Live 24! Padova, prima doppia seduta a Pieve di Cadore: si suda in quota

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Ore 22.00 – (Gazzetta di Mantova) Per completare l’organico di mister Maspero mancano ancora 2-3 pedine che il ds Alfio Pelliccioni proverà ad assicurarsi nel corso della prossima settimana. Il primo passo da compiere è rifare la cessione di Angelo Siniscalchi al Pavia, annullata dalla proprietà cinese del club biancazzurro che ha tolto il potere di firma al dg Londrosi e l’ha esonerato. A questa operazione era legato (tramite un conguaglio in favore dell’Acm) anche il ritorno in biancorosso del 27enne esterno sinistro Samuele Sereni. Nei primi giorni della prossima settimana l’affare dovrebbe finalmente andare in porto. Una volta ceduto Siniscalchi, il Mantova affonderà il colpo per assicurarsi un sostituto. I fari del club di Viale Te sono puntati sul 27enne Fabio Gavazzi, da gennaio passato al Novara dopo una lunga militanza nel Renate. Si tratta di un’operazione piuttosto onerosa, che però il Mantova conta di riuscire a perfezionare. All’appello, poi, mancherebbe un altro giovane. Un difensore, oppure un centrocampista se Maspero riterrà adattabile al reparto arretrato il mediano Mattia Lombardo, prelevato dalla Pro Vercelli. In tal caso, potrebbe aprirsi la strada per riportare a Mantova, stavolta con trasferimento definitivo, il 20enne francese Enzo Di Santantonio, che tanto bene ha fatto nella scorsa stagione agli ordini di mister Juric. Il mercato biancorosso, comunque, prevede anche delle cessioni. Proprio domani è in programma un incontro con il Santarcangelo, che potrebbe riprendersi Samuele Olivi, tornato all’Acm per fine prestito. Se l’affare non si farà, Olivi da martedì sarà in ritiro con il Mantova. Sulla lista dei partenti c’è anche il regista Francesco Uliano, per il quale si pensa alla rescissione del contratto. Da valutare anche la posizione di Alessandro De Respinis, che non rientrava nei piani ma che spera di far bene nel ritiro di Masen e di convincere Maspero a confermarlo.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Neanche un mese fa (la fumata bianca per la cessione societaria arrivò il 25 giugno) il Mantova rischiava di sparire dal calcio professionistico e oggi si appresta a partire per il ritiro estivo con una rosa che – almeno sulla carta – dovrebbe garantire ai tifosi una stagione quantomeno senza patemi d’animo. Già, perché quello che partirà oggi (ore 15.30) dal Martelli alla volta di Masen di Giovo (Trento) è un Mantova che ha perso alcuni pezzi da novanta della passata stagione (Siniscalchi, Paro e Boniperti su tutti) ma li ha anche sostituiti con elementi di grande spessore per la categoria. Il salto di qualità più evidente dovrebbe esserci in attacco, dove la coppia Ruopolo-Anastasi (22 gol in due lo scorso anno), assistita dall’inossidabile Caridi, dovrebbe garantire un cospicuo numero di reti. A metà campo, poi, sono arrivati l’esperto regista Dalla Bona e l’incontrista Puccio, che insieme a Raggio Garibaldi e Zammarini formano un reparto di tutto rilievo. In difesa, dopo l’innesto di Carini – che ha alle spalle esperienze in B – si attende il sostituto di Siniscalchi. Qualche dubbio può esserci sui portieri, visto che il 22enne Bonato non ha tantissima esperienza (48 presenze in C) e che alle sue spalle dovrebbe esserci il 20enne Marco Albertoni del Genoa, che nella scorsa stagione ha debuttato nella Spal (una sola gara). Ma il vero punto interrogativo, come sempre accade per formazioni che si presentano al via con 14-15 volti nuovi, è legato alla necessità di diventare prima gruppo e poi squadra, assimilando i dettami tattici di mister Maspero. E risposte sul tema potranno arrivare soltanto in campionato. Campionato che è un bene il Mantova affronti con l’obiettivo primario – stabilito da società e allenatore – di conquistare la salvezza. Ma dal quale, visto l’organico, è lecito attendersi anche qualcosa in più. Senza per questo voler dimenticare che gli obiettivi di vertice sono riservati ad altri club (fra questi Alessandria, Pavia e Cremonese, tanto per fare qualche nome) che hanno investito molto sul mercato al fine di centrarli. Nelle due settimane di ritiro a Masen, mister Maspero dovrà anche valutare cinque elementi aggregati in prova. Fra questi, le sorprese dell’ultima ora sono il 33enne portiere del Rezzato Trilli (perché Albertoni del Genoa arriverà in ritiro soltanto fra alcuni giorni) e il 20enne centrocampista del Ciliverghe Gjonai. Una grande occasione hanno anche i due (ex) gioielli del vivaio biancorosso, Nicolò Marangi e Luca Manarin: dopo l’esperienza maturata in D, dovranno convincere Maspero che possono trovare spazio anche nel professionismo. La società ne sarebbe felicissima.

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Siamo al terzo posto: me l’hanno detto dalla Figc». Così Mauro Lovisa, galvanizzato dall’ampia disponibilità di posti per il ripescaggio in LegaPro, dopo la riunione del Consiglio federale. «Pare che l’Albinoleffe abbia già presentato domanda. Al momento ci sarebbe una sola società di Lega D (per i ripescaggi vale la regola dell’alternanza fra candidate di Terza e Quarta serie, ndr) disposta a versare la supertassa. Possiamo – presidente e soci lasciano trasparire tutta la loro fiducia – stare tranquilli. Le carte sono pronte. Già nella settimana entrante le faremo pervenire agli uffici». La scadenza è il 27 luglio. Dell’incartamento si stanno occupando i due segretari neroverdi: Roberto Donazzon e Davide Brendolin. Il primo acquisto è il laterale Michele De Agostini, figlio dell’udinese Gigi. IN PRIMA FILA – Sono tanto sicuri della “risalita”, al De Marchi, che l’ufficio marketing ha già lanciato l’operazione: una stagione da vivere in prima fila. Diventando “Pn Member” (costo della tessera 1000 euro) si potrà avere l’abbonamento in tribuna centrale con poltroncina personalizzata, la t-shirt con il proprio nome, l’accesso all’area ospitalità e altri servizi esclusivi. Soprattutto però sarà un modo, per chi può permetterselo, di sostenere attivamente la società, pronta ad affrontare le spese per il ripescaggio e ad allestire una formazione in grado di mantenere la C e magari in futuro di cominciare a pensare anche più in grande. STONATA – Intanto si è rifatto vivo il “dimissionato” Mario Macalli. Difficile capire a quale titolo, visto che la LegaPro è ora commissariata, in attesa delle elezioni del nuovo Consiglio. A parte le prevedibili minacce nei confronti di chi lo ha sfiduciato, l’ex presidente sui ripescaggi ha affermato: «Per ora i posti occupati sono 51 su 60. Brescia ed Entella potrebbero tornare in B e si andrebbe a 49. Se qualche altra squadra dovesse rimanere coinvolta nello scandalo delle scommesse diventerebbero 47. A quel punto sono ipotizzabili anche tre gironi da 16. Il Pordenone? Sono certo che farà la domanda». A che titolo parla oggi Macalli? Non solo: quale autorità ha per mettere in dubbio le decisioni della Figc che ha confermato che l’organico di LegaPro resterà di 60 società divise in 3 gruppi da 20? Evidentemente ancora una volta la ex mano destra del sistema dimostra di non essere d’accord) con quella sinistra, rimasta al suo posto. L’ennesimo esempio della confusione che caratterizza il palazzo del calcio.

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «L’immediata rinascita del Venezia è un risultato eccezionale e grandi, grandissimi meriti vanno riconosciuti al sindaco Brugnaro». Dopo mesi di tensione vissuti in apnea Dante Scibilia, ex dg dell’Fbc Unione Venezia, ritrova il sorriso e torna a pensare positivo. «Non era affatto scontato riuscire a ripartire subito dopo aver perso in quel modo tanto amaro la Lega Pro – sottolinea il commercialista mestrino -. Il sindaco ha profuso tutto il suo impegno e la sua sensibilità, dimostrata anche nell’attenzione di porre la condizione che la nuova proprietà salvaguardasse i posti di lavoro dei dipendenti della vecchia società». Ora c’è grande curiosità per saperne di più sugli americani che hanno «spodestato» i russi in laguna. «Evidentemente hanno messo sul tavolo un progetto e credenziali di affidabilità, per il presente e in prospettiva. Nell’organigramma ci sono anche elementi «di garanzia» e avranno tempo per dimostrare le loro intenzioni con i fatti». L’avvocato Alessandro Vasta ha subito auspicato la permanenza di Scibilia nei ranghi dirigenziali. «Vedremo, io mi sono messo a disposizione ed ora questo grande risultato deve concludersi con l’accesso in serie D».

