse. E di conseguenza anche i posti liberi da coprire attraverso i ripescaggi. Il Pordenone, sulla carta, dovrebbe rientrare nel novero delle prescelte per colmare qualche buco libero. Anche se nelle ultime ore si è sparsa la voce di un possibile azzeramento della richiesta di 500 mila euro a fondo perduto, che di di fatto rimetterebbe in gioco anche piazze blasonate che sinora si erano dichiarate contrarie alla domanda di ripescaggio proprio per quell’ingente sacrificio economico. Mercato. In questa situazione di incertezza quasi totale, davvero difficile pensare alla campagna rafforzamento. Anche perché una rosa per centrare la salvezza in Lega Pro sarebbe ben diversa da quella necessaria per puntare alla vittoria del campionato di serie D (al quale nel frattempo il Pordenone si è iscritto regolarmente). Eppure qualcosa si muove, cercando per l’appunto giocatori che andrebbero bene in entrambe le ipotesi, alias categorie, possibili. Ormai opzionati il portiere Guglielmo Vicario (classe ’96), ex Fontanaffredda, ma di proprietà dell’Udinese, il promettente terzino del Legnago, Marco Talin (’96) e il suo compagno di squadra Nicola Valente (’91), duttile centrocampista dal gol facile (32 in 5 stagioni in terra veronese). Nelle ultime ore ha preso corpo l’indiscrezione di un possibile interessamento per il difensore Massimo Gotti (’86), già in serie A con l’Udinese e forte di un robusto curriculum da professionista anche in B con Empoli e Ternana. Sarebbe un rinforzo da Lega Pro.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A sentirli ben difficilmente l’ennesima ripartenza, per la seconda volta in soli sei anni dalla serie D, restituirà entusiasmo a tifosi che si chiedono «davvero si è fatto tutto per tenere il Venezia in Lega Pro?». «No, a mio avviso non è stato fatto abbastanza per restare tra i professionisti – il parere di Angelo Torresin (Unione Venezia Club) -. Assurdo perdere per debiti esigui una categoria tanto faticosamente riconquistata dopo aver già vissuto tre lunghi anni in D. Korablin poteva uscire a testa alta, invece ha perso i soldi e la faccia. E ancora una volta quando c’era bisogno imprenditori e albergatori veneziani si sono voltati dall’altra parte». In serie D gli ultras della Curva Sud potranno tornare in trasferta. «Questa possibilità potrebbe aiutare e invogliare a riavvicinarsi all’arancioneroverde – conferma Alvise Sclisizzi – però riazzerare tutto per la terza volta in 10 anni credo sia un poco invidiabile record mondiale. Piuttosto di Korablin, Corvezzo e avventurieri meglio la D, categoria in cui molte realtà sono rinate, come Padova senza andare lontano: sarà però fondamentale che i nuovi proprietari possano dare continuità con un progetto sportivo serio e duraturo». Angelo Nichetto (Ultrasessantenni) allarga la prospettiva al calcio provinciale. «In D ci saranno Venezia, Mestre e Noale, la politica delle «parrocchiette» non è gratificante né porterà in alto il calcio locale. Di Korablin stupisce come non ci tenga alla sua immagine: fa rabbia perdere una Lega Pro per un «fallimento a costo zero». E se sarà serie D, con quali prospettive? Cambierà la categoria ma non la necessità di una proprietà con soldi da investire». Da parte sua l’associazione VeneziaUnited ironizza ringraziando «tutti quei faccendieri e professionisti della chiacchiera che hanno provato ad illudere inutilmente tutto l’ambiente con le loro improbabili e inconsistenti avances. A breve chiederemo un incontro al sindaco Brugnaro per organizzare un’assemblea pubblica largamente partecipata e contribuire alla rinascita di una nuova Unione Venezia incentrata sui tifosi».

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Cosa penso? Che sarà impossibile rivedere il Venezia al via della prossima Lega Pro». Inevitabile la mancanza di fiducia di Andrea Raimondi, assieme a Elia Legati unico giocatore sotto contratto di un Venezia che ormai non esiste più. Tutti i suoi ex compagni si sono svincolati il 1. luglio oppure sono rientrati alle rispettive società di appartenenza per fine prestito: Raimondi no, il suo futuro solo sulla carta sarà ancora arancioneroverde. «Il nostro campionato è finito il 10 maggio, da allora Korablin non si è mai fatto sentire, ora è impossibile, o quantomeno irrealistico, che qualcuno gli subentri pagando i debiti per mettersi a ricostruire da zero una squadra» le parole dell’attaccante padovano, accostato nelle ultime settimane al Brescia fresco di retrocessione dalla serie B. «Sì qualche contatto e richiesta c’è stata, ma oggi come oggi avendo il contratto posso solo aspettare di vedere cosa accadrà al Venezia. D’altra parte attualmente non c’è nemmeno più un direttore sportivo in carica essendo scaduto anche il ruolo di Ivone De Franceschi». Raimondi, sceso in laguna dalla serie B di Trapani (dove ha appena trascorso un periodo di vacanza), non si sarebbe mai aspettato un simile epilogo. «Avevo anche altre richieste, però Venezia mi aveva convinto per le credenziali di una società solida e in crescita, anche con certe ambizioni. Il presidente non si è mai fatto vedere, per mesi abbiamo pensato fosse «semplicemente» il suo modo di fare, discutibile finché si vuole, però bene o male aveva sempre rispettato impegni e scadenze». Stavolta le cose sono andate molto diversamente e oggi il Venezia è in vendita. «Il problema è che sarebbe bastato saperlo a gennaio, che non aveva più le possibilità o la voglia di continuare, per cercare per tempo le necessarie soluzioni per non rischiare la sparizione». Le prospettive per un calciatore anche di talento sono sempre più deboli. «È vero, infatti tra due, al massimo tre anni cercherò di fare un’esperienza all’estero. Facendo calcio in questo modo non si va da nessuna parte, a Venezia e purtroppo non solo in questo sport che non funziona più».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Cessione societaria sì o no, Venezia alla stretta decisiva per sbrogliare le contraddizioni e provare a non perdere la Lega Pro. Sarà un lunedì campale per il club arancioneroverde, escluso dal campionato ma al centro di una partita che potrebbe consentire il ricorso entro le 19 di domani e scongiurare in extremis il «piano B», ovvero la sempre plausibile ripartenza dal dilettantismo della serie D con un nuovo Venezia e nuovi finanziatori. Ieri a Mestre nessun incontro tra l’avvocato Fausto Baratella (incaricato della vendita dal quasi ex patron Yury Korablin) e i possibili acquirenti rappresentati dalla Dinamica Consult, dichiaratisi pronti ad accollarsi gli oltre due milioni di debiti. I contatti sono proseguiti telefonicamente mentre l’ex presidente del Treviso, Renzo Corvezzo, continua ad aleggiare ma con un «peso» che in serata si è ridimensionato, visto che Dinamica Consult ha annunciato: «Abbiamo trovato altri finanziatori (forse con la prima cordata vicentina ventilata alcune settimane fa, ndr) per la fidejussione da 400 mila euro. Lunedì mattina andremo in banca a Vicenza dopodiché correremo da Baratella per chiudere l’acquisto». «Mi ha chiamato Guido Minerva (ufficiale dunque il suo ruolo di finanziatore del gruppo, ndr) con il quale mi ero già incontrato assieme a Corvezzo nello studio del dg Dante Scibilia – ricorda l’avvocato Baratella -. Mi è stata confermata la volontà della sua cordata di acquistare il Venezia e che stanno facendo di tutto per risolvere il problema della fidejussione». «Martedì scorso ce l’aveva garantita Corvezzo ma poi non si è più fatto trovare – ribadiscono da Dinamica Consult -. Non l’abbiamo più cercato e stiamo andando avanti da soli per acquisire il Venezia, non chiudiamo a priori le porte a nessuno ma aver trovato anche le risorse per la fidejussione ci mette in una posizione di forza verso chi volesse far parte di un progetto che sul piano dirigenziale e tecnico è già a buon punto». L’incontro di Baratella con l’imprenditore Guido Minerva e Gerardo Meridio, politico vicentino in veste di presidente di garanzia dell’operazione, si svolgerà non appena gli acquirenti scenderanno da Vicenza a Mestre con la fidejussione bancaria. «Ci vedremo ma non so quando di preciso – l’attesa di Baratella -. Così ci sarà l’occasione per chiarire definitivamente se il gruppo rappresentato da Dinamica Consult vorrebbe acquistare il 100% del Venezia o solo il 75%: il problema non sarebbe il costo delle quote (28 mila per la totalità e 21 mila per i trequarti, ndr) ma il ripianamento dei debiti e la fidejussione, perché se Korablin restasse socio dovrebbe pagare in proporzione». Ieri pomeriggio Dinamica Consult si è poi rivolta ai tifosi su Facebook, ringraziandoli per «l’interesse e la solidarietà», assicurando che «ce la stiamo mettendo tutta per chiudere la trattativa entro domani (oggi, ndr)» ma anche lanciando stoccate: «Probabilmente alcuni sperano di ripartire dalla serie D con una società pulita e senza debiti (ma la prima versione del post diceva «per non far venire a galla alcune situazioni poco chiare», ndr). Perché in tutto questo tempo non sono riusciti a trovare nessuno che salvasse la società? Noi ci proveremo fino in fondo e vogliamo dimostrare serietà e professionalità, alla faccia di chi denigra società e persone che vogliono solo fare il bene dello sport veneziano».

Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Oggi si chiude, in un senso o in un altro. Venezia agli interlocutori della Dinamica Consult Italia, società con sede centrale a Milano, oppure arriverà il comunicato dell’avvocato Fausto Baratella per ufficializzare la chiusura delle trattative e, come conseguenza, la rinuncia a presentare domani il ricorso? «Ho avuto in mattinata un contatto telefonico con il dottor Minerva», ha spiegato all’ora di pranzo il legale mestrino, «in rappresentanza della Dinamica Consult. Mi ha ribadito che stanno facendo di tutto per portare a compimento l’operazione, ma che potrebbero arrivare ad acquisire il 75% delle quote. Un problema in più per la cessione, visto che sarebbe più semplice prendere il 100%, ma il problema maggiore è che non hanno ancora in mano la fideiussione da 400 mila euro, operazione che dovrebbe essere perfezionata in giornata». Obiettivo quanto mai complicato a meno di 48 ore dalla presentazione del ricorso alla CoViSoc, anche se gli imprenditori che hanno dato mandato alla Dinamica Consult Italia di acquisire il club di Yuri Korablin hanno già scelto il cinquantacinquenne vicentino Gerardo Meridio, coordinatore nazionale del Mir, cioè i Moderati in Rivoluzione, come eventuale presidente di garanzia. Oggi è il giorno senza ritorno: o la Dinamica Consult chiude l’operazione con l’avallo dell’avvocato Baratella oppure il legale ufficializzerà attraverso un comunicato la mancata cessione dell’Fbc Unione Venezia. E, a quel punto, si partirebbe per costituire una nuova società che punti all’iscrizione in serie D, attorno a uno o più imprenditori con un progetto ben preciso da presentare al sindaco Brugnaro. Dietro le quinte agirebbero tre cordate: una veneziana, una extraregionale e una straniera con capitali Usa. I tempi sono strettissimi, ma non impossibili: entro il 25 luglio dovrà essere presentata la domanda di ammissione alla serie D in sovrannumero, come accaduto un anno fa alle neonate Biancoscudati Padova e Robur Siena. Sul piano strettamente economico, il “pezzo da novanta” per far domanda è la presentazione di una fideiussione da 300 mila euro a fondo perduto, la “tassa” per ottenere l’iscrizione. Bisogna seguire l’articolo 52 delle Noif, le Norme organizzative interne federali che recita: «In caso di non ammissione al campionato di A, B e di Divisione Unica-LegaPro il Presidente Federale, d’intesa con il presidente della LND, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società a un Campionato della LND, anche in soprannumero, purchè la stessa società adempia alle prescrizioni previste dal singolo comitato per l’iscrizione al campionato». Oltre ai 300 mila euro a fondo perduto, ne servono altri 50 mila: 31.000 per la fideiussione, 19.000 di tasse (11 mila euro di diritti di iscrizione serie D, 2.000 per diritti d’iscrizione campionato juniores, 2.500 assicurazione tesserati, 300 tassa associativa, 3.200 acconto spese).

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Il Real Vicenza continua a navigare in acque tempestose. Poche speranze per la sopravvivenza. Il suo ormai ex segretario Pasquale Paladino, invece, ha trovato un porto sicuro. Il Chievo Verona. Napoletano di origine, vive a Noventa Vicentina e nella passata stagione ha svolto un ruolo importante nel team di Diquigiovanni.Intanto, complimenti. Un bel salto di qualità per lei…«Sì, ho iniziato questo percorso con l´obiettivo di arrivare alla massima serie, sono contento di avercela fatta. Nella mia vita ho fatto tutte le categorie dall´Eccellenza fino alla serie A».Lascia il Real in un momento particolare. Con che spirito?«Ho vissuto molto da vicino questo periodo: i contatti con la famiglia Diquigiovanni sono stati quotidiani. Dispiace che la società sportivamente finisca così; il presidente ha fatto molti sacrifici. Però posso condividere la sua scelta. Il calcio deve essere uno spettacolo, quindi non ha senso farlo per 20-30 simpatizzanti».E la vicenda con Treviso?«Sono molto sorpreso che la città della Marca non abbia permesso a Diquigiovanni di andare a fare calcio lì. Ancora oggi non riesco a trovare motivazioni adeguate alla scelta, ma sicuramente avranno le loro ragioni».A due giorni dal 14 luglio, quale crede sarà la fine del Real? Ci saranno colpi di scena?«Nella vita mai dire mai. Ma da quello che ho sentito in giro, al momento colpi di scena non ne prevedo. A meno che il presidente nella sua arguzia non abbia fatto qualche trattativa segreta senza dirlo a nessuno. Credo sia l´ultima speranza che può rimanere».Come giudica la sua esperienza di quest´anno a Vicenza?«È stata molto positiva. Sia dal punto di vista professionale sia da quello sportivo. Mi sono confrontato con persone di alto spessore umano. Di solito si ringraziano i piani alti delle società, ma io vorrei ringraziare in maniera particolare Dina Refosco e Alessandro Bedin, due miei collaboratori. A volte secondo me è giusto anche dare spazio a chi lavora tanto, ma sta nell´ombra. Anche sportivamente è andate bene, diciamo che la parentesi dell´esonero di Marcolini e poi del suo richiamo probabilmente ha inciso nel nostro andamento. Senza nulla togliere a Favaretto, ma lì poteva venire qualsiasi allenatore. La squadra era ed è sempre stata di Marcolini».E cosa si aspetta dall´esperienza veronese?«Sono molto curioso. Sono già dieci giorni che lavoro a Verona e ho scoperto un mondo completamente diverso da quello della Lega Pro. Il Chievo è una società molto organizzata, sono all´avanguardia, e sono felice di ritrovarmi in un ambiente sano, dove mi hanno accolto in maniera positiva».

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) In principio sarebbe dovuta essere una rivoluzione copernicana: restyling totale, largo a nuovi interpreti imbevuti di slancio e motivazioni per spazzare via le scorie ancora in circolo dell´amarezza di giugno. Invece, la firma e il rinnovo biennale di Bizzotto, novello capitano morale che si affianca ai leader riconosciuti Iocolano e Proietti ha evitato la diaspora rilanciando l´orgoglio giallorosso che evidentemente necessitava solo di un segnale per tornare prepotentemente a galla. Così la strategia di fondo attuata dal dg Seeber resta intatta (puntare su giovani di prospettiva in cerca di rilancio o di una consacrazione agonistica), ma non c´è più l´urgenza di saccheggiare il mercato, bensì di operare ritocchi oculati, visto che in diversi hanno voluto seguire l´esempio di Bizzo. E allora della squadra che oggi si raduna allo stadio per i consueti test medico-fisici in attesa di partire sabato per il ritiro di Asiago, queste saranno ore decisive per il futuro di Toninelli e Cattaneo, gli unici, a parte Furlan, peraltro già sostituito e destinato presumibilmente a Lecce con Asta, che non hanno siglato il prolungamento del contratto. Il general manager virtussino aspetterà non più di un paio di giorni e se la situazione non si sbloccase virerebbe su altre soluzioni. La volontà di rimanere dei due ragazzi è nota e non è in discussione, ma devono incastrarsi diversi elementi, poichè da una parte anche loro hanno ricevuto offerte concrete, dall´altra Seeber sta tenendo in caldo a ogni evenienza alternative credibili, la prima delle quali, proprio per la maglia numero 2 è Tommaso Bortot, prospetto di casa reduce dalla promozione in C col Padova.OK DELLA COVISOC. Naturalmente non c´era il benchè minimo dubbio in proposito, che Bassano fosse a posto coi conti era risaputo, tuttavia nel week-end è giunta anche la certificazione garantita della Covisoc che ha analizzato la documentazione giallorossa. Per conoscere invece le bocciature in terza serie come in B bisognerà attendere mercoledì, quando scadrà cioè la deadline di domani sera alle 19 per ovviare a eventuali inadempienze. Tra seconda e terza divisione tremano in parecchie. In Lega Pro, tra le altre, è quasi sicuro addio per il Venezia. Se si considera che il Bassano, al netto della sorprendente sentenza del Novara ha visto sbarrata la strada del balzo diretto in B da due formazioni come Venezia e Monza, di fatto in apnea e fallite, non si può non condividere la battaglia della proprietà virtussina che da tempo invoca nuove regole e la riscrizione di un nuovo calcio meritocratico, ridisegnato innanzitutto su certezze normative e comportamentali.

Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Tra i nuovi arrivi c´è anche Leonardo Davide Gatto. Classe 1992, originario di Cosenza, ariva in prestito dall´Atalanta e nella scorsa stagione il Vicenza l´ha incontrato da avversario visto che giocava a Lanciano. In Abruzzo ha passato due stagioni collezionando 59 presenze e si è messo in saccoccia un bottino di 9 gol (cinque di questi nell´annata appena conclusa). Attaccante esterno di sinistra, può giocare sia a destra che come seconda punta.Qui a Vicenza i gatti di solito si mangiano. Ha paura?«Direi di no. Si scherza e mi fa piacere aver avuto comunque un´accoglienza calorosa anche per questo magari: è anche un buon benvenuto per me. In qualche modo potrebbe essere un legame tra me e la città. Sono contento di essere qui e darò sicuramente il massimo per questa maglia».Si spera che lei possa avere la possibilità al fianco di uno come Cocco. Cosa ne pensa?«Giocare vicino a lui sarà motivo per me di grande soddisfazione. Bisogna solo fargli i complimenti e imparare da lui. Lo scorso anno ha fatto una grandissima stagione, ha segnato venti gol! Speriamo possa ripetersi anche quest´anno. Io invece mi metto completamente a disposizione del tecnico e della squadra».Qual è il suo ruolo preferito?«Io sono innanzitutto un esterno d´attacco, mi piace giocare sia a sinistra che a destra, è indifferente. Non ho un posto “prediletto”, io cercherò di dare il cento per cento e poi… vedremo».Un obiettivo che può prefissarsi questo Vicenza secondo lei?«L´obiettivo è quello di fare più punti possibili e magari ripetere la grande stagione che ha fatto questa squadra nello scorso campionato».

Ore 15.30 – Qui Piazzola sul Brenta: iniziato il cda biancoscudato.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) «Capitano, facciamo una foto insieme?». Al momento di salire sul pullman diretto a San Vito di Cadore, Antonio Cinelli è stato tra i giocatori più cercati dai tanti tifosi presenti ieri nel piazzale interno del Menti. Il centrocampista romano, che in assenza di Camisa lo scorso anno ha indossato per tante volte la fascia di leader della squadra, nel corso di queste stagioni in biancorosso ha avuto modo di stringere un rapporto importante con il Vicenza e i suoi tifosi. «L´affetto che mi testimonia la gente mi fa molto piacere – spiega – perché significa che in campo ho sempre dimostrato di metterci il massimo impegno. Proprio per questo, però, prima di cominciare la nuova stagione, sento l´esigenza di chiarire un equivoco spiacevole sorto alla fine di quella passata».Prego.«A fine campionato ho rilasciato un´intervista il cui titolo ha fatto indispettire alcuni tifosi che si sono sentiti traditi: “Vicenza è casa mia ma devo valutare”. Chi poi ha letto l´intero articolo ha avuto modo di capire il mio pensiero, ma in particolare in internet molti hanno richiamato solo il titolo, che per ovvie esigenze di sintesi non poteva riprodurre per intero quel che volevo dire».Vuole ribadire il suo pensiero per fugare ogni malinteso?«Considero Vicenza casa mia perché qui sono cresciuto come calciatore e come uomo, e credo di avere avuto un enorme privilegio vivendo proprio qui questa esperienza. In quel momento, appena chiuso il campionato, in società si stava definendo un nuovo assetto, ancora non si sapeva nulla sulla scelta dell´allenatore, non si conoscevano i programmi per questa stagione, non sapevo se il Vicenza avrebbe voluto confermarmi o preferito valutare una cessione per orientarsi su altri giocatori. Ecco perché, con sincerità, ho detto che non potevo assicurare ai tifosi che sarei rimasto a Vicenza al cento per cento, che se fossero arrivate proposte importanti, magari dalla serie A, le avrei valutate insieme alla società; però sottolineavo anche che il mio augurio maggiore era quello che si creassero i presupposti perché fosse possibile continuare a crescere insieme al Vicenza. Tutto qui. Nessuna ansia di scappare da un posto dove sto benissimo, sarei un pazzo».Adesso che si parte per il ritiro, come le sembra che sia evoluta la situazione?«La conferma di Marino è stato un primo passo molto importante. Si sta cercando di dare continuità anche con la conferma di diversi giocatori chiave, e la società si muoverà sul mercato per completare al meglio la rosa, quindi mi sembra che le premesse siano molto incoraggianti».La prima amichevole stagionale sarà con la Lazio: per lei, la “partita del cuore”…«Mi fa molto piacere, è una bella coincidenza. Spero che possa essere benaugurante per vivere un´altra stagione da ricordare».

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Serio. Ma anche pronto alla battuta. Pasquale Marino ieri si è presentato al raduno del Vicenza con le idee chiare ed ha cercato di spiegare il proprio progetto. Così alla prima domanda sull´obiettivo da raggiungere nel prossimo campionato ha risposto: «È sempre lo stesso: far giocare bene la squadra, cercare di migliorarsi e non mi riferisco alla classifica pura e semplice, ma proprio al rendimento in campo, così come è giusto che all´interno della squadra ci sia competizione che dovrà essere superiore a quella dello scorso anno, così come si dovrà ridurre la distanza fra chi gioca di più e chi meno».Par di capire che lei punti soprattutto sulla mentalità vista in campo lo scorso anno.«Sì perché solo così chi viene alla partita si diverte e credo che lo scorso campionato questo sia successo sia in casa che fuori, così come era evidente l´orgoglio dei nostri tifosi, ma questo è stato possibile perché ci hanno visto lottare su ogni pallone e su ogni campo».Ma lei non teme che se non riuscirete a ripetervi questo potrà creare una certa insoddisfazione?«Non si può sapere se riusciremo a ripeterci, in ogni caso la cosa importante è migliorare la competizione all´interno del gruppo, perché magari a livello inconscio ci può essere un calo di tensione, mentre con la rosa più ampia nessuno può mollare. E poi in ogni caso noi dobbiamo guardare avanti e non specchiarci su quanto è già stato fatto. Adesso si deve ripartire sapendo di dover rifare gli stessi sacrifici compiuti nella passata stagione».Lo scorso anno è subentrato a campionato in corso mentre stavolta può impostare la stagione dall´inizio. Questo cosa comporterà?«Chiaro che partire da subito con un gruppo dove si è cercato di tenere il più possibile l´organico dell´anno scorso, e che dunque sa cosa deve fare, facilita l´integrazione di chi arriva. Poi a noi allenatori senza dubbio piace lavorare con la rosa al completo, ma sappiamo pure che certi acquisti si possono fare nell´ultima parte del mercato perché alcuni giocatori aspettano la serie A e poi quando non arriva accettano di scendere di categoria».Organico quello che parte per il ritiro da sistemare.«Dobbiamo colmare qualche lacuna».Il reparto che sembra in sofferenza è il centrocampo dove non ci saranno giocatori come Di Gennaro di categoria superiore e Federico Moretti.«Sì. Davide è elemento di valore, ma quando è arrivato magari faceva un altro ruolo e non era detto che potesse fare un campionato così. Speriamo di trovare un giocatore che lo sostituisca degnamente anche perché il ruolo di metodista è fondamentale per la nostra squadra e poi la manovra è più fluida quando lo ricoprono giocatori di personalità e di grande tecnica, ma io sono fortunato, negli ultimi due anni ho allenato Brugman e appunto Di Gennaro che sono stati eletti migliori nel ruolo».Il posticipo di due settimane comprimerà ancora di più il campionato.«E per questo dobbiamo avere l´organico il prima possibile completo ed equilibrato, poi dal punto di vista del lavoro magari noi allenatori possiamo pure essere contenti, perché si ha modo di conoscere meglio i nuovi arrivati, chiaro bisognerà fare delle amichevoli in più, amichevoli che a me piacciono combattute e non gare tra scapoli e ammogliati. Magari con la squadra di categoria superiore c´è il rischio di qualche sberla, ma non importa solo così si cresce».Due parole sugli ultimi arrivati Gatto e Pinato?«Gatto è un attaccante esterno che ha fatto molto bene nelle ultime stagioni e Pinato, nonostante la giovane età, è un centrocampista di personalità, uno capace di saltare l´uomo».Cocco resterà?«Oggi Cocco è qui e per me rimane, poi se arriva l´offerta irrinunciabile sarà sostituito adeguatamente ma nell´organico bisogna inserire qualcuno che non lo faccia dormire sereno».

