Live 24! Padova, il Mantova espugna Pordenone (1-2): per passare il turno serve una vittoria con due gol di scarto

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) Dopo il 4-2 subito giovedì dal Padova, l’Unione Triestina 2012 rifila un sonante 4-1 al Primorec. La vittoria pesante che ci si aspettava contro una squadra che giocherà in Promozione è dunque arrivata, ma bastava vedere la formazione iniziale, infarcita di under e con alcuni giocatori che finora avevano giocato meno, per capire che Masitto ha preferito far fare minutaggio a molti baby e a chi finora era stato impiegato poco. Scelta saggia dopo una settimana densa di amichevoli. Comprensibili dunque le difficoltà della prima frazione, mentre nell’ultima mezz’ora, con l’ingresso di molti elementi di peso, la musica è cambiata. La prima vera notizia, però, è che ieri pomeriggio a Prosecco c’era un buon pubblico per un’amichevole agostana, considerata la rottura con la tifoseria organizzata: circa 200 infatti i presenti, e a metà ripresa è partito addirittura più di qualche «Unione alè» e altri cori di quelli che solitamente si sentono in stadio dalla curva. Sul campo, Masitto rispolvera il 4-2-3-1, con la coppia Beghin-Piscopo davanti a Di Piero e i terzini Crosato e Miani. A centrocampo il duo Spadari-Mattielig, mentre Baggio, Morelli e Zottino agiscono alle spalle di Kabine. L’Unione 2012 fa fatica a ingranare nonostante le buone geometrie di Spadari e nel primo quarto d’ora arrivano solo un tiro di Baggio parato de un diagonale fuori da Kabine. Ma proprio Kabine sblocca alla mezz’ora con un colpo di testa sul quale il portiere avversario pasticcia. Poco dopo il pareggio: difesa dell’Unione tagliata fuori da un lancioper Greco che mette in mezzo per Castrillon che insacca. Un minuto dopo Antonio Baggio conferma le sue doti su punizione e da distanza considerevole insacca alle spalle di Sorrentino. Nella ripresa subito dentro Ciave per Crosato e Pramparo per Beghin, ma la partita cambia quando al quarto d’ora entrano in massa Zubin, Zanardo, Pettarin, Migliorini, Ricci e Battaglini, e si passa al 4-3-3. Il Primorec non riesce a uscire più dalla metà campo e le occasioni per la Triestina 2012 fioccano. Zanardo spreca due palle gol in un minuto. Al 33’ lancio di Ciave per Zubin, che con un elegante pallonetto scavalca il portiere. Nel finale tocca a Luca Piscopo insaccare il definitivo 4-1. Triestina 2012-Primorec 4-1 Gol: Kabine pt 30’, Castrillon pt 36’, Baggio pt 37’, Zubin st 33’, Piscopo st 42’. Triestina 2012: Di Piero (Bonin), Crosato (Ciave), Miani (Ricci), Mattielig (Migliorini), Beghin (Pramparo), Piscopo, Morelli (Battaglini), Spadari (Pettarin), Kabine (Zubin), Zottino, Baggio (Zanardo). Primorec: Sorrentino, Lolato, Rocca, Rihter, De Bernardi, Cramerstetter, Vesnaver, Greco, Castrillon, Davanzo, Cappai. Perissinotto, Tuberoso, Brandolisio, Gileno, Male, Selakovic, Caselli.

Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Infortuni a parte, sabato positivo per il Belluno. «Sono contento – commenta mister Roberto Vecchiato – perché abbiamo fatto la partita che dovevamo fare. Loro si sono ovviamente chiusi, noi abbiamo cercato di fare quello che proviamo durante gli allenamenti. Abbiamo concesso un tiro in porta in 90 minuti e questo era per noi importante. Magari potevamo fare meglio nell’ultimo passaggio, ma sono contento perché i ragazzi hanno avuto l’atteggiamento giusto». Un Belluno che non sa ancora quando si partirà con le sfide ufficiali, i calendari dovrebbero essere pronti domani. «La preparazione non cambia – prosegue Vecchiato – se avessimo dovuto iniziare prima, il programma sarebbe cambiato,ma così, ormai, la preparazione resta quella. Chiaro che speriamo si giochi il 6 settembre; sabato andremo a Levico a fare un’amichevole, considerandola quasi un incontro di coppa Italia».

Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Il massimo con il minimo. Non fatica più di tanto il Belluno a portarsi a casa il derby amichevole con la Feltrese, pur segnando il primo gol solo quando scendeva il tramonto sul primo tempo. Miniati prima e Acampora poi, in una partita tenuta in mano praticamente tutto il tempo e in cui gli unici rischi sono stati un paio di contropiede. Unico neo, anzi due, i problemi occorsi alla caviglia a Corbanese dopo appena 5’ e al suo sostituto Farinazzo quando il cronometro segnava il ventesimo. La Feltrese non esce comunque troppo ridimensionata dal confronto con un’avversaria di categoria superiore, anche se è stata praticamente nulla quella che si definisce manovra offensiva. L’attacco, per dirla in breve. E per i granata mercoledì sarà già tempo di Coppa Italia in casa del Careni. Al momento di iniziare c’è qualche malumore tra i tifosi, che non sono affatto convinti della scelta di far pagare 5 euro l’ingresso. C’è comunque un bel pubblico nell’impianto che di solito ospita i neroverdi di casa. Vecchiato davanti piazza Acampora e Marta Bettina accanto a Corbanese, mentre dietro la coppia centrale è formata da Sommacal e Pellicanò. In porta Brino. Consolidati invece gli undici mandati in campo dal tecnico Remonato che deve chiaramente tirare le somme, a tre giorni dal via ufficiale della stagione; Ibrahim è il terminale offensivo supportato da Mballoma, Mele e Fornasa. Pronti via e …cambio. Come con il Padova, è una buca a tradire il “Cobra” Corbanese che deve quindi lasciare il posto a Farinazzo che, se possibile, avrà anche più sfortuna. Marta Bettina diventa il riferimento centrale ma è ispiratissimo Acampora che riceve un gran pallone da Duravia e alza di pochissimo sopra la porta di Casanova. E’ una prova di spessore quella dell’ex Monfalcone, al di là del merito effettivo della rete nella ripesa. E’ sempre il numero 10 a raccogliere un lancio preciso di Pescosta, a entrare con un paio di dribbling in area e a sparare a lato. C’è anche Duravia che conclude a lato di poco prima del secondo stop di giornata. C’è un fallo anche normale su Farinazzo ma pure la sua caviglia si gira e allora ecco Masoch, prima dell’ennesimo stravolgimento tattico con Duravia che avanza nei tre offensivi. Alla mezzora il primo e unico pericolo granata con il piazzato di Ibrahim che va alto. In tutto questo un Belluno che a ritmi blandi controlla la contesa e la sblocca quando c’è già qualche tifoso al chiosco per l’intervallo. Il via è ispirato da Bertagno, proseguito da Mosca e autografato da Miniati. Non ci possono essere chissà quanti stravolgimenti nella ripresa, tanto che nel Belluno entrano solo Longo, Calcagnotto e Quarzago, mentre i granata restano gli stessi. Sarà Ba il primo ingresso feltrino, per Fornasa. Calcagnotto non capisce proprio come Casanova tolga dalla linea la sua deviazione del velenoso corner di Duravia. Ci sono alcuni scontri di gioco un po’ al limite e un paio di battibecchi da una parte e dall’altra, tanto per dire che in campo c’è comunque un derby e a perdere non ci starebbe nessuno. Il possesso palla bellunese raggiunge picchi stile Barcellona senza però schiacciare troppo sull’acceleratore. Quando lo fa è il momento di applaudire la seconda rete. Sempre sulla fascia sinistra, D’Incà è l’assistman per Acampora che è proprio solo e si toglie la soddisfazione di raddoppiare e regalarsi l’ennesima soddisfazione.

Ore 21.40 – (La Nuova Sardegna) Scadevano ieri i termini per la presentazione dei ricorsi alle sentenze del Tribunale Nazionale. Probabilmente oggi si saprà se il procuratore Palazzi ha presentato appello per quanto riguarda la Torres (ancora ieri rumors davano non scontata la cosa)che da parte sua ha sicuramente appellato la sentenza nei confronti del presidente Capitani. Intanto ieri la squadra rossoblù ha continuato a lavorare a Ossi agli ordini di Ottavio Strano (a sinistra nella foto), vice allenatore di Brevi, e Fabio Martinelli, preparatore atletico. Tutti disponibili i rossoblù, ad eccezione di Marchetti che ha ancora problemi fisici. Oggi è prevista una seduta di rifinitura perché domani (ore 17, stadio Vanni Sanna) è in programma il primo impegno ufficiale della stagione, la gara di andata del primo turno della Coppa Italia di Lega Pro contro la Lupa Castelli. Difficile ipotizzare quale sarà la formazione della Torres, alla luce dell’abbandono di Oscar Brevi. Nelle tre amichevoli giocate fin qui dai rossoblù, Brevi aveva sempre provato il 4-3-3.