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Domani da un notaio romano la costituzione formale del nascituro Venezia Football Club, martedì l’affiliazione al Comitato Regionale Veneto della Lega Nazionale Dilettanti. Questi i primi passi verso l’obiettivo dell’approdo in sovrannumero in serie D. Un’opportunità che al nuovo Venezia è data dall’articolo 52 delle Noif: «In caso di non ammissione al campionato di serie A, B e Lega Pro il presidente Figc, d’intesa col presidente della Lnd, potrà consentire alla città della società non ammessa – precisa il 10. comma – di partecipare con una propria società ad un campionato della Lnd, anche in sovrannumero, purché la stessa adempia alle prescrizioni previste dal Comitato regionale per l’iscrizione al campionato». L’affiliazione attribuirà al Venezia Football Club un nuovo numero di matricola che, con alla lettera “di benedizione” del sindaco Brugnaro, sarà consegnata a Roma (probabilmente entro il 24 luglio) per essere esaminata dal presidente federale Carlo Tavecchio assieme a denominazione scelta, da statuto e atto costitutivo, dal documento programmatico triennale e dall’indicazione del Penzo quale terreno di gioco. Ottenuto l’ok della Figc, bisognerà pagare 300mila euro a fondo perduto e altri 50mila tra fidejussione e iscrizione, da formalizzare probabilmente entro il 31 luglio. Il Venezia dovrà essere pienamente “arruolabile” per la composizione dei gironi di serie D di inizio agosto. La Coppa Italia inizierà domenica 23 agosto, il campionato il 6 settembre.

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un «business man» statunitense alla presidenza, un avvocato mestrino «di garanzia» nel cda e, a breve, un direttore sportivo di serie A per fare grandi cose sul campo. È pressoché definita la «triade» che siederà nella stanza dei bottoni del Venezia Fc degli americani. Il numero uno annunciato dal sindaco Brugnaro è il 48enne James Daniels, uomo d’affari del Connecticut, attivo tra New York e Boston nel ramo del commercio di prodotti sanitari e per l’igiene personale. Compirà 50 anni a dicembre, invece, l’avvocato (veneziano di Cannaregio) Alessandro Vasta, professionista della Tonucci & Partners, autentico colosso nel settore giuridico con sedi a Roma, Milano, Firenze, Prato e Brescia, ma anche a Bucarest in Ungheria e a Tirana in Albania. La Tonucci & Partners lavora da anni con imprenditori e fondi americani: l’avvocato Mauro Baldissoni (attuale dg della Roma) fu, ad esempio, in prima linea per l’arrivo nella capitale come numero due accanto a James Pallotta di Joe Tacopina, attuale presidente del Bologna appena risalito in serie A. «A James Daniels fanno capo altri investitori – spiega l’avvocato Vasta – in una cordata riunita velocemente a giugno. In ballo c’è un progetto sportivo serio per far risalire la squadra». Per la parte tecnica, come anticipato mercoledì da Il Gazzettino, la scelta è già caduta su Giorgio Perinetti, dirigente romano (classe ’51) di lunghissimo corso tra Juventus, Roma, Napoli e Palermo. «La serie D? La categoria non mi spaventa e la piazza mi stuzzica molto – le parole di Perinetti – conosco i nuovi proprietari come gente seria e ambiziosa, non escludo affatto di venire a Venezia».

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sì di Brugnaro agli americani, il dopo-Korablin si chiama Venezia Football Club. Dopo il tracollo del «made in Russia», costato il secondo addio al calcio professionistico in soli sei anni, il Venezia diventa a «stelle e strisce» e si prepara a ricominciare dalla serie D con una società nuova di zecca. Una sopravvivenza, dopo la mancata iscrizione e la cessione sfumata dell’Fbc Unione Venezia (tuttora in capo a Yury Korablin con tutti i suoi debiti e ormai priva di ogni diritto sportivo), a dir poco sofferta ma che evidentemente ha dato al sindaco Luigi Brugnaro sufficienti garanzie di solidità, per il presente e soprattutto per il futuro. Per ora, in attesa dei necessari approfondimenti, poco si sa della nuova proprietà: il presidente del nuovo Venezia è l’imprenditore James A. Daniels al cui fianco nel cda siede l’avvocato mestrino Alessandro Vasta del «colosso» Tonucci & Partners già in prima linea nello sbarco degli americani alla guida della Roma con James Pallotta e del Bologna con Joe Tacopina. Brugnaro a sorpresa verso le ore 23 di venerdì ha messo da parte la prudenza manifestata a mezzogiorno annunciando via Twitter «domani la decisione per il Calcio Venezia» (con tanto di faccina a fare linguaccia e occhiolino), seguita ieri alle ore 15 da un secondo tweet «Scelta la nuova cordata per il rilancio del Calcio Venezia! Passiamo dalla Russia agli Stati Uniti. Sono fiducioso che andrà bene» (stavolta con uno smile sorridente). «Dopo aver trattato con diversi soggetti interessati a far ripartire il calcio a Venezia dalla serie D – le parole del primo cittadino – ho accordato la mia preferenza a una cordata di imprenditori di provenienza americana. Una scelta sulla base precisi requisiti che la compagine si è impegnata ad assicurare da subito. In primis la predisposizione di un business plan adeguato e pluriennale, e il coinvolgimento di figure di alta professionalità nella direzione della nuova società. Basilare poi la garanzia di un ulteriore sviluppo del settore giovanile e l’assunzione di tutti gli ex dipendenti dell’Fbc Unione Venezia». Lo stesso Brugnaro ha anticipato che: «lunedì di fronte al notaio sarà costituito il «Venezia Football Club srl», con un capitale sociale interamente sottoscritto di 2 milioni di euro. Grazie a tutti coloro i quali si sono attivati per il primo passo di una pagina che vogliamo ricca di soddisfazioni per il calcio a Venezia e l’intera città».

Ore 19.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La felicità dei tifosi per il pericolo scampato: il Venezia è salvo. Ma anche tutti i distinguo del caso, riaprendo vecchie polemiche sulla fusione arancioneroverde. Con l’aggiunta della diffida inviata da Cuore Neroverde, proprietario del marchio SSC Venezia. Il nuovo club, si legge nel comunicato, «non potrà fregiarsi del nome Venezia perché il marchio Venezia (comprensivo di Venezia 1907 e altre denominazioni utilizzate fino al 2009) è di proprietà esclusiva dell’avvocato Gian Alberto Scarpa Basteri, vice presidente di Cuore Neroverde». Intanto, soprattutto sul versante mestrino, la scelta di non sottolineare il concetto di Unione fa storcere il naso, mentre in laguna scatta già l’operazione nostalgia. «Passiamo dai russi agli americani, forse andrà meglio, ma sono sempre realtà esterne. Soprattutto speriamo che si torni ai colori di una volta… Che senso ha mantenere l’arancioneroverde visto che adesso c’è il Mestre in serie D?» chiede Luigi Carbon di Venezia Club. Non la pensa allo stesso modo Franco Vianello Moro di Venezia United, l’associazione di tifosi che punta al coinvolgimento nella società, ma anche a unire in un progetto le diverse anime della tifoseria. «Basta con le polemiche. Comprendiamo che non era possibile ripartire dal vecchio nome, speriamo che nel giro di un anno si possa acquisire dal curatore fallimentare il marchio Fbc Unione Venezia. Quel che conta è che la nuova società possa dare fiducia ai tifosi di tutto il territorio e li faccia innamorare nuovamente». Per Andrea Vianello (Curva Sud) «il nome non è un problema, sono vent’anni che la squadra si chiama Venezia. Sono importanti i colori ed è importante la squadra. Certo, la scelta degli americani conferma ancora una volta che non ci sono imprenditori veneziani disponibili». Dagli ex un misto di sollievo e tristezza. Riccardo Bocalon ricorda le promozioni vanificate dal fallimento. «E’ un peccato, tutti quegli sforzi per niente. Adesso speriamo che questi nuovi soggetti ci tengano alla squadra e alla città». Davide D’Appolonia: «Questa è la squadra che mi ha fatto esordire e resterò sempre tifoso. Speriamo che ora il Venezia abbia quel che merita». Infine Paolo Poggi: «Venezia non è una città come tutte le altre, spero che questo nuovo gruppo lo capisca e si affidi anche a persone legate alla città».