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Al lavoro anche ieri il d.s. Paolo Cristallini che continua a tenere i contatti con l´Atalanta per l´azzurrino Roberto Gagliardini, il ragazzo conteso anche dall´Avellino alla fine dovrebbe però arrivare a Vicenza, probabile che la trattativa si sblocchi per metà settimana. Ma a centrocampo si sta lavorando anche per portare in biancorosso Michele Pazienza, alto 1.75 per 75 chili, svincolato dal Bologna. Non si dovrebbe essere lontani dall´intesa e forse anche lui potrebbe essere aggregato al gruppo già in questa settimana. Non si dovesse chiudere ci si potrebbe spostare su Granddi Ngoyi, alto 1.86 per 77 chili, di proprietà del Palermo. E l´ex Federico Moretti? Nelle ultime ore pare che la trattativa col Catania si sia arenata per le richieste assurde della società siciliana. Si è vicini alla rottura.Per quanto riguarda Richard Marcone il Trapani la sta tirando un po´ per le lunghe ed il Vicenza non ha intenzione di aspettare troppo, proprio per questo avrebbe sondato il terreno per Stefano Gori del 96, terzo portiere del Milan e della Primavera rossonera.Certo invece l´arrivo oggi di Milan Milanovic che appena firmata tutta la documentazione del suo trasferimento a Vicenza raggiungerà i compagni in ritiro, il difensore arriva a titolo definitivo e avrà un contratto di un anno con l´opzione per il secondo. Praticamente chiuso, come avevamo scritto già ieri, il passaggio di Piergiuseppe Maritato all´Alto Adige. E c´è da registrare infine che per Giacomelli si sarebbe fatto avanti il Lecce.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Chissà, stavolta il film potrebbe essere diverso. E se poi ci fosse pure un regista… Il film della nuova stagione del Vicenza ha avuto inizio nel pomeriggio di ieri, quando la squadra si è radunata al Menti per poi partire alla volta di San Vito di Cadore, nel Bellunese, dove rimarrà in ritiro sino a sabato 25. Il regista, come spieghiamo nel pezzo sul mercato, potrebbe anche arrivare prima del previsto. Soluzione auspicabile, del resto, visto che di un giocatore a cui affidare le chiavi del centrocampo c´è bisogno come il pane.Serenità. Ma andiamo con ordine. Perchè il film potrebbe essere diverso? Perchè dopo anni di raduni all´insegna dell´indifferenza o addirittura dell´ostilità (ricordiamo di un´estate in cui per accedere al Menti si doveva esibire un documento), s´è finalmente visto un ritrovo contraddistinto da sorrisi e positività. Addirittura dai circa duecento tifosi presenti è partito qualche coro… Effetto terzo posto? Effetto Marino-bis? E soprattutto: durerà? Forse. Ma intanto la partenza fa ben sperare.Serenità/2. C´è voglia di sorridere anche in sala stampa. Un estratto. Marino: «Dopo aver preso Gatto abbiamo chiesto informazioni su… Volpe dell´Entella». Polato: «Beh, a questo punto come tecnico si poteva puntare su Mangia… ». Marino (che guarda storto il pres): «Eh, che vengo messo già in discussione?». Ecco, dopo questo duetto uno può ridere o meno. Quel che è certo è che anni addietro uno scambio di battute del genere non sarebbe stato neanche lontanamente immaginabile. E questa è tanta roba.Più uno e zero. Ecco, Gian Luigi Polato – da poco presidente del Vicenza – e il tecnico Pasquale Marino. A loro è toccato il compito di “presentare” la nuova stagione. «Ripartiamo – ha detto Polato – da più uno. Per la prima volta, dopo molti anni, possiamo parlare di un progetto. La conferma del tecnico, al riguardo, non è importante ma importantissima». Ok. E lo zero? «A questo proposito – sottolinea il presidente – mutuo le parole dell´amico Pastorelli. Da marzo ho avuto modo di lavorare con Alfredo e Nicola Pastorelli e con Marco Franchetto. Già si era parlato delle loro capacità imprenditoriali e ora si vede la passione e l´impegno con cui si muovono in ambito calcistico. Ci sono state molte riunioni durante le quali… mi tiravano le orecchie dicendo che faccio poco, ma non è vero».Tifoso/padrone. Sorrisi a raffica, insomma. Con soddisfazione anche per i dirigenti presenti: Alfredo Pastorelli (presidente di Vi.Fin) e il figlio Nicola, Marco Franchetto (socio di Vi. Fin) e Sergio Cassingena (presidente di Finalfa). Ma torniamo a Polato (che di Vi. Fin è pure socio): «L´obiettivo è riconquistare i tifosi, che sono i veri padroni della società. Se è vero che gli abbonamenti saranno più cari? Certi prezzi non potranno essere riproposti, ma si rimarrà in linea con la media della serie B».Orgoglio. Polato conclude con una sorta di… chiamata alle armi: «Siamo orgogliosi dei colori biancorossi, i colori delle mura della nostra città. La nostra è una provincia importante, i dati economici dicono che doppiamo le altre province d´Italia e del Veneto per quel che riguarda l´export». Ottimo, ma la squadra va completata. E Polato, al proposito, dà garanzie. Meglio, visto che ieri i centrocampisti erano appena cinque (5). Ma qui si passa al mercato… Buona estate a tutti, davvero.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Organici quasi definiti per le padovane di serie D che vedono avvicinarsi l’avvio di stagione. ABANO. Dopo i colpi Segato, Thomassen e Munarini, si cerca almeno un esterno offensivo per rimpiazzare Franceschini ingaggiato dalla Correggese. Massimiliano De Mozzi si gode intanto i nuovi arrivati: «Segato e Thomassen sono giocatori importanti che abbinano esperienza e qualità, e sono reduci dalla vittoria del campionato con il Padova. Da parte mia e della società non ci sarà comunque alcuna pressione nei loro confronti per il fatto di arrivare dai biancoscudati, e mi auguro che possano essere una guida anche per i giovani». Il tecnico si attende ancora qualche ingresso. «Sono andati via otto giocatori di esperienza e ne sono arrivati al momento tre, qualcuno arriverà ancora di sicuro. Rispetto all’anno scorso avremo un gruppo più giovane, ma la squadra è competitiva. Ripetersi non è mai facile (sesto posto e obiettivo play off centrato, ndr), anche se l’auspicio è quello di potersi migliorare ulteriormente». Preferenze sul girone in campionato? «Spero di finire nel girone del Triveneto, se non altro per avere trasferte più agevoli». La preparazione scatterà venerdì 24 luglio, tre giorni più tardi la squadra andrà in ritiro sulle colline imolesi. Le amichevoli: Camisano (sabato 8 agosto), Pozzonovo (venerdì 14), Cartigliano (mercoledì 19), Piovese (sabato 22), Legnago (mercoledì 26). CAMPODARSEGO. Manca almeno un difensore centrale per completare la rosa ed è il presidente Daniele Pagin a fare il punto sul mercato biancorosso: «Sono contento, è stato fatto un buon lavoro con il budget che era stato messo a disposizione. Anche se l’anno scorso abbiamo vinto il campionato di Eccellenza, era giusto cambiare per puntare su giocatori abituati alla serie D. Ci siamo mossi bene e sono convinto che possiamo dire la nostra». Obiettivo? «Se saremo nel girone del Triveneto credo che la nostra squadra possa competere per le prime cinque posizioni in classifica. Ripeto, sono arrivati giocatori bravi per la categoria che hanno voglia di ben figurare, e in ogni reparto siamo coperti al meglio». Intanto domenica 2 agosto la squadra affronterà l’amichevole con il Padova a Pieve di Cadore, mentre la presentazione ufficiale della rosa 2015-2016 si terrà martedì 21 luglio. Un flash sullo stadio “Al Gabbiano” che sarà messo a norma per il campionato nazionale dilettanti. «Abbiamo presentato tutta la documentazione anche grazie all’appoggio dell’amministrazione comunale, e stiamo attendendo il sopralluogo della Lega. Abbiamo chiesto una deroga per poter giocare sin dalle prime partite di campionato nel nostro impianto». ESTE. La rosa sarà composta da venti giocatori, più un paio di juniores che si aggregheranno a turno. La caccia è aperta ancora per un’attaccante che potrebbe arrivare a preparazione già in corso, e un centrocampista che rimpiazzi Tessari: in questo caso novità potrebbero essercene già in settimana. Poi c’è il discorso dei giovani con trattative avviate con il Padova per due giovani classe 1997 nel reparto avanzato. «Sono molto soddisfatto dei ragazzi che abbiamo ingaggiato – afferma Andrea Pagan – Ciascuno di loro ha qualità importanti sul piano atletico, tattico, tecnico e anche umano. Sono tutti giocatori che ho voluto io con l’avvallo della società. Poi dal 22 luglio quando inizierà la preparazione servirà un lavoro importante sul campo, tanto più che l’Este ha fatto sempre bene negli anni passati e non bisogna deludere le aspettative. È vero che si apre un nuovo ciclo, ma bisogna partire subito forte».

