Live 24! Mantova-Padova, il giorno dopo: un pareggio che sa di beffa, ora riposo fino al 18

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) La prima battagli la combattono in tribuna di S.Croce: il sole picchia forte, i gradi sono sicuramente oltre i 30 ed allora i tifosi previdenti hanno la meglio, conquistando l’ultimo gradino della scalinata, quello coperto dall’ombra. Per gli altri, cura elioterapica forse non graditissima ma la prima uscita del Vesna non si può perdere e, come da tradizione, l’avversaria non può essere che l’Unione Triestina 2012. Amichevole coraggiosa per la condizione atmosferica, riferimenti ancora pochi: il Vesna vuole far bella figura, la squadra di Masitto continuare a progredire nella preparazione che, per ora, non può proporre freschezza ma solo volontà. Qualche assente ancora come Arandjelovic che attende il tesseramento e Solinas, fermo prudenzialmente per una contusione, l’intento è di far giocare tutti. L’Unione deve ovviamente fare la partita, i padroni di casa, almeno in partenza, controllano. Beghin di testa su punizione tesa manda alto, Kabine invita Morelli sotto porta, ma l’esterno è in ritardo poi ci prova con una rovesciata spettacolare ma tra le braccia del portiere Carli. Zubin gioca con giudizio e costringe, su lancio di Kabine, Avdic ad un intervento di fino poi ricambia per il compagno, anticipato però dall’uscita bassa di Carli. Ciave si conquista applausi con un’azione personale e alla mezzora arriva anche il primo vero tiro in porta, autore Kabine dopo un controllo prolungato di Mattielig: Carli è pronto e con le dita manda sul fondo e, poco dopo, tocca al collega Di Piero impegnarsi per allontanare una punizione insidiosa. Cambi a volontà nella ripresa: momento buono dell’Unione che ci prova subito con il neo entrato Baggio che insiste al limite, ma alza troppo la mira. Poi tentativi di Migliorini, Piscopo manda alto il pallone e, alla mezz’ora, arriva il vantaggio: punizione precisa di Zanardo che supera la barriera e infila vicino al palo della porta di Markovich. Ultime due emozioni: fallo su Venturini, punizione di Bozicic, risposta di Di Piero e poi palla rubata a centrocampo, volata di Zubin, mira troppo laterale.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Questo Belluno è una macchina da gol. Archiviata la cinquina rifilata all’Istrana, i gialloblù riservano lo stesso trattamento a un altro avversario d’Eccellenza: il Nervesa di Bruno Gava, affondato con una nuova manita. A differenza del test di martedì scorso, tutte e cinque le reti sono maturate nella prima frazione. E con bomber Corbanese seduto in panchina: un altro segnale confortante rispetto alla crescita dell’intero collettivo, la cui forza, per lo meno in questo pre-campionato, va oltre il valore e le qualità del singolo. Ancora una volta, sono i giovani a prendersi il centro del palcoscenico: a cominciare da Alessandro Marta Bettina. Dopo aver rotto il ghiaccio con l’Istrana, il 17enne attaccante non solo non ha sentito il peso del 9 sulla schiena (il numero del Cobra), ma si è preso il lusso di realizzare una splendida doppietta: uno-due nello spazio di sette giri di lancette. In tema di fuoriquota ispirati, ha voce in capitolo pure Marco Farinazzo, capace di far ammattire la retroguardia trevigiana con la sua velocità. E autore del gol del raddoppio. Ma se i giovani si esprimono al meglio, il merito è anche, e soprattutto, di quel gruppetto di atleti che mettono la loro esperienza a servizio della squadra: come Stefano Mosca, protagonista con due centri. Soddisfatto, a fine partita, mister Roberto Vecchiato: «Abbiamo disputato un ottimo primo tempo, dimostrando di essere una formazione che vuole sempre vincere, anche le amichevoli. E che interpreta ogni gara con serietà e impegno. Sì, le cose stanno andando bene: ho apprezzato in particolare la ricerca del gioco palla a terra».

Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Il secondo poker di fila è servito. La squadra gialloblù ripete nel punteggio il risultato di qualche giorno fa ad Istrana, sbancando il campo del Nervesa. 5-1 anche a Nervesa contro la formazione di Bruno Gava, con le marcature bellunesi tutte nel primo tempo. Fuori Corbanese dagli undici titolari? Tranquilli, ci pensa Marta. Questo interessante 1998 aveva già segnato contro l’Istrana e si è ripetuto ieri con una doppietta. Per il resto, doppietta anche per l’ex Legnago Farinazzo, oltre al centro di Mosca. L’unico neo? Il gol subito anche in questa occasione. Va detto comunque che il centro è stato indovinato solo nei minuti finali da Tartalo, con il match ormai in ghiacciaia. Ora un paio di giorni di riposo, mentre è saltata al momento l’amichevole del 18 a Conegliano. In programma, per ora, il test il 22 a Feltre con i granata. Nervesa-Belluno 1-5 Belluno: Solagna, Longo, Mosca, Quarzago, Sommacal, Calcagnotto, Farinazzo, Bertagno, Marta Bettina, Masoch, Acampora. Sono entrati: Righes, Pellicanò, Duravia, Doriguzzi, D’Incà, Miniati, Corbanese. All. Vecchiato Reti: 2 Marta, 2 Farinazzo, Mosca, Tartalo.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «È meglio essere giovani, belli e ricchi che vecchi, brutti e poveri». Era una delle frasi del compianto Massimo Catalano, il «filosofo» di «Quelli della notte» di Enzo Arbore. Così il Pordenone di mezza estate. «È meglio vincere con tanti gol che perdere senza farne uno»: 5-2 al Montebelluna, 3-0 alla Sacilese, 6-0 all’Opitergina. Lasciamo stare che Monte e Sacilese erano piene di ragazzini e avevano praticamente appena cominciato la preparazione, che l’Opitergina gioca in Promozione e che i gol sono arrivati quasi tutti nella ripresa con le seconde linee di Moscon. Le quattro reti rifilate al Cedarchis (campionato carnico), alla primissima uscita di 70′, non li contiamo nemmeno. Vincere fa bene al morale e accresce l’autostima. Tedino in questo è un maestro. COPPA – Il primo test vero, che darà un’idea migliore del valore effettivo del gruppo messo insieme da Giorgio Zamuner, con la collaborazione del fido tecnico ex azzurrino, arriverà domenica 23 agosto (salvo anticipo), quando i ramarri affronteranno la seconda giornata di Coppa Italia. Il primo turno del triangolare di qualificazione, ieri sera, ha opposto il Mantova e il Padova del grande ex Parlato: è finita 1-1, con reti di Altinier al 27’ e di Ruopolo all’88’. Di conseguenza, tra una settimana al Bottecchia i ramarri ospiteranno i virgiliani. Tedino e Marchetto erano presenti al Martelli e hanno preso diversi appunti.

Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) La prima partita di coppa Italia della scorsa stagione fu col Mantova. Sarà così anche quest’anno. Il Pordenone esordirà nella competizione di Lega Pro domenica 23 agosto in casa al Bottecchia con i biancorossi (calcio d’inizio nel tardo pomeriggio, verosimilmente alle 18). É questa la conseguenza di gara uno del triangolare della competizione, partita giocata ieri in Lombardia tra i virgiliani e il Padova dell’ex Parlato e conclusasi sul punteggio di 1-1: alla rete di Altinier, ex di turno, segnata al 27’ del primo tempo, risponde a un minuto dalla fine un altro ex, Ruopolo. Con questo pareggio, che lascia aperte ogni possibilità di qualificazione, i veneti si guadagnano il turno di riposo, costringendo così la squadra di Maspero a tornare subito in campo e a giocarsi in via Stadio tutte le residue chance di passaggio del turno. L’incontro con l’illustre ex Carmine Parlato si giocherà domenica 30 agosto all’Euganeo (probabilmente in serale). L’inizio ufficiale della stagione neroverde sarà dunque contro una rivale che evoca bei ricordi: l’ultima sfida tra i due team, giocata lo scorso campionato di Lega Pro, aveva visto la vittoria del Pordenone per 2-1, con reti di Andrea Migliorini e Bjelanovic.