Ore 19.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà un Venezia a stelle e strisce. Dopo i russi di Yuri Korablin, il calcio arancioneroverde cambia orizzonte e approda negli Usa. La nuova compagine, denominata «Venezia Football Club», avrà come presidente l’imprenditore della Pennsylvania James A. Daniels, a capo di una cordata statunitense: domani a Roma la formalizzazione dal notaio. Aveva preannunciato novità con un tweet nella notte e ieri il sindaco Luigi Brugnaro ha sciolto le riserve. Ricordando di aver trattato «con diversi soggetti interessati a far ripartire il Venezia dalla serie D», la sua scelta infine è caduta sul gruppo Usa. A convincerlo le garanzie finanziarie presentate e il fatto di aver accettato una serie di prescrizioni. Ovvero, riferisce Brugnaro, «la predisposizione di un business plan pluriennale; il coinvolgimento di figure di alta professionalità; la garanzia del mantenimento e di un ulteriore sviluppo della piena attività del settore giovanile; l’assunzione di tutti i dipendenti in esubero dalla precedente realtà calcistica». Indicativo per la solidità finanziaria del gruppo il capitale sociale, che ammonterà a due milioni di euro, ma si parla di una cifra anche superiore per il budget della prossima stagione in serie D. Domani a Roma le firme dal notaio. L’imprenditore James A. Daniels (nato in Pennsylvania nel 1967) e con affari nella costa nordorientale tra New York, Connecticut e Boston, sarà il presidente mentre l’avvocato mestrino Alessandro Vasta, dello studio Tonucci & partners di Padova, farà parte del consiglio di amministrazione. «I colori – assicura Vasta – saranno rigorosamente arancioneroverdi. Ora dobbiamo correre per arrivare a formalizzare la richiesta di iscrizione, anche se chiaramente stavamo già predisponendo tutto». Nessun legame di questo gruppo Usa con il presidente del Bologna Joe Tacopina, che nel dicembre scorso pareva avesse tentato di acquisire il Venezia da Korablin. «Queste persone non c’entrano nulla. Nel gruppo ci sono solo imprenditori coinvolti da Jim Daniels», assicura l’avvocato Vasta. Il legale mestrino conferma le prescrizioni chieste dal sindaco, a cominciare dalla «figura di alta professionalità», individuata in Giorgio Perinetti, dirigente sportivo con una lunga e prestigiosa carriera in serie A (Roma, Napoli, Siena, Bari e Palermo). «Quello del presidente Daniels e degli imprenditori che ha coinvolto è un progetto ambizioso e Perinetti farà parte della struttura». Quasi certo, dunque, l’impegno del dirigente in laguna, presumibilmente come general manager. E lo stesso Perinetti si dice disponibile: «Avevo fiducia che la scelta sarebbe caduta su questo gruppo, conoscendone la solidità. Per quanto riguarda me, trattandosi di una società seria con dei programmi ambiziosi, se mi vorranno parlare li starò ad ascoltare con attenzione. Le sfide mi piacciono, partire dalla serie D sarebbe stimolante. Da parte mia — chiude Perinetti — c’è grande curiosità e disponibilità». Garantiti i posti di lavoro dei sei dipendenti (tra magazzinieri, manutentori, ufficio stampa e contabilità) che con la fine dell’Fbc Unione Venezia erano rimasti a terra, ma anche la struttura sportiva esistente. «Salvaguarderemo i posti di lavoro del vecchio Venezia. E poiché è stato fatto un buon lavoro – aggiunge l’avvocato Vasta – vorremmo coinvolgere anche i dirigenti, in particolare il responsabile del settore giovanile Mattia Collauto e l’ex dg Dante Scibilia». Dall’ex dirigente arancioneroverde arriva intanto il ringraziamento al sindaco: «Lo ringraziamo perché ci è stato vicino dall’inizio e perché ha avuto un ruolo determinante». E ringraziamenti arrivano anche dai dipendenti. «Ora – chiude Scibilia – è il momento di voltare pagina».

Ore 19.00 – Qui Pieve di Cadore: termina l’allenamento con un “tuffo” nella piccola piscina a bordo campo per i giocatori.

Ore 18.30 – Qui Pieve di Cadore: triangolare a campo ridotto.

Ore 18.10 – Qui Pieve di Cadore: lavoro col pallone.

Ore 17.50 – Qui Pieve di Cadore: pallamano di riscaldamento. Lavoro a parte per Aperi, Petkovic e Amirante.

Ore 17.30 – Qui Noventa: presente all’amichevole benefica anche il presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin. Queste le sue dichiarazioni, rilasciate in esclusiva alla nostra redazione: “Queste sono iniziative positive e importanti, la solidarietà serve e fa bene a chi sta soffrendo. I ragazzi dimostrano ancora una volta una sensibilità notevole e grande attaccamento ai problemi della gente. Complimenti a loro, perché al di là della rivalità è una bellissima iniziativa!”.

Ore 17.10 – Qui Pieve di Cadore: iniziato l’allenamento pomeridiano dei Biancoscudati, alla presenza di una trentina di tifosi.

Ore 17.00 – Qui Noventa, Luigi Bisato (sindaco di Noventa): “L’esperienza del tornado ci ha colpito, speriamo che le istituzioni siano vicino ai cittadini. Da oggi parte un segnale chiaro e complimenti a chi gioca nonostante le temperture proibitive”.

Ore 16.55 – Qui Noventa, Alain Luciani (capogruppo lista Bitonci): “Un plauso al bellissimo gesto di vicinanza della tifoseria padovana e soprattutto al gesto di beneficenza che coinvolge le due tifoserie, che si uniscono a scopo benefico. I Veneti al di là dei soliti campanilismi per solidarietà si uniscono. Nonostante il caldo si puo’ fare del bene. Ci auspichiamo che questi appuntamenti vengano replicati, al di là delle emergenze. Propongo anche un’amichevole tra il. consiglio comunale e la tifoseria del Padova per raccogliere fondi per le famiglie padovane in difficoltà”.

Ore 16.50 – Qui Noventa: fischio d’inizio della partita benefica tra gli ultras Biancoscudati e quelli del Venezia. In campo coi ragazzi della Fattori anche Marco Bergamin e Fulvio Simonini. Presenti circa 300 tifosi.

Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) Scoppia subito la polemica sulla nuova denominazione sociale, con il direttivo di Cuore Neroverde a diffidare l’affiliazione del club come Venezia Football Club rivolgendosi al sindaco Brugnaro. «Cuore Neroverde auspica che l’amministrazione comunale comunichi immediatamente al rappresentante legale della nascente compagine sportiva che non potrà fregiarsi del nome Venezia. Il marchio Venezia (comprensivo di Venezia 1907, e altre denominazioni del Calcio Venezia utilizzate fino al 2009) è di proprietà dell’avvocato Gian Alberto Scarpa Basteri, vicepresidente di Cuore Neroverde, ed è stato acquistato al fine di tutelare l’identità sportiva del calcio Venezia nei suoi colori, simboli e storia dal 1907 a oggi». Il comunicato si chiude con la promessa che “ogni indebito utilizzo della denominazione e del marchio Venezia comporterà la tutela dei diritti in tutte le competenti sedi giudiziarie”. Dal comitato regionale della Federcalcio arriva invece l’approvazione per la nuova denominazione sociale. «Non ci sono problemi» spiega il presidente Giuseppe Ruzza, «ci siamo anche informati in segreteria a Roma per cancellare i dubbi. Il marchio acquisito ha un valore civilistico e non sportivo. Con la scomparsa dell’FBC Unione Venezia non c’è una società affiliata per cui il nuovo club può chiamarsi Venezia Football Club».

Ore 16.10 – (La Nuova Venezia) Quattro requisiti per poter avere chance di essere i prescelti, e tra questi la salvaguardia dei posti di lavori dei dipendenti. È lo stesso Brugnaro a puntualizzarlo, mettendolo tra i punti indiscutibili alla base della trattativa per chiunque si fosse presentato a Ca’ Farsetti. «La scelta è stata effettuata sulla base di alcuni requisiti che la compagine si è impegnata ad assicurare da subito. Nello specifico: la predisposizione di un business plan adeguato e pluriennale; il coinvolgimento di figure di alta professionalità nella direzione della nuova Società; la garanzia del mantenimento e di un ulteriore sviluppo della piena attività del settore giovanile; l’assunzione di tutti i dipendenti in esubero dalla precedente realtà calcistica». Dunque i dipendenti del Venezia resteranno al loro posto, fatta eccezione per il segretario generale Davide Brendolin che ha preso la strada di Pordenone, in attesa del ripescaggio dei neroverdi in Lega Pro nei prossimi giorni. Il giusto riconoscimento al personale che ha continuato a lavorare senza sosta nonostante negli ultimi quattro mesi non abbia percepito lo stipendio, producendo tutta la documentazione che sarebbe stata necessaria per iscriversi alla Lega Pro qualora fossero arrivati i soldi da Korablin oppure se la società fosse stata venduta. Dopo i primi giorni di assestamento, la vita nella sede di via Torino, se rimarrà quella, ritornerà quindi a scorrere come prima.

Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) «Siamo molto contenti che il sindaco Brugnaro abbia scelto la nostra proposta. Ancor prima di leggere il comunicato ufficiale, ho capito che era accaduto qualcosa di positivo dai messaggi di complimenti che mi arrivavano da amici che magari avevano visto lo scritto su internet». L’avvocato Alessandro Vasta è soddisfatto, il gran lavoro effettuato negli ultimi giorni ha sortito effetti positivi. «Adesso sarà da correre, non c’è un giorno da perdere. Lunedì saremo a Roma per costituire ufficialmente la nuova società, poi il passaggio intermedio al comitato regionale veneto, entro venerdì vogliamo formalizzare la domanda di ammissione in sovrannumero alla prossima serie D». Alessandro Vasta è nato il 2 dicembre 1965, dopo aver frequentato il liceo classico Franchetti a Mestre, ha ottenuto la laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova, attualmente è socio dello studio internazionale Tonucci&Partners con sede principale a Roma, ma con uno studio anche a Padova. «Quando avremo modo di presentare i componenti della nuova società, si capirà la solidità del gruppo. James A. Daniels non sarà da solo in questa nuova e stimolante avventura, è riuscito a unire altri imprenditori americani, è una compagine composita. Spero che in tempi brevi possa venire in Italia per farsi conoscere anche dai tifosi del Venezia Football Club. Non faremo proclami o promesse, ma dimostreremo ogni giorno attivamente la serietà e la professionalità del gruppo. Componenti che ci consentiranno di crescere nel tempo. Il calcio sta prendendo sempre più piede negli Stati Uniti, ma cominciano a guardare anche fuori dai confini nazionali. Problemi con la denominazione Venezia Football Club? Non credo, abbiamo avuto ampie assicurazioni in Federazione». Il gruppo americano aveva provato anche a sondare il terreno per cercare di salvare la Lega Pro. «Sì, ma niente di ufficiale, non c’erano i tempi per una diligence approfondita» spiega l’avvocato Vasta «ma volevamo fare qualcosa di importante per il calcio veneziano e ci siamo presentati con la proposta al sindaco Brugnaro». Il calcio cambierà denominazione, ma non colori. «Assolutamente no, saranno l’arancio, il nero e il verde. I tifosi possono stare tranquilli su questo. La parte tecnica a Giorgio Perinetti? Sì, è un dirigente con grande esperienza e capacità».