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Nella settimana appena conclusa le tre squadre padovane di Serie D ci hanno dato dentro. O meglio, Campodarsego e Abano hanno rinforzato le rispettive rose con autentici veterani della categoria, mentre l’Este ha preferito restare sottocoperta per pianificare le prossime operazioni. Nel frattempo, le società hanno presentato regolare domanda d’iscrizione al campionato 2015/2016. Su Este, Campodarsego e Abano non c’erano dubbi, ma, considerati i precedenti (che hanno visto altre compagini coinvolte, è bene specificarlo), l’iter burocratico e le garanzie economiche richieste rappresentavano comunque uno scoglio non indifferente. La Commissione di Vigilanza, in ogni caso, darà conferma dell’avvenuta iscrizione entro il 20 luglio, dopo le verifiche di rito. Este. Per il nuovo tecnico dei giallorossi Andrea Pagan sono giorni di riflessione. Gli ultimi addii, di Andrea Tessari e Tommaso Lelj in primis, hanno costretto l’ex clodiense ad un cambio di strategia. L’idea era quella di rimettere a posto l’attacco, il reparto più… spennacchiato, ma pure il centrocampo, ora come ora, ha qualche problemino: di fatto, la linea mediana titolare della passata stagione composta da Rubbo, Lelj e Beghetto, con Tessari pronto a subentrare, è finita per intero alla voce “cessioni”. La ricerca del centrocampista centrale, dunque, da vezzo si è trasformata in necessità. Con una sola certezza: non sarà un fuori quota. A proposito di “under”, l’entourage atestino ha intavolato un paio di trattative con il Padova per valorizzare i giovani della Primavera: ben due potrebbero sbarcare a Este in settimana, in compagnia di Francesco Tiozzo, difensore di proprietà del Venezia ma reduce da una buona stagione a Chioggia. Campodarsego. Il Campodarsego non ha fatto mistero sul nome del giovane biancoscudato corteggiato per la porta: dopo Giorgio Merlano, ex portiere di Esperia Viareggio, Treviso e Thermal Abano, ufficializzato pochi giorni fa, potrebbe arrivare in prestito Marco Vanzato. L’attaccante esterno, invece, è fresco di firma: si tratta di Raffaele Cacurio, anch’egli protagonista con la maglia della Thermal Abano. Ora le priorità sono un’ala e un difensore centrale, da affiancare a Thomas Poletti. Abano. Thomassen, Segato e Petito. Il direttore sportivo aponense Andrea Maniero parla di «piccoli passi», ma sembra che l’Abano voglia fare le cose in grande. A centrocampo e in attacco, però, c’è ancora qualcosa da sistemare: mancano due o tre fuori quota per reparto, mentre davanti il bomber di razza latita ancora. La riconferma di Fabio Barichello, giocatore da 10-12 gol a stagione e bravo a dare profondità, è già un buon punto di partenza, ma entro la settimana dovrebbe essere annunciata la sua spalla. Tra l’altro, con il raduno alle porte, la rosa dovrebbe essere già completata. Il condizionale è d’obbligo anche perché, nel mercato di Serie D, i saldi d’agosto portano affari che talvolta valgono un’intera stagione.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Ripartire, con rabbia. È il messaggio, chiaro e tonante, che Claudio Coralli trasmette a tutti. Dal Cittadella che verrà fino ai tifosi, che male hanno digerito la retrocessione in Lega Pro. «Bisogna ripartire, decisi. Per noi è importante fare l’impresa e ritornare subito in serie B. Realtà sane come la nostra, ce ne sono poche: meritiamo di giocare nel campionato cadetto». Coralli al primo anno di Cittadella ha centrato la promozione, al suo ritorno due salvezze. Con che spirito si appresta a vivere la nuova stagione? «Con l’obiettivo di ripetere i risultati ottenuti al mio arrivo. Lo devo prima di tutto alla gente di Cittadella che sempre mi ha voluto bene. Le mie vacanze le ho trascorse qui, e ogni tifoso che ho incontrato per strada ha cercato di rincuorarmi per la retrocessione. Poi è rimasto il direttore, ed è uno stimolo in più». Ha tirato in ballo Marchetti. «Poteva andarsene, aveva le occasioni per farlo, ma ha scelto il Cittadella perché ce l’ha nel cuore. È rimasto con noi a soffrire in Lega Pro». Anche l’arrivo di Roberto Venturato per lei sarà graditissimo. «Certo, con lui in panchina ho fatto due anni spettacolari. Ho vinto il campionato di C2 e disputato quello successivo in C1. È una persona straordinaria, quasi una fotocopia di Foscarini. Sono felice che il direttore abbia scelto lui, lo speravo. A Cittadella servono persone con grandi principi come li hanno Foscarini e Venturato». L’ha convinto anche lei ad accettare la piazza granata? «Non l’ho chiamato il giorno della firma, ma l’ho sentito in questi ultimi tempi. Avevo letto il suo nome accostato a quello del Cittadella, ma lui non si è mai sbilanciato. È un buon punto di partenza». Ha fatto da “intermediario” anche con Pascali? «Ne avevo parlato con il direttore, poi Manuel mi ha chiesto informazioni su Cittadella e gli ho detto «dai, muoviti, vieni qui che li riportiamo dove li abbiamo lasciati lo scorso anno, in serie B. È stata una stagione dove tutto ci è girato storto». Condannati da tanti, troppi episodi: quale ricorda con maggiore rammarico? «La retrocessione è colpa di tutti. Personalmente rivivo l’immagine del mio palo colpito al novantesimo con la Ternana. Due punti in meno che sono rimasti tali nella nostra classifica. Avessimo vinto quella partita, chissà come sarebbe andata a finire». Ecco il messaggio di Claudio Coralli: «Ormai ciò che è stato non si può cambiare. Nessun rammarico, quindi, ma ripartire a testa bassa e pedalare. Io non vedo l’ora di farlo, perché voglio cancellare l’ultimo anno». È ancora presto per giudicare, ma come vede il Cittadella ai nastri di partenza? «Il direttore sta lavorando sodo per allestire una buona squadra, siamo appena a metà dell’opera, non siamo in tanti. Non sappiamo ancora chi resta e chi invece abbia voglia di cambiare aria, ma chi indosserà questa maglia deve esserne convinto, e dare tutto per i colori granata». Dopo tanti anni, mancherà Pierobon. «Speravo facesse un altro anno, ne abbiamo parlato assieme e so che ha preso una decisione sofferta. Continuerà però a lavorare per il Cittadella, darà una mano ai più giovani, e la sua presenza sarà importante nello spogliatoio, e credo anche all’allenatore». L’ultima considerazione di Coralli è sullo stato attuale del calcio italiano, con il Parma fallito e i nuovi scandali-scommesse. «Il calcio è strano, chi se lo sarebbe aspettato tutto questo polverone. Anche noi siamo stati penalizzati dalla vicenda-Catania, perché potevamo arrivare ai play out. Anzi: con il Catania sotto di noi si potevano fare dei calcoli, invece siamo sempre stati costretti a rincorrere e basta». Ha pensato ai ripescaggi? «Ci spero, ma non dobbiamo pensarci. Dico solo che se c’è qualcuno che si merita qualcosa, quello è il Cittadella».