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) «In testa ho solo il Pordenone: spero e voglio rescindere il prima possibile il contratto col Pavia ed essere al De Marchi all’inizio della prossima settimana». Più chiaro di così non si può. Alex Pederzoli si lancia tra le braccia dei neroverdi. Sono le frasi che volevano sentire tutti, queste, dai tifosi a naturalmente lo staff tecnico: il regista vuole essere tra i ramarri e la squadra con lui acquisterebbe una bella iniezione di idee e fantasia in mezzo al campo. «Non ho preso alcun altro impegno perché ho già dato la mia parola ai neroverdi – afferma il play-maker –: il progetto mi ha convinto e la mia volontà di raggiungere i compagni è totale. Conto di farlo presto, il prima possibile. Se fosse per me vorrei chiudere già adesso la mia situazione a Pavia». Secondo indiscrezioni, manca poco affinché il rapporto tra il giocatore e il club lombardo si risolva: serve solo trovare una buonuscita – Pederzoli ha ancora un anno di contratto –, perché col Pordenone è praticamente tutto fatto. Ballano poche migliaia di euro, a quanto si apprende, e oltre allo stesso centrocampista anche la società biancazzurra vuole accelerare la questione. Il tecnico Michele Marcolini, infatti, in mezzo ha fatto altre scelte, puntando su Cristini che già aveva con lui al Real Vicenza la scorsa stagione. Pederzoli non troverebbe spazio, nella Bassa Lombarda, cosa che invece avrebbe a volontà in maglia neroverde: Tedino ha in mente di affidargli le chiavi delle squadra, tanto che il posto al suo fianco sarebbe affidato a uno capace di correre anche per lui, ovvero un incontrista come Mandorlini. Il regista ha bisogno di una spalla così, per far uscire la sua qualità, rappresentata anche da una carriera spesa tra serie B e C. Il matrimonio sta per essere celebrato: passerà Ferragosto e se tutto va bene si scambieranno le fedi.

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Con gli arrivi di Marchi e di Mandorlini – entrambi ufficiosi – il Pordenone 2015-2016 sta per essere definito. Mancano solo tre tasselli, uno fondamentale, uno importante, l’altro non imprescindibile. Il primo è il regista, ovvero Alex Pederzoli, praticamente in arrivo; il secondo è il portiere da affiancare a Tomei (ovviamente giovane, per non sforare il numero degli esperti) in attesa del rientro di Careri. Il terzo è il trequartista, unica casella vuota al di fuori del titolare Finocchio. Il ruolo può ricoprirlo il jolly Buratto, ma potrebbe anche arrivare quella ciliegina sulla torta di cui spesso parla il presidente Lovisa: negli ultimi giorni d’agosto, a fine mercato, può arrivare il colpaccio. L’analisi. Il Pordenone ha una sua fisionomia, oltre che un suo perché. Si parta dal settore difensivo: è praticamente l’unico completo. Le fasce sono sistemate, con Cosner e De Agostini titolari e la coppia di giovani Boniotti (classe ’95) e Talin (’96) di rincalzo. Anche il cuore del reparto è ok. I titolari Stefani e Ingegneri hanno un cambio “certo” (i pari-ruolo Barison e Marchi) più il jolly Pasa (può giocare anche in mezzo) e il giovanissimo (’98) Gregoris. Difficile chiedere di più. Solo Tomei, in porta, arretrando di qualche metro, ha bisogno di una spalla. Si passi in mezzo. Mandorlini e Buratto hanno per ora due alternative, seppur tutte giovani visto che il più vecchio è Castelletto (classe ’95). Davanti anche gli esterni hanno un alter ego: dietro gli esperti Cattaneo e Filippini ci sono il baby (Gulin, ’95) e la scommessa (Valente, che arriva in D dal Legnago). I bomber – De Cenco e Strizzolo – si danno il cambio, con Savio da tenere d’occhio. Cosa manca. Una squadra costruita nel giro di un mese: qui bisogna far un plauso e a proprietà e dirigenza, che hanno consegnato a Tedino il materiale nel minor tempo possibile. La ricerca era partita a inizio luglio, ma sino ai primi di agosto, lo si ricordi, non c’era l’ufficialità del ripescaggio. Ora mancano la ciliegina sulla torta e la mente. Sì, perché quest’ultimo “buco” rappresenta di fatto l’ago della bilancia: in mezzo al campo, oltre all’incontrista Mandorlini, c’è bisogno del play, di Pederzoli, che per molti è un giocatore fuori categoria, una sorta di Pirlo della Lega Pro. Lui non vede l’ora di arrivare, Tedino scalpita per allenarlo. Con lui la squadra può davvero spiccare il salto di qualità. E se arrivasse anche il trequartista di spessore, un alter ego di Finocchio? Se così fosse, il Pordenone può davvero pensare a qualcosa di più della salvezza.

Ore 17.40 – (La Provincia Pavese) «Per il Pavia è una vittoria storica, mai era riuscito ad arrivare così in alto». Mister Marcolini è raggiante e con lui tutta la squadra. Una vittoria contro il Bologna, una squadra di serie A, 5 giorni dopo aver umiliato il Latina 4-1 in casa loro è più che un sogno di mezza estate. E’ una bella realtà. «Adesso mancano un po’ì di giorni prima dell’inizio del campionato di Lega pro – aggiunge Marcolini –. Lì sarà un’altra musica. Abbiamo il tempo di goderci questa impresa. Questi ragazzi lavorano alla grande. In Lega Pro dovremo essere ancora più bravi. In fondo i giocatori di serie A ti lasciano giocare…». Chi è sotto choc è l’allenatore del Bologna, Delio Rossi: «Loro hanno fatto gol e noi no. La mia squadra ha dato il massimo. L’espulsione? Forse ha condizionato». Sugli spalti, i tifosi pavesi erano increduli. Si sono presentati in una trentina, con lo striscione: «Povar ma gnucc». Un’ora prima della partita fuori dallo stadio c’erano quasi più carabinieri, agenti e vigili che tifosi. E al fischio d’inizio di Bologna-Pavia si contano poco più di un centinaio di supporter nella curva rossoblù e una trentina in quella azzurra. «Se si fosse giocata in Romagna ci sarebbero state duemila persone», si mormora sugli spalti davanti a uno spettacolo surreale, visto che la capienza dello stadio di Vicenza è di oltre 17 mila spettatori. Ma anche il Fortunati avrebbe richiamato un pubblico simile, considerato che all’esordio del 2 agosto contro il Poggibonsi c’erano all’incirca 1.200 persone. E invece il Menti si presenta desolatamente semideserto. Altro che invasione, dunque, tantomeno dei tifosi del Bologna, quella invasione che ha spinto la questura di Pavia a vietare la disputa della gara al Fortunati. Una decisione che si conferma incomprensibile dando un’occhiata agli spalti. A prescindere dal risultato del campo, c’è uno sconfitto: il tifo. Immeritatamente. Nonostante ciò, i pochi tifosi azzurri si fanno sentire. E parecchio. Dal primo minuto fino a fine gara anche alla televisione, nella diretta di Raisport 1 si sono sentiti i cori pavesi. E al 90’ esplode una gioia irrefrenabile. éerché in fondo era inattesa.