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «No comment». Si trincera dietro al silenzio il presidente dell’AltoVicentino, Rino Dalle Rive, a proposito dell’ipotesi ripescaggio che rimbalza con sempre maggiore insistenza per il suo AltoVicentino. Squadra al momento già sostanzialmente fatta, con gli arrivi di Davide Consolaro come ds e di Mauro Zironelli in panchina. Senza contare che in queste ultime ore ha rinnovato anche un pezzo da novanta come Giuseppe Gambino e che, nel caso, ci sarebbe pure la disponibilità a rinnovare la rosa nel caso in cui si materializzasse la Lega Pro. Con la rinuncia della Correggese a presentare domanda di ammissione fra i professionisti, sono rimaste in lizza Pordenone e Albinoleffe fra le squadre retrocesse dalla Lega Pro e il Taranto fra quelle di D. L’AltoVicentino sarebbe al quarto posto, mentre le società che di fatto sono sparite dal panorama professionistico sono nove con la Paganese. Si capisce, dunque, che i 500mila euro da garantire a fondo perduto per guadagnare il professionismo potrebbero essere alla portata di Dalle Rive, che tuttavia sarebbe frenato dalla questione stadio. «Ma è in arrivo un finanziamento di un milione di euro (fondi europei, ndr ) per sistemare lo stadio Dei Fiori — spiega l’imprenditore vicentino — so che sarebbero necessari quattro o cinque mesi per metterlo a norma». Altro Dalle Rive non dice, ma i soliti ben informati assicurano che il patron dell’AltoVicentino si sarebbe già mosso sondando l’eventuale temporanea disponibilità del Mercante di Bassano e del Menti di Vicenza. È necessario infatti restare nella provincia, pena il non accoglimento della domanda di ripescaggio. In ogni caso, se davvero Dalle Rive vuole fare sul serio, la Lega Pro sarà sua. Lo dicono le graduatorie e lo dice la disponibilità economica. Presto si saprà se, dopo la scomparsa del Real Vicenza, la provincia berica guadagnerà nuovamente un altro club professionistico.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ calcio d’estate e come tale ha un’importanza sempre relativa perché i risultati lasciano spesso il tempo che trovano, ma nel test di Auronzo davanti a quasi duemila tifosi, il nuovo Vicenza di Pasquale Marino si toglie la soddisfazione di vincere contro la Lazio di Stefano Pioli. E tra l’altro a scendere in campo è un Vicenza che presenta non poche defezioni, comprese quelle durante il riscaldamento di Andrea Cocco e Giovanni Sbrissa, che a causa di fastidi muscolari hanno alzato bandiera bianca. Niente di grave, i soliti acciacchi che colpiscono i calciatori durante i ritiri estivi quando i carichi sono particolarmente pesanti. Oltre a Cocco e Sbrissa, non hanno partecipato al test amichevole nemmeno Lorenzo Laverone, Alessandro Camisa e Matteo Gentili, pure loro affaticati dal lavoro atletico svolto nei giorni scorsi. Il tecnico del Vicenza è stato quindi costretto a cambiare gli interpreti dell’intoccabile 4-3-3, con El Hasni (buona la sua prova) a far coppia al centro con Brighenti, Pazienza davanti alla difesa in posizione centrale, con Cinelli interno di sinistra e l’ottimo Urso a coprire e attaccare la corsia di destra in tandem con Vita. In attacco, dopo pochi minuti in cui Giacomelli ha giostrato da punta centrale e Gatto da attaccante esterno di sinistra, i due si sono scambiati le posizioni e proprio l’ex pescarese, al 7’ ha avuto la palla del vantaggio spedendo fuori un cross dalla destra di Sampirisi. La Lazio ha risposto con Djordjevic su cui è stato molto pronto Vigorito, poi costretto a lasciare il campo al 37’ per un problema muscolare lasciando spazio a Marcone, arrivato in ritiro in mattinata senza nemmeno che il suo acquisto in prestito dal Trapani sia stato ufficializzato. Nella ripresa Marino dà spazio anche ai giovani Pinato, che rileva D’Elia nel ruolo di terzino sinistro, e Gora che prende il posto di uno stanco Pazienza, con il ruolo di mediano davanti alla difesa che viene affidato ad Urso. Verso l’ora di gioco il tecnico del Vicenza inserisce anche il possente centravanti Rajcevic, arrivato in mattinata in ritiro dopo che il Vicenza aveva chiuso il suo acquisto dalla Lucchese, e proprio da una sponda del nuovo centravanti biancorosso, nasce il gol del Vicenza; Cinelli lavora un buon pallone sulla tre quarti servendo Rajcevic che, schiena alla porta, tocca all’indietro per Vita il cui destro angolatissimo si infila nell’angolino alla destra dell’estremo laziale Berisha. Pioli a perdere non ci sta e inserisce Basta, Candreva e Klose, ma la manovra dei laziali è lenta e prevedibile tanto che Marcone non deve compiere nessun intervento di rilievo fino al triplice fischio del direttore di gara. Al termine il tecnico Marino ha elogiato la prova dei suoi per l’applicazione mostrata in campo, e per l’attenzione con cui hanno cercato di applicare il lavoro tattico svolto nei giorni scorsi. L’allenatore del Vicenza ha anche sottolineato che servono rinforzi in tutti i reparti, nonostante oggi i giovani chiamati in causa, El Hasni ed Urso su tutti, hanno dimostrato di poter essere all’altezza della categoria cadetta. In difesa dopo la rinuncia a Milanovic, serve un centrale difensivo che abbia anche piedi discreti per impostare l’azione di gioco, mentre a centrocampo: dopo un lungo tira e molla con l’Atalanta, per l’arrivo del mediano Gagliardini dovrebbe essere la volta buona. In attacco l’obiettivo primario è sempre Mame Thiam dalla Juventus ma, soprattutto se dovesse partire Giacomelli richiesto dal Lecce in Lega Pro e dalla Virtus Entella e dalla Pro Vercelli in serie B, urge anche un attaccante esterno, ruolo in cui il Vicenza sta vagliando varie piste.

Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Presentazione con sorpresa. Anzi, una doppia sorpresa, che risponde ai nomi di Manuel Iori e Amedeo Benedetti, nuovi arrivi in casa Cittadella, il cui ingaggio è stato annunciato ufficialmente ieri sera, nel corso della serata di gala che si è svolta nella sala consiliare di Villa Rina. Trattative che si sono concretizzate nelle ultime ore e che permetteranno ai due giocatori di aggregarsi subito ai compagni per il ritiro di Lavarone, con la partenza prevista per stamattina alle 10.30 dal Tombolato. La sorpresa più gradita è stata sicuramente quella relativa al ritorno di Iori, a cui saranno affidate le chiavi del centrocampo. Ieri è stato introdotto per ultimo dai conduttori dell’incontro Stefano Albertin e Pierluigi Basso, che lo hanno chiamato in causa nelle vesti di indossatore delle nuove divise sociali “Nine in the morning”. Ad accoglierlo il boato degli oltre 200 presenti in sala, che ben ricordano quanto da lui fatto vedere nelle tre stagioni trascorse sotto le Mura, dal 2006 al 2009, la prima delle quali chiusa con la promozione nella serie cadetta. Soltanto poche ore prima si era ufficialmente svincolato dal Pisa, imprimendo l’accelerata decisiva alla trattativa con il d.g. Stefano Marchetti. «Un trasferimento, questo, fortemente voluto sia da me che dalla società», ha dichiarato a caldo Iori, «che ora spero di ripagare per la fiducia che mi ha accordato». Benedetti, invece, è un terzino sinistro 23enne prelevato dal Chievo Verona, nell’ultima stagione in prestito alla Reggina: in carriera vanta 111 presenze in Lega Pro, con 4 gol. Numerosi gli interventi, con l’applauso più sentito per il presidente Andrea Gabrielli, che ha parlato dei lavori per la copertura della tribuna est del Tombolato: «Serve anche quella a chiarire che vogliamo risalire», ha affermato il numero uno del club, svelando che «mai come in questa stagione abbiamo corso il rischio di restare senza Marchetti, il quale, però, ha fatto una scelta di cuore». La serata a Villa Rina ha offerto l’occasione per vedere le nuove divise di gioco, prodotte dalla Garman e “griffate” Ocsa e Gruppo Gabrielli per quanto riguarda la prima maglia, del tradizionale colore granata, Gavinox e Gruppo Gabrielli per quanto concerne seconda e terza, rispettivamente gialla e bianca, mentre sarà arancione la tenuta del portiere. Poi la presentazione della campagna abbonamenti, con la novità della tessera “family”.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto) Manuel Iori guest star come chicca finale di una presentazione con i fiocchi prima della partenza per il ritiro di Lavarone. Il Citta sfila in passerella dopo la retrocessione e riparte con tanti volti nuovi, fra cui Benedetti prelevato dal Chievo e, appunto, Iori. L’ex centrocampista del Pisa ha rescisso il contratto con la società toscana e torna, dunque, nel club in cui aveva già militato dal 2006 al 2009 collezionando 106 presenze e 9 reti. «Torniamo in Lega Pro dopo un’annata sfortunata — spiega il vicepresidente Giancarlo Pavin — ma siamo subito pronti a ripartire e l’obiettivo è quello di tornare subito in B e alimentare un bel duello con Bassano e Padova. Sono felice che Marchetti sia rimasto e poi della copertura della Tribuna Est dello stadio». I lavori sono già iniziati e dovrebbero durare qualche mese. Il tutto mentre la squadra ha già preso forma ed è quasi completa. «Sono andato a vedere il cantiere allo stadio — sorride Gabrielli — e devo dire che è stata una grandissima soddisfazione. Vedere operai che lavorano sotto il sole e che stanno rimettendo a nuovo il Tombolato è un orgoglio e un onore per noi. Peccato solo che questo avvenga nell’anno della retrocessione, ma ci siamo già rimboccati le maniche, abbiamo un nuovo allenatore e siamo pronti a tentare di tornare subito nella categoria da cui siamo scesi». Stefano Marchetti ha parlato della sofferenza per la retrocessione: «Sono stato male per il brutto finale — ha spiegato — e le sirene della A si sono fatte sentire, è l’unica categoria che mi manca. Ho scelto di rimanere perché a questi colori mi lega un legame viscerale e di affetto che non si cancella. Con la squadra siamo a buon punto, anche se dobbiamo ancora effettuare alcuni ritocchi». Applauditissimo anche il nuovo allenatore Roberto Venturato: «È un onore essere qui. Mi auguro di poter ottenere i risultati sperati». Rimane in maglia granata, per ora, anche il capitano Michele Pellizzer.