Ore 21.20 – (La Nuova Sardegna) «I tifosi devono stare tranquilli, il nostro progetto va avanti». Manolo Patalano, direttore generale della Torres e soprattutto alter ego del presidente Capitani, lancia un messaggio tranquillizzante al popolo rossoblù che ha appena avuto il tempo di gioire per il mantenimento della categoria salvo poi prendere atto del gran rifiuto di Oscar Brevi. «Alle difficoltà – dice Patalano – siamo abituati, ora prendiamo atto di aver risolto il problema più grande che era quello della giustizia sportiva. Adesso penseremo a risolvere quello che riguarda il nuovo allenatore e il completamento della squadra. Comunque, siamo sereni e non abbiamo fretta consapevoli di non poterci permettere di sbagliare». Si aspettava le dimissioni di Oscar Brevi? «Col mister avevamo trovato l’accordo in poche ore e lui sembrava entusiasta di poter allenare la Torres. Poi ha accusato problemi personali e familiari, legati soprattutto alle distanze e alle difficoltà dei collegamenti con la famiglia e ha ritenuto di rinunciare. Siamo delusi perchè avevamo fiducia in questo allenatore che ci sembrava avesse il profilo giusto per fare bene con la Torres. Adesso, stiamo lavorando per cercare un nuovo mister. Sarà sicuramente un tecnico adeguato ai nostri programmi e, soprattutto, uno che valuterà bene prima di accettare». Quando arriverà il nuovo allenatore? «Speriamo di potergli fare dirigere l’allenamento di martedì o magari vederlo già in panchina domani per la gara di Coppa Italia». Domani, contro la Lupa Castelli che squadra vedremo? «Deciderà il vice di Brevi, Ottavio Strano, che ha accettato di rimanere sino all’arrivo del nuovo allenatore. Teniamo conto del fatto che la Coppa Italia non rappresenta certo un obiettivo importante della stagione». La squadra, naturalmente, va completata. «Certamente. L’aver mantenuto la categoria ci consentirà di riaprire i rapporti con le società di A e B che possono ancora darci giocatori giovani di qualità. Naturalmente arriveranno anche giocatori di categoria e di esperienza». Ci sono voci di rescissioni con tre senatori come Infantino, Aya e Caforio. «Premesso che non intendiamo tenere giocatori che vogliono andare via, devo dire che Infantino è uno di questi, così come Aya, fresco sposo, che ha chiesto di potersi avvicinare alla famiglia a Milano. Cafiero, invece, ha chiesto lui di restare, non credo abbia cambiato idea. Comunque chi andrà via sarà sostituito».

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Non è nella lista degli esuberi, ma il Pavia potrebbe perdere Andrea Rosso, centrocampista di 31 anni che lo scorso anno è stato titolare quasi sempre: 34 giornate in totale. La Cremonese, che si sta fortemente rafforzando, ha proposto al centrocampista di origine torinese un contratto biennale. L’agente del giocatore avrebbe proposto al Pavia l’allungamento del contratto (il suo scade tra un anno, il 30 giugno 2016), ma da via Alzaia non vorrebbero vincolarsi oltre il dovuto con un altro giocatore. Quindi c’è il rischio che il centrocampista accetti l’offerta e lasci il Fortunati e lasci un buco a centrocampo. Rosso è un giocatore che può essere utilissimo, lo ha dimostrato entrando nel secondo tempo della partita di Vicenza contro il Bologna, quando bisognava difendersi in modo efficace. La prossima settimana sarà quella decisiva per il calciomercato che chiude ufficialmente lunedì 31 agosto. Nei prossimi giorni saranno anche chiariti quali saranno i gironi della Lega Pro e, finalmente, si conoscerà il calendario delle partite che – salvo improbabili deroghe – dovrebbe iniziare regolarmente il primo week end di settembre.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Oggi pomeriggio alle 17 si svolgerà l’ultima partita amichevole casalinga del Pavia prima dell’inizio del campionato contro il Rapallo Bogliasco. La notizia negativa è una grave lesione a un ginocchio rimediata dal portiere Davide Facchin. (nella foto). Già domani sarà operato dall’équipe del professor Benazzo. I tempi di recupero sono stimati in 30-40 giorni, quindi perderà almeno le prime due giornate di campionato. Mancherà, ovviamente, anche domenica prossima, allo stadio Silvio Piola dove il Pavia disputerà l’ultima partita pre campionato contro la Pro Vercelli. Calcio d’inizio alle ore 20.30.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Mister Marcolini, oggi il suo Pavia affronta il Rapallo Bogliasco. E’ l’occasione per provare qualcosa di nuovo? «Tutte le partite vanno preparate al meglio, sia che si tratti di partite ufficiali, sia di amichevoli. La mentalità dev’essere sempre la stessa e avere voglia di imporsi sempre. Sicuramente proverò qualcosa di diverso, magari qualche ragazzo che fino a qui è stato impegnato meno». Si aspetta qualche risposta dal campo? «Mi aspetto il solito Pavia con tanta voglia di imporsi». Il modulo non si discute, però, lei è un fedelissimo del 3-5-2, vero? «Il modulo di base è questo. Ritengo si possa comunque adattare a tutte le situazioni: siamo appena all’inizio ed è giusto insistere anche per cercare di apprendere al meglio le caratteristiche di questo modulo. La difesa con 3 giocatori richiede movimenti e atteggiamenti diversi dalla difesa con 4 giocatori. Anche se abbiamo iniziato molto bene, è giusto insistere perché il gioco diventi il più normale possibile». Questo modulo comporta che ci siano due esterni con grandi capacità atletiche. Li ha trovati in Ghiringhelli e Martin? «Onestamente quello dei terzini è un ruolo importante come altri. Gli esterni chiamati a spingere molto coprono solo una bella fetta di campo». Si dice che per quel ruolo servano polmoni d’acciaio, vero? «Quello sì, ma abbiamo costruito una squadra anche in base al modulo. I giocatori a mia disposizione sono adatti e perfetti per quello che il modulo richiede». Perché Marcolini ha scelto il 3-5-2? Ce lo può spiegare? «Innanzitutto mi piace dire che prima vengono i giocatori rispetto al modulo. Questo è il mio credo. Poi tutti i moduli possono essere vincenti o perdenti. Quindi direi che il 3-5-2 mi piace perché ci consente di coprire bene il campo. Sotto questo punto di vista fa sì che la squadra si possa muovere in un determinato modo. Che si difenda quando serve, ma può essere anche C molto offensiva». In fase difensiva diventa subito un 5-3-2 a piramide, anche il Pavia. «Io non parlo di 5-3-2 perché capita raramente che i miei difensori siano tutti e 5 in linea. Certamente è normale che in momenti difficili ci si possa coprire». Qualche giocatore in rosa anche l’anno scorso, in particolare Biasi, ha dichiarato che ora la difesa si sente più sicura e coperta. «Mi fa piacere sentirlo dire. Sono il primo a essere contento se la difesa si sente coperta. Sicuramente è un dato importante se si vuole fare un campionato di vertice: essere convinti di quello che si sta facendo». Tante vittorie di Conte alla Juve sono arrivate con il 3-5-2. E’ a quella squadra che si ispira? «No. Diciamo che quando ho fatto il corso da allenatore ho avuto modo di confrontarmi con tante persone e parlare di calcio in modo specifico. Mi sono fatto un’idea e l’ho applicata. Il campo mi ha dato le risposte che volevo». Quanto conta il possesso palla nel suo calcio? «Il possesso palla conta molto, è sempre molto importante, ma non dev’essere sterile. Il possesso palla è mirato ad aprire gli spazi tra le linee delle formazioni avversarie». Cesarini è insostituibile? «Cesarini è un giocatore molto forte. E noi abbiamo la fortuna di averlo. Insostituibile non mi piace. Di sicuro può fare la differenza, lo ha già dimostrato in queste prime partite. Io, poi, l’ho apprezzato moltissimo da quando l’ho affrontato come avversario». Ha 5-6 attaccanti forti, Non saranno troppi? «La gestione è una cosa che spetta a me. Spero che i ragazzi abbiano l’intelligenza di capire che devono mettersi a disposizione sempre: dal primo al 24esimo uomo. Non ho un problema di attaccanti, centrocampisti o difensori. In genere siamo troppi, la società lo sa». Da quest’anno c’è la lista dei 24 da comunicare alla federazione. L’ha già pronta? «Quando sarà il momento la lista ci sarà e nascerà da un confronto con la società, come sempre». Non c’è il rischio che si venda qualcuno di fondamentale solo per assottigliare la rosa? «Di sicuro non sono preoccupato che la società indebolisca la squadra». E’ iniziato il campionato di Serie A. Per chi tifa Marcolini? «Sono molto legato alle squadre dove ho giocato. Per esempio al Chievo dove mi sono trovato molto bene, è una società fatta di persone serie e umili che lavorano alla grande. Oltre al Chievo sono legato all’Atalanta, dove ho passato tre anni bellissimi e ho stretto un grande rapporto con la città e i tifosi». Chi vince il campionato in Serie A? «Ad oggi mi sembra giusto segnalare la Juventus come la favorita. Di certo la Roma si è rinforzata così come altre inseguitrici».

Ore 19.55 – Fischio finale: Pordenone-Mantova 1-2, accorciano le distanze nel finale i padroni di casa con Savio. Per passare il turno il Padova dovrà vincere contro il Pordenone con due gol di scarto. Qualora, invece, il Padova vincesse 2-1 passerebbe il Mantova in quanto il regolamento prevede che a parità di differenza reti passi il turno la squadra che ha segnato il maggior numero di gol nella gara giocata in trasferta nel girone.

Ore 19.47 – Il Pordenone accorcia le distanze, a segno il diciottenne Savio. Pordenone-Mantova 1-2.

Ore 19.35 – Raddoppio del Mantova a dieci minuti dal termine e doppietta personale per Ruopolo. Pordenone-Mantova 0-2.

Ore 19.15 – Mantova ancora in vantaggio 1-0 a Pordenone al quarto d’ora della ripresa.

Ore 18.45 – Fine primo tempo: Pordenone-Mantova 0-1.

Ore 18.25 – Mantova in vantaggio, a segno Ruopolo. Pordenone-Mantova 0-1.

Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Confermando il trend positivo la campagna abbonamenti ha chiuso il quinto giorno della sua prima settimana con il bottino di 569 tessere, un dato che porta a pensare (in costanza di afflusso al Mantova Point, che riaprirà martedì alle 16) al superamento della quota auspicata dalla società di 2000 tessere sottoscritte prima della “scadenza” del 5 settembre, data in cui comunque potrebbe non essere sancita la conclusione delle sottoscrizioni fra gli sportivi come spesso è accaduto negli anni scorsi, anche e soprattutto per la concomitanza con un debutto fuori casa dei biancorossi. I tifosi del Mantova hanno più forza delle sequoie, questo ormai è incontrovertibile e solamente la fede nella Madonna delle Grazie porta a pensare ad un “culto” superiore a quello per gli eroi del Martelli, anche se militanti in Lega Pro. Chi gestisce il futuro del calcio virgiliano, e soprattutto chi potrebbe dare una mano ai dirigenti attuali con una sponsorizzazione o un apporto in quote, farà bene a ricordarsi in futuro come ai tifosi biancorossi basti poco per rovesciare una valanga di affetto per la maglia che pochissime città in Italia possono vantare. Questo però è un libro già letto, ora conta solo che la squadra riesca ad esprimersi come tutti sperano. La gente, è un dogma, sa individuare con chiarezza quando una società investe ed è desiderosa di fare. La sa ricompensare col suo calore inimitabile che squarcia la nebbia, che spazza la pioggia e scioglie la neve. Non ci vuol tanto per volare verso la B…

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Nel clima di euforia che stanno vivendo i tifosi, la nuova società e la squadra anche mister Riccardo Maspero alza l’asticella degli impegni del suo Mantova e comincia a considerare in maniera seria, così come del resto ha ipotizzato il presidente Sandro Musso nei giorni scorsi, l’eventualità che i biancorossi possano raggiungere la qualificazione nel girone C di Coppa. La sfida di Pordenone non vede sostanziali conferme della formazione che ha pareggiato a Padova, tuttavia il tecnico lascia chiaramente intendere che la sua considerazione verso chi è rimasto fuori nove giorni fa è del tutto identica a quella di chi giocherà oggi dalle ore 18. Una vittoria potrebbe ipotecare il pass alla fase successiva, attendendo domenica 30 per Padova-Pordenone. Proprio per questo, dopo avere ripetutamente constatato che la qualità del gioco espresso è in crescita, Maspero chiede a Gavazzi e soci di mettercela tutta per portare a casa i primi tre punti ufficiali della stagione, per di più contro un avversario che si annuncia pericoloso anche se privo del suo pezzo migliore, il centrocampista Pederzoli che è stato preso dal Pavia e che non potrà essere schierato per ragioni di tesseramento. Del resto anche il Mantova non può schierare parecchi titolari, a cominciare dallo squalificato Scalise, a Dalla Bona (che ieri si è allenato a parte), a Momentè e allo stesso Anastasi che non è nelle migliori condizioni fisiche. «Dopo avere dimostrato con il Padova le nostre qualità e dopo avere lavorato con grande impegno anche in questa settimana – sotolinea Maspero – è giunto il momento di cominciare ad abituarci a vincere, per farlo bisogna che chi gioca a Pordenone dimostri di avere la stessa condizione, la stessa voglia di far bene che hanno dimostrato i giocatori impegnati contro il Padova. Come minimo», tiene a confermare, a riprova del suo ottimismo: «La compattezza della squadra è un aspetto su cui stiamo lavorando e che finora ha fornito indicazioni positive. Da Pordenone dobbiamo aumentare in modo importante la nostra fame di vittorie, il tempo dirà quante volte riusciremo a centrare l’obiettivo. Noi dobbiamo provarci in ogni circostanza». L’unico dubbio per la formazione dovrebbe riguardare il rientro di Longo, che ha smaltito la forte contusione a un piede: «Si è allenato bene, vedremo – dice il mister – se ce la farà. L’alternativa riguarda Gonzi oppure Zammarini, deciderò in extremis. Ho fiducia per questa gara, voglio vedere una bella partita dai ragazzi».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Abbiamo affrontato un ottimo Mantova, ben collaudato, con una gamba già importante». È Carmine Parlato a presentare a distanza gli avversari odierni del Pordenone, dopo averli affrontati fuori casa (impattando 1-1) nel primo turno di Coppa Italia. In terra lombarda si era giocata la gara d’esordio del girone C per la fase eliminatoria di LegaPro. «La loro gestione della palla, il fatto di farla girare molto, costringe a ritardare l’uscita. A noi – riferisce l’allenatore del Padova dopo il match d’apertura – è capitato, ogni tanto, di faticare a uscire, quindi davamo loro il pallino del gioco nella fase di non possesso. Nel primo tempo abbiamo trovato modo di far gol (con Altinier, sostituito a inizio ripresa, ndr) e potevamo andare anche sul 2-0, mentre nella seconda frazione i virgiliani hanno cominciato a spingere di più. Nel momento forse meno clamoroso della fase offensiva mantovana, abbiamo preso gol su palla inattiva (a segno Ruopolo dopo calcio d’angolo, con Niccolini non immune da colpe, ndr). Nella parte finale si presentavano con un 4-2-4, lanciando lungo. Forse nella ripresa sono un po’ calati fisicamente e optavano più per le giocate verticali che tramite manovra». Al Mantova di Maspero si è unito pure il mancino jesolano Matteo Momentè (triennale per lui, bruciata la concorrenza del Parma), ma già per Parlato «il loro attacco era di quelli importanti». Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso mister Bruno Tedino ieri in conferenza stampa. Da parte loro, praticamente in contemporanea, i patavini hanno firmato il contratto con il 35enne centrocampista Daniele Corti, 28 presenze e 2 gol nell’ultima stagione in serie B con il Varese. Guardando alla prossima sfida di Coppa Italia contro il Pordenone, da ex Carmine Parlato dice che «lo aspetteremo in casa, già sapendo del risultato ottenuto dai neroverdi con il Mantova. Quindi lavoreremo per far bene, ma nello stesso tempo saremo noi i padroni del nostro destino».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due cose voleva Mauro Lovisa sin da quell’ultimo set perso (6-3) nel ritorno dei playout a Monza il 30 maggio: restare in LegaPro e fare spettacolo. La prima metà del programma è stata raggiunta subito, acquistando un pass da mezzo milione di euro. Raggiungere la seconda sarà la missione di Bruno Tedino e dei nuovi ramarri portati questa estate al De Marchi da Giorgio Zamuner. SI COMINCIA – Le premesse costruite durante il precampionato sono notevoli. In particolare ha convinto il primo tempo della prova generale di giovedì a Cordenons (7-0), durante il quale Tedino ha schierato 10 undicesimi della formazione che vedremo uscire oggi alle 17.55 dal tunnel del Bottecchia per affrontare la prima gara ufficiale della nuova stagione con il Mantova, nel secondo turno del triangolare di qualificazione di Coppa Italia. Nel primo i virgiliani hanno pareggiato 1-1 al Martelli con il Padova di Carmine Parlato, che domenica ospiterà all’Euganeo il Pordenone. Passerà al turno successivo solo la prima classificata. VINCERE DIVERTENDO – «Abbiamo lavorato sodo quattro settimane per arrivare a questo primo appuntamento – esordisce Bruno Tedino nella conferenza stampa della vigilia -. Finalmente ci siamo: non siamo prontissimi – mette le mani avanti il tecnico – ma da ciò che ho visto ci sono tutti i presupposti per vivere una stagione positiva». Nelle gare con Montebelluna, Sacilese e Cordenons si sono divertiti i ragazzi e, ciò che conta, anche i supporter che sono accorsi in tanti (350 agli Assi), ad applaudire il nuovo Pordenone. «Sì – annuisce soddisfatto Tedino -, abbiamo fatto vedere cose interessanti, giocando però con squadre di calibro inferiore al nostro. Sono state amichevoli utili a prendere minutaggio. Ora cominciamo a fare sul serio, con avversari della nostra stessa categoria. L’obiettivo – conferma – è divertire, facendo però anche risultato. È un bionomio che deve andare a braccetto». PROPOSITI – Se Tedino promette un ramarro propositivo con il suo 4-2-3-1, il collega Riccardo Maspero ha adottato un ancor più coraggioso 3-4-1-2, con pressing alto e – definizione del tecnico virgiliano – portiere volante. «Voglio gente che non si nasconde – attacca Maspero -, che sia aggressiva, rincorra ogni pallone e ami fare gol». Se queste sono le premesse, oggi dovremmo assistere a una sfida scoppiettante. «Ho visto il Mantova giocare con il Padova – afferma Tedino -. Ha un palleggio di qualità che inizia dietro, con 3 difensori aperti. Gioca ampio e cerca sempre la superiorità numerica. Dovremo fare una gara di sacrificio in fase di non possesso, verticalizzare e sfruttare gli esterni quando avremo noi la palla». FORMAZIONE – Non ancora perfezionati i tesseramenti di Pasa, Pederzoli e Gulin, infortunato Filippini, scenderanno in campo Tomei fra i pali; Cosner, Stefani, Ingegneri e De Agostini dietro; Castelletto e Mandorlini (completato ieri l’iter d’ingaggio) a centrocampo; Cattaneo, Finocchio e Valente alle spalle di Strizzolo, punta avanzata. LOGISTICA – La biglietteria di via Stadio aprirà alle 15. Quella di via San Vito (per gli ospiti) alle 16.30, come i cancelli del Bottecchia, un’ora e mezza prima del fischio d’inizio di Nicolò Sprezzola di Mestre, coadiuvato da Michieli e Sartori.

Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Oggi al Bottecchia è già gara decisiva. Almeno per il Mantova, che dopo il pareggio dell’esordio col Padova di Carmine Parlato (atteso oggi sugli spalti al Bottecchia per la prima volta dopo la stagione del doppio trionfo promozione-scudetto), dovrà obbligatoriamente vincere per continuare a sperare. Si qualificherà al turno successivo soltanto la prima del triangolare. Nove in tutto i mini-raggruppamenti in cui sono state suddivise le partecipanti alla coppa Italia di Lega Pro in questo turno preliminare. Nella fase successiva, invece, entreranno in gioco anche le 27 società che hanno partecipato alla Tim cup, ovvero la coppa con i club di serie A e B, e si procederà a eliminazione diretta. Il Pordenone, dopo il match odierno, si giocherà le sue chance (in caso di sconfitta sarebbe già eliminato, divenendo irragiungibile il Mantova a 4 punti) di qualificazione a Padova domenica prossima alle 16.30. Quella di Lega Pro è una coppa che forse non accende particolari fantasie, visto il minor blasone rispetto alla competizione maggiore, ma a renderla più allettante ci pensa il premio per la vincitrice: 40 mila euro (20 mila alla finalista).

Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) «Per quanto possa sembrare un po’ “orso”, sono un uomo sensibile e mi emozionerò». Bruno Tedino anticipa il suo cuore, che oggi al Bottecchia potrebbe riservargli sensazioni particolari: torna da allenatore del Pordenone nello stadio cittadino dopo 14 anni. Allora era serie D, stavolta Lega Pro. Nel mezzo tante esperienze e il blasone di un incarico azzurro, il cui bagaglio spera di riversare alla guida dei ramarri. «Certo – conferma Tedino – sono maturato anch’io. Ma le emozioni non conoscono età, anche se penso che passeranno non appena la partita inizierà. E comunque la mia prima preoccupazione è far contenti i nostri tifosi». Ci proverà il suo nuovo Pordenone già dalla coppa Italia, primo impegno ufficiale dopo un pre-campionato molto convincente. «Mi fa piacere – osserva Tedino – che i ragazzi abbiano risposto subito bene alle mie indicazioni, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Sarebbe bello cominciare con un risultato positivo, pur sapendo che non siamo ancora al cento per cento e che dall’altra parte ci sarà un’ottima squadra». A proposito, che Mantova si aspetta oggi il tecnico neroverde? «L’ho vista col Padova e mi ha fatto un’ottima impressione. E’ una squadra che palleggia molto bene, a partire dalla difesa. Dovremo fare una gara di grande sacrificio in fase di non possesso e puntare come al solito sulle verticalizzazioni». Pensando agli assenti (perlopiù per motivi burocratici), Tedino si concede un pizzico di rammarico: «Dispiace avere poche alternative sugli esterni, ma sinora non possiamo certo lamentarci. A parte l’infortunio a Filippini, non si sono registrati contrattempi». E oggi si unirà al resto del gruppo anche il difensore Paolo Marchi (classe ’91), in arrivo dal Como, neopromosso in serie B.

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) E’ passato un anno, sembra molto di più. Il Pordenone torna oggi a riaffacciarsi sulla scena della Lega Pro, seppur nella competizione di servizio (la coppa Italia) e lo fa, almeno in apparenza, con credenziali ben diverse rispetto alla scorsa stagione. Allora aveva il volto timido della debuttante e l’ossatura di una squadra costruita forse con troppa superficialità. Stavolta, con un ripescaggio nel mezzo, il club neroverde si presenta ai nastri di partenza con prospettive più solide, che attendono riscontri concreti. Speranza. Certo, la Coppa non è il campionato. Ma cominciare bene, al cospetto di una squadra di nuovo ambiziosa come il Mantova, alimenterebbe quell’entusiasmo che già si respira in città, confortato dai numeri di una campagna abbonamenti in crescendo e motivato anche dall’ottimo precampionato disputato dalla squadra di Tedino. Avversarie di categoria inferiore, si dirà. Ma stavolta non soltanto all’anagrafe calcistica, bensì denone ha dimostrato in campo. E’ qualcosa di nuovo rispetto al recente passato e molto incoraggiante. Formazione. Proprio l’undici che ha deliziato la platea di Cordenons nel corso dell’ultima sgambata estiva dovrebbe essere riproposto oggi al Bottecchia al cospetto dei virgiliani. Con l’unica obbligata eccezione di Pasa (sostituito da Ingegneri) al centro della difesa, visto che il tesseramento del giovane figlio d’arte attende ancora una firma della società che ne detiene il cartellino, l’Inter. Arriverà la prossima settimana, cosi come quelle necessarie per perfezionare gli acquisti di Pederzoli e Gulin. Un’infiammazione al malleolo, invece, costringerà al forfait l’esterno Filippini. Al suo posto Valente, che assieme a Finocchio e Cattaneo comporrà il trio alle spalle della punta Strizzolo. Rivali. Dall’altra parte un Mantova completamente diverso da quello visto l’ultima volta al Bottecchia (2-1 in campionato per i neroverdi la scorsa Primavera): nel probabile undici di partenza di oggi soltanto 3 superstiti, di cui uno, il difensore Trainotti, autore dell’ultimo gol virgiliano in terra pordenonese. Per il resto novità in tutti i reparti e non solo. Un nuovo presidente (Sandro Musso), un nuovo allenatore (Ricky Maspero, ex Pavia), e una nuova organizzazione societaria, che sarà celebrata il 3 settembre: amichevole col Milan. Biglietti. Ci sono gli ingredienti per una partita divertente, che uniti alla curiosità della prima ufficiale del Pordenone potrebbero portare al Bottecchia un buon pubblico. Biglietteria centrale aperta dalle 15, cancelli dalle 16.30. Prezzi? 14 euro per la tribuna centrale, 10 per la laterale, 8 per la gradinata. Ingresso simbolico a un euro per under 16 (tribuna laterale) e under 18 (gradinata).

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A due settimane dal debutto del 6 settembre (salvo rinvio di una settimana) nel campionato di serie D, il Venezia chiude il mercato riportando in arancioneroverde Marco Modolo. Il 26enne difensore centrale è quindi il prescelto dopo il mancato ritorno di Elia Legati, che all’offerta del ds Giorgio Perinetti ha preferito l’annuale con la Pro Vercelli in serie B. Modolo, originario di Eraclea, torna a Venezia nella stessa categoria e agli ordini dello stesso tecnico, Paolo Favaretto, che l’aveva fatto conoscere nel 2009/10. Dopo una stagione da difensore goleador (30 presenze e 8 gol) Modolo ha avuto un ruolo importante nella scalata della Pro Vercelli dalla Lega Pro2 alla serie B. Acquistato dal Parma nel 2013/14 ha giocato nella serie A slovena col Nova Gorica, vincendo la coppa nazionale. Dal febbraio scorso è stato girato al Carpi, promosso in serie A, collezionando però solo tre gettoni. Col fallimento del Parma si è ritrovato svincolato accettando dopo alcune settimane il corteggiamento del Venezia e la sfida di ripartire dalla serie D.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Segnali di crescita da parte di un Venezia che nella sua quarta amichevole estiva piega 3-1 lo Scorzè Peseggia. Un risultato non particolarmente rotondo contro un avversario di Seconda categoria, ma il tecnico Paolo Favaretto può guardare con all’intensità e al ritmo che per buoni tratti i suoi ragazzi hanno saputo imprimere al match. In partenza, peraltro, l’undici arancioneroverde presenta sei under, con la regia affidata a Chin (’96) e la trequarti a Callegaro (’97), sicuramente il migliore dei suoi assieme al terzino destro Luciani (’96). Meno spinta e qualche sofferenza in più sulla corsia sinistra, con Cantini ancora acciaccato, mentre al centro in attesa di Modolo (allenatosi a bordo campo) è toccato ancora a Soligo. Dopo 6′ bel tentativo di Callegaro con un destro teso, all’8’invece il Venezia passa subito con Maccan a liberare in area l’esterno destro dell’1-0 firmato Carbonaro. La pressione offensiva continua e al 10′ Malagò si mangia il raddoppio, negato dalla traversa a Carbonaro, quindi al 20′ Callegaro calcia con i giri giusti dal limite (dopo un tacco di Maccan) e fa 2-0. Dopo due assist Maccan spedisce un gran destro all’incrocio – rete ingiustamente annullata – a sinistra l’acciaccato Cantini lascia spazio a Ferrante e ancora Callegaro sfiora da fuori la terza rete. Alla mezzora uno svarione a sinistra consente a Patron il diagonale che dimezza il passivo, che Malagò e Maccan prova a riallargare invano. La ripresa si fa piacevole solo dopo la decina di cambi arancioneroverdi e il 3-1 arriva in pieno recupero con Innocenti, a «vendicare» una prodezza di Carcagni su Serafini. Oggi il Venezia sosterrà un test sicuramente più probante contro la Virtus Vecomp (alle ore 16 al campo sportivo Mazzola di Verona) che come gli arancioneroverdi disputerà il campionato di serie D; giovedì sgambata in famiglia con la Juniores arancioneroverde e tra una settimana visita ai pari categoria della Clodiense. Per martedì al Taliercio (ore 17.45) è in programma la presentazione delle squadre giovanile del Venezia Soccer Academy.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Fumata bianca e colpaccio servito. Il Venezia chiude la propria campagna acquisti con un altro botto da novanta, assicurandosi nientemeno che Marco Modolo, reduce da una stagione entusiasmante, sia pure da comprimario, a Carpi. Proprio per questo l’operazione condotta dal direttore generale Giorgio Perinetti è un piccolo capolavoro. Erano corrette le indicazioni emerse negli ultimi giorni: pressing alto, quello di Perinetti, durato almeno tre settimane, intensificato negli ultimi giorni e chiusura del cerchio venerdì sera. Ieri visite mediche e firma del contratto, poco prima dell’amichevole andata in scena a Scorzè, vinta per 3-1 dagli arancioneroverdi (a segno Carbonaro, Callegaro e Innocenti). Modolo non vi ha partecipato, per via di una condizione fisica tutta da costruire dopo un’estate ad aspettare invano una chiamata dalla Serie B. A quel punto, dopo aver preso atto che per lui non c’era spazio nella cadetteria, fra le tante richieste arrivate dalla Lega Pro, il centrale di San Donà di Piave ha scelto di tornare a casa e di ripartire dalla D: «Venezia è casa mia – sorride Modolo all’ora di cena, dopo un lungo inseguimento durato tutta la giornata – sono felice di essere qui e non è retorica. Il fatto di tornare vicino a dove sono nato ha fatto la differenza, ma soprattutto ha contato il progetto di questo Venezia, che in Serie D vuole essere soltanto di passaggio. Mi ha convinto il direttore, che mi ha spiegato per filo e per segno quello che la nuova società ha intenzione di fare. Sono rimasto stregato dalla determinazione di tutto l’ambiente a cancellare quello che è successo l’anno scorso. Fa ancora più rabbia perché dal punto di vista sportivo alla squadra non si può rimproverare nulla, ma purtroppo a Venezia ultimamente ne stanno succedendo troppe. Speriamo che questo progetto finalmente possa far dimenticare ai nostri tifosi tutte le amarezze vissute negli anni scorsi». Modolo sa bene che su di lui poggeranno grandi responsabilità, essendo uno dei giocatori più esperti: «La responsabilità non mi spaventa – sorride – se sono qui è perché credo in questa società e in questa squadra. Nella mia carriera non mi sono mai fatto mancare nulla. Sono stato a Vercelli, mi sono infortunato gravemente, sono andato pure in Slovenia al Nova Gorica, ora riparto dalla D. E’ una scommessa e lo so bene, ma sono certo che potremo andare lontano. Vincere è quasi un obbligo, anche se nessuno ti regalerà nulla». Le avversarie non spaventano, anche se tutto andrà guadagnato sul campo: «E’ difficile vincere – chiude Modolo – quello che qualcuno non capisce è che anche in Serie D non ci sono i tappetini rossi e non si vince soltanto perché ti chiami Venezia. Mi rendo conto che vedendo i giocatori che sono arrivati, Malagò, Serafini, Maccan, Fabiano e tutti gli altri, non vogliamo perdere tempo. Ho parlato con Favaretto. Lui è contento che io sia qui, io sono contento di potergli dare una mano. Ora dobbiamo remare tutti assieme nella stessa direzione. Perché questa società non dovrà mai più vivere quello che è successo negli ultimi anni. Non lo merita, è assurdo che una piazza come Venezia abbia vissuto tre fallimenti in un decennio. È inconcepibile e il primo passo per rinascere dovrà arrivare da noi giocatori».