Ore 17.20 – (La Provincia Pavese) Segnatevela, la data di ieri, 14 agosto 2015. Perché è una data che entra nella storia del Pavia. Gli azzurri mettono sotto il Bologna, all’esordio assoluto contro una squadra di A, e passano al quarto turno di Tim Cup. Mai accaduto prima. Decide la zampata di Del Sante e il Bologna, rimasto in dieci, va nel pallone e non riesce a raddrizzare la gara. L’avvio del Pavia sembra prendere di sorpresa il Bologna, il pressing azzurro è costante e dà agli avversari poco tempo per ragionare. La squadra di Marcolini lancia i primi segnali alla retroguardia rossoblù, prima con la combinazione Ghiringhelli-Alessandro Marchi che porta alla prima conclusione della gara, quindi con Cesarini che soffia una palla sul cross di Del Sante (bravissimo a lavorare una palla difficile sull’out) ma si allarga troppo e dalla linea di fondo non riesce a superare Mirante. Il Bologna si sveglia all’11’, ma ha bisogno di un corner: Rossettini stacca non pressato e di testa saggia i riflessi di Facchin, che sono ottimi. L’occasione sembra cambiare le dinamiche in campo, e dopo che Brienza si avventa su una palla filtrante, sparando per fortuna al lato, il Bologna sembra prendere il comando delle operazioni. Il Pavia comincia a predere qualche duello personale e al 19’ Marchi riesce a contrare in extremis il tiro di Brighi dopo un’incursione con cui si era bevuto mezza difesa azzurra. Il Pavia però c’è, tanto che al 22’ sfodera la più bella azione del primo tempo: Cesarini dimostra che non è solo tecnica sopraffina ma anche tenacia: vince un paio di contrasti e con l’aiuto di Del Sante serve di tacco Marti, splendido cambio di gioco per la botta al volo di Ghiringhelli che Mirante neutralizza in due tempi. Quando al 35’ il Mago guadagna una punizione dai 25 metri subito si pensa ai due calci piazzati vincenti di Bellazzini nel 4-1 di Latina. Invece tocca a La Camera. ma stavolta ci vuole la spizzata amica della barriera: la palla si impenna e la parabola cade dalla parti di Del Sante che con una zampata la schiaccia in rete, complice anche un’uscita non impeccabile di Mirante. Il clamoroso ma meritato vantaggio azzurro rischia di essere vanificato 3’ dopo dall’incomprensione tra Biasi e Facchin sulla quale si inserisce il solito Brighi, ma manca di un niente l’1-1. Ma al 45’ la gara prende un piega ancora più favorevole al Pavia: Martin fa fallo ma Ferrari, che l’ha subito, gli rifila un calcetto di reazione: espulsione che lascia in dieci il e Bologna, che al 3’ di recupero rischia lo 0-2: contropiede da manuale Cesarini-Marchi e palla per il liberissimo Bellazzini che calcia bene ma stavolta trova un Mirante insuperabile. Comincia la ripresa con l’afa vicentina che sembra attenuarsi. Il Bologna si schiera con 4-3-2, il Pavia attende per colpire, ma al 7’ corre un grande rischio ancora su corner: lo schema del Bologna porta Brighi, sull’alzata di Cacia, al colpo di testa che muore un palmo sopra la traversa. Il Pavia risponde al 14’ con Ghiringhelli che punta l’area, rientra sul sinistro e mira l’angolino, Mirante ci arriva con la punta della dita e devia. Rischia, il Pavia, sul contropiede rossoblù che porta al diagonale Brienza, di poco fuori, e trema su una mischia, sull’ennesimo angolo, con Facchin che salva come può. Ma il tentativo d’assalto rossoblù è poco lucido. Finisce così. Dopo Latina, prosegue la favola del Pavia. Anzi, che favola: questa è u na fantastica realtà.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Al Taliercio alla vigilia di Ferragosto per salutare il nuovo Venezia Fc, circa 300 tifosi compiono il primo passo «per iniziare a vincere lo scetticismo». È stato il direttore sportivo Giorgio Perinetti ad indicare questo primo obiettivo a margine della passerella casalinga del team arancioneroverde, nel tardo pomeriggio di ieri scendendo dal ritiro di Piancavallo. Già un’ora prima del fischio d’inizio del match con la Piovese gli ultras della Curva Sud hanno esposto sulla tribunetta il maxi striscione «Unico grande amore», con i gradoni riempitisi lentamente di appassionati silenziosi, intenzionati però a prendere confidenza con una squadra tutta nuova. Applausi alla sfilata dei giocatori, chiamati ad uno ad uno a centrocampo con un crescendo a livello di «volume» per i nomi noti, da Soligo a Malagò, fino all’apice toccato per il mister Paolo Favaretto e il preparatore dei portieri Massimo «Vasco» Lotti. «L’obiettivo è chiaramente che anche i tifosi si fidino, come hanno fatto finora i calciatori venendo in una società ripartita da zero com’è il Venezia – ha auspicato il ds Perinetti – superando il naturale scetticismo di partenza che la squadra proverà a scalfire con i risultati e le prestazioni. Li capisco, non vedono l’ora di toccare con mano la nuova proprietà che ha avviato questo progetto. Appena possibile li conosceremo pubblicamente, posso dire loro che io ci parlo tutti i giorni e sono assolutamente tranquillo, un passo alla volta tutti i tasselli andranno al loro posto». Tra i temi in ballo anche la campagna abbonamenti, mentre la questione sponsor tecnico è stata risolta. «Degliabbonamenti si stanno occupando direttamente il presidente James Daniels e il suo staff negli Stati Uniti, penso ci saranno novità in una decina di giorni – prevede il dirigente Dante Scibilia -. Per lo sponsor tecnico abbiamo acquistato il materiale Nike dall’Fbc Unione Venezia, a giorni incontreremo il grafico per i bozzetti che non credo si discosteranno molto dalla divise dello scorso anno (ieri i lagunari hanno indossato la seconda maglia bianca con la scritta Venezia Fc sul petto, ndr)». Tra i volti nuovi anche il team manager Alessandro Servi, 33enne romano lo scorso anno segretario nel settore giovanile del Catania, confermato invece Edoardo Rivola come dirigente addetto all’arbitro. Prossima amichevole giovedì 20 a Dolo (ore 18.30) con incasso in beneficenza all’Usd Cazzago, società rivierasco danneggiato dal tornado dell’8 luglio scorso.

Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il test amichevole con la Piovese, certo, ma soprattutto il mercato. Perché il nuovo Venezia che sta nascendo deve ancora esser completato e l’attenzione dei tifosi è altissima soprattutto riguardo alla campagna trasferimenti. È stato smentito ieri l’interesse per Emanuele Bardelloni, che Paolo Favaretto ha avuto lo scorso anno al Real Vicenza, mentre sono arrivate importanti conferme, invece, su un tentativo compiuto e ancora in essere del Venezia per Matteo Nichele, capitano della Luparense. La storia merita di essere raccontata. Nichele ha firmato poco più di un mese fa per la Luparense in momento particolare subito dopo la rottura col Padova, momento in cui stava cambiando procuratore. Il presidente della Luparense Stefano Zarattini ha investito tanto sul centrocampista bassanese, a cui sono stati consegnati pure i galloni di capitano e per ora, comprensibilmente, ha chiuso tutte le porte al Venezia. Che però dal canto suo non molla, forte anche del gradimento espresso dal giocatore, per il quale si tratterebbe di un ritorno in laguna dopo la prima felice esperienza con la maglia arancioneroverde dal 2009 al 2011. Trattativa complessa e difficile, che potrebbe richiedere tempo, ma che al momento ha poche chance di realizzazione. Per la difesa, dopo l’addio al sogno Legati, si punta con decisione su Alessandro Fogacci, classe 1980 ed ex Pavia e San Martino, noto alle cronache rosa per essere stato a lungo fidanzato con l’ex velina di Striscia La Notizia, Costanza Caracciolo. In attesa di capire di quali sviluppi ci saranno sui diversi fronti aperti, ieri il Venezia ha esordito di fronte ai suoi tifosi ed è stato bloccato al Taliercio sull’1-1 dalla Piovese. La nota positiva è stata il debutto con gol di Gianni Fabiano, parso già molto avanti con la condizione rispetto al resto del gruppo, ancora in evidente deficit fisico. Ad andare a rete dopo 18 minuti è proprio l’ex Bassano che sfrutta al meglio una palla che gli era stata servita in profondità da Innocenti battendo imparabilmente il portiere Boscolo. Lo stesso Innocenti al 28’ si mette ancora in evidenza con una conclusione velenosa di sinistro. Poco dopo è Maccan a rendersi pericoloso di testa, ma il 2-0 non arriva e lentamente il Venezia perde ritmo e lucidità. Nella ripresa esce la Piovese. È Talato al 15’, su calcio piazzato, a freddare D’Alessandro siglando il pareggio. Per poco, alcuni minuti dopo, sempre Talato non concede pure il bis sfiorando la doppietta, sempre su punizione: «Siamo ancora un cantiere aperto – ammette Paolo Favaretto a fine partita – stiamo crescendo e per 55 minuti abbiamo tenuto il campo dignitosamente. Siamo partiti tardi, i carichi di lavoro sono stati molto pesanti. Abbiamo problemi di conoscenza legati al fatto che i ragazzi non hanno mai giocato insieme, ma sono contento dei progressi, anche se è ovvio che abbiamo bisogno di giocare assieme. È un percorso lungo, ci vuole pazienza perché per formare una squadra ci vogliono tante componenti e siamo consapevoli che saranno necessari sforzi e sacrifici da parte di tutti. Quello che mi lascia ben sperare è che vedo uno spirito positivo da parte dei ragazzi e se continueremo di questo passo i risultati arriveranno. Logico che dopo così pochi giorni di lavoro le gambe non possano essere al top».

Ore 16.10 – (La Nuova Venezia) L’amichevole di ieri contro la Piovese, terminata 1-1, per il Venezia si è trasformata in una festa. Almeno 300 tifosi hanno riempito la tribuna del centro sportivo Taliercio, accogliendo la squadra arancioneroverde, lo staff tecnico e i dirigenti di rientro dalle due settimane di ritiro a Piancavallo. Presentazione all’americana, musica e applausi per tutti, con la tifoseria che ha seguito con attenzione l’uscita della squadra di Paolo Favaretto, sottolineandone gli spunti migliori. In campo il Venezia ha sfidato la Piovese, formazione che giocherà il prossimo campionato di Eccellenza, appena una categoria sotto la serie D, lasciando a riposo solo Serafini e Cantini per un affaticamento muscolare. Sul sintetico del Taliercio si è visto un Venezia ordinato, con i giocatori impegnati a mettere in pratica le continue indicazioni di Favaretto, ma senza rischiare in una fase in cui nelle gambe hanno solo pochi giorni di allenamenti e oltretutto quelli con i carichi più pesanti. Ma di fronte c’è stata una Piovese tutt’altro che arrendevole. Anzi, a tratti ha giocato decisamente bene. In avvio il ritmo è stato comunque sostenuto, con il Venezia che ha trovato il gol al 19’ con una bella conclusione in area di Fabiano, l’ultimo arrivato in gruppo dopo aver lasciato la serie B. La Piovese non si è fatta intimidire, cercando a più riprese di trovare una conclusione in grado di impensierire Vicario, ma le azioni migliori del primo tempo sono state di marca veneziana con altri spunti di Maccan (di testa) e Innocenti. In avvio di secondo tempo unico cambio tra i pali per il Venezia, e dopo 2’ bel suggerimento di Maccan per Innocenti, ma l’estremo ospite ha avuto la meglio, come un minuto più tardi su Fabiano. All’8’ si è vista la Piovese con bel colpo di testa di Talato che al 15’ ha pareggiato i conti con una perfetta punizione a giro dal limite dell’area. La restante mezzora ha visto le squadre equivalersi senza ulteriori pericoli per i due portieri. Favaretto. «Siamo un cantiere che un po’ alla volta sta crescendo, se considero carichi di lavoro, cambio di clima e affaticamento, per 55’ almeno abbiamo tenuto degnamente il campo», spiega il tecnico del Venezia, «nel processo di lavoro di questo periodo sono contento, siamo più appesantiti degli altri, giocando meno partite, e ricordiamo che la Piovese ha battuto l’Alto Vicentino. Vedo progressi rispetto a martedì contro la Sacilese. Abbiamo bisogno di giocare. Mi è piaciuta molto la fase difensiva, e ci sono aspetti positivi. La squadra si è espressa comunque bene. Non mi interessa vincere il campionato d’agosto». Dirigenti. Presentato ieri il nuovo team manager Alessandro Servi, 33 anni, dirigente in arrivo dal Catania e con alle spalle anche esperienze come giocatore tra i dilettanti. Come responsabile degli arbitri si è rivisto invece al Taliercio Edoardo Rivola, già nel ruolo anche lo scorso anno con l’Unione Venezia. Prossimo test. Il Venezia giocherà giovedì prossimo alle 18.30 a Dolo contro la formazione di casa che milita nel campionato di Promozione. L’incasso verrà destinato all’Usd Cazzago, a fronte dei danni subiti dalla tromba d’aria.

Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviati successi in amichevole, è di nuovo tempo di fare sul serio per Marino e i suoi ragazzi: oggi al «Castellani» di Empoli infatti il Vicenza scende in campo per la seconda gara ufficiale della stagione, stavolta contro i toscani di mister Giampaolo per il terzo turno di Coppa Italia. «Di sicuro l’Empoli ci darà grandi stimoli perché è un avversario di categoria superiore – sottolinea Pasquale Marino – però al di là del risultato conterà l’approccio alla partita e la prestazione. L’altra sera con il Chievo l’interpretazione è stata positiva, ed era quello che mi aspettavo perché l’inizio del campionato di serie B si avvicina e per quella data dovremo essere pronti». Contro l’Empoli Marino recupera Pettinari, anche se dovrà sempre fare a meno di Cocco, Laverone, Gentili e Manfredini.«Pettinari si è allenato e l’ho convocato – spiega il tecnico – adesso sta un po’ meglio, ma dovrà recuperare la condizione fisica essendosi allenato a parte. Oltre a lui spero di recuperare a breve anche gli altri che sono indisponibili, adesso, con lo slittamento del campionato, avremo dieci giorni in più a disposizione. Il giocatore più indietro è Manfredini che dovrebbe riaggregarsi al gruppo nei prossimi giorni». In attacco con Cocco ancora out e Pettinari a mezzo servizio, potrebbe toccare di nuovo a Gatto, con Raicevic che andrà in panchina. «Può essere una soluzione – conferma Marino – Gatto ha fatto la punta centrale in passato, magari non è il suo ruolo preferito ma non dà riferimenti, svaria e attacca la profondità. Deciderò prima del match, se toccherà a Gatto sono certo che farà bene». Il tecnico biancorosso ribadisce che nel calcio di agosto le differenze tecniche si assottigliano, e i valori non sono così distanti, ma nell’Empoli scendono in campo giocatori veramente importanti, primo fra tutti Saponara. «Ho già detto che nel calcio estivo le sorprese sono quasi normali – spiega Marino – noi abbiano vinto con Lazio e Chievo, e perso con la Spal. È così quando non si è ancora in condizione fisica ottimale. L’Empoli ha Saponara, che a mio giudizio è il più forte trequartista della serie A». Intanto ieri buona notizia per la città berica che si è vista ufficializzare la decisione di giocare al Menti il match tra le Under 21 di Italia e Irlanda: appuntamento al 13 ottobre. E la scelta è stata accolta con gioia anche dal sindaco Achille Variati: «Ringrazio la Figc per aver scelto Vicenza come sede per un’importante partita della nazionale Under 21 – ha precisato – siamo orgogliosi di ospitare la nazionale nella nostra città».

Ore 15.10 – (Gazzettino) Dopo l’1-6 con Bassano la Luparense San Paolo, con molti giovani in campo, esce sconfitta anche nell’amichevole con la Berretti del Cittadella, che vince 3-1 sul campo di Tombolo. A segnare per prima è la Luparense, che al 16′ vede Mattioli sfruttare un’apertura di Vieira e superare Corasaniti. La squadra di Pasa prova a controllare il ritmo, ma Fasolo crea problemi alla difesa e al 40′ arriva il pareggio di Adu per i granata. Nella ripresa ampio spazio anche alle panchine da una parte e dall’altra. Babolin sfiora il gol per la Luparense, ma a segnare è il Cittadella con De Pieri 24′. Il 3-1 finale è firmato da Carraro poco prima della mezz’ora. LUPARENSE SAN PAOLO-CITTADELLA BERRETTI 1-3. GOL: pt 16′ Mattioli, 40′ Adu, st 24′ De Pieri, 27′ Stefani. LUPARENSE SAN PAOLO (4-2-3-1): Schievano (st 1′ Nalin); Praticò (pt 35′ Faggin A.), Stefani, Matterazzo (st 1′ Sanavia), Gomiero; Pigozzo, Abubakan; Mattioli (st 1′ Parpajola), Vieira (st 28′ Scandilori), Babolin; Mazzuccato. All. Pasa. CITTADELLA BERRETTI (4-3-3): Corasaniti (pt 29′ Mattiuzzi); Zonta (st 28′ Issa), Rumlenaschi (st 1′ Gatto), Varnier, Volpato (st 1′ Carraro); Ansah, Costa Caccin; Fasolo, Adu (st 25′ Stefani), Lucon (st 1′ De Pieri). All. Giacomin.

Ore 14.50 – (Mattino di Padova) Due giorni di riposo dopo la scorpacciata di amichevoli. Le quattro squadre padovane di Serie D, Abano, Campodarsego, Luparense ed Este, passeranno un Ferragosto di puro relax. E ci mancherebbe altro, dopo il tour de force tra fatiche montane e partite più o meno di cartello. Ieri sono scesi in campo Abano, Campodarsego e Luparense rispettivamente a Pozzonovo, Reschigliano e Tombolo. L’Este, che ha anticipato la sgambata a giovedì (3-0 al Porto Viro), invece, ha svolto una seduta di scarico a Galzignano Terme e riprenderà gli allenamenti lunedì, a due giorni dal “Memorial Celeghin”, triangolare che andrà in scena a Boara Pisani con Delta Rovigo e Boara. La Luparense ha affrontato la Berretti del Cittadella sotto i 36 gradi del Comunale di Tombolo con una formazione ampiamente rimaneggiata. I ragazzi di Daniele Pasa avevano già premuto sull’acceleratore contro il Bassano Virtus nel test di giovedì (perso 6-1). Contro i baby granata l’ex tecnico del Montebelluna ha schierato moltissimi ragazzi della Juniores che hanno ben figurato nonostante l’1-3 finale. I “lupi”, passati in vantaggio grazie alla rete di Mattioli al 16’ del primo tempo, imbeccato da Vieira, e raggiunti al 40’ dal Cittadella, a segno con Adu, nella ripresa hanno dovuto cedere ai colpi inflitti da De Pieri (69’) e Stefani (72’). La Luparense tornerà in campo mercoledì 19 agosto (orario e campo da definire) contro la Thermal Abano. Nel tardo pomeriggio il Campodarsego ha battuto 2-0 l’Istrana (Eccellenza). Un ottimo test per la formazione allenata da Antonio Andreucci, che ha risolto la pratica con un gol per tempo: ad aprire le danze è stato Michelotto (su assist di Cacurio), mentre Piaggio ha chiuso i conti nel secondo tempo. L’Abano, infine, non è andato oltre l’1-0 con il Pozzonovo (Eccellenza). Tante emozioni nella prima frazione di gioco, in cui i neroverdi hanno gestito bene la palla e creato occasioni. Il gol-vittoria porta la firma di Bortolotto, servito da De Cesare (13’). Lo stesso Bortolotto si è fatto parare un rigore al 23’ dall’estremo di casa Ruffato. Nella ripresa, complice la stanchezza e la girandola delle sostituzioni, si sono visti di più i padroni di casa, vicini al pareggio con Volpara.