Ore 13.40 – (Gazzettino) Il ritorno di Manuel Iori e l’arrivo, sempre a centrocampo, di Amedeo Benedetti. Due novità hanno animato la presentazione ufficiale del Cittadella, andata in scena ieri sera in sala consigliare a Villa Rina, con Stefano Albertin e Pierluigi Basso a dirigere i lavori. Si comincia con le nuove maglie, a partire da quella inedita dei portieri, in arancione. Accanto al classico colore granata, la seconda maglia è di colore giallo, la terza è bianca. Garman è lo sponsor tecnico anche per la Lega Pro, quelli sulle maglie sono Ocsa e Gavinox, aziende del gruppo Gabrielli. È la volta dell’abbigliamento ufficiale, “Nine in the morning”, ed ecco la prima sorpresa, perché in passerella ci va Manuel Iori, molto applaudito dai tifosi. A lui saranno date le chiavi del nuovo centrocampo. «È un ritorno fortemente voluto – le sue prime parole – Ringrazio il presidente e Marchetti per avermi voluto, spero di ripagare le attese». Il saluto iniziale è del vicesindaco Luca Pierobon, che ringrazia la famiglia Gabrielli per il lavoro che porta avanti da anni: «Speriamo che il Cittadella possa tornare in fretta in serie B». L’assessore allo sport Francesco Pozzato presenta la copertura della tribuna est del Tombolato: «Un’opera importante, realizzata dal Cittadella in sinergia con l’amministrazione comunale». Giancarlo Pavin, storico vice presidente granata, racconta le sue sensazioni in vista della nuova stagione: «Dopo un’annata sfortunata, credo si possa lottare per la promozione in B, portando grande entusiasmo tra i tifosi che vogliono vedere il Cittadella vincere». Anche il presidente Andrea Gabrielli torna sulla copertura dello stadio: «Era una promessa fatta, l’abbiamo mantenuta. Siamo retrocessi, ci sta di perdere nel calcio, ma la società è forte, ci sono le basi e il sostegno economico. Il messaggio che diamo ai giocatori è quello di mettercela tutta per ritornare in B, e confido di vedere tanti tifosi tornare allo stadio. Dopo tanti anni c’è un nuovo allenatore, Venturato, ma abbiamo confermato una figura cardine, quella di Marchetti, che ha dimostrato quanto vuole bene al Cittadella. Ha fatto una scelta di cuore. Lo ringrazio». Ecco il diggì: «Si può cadere, ma vedo in tutti una grande voglia di ripartire. Sono contento perché la squadra è già a buon punto, si va in ritiro per costruire un gruppo forte. Ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, arriverà ancora qualcuno per completare al meglio la rosa, che sarà competitiva». Il neo allenatore Venturato si presenta così: «Credo che il Cittadella abbia valori che raramente si trovano nel calcio italiano. È una base di partenza importante. Abbiamo una responsabilità importante e dovremo prendercela senza timore. Voglio una squadra con una sua identità ben precisa: vincere i campionati è sempre un’impresa, ma siamo attrezzati per farlo, ci proveremo». Si passa alla campagna abbonamenti con la novità “family” per la tribuna est: 150 euro per tre persone dello stesso nucleo. Basso illustra la “Festa del Tifoso” di domenica prossima. Infine la presentazione dei giocatori del Cittadella, con l’altro nuovo volto, Amedeo Benedetti, classe 1991. Arriva dal Chievo dopo esperienza con Reggina, Pisa, Lumezzane e Pro Patria. Autentica ovazione per Andrea Pierobon nella nuova veste di preparatore dei portieri, i tifosi hanno intonato pure un coro toccante. E, ciliegina sulla torta, la proiezione dell’intervista al presidente Angelo Gabrielli dopo la promozione in serie B di Cremona. Che sia di buon auspicio.

Ore 13.10 – (Gazzettino, edeitoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Un gruppo di qualità per puntare in alto”) Con un gruppo rifondato quasi per metà, ma nel rispetto di una strategia tecnica collaudata, il Padova si è tuffato nella nuova stagione. I giocatori scelti dal direttore sportivo De Poli sono infatti funzionali alle idee tattiche di Parlato anche sul piano anagrafico: attaccanti di grande esperienza, centrocampisti giovani e di corsa, difensori dalla spiccata personalità. Il tutto spingendo la società ad aprire i cordoni della borsa oltre le previsioni, a conferma di un progetto che si conferma più che mai credibile, serio e ambizioso. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: dove può arrivare questa squadra? Complicato azzardare previsioni, ma di sicuro il Padova ha i requisiti per disputare un campionato da protagonista. Ciò detto, i tifosi devono subito entrare nell’idea che la Lega Pro non è la serie D e che ogni partita rischia di trasformarsi in una battaglia. In un contesto del genere sarà fondamentale la capacità di gestire e ammortizzare quei momenti di difficoltà che inevitabilmente si verificheranno nell’arco della stagione. Più in quei momenti l’ambiente saprà combinare la calma con la determinazione, e più la squadra ne trarrà vantaggio e aumenterà la sua forza. Da qui a giugno è tanta la strada da percorrere, ma la voglia sana che si respirava ieri al raduno di Piazzola induce all’ottimismo.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Poco più in là, ecco Roberto Bonetto. «Visto che non siamo scaramantici ripartiamo dalla Thema Italia (sorride, ndr). Abbiamo delle buone ambizioni anche perché abbiamo allestito sulla carta una squadra importante, e abbiamo allocato un budget importante per la categoria. Ci sono tutti i presupposti per fare bene. Abbiamo preso giocatori di qualità che conoscono già la Lega Pro e questo è un aspetto molto importante: davanti siamo messi veramente bene, dietro lo stesso, abbiamo forse qualche lacuna in mezzo al campo, con calma andremo a formare anche quello». Dove può arrivare questo Padova? «Il nostro obiettivo sono i play off. Potremo centrarlo oppure no, o anche alzare il tiro lungo la strada, vediamo». Per Carmine Parlato è un ritorno in Lega Pro dopo tanti in serie D. «Cercherò di mettere in difficoltà i colleghi avversari. Ci portiamo dietro un’annata stupenda, ma bisogna guardare avanti. Aumentano le responsabilità, siamo in un’altra realtà e dobbiamo metterci massimo impegno ed entusiasmo per costruire il gruppo nell’arco di un mese». In un’ipotetica griglia di partenza dove colloca i biancoscudati? «Farò di tutto per cercare di stare in una posizione di classifica che faccia stare bene tutti, ma non voglio allargarmi. Di sicuro abbiamo un gruppo forte e posso garantire che il Padova si farà rispettare con grande impegno, umiltà e spirito di sacrificio. Poi le aspettative di arrivare nei play off e in serie B sono nella testa mia e di tutti i tifosi che se lo augurano, ma è giusto mantenere i piedi per terra. La società mi ha messo a disposizione una squadra che sicuramente farà bene: dire adesso dove arriverà, è prematuro. Ma il mio obiettivo è arrivare ad allenare il più in alto possibile».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Il tutto sotto gli occhi dello stato maggiore del club: il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, i nuovi soci Moreno Beccaro e Giampaolo Salot, e il diesse Fabrizio De Poli. Naturalmente non mancano sorrisi e buoni auspici, nella speranza di ripetere la stagione trionfale della passata stagione che era decollata proprio con la partenza della squadra dalla sede della Thema Italia. Anche se al riguardo è eloquente il presidente Bergamin: «Non credo alla scaramanzia, l’importante era partire con un gruppo pronto, affiatato e di qualità. Mi auguro che la squadra possa fare bene». Il presidente maschera bene un filo di emozione. «C’è, ma la tengo sotto controllo. Per affrontare la Lega Pro non cambiano le caratteristiche che deve avere una squadra, ossia carattere, voglia di fare e serietà. Sotto questo aspetto eravamo professionisti anche l’anno scorso. L’ambizione, e non è presunzione, è sempre quella di ottenere dei buoni risultati. Poi i tempi possono essere determinati da tante cose, però i nostri obiettivi sono chiari: dobbiamo risalire, il che significa creare i presupposti per arrivare non dico alla serie A, ma a una categoria più importante della Lega Pro». Sono arrivati giocatori di spessore come Neto Pereira e Altinier, la società ha fatto la sua parte. «Abbiamo fatto dei sacrifici economici, ma quello che abbiamo pianificato dal punto di vista tecnico va sostenuto. Manca ancora qualcosa e lo aggiungeremo».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Sono le 13.45 quando il pullman varca il cancello della Thema Italia a Piazzola sul Brenta per raggiungere Pieve di Cadore, sede del ritiro. A bordo del torpedone, oltre a Carmine Parlato e al suo staff, ci sono 23 giocatori tra i quali spiccano gli ultimi acquisti Neto Pereira e Marco Dell’Andrea, che è arrivato in leggero ritardo all’appuntamento per un malinteso sull’orario della partenza. Con il gruppo tre giocatori in prova (il portiere Leonardo Bazzucchi, il centrocampista croato Sahin Muminovic e il collega di reparto Claudio Poesio) e l’esterno offensivo brasiliano Azzi, un passato anche al Cittadella, per il quale è già in corsa una trattativa. A Pieve di Cadore si è poi unito ai compagni la punta classe ’95 bulgara Serafim Mihaylov, anch’egli in prova. Tutti i giocatori indossano la divisa ufficiale rossa, per lo staff tecnico è nera. Quest’ultimo è anche il colore della moto Harley Davidson con la quale il vice presidente Edoardo Bonetto si accoda al pullman al momento della partenza.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Anche per Marco Ilari i benefici non mancheranno, ma il suo primo pensiero e per chi non fa più parte del nuovo Padova: «Ci mancheranno un po’ tutti perché insieme abbiamo vissuto un anno fantastico. Si sta costruendo una squadra che mi piace, basata sullo zoccolo duro della serie D e con innesti competitivi». Spera di fare parte della compagine biancoscudata Sanin Muminovic, centrocampista croato classe ’90, attualmente in prova: «Mi auguro di avere una chance. In mediana posso fare sia il playmaker che compiti d’interdizione»