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) A volte ritornano. Dopo Favaretto e Vianello, dopo Malagò, Soligo e Maccan, è il turno di Marco Modolo, svincolato dal Parma, che va a completare il reparto difensivo del Venezia. Ventisei anni, di San Donà di Piave, Marco Modolo faceva parte della rosa che si presentò al via del campionato di serie D 2009-2010, sempre con Favaretto in panchina, come difensore, ma con il pallino del gol, tanto da realizzarne 8, di cui tre contro la Virtus Verona al Penzo. L’arrivo di Cunico non permise a Modolo di rimanere, ma il difensore spiccò il volo per la Pro Vercelli, iniziando una carriera di promozioni e di trofei. Nel 2013 finisce nell’orbita del Parma che lo gira al Nova Gorica dove rimane, salvo una breve parentesi in Emilia, fino alla fine dello scorso gennaio (partecipando anche alle qualificazioni all’Europa League e vincendo la Coppa nazionale) quanto rientra in Italia e il Parma lo smista al Carpi.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Tris allo Sporting Scorzè Peseggia, in attesa di tornare in campo anche oggi (ore 16) a Verona contro la Virtus (serie D). Sgambata senza terna ufficiale con Favaretto che ha tenuto in campo per una settantina di minuti una squadra, come farà oggi («Un utile allenamento per mettere nelle gambe minuti preziosi», ha spiegato il tecnico alla fine). Carbonaro e Callegaro nel primo tempo, Innocenti quasi allo scadere nella ripresa a segno per gli arancioneroverdi con il guizzo di Patron per i padroni di casa. L’ultimo innesto, Modolo, ha lavorato a parte con il preparatore atletico Casale, poi ha assistito al test in tribuna accanto a D‘Alessandro e Bortolin, Favaretto non ha utilizzato Gualdi, che ha rimediato venerdì una distorsione alla caviglia ed è in dubbio anche per oggi, mentre Cantini ha chiesto il cambio dopo una ventina di minuti avvertendo un dolore a una vecchia cicatrice nella parte della gamba dove si era infortunato in passato. Ottima impressione dal baby Callegaro, al di là del gol, come trequartista, Luciani ha spinto spesso sulla fascia destra, Carbonaro si è mosso molto, mentre l’esperto Soligo, in attesa di Modolo, è stato utilizzato come difensore centrale. Callegaro ha sfiorato il gol dopo 3’, rete che è arrivata all’8’ a opera di Carbonaro, abile a finalizzare la verticalizzazione di Malagò. Al 20’ il raddoppio di Callegaro dal limite, su assist di tacco di Maccan, poco prima Vanin era stato abile a neutralizzare la conclusione di Malagò al termine di una bella triangolazione con Maccan. Poco prima della mezzora (29’), dormita della difesa aancionerovede con aggiunta l’esitazione di Vicario: il diagonale di Patron era impeccabile. Vanin si è ripetuto al 39’ ribattendo di piede una fucilata su punizione di Maccan da una ventina di metri. Girandola di cambi tra i padroni di casa in apertura di ripresa, Venezia al piccolo trotto, unico sussulto la zuccata a colpo sicuro di Maccan da mezza misura su cross di Luciani (16’), respinta dall’attento Vanin. Venezia più aggressivo dopo i cambi: Serafini sfiora il tris al 36’, Carcagni si supera tra i pali, Chin fallisce di testa (45’) non trasformando l’assist aereo di Serafini, prima del centro di Innocenti presentatosi da solo davanti a Carcagni. Dunque oggi test a Verona, poi giovedì sgambata contro la Juniores al Taliercio, domenica amichevole a Chioggia con la Clodiense.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Carta, penna e block notes. Alla ricerca di spunti che possano decifrare il valore delle altre squadre. Il tecnico del Bassano, Stefano Sottili, e il suo vice, Christian La Grotteria, erano in tribuna ieri allo stadio Tombolato per Cittadella-Vicenza, amichevole di lusso buona per testare la condizione fisica di una diretta concorrente alla promozione. Sottili, le sue favorite per la promozione? «Vedo Alessandria, Pavia e Cittadella una spanna sopra tutte. Il Cittadella mi ha notevolmente impressionato: ossatura importante e mantenuta quasi in toto, i granata possono essere protagonisti». Altre squadre da vertice? «Dipenderà dalla composizione dei gironi. Se nel girone A dovessero esserci squadre come Reggiana e Spal, il livello crescerebbe esponenzialmente e bisognerebbe aggiungere due posti al tavolo delle big». E il Padova? «Outsider di lusso, credo sia subito sotto il treno di testa. È una buona squadra, ulteriore conferma che sarà un girone di ferro». Passiamo al suo Bassano. «Siamo riusciti a mantenere l’ossatura della passata stagione, ma contesto chi pensa che siamo fra le favorite. Una stagione come quella scorsa penso sia irripetibile. E credo anche sia onesto riconoscere che ci sono almeno tre squadre decisamente superiore alla nostra, se non di più. Poi è chiaro, cercheremo di fare del nostro meglio e possiamo regalare altre soddisfazioni ai tifosi». Cosa ne pensa di tutto il caos che sta circondando il calcio italiano? «Non possiamo che aspettare la fine di tutti i processi, sperando che venga fatta chiarezza. Noi addetti ai lavori non vediamo l’ora di poter ricominciare il campionato». Molti giocatori hanno rinnovato il proprio contratto col Bassano anche dopo la scadenza: una sorpresa, considerate le abitudini del mondo del calcio. «E’ stata una sorpresa anche per me. Due sono le possibili interpretazioni: o i ragazzi non hanno avuto offerte, e non credo sia questo il caso, oppure hanno visto nel Bassano qualcosa di più rispetto a una semplice società di passaggio per le proprie carriere» Martinelli è stato un vero colpaccio. «Ci può portare esperienza e tecnica da vendere. È il suo primo anno in Lega Pro, ma uno come lui accanto a Bizzotto ci può dare una grossa mano. Poi non sono arrivati tanti ragazzi nuovi, per cui il giudizio inevitabilmente si deve concentrare nel complesso della squadra. Sono soddisfatto del nostro precampionato». Qualche rimpianto? «La Coppa Italia. A Terni potevamo vincere, il fatto di non essere andato a Crotone mi fa rabbia, anche perché lo avremmo meritato. Paradossalmente le squadre di Lega Pro che fanno la Coppa Italia di Lega Pro e non quella della massima serie arriveranno meglio all’inizio del campionato. Per questo abbiamo fissato le amichevoli con Spal (oggi, a Ferrara, alle 20, ndr) e Brescia». Dal mercato cosa possiamo attenderci? «Una punta. E magari qualcos’altro se davanti dovesse essere ceduto uno dei nostri giocatori (Nolè o Iocolano ndr)».