Ore 14.20 – (Gazzettino) Davide contro Golia. L’ostacolo è di quelli duri da scavalcare, ma il Cittadella di Roberto Venturato, almeno al fischio iniziale, partirà alla pari dell’Atalanta. Ci sono due categorie di differenza tra i nerazzurri e i granata, però domenica scorsa il Cittadella a Teramo ha dimostrato di essere in forma e di potersela giocare con tutti. Poi, al novantesimo, si tireranno le somme: «Avremo di fronte un’importante squadra di serie A, che vanta una buona tradizione nella massima serie. C’è da avere grande rispetto, sicuramente, ma si tratterà di una partita secca, o dentro o fuori. Proprio per questo ce la giocheremo, con l’atteggiamento e lo spirito giusto. Sappiamo che l’Atalanta ha qualcosa più di noi, ma voglio vedere un Cittadella che ci creda». Successo all’esordio, poi a Teramo, adesso si gioca a Bergamo… Un «tre su tre» sarebbe un ottimo biglietto da visita per il campionato: «In questa fase della stagione il calcio è condizionato da alti e bassi dovuti a tanti motivi, dalla preparazione, ai carichi di lavoro. Quest’anno ancora di più perché dobbiamo fare i conti con tutte le vicissitudini extra calcistiche, i processi sportivi, che hanno rinviato la data di inizio del campionato. L’Atalanta è una gara ufficiale, ci sarà un Cittadella pronto a livello fisico e mentale, ma nello stesso tempo non è il caso di farsi troppe illusioni». Quanto è distante il «suo» Cittadella, quello che ha in mente, dalla squadra attuale? «Alcuni aspetti sui quali abbiamo lavorato, sia in fase difensiva che offensiva, stiamo provando a metterli in pratica sul rettangolo di gioco con buoni risultati. C’è ancora tanto da lavorare, saranno molto importanti le prossime due settimane, dove effettueremo tra l’altro quattro amichevoli che serviranno per dare minuti sulle gambe a tutti e farci trovare pronti per l’inizio del campionato». Per quanto riguarda la formazione, Venturato non annuncia grosse novità: «Sarà più o meno quella di domenica scorsa, dovrò riflettere su un paio di situazioni». Avanti con Minesso trequartista: «Schenetti non è ancora disponibile, quindi siamo a corto di laterali offensivi. La variante del trequartista è nata dall’esigenza di dare al Cittadella un’alternativa valida e credibile al 4-4-2, che si conosce di più. Mi piace l’idea di portare avanti un modulo diverso in gare importanti». ATALANTA – Il tecnico bergamasco, Edy Reja, nutre grande rispetto per il Cittadella, e l’ha sottolineato nella conferenza stampa della vigilia: «È la prima gara importante e conto di vedere in campo i risultati del lavoro fatto. La squadra mi sembra abbia acquisito la giusta mentalità, nelle amichevoli precampionato non è mai andata sotto, anche se a volte non siamo riusciti a portare a casa il risultato: bisogna fare un passo in avanti sotto questo punto di vista, non dobbiamo prendere gol nel finale. Affronteremo una squadra organizzata e anche in forma come il Cittadella, che sa tenere bene il campo e non ci lascerà troppi spazi, toccherà a noi scardinare la loro organizzazione difensiva».

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Non sarà una gita di piacere. Roberto Venturato lo chiarisce subito, nella rituale conferenza-stampa che precede la partenza verso Bergamo, per il terzo turno di Coppa Italia: «Sappiamo bene che partiamo sfavoriti, dovendo giocare contro una squadra importante di Serie A, che va affrontata con il dovuto rispetto. Ma andiamo in campo per giocarcela, anche perché in una partita secca possiamo avere qualche possibilità in più». Come a dire, dimentichiamoci la passeggiata contro i giovani del Potenza e l’esaltante scorribanda di Teramo delle scorse uscite, e adottiamo l’atteggiamento giusto che occorrerà tenere anche in campionato, «imparando a mettersi in discussione dopo ogni gara». Con i suoi uomini il tecnico del Cittadella è partito in pullman dal Tombolato puntuale alle 16 di ieri, dopo aver partecipato, in mattinata, al funerale di Lino Pierobon, accompagnatore arbitrale e figura storica in casa granata. Nel gruppo non c’è ancora Schenetti, «perché si allena con i compagni soltanto da una settimana», mentre rientra Lora, in ballottaggio con Bobb per un posto in mediana. Venturato, rivedremo ancora il Citta schierato con Minesso trequartista come a Teramo? «Ho ancora un paio di dubbi sulla formazione, ma penso di sì. L’idea di adottare il 4-3-1-2 è nata per far fronte alla particolare situazione in cui ci siamo trovati, ma anche perché voglio una squadra che sappia giocare in modo diverso rispetto al classico 4-4-2 che già conosce». Reja ha parlato del Cittadella come di una squadra compatta, che si chiude bene a metà campo, chiedendo ai suoi di evitare ogni calo di tensione. Che Atalanta si aspetta? «Non ho mai avuto l’occasione di affrontarlo direttamente, ma sappiamo tutti chi è Reja: un tecnico esperto, che ha sempre lavorato tra Serie A e Serie B e che sa preparare le partite. Di sicuro non ci prenderà sotto gamba». Quanto è diverso questo Citta da quello che vedremo in campionato? «Stiamo insistendo su certi princìpi dall’inizio della preparazione, ma è logico che ci sia ancora da lavorare per essere al meglio. Per quanto riguarda la rosa, non escludo che da qui alla fine del mercato qualche situazione possa evolversi, in entrata o in uscita, com’è successo con Busellato». A proposito di Busellato: la sua partenza cambia i vostri piani di mercato o è solo in attacco e in fascia che la coperta è corta? «Non dimentichiamo che in mediana abbiamo anche Pascali, in grado di giocare sia in difesa che a centrocampo. Davanti, visto l’infortunio di Sgrigna, un uomo invece può servire. Un esterno alto? Abbiamo comunque Jallow, che, anche se è destro, ama partire da sinistra e può coprire entrambe le fasce». Quanto le pesa il rinvio dell’inizio del campionato? «Sono abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e penso che le settimane che mancano all’inizio del torneo ci serviranno per conoscerci ancora meglio. E poi, con tutto quello che è successo nel mondo del calcio, non credo sia stato sbagliato decidere per il rinvio, con la speranza che si presentino al via società solide, in grado di sostenere l’intera stagione».

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto) Potenza, Teramo e ora Atalanta. Coefficiente di difficoltà in aumento per il Cittadella che prosegue la corsa a ostacoli verso la definitiva consacrazione pure in Coppa Italia. In queste prime settimane di lavoro Roberto Venturato ha già lasciato il segno. Squadra viva, pimpante è concentrata, in attesa di comprendere meglio le prospettive per il campionato, dove l’obiettivo è quello di dare l’assalto al treno di testa per tornare immediatamente in Serie B: «Sappiamo bene – ammette Venturato – che partiamo sfavoriti e che l’Atalanta ha qualcosa in più di noi, ma andiamo a Bergamo per giocarcela e per fare bella figura. Reja non ho mai avuto occasione di affrontarlo, ma è un allenatore con un curriculum che parla da solo e che ha ottenuto grandi risultati nella sua carriera». Venturato poi regala qualche indicazione sulla formazione, che dovrebbe ricalcare pressoché in toto quella di Teramo: «Schenetti ancora non ci sarà – precisa – deve ancora lavorare per essere pronto: è reduce da un lungo infortunio. L’idea del trequartista è nata per questo motivo, per il fatto che abbiamo qualche problema sugli esterni. Proseguiremo su questo tema anche domani a Bergamo». Qualche riflessione pure in chiave mercato: «Può succedere che ci sia qualche richiesta per i nostri giocatori – puntualizza – e magari si potrà fare qualcosa anche in entrata».