Ore 12.20 – (Gazzettino) Al suo fianco Marco Cunico con cui ha diviso l’esperienza nel Portogruaro. «Avevo visto Altinier quest’estate in vacanza – scherza il capitano – e non pensavo di ritrovarlo qui… C’è entusiasmo ed è giusto sia così, ma ora è tempo di tornare a mettersi al lavoro. Per quel che mi compete, vedo che sta nascendo un bel Padova con giocatori che, direttamente o per nome, in gran parte conosco. Ora sta a noi farli integrare prima possibile». I concetti legati allo spogliatoio e alla coesione sono il leit motiv anche dell’analisi di Daniel Niccolini: «È importante portarsi dietro l’entusiasmo dell’anno scorso, trasmettendolo ai nuovi. La società ha preso buoni giocatori e ottime persone. L’obiettivo è quello di fare bene e dunque bisogna formare il gruppo prima possibile, con una mano da parte di noi vecchi. Li accoglieremo con l’idea di costruire insieme qualcosa di importante». Salvatore Savio Amirante dividerà l’attacco con elementi di grande spessore e mestiere: «Davanti ci sarà da lottare, ma al tempo stesso da divertirsi. Sono bello carico e conto di fare una grande stagione». Idem per Nicola Petrilli: «Torno in una categoria in cui ho militato spesso in passato e la Lega Pro regala sicuramente maggiori stimoli. I nuovi attaccanti, che sembrano sprecati per questo torneo, ci daranno una grande mano, portando esperienza e creando spazi in avanti a noi esterni».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Tra i giocatori ci sono volti nuovi, facce ben conosciute, ma anche alcuni arrivi a sorpresa dell’ultima ora, come quello dell’esterno offensivo brasiliano Paulo Azzi Dentello che nell’ultimo anno ha giocato nel suo paese con il Tombense, ma che i tifosi ricordano per la rete segnata al Padova nell’ultimo derby disputato nel 2014 con il Cittadella. L’ex granata non ha ancora firmato. «Giocare in biancoscudato e tornare in Italia – commenta – sarebbe il mio sogno; ho saputo di questa possibilità nei primi della settimana. All’Euganeo ho disputato la mia seconda gara da professionista e realizzato il primo gol. È dunque uno stadio che mi porta fortuna». Tra i nuovi acquisti non è l’unico ad avere regalato da avversario dispiaceri al Padova. Con la maglia del Varese Neto Pereira ha colpito almeno due volte, semifinale play off di serie B del 2011 compresa. «Era però destino che venissi qui dato che i contatti con il Padova non sono mai mancati, sin da quando militavo nell’Itala San Marco. Io davanti insieme ad Altinier? Un elemento di grande qualità, lo dicono i suoi numeri. Metteremo a disposizione dell’allenatore il nostro bagaglio». E l’ex attaccante dell’Ascoli, a sua volte autore di tre gol contro il Padova di cui due con il Cittadella, ricambia le parole di stima del collega brasiliano: «Un gran bel giocatore, che per anni ha fatto la differenza in B. Un acquisto molto importante e potrà dare una grossa mano. Quanto a me, c’è tanta voglia di buttarmi in questa nuova avventura».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Il reparto che necessita più di altri interventi è il centrocampo, dove sono previsti due-tre innesti. «Martedì o mercoledì dovrebbe arrivare un centrocampista classe 1988 argentino. È svincolato e se ci sono le condizioni sarà definito. È un giocatore importante dato che ha giocato a buoni livelli all’estero: l’avevo preso qualche anno fa l’Inter pagandolo molto, poi l’avevo parcheggiato in un’altra squadra, senza riprenderlo più». Tra i giocatori che sono già saliti in ritiro c’è anche l’esterno offensivo brasiliano Azzi, che sembra avere buone possibilità di essere ingaggiato. «Stiamo parlando con chi ha la proprietà del giocatore, vediamo su quali crismi fare le valutazioni». Passando alle uscite, la prossima settimana saranno definiti i trasferimenti di Busetto (Delta Porto Tolle Rovigo) e Pittarello. «Vanno entrambi in prestito e li daremo a squadre dove abbiamo la garanzia che giochino visto che hanno bisogno di fare un altro anno di esperienza». Curiosità: la trattativa più difficile? «Quella per Di Nicola. Mi sono trovato davanti un procuratore incoerente. Non avrei mai pensato che non venisse avendo già firmato moduli e prestito e definito opzione e contro opzione».

Ore 11.50 – (Gazzettino) Un esterno sinistro basso, un paio di difensori centrali e due o tre centrocampisti. Sono questi i profili che sta seguendo Fabrizio De Poli per completare l’organico. Operazioni che sono già avviate guardando anche all’estero. Riguardo al terzino mancino, ecco il diesse: «Siamo in trattativa con un giocatore italiano e con un uruguagio, entrambi classe 1996». Novità sono attese a breve anche al centro della difesa: già domani dovrebbe aggregarsi a Niccolini, Diniz e Fabiano un nuovo biancoscudato, anche in questo caso straniero. «È un giocatore classe 1996 argentino, stiamo definendo le questioni cartacee tra società. È previsto che venga con la formula del prestito con opzione di riscatto da parte nostra». E il pacchetto sarà ultimato con un quinto elemento. «Teniamo ancora una finestra aperta per Canete, o comunque per qualcun altro».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Sono 23 i giocatori arrivati in ritiro a Pieve di Cadore, dove alloggeranno all’hotel Al Pelmo fino a domenica 2 agosto. Tra i portieri figurano Petkovic, Favaro, Pardo e Bazzucchi; difensori: Diniz, Fabiano, Niccolini, Dionisi, Anastasio e Dell’Andrea; centrocampisti: Mazzocco, Poesio e Muminovic; attaccanti: Neto Pereira, Altinier, Cunico, Amirante, Ilari, Petrilli, Aperi, Turea, Azzi e Mihaylov. Ieri pomeriggio la squadra ha effettuato la prima sgambata della stagione nell’impianto sportivo dolomitico agli ordini di Parlato e del suo staff cimentandosi in un torello iniziale; a seguire esercizi di mobilitazione, partitella a metà campo e lavoro atletico. Seduta a parte per Petkovic, Aperi e Amirante. Oggi si comincerà a forzare i ritmi con i biancoscudati che si cimenteranno nella prima doppia seduta giornaliera in quota. Il periodo di lavoro nella località bellunese sarà intervallato anche da alcune amichevoli che serviranno per valutare la crescita di condizione della squadra: domenica 26 luglio alle 16 test con la rappresentativa Cadore Dolomiti, martedì 28 alle 19.30 partita con il Belluno, domenica 2 agosto alle 16 ultima uscita in ritiro con il Campodarsego. Tre giorni più tardi la squadra affronterà l’amichevole di prestigio con l’Udinese che si terra alle 20.30 a Lignano Sabbiadoro.