Ore 12.40 – (Gazzettino) La Nazionale italiana oggi, con inizio alle 12, al Naju Public Stadium in Corea del Sud affronterà proprio la formazione di casa nella finale per l’oro delle Universiadi 2015. In campo tra gli azzurri anche il difensore granata Daniel Cappelletti, autore tra l’altro del 3-1 ai rigori in semifinale sul Giappone. Cappelletti concluderà i suoi impegni con l’Italia e il Cittadella comincerà i lavori della nuova stagione: mercoledì alle 15 è prevista la conferenza stampa del neo allenatore Roberto Venturato, quindi la prima sgambata allo stadio. Ai nastri di partenza anche il nuovo portiere, che sarà quasi certamente Enrico Alfonso, padovano classe 1988 svincolato dal Piacenza, che Venturato conosce bene. L’altro numero uno sarà quasi certamente Vaccarecci, arrivato al Cittadella a gennaio e pronto a restare. Saranno allenati da Andrea Pierobon, nella sua nuova veste di preparatore. Andrea Redigolo è confermato preparatore atletico. Sabato alle 19 la presentazione ufficiale della squadra ai tifosi, a Villa Rina in sala consigliare; domenica mattina la partenza per il ritiro di Lavarone.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Sulla sua carta d’identità c’è scritto che è nato il 14 aprile 1963 ad Atherton, in Australia. E già questa è la prima cosa che colpisce: il Cittadella è andato a pescare il suo nuovo allenatore dall’altra parte del mondo. Roberto Venturato, partiamo da qui: come mai questo luogo di nascita così esotico? «I miei genitori erano emigrati in Australia per lavoro. Sono nato lì e ci sono rimasto sino al 1973, quando avevo dieci anni. Poi siamo tornati a Trevignano, nel Trevigiano, dove la mia famiglia ha le sue radici e dove i miei vivono ancora. Io, però, ora abito a Cremona con mia moglie». E conosce bene Stefano Marchetti, con cui ha anche giocato assieme proprio nel Treviso, nella stagione 1993/94. Con che tempi si è sviluppata la trattativa che l’ha portata qui? «Confermo che ci conosciamo da tanto e credo che Stefano conosca bene cosa posso dare a questa squadra sia dal punto di vista calcistico che umano. C’è stato un primo contatto, ma tutto si è concretizzato nel corso dell’ultima settimana, sino alla firma del contratto di venerdì mattina, in sede». Le sue squadra sono spesso scese in campo con il 4-4-2: come sarà il nuovo Cittadella? «È prematuro parlare di moduli. Posso dire che sì, sia al Pizzighettone che alla Cremonese, la disposizione in campo era quella, ma proprio a Cremona ho variato più volte il disegno tattico e a Crema ho vinto un campionato di Serie D utilizzando il trequartista. Al di là dei numeri, posso dire questo: lavoreremo per costruire una squadra dall’identità precisa e con una personalità forte». Sa che i tifosi si attendono una stagione di vertice dopo la retrocessione del passato torneo… «Non mi sentirete lanciarmi in proclami, perché credo che l’umiltà sia un valore fondamentale. Dopodiché dico anche che abbiamo degli obiettivi da centrare, inutile nasconderlo. Ma aggiungo che vogliamo arrivare a raggiungerli attraverso il gioco: lavoreremo da subito per costruire una squadra in cui tutti siano coinvolti sia nella fase difensiva che in quella offensiva». Di stagioni ad alto livello ne ha vissute tante, quasi sempre in Lombardia, alla guida del Pizzighettone, condotto dalla Serie D alla C/1, della Pergolettese, con un campionato vinto, sempre in D, e della Cremonese, con cui ha sfiorato la promozione in B. Come mai tanta gavetta ma poco calcio professionistico nel suo curriculum? «Il calcio è così, stritola tutto senza darti il tempo di respirare. Ripenso spesso alla finale playoff persa contro il Varese quando allenavo la Cremonese: in quell’occasione ho sfiorato la Serie B, poi non ho più avuto modo di allenare in Lega Pro. Ma proprio per questo so che al Cittadella avrò un’occasione importantissima per me. Qui c’è grande voglia di rivalsa, una voglia che è anche mia. Bisognerà riuscire a sfruttarla nel modo giusto, perché la rabbia può anche consumare le energie a disposizione». Lei ha già lavorato con Pascali, primo acquisto granata della nuova stagione, e pure con il portiere Alfonso, accostato da radiomercato al Citta. Proprio Pascali ha speso parole di elogio nei suoi confronti. «Li conosco perché li ho avuti al Pizzighettone. Ma posso assicurare che Pascali piaceva alla società da prima che ci fosse l’accordo con il sottoscritto: è stato bravo Marchetti a sfruttare il momento buono per farlo rientrare in Italia. Per quanto mi riguarda, pure io non posso che parlare bene di lui». Marchetti ha dichiarato che nella prima fase del ritiro il gruppo non sarà al completo, anche perché le vicissitudini di diverse società di Lega Pro “libereranno” numerosi giocatori, offrendo potenziali occasioni. Prossime mosse? «Intanto concentriamoci sul lavoro da fare da mercoledì, quando ci ritroveremo al Tombolato. E il d.g. ha detto bene: vedremo nei prossimi giorni, la squadra sarà allestita senza fretta».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Mercoledì lui non ci sarà. Ma il riposo supplementare Daniel Cappelletti se lo merita, visto quanto sta facendo con la Nazionale azzurra: oggi alle ore 12 italiane, a Naju, giocherà la finale delle Universiadi, contro i padroni di casa della Corea del Sud. Non ci sarà e non ci sarebbe comunque potuto essere nemmeno il polacco Tomasz Kupisz, trasferitosi al Brescia, società che punta al ripescaggio in B: il 25enne esterno offensivo, approdato sotto le Mura nello scorso mercato di gennaio, era rientrato al Chievo per fine prestito ed è stato nuovamente ceduto, sempre in prestito, ai lombardi. Nessuna novità, intanto, per quanto riguarda il portiere, ma prende quota la candidatura del padovano Enrico Alfonso, 27 anni.