Ore 13.20 – (Gazzettino) Tutte in campo ieri le formazioni padovane di serie D che hanno disputato delle amichevoli per affinare la preparazione. Il Campodarsego si è aggiudicato il triangolare andato in scena a Villatora. I biancorossi hanno sconfitto 1-0 il Borgoricco con un sigillo di Piaggio, e hanno superato ai rigori 5-4 i padroni di casa del Saonara Villatora dopo che il tempo regolamentare si era chiuso senza reti. Secondo posto per il Saonara Villatora che ha piegato 1-0 il Borgoricco con gol di De Checchi. Vittoria anche per l’Abano che si è imposto 3-2 al Vallini con la Piovese: per i neroverdi hanno segnato Creati, centrocampista classe 1988 ex Mantova che è stato aggregato da qualche giorno alla squadra, Bison e Segato, mentre per i biancorossi è andato a segno Bez e il secondo sigillo è frutto di un autogol. Sconfitta invece 3-2 per la Luparense San Paolo con i bellunesi del Fontanafredda, sfida che si è giocata a Vittorio Veneto. Per i rossoblù le firme di Severgnini nel primo tempo e Giglio nella ripresa. Da registrare anche il rigore fallito da Beccaro. Passando all’Eccellenza, riflettori puntati a Mestrino dove oggi si disputa la giornata conclusiva del memorial Francesco Bertocco. La finale in programma alle 18 sarà tra il Mestrino, che ieri ha sconfitto ai rigori 4-3 il Montecchio, e la Vigontina che ha superato 5-0 il Casalserugo con i centri di Comin (doppietta), Villatora, Zurlo e Furlan, quest’ultimo messo sotto contratto da pochi giorni.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Due vittorie e una sconfitta. È questo il resoconto delle amichevoli giocate ieri dalle squadre padovane di Serie D: l’Abano batte la Piovese con qualche brivido mentre il Campodarsego se la cava ai rigori nel triangolare di Villatora di Saonara. A Vittorio Veneto, invece, la Luparense cade sotto i colpi dell’inaspettato avversario di giornata, il Fontanafredda. Abano-Piovese 3-2. Allo stadio Vallini di Piove di Sacco ci si diverte. Tanti gol, cinque per la precisione, infiammano il match tra Abano e Piovese, sfida che ricorda battaglie neanche troppo lontane in Eccellenza. La differenza di categoria tra le due compagini, però, si vede solo a tratti. Gli uomini di Massimiliano De Mozzi, per assurdo, sono più pericolosi nella prima frazione di gioco, nonostante gli esperimenti tattici: in attacco fanno vedere buone cose l’attaccante Alberto Creati, svincolato dal Mantova e in prova da qualche giorno, e il giovane Andrea Bison, prodotto del settore giovanile aponense, entrambi a segno. La Piovese risponde con l’ex Triestina Ivo Bez, gioiello del mercato estivo, autore del momentaneo pareggio. Nella ripresa un autogol e l’acuto di Segato fissano il risultato sul 2-3. Triangolare Villatora. I ragazzi di Antonio Andreucci si aggiudicano, seppure con fatica, il settimo Memorial Simone Bacchini, disputato al comunale di Villatora contro SaonaraVillatora e Borgoricco. Il Campodarsego scende in campo nella seconda e nella terza partita, dopo la vittoria per 1-0 del Saonara sul Borgoricco, battuto nel secondo mini-match grazie a un tiro da fuori area di Piaggio. Nella finale, le squadre non riescono a rompere gli equilibri: decidono tutto i rigori, che premiano la precisione dei biancorossi. Fontanafredda-Luparense 3-2. I Lupi tornano da Vittorio Veneto con un 3-2 sul groppone. Poco male, per ora, anche se il Fontanafredda, formazione che si presenta al Barison al posto del Vittorio Falmec, sarà con ogni probabilità una diretta concorrente pure in campionato. I rossoblù passano in vantaggio con Nicolò Severgnini, sbagliano un rigore con Marco Beccaro e poi si fanno rimontare da Alcantara Leyba e Nicola Tonizzo. Nella ripresa il Fontanafredda completa il tris con Riccardo Zambon, mentre Matteo Giglio, su calcio di punizione, accorcia le distanze nel finale.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il pareggio con il Vicenza ha soddisfatto il tecnico del Cittadella Roberto Venturato, che guarda soprattutto la prestazione dei suoi: «Abbiamo disputato una partita complessivamente buona riuscendo a tenere alta la squadra di fronte a un Vicenza che ha qualità». L’occhio è subito puntato sulle cose che devono essere migliorate. «Concediamo gol in modo banale, c’è da lavorare molto nei dettagli e nell’attenzione per sbagliare di meno in particolare nelle situazioni da calcio piazzato». Il tecnico granata sottolinea anche le positività: «Siamo cresciuti in tante cose e abbiamo creato diverse occasioni davanti». Sui singoli aggiunge: «Mi è piaciuto Pascali a centrocampo, dove ha sempre giocato, tranne nelle ultime due stagioni. Gerardì? È un giocatore del Cittadella; dovesse avere altre opportunità si valuterà insieme». Sul modulo, riprende: «Abbiamo provato con i due esterni (Schenetti e Jallow ndr) molti alti; può essere una alternativa durante il campionato. Noi comunque dobbiamo mantenere la nostra identità e porci gli obiettivi di migliorare gli aspetti che ancora ne hanno necessità». Sulle credenziali di essere una delle favorite del torneo, conclude Venturato: «È facile pronosticare una squadra appena retrocessa fra le favorite. Può far piacere, ma in questo momento è troppo presto per valutazioni del genere. Noi dobbiamo stare concentrati su noi stessi perchè siamo solo agli inizi e c’è parecchio su cui lavorare». Filippo Scaglia così inquadra la fase difensiva del Cittadella: «Non abbiamo concesso molto a una squadra di valore come il Vicenza, che milita in serie B. Per noi era un test importante e ritengo che le considerazioni siano positive. Un gol nella nostra porta lo abbiamo fatto noi, può capitare». Sul resto continua: ” Abbiamo tenuto molto bene il campo e disputato una partita di intensità fino al fischio finale. Ciò è utile per il clima del campionato”. Sulla sua posizione, conclude Scaglia: «Al momento non c’è niente e io sono concentrato sulla maglia granata. Se dovesse arrivare una occasione importante per me e per la società, ne parlerei con il direttore Stefano Marchetti».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Dopo le ultime due sconfitte in altrettante uscite – pronosticabile quella in Coppa Italia con l’Atalanta, meno quella di mercoledì con l’Altovicentino – il Cittadella aspettando l’inizio del campionato mette altri minuti nella gambe affrontando il Vicenza. Nel 2-2 finale sono diverse le buone indicazioni per Venturato, sia sul piano tattico che su quello atletico: Schenetti e Scaglia sono ancora indietro nella condizione rispetto ai compagni ma con il tempo non possono che migliorare, Iori e Pascali in mezzo al campo fanno girare bene il pallone, Gerardi potrebbe essere l’attaccante giusto che cerca il Cittadella sul mercato. Roberto Venturato, così come fatto a Valdagno sperimenta soluzioni tattiche alternative, schierando inizialmente in campo i giocatori meno impiegati finora e perciò bisognosi di trovare i novanta minuti, come Scaglia, Donazzan e Schenetti. Un 4-2-3-1 con Iori e Pascali in mediana, Schenetti e Jallow larghi sulle fasce, Paolucci dietro l’unica punta Coralli. Buona l’affluenza del pubblico al Tombolato: nonostante il periodo vacanziero la tribuna ovest è gremita, trecento persone sono in curva del Vicenza. Tanti tifosi invece sono rimasti fuori dallo stadio per problemi alle biglietterie. Comincia bene il Cittadella, che dopo pochi minuti confeziona una bella trama offensiva: Coralli invita Schenetti all’inserimento in area, ma il giocatore si allunga troppo il pallone, cosicché è costretto al retropassaggio per il centravanti che sparacchia sul fondo. Attivi Schenetti e soprattutto Jallow a sinistra, autore di un paio di spunti interessanti ai quali manca però l’ultimo passaggio o la giocata conclusiva. Volontà e abnegazione non mancano di certo al giovane ex Primavera del Chievo. Sblocca il risultato il Vicenza alla mezz’ora: corta respinta della difesa granata, Cinelli prova la conclusione che si trasforma in un assist perfetto per Giacomelli, girata al volo e pallone in rete. Qualche minuti più tardi cross di Schenetti e testa di Coralli, alta sulla traversa. Arrivano comunque gli applausi. Sfiora il raddoppio Giacomelli al 36′, allo scadere del primo tempo rigore per il Cittadella per il violento impatto in area tra Coralli e Brighenti che restano a terra per un paio di minuti. Dal dischetto Iori spiazza il portiere. Girandola di cambi nella ripresa. Minesso si mette subito in evidenza prima con un debole colpo di testa, quindi con un diagonale che impegna Marcone in tuffo. L’esuberanza del Cittadella è premiata al 5′, pallone filtrante per Gerardi che supera il portiere in uscita con un tocco morbido. Raicevic svetta più in alto di Scaglia, ma il pallone è facile preda di Vaccarecci. Entra la seconda punta Bizzotto ma Venturato non cambia il modulo iniziale. Il Vicenza pareggia al 25′ grazie all’autogol di Benedetti che infila il proprio portiere sul cross radente di Giacomelli. Un paio di interessanti spunti anche per il guizzante Bizzotto, che prima non inquadra la porta con un gran destro e poi viene strattonato in area dopo un dribbling vincente, l’arbitro sorvola. Intanto sfuma un potenziale obiettivo di mercato del Cittadella: ieri Luigi Della Rocca è passato in prestito al Rimini. Per l’attaccante del Lecce si era parlato di un possibile scambio con il granata Gerardi.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Due a due. Che è un passo avanti rispetto alla beffarda sconfitta subita sul finire dello scorso campionato di Serie B, per quanto sia ovviamente del tutto fuori luogo mettersi a fare paragoni tra una gara ufficiale e un’amichevole agostana. Quel che è certo – per quanto non sia il caso di lanciarsi impunemente in giudizi dopo una partita come questa, condizionata da una miriade di sostituzioni – è che nel derby giocato ieri pomeriggio al Tombolato il Cittadella contro il Vicenza ha fatto vedere sprazzi di bel gioco, soprattutto dopo i cambi effettuati nella ripresa. Il 4-2-3-1 adottato da Venturato nell’occasione pare ben calzare al gruppo, a prescindere dagli interpreti, e potrebbe rivelarsi ben più di un modulo di ripiego rispetto al classico 4-4-2. E se nel finale fosse arrivato il rigore reclamato con qualche ragione da baby Bizzotto, sempre più idolo del pubblico di casa, il sabato granata si sarebbe pure potuto chiudere con un sorriso più pieno senza nessuna obiezione sollevabile. L’esperienza di Iori e Pascali. Venturato anche contro il Vicenza ha continuato a far ruotare i suoi uomini, nell’intento di far trovare il ritmo-gara a tutti in vista del campionato. Stavolta è partito con Pascali riportato in mediana accanto a Iori, coppia che ha garantito personalità al Citta, gli intraprendenti Schenetti e Jallow larghi ai lati e Paolucci a fare da rifinitore dietro all’unica punta Coralli. A sbloccare la partita la squadra di Marino, con un po’ di fortuna, anche se il ripiegamento di Schenetti, nell’occasione, non è stato puntuale come sarebbe dovuto essere: sul cross dalla destra di Vita, Cappelletti, schierato al centro della difesa assieme a Scaglia, respinge di testa; la palla arriva a Cinelli che tenta la conclusione al volo servendo però sottomisura l’ottimo Giacomelli, abile a infilare Vaccarecci con una girata a incrociare. L’1-1 giunge allo scadere della prima frazione, su rigore trasformato da Iori dopo un contrasto in area fra El Hasni e Coralli, nel tentativo di intercettare un traversone di Schenetti. La risposta di Gerardi. Squadre diverse nella ripresa, con Lora trequartista di sostanza. Subito in mostra i nuovi entrati: Minesso scalda presto le mani a Marcone e, poco dopo, ecco il gol del reprobo Gerardi, che s’infila in area imbeccato da Jallow e scavalca il portiere avversario in uscita con un pregevole tocco sotto. E se fosse proprio un Gerardi riportato con la testa sul Cittadella il rinforzo offensivo che manca? Il 2-2 arriva infine dopo una palla persa su calcio d’angolo e si materializza nella forma del più classico degli autogol, con Benedetti che scaglia nella propria porta un cross del vivace Giacomelli nel tentativo di anticipare Raicevic. Qualità ed errori. «Mi è piaciuto come la squadra ha saputo rimanere alta, rischiando poco contro un avversario qualità come questo Vicenza. In più mi sembra si noti una certa crescita dal punto di vista fisico» il commento di Venturato a conclusione dell’amichevole. Non tutto però ha convinto il tecnico di Atherton e le pecche, ancora, una volta, sono legate alle ingenuità difensive: «Abbiamo subito due gol in modo banale, regalandoli all’avversario. Occorre imparare a sbagliare meno e a gestire meglio certe fasi della partita. Il modulo a una sola punta col trequartista a supporto? Può essere un’alternativa valida. L’importante è mantenere la nostra identità».

Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Segnali di fumo sulla sponda granata: se il Cittadella è quello visto al Tombolato contro il Vicenza, dire che Roberto Venturato ha in mano una squadra di promozione è tutto fuorché esagerato. In uno stadio per metà inagibile e sotto gli occhi interessati dell’allenatore del Bassano Stefano Sottili, Cittadella-Vicenza finisce 2-2. Segna Giacomelli, il migliore in campo e in una condizione già straripante, pareggia Iori su calcio di rigore, colpisce Gerardi e pareggia il conto un’autorete di Benedetti. Per il Cittadella da sottolineare la prova di Gerardi. Eternamente in bilico e ai ferri corti con la società, il centravanti sfodera una prestazione e un gol coi fiocchi al 5’ della ripresa (splendido pallonetto su assist di Jallow) e sfiora pure il bis personale nel finale di partita. A questo punto bisognerà capire se davvero la cessione maturerà negli ultimi giorni di mercato: «Se Gerardi ha la mentalità giusta – spiega nel dopogara il dg Stefano Marchetti – può essere la nostra arma in più, altrimenti può diventare persino dannoso. Dipende tutto da lui». Concetto rincarato da Roberto Venturato: «Fino a quando sarà dei nostri, lo considererò a tutti gli effetti un nostro giocatore. Sono soddisfatto della squadra, perché abbiamo tenuto testa a una squadra di categoria superiore con grande impegno. Peccato solo per qualche errore sui gol, per il resto i ragazzi mi sono piaciuti». Dal canto suo, Pasquale Marino fa buon viso a cattivo gioco, perché la notizia negativa del pomeriggio sono gli infortuni di Vita e di Brighenti, costretti ad alzare bandiera bianca. Sotto questo profilo, il precampionato biancorosso è disastroso, difficile immaginare uno scenario peggiore: «Direi che per noi è stato un ottimo allenamento – spiega Marino nel dopogara – e sicuramente un collaudo importante. La nota negativa sono gli infortuni, Brighenti ha preso una botta alla schiena e Vita spero e penso che non sia nulla di grave, ma ha avuto un movimento innaturale. Abbiamo pagato un tributo pesantissimo agli infortuni, ma adesso dobbiamo guardare avanti. Ho visto un ottimo Cittadella e un ottimo Giacomelli, lui entra in forma prima degli altri e se la sta cavando già molto bene». Appunti sparsi sul taccuino: il gol del vantaggio di Giacomelli è un capolavoro. Semirovesciata spettacolare dopo un rimpallo e palla alle spalle di Vaccarecci al 27’. Applausi pure dal pubblico di fede granata. Il secondo gol biancorosso è un’autorete di Benedetti, dopo un’ottima incursione sulla sinistra del solito Giacomelli. Molto bene anche Raicevic, subentrato nella ripresa a Pettinari (parso ancora lontano dalla miglior condizione). Sentenza finale del pomeriggio. Il Cittadella può sorridere. Il Vicenza, almeno per il momento, è difficilmente giudicabile. Complicato, se non impossibile, decifrare una squadra a cui mancano troppi protagonisti per essere credibile. Di certo c’è che a uno come Giacomelli sarà dura rinunciare. E pure Raicevic, autore di un’ottima prova, è un nome da cerchiare in rosso sul taccuino. Perché potrebbe essere una sorpresa, sempre che non venga ceduto: «Stiamo valutando se mandarlo a giocare – chiude Marino – valuteremo cosa è meglio per lui e per noi».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Ma l’impegno c’è stato sempre da parte di tutti, ci deve essere sempre un atteggiamento positivo con squadre di categorie inferiore. La volontà di dimostrare deve essere sempre alta in queste occasioni, anche se pretendo di più da tutti. Da martedì inizieremo a preparare l’impegno di Coppa Italia, che è molto importante». Oggi il tecnico biancoscudato andrà proprio a Pordenone, tra l’altro la sua ex squadra prima di approdare al Padova, per vedere la sfida con il Mantova: «Sono curioso di vedere all’opera il Pordenone, sarà il nostro prossimo avversario e cercherò di farmi un’idea sui giocatori che ha a disposizione». Oltre all’appuntamento in Coppa, tra due settimane scatterà il campionato. Cambierà qualcosa nella preparazione? «No, andiamo avanti con il nostro programma. Questa settimana abbiamo caricato un po’ di più dato che non avevamo l’impegno in Coppa, alla ripresa della preparazione martedì i ragazzi ne avranno benefici. Dobbiamo metterci in testa che l’inizio del campionato si avvicina e dobbiamo calarci nella parte con intensità, concentrazione e responsabilità».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Sono uno accanto all’altro il presidente Giuseppe Bergamin e il collega giallorosso Renzo Lucchiari al termine della partita, entrambi sorridenti. «È stata un’amichevole piacevole – esordisce Lucchiari – e ringrazio il Padova, spero che si possa ripetere più avanti. Da parte nostra ci abbiamo messo grande impegno in campo, credo anche i biancoscudati. Ci auguriamo di fare bene nel nostro campionato, abbiamo una squadra giovane con tanta voglia di fare bene». Bergamin ascolta e replica: «Sono stati molto gentili nella loro accoglienza, per noi è stato un buon test. Abbiamo messo energie in più e abbiamo visto che anche gli ultimi arrivati possono stare in questa squadra. Ora prepariamoci per l’impegno di Coppa Italia che per noi significa molto e speriamo di passare il turno». Ecco Carmine Parlato: «Sono sempre partite che consentono di alzare il minutaggio dei ragazzi. Ho cercato di fare due squadre equilibrate. Nella prima frazione abbiamo provato una cosa, nella ripresa un’altra».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ci prova il brasiliano con un leziosismo (colpo di tacco) nel portarsi avanti la palla sull’imbeccata per vie centrali di Fabiano, ma il tocco è leggermente lungo e Lorello sventa. Prima dell’intervallo anche uno svarione in difesa: Giandonato perde palla e sul lancio dei giallorossi la retroguardia è colta di sorpresa, Petkovic opta per l’uscita, ma finisce per stendere fuori area Coraini: sarebbe espulsione per il portiere, l’arbitro sorvola. Nella ripresa Parlato passa al 4-4-2 con gli innesti degli esterni alti Bearzotti e Turea (fuori Giandonato e Petrilli). Proprio Turea spezza l’equilibrio con il classico gol dell’ex ribadendo in rete una respinta di Lorello sulla conclusione di Neto Pereira. Il Padova trova ora maggiori spazi, e arriva così anche il raddoppio: sponda di testa sotto porta di Niccolini per Neto Pereira, che dopo una finta insacca sotto la traversa. Naturalmente non manca la girandola dei cambi, il ritmo resta comunque apprezzabile. L’ultimo scroscio di applausi è per Bearzotti che costringe Boaretto alla deviazione in angolo.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Atteggiamento speculare per l’Este, con il giovane Marcandella (in prestito proprio dal Padova) trequartista a supporto di Coraini e Mastroianni. È Bucolo ad accendere la sfida con un destro dal limite dell’area che coccia contro il palo, sfera sul petto di Lorello, e quindi in angolo. Sono i biancoscudati a tenere l’iniziativa, i giallorossi si difendono tenendo strette le linee e gli spazi sono quindi ridotti all’osso. Giandonato si fa vedere (e sentire a gran voce) ripetutamente dai compagni per avere palla e creare geometrie, Ramadani e Bucolo provono in più occasioni a buttarsi negli spazi, mentre Dionisi e Favalli accompagnano le azioni facendosi vedere con qualche affondo. Petrilli fatica un po’ a trovare la posizione e si vede a corrente alternata, mentre Altinier e Neto Pereira non trovano il modo di andare al tiro.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Turea e Neto Pereira firmano il successo del Padova nell’amichevole con l’Este andata in scena a Galzignano. Secondo test in due giorni per i biancoscudati che hanno colto l’occasione per affinare la condizione e per migliorare alcuni sincronismi tra i reparti. Padova a due facce: primo tempo all’insegna del 4-3-1-2, mentre nella ripresa Parlato ha cambiato volto tatticamente alla squadra passando al 4-4-2, e si sono viste le cose migliori. Bene l’Este che almeno per un’ora ha tenuto bene il campo, una prova che fa ben sperare in vista del suo campionato. L’undici biancoscudato vede protagonisti Petkovic tra i pali; Dionisi e Favalli sulle fasce con la coppia Fabiano-Niccolini al centro; Giandonato in cabina di regia davanti alla difesa spalleggiato da Ramadani e Bucolo; Petrilli trequartista alle spalle di Altinier e Neto Pereira.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tra gli ultimi arrivati sono piaciuti Favalli e Bearzotti, che ha confermato la buona impressione destata anche a Caorle. Non c’era Corti, che da martedì inizierà un lavoro differenziato e molto probabilmente non sarà disponibile nemmeno per la sfida di domenica prossima in coppa contro il Pordenone. Sempre ai box l’influenzato Cunico e Ilari, reduce dalla contusione subita contro la Triestina. «Sono contento perché l’atteggiamento è sempre stato positivo», il commento di Parlato. «Ma da martedì dobbiamo aumentare ancora di più concentrazione e intensità, visto che si avvicinano le sfide che contano». Soddisfatto anche il tecnico dell’Este, Pagan, che da ieri può contare, anche se ancora in prova, sui fratelli Vincenzo e Salvatore Ferrara. “Per un’ora abbiamo fatto molto bene, tenendo testa a una squadra blasonata. Ho visto altre indicazioni positive dopo quelle già avute nell’ultima amichevole contro il Campodarsego».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E così al pubblico di Galzignano non resta che applaudire un tacco al volo di Neto Pereira e qualche giocata di fino  di Bucolo, che si conferma ancora come uno degli uomini più in forma e preparati. Proprio dai piedi dell’ex capitano del Messina arriva l’unico squillo del primo tempo, con un destro dal limite che si stampa sul palo a Lorello battuto. Il Padova prova a giocare palla a terra ma non è molto preciso, l’Este tiene difesa e centrocampo in un fazzoletto e prova a ripartire di rimessa sfruttando la velocità dei tre davanti, che in un paio di occasioni mettono in apprensione Niccolini e compagni. Meglio, per il Padova, il secondo tempo, aperto dal gol dell’ex di Turea dopo 8 minuti. Una rete propiziata da Neto Pereira, che prende palla in area, salta un avversario e conclude a botta sicura trovando una grande respinta di Lorello che però non può nulla sul tap-in vincente del moldavo. Al 22′ il raddoppio: cross di Bucolo, sponda di Fabiano, stop e dribbling di Neto Pereira che insacca sotto la traversa.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È sempre più il Padova di Neto Pereira. I biancoscudati vincono anche contro l’Este (ottavo successo in altrettante amichevoli estive disputate), non si mostrano particolarmente brillanti ma mettono in luce il talento purissimo del brasiliano, in campo per tutti i novanta minuti e protagonista delle azioni che hanno deciso il match. Due a zero il risultato finale maturato davanti ai quasi mille spettatori di Galzignano, in un test servito a Parlato per continuare nel solco tracciato in quest’ultima parte di preparazione. Il tecnico infatti, ha riproposto il centrocampo a tre nel primo tempo, tornando al 4-2-3-1 a inizio ripresa. Pian piano i biancoscudati stanno assimilando il nuovo modulo, anche se nei primi 45 minuti non si è visto un grande spettacolo. Vuoi per i carichi di lavoro, vuoi per gli esprimenti di Parlato, ma anche per un Este che concede ben poco ai biancoscudati.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Cambio di programma per l’attesa sfida di domani che metterà di fronte il Padova 94/95 a una selezione di tifosi biancoscudati. Non si giocherà più all’Appiani, ma al centro Gozzano della Guizza, dove si allena la prima squadra del Padova. Fischio d’inizio alle 18. La partita inaugurerà anche la settimana di “Appiani in Festa”, la kermesse dei tifosi che durerà fino a domenica prossima al parcheggio sud dell’Euganeo

