Fonte: La Nuova Venezia
Il Venezia lo ha lanciato in serie B nel 2002 e ora, a 36 anni, al Penzo Evans Soligo ci ritorna con un notevole bagaglio di esperienza. Originario di Marghera, ha raggiunto l’accordo con il club arancioneroverde senza alcuna titubanza, e lo si attende come uno dei perni del centrocampo veneziano nella prossima stagione. «Con i nuovi dirigenti c’era stato un primo approccio quando si stava formando il progetto Venezia», racconta il giocatore, «ma non ci sono state difficoltà di sorta, ed essere ora di nuovo qui mi regala una bellissima sensazione. La chiamata mi ha fatto molto piacere: tornare nella piazza dove tutto è iniziato facendo sette anni di giovanili e poi spiccando il volo in serie B, è qualcosa di speciale. Sicuramente non sarà una stagione facile, quella che ci attende, soprattutto per i tempi stretti nell’assemblare la rosa, ma la volontà della società è quella far bene ed essere solo di passaggio in questa categoria. Basta poi pronunciare il nome di Perinetti per capire la serietà che sta assumendo il progetto. Si cercherà fin da subito di fare il meglio possibile». Evans Soligo, vuoi per l’età non più giovanissima, vuoi per le tante esperienze maturate nei vari campionati affrontati fin qui, sarà la chioccia del centrocampo del nuovo Venezia. «Le squadre sono formate sempre più da giovani e si chiede ai vecchi di spiegare loro cosa vuol dire giocare a calcio, che bisogna conquistarsi tutto allenamento dopo allenamento, e indirizzarli nel modo giusto», prosegue, «cercherò di dare tutto quello che ho imparato negli anni, mettendomi a completa disposizione del tecnico». Il 2002 è lontano, però Soligo ricorda: «Acciuffammo una salvezza difficile dopo un anno tribolato, soprattutto all’inizio del torneo. Ma ho un ricordo bellissimo perché fu il mio esordio in serie B. E poi non si può dimenticare l’ultima partita contro la Sampdoria, perché, con i punti conquistati in quella occasione, ci salvammo. In seguito ho fatto tante esperienze importanti per la mia crescita sportiva. I cinque anni a Salerno sono stati i più formativi, e vincere lì è stato strepitoso per la passione dimostrata dal pubblico. Quello del Venezia va riportato al Penzo? Ci proveremo: legare la squadra al territorio con gente del posto è fondamentale per riuscire a riportare gli appassionati allo stadio. Una scelta che potrà essere vincente anche se serviranno i risultati». Infine un passaggio su Favaretto. «Mi ha allenato al Porto Tolle e ci conosciamo bene. Per il resto, fisicamente sono in forma e non ho voglia di smettere di giocare. Vado avanti giorno per giorno, ma senza tirare indietro la gamba».