Ore 13.10 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova apre la sua stagione al Martelli con un pari tutto cuore. Una squadra che gioca, che sbaglia, che sa rimediare con la forza dell’animo. È stata la serata degli ex: da una parte il Padova che timbra con Altinier, dall’altra Ruopolo che mette tutti a tacere e firma l’1-1. Un pari che ci sta e che strappa gli applausi del pubblico (numeroso per essere agosto) del Martelli. Le sorprese. Maspero prova la carta De Respinis dal primo minuto in coppia con Ruopolo. Alle loro spalle capitan Caridi. In difesa Carini vince il ballottaggio con Trainotti, chiavi del centrocampo nelle mani di Raggio Garibaldi e Dalla Bona. Sugli esterni due reduci della gestione Juric: Gonzi e Blaze. Dall’altra parte un Padova corazzato con delle vecchie volpi in difesa e tanta qualità con Cunico, Neto Pereira e l’ex di turno Altinier. Avvio a razzo. Il Mantova è una squadra a trazione anteriore e lo si vede già dal fischio d’inizio: tutti sulla linea del centrocampo, alla Zeman. Il Padova ci prova con Altinier (spaccata imprecisa da pochi passi), poi comincia a prendere campo la squadra di Maspero. Il gioco è veloce, Caridi tra le linee viaggia. E arrivano le occasioni. Prima (minuto 11) un bel cross di Gonzi non viene sfruttato a dovere da Ruopolo, poi (13’) Caridi scodella per De Respinis che prova a piazzarla ma trova l’opposizione di Favaro. La frittata. È un Mantova che gestisce il gioco, che prova a divertire. E che commette una disattenzione enorme. La frittata la combina Pane che al 26’ cincischia con la palla tra i piedi. Cunico ne approfitta e serve un assist al bacio per Altinier che deve solo preoccuparsi di spingerla dentro. Il bomberino non esulta, mantenendo la promessa fatta ai tifosi che però lo fischiano quando nella ripresa viene sostituito. Una doccia fredda che rischia di diventare gelida 3 minuti dopo quando lo stesso Altiner colpisce traversa e riga in area piccola. La difesa balla quando viene presa dai lanci in verticale, questo uno dei punti da mettere a posto. Il giallo. In apertura di ripresa il canovaccio del match non cambia. Mantova intraprendente ma poco incisivo in attacco. Padova sornione. All’11’ episodio dubbio con i biancorossi che segnano sugli sviluppi di un corner. L’arbitro però aveva interrotto l’azione per un fallo a centroarea che sembra non esserci. Svolta tattica. Per provare a rimettere in sesto la gara Maspero vara una sorta di 4-2-3-1. Dentro Puccio e Ungaro con il primo che si sistema davanti alla difesa insieme a Dalla Bona e il secondo esterno offensivo. Ruopolo riferimento centrale. Fisicamente però la squadra cala e allora Puccio al 29’ ci prova dalla distanza con un diagonale che fa barba e capelli al palo. Stessa cosa fa Ungaro un minuto dopo senza fortuna. Assalto vincente. Negli ultimi minuti dentro anche Anastasi per provare il tutto per tutto. La palla giusta però capita sulla testa di Ruopolo che in torsione spinge in rete il corner di Dalla Bona. Un attaccante vero: dopo una gara in difficoltà (è ancora lontano dalla condizione migliore) riesce a trovare la lucidità per firmare il pari. Un risultato che a conti fatti è giusto, un’iniezione di fiducia per un gruppo che sta crescendo.

Ore 12.50 – (Gazzetta di Mantova) È di Francesco Ruopolo – ex di turno – il primo gol ufficiale dei biancorossi 2015-16. Risponde alla rete dell’altro ex Cristian Altinier, però a differenza del Bomberino lui esulta eccome. «La vera mancanza di rispetto – precisa – è non manifestare la propria gioia per un obiettivo raggiunto. Segno, dunque esulto: lo trovo naturale». Di più: eseguita la prodezza («Schema perfetto da corner, oggi si va in gol spesso con i piazzati. L’ho colpita di nuca e non ho visto la sfera infilarsi in rete ma ho intuito l’esito dal boato della curva») tende le orecchie alla Cisa biancoscudata che l’aveva beccato per tutto il match: «Mi hanno insultato per la vicenda vissuta a Padova due anni fa. La società mi ha intimato la rescisssione per la storia del calcioscommesse. Acqua passata, per i loro tifosi no. Vado avanti per la mia strada, e quanto all’ambiente padovano sono fatti loro…». Daniele Dalla Bona, autore dell’assist dalla bandierina, plaude al pubblico mantovano: «Alla vigilia di Ferragosto 2000 tifosi allo stadio dimostrano il potenziale di questa città. Sono felicissimo della mia scelta, del resto un certo Spinale me ne aveva parlato in termini entusiastici. Il coro finale sotto la curva in particolare mi ha impressionato. Quanto al gioco siamo già a buon punto e cresceremo ancora». Juri Gonzi si rammarica per il successo sfuggito («Abbiamo dominato») e Fabio Gavazzi crede «nel lavoro che porterà lontano questo gruppo». Il neo arrivato Pasquale Pane ci mette la faccia: «Un errore così non m’è mai capitato, spero sia l’ultimo».

Ore 12.30 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero, quanto a signorilità e cortesia, è già da serie B ed in attesa che un giorno, chissà quanto vicino, anche i suoi ragazzi possano emularlo prova a tracciare un bilancio della prestazione del Mantova al debutto in un Martelli che, incurante della vigilia di Ferragosto, ha portato quasi 1700 adepti a gridare a incoraggiare i biancorossi: «Siamo stati bravi a strappare il risultato di parità- dice – peccato per l’errore sulla rete di Altinier, giunta in un momento delicato. Dopo avere rischiato poco dopo con quella conclusione sulla traversa abbiamo cominciato a trovare le misure giuste ed il Padova si è trovato a dover fronteggiare un Mantova che per fiato e grinta è già ad ottimi livelli. Il pari è arrivato grazie ad una prodezza di Ciccio Ruopolo, strameritata per l’impegno che lui ed i compagni hanno messo in mostra nella gara dall’inizio alla fine». Per qualche momento il Mantova ha dato l’impressione, oltre che di rispondere colpo su colpo alla squadra di Parlato, di potere addirittura rovesciare completamente il risultato: «Forse avremmo potuto forzare di più, con un pizzico di qualità che avrebbe permesso di concretizzare la netta supremazia che abbiamo avuto nel corso della ripresa. Non c’è scandalo nel dire che abbiamo giocato ad una porta, sfiorando la seconda rete in più di una circostanza». Le sostituzioni effettuate sono state puramente tattiche, oltre che utili a dare fiato a chi ne aveva gettato tanto oltre l’ostacolo: «Ho tolto Caridi perché aveva esaurito le risorse, l’inserimento di Puccio mi ha permesso di avere a disposizione una maggior gamma di opportunità nell’impostazione del gioco. Sono soddisfatto, davvero». Domenica prossima i biancorossi torneranno in campo a Pordenone, è tutt’altro che scontato che questo sia l’ultimo incontro della loro Coppa Italia 2015-2016 anche se il mister conferma che in quell’occasione avrà spazio chi non ha giocato ieri. Le ultime parole sono per i tifosi: «Speciali, davvero. Li ringrazio di cuore».

Ore 12.10 – (Gazzetta di Mantova) Sorride a fine gara il presidente Sandro Musso: «Soffrire a lungo per poi far festa é una delle cose belle del calcio – afferma – e credo che questo pareggio sia il giusto premio anche per questo straordinario pubblico (2000 spettatori, ndr) che ha riempito il Martelli anche a Ferragosto». Riguardo alla gara però il presidente ammette che non tutto è andato per il verso giusto: «Ho visto alcune cose belle ed altre meno e sono convinto che anche Maspero farà tesoro delle cose positive e lavorerà al meglio per risolvere i problemi. Del resto la difesa a tre é un meccanismo molto delicato e serve tempo per assimilare i movimenti. Per adesso però può andare bene così». Il ds Alfio Pelliccioni commenta: «É evidente che dobbiamo migliorare – dice – ma se consideriamo che il gol del Padova lo abbiamo regalato noi e nella ripresa abbiamo giocato quasi solo ad una porta nel complesso possiamo dire di avere disputato una buona gara. Tra le cose positive vorrei segnalare la mentalità che rispetto allo scorso anno non è cambiata, si lotta fino alla fine è non si vuole mai perdere. É normale che qualche problema c’è, in particolare relativamente all’amalgama, alla qualità del gioco sugli esterni ed anche alla condizione di qualche elemento. Dalla Bona, lo stesso Ruopolo e qualche altro giocatore devono crescere perché sappiamo che possono dare molto di più ma dopo nemmeno un mese dall’inizio della preparazione tutto rientra nella normalità».

Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Favaro 6; Diniz 6.5, Fabiano 6.5, Niccolini 5.5, Dionisi 6; Ilari 6, Giandonato 6.5 (Mazzocco 6), Bucolo 7; Neto Pereira 7, Cunico 6; Altinier 7 (Petrilli 6).