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Fare il doppio salto sarà una missione molto complicata, ma gli ultimi innesti hanno aggiunto qualità e quantità in tutte le zone del campo. Per quanto riguarda le ultime operazioni, da non scartare del tutto la possibilità che si torni a trattare con la Tombense per Paulo Dentello Azzi. Dopo la fumata nerissima dei giorni scorsi, non ci sono stati più contatti fra le parti, ma un colpo di scena non si può escludere a priori. Per Sparacello (Trapani) le porte del club siciliano continuano a essere chiuse, ma potrebbe essere sferrato un ultimo assalto a Milano per il centravanti siciliano fra il 30 e il 31 agosto. A quel punto, se dovesse arrivare la ciliegina sulla torta, ecco che le distanze con Alessandria, Pavia, Cittadella e forse anche Bassano, potrebbero ridursi ulteriormente. Perché il Padova ha cambiato tanto, ma non ha nessuna intenzione di recitare un ruolo da comprimario. Non resta che attendere i gironi.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Altrimenti si potrebbe rimanere così, con tutto quello che ne consegue. Ieri la squadra ha svolto un altro test amichevole, ancora una volta contro una squadra di categoria inferiore, l’Este (Serie D). Un derby in tono minore vinto per 2-0 con gol di Neto Pereira e Turea, che ha offerto l’occasione a Parlato di sperimentare diversi schieramenti tattici: «Abbiamo pensato di mettere due squadre – spiega il tecnico campano – proprio per dare modo a tutti di guadagnare la condizione. La società, con l’arrivo di Corti, mi ha messo a disposizione un organico completo e ricco di alternative, ora so bene che tocca a me farlo rendere al meglio. Non so dove potremo arrivare, quello che posso dire è che siamo il Padova e che non possiamo accontentarci di vivacchiare. Dobbiamo cercare di arrivare più in alto possibile». E se il direttore sportivo Fabrizio De Poli parla apertamente di una squadra «da medio alta classifica», fra i tifosi dopo le perplessità dei giorni scorsi comincia a serpeggiare un certo ottimismo, neppure di facciata.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Adesso tocca a Carmine Parlato. Verrebbe da pensarlo e lo sa pure il diretto interessato. Perché probabilmente il mercato sarà pure finito, come giura e spergiura il direttore sportivo del Padova, Fabrizio De Poli, ma la sensazione è che sul filo di lana qualcos’altro potrebbe succedere. Che sia un innesto last minute, un giovane o qualcun altro, l’impressione è che De Poli si sia mantenuto un margine di manovra anche minimo per chiudere la campagna trasferimenti nel modo migliore. La squadra è pressoché completa, potrebbe cambiare qualcosa soltanto se ci fossero stravolgimenti importanti su altri fronti (leggi retrocessioni in Serie D di Teramo e Savona) o se si creassero le condizioni per un’occasione da prendere al volo. Nella scorsa sessione di mercato fu Salvatore Amirante il colpo da novanta suonato sul gong, adesso paradossalmente tutto dipenderà proprio da Amirante: se l’infortunio al ginocchio presupporrà uno stop molto lungo, a quel punto sarà necessario operare un ultimo correttivo.

Ore 08.30 – Questo è il programma allenamenti del Calcio Padova dal 23 al 25 Agosto 2015. Domenica 23 Agosto Riposo, Lunedì 24 Agosto Riposo, Martedì 25 Agosto ore 16.00 presso Centro Sportivo Memo Geremia (Guizza).

Ore 08.28 – Padova, Coppa Italia Lega Pro: la sfida col Pordenone all’Euganeo si giocherà il 30 agosto.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 22 agosto: il Padova si aggiudica l’amichevole di Galzignano battendo 2-0 l’Este grazie alle reti siglate da Turea e Neto Pereira.




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