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Stiamo parlando – conferma – e il Padova è una delle squadre classe che mi vorrebbe. Sto cercando di capire quale possa essere la soluzione migliore per me e poi bisogna naturalmente fare quadrare le cose con la società. Quella padovana è una piazza importante e la destinazione sarebbe sicuramente gradita, vediamo come si sviluppa il discorso». La concorrenza è agguerrita, non solo Mantova e Cremonese. «L’Ascoli stesso mi aveva prospettato la possibilità di formulare un’offerta che al momento non è ancora arrivata». Tempi? «Spero che in settimana si possa arrivare a una soluzione, ma nel calcio si sa come funziona. A volte bisogna aspettare e poi, da un giorno all’altro, tutto cambia». Sempre alte, poi, le quotazioni relative a Neto Pereira, a maggiore motivo vista la situazione del Varese (con cui ha ancora un anno di contratto), che difficilmente s’iscriverà al campionato di Lega Pro, liberando il giocatore. In questo caso ci sarebbe da attendere la fine della settimana. Sempre nel Varese milita Gianpietro Zecchin, ma la sua candidatura è definitivamente venuta meno. Come attaccante di fascia si pensa pure a Giuseppe Torromino (sotto contratto con il Crotone, 15 gol l’anno passato a Grosseto), a sua volta nel mirino di Mantova e Ascoli.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Per la difesa, virtualmente definito il discorso per la fascia sinistra, con gli under Anastasio e Di Nicola ormai in biancoscudato, mancano all’appello i centrali da affiancare a Niccolini. Tra questi, come riferito nei giorni scorsi, potrebbe esserci il giovane Ivan Canete del Paraguay, svincolato dall’Atletico Madrid. «Stiamo aspettando che venga con i suoi agenti», spiega De Poli. E la pista internazionale potrebbe portare ulteriori sviluppi. «Valutiamo la possibilità di trattare fino a quattro elementi stranieri, e non solo under». Confermata inoltre la possibilità che in ritiro possa esserci più di qualche giocatore in prova. Per il ruolo di punta centrale resta attuale la pista che porta a Cristian Altinier, il trentaduenne attaccante reduce da un’ottima stagione ad Ascoli che lo ha visto andare a segno 17 volte. Rientrato nella sua Mantova dopo le vacanze in Salento, l’interessato tiene ancora una porta aperta nei confronti dei biancoscudati.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Difficilmente prima di domani, anche per l’impossibilità di operare all’Euganeo per il concerto di Vasco Rossi, verranno annunciati nomi nuovi, ma entro la partenza per il ritiro sicuramente la rosa biancoscudata, ora numericamente limitata, sarà più assortita, nonostante la fumata nera su un paio di trattative che fino a qualche giorno fa sembravano vicine alla conclusione. È infatti ufficiale l’ingaggio da parte della Juve Stabia di Pietro Arcidiacono che seguirà Salvatore Ciullo, suo tecnico la scorsa stagione al Martina. E visto che il tempo passa, che sono assistiti dallo stesso agente di Arcidiacono (Jerry Palomba) e che entrambi giocavano nel Martina per Ciullo, il diesse De Poli intende definire prima possibile, in un modo o nell’altro, la posizione del difensore centrale brasiliano Fabiano e del centrocampista De Risio. «Ci vuole la buona volontà dei giocatori, ma soprattutto bisogna trovarsi per parlarne una volta per tutte».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Le ambizioni non gli mancano. «È un bel traguardo arrivare nei professionisti, ma non voglio fermarmi qui: il mio obiettivo è arrivare il più in alto possibile e farlo con il Padova sarebbe un sogno». Tra i giovani di quest’anno in forza ai biancoscudati, gli unici superstiti in vista della prossima stagione sono proprio Mazzocco e Petkovic. «Pensavo che restasse anche Salvadori (è tornato all’Union Ripa La Fenadora, ndr), non lo dico perché è un amico ed eravamo compagni di stanza, ma in campo aveva dimostrato il suo valore. Mi è dispiaciuto che non sia stato confermato, anche se è giusto che a fare le scelte sia la società. Sono sicuro che allestirà una grande squadra per puntare ai primi posti in classifica». Intanto, quello appena passato è stato l’ultimo fine settimana libero prima d’iniziare il ritiro a Pieve di Cadore che scatterà sabato. «Ho festeggiato la firma del contratto al mare al Lido di Spina insieme a Formigoni (ex biancoscudato) e alle nostre fidanzate».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ha firmato venerdì un contratto che lo legherà per i prossimi tre anni al Padova, subito dopo essersi svincolato dal Parma fallito. Stiamo parlando di Davide Mazzocco che dopo essere stato quest’anno in prestito all’ombra del Santo rivelandosi tra i giovani più promettenti della serie D, è diventato a tutti gli effetti un giocatore biancoscudato ed è pronto a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche in Lega Pro. Un paio di settimane fa, tra l’altro, il centrocampista ha centrato un altro obiettivo: si è diplomato geometra con la votazione di sessantotto centesimi. «Sono felice di aver concluso il percorso scolastico, adesso potrò concentrarmi sul calcio e cercherò come sempre di dare il massimo. Il triennale con i biancoscudati? Significa che la società ha fiducia in me, sono molto contento. Padova è una grande società, lo è sempre stata e lo sarà anche in futuro». Per Mazzocco si tratta della prima esperienza nei professionisti. «Mi sento pronto, affronterò questa nuova avventura senza paura e dando sempre il massimo. Mi aspetto un campionato più competitivo rispetto alla serie D e avrò modo di misurarmi con giocatori davvero forti, quindi so che bisognerà darsi da fare di più. Sarà un’esperienza bellissima».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Sabato prossimo alle 13.30, con la salita sul pullman che porterà la squadra al ritiro di Pieve di Cadore, inizia la nuova stagione del Padova, ma i giocatori arriveranno in città uno o due giorni prima per sostenere al Poliambulatorio Arcella le consuete visite medico-sportive. Per motivi logistici, ma sicuramente pure per una scelta di natura scaramantica, la comitiva si muoverà con il torpedone da Piazzola sul Brenta, esattamente come l’anno scorso. Il Padova risiederà all’hotel Pelmo e la prima amichevole in ritiro verrà disputata domenica 26 alle 16 a Pieve di Cadore contro la rappresentativa Cadore Dolomiti. Martedì 28 alle 19.30 amichevole in casa del Belluno, mentre il 2 agosto, ultimo giorno di ritiro, è in programma un test a Pieve con il Campodarsego (ore 16). Dopo il rientro in città l’appuntamento più prestigioso contro l’Udinese, fissato per mercoledì 5 agosto a Lignano Sabbiadoro, con inizio alle 20.30. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. Oggi sarà il giorno dei nuovi soci Poliero, Salot e Tosetto che entreranno ufficialmente nella società biancoscudata nel corso del cda che in precedenza deve approvare a tale scopo l’aumento di capitale. Indisponibile l’Euganeo per il concerto di Vasco Rossi, i soci si ritroveranno nell’azienda dei Bonetto a Piazzola sul Brenta.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “La certezza di avere due club sani”) Premessa: il 13 luglio, cioè oggi, nessuno può dire con certezza cosa succederà nel calcio italiano, nel senso che è impossibile sapere quali e quante squadre parteciperanno, ad esempio, alla prossima Serie B e quale sarà lo scenario della Lega Pro (ora commissariata), vista la quantità industriale di società a rischio processi (per illeciti diretti o responsabilità oggettiva) e in odore di sparizione (per mancata presentazione delle garanzie, soprattutto bancarie, richieste). Un quadro nebuloso, incerto, dove ogni giorno le “voci” di defezioni e di ripescaggi al limite dell’assurdo si sommano con le (poche) certezze in mano: la prima è che il torneo cadetto inizierà il 5-6 settembre; la seconda è che il via alla Lega Pro slitterà più in là, probabilmente alla seconda domenica (il 13) di settembre. C’era da aspettarselo: il pallone, saturo di porcherie, alla mercè di personaggi da troppo tempo chiacchierati e in alcuni casi collusi con la malavita, è prossimo al punto di rottura, se non l’ha forse già superato nelle ultime settimane. E se da Roma – leggasi Consiglio Federale – non giungeranno segnali precisi ed inequivocabili, soprattutto sull’applicazione ferrea delle leggi esistenti, facendo pulizia dov’è più urgente, la svolta auspicata rimarrà ancora una volta allo stato di pura intenzione. Qui da noi, comunque, qualche fondato motivo per sperare in un futuro migliore ce l’abbiamo: la serietà di due club, come Padova e Cittadella, che fanno della concretezza e dell’oculatezza i loro cardini. Siamo in terza serie, dopo una stagione di vicende contrapposte (i biancoscudati sono tornati nel professionismo, i granata sono retrocessi dopo sette anni di fila tra i cadetti), ma la credibilità delle proprietà è tale e tanta da poter affermare, senza smentita, che entrambe fanno calcio come si deve: niente spese folli, investimenti mirati e idee e strategie chiare. Guardandoci in giro, a pochi chilometri di distanza ad esempio, non possiamo affermare che esistano modelli simili: il Venezia sta per scomparire, e sarebbe il terzo fallimento, il Real Vicenza è in liquidazione, e a Treviso il bel calcio che fu è solo un pallido ricordo. Per cui: teniamoceli stretti i vari Bergamin, Bonetto e Gabrielli, e diamogli fiducia. Con loro si può andare sul sicuro. Soprattutto vedere calcio sano, non “inquinato”.