Ore 11.20 – Qui Pieve di Cadore: in corso l’allenamento mattutino dei Biancoscudati.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Si sta costruendo una buona squadra. Speriamo nei giovani”) Il nuovo Padova ci piace, esattamente come ci convinceva la scommessa fatta un anno fa al tavolo della Serie D da Bergamin e Bonetto. Non finiremo mai di sottolinearlo abbastanza, ma da quando la società biancoscudata è tornata in mani imprenditoriali locali, gli effetti del cambio di gestione si misurano settimana dopo settimana, mese dopo mese: serietà, concretezza e umiltà. Magari non avremo più le presentazioni roboanti , e un po’ spocchiose, del passato, ma ciò che conta, alla fine, è la sostanza. Una sostanza così riassumibile: tra i pali, con Petkovic e Favaro, ci sono due portieri molto promettenti; la difesa, con i veterani Niccolini e Dionisi, a cui si sono aggiunti Fabiano e Diniz, dev’essere ancora puntellata con i giovani, e sulle fasce aspettiamo proprio gli innesti annunciati, attraverso quel lavoro di scrematura dei soggetti in prova che ricorda molto quanto successe ad Asiago nell’estate 2014. In avanti, il potenziale è sicuramente da vertice: saranno pure attaccanti sopra la trentina – Cunico e Neto Pereira addirittura di 37 e 36 anni – ma con Amirante ed Altinier, più il giovane bulgaro Mihaylov (se verrà tesserato), si può sperare di far breccia anche nelle più collaudate difese avversarie. A centrocampo, invece, bisogna completare il mosaico, ma De Poli – al quale sono state mosse nei giorni scorsi critiche assurde per operazioni non andate a buon fine – dovrebbe vedere coronati i propri sforzi dal successo già all’inizio o al massimo entro la fine della prossima settimana. Certo, molto dipenderà dai giovani, i famosi “under” – massimo 8 in una lista di 24 – che nel calcio, specie a questi livelli, condizionano non poco l’opera di assemblaggio da parte dei tecnici. Vogliamo auspicare che rispondano al meglio alle esigenze di Parlato, e proprio per questo siamo dell’idea che si può aspettare ancora un po’ prima di dichiarare chiuso il mercato. Nell’era della globalizzazione un Padova frutto dell’amalgama tra giocatori d’Oltreoceano e “prodotti” europei ci solletica parecchio. Se poi i risultati arriveranno subito, tanto meglio. L’importante è essere di nuovo nel calcio professionistico.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) «Vogliamo pesarlo per bene», la puntualizzazione del ds, «perché poi dal Cittadella è tornato nella sua terra e qui non lo ha più visto nessuno». Il giovanotto ha voglia di stupire: «Di Padova ho un gran bel ricordo, perché quel gol fu il primo da professionista. Ora è una gioia essere qui. Sono in prova, nell’ultimo anno ho giocato in Brasile nella Tombense». Nel pomeriggio, ecco l’ulteriore novità: sul campo di Pieve di Cadore, per il primo allenamento, c’è Serafim Mihaylov, classe 1995, trequartista bulgaro che ha indossato in passato la maglia del Lokomotiv Plovdiv. Un gran bel talento, riferiscono gli addetti ai lavori, che ha giocato nell’Under 21 del suo Paese. De Poli, insomma, fa sul serio, anche se tradisce un leggero moto di irritazione quando gli chiediamo quale sia stata la trattativa più complicata. Risposta secca: «Quella per il difensore Di Nicola (poi finito alla Reggiana, ndr). Non avrei mai pensato che non fosse nostro, dopo che aveva firmato le carte. Invece, il suo procuratore Sergio Bonolis al telefono ha ribaltato tutto. Gli ho interrotto di brutto la comunicazione».