Ore 11.40 – (Gazzettino) Si riparte con gli stessi 22, il Mantova non ci sta a perdere e ci prova: cross di Gonzi per la testa di Fabiano che anticipa Ruopolo, sinistro di Blaze e palla fuori. Dalla Bona ispira, il suo cross (4′) non viene deviato da nessuno e quindi la palla finisce sul fondo. Parlato cambia assetto dando respiro ad Altinier e Giandonato, il Padova soffre un pò, Carini la mette dentro ma l’arbitro aveva già fischiato. Il Mantova preme, i biancoscudati si ritraggono un pò a difesa del vantaggio. Al 29′ botta di Anastasio dai 30 metri, palla non lontana dal palo. Favaro blocca un tiro di Ungaro subito dopo. Il Padova soffre, Ungaro costringe Favaro a sporcarsi i guanti poi, nel finale, il contropiede del Padova non è mortifero. Al 37′ Neto Pereira, tra i migliori, imbecca il maratoneta Bucolo, palla sul fondo ma i tifosi padovani già avevano alzato le braccia al cielo. Favaro ferma Puccio, l’arbitro non concede un rigore per un fallo su Neto Pereira, il Mantova getta il cuore oltre l’ostacolo e viene premiato. Minuto 43, angolo per i lombardi: Ruopolo, di testa, mette dentro e mette le mani alle orecchie come a voler sentire la reazione del pubblico. Poi quattro minuti di recupero e il triplice fischio. Per i ragazzi di Parlato un pareggio che grida vendetta.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Si comincia con un’occasione d’oro per il Padova per sbloccare subito il risultato. Cross di Neto sul secondo palo, Altinier si getta bene in tuffo, palla fuori di poco. Poi la partita si mantiene viva: un tiro di Della Bona, palla deviata. L’eterno Caridi spara dalla distanza, Favaro vede la sfera alzarsi. Risponde il Padova con Ilari per Cunico, tutto bene tranne la direzione del tiro che finisce sul fondo. Ancora Padova con Neto Pereira a rendersi pericoloso poi, al 12′, doppia occasione per il Mantova, prima Favaro sbaglia l’uscita ma Ruopolo non ne sa approfittare e Gonzi non inquadra la porta. Un minuto dopo, saetta di Caridi, Favaro si distende e manda in angolo con ottima scelta di tempo. Il Mantova preme con Dalla Bona che organizza il gioco, il Padova, però, sembra più in palla. Neto Pereira ci prova di testa, Pane blocca senza patemi. Al 27′ Cunico ruba palla a Pane, vede Altinier, tocco per l’ex di turno che mette dentro. Alla mezz’ora Neto Pereira crossa per Altinier, traversa piena. Il Mantova non riesce a scuotersi nemmeno nel finale quando colleziona un paio di brividi (e nulla più) per i biancoscudati.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Comincia con un pareggio il cammino del Padova nella Coppa Italia di Lega Pro. Un punto che sta stretto ai biancoscudati, raggiunti a soli due minuti dalla fine dall’unico guizzo di un Ruopolo che si è battuto tanto ma che è stato ingabbiato fino a 120 secondi dal triplice fischio. I ragazzi di Parlato meritano solo applausi: per quanto hanno dato, per quanto messo in mostra nel corso della partita e perché hanno saputo prima giganteggiare e poi soffrire. Uno svarione, in zona Cesarini, ha premiato oltremisura un Mantova che non ha fatto molto nel primo tempo, ingabbiato spesso da un centrocampo patavino di categoria superiore. Ovviamente manca ancora la lucidità, manca ancora la brillantezza, ma siamo a Ferragosto ed è oggettivamente difficile pretendere di più. Tutti coloro che sono stati chiamati in causa hanno offerto una prestazione all’altezza, unico voto negativo per Niccolini ma per un episodio, quello decisivo a favore dei virgiliani. Per il resto note positive per l’intera squadra.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Però…«Nei primi 45’ abbiamo contenuto bene, segnato e sfiorato anche il 2-0». Nella ripresa è mancato qualcosa in riproposizione, soprattutto dopo l’inserimento di Petrilli e Mazzocco. Concorda Parlato: «Effettivamente è stato così. E poi, nel momento più importante, nel finale, è arrivato il loro gol su palla inattiva. Purtroppo capita». L’ex di turno, Ruopolo, parla del suo gol e getta benzina sul fuoco: «Non capisco perché non debba esultare. Penso che chi non esulta manchi di rispetto nella squadra attuale, quella in cui gioca». Rivincita. «Nei confronti dei tifosi che mi hanno insultato durante tutta la partita. Ho fatto solo il gesto delle orecchie, volevo sentire cosa mi dicevano dopo il gol». A Padova scintille. «Ero fuori squadra per il calcioscommesse, i tifosi mi hanno intimato di andare via, per me è tutto passato ma io me la sono legata al dito. Adesso? Penso solo a far gol».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Coppa Italia nuova, problemi vecchi. Biglietteria del Martelli in tilt nonostante il pubblico non fosse esattamente quello delle grandi occasioni. A far innervosire molti tifosi, in fila praticamente da un’ora prima della partita, la lentezza con cui la biglietteria dei virgiliani ha stampato i tagliandi dalle 20 in poi. Ci hanno rimesso un pullman di tifosi padovani e un centinaio di sostenitori di casa che si sono persi addirittura anche il gol del vantaggio veneto tra improperi e forze dell’ordine che controllavano con paziente sopportazione. Tutto tornato alla normalità dalla fine del primo tempo in poi. Situazioni da limare così come, del resto, le squadre che si sono date battaglia al Martelli. «Abbiamo incontrato un ottimo Mantova, collaudato, con la gamba importante – afferma il mister padovano Carmine Parlato – e siamo stati guardinghi, nel primo tempo, per riuscire a colpire nel momento opportuno, cosa che abbiamo fatto nel migliore dei modi. Devo dire – ricorda ancora Parlato – che loro hanno avuto la gestione della palla, l’hanno fatta girare molto e noi abbiamo spesso ritardato l’uscita, insomma facevamo fatica ad uscire. Di conseguenza il pallino del gioco era il loro nella fase di non possesso».

Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Favaro 6.5; Diniz 6.5, Fabiano 6.5, Niccolini 5.5, Dionisi 6; Ilari 6, Giandonato 6 (Mazzocco 5.5), Bucolo 7; Cunico 7; Altinier 6.5 (Petrilli 5.5), Neto Pereira 6.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il capitano serve subito i compagni al centro e Altinier è il più lesto ad infilare a porta vuota. Lui che è nato qui, e che nelle file biancorosse ha giocato una vita, non esulta, e lo si può capire. Maledetta traversa. Sulle ali dell’entusiasmo, si potrebbe concedere il bis e chiudere i conti. L’azione è bellissima: Neto va giù sulla destra e quasi dal fondo mette sotto porta, Altinier in scivolata impatta benissimo, la palla schizza sulla traversa e rimbalza in campo, al di qua della linea bianca. Non è gol, ma il Mantova sarebbe finito al tappeto (30’). Mantova, pari in extremis. Nella ripresa, complici il caldo e una preparazione per forza di cose non ottimale, il ritmo scende e i biancoscudati arretrano. Del resto, tocca ai lombardi fare la partita. Ci provano con Blaze (sinistro sul fondo da buona posizione, 2’), De Respinis (anticipato in scivolata, 5’), i neo-entrati Puccio (staffilata fuori di poco, 29’) e Ungaro (tiro forte ma centrale, 30’). In mezzo a tutto ciò c’è pure il gol annullato a Carini per un fallo tattico di un compagno in area (11’). Maspero passa ad un 4-2-4 pur di sfondare, e al 43’ acciuffa il pareggio tanto sospirato: angolo di Dalla Bona e Ruopolo a pelo d’erba, di testa, gira alle spalle del portiere, anticipando Niccolini. Poi, le provocazioni già ricordare. Finisce con ovvio rammarico, ma la prima è comunque buona. Appuntamento a domenica 30 all’Euganeo, contro il Pordenone.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Maspero, dall’altra parte, gioca un po’ alla Zeman: vocazione prettamente offensiva, dalla metà campo in su sono in sette a muoversi con freneticità, senza dare troppi punti di riferimento agli avversari. Il Padova interpreta la gara come il tecnico aveva chiesto, mettendoci grinta, determinazione e l’attenzione che serve per non concedere troppo spazio ai virgiliani. Sfruttando le ripartenze, e con la solita classe del capitano ad illuminare la scena, sono proprio dei biancoscudati le opportunità migliori: Altinier in allungo, su cross di Neto, arriva puntuale sul secondo palo, ma sbaglia la mira (4’); Neto su lancio di Diniz, dopo aver superato Scrosta, incespica sul pallone in area (10’). Il Mantova crea il primo pericolo con un cross di Gonzi su cui Favaro lascia a desiderare nella presa, per fortuna senza conseguenze perché Ruopolo perde l’attimo fuggente (11’). È questo il momento migliore dei padroni di casa, che sfruttando le percussioni centrali di Caridi sfiorano il vantaggio con Gonzi (destro inguardabile, 12’) e soprattutto con De Respinis (sinistro angolato, su cui l’estremo difensore ospite si allunga benissimo, evitando la beffa, 13’). L’impressione è che il Padova abbia le armi giuste per colpire di rimessa e al 27’, complice un erroraccio di Pane, la legge dell’ex si abbatte sul “Martelli”: il portiere sbaglia il controllo di piede e sulla pressione di Cunico perde la sfera.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Altinier e Ruopolo. I due numeri 9 lasciano la propria firma sulla prima di Coppa Italia, e spiace che a rovinare la serata sia proprio l’ex biancoscudato, il cui atteggiamento dopo l’1-1 colto a due minuti dal 90’ è provocatorio: il gesto delle “orecchie” dopo la rete, con una corsa frenetica, e gli applausi rivolti alla curva padovana mentre lascia il campo per rientrare negli spogliatoi, a fine gara. Poteva risparmiarseli. Che dire di questo esordio della “matricola” veneta sul palcoscenico della Lega Pro, dopo l’anno di… esilio trascorso fra i dilettanti? A noi la squadra di Parlato non è dispiaciuta per niente, sebbene nel secondo tempo sia calata sensibilmente e abbia pensato più a difendersi che ad attaccare. Ma le note positive ci sono: da metà campo in su, ad esempio, si può fare molto male e in difesa, a parte la distrazione finale, ci si fa rispettare. Da rivedere – ma era prevedibile – il centrocampo, dove il figurone l’ha fatto Bucolo, davvero un gran bell’acquisto. Il gol di Altinier. Parlato sceglie il modulo più logico, con i quattro difensori (e tutti di esperienza) a presidiare bene gli spazi davanti a Favaro, punta su un centrocampo a tre, con Giandonato regista e Ilari e Bucolo a dargli manforte. Davanti, Cunico fa il trequartista, dietro alla coppia Altinier-Neto Pereira.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È piaciuto molto Cunico: praticamente ha creato dal nulla il gol di Altinier, ha corso molto, ma forse ha perso qualche pallone di troppo… «Nell’arco della partita ha toccato tantissimi palloni, è normale che ci possa essere stato qualche errore. Marco ha fatto un’ottima partita, ma lì davanti qualcosa di meglio avremmo dovuto fare, soprattutto dal punto di vista della gestione della palla». La risposta. Dopo il gol ha spalancato le orecchie ai padovani, quindi li ha ironicamente applauditi rientrando negli spogliatoi subissato dagli insulti. Francesco Ruopolo, anche se non l’ammette, la sue personalissima rivincita se l’è goduta: «La mia esultanza? I tifosi padovani hanno fatto la loro parte, e io ho fatto la mia. Mi hanno urlato dietro di tutto per tutta la gara, e quando ho segnato ho portato le mani alle orecchie per sentire se avevano altro da dire, è stato un gesto istintivo. I padovani si sono legati al dito quella vicenda delle scommesse, mentre per me è acqua passata: affari loro, io faccio il mio mestiere. Sinceramente qualche lamentela me l’aspettavo, ma non pensavo che sarebbe stata così pesante: ho sbagliato, ma non mi pare di aver creato al Padova chissà quale danno…».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È stata la gamba, a mancare al Padova nel finale? «Non direi, il Mantova giocava con 4 attaccanti a palla lunga e la rete è arrivata per un episodio. Penso che nei primi 45 minuti li abbiamo contenuti bene, avevo scelto i tre attaccanti per non farli giocare ed effettivamente la nostra rete è arrivata proprio da lì. Se nella ripresa avessimo avuto un po’ di gambe, e una velocità d’esecuzione diversa, forse adesso parleremmo di un altro risultato». Cosa le è piaciuto di più del primo Padova della stagione? «La compattezza, la voglia dimostrata e la capacità di non farsi mettere in difficoltà. Magari nel primo tempo siamo stati un po’ lenti nella gestione della palla, e nella ripresa ci è mancata qualche ripartenza, ma nel complesso sono soddisfatto. Adesso giocheremo il 30 con il Pordenone e torneremo a lavorare martedì: avremo la fortuna di conoscere già il loro risultato, e saremo padroni del nostro destino».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Soddisfatto, ma di certo non del tutto. Carmine Parlato non si fascia la testa per il gol di Francesco Ruopolo che, con tanto di polemiche mani alle orecchie, spalancate verso i tifosi biancoscudati che per tutta la gara non gliele avevano mandate a dire, nel finale di partita ha privato il Padova di un successo che, per quanto mostrato in almeno ottanta minuti di gioco, non sarebbe stato immeritato. Ma un po’ le mani se le mangia, perché subire il pari da calcio piazzato in zona Cesarini non fa mai piacere a nessuno, tantomeno a un perfezionista della fase difensiva come il tecnico partenopeo. «Dovevamo prenderci un risultato positivo e l’abbiamo fatto», spiega Parlato. «Dico bravi ai ragazzi, ma allo stesso tempo c’è ancora da lavorare molto. Abbiamo affrontato un ottimo Mantova, collaudato e con una gamba importante, abbiamo cercato di essere guardinghi e di colpire in velocità. Ma a volte la loro gestione della palla ci ha costretti a ritardare l’uscita, ogni tanto facevamo fatica a ripartire e lasciavamo il pallino a loro».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se qualcuno aveva sperato che, abbandonata la Serie D, si sarebbe detto definitivamente addio agli stadi disorganizzati e impreparati, ieri sera si è subito dovuto, suo malgrado, ricredere. Almeno una cinquantina di tifosi biancoscudati, infatti, al fischio d’inizio di Mantova-Padova doveva ancora entrare allo stadio “Martelli”. Una sola persona alla biglietteria ospite (unita agli accrediti delle società) a raccogliere i documenti e ad operare la stampa dei tagliandi, predisposta in un’altra zona degli ingressi: al ritmo di un biglietto stampato ogni due-tre minuti se n’è venuti fuori a partita ormai iniziata. Alla fine sono entrati tutti, i circa 200 tifosi biancoscudati presentatisi a Mantova, e nel primo tempo hanno esposto uno striscione con scritto: “Riposa in pace Fabrizio, ultras rivale”, dedicato a Fabrizio Cesaro, tifoso modenese di 41 anni gravemente ferito in un incidente avvenuto sull’A13 all’inizio di agosto, e spirato la notte scorsa all’ospedale di Padova.

Ore 09.00 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Favaro 6.5; Diniz 6.5, Fabiano 6, Niccolini 5, Dionisi 6; Ilari 6, Giandonato 6 (Mazzocco 5.5), Bucolo 6; Neto Pereira 6.5, Cunico 6.5; Altinier 7 (Petrilli 5.5).

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nella ripresa il Mantova cerca con insistenza il pareggio, Parlato corre ai ripari togliendo Giandonato e Altinier e inserendo Mazzocco e Petrilli. Maspero vuole il pari dei suoi e lo trova anche all’11’ con Caridi, che viene fermato dall’arbitro per un precedente fallo commesso nel corso dell’azione. Rete annullata fra qualche perplessità. Al 18’ Dalla Bona mette un pallone velenoso in area e la palla viene raccolta da Favaro che anticipa tutti. Con il passare dei minuti la squadra perde brillantezza e il Mantova prende coraggio, costruendo altre due nitide palle gol fra il 29’ e il 30’. Poi il pareggio in extremis al 43’ segnato da Ruopolo, che esulta in modo scomposto mostrando le orecchie ai suoi ex tifosi. Nel frattempo continua a muoversi il mercato, con il cambio di rotta che sembra avviato con il 4-3-2-1 che pare aver soppiantato il 4-2-3-1 inizialmente previsto da Parlato. Neppure ieri sono arrivate infatti comunicazioni ufficiali a proposito della scelta dell’esterno sinistro che dovrà affiancare Anastasio. Alessandro Favalli e Simone Fautario sono ancora in ballottaggio, ma potrebbe spuntare a sorpresa un terzo incomodo: sarebbe Paolo Pellicanò del Belluno, già trattato nella sessione invernale della passata stagione. Il nuovo modulo, inoltre, riduce lo spazio per Nicola Petrilli. Per quanto riguarda l’attacco, è rispuntato il nome di Bearzotti (Verona) e si sta trattando un altro giovane centravanti che può essere impiegato anche da seconda punta.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Sessanta minuti di tutto rispetto, poi la beffa. Proprio a un capello dal fischio finale al 43’ l’ex di turno Ruopolo pareggia il gol dell’altro ex Altinier, scolpendo il definitivo 1-1. Il Padova visto ieri a Mantova è incompleto e col fiato un po’ corto, ma lascia intravedere per un’ora buona spazzi di buon gioco. Poi il calo, ma soprattutto nel primo tempo si vede una squadra attrezzata, trascinata da un Cunico già in buona forma e corretta da Parlato nella sua identità base. Niente più 4-2-3-1, ma un più consono 4-3-2-1, modulo perfetto per esaltare le caratteristiche di Manuel Giandonato. Ancora indietro di condizione, certo, ma in possesso di colpi che possono cambiare da un momento all’altro le sorti dell’incontro. Al 4’ i biancoscudati sfiorano subito il gol, con Neto Pereira abile a liberare Altinier che in spaccata non arriva per un soffio sul pallone. Fra il 12’ e il 13’ Favaro prima combina un pasticcio e poi si riscatta alla grande salvando la porta sul tiro di Caridi. Al 27’ arriva il vantaggio, costruito sull’asse Cunico-Altinier: i due si intendono a meraviglia, il capitano ruba palla a Pane e innesca il suo ex compagno di squadra ai tempi del Portogruaro e l’1-0 è servito. Tre minuti più tardi proprio Altinier rischia di ripetersi, magistralmente imbeccato da Neto Pereira. Stavolta la palla colpisce in pieno la traversa.

Ore 08.30 – Il Calcio Padova ricorda che la campagna abbonamenti sarà momentaneamente sospesa nei giorni di giovedì 13, venerdì 14, sabato 15 e lunedì 17 Agosto.

Ore 08.28 – Padova, Coppa Italia Lega Pro: la sfida col Pordenone all’Euganeo si giocherà il 30 agosto.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 agosto: il Padova pareggia 1-1 col Mantova nella prima partita di Coppa Italia Lega Pro, ad Altinier risponde Ruopolo.




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