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Ci sono colpi all’orizzonte? «Oggi non posso nemmeno entrare in sede per colpa del concerto di Vasco, ma da domani si comincia sul serio con quei colloqui che non sono riuscito a fare la settimana scorsa. Questi primi tre giorni potrebbero essere fondamentali per almeno 4 o 5 giocatori: De Risio, Fabiano, più altri due o tre». Che sono Neto Pereira, Anastasio e Di Nicola? «No, i due terzini sono esclusi da questa rosa. Con loro c’è già un accordo di massima e rimangono solo da definire le cose con le rispettive società (Napoli e Pescara, ndr). Sto aspettando una risposta per un centrocampista e un difensore dall’Argentina, ma anche e soprattutto da un centrale di difesa con cui spero di incontrarmi entro martedì, ma del quale non posso svelare il nome. In ritiro saliranno anche alcuni elementi che vogliamo valutare, under e over: stiano tranquilli i tifosi, stiamo lavorando per costruire un grande Padova».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Fabrizio De Poli, finito nel mirino delle critiche non certo per colpa sua dopo i primi colpi “steccati”, predica prudenza. Arcidiacono ieri si è legato alla Juve Stabia, Bizzotto ha fatto dietrofront rimanendo a Bassano dopo aver accettato di firmare per il Padova, Tulli ha alzato la richiesta economica e se n’è tornato da dove era venuto. «Ma vedrete che la situazione cambierà in pochissimi giorni», assicura il direttore sportivo biancoscudato. «Ormai tutte le squadre stanno partendo per i ritiri, e chi aveva deciso di attendere offerte economiche più importanti o categorie superiori tra poco comincerà a preoccuparsi. Dopo i primi giorni di ritiro, le squadre non cercano più le “occasioni”, ma solo giocatori precisi ruolo per ruolo. E infatti nelle ultime ore le chiamate al mio numero si sono intensificate». Non è un problema, dunque, che il Padova sia ancora “al palo”? «Dobbiamo costruire una rosa di 24 giocatori e siamo indietro, ma questo non vuol dire prendere i primi che capitano. La proprietà conosce i miei movimenti, dobbiamo costruire una squadra forte e la fretta non è d’aiuto: il rifiuto di Bizzotto ci ha fatto perdere due settimane di lavoro, perché io lo consideravo già nostro, ma i prossimi giorni saranno fondamentali».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Com’è dura la vita degli uomini-mercato di questi tempi. Sabato 18 il Padova parte alla volta di Pieve di Cadore per il riutiro pre-campionato: come avvenne un anno fa, i biancoscudati muoveranno (alle 13.30) ancora una volta dalla sede dell’azienda di Roberto Bonetto, a Villafranca, dove tutto era iniziato dodici mesi fa. Da un lato, dunque, il tempo è tiranno perché il tecnico Carmine Parlato, a pochi giorni dal raduno, ha appena un terzo della rosa a disposizione. Dall’altro, tuttavia, vi è la necessità di attendere: venerdì, giorno di chiusura delle iscrizioni alla Lega Pro, diverse delle 12 squadre in bilico potrebbero sparire, riversando sul mercato decine di… occasioni a costo zero, con la possibilità che i processi sportivi delle prossime settimane facciano lo stesso e portino alla fine di agosto – il mercato chiuderà alle 23 del giorno 31 – con centinaia di giocatori a piedi.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Oggi è il giorno senza ritorno: o la Dinamica Consult chiude l’operazione per l’acquisto del Venezia con l’avallo dell’avvocato Baratella, a cui il patron russo Yuri Korablin ha dato mandato di trovare compratori, oppure il legale ufficializzerà la mancata cessione del club. E a quel punto si partirebbe per costituire una nuova società che punti all’iscrizione in Serie D, attorno ad uno o più imprenditori con un progetto ben preciso da presentare al sindaco Brugnaro. Dietro le quinte agirebbero tre cordate: una veneziana, una extraregionale e una straniera. I tempi sarebbero, però, strettissimi: entro il 25 luglio dovrà essere presentata la domanda di ammissione alla Serie D in sovrannumero, come accaduto un anno fa alla Biancoscudati Padova e alla Robur Siena.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Entrambi potevano essere riscattati ad un milione, sebbene Darmian avesse anche un diritto di controriscatto. Il Padova avrebbe potuto investire su di loro e, a giudicare da quanto valgono adesso, non avrebbe fatto male. Dissi a Cestaro di riscattarli, ma non volle». È uno dei maggiori errori che si imputano all’imprenditore vicentino. «Il calcio nelle serie minori è praticabile solo investendo sui giovani e cercando di limitare le spese. Anche se in Lega Pro è diventato insostenibile. Qualcosa deve cambiare per forza, visto che ogni società è in perdita e sempre più squadre non riescono ad andare avanti». Cosa c’è nel suo futuro, adesso? «Sono in attesa di trovare una nuova sistemazione, anche se in questo periodo è difficile. Vedremo. Questo lavoro mi piace e voglio continuare a farlo. Intanto andrò a vedere tante partite, comprese quelle di mio figlio. Gioca nei Pulcini del Padova, se la cava bene e per me è una grande emozione vederlo indossare quella maglia».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) L’ultimo a costruire una squadra a Padova, dopo una promozione, fu lei in B nel 2009. E tra i vari acquisti portò a casa un certo Darmian, il calciatore del momento, dopo il suo passaggio dal Torino al Manchester United per 20 milioni. Se lo sarebbe mai aspettato? «Ai Red Devils magari no, ma ero pronto a scommettere che avrebbe fatto una carriera di livello. Aveva grandi doti, sia calcistiche che umane, un ragazzo serio. Sono contento per lui, anche se…». Rimpianti? «Il 2009 a Padova fu il mio primo anno da direttore sportivo. Ero inesperto e commisi errori, lo ammetto. Mi si rimprovera sempre di aver portato Vantaggiato, che secondo me è comunque un ottimo attaccante, e mi si ricorda solo per questo. Ma quell’anno portai, oltre a Darmian, anche Bonaventura».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Come si spiega il comportamento di Korablin, che lascia morire tutto senza dare notizie né spiegazioni? «È una mezza figura, c’è poco da dire. Un comportamento inqualificabile, che corona un’annata allucinante. In primavera non c’erano più soldi, avevamo problemi anche a pagare alberghi e ristoranti. Nessuno vedeva lo stipendio da mesi. E le prime avvisaglie si erano già avute a novembre, quando arrivarono i deferimenti per i mancati contributi versati. In situazioni simili il 12º posto raggiunto è un grande risultato per squadra e tecnico». L’ultima volta che ha visto il presidente russo? «Sono stato tre volte a Mosca, l’ultima a febbraio. Ci ha sempre rassicurato, faceva apparire tutto perfetto. E invece… Non so spiegarmi questo comportamento». Ha notato analogie con il Padova di Penocchio? «Non posso giudicare, alla fine sono rimasto meno di un mese con Penocchio. E fino a quel momento nessuno immaginava che sarebbe andata a finire male». Alla fine, però, il Padova è ripartito alla grande. Le piace la nuova società? «Molto. Mi sembra che si sia impostata la linea giusta e l’ambizione non manca. C’è gente seria, non si sperperano soldi e non sono stati fatti grandi proclami».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Ivone De Franceschi è in vacanza. Anche se non l’avrebbe voluto. Quantomeno non l’avrebbe voluto in questo periodo, quando tutti i suoi colleghi sono nel momento più intenso e decisivo del proprio lavoro. Il direttore sportivo vive d’estate e invece, in questo torrido luglio 2015, il 41enne dirigente padovano è costretto a osservare il “suo mondo” da casa, o al massimo sotto l’ombrellone. Eppure ci sono tante notizie che rimandano, in un modo o nell’altro, a lui. Belle e brutte. Partiamo da quelle negative. La situazione del Venezia ormai è compromessa, la terza radiazione negli ultimi 10 anni è ad un passo. De Franceschi, lei è stato direttore sportivo arancioneroverde fino allo scorso 30 giugno. In Laguna possono ancora sperare? «Non credo proprio, ed è un peccato. Non se lo meritava nessuno, dai giocatori, ai dipendenti, ai tifosi. Credo che il destino del Venezia sia segnato, impossibile che si iscriva con questa proprietà».

Ore 08.30 – Padova, amichevoli estive: la prima si terrà domenica 26 luglio a Pieve di Cadore contro una selezione locale. In programma anche una sfida con l’Udinese a Lignano Sabbiadoro il 5 agosto.

Ore 08.28 – Padova, il ritiro precampionato si svolgerà a Pieve di Cadore dal 18 luglio al 2 agosto.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 12 luglio: domenica intensa per Fabrizio De Poli, impegnato su più fronti.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com