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) E aggiunge: «Aggregheremo un paio di centrocampisti, entrambi italiani ed entrambi “over”, per valutarli, e in più sto parlando sempre con un centrocampista straniero, che è già stato in Italia, e che potrebbe farci molto comodo. Mi tengo, infine, aperta una finestra per Ivan Canete (difensore centrale paraguaiano di 21 anni, che ha militato nella seconda squadra dell’Atletico Madrid, ndr)». Insomma, a parte Davide Mazzocco, che insegue una maglia da titolare, il reparto di mezzo della squadra potrebbe davvero essere composto solo di sudamericani. E la sorpresa maggiore, ieri mattina, è venuta dalla presenza, tra gli elementi in prova, di Paulo Dentello Azzi, brasiliano, classe ’94, già noto al pubblico dell’Euganeo perché nell’ultimo campionato di serie B, quello della disastrosa gestione Penocchio, fu protagonista del successo del Cittadella contro i biancoscudati nel derby: un 4-0 in cui mise la sua firma a tutto tondo, segnando un gol e rivelandosi imprendibile per i difensori di casa.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il Sud America chiama, Padova risponde. Proprio così: nel giorno in cui, come un anno fa (anche se allora era il 4 agosto), il gruppo biancoscudato si ritrova nella stessa sede – la Thema dell’amministratore delegato Roberto Bonetto e del figlio Edoardo, vice-presidente – per un raduno dal sapore quasi ruspante e da lì raggiunge in due ore e mezzo il ritiro di Pieve di Cadore, nel Bellunese (dove alloggia all’hotel “Al Pelmo” e dove resterà sino al 2 agosto), il direttore sportivo Fabrizio De Poli rivela gli ulteriori obiettivi della campagna acquisti, spostando decisamente l’attenzione sul ricco serbatoio di talenti brasiliani, argentini e paraguayani. È da lì che arriveranno i futuri rinforzi, soprattutto a centrocampo, in grado di completare l’organico a disposizione di Carmine Parlato, per affrontare il campionato di Lega Pro. Sui nomi De Poli tace, ma sui ruoli è generoso di particolari: «Nei prossimi giorni saranno con noi un difensore laterale sinistro ’96, uruguayano, un difensore centrale, del ’96, argentino e un centrocampista sempre argentino (classe 1988?), con passaporto italiano, che gioca in un club europeo».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) A tal proposito, a garantire sulla bontà del gruppo che sta nascendo, ci ha pensato il numero uno Giuseppe Bergamin. Sorridente come al solito, il presidente ha salutato la nuova stagione con fiducia: «Vedo i ragazzi già affiatati, i nuovi mi sembrano brave persone. L’importante era consegnare al tecnico un gruppo di qualità sotto tutti i punti di vista. Abbiamo fatto sacrifici economici, ma pianificando tutto dal punto di vista tecnico. La squadra c’è, anche se andremo ad aggiungere ancora qualche pedina». La squadra c’è, così come c’è l’emozione di un presidente che, dopo essere ripartito da zero con il socio Roberto Bonetto, adesso si gusta il ritorno tra i professionisti: «Sì, sono emozionato, anche se con la nuova categoria non cambia il nostro modo di affrontare le cose. Eravamo professionisti anche prima, adesso aumentano le responsabilità e l’obiettivo è quello di crescere e stabilizzarsi pure dal punto di vista societario». Proclami, come al solito, non se ne fanno. Di certo questo Padova non vuole vivacchiare nell’anonimato: «La nostra ambizione, che non è presunzione, è ottenere buoni risultati. La tempistica può essere determinata da tante cose, ma l’obiettivo è chiaro ed è quello di risalire e arrivare in una categoria più importante. Si parla di piano triennale, certo, se riuscissimo ad accorciare i tempi non sarebbe male…».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Sì, è una prova che sognavo da tempo. Voglio capire se anche il sottoscritto è in grado di mettere in difficoltà i colleghi avversari. Farò in modo di avere tanto entusiasmo e di metterlo al servizio dei ragazzi. Dovremo sempre avere umiltà e spirito di sacrificio. È logico che nella mia testa, così come in quella degli appassionati, c’è anche il pensiero di qualcosa che possa andare oltre le aspettative, come i playoff o la Serie B. Ora è giusto mantenere i piedi per terra, consapevoli che la società ci ha messo a disposizione un ottimo team e io stesso voglio migliorarmi e arrivare il più in alto possibile». La squadra si sta delineando ma ancora manca qualche tassello, soprattutto a centrocampo. Cosa serve ancora a questa rosa? «Stiamo guardando profili di giocatori che non possiamo sbagliare, anche dal punto di vista umano, tenendo presente comunque che i primi impegni ufficiali inizieranno tra un mese». Cosa cambierà rispetto allo scorso anno? «Sono aumentate le responsabilità, è un’altra realtà e dobbiamo calarci con massimo impegno ed entusiasmo per amalgamare un gruppo che, nel giro di un mese, deve trasformarsi in un’unica persona. È giusto ricordarsi l’annata fantastica appena trascorsa, ma bisogna guardare avanti. C’è un gruppo nuovo, al quale va fatto entrare in testa come si gioca a Padova e con quali princìpi».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) A fari spenti, ma sognando in grande. È dunque scattata con il raduno di Piazzola, e la partenza per il ritiro di Pieve di Cadore, la stagione del grande ritorno nei professionti del Padova. Obiettivo: cavalcare l’onda di entusiasmo ereditata dalla vittoria dello scorso campionato, ma dimenticare in fretta quella che è stata una passerella trionfale tra i dilettanti. Nessuno lo dice apertamente, ma c’è la voglia di stupire ancora e provare a stabilizzarsi nelle zone alte della classifica. E se lo lascia intendere anche Carmine Parlato, vuol dire che qualcosa di grosso bolle in pentola: «Non posso ancora dire da che posizione della griglia scatteremo», ha spiegato il tecnico prima di salire sul pullman diretto nel Bellunese. «Non voglio nemmeno allargarmi più di tanto, visto che dobbiamo ancora capire su che basi potremo lavorare. Nel momento in cui avremo le idee più chiare, magari potremo anche esporci, ma di sicuro abbiamo un gruppo qualitativamente forte. Vogliamo focalizzare bene quello che chiederà la categoria, ma di sicuro il Padova si farà rispettare, questo lo posso garantire». Per lo stesso Parlato questa è un’occasione unica. Dopo aver vinto tre campionati di Serie D, il 45enne tecnico campano vuole sfruttare la prima vera grande occasione per fare il salto nell’èlite italiana degli allenatori.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tra vecchi, nuovi, giovani e giocatori in prova, le luci dei riflettori si sono per forza di cose accese su Neto Pereira. E non poteva essere altrimenti, dopo una trattativa durata settimane, ma soprattutto visto il curriculum di un attaccante che negli ultimi anni ha sempre fatto la differenza in serie B. Alla soglia dei 37 anni il brasiliano ha deciso di rimettersi in gioco in Lega Pro, firmando un contratto annuale con opzione di rinnovo. «Finalmente sono arrivato», ha sorriso il centravanti. «Sono molto contento perché già da tempo avevo dato la mia disponibilità a trasferirmi in biancoscudato. Conosco l’importanza di questa piazza e so che c’è un grande progetto. Non sono arrivato prima perché, avendo un altro anno di contratto con il Varese, stavo aspettando di capire le intenzioni della società. Ma nel momento in cui non c’è stata l’iscrizione al campionato, non ho perso tempo e sono venuto a Padova». Per firmare il contratto deve solo aspettare che arrivi il foglio di svincolo dalla Lega, ma è solo questione di tempo e burocrazia. Neto è già proiettato verso la nuova avventura: «Ho visto che l’anno scorso c’era un gruppo molto unito, ed è stato la base della vittoria, per cui dobbiamo inserirci subito al meglio. Mi chiamano Swarosky per la mia fragilità? Lo so, ma i miei numeri, in quanto a presenze, non sono così bassi. Già gli anni scorsi avevo avuto dei contatti con il Padova. Era destino che prima o poi sarei finito qui».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sono 23 i giocatori biancoscudati partiti per il ritiro di Pieve di Cadore, cinque dei quali in prova. Questa la lista completa. Portieri: Lazaar Petkovic (confermato), Alessandro Favaro (dalla Sacilese), Gaetano Pardo (dalla Virtus Volla), Leonardo Bazzucchi (in prova). Difensori: Daniel Niccolini e Matteo Dionisi (confermati), Marcus Diniz (dal Lecce), Fabiano (dal Martina), Armando Anastasio (dal Napoli), Marco Dell’Andrea (dal Venezia). Centrocampisti: Davide Mazzocco e Marco Cunico (confermati), Claudio Poesio e Muminovic Sahin (in prova). Attaccanti: Nicola Petrilli, Marco Ilari, Sebastiano Aperi e Salvatore Amirante (confermati), Paulo Dentello Azzi (in prova), Cristian Altinier (dall’Ascoli), Neto Pereira (dal Varese), Oleg Turea (dall’Este), Serafim Mihaylov (dallo Spartak Plovdiv). Confermato in blocco lo staff tecnico con l’allenatore Carmine Parlato, il vice Rino Lavezzini, il preparatore dei portieri Adriano Zancopè e il preparatore atletico Alan Marin.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Di fronte a tragedie come quella del tornado che ha devastato la Riviera del Brenta, anche le rivalità calcistiche e campanilistiche passano in secondo piano. E così gli ultras della Tribuna Fattori e i tifosi della Curva Sud VeneziaMestre hanno deciso di affrontarsi oggi in un’amichevole per raccogliere fondi da destinare alle vittime del maltempo, che ha messo in ginocchio diversi comuni ai confini tra le province di Padova e Venezia. L’appuntamento è per questo pomeriggio al Centro sportivo di Noventa Padovana, che aprirà i cancelli a partire dalle 15. Alle 16.30 inizierà la partita e l’evento andrà avanti sino alle 19.30. L’ingresso costa 5 euro e prevede anche una consumazione. Per tutto il pomeriggio sarà in funzione un bar con birra e bibite alla spina e panini. Oltre ai rappresentanti delle due tifoserie, parteciperanno alla partita ex calciatori di entrambe le società. Ci saranno, inoltre, anche il presidente del Calcio Padova Giuseppe Bergamin con il figlio Marco e rappresentanti delle amministrazioni comunali di Padova, Venezia e Noventa. Già in passato la “Fattori” si era mostrata sensibile ad iniziative del genere, raccogliendo fondi da destinare alla vittime delle alluvioni in Liguria, Sardegna e anche Vicenza.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Niente da fare, almeno così sembra, per il paraguaiano Oscar Arzamendia (ex Verona, Palermo e Bellaria), mentre c’è ancora uno spiraglio aperto anche per l’altro paraguaiano Ivan Canete. I più acclamati sono stati Cristian Altinier (17 gol in 32 partite nell’Ascoli nella passata stagione) e il brasiliano Neto Pereira, il colpo da novanta messo a segno nelle ultime ore battendo la concorrenza di Trapani e Salernitana, senza dimenticare il Cesena. Il tutto grazie all’intervento decisivo del presidente Giusepppe Bergamin. «Quando ho sentito dell’interesse del Padova — ha spiegato Neto — non ci ho pensato due volte ad accettare. Questa è una piazza straordinaria, tutti insieme torneremo grandi. Ho tanta voglia di ripartire e sono davvero contento di poter partire sin da subito con la squadra». Applauditissimo anche Carmine Parlato, parso decisamente più rinfrancato rispetto a qualche giorno fa. «Sento una grande responsabilità rispetto allo scorso anno — ammette il tecnico campano — siamo saliti di categoria e le difficoltà aumentano. Abbiamo una squadra competitiva che dovrà esser completata ma in questi ultimi giorni abbiamo fatto passi da gigante. Adesso dovremo impegnarci tutti al massimo, a cominciare dal ritiro». Sono partiti alla volta di Pieve di Cadore anche i difensori brasiliani Diniz e Fabiano e il portiere Leonardo Bazzucchi, ex Spezia e Foligno, che rimarrà in prova qualche giorno. Fra i volti nuovi anche i giovani Anastasio (Napoli) e il portiere Pardo, già provato lo scorso anno durante il ritiro di Asiago. La squadra per l’80% c’è: adesso mancano solo gli ultimi ritocchi e poi si potrà davvero sognare in grande.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Fanno 35 gradi (all’ombra…), tanti sorrisi e altrettante strette di mano. È partita dalla sede di Thema Italia, l’azienda di Piazzola sul Brenta guidata dall’ad biancoscudato Roberto Bonetto, l’avventura del nuovo Padova di Carmine Parlato. Da ieri e fino al 2 agosto via in ritiro a Pieve di Cadore, sulle Dolomiti, per la preparazione precampionato. E, nel giorno del raduno, si sono visti alcuni volti nuovi a sorpresa fra cui Paulo Dentello Azzi, l’esterno brasiliano che fece un gran gol in un derby Padova-Cittadella con la maglia granata. Un colpaccio in canna maturato nello spazio di 48 ore per il direttore sportivo Fabrizio De Poli, ben conosciuto per la gran marcatura firmata nel derby peggiore della storia per i biancoscudati. «Sono qui in prova — spiega Azzi — ma spero che presto il tutto si possa tramutare in un contratto. Da parte mia metterò il massimo impegno per convincere l’allenatore a inserirmi nella rosa». La società ha intenzione di tesserarlo, così come ci sono chance concrete di poter tesserare Davide Carcuro, ex Venezia, atteso in ritiro nei prossimi giorni per valutare le condizioni del ginocchio infortunato nello scorso autunno. Da cerchiare in rosso anche i nomi del croato Sanim Muminovic e del bulgaro Serafim Myhailov, altri due nomi molto interessanti in prospettiva che si aggregheranno al gruppo a Pieve di Cadore. «Ma nei prossimi giorni — spiega De Poli — potrebbero arrivare anche un difensore argentino, un esterno sinistro uruguaiano (entrambi classe 1996) e un centrocampista argentino classe ‘88. In più verranno in prova due italiani, che valuteremo con attenzione».

Ore 08.30 – Padova, amichevoli estive: la prima si terrà domenica 26 luglio a Pieve di Cadore contro una selezione locale. In programma anche una sfida con l’Udinese a Lignano Sabbiadoro il 5 agosto.

Ore 08.28 – Padova, il ritiro precampionato si svolgerà a Pieve di Cadore dal 18 luglio al 2 agosto.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 luglio: partenza per il ritiro di Pieve di Cadore per i Biancoscudati, che hanno già svolto il primo allenamento.




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